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FORMAZIONE AGGIORNAMENTO SCHEDA DI VALUTAZIONE SULL AVANZAMENTO DELLE AZIONI PREVISTE DAL PIANO DI AZIONE REGIONALE OBIETTIVO AZIONI REALIZZATE 1 Garantire operatori socio-sanitari e sanitari adeguati (sia in termini qualitativi che quantitativi) alle esigenze degli anziani 1.1 Attenta valutazione del fabbisogno delle diverse figure professionali e definizione della programmazione delle attività formative di base in relazione a tale fabbisogno. La valutazione del fabbisogno in ordine alle figure professionali/qualifiche avviene a diversi livelli istituzionali all interno del contesto normativo definito dalla L.R. 12/2003 in tema di istruzione e formazione. A livello regionale vengono individuate, definite e validate formalmente le qualifiche professionali e i relativi standard formativi essenziali all interno di un percorso concertativo che, per l area professionale sociale, sanitaria e socio-sanitaria, vede la partecipazione di esperti nominati dalle parti sociali e facenti parte della Commissione Regionale tripartita. Qualifiche e standard formativi costituiscono il riferimento per la programmazione dell offerta formativa provinciale e regionale (cui spetta generalmente la programmazione di azioni più ampie di sistema), per la progettazione di dettaglio degli interventi di formazione da parte degli Enti accreditati, per la formalizzazione e certificazione delle competenze ed il riconoscimento dei crediti. Sempre a livello regionale le tematiche relative alla formazione delle figure che operano nell area professionale sopracitata ed, in particolare, a contatto con la popolazione anziana, sono trattate in raccordo con gli Assessorati Sanità e Politiche Sociali - anche mediante gruppi di lavoro e in relazione alla riforma nazionale dell assistenza, nonché alla L.R. 2/2003. Sono previsti inoltre ulteriori incontri tecnici tra gli Assessorati Salute, Politiche Sociali e Formazione con le parti sindacali e datoriali. A livello di singole Amministrazioni provinciali esiste per alcune figure (per esempio l OSS e l assistente domiciliare) un ulteriore momento di concertazione con parti le datoriali e sociali in merito alla programmazione delle attività formative sia rivolte a disoccupati che ad operatori già in servizio. Inoltre, sono già attive, in alcuni territori provinciali, positive collaborazioni tra gli assessorati alla fp e alle politiche sociali. In termini strettamente quantitativi, il monitoraggio del fabbisogno formativo viene attuato mediante i dati del sistema informativo regionale (dati SIPS sugli operatori sociali e dati forniti dall Ass.to Sanità sugli operatori impiegati in ambito sanitario) raccordati con le analisi effettuate dalle Amministrazioni provinciali mediante

informazioni recepite direttamente dagli enti gestori dei servizi e dagli Enti di formazione accreditati. 1.2 Dare maggiore riconoscibilità e valore al lavoro sociale di cura ed alle professionalità che lo assicurano, anche attraverso un maggior riconoscimento di ruolo ed economico. Occorre un salto culturale che riconosca nel sistema di welfare un luogo di produzione di ricchezza e benessere sociale, come premessa per la valorizzazione del lavoro sociale. Per quanto di competenza della formazione professionale, i tentativi per dare maggiore valore al lavoro sociale di cura si esplicano sia sui piani provinciali attraverso attività formative mirate che privilegiano la formazione continua degli operatori su specifiche tematiche (vedi anche punto 2.1), il processo di riqualificazione per Operatore Socio Sanitario e la qualificazione dell assistenza domiciliare privata sia sui piani regionali, mediante azioni di sistema che coinvolgono una rete di servizi e istituzioni, rappresentanze sociali, ecc.. Si ricordano qui alcuni progetti regionali finanziati dal FSE e attualmente in fase di realizzazione, quali Madreperla2 e Qualità dei servizi di cura domiciliari e rafforzamento delle reti territoriali, nonché l I.C. Equal con i progetti Includendo, Elsa - Politiche di empowermente delle lavoratrici straniere addette alla cura. Il progetto Equal IT G2 EMI 0023 Fuori orario la cooperazione sociale per il lavoro regolare che si sta realizzando nei territori delle province di Modena e Reggio Emilia, prevede la predisposizione e realizzazione di modalità e strumenti utili per integrare servizio pubblico e privato sociale nell erogazione di servizi di cura e sollievo, in famiglie e strutture residenziali. Attraverso il concorso della coooperazione sociale attiva sul territorio nel campo dell assistenza domiciliare, si intende progettare e sperimentare azioni di sostegno della domanda e dell offerta ed azioni di qualificazione-innovazione dei servizi e di qualificazione delle lavoratrici. La risposta alle esigenze delle famiglie, verrà quindi resa maggiormente organica e potrà essere soddisfatta in modo organizzato, anche in presenza di condizioni di emergenza. 1.3 Garantire sostegni all accesso ed alla frequenza dei corsi di laurea per gli per infermieri e dei corsi di formazione di base per operatore socio-sanitario (OSS) con l obiettivo di assicurare la copertura del fabbisogno programmato. 1.4 1.5 Sviluppare rapporti strutturati con autorità di paesi stranieri per definire progetti di collaborazione per il governo congiunto di flussi migratori legati alle professioni sociali e Il Servizio regionale Politiche Europee e relazioni Internazionali ha in essere Accordi con stati o regioni o territori su ambiti di intervento generici che rappresentano la cornice di riferimento per la progettazione di interventi specifici. Occorrerebbe in tal

