Università degli studi di Bergamo a.a. 2012-2013 Corso di laurea in Filosofia Storia delle istituzioni politiche Modulo 2: La democrazia Lezione terza: Antiparlamentarismo di fine secolo in Italia
Antiparlamentarismo in Italia nella tarda età liberale
Verso il superamento della forma dello Stato di diritto (fine XIX -inizi XX) Lo Stato liberale è monoclasse : esso poggia sulla classe dei proprietari di beni immobili e tutela i loro interessi Le trasformazioni economiche, con lo sviluppo dell industria e l urbanizzazione mutano la società; i ceti medi e popolari, non più solo contadini, ma anche impiegatizi e operai, diventano politicamente più consapevoli, si associano, avanzano rivendicazioni, ottengono un graduale ALLARGAMENTO DEL SUFFRAGIO POLITICO si va verso un elettorato di massa Lo Stato diventa pluriclasse, si fa carico di nuovi bisogni sociali e espande la sua attività in direzione del WELFARE La politicizzazione delle masse cambia il modo di fare politica: nascono i PARTITI, che aggregano gli interessi sociali e li esprimono politicamente dando vita alle rappresentanze politiche impegnate nella legislazione, o alle rappresentanze amministrative
Reazione: crisi del parlamentarismo e istanze autoritarie (fine XIX -inizi XX) Timore del pluralismo sociale e politico; Sfiducia nel principio di rappresentanza; Sfiducia nella capacità delle assemblee legislative di esprimere una volontà comune Accusa di incapacità a decidere delle assemblee legislative; Paura del disordine sociale, del sindacalismo, del comunismo; Ansia di riscatto delle piccole borghesie urbane; Effetti destabilizzanti del primo conflitto mondiale e crisi economica.
Gaetano Mosca (Palermo 1858 Roma 1941)
Tendenze anti-parlamentari di fine del secolo Gaetano Mosca, Teorica dei governi e governo parlamentare, Torino 1884, capitolo I In tutte le società regolarmente costituite, nelle quali vi ha ciò che si dice un governo, noi oltre al vedere che l autorità s esercita in nome dell universo popolo, oppure di un aristocrazia dominante, o di un unico sovrano [ ], troviamo costantissimo un altro fatto: che i governanti, ossia quelli che hanno nelle mani ed esercitano i pubblici poteri, sono sempre una minoranza, e che, al di sotto di questi, vi è una classe numerosa di persone, le quali non partecipano mai realmente in alcun modo al governo, non fanno che subirlo; esse si possono chiamare i governati.
Tendenze anti-parlamentari di fine del secolo Gaetano Mosca, Teorica dei governi e governo parlamentare, Torino 1884, capitolo VI, par. IV La Camera dei Deputati va così sempre più diventando una parziale e fittizia rappresentanza del paese: giacché, di giorno in giorno, una quantità sempre maggiore di forze vive, di elementi atti al comando ne resta esclusa. I membri di essa non rappresentano che una quantità d interessi essenzialmente privati, la cui somma è lungi dal formare l interesse pubblico [ ] E, ciò che è peggio ancora, tutti questi sintomi allarmantissimi di una grave malattia sociale provengono da una unica causa, si riattaccano ad un solo ed unico principio di dissoluzione. E questo è la potenza grandissima, che un manipolo di persone collegate ad unico intento acquista sopra tutti i pubblici poteri, l agevolezza con cui possono turbarne il regolare andamento, l impunità, che fino ad un certo segno possono conseguire tutto perché possono disporre di un deputato, il quale alla sua volta dispone, fino ad un certo punto, di tutti i Ministri. Da ciò una tendenza generale alla creazione di un nuvolo di camerille e combriccole, illegali ma potentissime, una forza occulta, ma letale, che toglie ogni vigore a tutti i pubblici poteri, e porta anzi alla scomposizione dell unità e della compattezza dello Stato. (in Fernanda Mazzanti Pepe, Profilo istituzionale dello Stato italiano, Roma, Carocci, p. 244)
Sidney Sonnino (Pisa 1847 Roma 1922)
Tendenze anti-parlamentari di fine secolo Sidney Sonnino, Torniamo allo Statuto pubblicato in Nuova Antologia, 1 gennaio 1897 Il testo in PDF, in versione abbreviata, si scarica dal sito http://www.liceograssi.it/storia%20del%20novecento/didattic a/2008-2009%20costituzione/torniamo%20allo%20statuto%20sidn ey%20sonnino.pdf
La dottrina giuridica dello Stato di diritto in Germania: Paul Laband (Breslau 1838 Strasburgo 1918) / Das Staatsrecht des Deutschen Reichs, Tübingen 1876 1882 Georg Jellinek (Lipsia 1851 Heidelberg 1911) / Allgemeine Staatslehre, 1900 in Italia: Vittorio Emanuele Orlando (Palermo 1860 Roma 1952) / Principi di diritto costituzionale (1889) e i Principi di diritto amministrativo (1890) Santi Romano (Palermo 1875 Roma 1947) / Principi di diritto amministrativo italiano, 1901
