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Transcript:

I mercati esteri e il futuro della calzetteria italiana L industria della calzetteria italiana: opportunità di crescita sui mercati esteri Giovanni Foresti Direzione Studi e Ricerche Guidizzolo, 25 novembre 2014

Agenda 1 Lo scenario macroeconomico 2 Calzetteria: quali opportunità di crescita sui mercati esteri? 3 Il nodo delle strategie di internazionalizzazione 1

Lo scenario per il 2015 Crescita mondiale moderata. Diverse aree di crisi (Ucraina, Siria-Iraq tra le altre) influenzano negativamente il clima di fiducia. Deleveraging privato e accresciuto debito pubblico incidono sulle prospettive medie di crescita, che non torneranno facilmente ai livelli pre-crisi. Assenza di pressioni al rialzo sui prezzi, a causa di contenuti livelli della domanda, persistente eccesso di capacità produttiva e debolezza mercato delle materie prime. Stati Uniti ancora trainanti, con tassi di crescita del PIL intorno al 3%. Crescita dell Eurozona in miglioramento, grazie a condizioni finanziarie accomodanti, minore restrizione fiscale e cambio più debole. Il cambio euro/dollaro potrebbe segnare i minimi nella fascia 1,20-1,25. 2

Crescita globale moderata 2010 2011 2012 2013 2014P 2015P Stati Uniti 2.5 1.6 2.3 2.2 2.2 3.2 Giappone 4.7-0.4 1.5 1.5 0.3 0.6 Area euro 1.9 1.6-0.6-0.4 0.7 1.0 - Germania 3.8 3.6 0.4 0.1 1.3 1.5 - Francia 1.9 2.1 0.4 0.4 0.4 0.7 - Italia 1.7 0.6-2.4-1.8-0.2 0.6 - Spagna -0.2 0.0-1.6-1.2 1.3 1.7 OPEC 2.9 2.4 2.2 2.7 2.3 4.7 Europa Orientale 3.7 4.0 2.4 1.7 2.2 3.1 Russia 4.1 4.3 3.5 1.3 0.3 0.6 America Latina 2.9 2.4 2.2 2.7 1.3 2.3 Cina 10.4 9.3 7.7 7.7 7.3 7.1 India 3.8 7.5 4.4 4.7 4.8 5.3 Crescita mondiale 5.2 3.9 3.5 3.2 3.1 3.7 Fonte: EIU e Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 3

Stati Uniti di nuovo in corsa La ripresa appare solida e sostenuta dalla domanda domestica. Aumento mensile degli occupati non agricoli in media pari a 228 mila nel 2014. Tasso di disoccupazione al 5,8%. Investimenti in crescita e tasso di disoccupazione in flessione Fonte: Thomson Reuters-Datastream Fonte: Thomson Reuters-Datastream U6=tasso di disoccupazione che include individui scoraggiati, marginalmente attaccati alla forza lavoro e occupati part-time per motivi economici. 4

Area euro: crescita rallentata Crescita stimata allo 0,7% nel 2014 e 1,0% nel 2015. Ampia dispersione nelle performance di crescita. Germania in testa (1,5%) insieme a Spagna (1,7%) che beneficia delle riforme degli ultimi due anni. Francia e Italia al di sotto della media dell area (0,7% e 0,6%). Politica fiscale moderatamente restrittiva. Il perdurare delle tensioni geopolitiche in Est Europa resta fonte di incertezza. Investimenti delle imprese ai minimi storici rispetto al PIL. Rischi per l inflazione ancora verso il basso, soprattutto nei paesi periferici. 5

L Italia ha perso 15 anni di crescita persino rispetto al Giappone PIL a prezzi costanti, livello relativo (1998T4=100) Italia Giappone Fonte: Intesa Sanpaolo su dati IMF, via Thomson Reuters Datastream 6