sanitarie (modalità riconoscimento ed equivalenza dei titoli, percorsi di eventuale formazione aggiuntiva, fase propedeutica alla conoscenza del contesto regionale, incentivi per l inserimento nella rete dei servizi di personale qualificato socio-sanitario). senso valutare la possibilità di inserirsi in tali accordi con progetti relativi alle professioni sociali e sanitarie. Attualmente, ci si sta tuttavia muovendo intorno alla tematica degli infermieri stranieri - il cui titolo non è riconosciuto dal Ministero per la Salute- alla luce di una circolare ministeriale che demanda alle regioni la valutazione di tali titoli in relazione alla figura dell OSS e sulla base di un ipotesi di accordo interregionale che a breve dovrebbe essere approvato. In attesa di definire una normativa in merito alla materia, sta prendendo forma, In collaborazione anche con il Sevizio lavoro, un progetto sperimentale - formativo e di inserimento lavorativo rivolto a circa 50 infermieri specialisti minori provenienti dall ucraina. 1.6 Promuovere in collaborazione con le Università attività di qualificazione post laurea. 2 Garantire adeguata formazione continua degli operatori socio 2.1 Assicurare la formazione continua degli operatori, al fine di metterli in grado di rispondere alle esigenze di qualificazione della rete dei servizi, anche con moduli innovativi che agevolino la frequenza e l apprendimento mirato, salvaguardando la necessità di promuovere, a partire dalla formazione, la collaborazione ed il lavoro di gruppo ed interprofessionale; Gli interventi di formazione continua sono stati piuttosto consistenti negli ultimi anni all interno delle programmazioni provinciali. Gli interventi, attuati sulla base di una ricognizione sui fabbisogni formativi del settore a livello dei singoli territori provinciali, sono rivolti agli operatori che a vari livelli operano nel contesto sociale ed istituzionale dei servizi (operatori sociali, animatori, volontari, RAA, coordinatori, educatori, infermieri, assistenti sociali, ecc.) e spesso riguardano temi trasversali alle diverse figure. Prevalentemente si tratta di azioni formative a supporto dell organizzazione e del miglioramento qualitativo dei servizi socio-sanitari, nonché di interventi formativi e di aggiornamento relativi a: lavoro di equipe ed integrazione professionale, competenze comunicative e relazione d aiuto, patologie specifiche (quali la demenza o l alzheimer o malattie psichiatriche), utilizzo delle moderne tecnologie informatiche, tecniche di animazione, piani per la salute, gestione delle risorse umane nei servizi, personalizzazione degli interventi, assistenza e sostegno alle persone in fase terminale, ecc.

