Il progetto del territorio: gli scenari turistici della sostenibilità

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Il progetto del territorio: gli scenari turistici della sostenibilità Fiorella Dallari 1. INTRODUZIONE La capacità di costruire un territorio rappresenta il principale marchio geografico. Nell ultimo decennio del XX secolo, poi, il dibattito internazionale nel dominio dell economia regionale e urbana ha riportato al centro della riflessione lo spazio, ed ha dato l avvio a due indirizzi principali. Il primo, pur nella forte accezione spaziale del proprio linguaggio è in vero rimasto sulla scia già tracciata dall economia classica ed ha assunto il nome di New Geographical Economy (NEG) 1, mentre il secondo, la cosiddetta nouvelle géographie socio-économique 2 ha rivolto la sua attenzione alla componente sociale dell economia spaziale e della Geografia umana, vale a dire all ancrage delle attività di un territorio, ai modelli di funzionamento, ai sistemi di governance ed alle relazioni di prossimità. In questo secondo scenario scientifico ben si declina la Geografia, e in particolare quella regionale, che da tempo antico s interessa alla specificità dei luoghi (Strabone, I a.c) 3, alla loro descrizione e poi alla loro interpretazione, dove relazioni verticali, lunghi processi di territorializzazione 4, paesaggi, genere di vita e così via, sono diventati strumenti del tradizionale, ma non sempre praticato, lavoro sul terreno; le relazioni orizzontali a piccola e piccolissima scala, cioè le relazioni a macroscala e globali, ben poco contavano fino agli anni Cinquanta: le destin del locale non dipendeva e non era referente della dimensione globale 5. L avvento e la diffusione della rivoluzione industriale ha visto svilupparsi e rafforzarsi territori e centri sulla base delle proprie forze e caratteristiche. Non per niente già ai primi del Novecento Vidal de La Blache parlava di personnalité régionale e introduceva il concetto di genere di vita, paesaggio e regione, concetti e strumenti che dopo un lungo periodo di approvazione scientifica, negli anni Settanta hanno perso consenso per poi recuperarlo negli ultimi Facoltà di Economia di Rimini dell Università degli Studi di Bologna. 1 P.KRUGMAN, Increasing returns and the theory of international trade. In advances in economic theory, Bewley T. (ed.), Cambridge 1987, pp.301-328; idem, Geography and trade, Cambridge 1991; idem, Development, geography and economic theory, Cambridge1 995. 2 G.BENKO- A. LIPIETZ, Les régions qui gagnent. Districts et réseaux : les nouveaux paradigmes de la géographie économique, Paris 1992; idem, La richesse des régions. La nouvelle géographie socioéconomique, Paris 2000; M. STORPER, The Regional World. Territorial development in a Global Economy, New York e London 1997. 3 Niente fissa la data di nascita di Strabone al 64-63 a.c., ma è questa la data comunemente accettata. 4 C.RAFFESTIN, Territorializzazione Deterritorializzazione Riterritorializzazione e informazione, in A.TURCO ( a cura di), Regione e regionalizzazione, Milano 1984, pp.69-82. 5 G.BENKO- A. LIPIETZ, Les regions qui..,2000, p.10. 1

venti anni. Oggi, secondo G.Benko (2000), l espressione personnalité régionale potrebbe essere tradotta come bonne gouvernance, la buona governance. E un intelligenza, sicuramente ereditata da una cultura storica, in grado di mettere in atto dei processi di cooperazione endogena (più informali che formali e istituzionali tra i diversi attori pubblici e privati); è quella intelligenza o sapienza territoriale che con la sua flessibilità sta alla base 6 delle regions qui gagnent ; in Italia è il caso dei famosi distretti industriali, ma anche di quei sistemi locali forti (urbani e culturali, turistici e terziari) presenti nelle regioni di sviluppo territoriale maturo. Le collettività, infatti, vivono nel territorio e non in spazio inteso come un piano omogeneo e isotropo, un contenitore dove si costruisce l attività economica. D altra parte, la Geografia umana, regionale, economica o ecologica considera da sempre lo spazio come la dimensione materiale dei rapporti sociali. Infatti l attività umana e i rapporti umani di qualsiasi natura, a partire dal patrimonio culturale, costruiscono la sostanza stessa dello spazio, come avviene nell ambito della teoria di Einstein dove lo spazio esiste perché risulta un campo di forze in quanto variazione di potenziale, strutturato dal suo contenuto di materia ed energia. Le profonde differenze che emergono dai contesti spaziali, territori poveri e territori ricchi, regioni povere e regioni ricche, sino al contrasto fra Sud e Nord alla scala globale, mettono in luce sempre e comunque come il territorio sia un fatto sociale e politico, uno spazio trasformato dall azione di una data società ed a sua volta sia condizione riproduttiva della medesima società. Esso può essere inteso come un palinsesto risultato di un processo di costruzione del territorio, vale a dire una territorializzazione, in cui si intrecciano la dimensione temporale e quella relazionale. E evidente che non ci sono territori condannati, ma ci sono territori senza progetto e anche senza uno scenario futuro. E possibile, allora, una politica di pianificazione territoriale, per rimettere all ordine del giorno l uso più equilibrato dei territori sulla base del paradigma dello sviluppo sostenibile? Se sì (e non ci può essere altra risposta!), a che cosa essa si può ispirare e su che cosa fondare, a quali principi e in base a che cosa si trasforma, cioè a quali principi permanenti e all evoluzione di quale pratiche? 