Consumi in lento recupero. Lontani i livelli pre-crisi Il reddito disponibile è in calo pressoché costante dal 2008. La ripresa attesa non sarà sufficiente a riportare i consumi pro-capite ai livelli precedenti la crisi. Consumi pro-capite (euro a prezzi 2005) Abbigliamento e calzature: nel 2014-18% rispetto al 1992 (a prezzi costanti). Fonte: Istat, Eurostat e stime/previsioni Intesa Sanpaolo 7

Aumenta il peso delle spese obbligate Anche a causa del maggiore incremento dei prezzi, la quota di spesa destinata a spese obbligate (affitti, luce, gas, trasporti) è cresciuta molto, riducendo le effettive possibilità di scelta dei consumatori. 60 50 40 30 20 10 0 32,3 1992 2015 40,9 Spese obbligate e affitti imputati Quota % di spesa 51,4 Fonte: Ufficio Studi Confcommercio 38,9 Beni comm. 20,2 16,3 Servizi comm. 15,0 14,5 14,0 13,5 13,0 12,5 12,0 11,5 11,0 10,5 Indice di possibilità effettive di scelta (reddito disponibile meno spese obbligate per abitante, migliaia di euro a prezzi 2014) 10,0 1992 1995 1998 2001 2004 2007 2010 2013 8

Dall euro debole una spinta alla crescita Se permanente, un deprezzamento del cambio EUR/USD pari al 10% esercita, dopo un anno, un impatto del 2,4% sull export e dell 1,1% sul PIL. Export e tasso di cambio effettivo nominale (variazioni annue) Fonte: Istat, Markit, BIS, elaborazioni Intesa Sanpaolo 9

Agenda 1 Lo scenario macroeconomico 2 Calzetteria: quali opportunità di crescita sui mercati esteri? 3 Il nodo delle strategie di internazionalizzazione 10

Calzetteria: sempre più orientati all estero 70 Propensione all export nella calzetteria femminile 65 61,7 62,6 63,5 64,0 63,2 62,8 62,6 63,2 63,6 64,0 64,3 60 59,5 56,9 55 50 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Nota: dal 2012 stime e previsioni. Fonte: SMI (Osservatorio Calzetteria Femminile) e Intesa Sanpaolo-Prometeia 11

I mercati a più alto potenziale di crescita per la calzetteria femminile Calzetteria femminile: destinazioni a più alto potenziale al 2018 e quote di mercato dell Italia Alto potenziale degli Stati Uniti, ma devono essere adottate mirate politiche commerciali. In Russia si prevedono un ritorno alla normalità dei rapporti commerciali e un cambiamento delle politiche strategiche e commerciali delle nostre aziende. Mercato cinese in crescita ma con un ruolo ancora contenuto (import 2018 previste pari a meno di 30 milioni di euro). Potenziale: aumento import al 2018 in % aumento import mondiale al 2018. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati BACI e EIU 12

e per i collant < 60 DEN Collant < 60 DEN : destinazioni a più alto potenziale al 2018 e quote di mercato dell Italia 75 Svezia Quota di mercato dell'italia, 2012 60 45 30 15 0 Cile El Salvador Turchia Svizzera Cina Francia Australia Giappone Germania Regno Unito 0 3 6 9 12 15 18 21 Potenziale al 2018 (0-100) Usa Russia Potenziale: aumento import al 2018 in % aumento import mondiale al 2018. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati BACI e EIU 13