La dottrina giuridica dello Stato di diritto / 2 - cornice costituzionale: Stato di diritto - negazione del concetto di potere costituente - concetto di SOVRANITA DELLO STATO sostituisce quello classico di sovranità popolare - rappresentanza politica come fonte di legittimazione dello Stato, più che come soggetto legislatore - enfasi sulla funzione esecutiva e sulla Pubblica amministrazione - garanzia dei diritti fondata sul principio di legalità, sulla giustizia ordinaria per la tutela dei diritti e sulla giustizia amministrativa per la tutela degli interessi legittimi
Santi Romano (Palermo 1875 Roma 1947)
La riflessione giuridica e politica sulla crisi dello Stato Santi Romano, Lo Stato moderno e la sua crisi. Discorso per l'inaugurazione dell'anno accademico nella R. Università di Pisa letto il 4 novembre 1909 dal prof. Santi Romano Tip. Vannucchi, Pisa 1909 Il testo in PDF si scarica dal sito http://www.giustiziaamministrativa.it/documentazione/studi_contributi/santi_roma no_lo_stato_moderno_e_la_sua_crisi.pdf
La riflessione giuridica e politica sulla crisi dello Stato Santi Romano, Lo Stato moderno e la sua crisi Brano: Mediante una lunga serie di avvenimenti venne consolidandosi e imponendosi il principio, che doveva culminare poi nella figura dello Stato moderno. Il principio cioè che lo Stato, rispetto agli individui che lo compongono e alle comunità che vi si comprendono, è un ente a sé che riduce ad unità gli svariati elementi di cui consta, ma non si confonde con nessuno di essi, di fronte ai quali si erge con una personalità propria, dotato di un potere, che non ripete se non dalla sua stessa natura e dalla sua forza, che è la forza del diritto L impersonalità del potere pubblico, o meglio, la personificazione del potere per mezzo dello Stato, concepito esso stesso come persona: ecco il principio fondamentale del diritto pubblico moderno. Stupenda creazione del diritto Si deve ad essa se gli individui e i collegi che di fatto esercitano la sovranità, si comportano in quest esercizio, non come titolari di un diritto proprio, ma come organi dello Stato, di cui esplicano ed attuano la volontà suprema, come uffici impersonali (in Mazzanti Pepe, Profilo istituzionale dello Stato italiano, p. 348)
(Santi Romano, Lo Stato moderno e la sua crisi) Senonché questa luminosa concezione dello Stato, della quale qui non ci è consentito di seguire gli sviluppi e mostrare le applicazioni, sembra che da qualche tempo in qua subisca un eclissi, che di giorno in giorno diviene più intensa, in modo che potrebbe essere non del tutto superstizioso il trarne non lieti presagi Intanto è precisamente da questi contrasti [sociali] che riceve la sua maggior forza il movimento che determina una specie di crisi dello Stato moderno. In seno ad esso, e sovente, come vedremo, contro di esso, si moltiplicano e fioriscono con vita rigogliosa ed effettiva potenza, una serie di organizzazioni e associazioni che, alla loro volta, tendono ad unirsi e collegarsi fra loro. Esse si propongono gli scopi speciali più disparati, ma tutte hanno un carattere comune: quello di raggruppare gl individui col criterio della loro professione, o meglio, del loro interesse economico. Sono federazioni o sindacati di operai, sindacati patronali, industriali, mercantili, di agrari, di funzionari, sono società cooperative, istituzioni di mutualità, camere di lavoro, leghe di resistenza o di previdenza, tutte costituite sul principio indicato, dal quale ricavano la loro collettiva fisionomia. Giustamente in questo risorgere di tendenze corporative a base professionale, che furono già così fiorenti prima che col sorgere dello Stato moderno venissero quasi del tutto meno, si è visto il maggior fatto dell età contemporanea. Nella sua affermazione [di questo fenomeno] è implicito per necessità logica un presupposto: l odierna organizzazione statuale, pel fatto che si sente il bisogno di organizzazioni nuove, complementari ad essa, se pure non contrarie, si dimostra per ciò stesso insufficiente Si capisce che la vita sociale, che non è mai dominata dalle regole giuridiche, ha continuato ad evolversi per suo conto e si è posta in contraddizione con un sistema non consono ad essa, magari accentuando oltre il necessario, come suole avvenire, la contraddizione e la lotta che ne è la conseguenza.. [ivi]