Responsabilità degli amministratori in ambito penale art Codice Civile e seguenti - leggi speciali -

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REATI PENALI SPECIFICI PER LE SOCIETA QUOTATE IN BORSA Responsabilità degli amministratori in ambito penale art. 2621 Codice Civile e seguenti - leggi speciali - a cura di Patrizia Goffi Hanno per il contribuito Comitato Pari Opportunità dell ODCEC di Torino Comitato Pari Opportunità Gruppo di Lavoro L. 120/2011

CENNI INTRODUTTIVI I reati societari: reati commessi, con violazione dei doveri od abuso dei poteri stabiliti dalla legge, da persone che esercitano funzioni di particolare importanza in seno alle società. Norma di riferimento Cod. Civile Titolo XI del libro V art. 2621 e seguenti.

Primo capo del Titolo XI - FALSITA Questa rubrica comprende i reati di false comunicazioni sociali per i quali è prevista un ipotesi contravvenzionale art. 2621, accanto a due ipotesi delittuose art. 2622 e altri reati di falso artt. 2623, 2625. Secondo capo del Titolo XI ILLECITI COMMESSI DAGLI AMMINISTRATORI Sotto questo titolo compaiono i reati di indebita restituzione dei conferimenti (art.2626), illegale ripartizione degli utili e delle riserve (art.2627), illecite operazioni sulle azioni o quote sociali o della società controllante (art.2628), operazioni in pregiudizio ai creditori (art.2629).

Terzo capo del Titolo XI ILLECITI COMMESSI MEDIANTE OMISSIONE In questa rubrica sono inseriti gli illeciti amministrativi di omessa esecuzione di denunce, comunicazioni o depositi e di omessa convocazione dell assemblea (art. 2630 e 2631). Quarto capo del Titolo XI ALTRI ILLECITI Questo capitolo contempla la formazione fittizia del capitale (art.2632), l indebita ripartizione dei beni sociali da parte dei liquidatori (art.2633), l infedeltà patrimoniale (art.2634), l infedeltà a seguito di dazione o promessa di utilità (art. 2635), l illecita influenza sull assemblea (art.2636), l aggiotaggio (art.2637), l ostacolato esercizio delle funzioni di vigilianza (art.2638).

Nello stesso capo è affermato il principio della responsabilità dei soggetti c.d. di fatto (art.2639 1 comma), alla quale è equiparata quella di coloro che siano legalmente incaricati di amministrare la società o i beni da essa posseduti o gestiti per conto di terzi (art. 2639 2 comma). L art. 2640 prevede una circostanza attenuante nel caso di offese di particolare tenuità e l art. 2641 disciplina la confisca del prodotto o del profitto del reato e dei beni utilizzati per commetterlo.

NELL AMBITO DEGLI ILLECITI PENALI SOCIETARI RIENTRANO I REATI COLLEGIALI Responsabilità CDA Sempre personale (art.110 Cod. Pen.)

GRADUAZIONE DELLA PENA In relazione al ruolo concretamente rivestito Si distinguono infatti le posizioni di chi abbia svolto un ruolo promotore o direttivo nel reato rispetto a quelle di chi abbia invece svolto un ruolo secondario o addirittura marginale. Possono pertanto emergere Circostanze aggravanti Circostanze attenuanti

REGOLA GENERALE VAGLIARE LA POSIZIONE DEL SOGGETTO ELEMENTO OGGETTIVO Soggetto Attivo ELEMENTO SOGGETTIVO Soggetto Attivo che contribuisce casualmente al reato che commette l illecito con dolo o colpa

LA DELEGA DELLE RESPONSABILITA PENALI E un istituto civilistico che consente di attribuire poteri e/o mansioni dal delegante al delegato e, entro limiti ristretti, esercita i suoi effetti anche in materia penale, consentendo in qualche misura di modificare la ripartizione delle responsabilità penali. Ciò non significa che tramite una delega sia sempre possibile trasferire in toto le responsabilità penali su un delegato, in quanto le norme penali si basano su principi molto rigidi quali:

DETERMINATEZZA STRETTA LEGALITÀ Tuttavia, per determinati reati e con determinati limiti, la delega può consentire di attenuare la responsabilità penale del delegante.