2.2 Promuovere anche per gli operatori socio-sanitari e sanitari la possibilità di fruire della formazione individuale a catalogo (L.N. 236 /1997) 3 Assicurare la disponibilità di nuove professionalità utili per far fronte alle nuove e diverse esigenze della popolazione anziana e dei servizi ad essa rivolti 3.1 Promuovere a livello regionale, in collaborazione con i soggetti gestori dei servizi, le Università, gli operatori del settore della formazione professionale un attenta valutazione dei nuovi bisogni formativi attualmente non coperti per giungere, attraverso le necessarie sperimentazioni, alla definizione di iniziative capaci di dare risposta alle odierne carenze. Si rimanda per tale aspetto a quanto già descritto al precedente punto 1.1, con la specifica che rispetto a quanto già descritto sono previsti a livello regionale ulteriori incontri su temi o figure specifiche tra gli assessorati coinvolti (Sanità, Politiche Sociali, Formazione) con le parti sindacali e datoriali. 4 Promuovere la formazione e l aggiornamento dei familiari o altri caregiver informali impegnati nell assistenza o in attività di cura e sostegno rivolte all anziano, per quanto riguarda la conoscenza della rete dei servizi socio - sanitari, delle attività di cura formali ed informali e delle opportunità procedurali, legislative e tecniche per una relazione proficua con l'ambiente di vita domestica (la casa) e l'ambiente sociale circostante. 4.1 Realizzare opuscoli informativi mirati per temi. 4.2 Promuovere in ogni territorio un programma di incontri con i familiari sviluppando gruppi di sostegno, inserendo queste attività nella programmazione della formazione. 4.3 Realizzazione di un sito esperto sui principali problemi legati al lavoro di cura della persona anziana con la possibilità per Gli interventi formativi rivolti ai familiari o altri cregiver appaiono piuttosto sporadici nelle programmazioni provinciali, mentre si ritrovano più spesso all interno di azioni regionali di sistema, laddove vengono trattati temi particolari quali l assistenza domiciliare privata. Tale aspetto andrebbe quindi rafforzato.

familiari ed operatori di accedere alla documentazione disponibile (testi, immagini, video) per apprendere le migliori pratiche, con assoluta libertà rispetto ai tempi ed ai modi. 5 Collaborare con le Università per arricchire, in relazione all invecchiamento della popolazione, i moduli formativi di base con iniziative e contenuti atti a qualificare la formazione di operatori e professionisti in particolare: medici, infermieri, terapisti, assistenti sociali e educatori, anche per quanto attiene ad alcune condizioni patologiche dell età anziana con forte impatto (anche per la consistenza numerica) sull equilibrio della vita dei pazienti e dei familiari, come ad esempio le demenze; tecnici progettisti ed impiantisti nell ambito dei settori dell edilizia abitativa e della mobilità (sia a livello pubblico che di impresa di produzione privata). 6 Contribuire all accesso delle persone anziane alle nuove tecnologie come supporto all accessibilità e per favorire la comunicazione; il ruolo della tecnologia nel sostegno alla vita attiva dell anziano non solo come complemento alle attività di assistenza e cura ma anche come strumento di contatto e comunicazione. 6.1 Verificare l adattabilità per un pubblico anziano, di strumenti di alfabetizzazione e facilitazione all accesso delle nuove tecnologie già messi a punto nell ambito della formazione professionale. Approvato il progetto Del F.S.E. Ob. 3 - Rif. P.A. 398/2006: Le competenze e i saperi per costruire l accessibilità quale misura di civiltà nell ambito della promozione dell integrazione lavorativa delle persone disabili attraverso le nuove tecnologie. Il progetto, oltre al tema dell inclusione lavorativa dei disabili, intende favorire l 0accesso ai nuovi saperi alle persone a rischio di esclusione sociale. Il progetto si sviluppa in coerenza con il Piano Telematico Regionale e, attraverso l implementazione della piattaforma telematica regionale Integr-azioni, intende allargare le opportunità di partecipazione di tutte le fasce di popolazione alla comunicazione attraverso la rete telematica per poter anche favorire l accesso ai servizi on line messi a disposizione dalla P.A. 6.2 Favorire la conoscenza, da parte degli operatori sociali, di strumenti per favorire l accesso alle nuove tecnologie da

parte degli anziani, anche attraverso l accesso alla rete telematica Lepida.