2.I PRINCIPI PERMANENTI DELLO SVILUPPO TERRITORIALE Interessante è la riflessione maturata nei quarant anni della DATAR (Délégation à l Aménagement du Territoire et à l Action Régionale) 7. Nell analisi delle politiche territoriali, vengono individuate principi fondamentali e permanenti, presenti più o meno in tutte le fasi storiche, ma che sono stati e continueranno ad essere proposti, adottati e ordinati in modo diverso in rapporto all approccio politico del momento: de la même manière qu ils inspirent les décisions, ils peuvent après coup guider la lecture des politiques d amenagement 8. Sono cinque principi, e precisamente quello di 6 J.PIORE, L opera, il lavoro e l azione: l esperienza dell opera in un sistema di produzione flessibile, in F.PYKE, G.BECATTINI, W.SENGENBERGER (a cura di), Studi & Informazioni, Firenze 1991. 7 Il 14 febbraio 1963 il generale C.de Gaulle, presidente della Repubblica francese, e G.Pompidou, primo ministro, firmarono il decreto di costituzione della DATAR, quale organismo di coordinamento e sviluppo. Il suo ruolo sarebbe stato, sulla base degli obiettivi generali definiti dai piani politici, di preparare e coordinare gli elementi necessari alle decisioni governative en materia di pianificazione territoriale e di politica regionale (Decreto n.63-112 del 14 febbraio 1963). 8 C.LANCOUR, A.DELAMARRE, M.THOIN, 40 ans d'aménagement du territoire, Paris 2003. 2

ripartizione o ridistribuzione, quello di risarcimento o riparazione, quello di protezione, quello di compensazione e quello di creazione. Il principio di ripartizione o ridistribuzione si basa sul fatto che in determinati momenti esiste uno stock di ricchezze, di posti di lavoro, di crediti che possono e devono essere distribuiti e localizzati: la pianificazione territoriale si pone l obiettivo di garantire una distribuzione armoniosa o migliore. Attraverso un analisi conoscitiva (o meglio una diagnostica territoriale), si perviene al riconoscimento di aree e luoghi scarsamente attrezzati nel quadro generale ed all indicazione delle regole per effettuare una ripartizione più equilibrata degli stock di ricchezze. Tale concetto è referente di una logica dove pianificazione e ruolo dello Stato sono molto forti; esso sottende la capacità di avere una visione generale e di essere in grado di assicurare con facilità la ripartizione di ricchezza. Il principio di risarcimento o riparazione risponde ad una logica di pianificazione nel senso di costruire (o piuttosto ricostruire) la struttura territoriale; sovente si verificano delle differenze e degli squilibri non imputabili a politiche sbagliate ed a comportamenti inefficaci ma piuttosto a situazioni negative, che producono danni ai territori e alle economie sia a scala nazionale che locale: occorre allora porre rimedio a queste debolezze, in nome di una giustizia condivisa. E la situazione che si è riscontrata nelle regioni europee alla fine della guerra di fronte alle distruzioni più o meno marcate; lo stesso si è verificato per le zone colpite dalla crisi industriale. E ancora si procede secondo questo principio nelle città e nei quartieri urbani degradati, con una politica di pianificazione che si volge a partire dagli anni Sessanta senza soluzione di continuità con momenti più o meno marcati, passando da una trasformazione a breve termine del tessuto economico ad una valorizzazione delle potenzialità nel lungo termine. Il principio di protezione privilegia la dimensione ambientale, nella sua accezione di ricchezza, nel senso di patrimonio di paesaggi e di cultura. Sempre più condiviso, tale principio si fonda sulla convinzione che vi siano dei territori sottoposti a numerose minacce e la cui perdita o indebolimento costituirebbe un danno per la collettività. Si assiste, così, a momenti in cui la costituzione di parchi nazionali e regionali, aree protette in genere, testimonia di maggiore sensibilità in questo senso. D altra parte in tutta Europa, Italia compresa, si è assistito dalla fine degli anni Ottanta ad un più incisivo ampliamento del patrimonio (o patrimonializzazione 9 ) a favore dell ambiente naturale piuttosto che culturale in senso stretto, nell ambito del paradigma dello sviluppo sostenibile. La fine del secondo millennio ha visto una rinnovata attenzione alla dimensione culturale in una accezione complessa di risorse naturali, sociali e artistico-culturali 10, con il recupero dei valori paesaggistici. Il principio di compensazione si basa sulla critica che la pianificazione territoriale non sia affatto una scienza esatta e che non esistano modelli matematici, economici o geografici in grado di effettuare una attribuzione ottimale dei mezzi e delle risorse. Sebbene sia invalso l uso di una ricca terminologia, che sembra testimoniare tutto il contrario, come sviluppo equilibrato, assetto territoriale, armonizzazione territoriale e 9 F.DALLARI F., S. GADDONI, Aree sensibili e sviluppo locale sostenibile. L Emilia-Romagna, Bologna 2003. 10 L azione di conservazione si declina con l evoluzione del concetto di Bene Culturale (BC), che dall avvio dell evo moderno ha conosciuto una fase dove BC era sinonimo di Bene artistico e culturale, dove la dimensione naturale e quella culturale (o artificiale, fatta cioè ad arte dall uomo) risultano divisi; la crisi, poi, del modello di sviluppo della società industriale e moderna insieme alla questione ambientale hanno rimesso tutto in discussione. La società postmoderna ha avviato un processo di ricomposizione delle due componenti, secondo l approccio della teoria del sistema generale. 3