L efficacia della delega in campo penale si manifesta nel senso di concentrare il dovere di adempimento dell obbligo in capo al delegato. L attività di vigilanza è un compito dei deleganti affinché tale obbligo venga adempiuto e, qualora nel corso della loro attività di vigilanza i deleganti ravvisino delle irregolarità nell operato del delegato, a norma dell art.40 Cod. Pen. sono tenuti ad attivarsi per impedire l evento illecito.

La responsabilità penale dei deleganti si ravvisa soltanto quando viene violato l obbligo giuridico. Quindi non se il delegante ha diligentemente esercitato la vigilanza sull attività svolta dal delegato e se non è venuto a conoscenza di un comportamento illecito di quest ultimo.

L Amministratore subentrante L ex amministratore rimane responsabile, verso la società ed i terzi, civilmente e penalmente, per gli atti compiuti fino all ultimo giorno di permanenza nella carica. Questa responsabilità cessa decorsi 5 anni dalla cessazione della carica (o come sostiene parte della dottrina, dal giorno in cui si è verificato il danno). L approvazione del bilancio, ai sensi dell art. 2476 c.c., non comporta alcuna «liberatoria» da parte dei soci verso gli amministratori che quel bilancio hanno redatto e presentato. L amministratore subentrante ha tuttavia il preciso compito di richiedere ed apprendere materialmente tutto

quanto riguarda i documenti ed i libri contabili e sociali, i contratti, la documentazione degli affari in corso ed in generale tutta la documentazione che riguarda la società. Se questo non avviene con la massima diligenza, anche il nuovo amministratore sarà responsabile per eventuali mancanze, insieme a chi l ha preceduto. Sempre che da tali mancanze scaturisca un danno effettivo alla società.

MODELLI SOCIETARI La responsabilità degli amministratori di SPA Il nuovo orientamento giurisprudenziale si fonda su una lettura diretta a valorizzare l ultima parte del primo comma dell art. 2392 c.c., secondo il quale «gli amministratori devono adempiere i doveri ad essi imposti dalla legge e dallo statuto con la diligenza richiesta dalla natura dell incarico e dalle loro specifiche competenze». Nell ultimo anno la Corte di cassazione ha per la prima volta evidenziato che il sistema della responsabilità degli amministratori di società per azioni delineato dal codice civile dopo la riforma del 2003 si sviluppa su un doppio

binario: non più solo la violazione degli obblighi che hanno un contenuto specifico, già delineato dalla legge e dallo statuto, ma anche l inadempimento all obbligo generale di amministrare con diligenza.pertanto qualsiasi scelta di gestione, anche discrezionale e quindi insindacabile nel merito, può essere fonte di responsabilità degli amministratori se questi la abbiano compiuta senza adottare le opportune misure e cautele per evitare un pregiudizio alla società. Il principio di corretta e diligente amministrazione è dunque assunto a clausola generale di comportamento

per gli amministratori, prima espressamente contemplata soltanto per le società quotate. Il rispetto delle regole di buona gestione, tecniche e non solo giuridiche, è oggi norma di diritto comune. La professionalità di chi gestisce un impresa in forma di società per azioni, eliminando il malcostume delle cariche ricoperte solo formalmente, con disattenzione, trascuratezza e senza l osservanza delle regole e dei principi di correttezza professionale che queste impongono, sembrerebbe volutamente rafforzata dal legislatore nel nuovo art. 2392 c.c.

La grave negligenza dell amministratore ha addirittura rilievo penale: è infatti considerato reato (bancarotta semplice, art. 217 l. fall.), la condotta dell amministratore che abbia «consumato una notevole parte del suo patrimonio in operazioni di pura sorte o manifestamente imprudenti» o abbia «compiuto operazioni di grave imprudenza per ritardare il fallimento» (la più grave condotta punita dalla bancarotta fraudolenta (art. 216 l. fall.) richiede invece il dolo dell amministratore).