Cresce la concorrenza cinese nella calzetteria maschile 40 Calzetteria maschile: quote di mercato dei principali competitor internazionali (%) 2007 30 2012 20 10 0 Cina Turchia Pakistan El Salvador Honduras Italia Germania Paesi di delocalizzazione: Serbia, Croazia, Slovacchia, Romania, Slovenia, Albania. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Unctad 14

e in quella femminile 50 40 30 Calzetteria femminile: quote di mercato dei principali competitor internazionali (%) Paesi di delocalizzazione 2007: 10,6% 2012: 10,2% 2007 2012 20 10 0 Cina Italia Turchia Serbia Germania Croazia Bielorussia Polonia Paesi di delocalizzazione: Serbia, Croazia, Slovacchia, Romania, Slovenia, Albania. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Unctad 15

in tutti i comparti Calzetteria femminile: quote di mercato dei principali competitor internazionali (%) 40 30 36,0 Collant < 60 DEN 29,4 2007 2012 50 40 Collant > 60 DEN 2007 2012 20 18,4 17,8 21,5 30 11,1 20 10 10 0 50 40 30 Italia Cina Paesi di delocalizzazione Collant fibre naturali 2007 2012 0 60 45 Cina Italia Paesi di delocalizzazione Gambaletti 2007 2012 20 30 10 15 0 Cina Turchia Italia Paesi di delocalizzaz. 0 Cina Italia Turchia Paesi di delocalizz. 16 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Unctad

e, in particolare, nelle fasce di prezzo bassa e media Calzetteria femminile: quote di mercato della Cina per fasce di prezzo (%) 75 2004 60 2012 45 30 15 0 Bassa Media Alta Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati BACI 17

L Italia perde quote in gran parte dei principali sbocchi mondiali nella calzetteria femminile Calzetteria femminile: quote di mercato a confronto nei principali mercati di sbocco mondiale (%) Esportatori Italia Cina Paesi di delocalizzazione diff. 2012 - diff. 2012 - diff. 2012 - Importatori 2012 2008 2012 2008 2012 2008 Stati Uniti 1,6-1,2 70,0 20,5 0,1 0,0 Giappone 0,4-1,0 88,5-1,9 0,0 0,0 Russia 15,1-39,6 30,9 5,1 26,8 19,5 Germania 19,2-4,6 20,1 4,8 20,0 2,7 Regno Unito 24,9-5,8 29,3 4,5 1,4 0,5 Francia 43,0-3,9 10,2 2,6 19,8 2,1 Spagna 52,9-5,3 17,7 5,4 0,6 0,6 Canada 4,6-0,8 65,0 11,0 1,2 0,3 Austria 22,3-8,5 9,5 1,5 31,7 20,6 Svizzera 32,9-1,6 6,9 4,2 8,2 5,2 Australia 8,0-3,7 74,3 11,5 0,1 0,0 Svezia 45,0-8,5 8,4 3,9 2,0 0,5 In Russia balzo delle quote della Bielorussia (14,7%; nascita di due aziende in Bielorussia di proprietà di un ex-importatore russo di due aziende del distretto). Paesi di delocalizzazione o transito: Serbia, Croazia, Slovacchia, Romania, Slovenia, Albania, Lituania. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Unctad 18

e nei collant < 60 DEN Collant < 60 DEN: quote di mercato a confronto nei principali mercati di sbocco mondiale (%) Esportatori Italia Cina Paesi di delocalizzazione diff. 2012- diff. 2012- diff. 2012- Importatori 2012 2008 2012 2008 2012 2008 Russia 19,3-49,5 20,3 7,0 36,1 27,0 Stati Uniti 4,2-2,8 37,4 5,6 0,4 0,3 Germania 26,5-5,9 1,9 0,4 34,8 8,7 Francia 52,7-1,4 2,0-0,1 29,1 12,3 Regno Unito 50,3 2,8 9,4 3,0 3,2 2,7 Giappone 1,1-2,6 96,5 3,6 0,0 0,0 Spagna 76,9-7,1 5,9 5,1 1,5 1,4 Svizzera 43,3 1,0 1,7 1,4 10,9 7,8 Austria 42,4-1,1 1,4 0,1 14,8-2,8 Svezia 74,8 8,3 1,9 1,7 0,1-0,7 Paesi di delocalizzazione o transito: Serbia, Croazia, Slovacchia, Romania, Slovenia, Albania, Lituania. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Unctad 19