così via, di fatto l azione dello sviluppo si attiva in luoghi privilegiati e di evidente concentrazione, dove si verificano delle rotture degli assets e cambiamenti delle strategie e delle politiche. Di conseguenza, le decisioni della pianificazione territoriale nascono da negoziazioni sempre difficili, mai perfette e dove prendono vita degli equilibri parziali e relativi tra i multiples che partecipano 11. La logica che sottende tale negoziazione può portare a compensazioni quale esito sia di rapporti di forza che di scelte razionali. E da sottolineare che la pianificazione territoriale è in generale una compensazione negoziata, profondamente influenzata da logiche istituzionali, politiche e relazionali; e comunque accettabile dal punto di vista sociale, politico e territoriale 12. Ultimo, ma sicuramente il principio più a lungo dibattuto nella letteratura accademica è quello della creazione: esso si declina con la convinzione che certi meccanismi, condizioni locali e luoghi permettano in determinati momenti di mettere in moto processi di crescita e di sviluppo. I meccanismi concepiti per avviare processi di sviluppo possono essere progettati quasi ex nihilo in quanto il territorio è immaginato come uno spazio neutrale, dove si possono avviare azioni di pianificazione in grado di creare e avviare tali motori secondo un approccio esogeno, a partire dai quali processi autopoietici ed endogeni saranno in grado, poi, di assicurare in modo più o meno intenso, spontaneamente e a lungo termine lo sviluppo di un determinato ambito spaziale. E il caso dei poli di crescita e di sviluppo legati alle politiche di delocalizzazione produttiva e di economia regionale, come si è verificato negli interventi di carattere industriale nel nostro Sud o nella pianificazione turistica del litorale francese della Linguadoca. Lo stesso si può affermare in quei contesti caratterizzati da risorse e competenze insufficienti o debolmente organizzate, dove interventi mirati hanno stimolato innovazione e processi di sviluppo; i Paesi in via di sviluppo forniscono la palestra d azione, anche se sinora si sono raggiunti risultati molto limitati. Giova sottolineare che questa attenzione rivolta a territori deboli può essere considerata una debolezza perchè potrebbe affievolire l azione indirizzata a concentrare, e quindi rafforzare, anche ambiti e sistemi locali forti, strategici per consolidare attraverso essi stessi la competizione dell intero Paese nel quadro internazionale. Sulla base di questo principio si condivide l idea che sia una strategia più vantaggiosa per un paese essere dotato di territori con concentrazione di forze, competenze e innovazioni sulla base di un sistema di esternalità sempre più complesso e integrato 13. Lo stesso è stato riproposto in campo turistico dalla legge quadro 135 del 2001, che in questo caso rivolge l attenzione ai sistemi locali turistici. E comunque tutto conduce allo sviluppo locale. 3. LO SVILUPPO LOCALE E IL PROGETTO 11 C.LANCOUR, A.DELAMARRE, M.THOIN, op.cit., p.21. 12 Il Fondo europeo per lo sviluppo regionale sono nati proprio per compensare paesi membri; si pensi alla Gran Bretagna nel 1972, quando entrò nell Unione Europea, come alle regioni mediterranee italiane e francesi che attraverso i Programmi Integrati Mediterranei furono compensate a causa questa volta dell entrata della Spagna e del Portogallo, considerate in forte competizione e in grado di danneggiare l economia dei vecchi partner mediterranei. 13 Questo principio si oppone a quello che ispira, invece, un azione politica ed economica che opera su tutto il territorio, cioè a spalmo; può anche essere complementare o in contrasto con quello di ripartizione. 4

Negli ultimi venti anni, l endiadi sviluppo locale ha incarnato diversi significati, uno in senso passivo ed uno in senso attivo 14. Nel primo caso, esso sta a indicare un fenomeno che si contrappone alla globalizzazione, intesa come una politica economica devastante, che spoglia i territori della loro personalità e identità ; per altri esprime la volontà di rafforzare e favorire le politiche di sviluppo locale attraverso una ricomposizione degli attori locali, e quindi di azioni collettive volte a costruire il territorio. Giova rilevare che è ormai diffusa la convinzione che un territorio, espressione di cultura e di risorse, può produrre sviluppo, o piuttosto avere un futuro sulla base della sua organizzazione e del suo funzionamento. In ogni ambiente, a partire da regioni sviluppate, come l Emilia-Romagna, a piccoli spazi circoscritti in PVS, lo sviluppo locale è sempre e comunque una strategia d organizzazione delle specifiche condizioni territoriali. Ormai risulta superata, dal punto di vista scientifico, l opposizione tra locale e globale, nel senso di contrapporre lo sviluppo dall alto rispetto a quelle dal basso 15 ; allo stesso modo occorre sottolineare il fatto che le azioni locali devono mirare alla realizzazione di progetti e obiettivi macroeconomici. Si tratta di una strategia orientata ad organizzare le condizioni specifiche di sviluppo ad una scala locale e nel contempo globale, che ha come riferimento il sistema locale territoriale inteso come modello 16. E evidente che la dimensione locale si presenta come relazione geoeconomica privilegiata della competitività e dello sviluppo; e che si deve relazionare alla dimensione globale, cioè alle interazioni a lunga distanza ed alle interdipendenze tra luoghi, sulla base di marcate competizioni sempre più diffuse. La logica dello sviluppo locale si costruisce sul valore aggiunto delle iniziative locali, sulle capacità collettive di apprendimento e sul partenariato, strumento privilegiato dell apprendimento collettivo sulla base di un progetto di futuro condiviso. Le iniziative locali per lo sviluppo e l occupazione, spontanee o stimolate, si sono largamente diffuse negli ultimi venti anni e l UE ne ha riconosciuto il ruolo positivo e duraturo nel rinforzare la dimensione macroeconomica nei processi di decentramento, insieme all efficacia delle politiche pubbliche. 14 Il concetto di territorialità è da intendere (G.DEMATTEIS, Per una geografia della territorialità attiva e dei valori territoriali, in P. BONORA(a cura), SloT quaderno 1, Bologna, 2001, pp. 11-30) secondo una logica: passiva e in negativo, che con strategie di controllo e con il sistema normativo ad esse associato, mira ad escludere soggetti e risorse; attiva o in positivo, che discende dall azione collettiva territorializzata e territorializzante dei soggetti locali e mira alla costruzione di strategie inclusive. 15 Anche nella storia pianificazione strategica, si può individuare (F.CURTI, M.C.GIBELLI, Pianificazione strategica e gestione dello sviluppo urbano, Firenze 1999) nella terza famiglia di piani strategici questo tipo di approccio. La prima famiglia della seconda metà degli anni Sessanta si declina con l affermazione di una azione dall alto e di tipo sistemico; la seconda, nata negli Stati Uniti e diffusa successivamente in alcuni paesi europei, viene definita di matrice aziendale, in quanto trasferisce gli strumenti di pianificazione strategica in uso nelle grandi imprese, alla gestione della città e si basa su uno sviluppo dal basso; la terza, che si annuncia negli anni Novanta, definita strategica reticolare e visionaria (o prospettica), riconduce alla connessione di questi due approcci grazie all affermazione del modello della rete e della prospettiva partecipata. 16 A.AMIN, Una prospettiva neo-istituzionalista dello sviluppo locale, in Sviluppo locale, 1998, vol.v, n.8, pp.75-94. G.DEMATTEIS, op.cit.; C.ROSIGNOLO, C.S.IMARISIO, Una geografia dei luoghi per lo sviluppo locale, SloT quaderno 3, Bologna 2003; 5

La capacità di mettere in atto competenze, costruite o ereditate nella dimensione locale nei processi di sviluppo, è fondamentale perché i territori devono essere in grado di ridefinire in permanenza i loro progetti, le connessioni produttive, o economiche in generale (skill, cluster o filiera), come quelle politiche e sociali, e pianificare le risorse necessarie. La capacità collettiva di apprendimento inoltre crea anche il cuore dello sviluppo sociale 17. Il partenariato, poi, costruisce le risorse dello sviluppo sulla base e nella prospettiva di un saper fare collettivo, sopratutto là dove si sostengono imprese e attività nuove. La realizzazioni di partenariati mette in essere domini, attori, luoghi di scambio e territori: non esiste un protocollo, ma sole esperienze realizzate in ambiti molto diversi e quindi tali da non permettere generalizzazioni 18. Nella grammatica dello sviluppo locale progetto e territorio costituiscono i termini sostanziali, tanto che i territori marginali, deboli o sottosviluppati, si definiscono come ambiti senza progetto. Il territorio attraverso un progetto costruisce il modo di dare forma a iniziative, che saranno in grado di definire e consolidare il proprio sviluppo. Il progetto permette al territorio d interrogarsi sul senso dei processi possibili e di razionalizzare il suo comportamento nel futuro senza precisare e stabilire un piano determinato delle azioni prossime. Da qui la ragione di fare progetti, che sulla base di una diagnostica locale delle risorse presentano una grande varietà e diversità. È un approccio sempre più condiviso che di sviluppo non si debba parlare più, ma piuttosto di futuro, vale a dire progetto e condivisione, diagnostica e prospettiva 19 territoriale, e dove la componente governance rappresenta il collante costitutivo del territorio 20. 4.IL TURISMO E LA COSTRUZIONE DI SISTEMI TERRITORIALI: DALLA RIFLESSIONE ALL AZIONE PER UNA PROSPETTIVA Sviluppo locale, progetto, territorio conducono al tema centrale di questo intervento, e cioè quello dello sviluppo territoriale nell accezione di sviluppo sostenibile, che sempre più si declina con al concetto di Sistema locale in campo turistico (SLT). Si tratta del progetto di sviluppare l economia turistica attraverso una nuova cultura imprenditoriale incentrata sulla collaborazione tra imprese e enti locali 21. L obiettivo principale è quello 17 X. GREFFE, Le développement local, Paris 2002. 18 Alcune riflessioni sul ciclo di vita del partenariato (Greffe X., 2002) mettono in luce come il suo apporto di valore aggiunto sia inversamente proporzionale all efficienza e all efficacia dei meccanismi tradizionali di regolamentazione delle relazioni sociali, amministrazione e mercato. 