Le risposte italiane: riposizionamento qualitativo Calzetteria femminile italiana: composizione e quote di mercato per fasce di prezzo/qualità (%) Composizione % Quote di mercato (%) 70 60 50 2004 2012 40 30 2004 2012 Nel 2012 quota di mercato alta qualità al 48,4% per i collant < 60 den (19,3% nel 2004) 40 20 30 20 10 10 0 Bassa Media Alta 0 Bassa Media Alta Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati BACI 20

e crescente internazionalizzazione Calzetteria femminile italiana: import in % export 30 29,6 28 28,4 28,6 27,9 COLLANT > 60 DEN 26,4 COLLANT < 60 DEN 26 24 24,2 GAMBALETTI 22 COLLANT FIBRE NATURALI 20 2008 2009 2010 2011 2012 2013 0 10 20 30 40 2013 2008 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat 21

Agenda 1 Lo scenario macroeconomico 2 Calzetteria: quali opportunità di crescita sui mercati esteri? 3 Il nodo delle strategie di internazionalizzazione 22

Le difficoltà delle imprese del sistema moda Abbigliamento, calzetteria e maglieria (valori mediani) Variazione % del fatturato tra il 2008 e il 2013 EBIT margin -2,4 Abbigliamento sportivo Abbigliamento sportivo -11,7 Maglieria Maglieria -14,7-16,9 Abbigliamento esterno Calzetteria Calzetteria Abbigliamento esterno -28,3 Camice, T-shirt e intimo Camice, T-shirt e intimo -40-30 -20-10 0 0 2 4 6 8 2013 2008 Note: elaborazioni su 527 imprese di abbigliamento esterno, 170 imprese che producono T-shirts e intimo, 81 imprese di abbigliamento sportivo, 128 imprese di calzetteria, 394 imprese di maglieria. Imprese con almeno 750.000 euro nel 2008 e più di 100.000 euro nel 2013. Fonte: ISID (Intesa Sanpaolo Integrated Database) 23

e l alta variabilità delle performance Abbigliamento, calzetteria e maglieria (1 e 9 decile della distribuzione; 1 decile: imprese peggiori; 9 decile: imprese migliori) Variazione % del fatturato tra il 2008 e il 2013 EBIT margin, 2013 Abbigliamento sportivo -44,4 103,2 Camice, T-shirt e intimo -22,0 10,1 Maglieria -55,5 87,9 Abbigliamento esterno -18,5 12,2 Abbigliamento esterno -62,5 74,0 Abbigliamento sportivo -7,5 15,9 Calzetteria -52,9 36,9 Calzetteria -10,4 12,5 Camice, T-shirt e intimo -63,7 24,3 Maglieria -8,6 12,7-100 -50 0 50 100 150 9 decile 1 decile -30-20 -10 0 10 20 9 decile 1 decile Note: elaborazioni Fonte: ISID (Intesa Sanpaolo Integrated Database) 24

Miglior posizionamento competitivo per chi esporta Diffusione delle strategie non-price tra le imprese della calzetteria, dell abbigliamento e della maglieria (in % imprese) Calzetteria Abbigliamento e maglieria % imprese con marchi registrati a livello internazionale 8,2 38,8 % imprese con marchi registrati a livello internazionale 14,1 37,7 % imprese con partecipate estere 0,0 29,9 % imprese con partecipate estere 0,0 25,4 % imprese con brevetti 4,9 9,0 % imprese con brevetti 0,8 3,4 0 10 20 30 40 50 Imprese che non esportano Imprese che esportano 0 10 20 30 40 50 Imprese che non esportano Imprese che esportano Nota: attività di export per il 52% delle imprese di calzetteria e per il 45% delle imprese di abbigliamento e maglieria. Fonte: Intesa Sanpaolo su dati ISID (Intesa Sanpaolo Integrated Database) 25