19 Attenzione si deve dare a ciò che viene indicata come prospettiva sia nell accezione di prospective territoriale che di perspective. Infatti, il termine prospective si distingue dalla perspective francese, nel senso che il primo termine fa riferimento a una scienza che si occupa dell evoluzione rapida delle cose, in cui la proiezione futura assume un ruolo chiave, mentre il secondo termine sta a significare il rivolgere particolare attenzione a determinati fenomeni. 20 J.-L. GUIGOU, Une ambition pour le territoire, aménager l'espace et le temps, Paris 1995 ; C.LANCOUR, A.DELAMARRE, M.THOIN, op.cit.; A.DELAMARRE, La prospective territoriale, Paris 2002 ;.F.GOVERNA, Modelli e azione di governance. Innovazioni e inerzie al cambiamento, in Rivista Geografica Italiana, 2004, n.1. 21 Più precisamente con l art.5 della legge 135 del 2001 si definiscono i SLT come contesti turistici omogenei o integrati, comprendenti ambiti territoriali appartenenti anche a regioni diverse, caratterizzati dall offerta integrata di beni culturali, ambientali e di attrazioni turistiche, compresi i prodotti tipici dell agricoltura e dell artigianato locale, o della presenza diffusa di imprese turistiche singole o associate. 6

di favorire l aggregazione degli attori locali (imprenditori, amministratori, addetti in ogni settore e altro) con lo scopo di produrre reti territoriali e di comunicazione attorno ai giacimenti naturali, culturali, gastronomici e artigianali, per innovare ed avviare nuovi modelli turistici, tali da creare condizioni di un evoluzione territoriale. La convinzione che il settore turistico vada considerato in un ottica di sviluppo locale per le sue caratteristiche è sempre più condivisa, perché è un fenomeno che può essere consumato solo in loco, non è riproducibile, può essere fruito solo in presenza e non a distanza ed è parte di un settore ad alta intensità di lavoro, in grado di creare molta occupazione. E questo accresce il valore del sistema turistico locale come strumento di potenziamento e nel contempo rappresenta una fase nel lungo processo di riflessione sul tema generale del sistema locale. Uno dei principali risultati della riflessione teorica sul turismo è rappresentato proprio dal Sistema locale di offerta turistica (SLOT), inteso come un insieme di attività e fattori di attrattiva che, situati in uno spazio definito (un sito, una località, un area) siano in grado di proporre al visitatore un offerta articolata e integrata, realizzando un sistema di ospitalità turistica specifica e distintiva che valorizza le risorse e la cultura locale secondo l approccio della Total Leisure Experience (TLE). Sulla base di alcuni seminari organizzati 22 del gruppo di ricerca ULR-DSE MIUR2002 e degli incontri Restauro del Paesaggio, dell Ambiente e del Territorio (ARSPAT), è emerso che il turismo si possa esprimere con forme di sviluppo locale nell accezione di una governance territoriale, in grado di rappresentare una risorsa strategica alla pari di altre forme economiche, e di quelle produttive in particolare. Il fenomeno geografico privilegiata è stato quello dell organismo territoriale, dal Sistema Locale di Offerta Turistica (SLOT) al distretto turistico e culturale. Per passare dalle parole ai fatti, si rivela importante procedere all analisi delle politiche di sviluppo regionale e locale, con speciale attenzione agli interventi e progetti di marketing urbano e territoriale, di cybermarketing e di pianificazione strategica con casi di studio. Il tema del progetto come strumento di innovazione del prodotto turistico ci sembra costituire l elemento applicativo del paradigma dello sviluppo sostenibile, per raggiungere gli obiettivi di lavoro, di cui la ricomposizione e la qualità territoriale, la rete e il sistema, le risorse umane e la formazione hanno costituito i punti di base. L entrata in gioco degli attori pubblici insieme a quelli privati è sicuramente uno degli elementi più innovativi che sono stati promossi a livello di policy maker negli ultimi anni 23, portando a concepire il sistema territoriale come un «impresa». Le indicazioni che emergono dalle ricerche effettuate, in parte concluse, in parte in fase conclusiva e altre in fieri, suggeriscono alcune riflessioni generali, e cioè: l orientamento sempre più chiaro e marcato di un organizzazione turistica sulla base del modello SloT, e quindi di conferma del STL; il problema della scala d azione da quella infraregionale, interregionale e di cooperazione europea, nell ottica dell optimum dimensionale; l armonizzazione delle competenze tra le istituzioni, cioè tra la Regione e lo Stato in risposta alle esigenze dello sviluppo locale; 22 Sistemi turistici e sviluppo locale. Un confronto tra Francia e Italia, ULR-DSE, (5 aprile 2003); Sistemi turistici e sviluppo locale. Un confronto tra Germania e Italia, ULR-DSE (22 maggio 2003); Economics of Heritage: from Monuments to Cultural Districts (X.Greffe-Università Paris1-Sorbonne- 4 dicembre 2003). 23 Questo è accaduto non solo nell ambito turistico ma il fenomeno ha investito un po tutti i settori. 7