Più redditività per chi innova ed esporta Calzetteria: EBIT margin 2013 (valori mediani) Differenza Imprese senza marchi registrati a livello internazionali Imprese con marchi registrati a livello internazionale 3,7 4,7 1,0 Imprese che non brevettano Imprese che brevettano 3,9 4,6 0,7 Imprese che non esportano 3,6 0,4 Imprese che esportano 4,0 2 3 4 5 6 Fonte: Intesa Sanpaolo su dati ISID (Intesa Sanpaolo Integrated Database) 26

Tra le piccole imprese meno diffuse le strategie non-price Calzetteria: imprese che adottano strategie non-price per classe dimensionale (in % imprese) 100 90 80 Micro imprese Piccole imprese Medio-grandi imprese 89,7 70 60 50 51,7 62,1 50,0 40 30 20 17,2 19,1 22,6 10 0 3,2 4,4 5,9 3,2 % imprese con brevetti % imprese con partecipate estere 0,0 % imprese con marchi registrati a livello internazionale % imprese che esportano Nota: Micro imprese: da 750mila a 2 milioni di euro di fatturato nel 2008; Piccole imprese: da 2 a 10 milioni di euro di fatturato nel 2008; Medio-grandi imprese: almeno 10 milioni di euro di fatturato nel 2008. Imprese con almeno 750.000 euro nel 2008 e più di 100.000 euro nel 2013. Fonte: ISID (Intesa Sanpaolo Integrated Database) 27

Le difficoltà sul piano strategico si riflettono nei risultati complessivi Calzetteria: EBITDA margin Imprese peggiori (1 quartile) Imprese migliori (3 quartile) 7 6 5 4 2008 2013 4,4 5,9 4,4 15 12 9 2008 2013 8,3 8,3 10,6 10,2 11,3 9,3 3 2,8 2,5 6 2 1 1,4 3 0 Micro imprese Piccole imprese Medio-grandi imprese 0 Micro imprese Piccole imprese Medio-grandi imprese Differenza tra migliori e peggiori 5,5 6,8 6,2 7,7 5,4 4,9 31 Micro imprese: fatturato 2008 da 750 mila a 2 milioni di euro; 68 Piccole imprese: fatturato 2008 da 2 a 10 milioni di euro; 29 Medie e grandi imprese: fatturato 2008 oltre i 10 milioni di euro Fonte: Intesa Sanpaolo da database ISID dati a 202 imprese di calzetteria 28

La via delle reti di impresa Imprese in rete al 1 ottobre 2014 per settore Settori Numero % Elevata differenziazione produttiva 6 imprese della calzetteria coinvolte in 4 reti di impresa Agro-alimentare 885 10,0 Agricoltura 539 6,1 Alimentare 288 3,2 Bevande 53 0,6 Industria in senso stretto, di cui: 2.625 29,5 Prodotti in metallo 561 6,3 Sistema moda 387 4,4 Meccanica 341 3,8 Intermedi 316 3,5 Mobili 165 1,9 Elettrotecnica 147 1,7 Elettronica 124 1,4 Prod. e mat. da costruzione 110 1,2 Utilities 91 1,0 Mezzi di trasporto 77 0,8 Costruzioni e immobiliare 1.423 16,0 Costruzioni 961 10,8 Studi di architettura e ingegneria 243 2,7 Servizi per edifici 124 1,4 Immobiliare 95 1,1 Servizi, di cui: 3.962 44,5 Servizi professionali (a) 1.005 11,3 Turismo 672 7,6 ICT (b) 624 7,0 Commercio all'ingrosso 587 6,6 Commercio al dettaglio 319 3,6 Trasporti e logistica 246 2,8 Sanità e assistenza 206 2,3 Istruzione 106 1,2 il 55% delle reti di impresa ha al proprio interno imprese specializzate in un diverso macrosettore (agroalimentare, industria in senso stretto, costruzioni e servizi). l 84% delle Reti ha al proprio interno imprese specializzate in diversi comparti produttivi. Ad esempio, nel sistema moda. 110 reti nel sistema moda. Di queste solo 22 sono specializzate nello stesso microsettore e 10 nella filiera della moda. In 37 reti sono presenti anche imprese del commercio; in 35 imprese specializzate in servizi professionali; in 15 imprese di ICT. (a) Attività legali e di contabilità, attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale, R&S, pubblicità e ricerche di mercato, attività di noleggio e leasing. (b) Produzione software e consulenza informatica, servizi informatici, telecomunicazioni ed editoria. Nota: per 235 imprese non è disponibile il dato sulla specializzazione settoriale. Fonte: Intesa Sanpaolo su dati Infocamere 29