la necessità di ricomposizione politica nazionale del prodotto turistico Italia in risposta alle esigenze della competizione internazionale; la focalizzazione verso una strategia sempre più orientata alla macroscala sia a livello nazionale che internazionale sulla base delle metaregioni turistiche; il sostegno a politiche di formazione e di ricerca in ambito turistico rafforzate a livello secondario ed universitario attraverso l uso di ICT (e-learning); l appoggio ad una politica di progetto sia in ambito formativo che di ricerca che promuova prodotti turistici sostenibili ed etici nelle destinazioni turistiche di massa e nelle aree fragili; lo sviluppo dell itinerario turistico a tema, progetto facilmente sostenibile e pianificabile, grazie anche alle applicazioni GIS; il sussidio ai processi di certificazione e dell ecolabel in particolare al settore dell ospitalità alberghiera tradizionale e del B&B, dei protocollo d uso e di comportamento, dei marchi di qualità e marchi d area, per il turismo sostenibile; Perchè il nostro Paese, poi, possa giocare la scommessa turistica al pari della Francia o della Spagna, deve mostrare volontà politica a: strutturare il settore turistico come un vero settore economico; creare un luogo di confronto dei più grandi esperti, dove organizzare eventi specializzati; attuare un nodo di una rete con accesso ai dati mondiali sul turismo, centro di risorse intellettuali; mettere in atto un polo di organizzazione e lavoro di grandi funzioni a monte della produzione del settore (finanzia specializzata, formazione iniziale e continua di marcata importanza, ricerca, progettazione); sviluppare un settore terziario di servizi ad alto livello destinati a professionisti del turismo, locale e regionale, ma soprattutto continentale e mondiale. Il quadro regionale, che si presenta ancora molto frammentato e quindi compatibile con una pluralità di traiettorie, richiede alla fin fine una riflessione su come costruire il territorio con l ausilio di una prospettiva territoriale che potrebbe essere realizzata sulla base di una serie di scenari possibili: tendenziale, nell ipotesi di un avanzare in modo passivo conservando la frammentazione; nero, nell ipotesi di una recessione e di una maggiore frammentazione; metropolitano, nell ipotesi di una urbanizzazione organizzata in sistema con ricadute positive negli ambiti fragili e deboli; regionale, nell ipotesi di un organizzazione voluta e deliberata del territorio regionale, con interventi di equità territoriale; inaccessibile, nel seguire l ambizione di mettere in valore tutte le potenzialità in un contesto europeo. Su questi scenari è opportuno aprire un dibattito e un confronto, politico e pragmatico, con la suggestione che la carta della cultura e dell innovazione, e quindi della formazione, possa essere quella vincente. 5. IL CASO DI STUDIO: IL TURISMO A SALUDECIO La Riviera Romagnola costituisce sicuramente un vero e proprio distretto turistico in un panorama nazionale che vede il turismo come un fenomeno tradizionalmente frammentato. Per quanto riguarda il territorio riminese, emerge una fortissima 8

concentrazione lungo il litorale costiero rispetto ad un entroterra debole e poco competitivo sebbene sia ricco di risorse culturali e naturali:un area rurale che può essere considerata, in senso relativo, quasi marginale in relazione alla costa, dove milioni di turisti si stipano nella stagione estiva. La valorizzazione di questo retroterra costituisce una scommessa che gli enti locali, le strutture di ricerca e le associazioni hanno deciso di giocare per elaborare modelli innovativi per un futuro del territorio nella logica della sostenibilità, con particolare attenzione alla componente paesaggista; e questo da coniugare nella dimensione locale secondo un approccio globale. In particolare si è avviata una ricerca 24 mirata ad sviluppare forme locali di turismi attenti al consumatore e al contesto di riferimento di aree rurali o piuttosto non urbane, per costruire un prodotto turistico autonomo e capace di valorizzare l immagine dell entroterra affinché esso divenga più competitivo nei confronti delle altre aree regionali e interregionali dotate di attrattività. Si tratta di una ricerca finalizzata all analisi del territorio comunale di Saludecio (Fig.1), uno tra i comuni malatestiani più caratteristici dell entroterra riminese, e alla sua possibile e potenziale riqualificazione, in modo da costituire un laboratorio di ricerche interdisciplinari integrate. Il contributo geografico, di cui vi è più ampio riscontro nel volume generale (da indicare nella bibliografia), si articola su una fase di inquadramento storico e geografico di Saludecio, dove processi storici, popolamento e insediamento sono legati alle politiche basate sugli incentivi e gli interventi per la rivalorizzazione già in atto. Sono state individuate, grazie ad alcune indagini sul terreno 25, le qualità specifiche del mercato turistico di Saludecio, perchè valutare la fornitura turistica di una destinazione costituisce un passo importante nel processo di sviluppo locale, utile ad identificare le lacune di prodotto, ad evidenziare i punti deboli e stabilire un ordine di priorità negli interventi. Il tessuto dell offerta turistica di Saludecio, particolarmente quello ricettivo, è costituito da una frammentazione di piccole imprese, per lo più a carattere familiare, che normalmente non hanno le condizioni strutturali e gestionali per competere con le grandi unità produttive. Per quanto concerne le risorse storiche e paesaggistiche, il comune di Saludecio presenta una distribuzione equilibrata sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo; invece l offerta di strutture ricettive e la loro distribuzione si presenta squilibrata. Sia il settore alberghiero che quello extra alberghiero mostrano due limiti evidenti: l insediamento quasi esclusivo lungo la costa, fattore che ha contribuito a determinare una forte concentrazione e stagionalità delle presenze turistiche; la capacità ricettiva di Saludecio inadeguata e insufficiente, rispetto alla costa, specialmente nei periodi di massima affluenza turistica. A Saludecio sono presenti due bed & breakfast, un albergo e cinque agriturismi 26 dislocati nelle frazioni, per un totale di 81 posti letto. La necessità ormai diffusa di puntare ad un ospitalità di qualità individua nell agriturismo una nuova forma di turismo, una nuova opportunità per valorizzare il territorio di Saludecio, ricco di tipicità, e delle sue risorse. L importanza di questo 24 Fanno parte del gruppo di ricerca Alessia Mariotti, Antonella Accurso e Marianna Zenobi, oltre alla sottoscritta. 25 Il lavoro è stato svolto da Antonella Accurso e Marianna Zenobi, che hanno presentato e discusso nella loro tesi di laurea presso la Facoltà di Economia nell anno 2005. 26 Per quanto riguarda questi ultimi non si può parlare di agriturismi veri e propri, in quanto un agriturismo deve produrre in casa il 70% dei prodotti offerti ai propri clienti e da un sopralluogo personalmente effettuato, è emerso che queste strutture non presentano le caratteristiche necessarie 9

settore legato ai paesaggi rurali e agricoli, attento al consumatore, non solo ha la capacità di produrre reddito, ma garantisce al contempo, la tutela del patrimonio culturale e ambientale delle campagne. In più, i prodotti tipici e di qualità si legano in maniera inscindibile con questa attività che potrebbe rappresentare una positiva differenziazione rispetto al tradizionale settore ricettivo alberghiero. Quest ipotesi potrebbe rappresentare la possibilità (insieme agli altri interventi di riqualificazione territoriale), di aumentare il valore aggiunto territoriale, cioè il valore in più che si ottiene perché il progetto mobilita le potenzialità offerte da quel territorio. Si potrebbe realizzare dal punto di vista dei turisti un territorio da immettere sul mercato turistico come potenziale concorrente della costa e Saludecio verrebbe vissuto come un esperienza di qualità che soddisferà la domanda odierna di turismo culturale, ecoturismo; per gli stessi residenti costituisce un occasione per ritrovare l identità perduta di questi luoghi, riscoprendo aree dimenticate a causa dell irrompente turismo di massa. Ci piace ricordare che negli ultimi tre anni le visite ai borghi malatestiani sono quasi raddoppiate, e questo grazie soprattutto agli interventi di riqualificazione attuati e in atto. Definire le caratteristiche del turista che risponde a questa offerta è stato l obiettivo di un indagine effettuata nel 2001 su coloro che si sono recati a Saludecio e si sono rivolti agli uffici turistici. Il questionario somministrato articolato in due parte, analizza nella prima parte la nazionalità del turista, nella seconda il tipo di richiesta da parte del soggetto (informazioni sugli alloggi, sui trasporti, sulle tariffe, sulla città sull entroterra, sulla gastronomia e sulle escursioni possibili) e se le informazioni erano chieste da parte di un gruppo o da singoli turisti. La maggior parte dei turisti che si sono rivolti all ufficio IAT erano italiani (+ del 50%), francesi, tedeschi, inglesi, spagnoli, altro ( in ordine decrescente, ma non esistono dati percentuali precisi). Per quanto riguarda il tipo di richieste, un elevato numero di turisti chiedeva informazioni su Saludecio, ma anche su tutto l entroterra riminese. Presso l ufficio IAT erano disponibili i materiali informativi e i turisti hanno mostrato molto interesse per quelli riguardanti la Signoria dei Malatesta e quelli sull arte sacra, questi ultimi richiesti soprattutto dagli anziani; particolare interesse suscita l evento estivo dell 800 Festival, che attira molti turisti (Fig.2). Si tratta di un turismi integrato con quello costiero; il target di riferimento riguarda le famiglie, gli anziani, per un età media del turista compresa tra i 25 e i 40 anni. Un indagine promossa dal team geografico, sulla base di un campione di 32 unità residenti nel Comune d Saludecio ha cercato di capire quale impatto possa provocare un attività nella comunità e nel luogo stesso. Il questionario, strutturato in tre parti, è articolato da domande a risposta multipla, e in alcuni casi le risposte sono suddivise in tre gradi d importanza (Molto, poco, per niente). Nella prima parte s individuano le caratteristiche generali dell intervistato: l età, il sesso, la professione e il titolo di studio. La seconda parte è finalizzata ad individuare come i residenti intendono il turismo in generale e quanto sono coinvolti dal fenomeno turistico del loro territorio. Infine, la terza parte è volta a capire quali sono, secondo gli intervistati, le iniziative da attuare e quali comportamenti assumere nei confronti dei turisti. Dall analisi dei dati l età media degli intervistati è risultata essere pari a 38 anni. Il 37,5% degli intervistati è di sesso maschile e il 62,5% di sesso femminile. Il 18,8% è occupato nel settore privato, il 15,6% in attività ricettive, in attività commerciali e in altre (casalinghe, studenti) per la stessa percentuale. Quando è stato chiesto di definire il turismo in generale, il dato che ne è risultato è piuttosto interessante. Infatti, il 50% delle unità con un età compresa tra 10