Alta stabilità nei rapporti di filiera Quota % di imprese capofila che giudica alta la stabilità del rapporto con i subfornitori e/o i terzisti per tipologia di subfornitura e per settore Nei prossimi anni pensa di ridurre il suo ricorso alla subfornitura locale? (in % imprese capofila) Calzetteria Subfornitori/terzisti stranieri nel distretto 12,5 3,2 Sistema moda Sì anche per le produzioni a più alto valore aggiunto 6,3 28,6 Subfornitori/terzisti esteri 0,0 15,9 Subfornitori locali premiati da flessibilità produttiva e qualità prodotti ma penalizzati da alti costi Sì, ma solo per le produzioni a più basso valore aggiunto Sì, ma solo per le produzioni realizzate negli impianti produttivi esteri 0,0 11,1 0,0 7,9 Calzetteria Sistema moda Subfornitori/terzisti italiani nella provincia e/o nel distretto 62,5 58,7 No, perché ci sarebbero problemi di qualità, affidabilità, time to market No, verrà riportata in Italia parte della produzione esternalizzata che ha avuto problemi di qualità e affidabilità 14,3 14,3 57,1 60,3 0 25 50 75 0 15 30 45 60 75 Nota: elaborazioni sulle risposte di 71 imprese capofila dei distretti del Sistema Moda; di queste 8 appartengono al distretto della calzetteria di Castel Goffredo intervistate nella primavera del 2014. Fonte: Intesa Sanpaolo. 30

ma nel territorio esiste un problema di ricambio generazionale Una quota non trascurabile di imprese capofila ritiene che sia a rischio il vantaggio di produrre all interno del distretto Quota % capofila che ritiene esistano problemi di nascita di nuove imprese nel distretto Quota % capofila che ritiene esistano problemi gravi di rinnovo competenze professionali nel distretto No Calzetteria Sistema moda Calzetteria 75,0 Sì, ma lieve Sì, abbastanza grave Sistema moda 68,5 Sì, molto grave 60 65 70 75 80 85 0 25 50 75 100 Nota: elaborazioni sulle risposte di 71 imprese capofila dei distretti del Sistema Moda; di queste 8 appartengono al distretto della calzetteria di Castel Goffredo intervistate nella primavera del 2014. Fonte: Intesa Sanpaolo. 31

In sintesi L economia mondiale crescerà a ritmi modesti, risultato di dinamiche locali divergenti; la presenza di diverse aree di crisi potrà incidere negativamente sul clima di fiducia. In Italia il sostegno principale alla crescita proverrà, ancora una volta, dall export, favorito anche dall euro debole. I consumi sono attesi in graduale miglioramento, ancora vincolati dalle difficoltà congiunturali del reddito disponibile delle famiglie. In questo contesto le maggiori opportunità di crescita per le imprese della calzetteria saranno presenti sui mercati esteri. Le imprese italiane devono migliorare la capacità di radicamento, anche per contrastare la perdita di quote di mercato. Andare all estero richiede strategie complesse e un accurata preparazione: dimensioni appropriate e partner complementari sono condizioni indispensabili. Le prospettive del settore dipendono anche dalla capacità di rinnovare il patrimonio di competenze presente nel territorio. 32