i 15 e i 24 anni, pensa al turismo come affollamento, divertimento e occasione di guadagno solo per alcuni operatori, il 33,3% pensa che sia affollamento e occasione di guadagno solo per alcuni operatori. Il 50% delle unità con età compresa tra i 25 e i 44 anni ha un idea di turismo in generale come affollamento, occasione di guadagno per tutti e nuove conoscenze e arricchimento culturale, il 20% come divertimento e occasione di guadagno per tutti. Secondo il 36,4% delle unità con età compresa tra i 45 e i 64 anni turismo significa divertimento, occasione di guadagno per tutti e nuove conoscenze e arricchimento culturale, il 18,2% pensa che sia divertimento, occasione di guadagno per tutti e anche inquinamento. Alla domanda Come vi ha coinvolto il turismo il 40,6%, anche se non partecipa attivamente alle attività di settore, si sente coinvolto dal fenomeno turistico in quanto ha contatti con i turisti. Il 78,1% si sente coinvolto e il 65,5% ritiene che il turista rappresenti un vantaggio; per il 34,4% è indifferente e per nessuna unità rappresenta un fastidio. Altro dato interessante è che il 65,5% ritiene che si dovrebbe agevolare la nascita di nuove attività legate al turismo, per il 25% si dovrebbero attivare interventi di produzione turistica e secondo il 9,4% si dovrebbe regolare il flusso turistico per dimensioni e qualità. Nessuna unità campionata ritiene di dover impedire il flusso turistico nella zona. Secondo il 53,1% sarebbe necessario prepararsi meglio per erogare un servizio adeguato alla richiesta. Il 25% pensa che si dovrebbe essere più gentili con i turisti, perciò ritorna il tema dell ospitalità. I dati ottenuti hanno fatto meglio comprendere come il turismo influisca nello stile di vita dei residenti nel Comune di Saludecio, ma soprattutto le diverse idee di turismo. Quando è stato chiesto di definire il turismo in generale, le opzioni scelte dalle unità campionate sono state interessanti, ma spesso alquanto contraddittorie: il 67,3% ha un idea di turismo come affollamento, ma allo stesso tempo occasione di guadagno per tutti e nuove conoscenze e arricchimento culturale. Invece, alla domanda Cosa offre Saludecio al turista, il 50% ritiene che il Comune offra poco rispetto alle potenzialità anche per via di una scarsa offerta ricettiva, il 31,3% ritiene che considerando le dimensioni del Comune, esso offra abbastanza al turista. Dai dati risulta quindi, il desiderio, da parte delle unità intervistate tutte residenti a Saludecio, di una maggiore valorizzazione del territorio comunale, ritenuto essere in possesso di quelle caratteristiche storiche, artistiche e paesaggistiche per rendersi visibile e, perché no, rendersi turisticamente autonomo rispetto alla Costa. Saludecio appartiene già al club delle Città d Identità grazie al Progetto Res Tipica, perciò il Comune e la Provincia hanno iniziato a promuovere il territorio attraverso le risorse artistiche, culturali e le stesse tradizioni locali, quest ultime considerate come veri e propri beni culturali. 5. CONCLUSIONI Le brevi riflessioni presentati sulla base del lavoro sul terreno confermano che ambiente e risorse naturali siano da valutare come beni collettivi, da valorizzare e rispettare sia dal punto sociale che economico attraverso una gestione consapevole con un approccio transdisciplinare. Dalla consapevolezza che l ambiente, il paesaggio sono beni collettivi che devono essere salvaguardati, è nato l ARSPAT, che coinvolge molteplici discipline: dall Ingegneria all Ecologia, dall Architettura alla Sociologia, dalla Geografia alla Storia e alle Scienze turistiche. L Associazione sta portando avanti un Progetto di Conservazione e Restauro del Territorio a Saludecio in un ottica di sviluppo sostenibile anche attraverso una serie originale di dati raccolti nella prima fase del 11

lavoro svolto nel Comune di Saludecio e nella Provincia di Rimini, dati che serviranno al gruppo di lavoro nella fase successiva per effettuare l analisi delle fragilità, delle criticità e della vulnerabilità delle risorse presenti sul territorio e del sistema turistico locale per definire o cercare di definire un modello innovativo per la ricostruzione e la valorizzazione dei sistemi locali territoriali e dei loro paesaggi. Bibliografia F.DALLARI, Turismo tra cultura ed economia, S.CREMONINI (a cura), Romanità della pianura. L'ipotesi archeologica a San Pietro in Casale come coscienza storica per una nuova gestione del territorio, Bologna, 1991, pp 411-427. F.DALLARI, I beni culturali come strategia territoriale. Un nuovo progetto geografico, in Geotema, 1994, n.4, " Geografia e Beni Culturali", pp.89-96. F.DALLARI, 1996, Centro storico tra recupero ambientale e pianificazione del territorio. Materiali per una riflessione geografia, in C.Cencini (a cura), Emilia Romagna. Una regione di transizione, Bologna, Patron, pp.215-245. F.DALLARI, Sviluppo e ricomposizione territoriale: sistemi locali e turismo, in A.SAVELLI (a cura), Turismo, territorio, identità. Ricerche ed esperienze nell area mediterranea, Milano 2004, pp. 285-306. F.DALLARI, S. GRANDI (a cura di), Economia e geografia del turismo. L occasione dei GIS, Bologna 2005. B.DEBARBIEUX, S.LARDON, Les figures du projet territorial, Collection «la Bibliothéque des territoires», Paris 2004. R.LECLERC, Y.PARIS, S.WACHTER, Ler régions au futur, Paris 1996. A.MAGNAGHI, Il progetto locale, Torino 2000. Fig. 1.Scorcio di Saludecio 12

Fig.2. 800 Festival a Saludecio. Il manifesto della xv edizione del 1997. 13