Famiglie povere e modelli di welfare: un confronto tra il caso italiano e svedese

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Università degli Studi di Napoli Federico II Facoltà di Sociologia Famiglie povere e modelli di welfare: un confronto tra il caso italiano e svedese di Alessandra Faraone Relatore Enrica Morlicchio A. A. 2007-08

INTRODUZIONE L obiettivo principale di questo elaborato è la messa in luce delle principali differenze che intercorrono da un punto di vista economico, politico e sociale tra paesi che pur convivendo negli stessi confini europei presentano modelli di welfare del tutto opposti. L interesse verso questa tematica nasce sicuramente a seguito delle intense trasformazioni che le nostre società hanno subito come conseguenza di cambiamenti che hanno investito sia la domanda sociale, cioè di rischi e di bisogni che caratterizzano il lavoro e la vita degli attori sociali sia, sul versante dell offerta, le politiche pubbliche e i sistemi di welfare nazionali. Ho articolato la mia discussione in tre capitoli principali che in maniera evolutiva si soffermano sui singoli processi che hanno determinato le caratteristiche dei moderni sistemi sociali: dalla nascita del Welfare State alla messa in pratica di politiche di contrasto alla povertà, analizzando più da vicino il caso delle politiche per le famiglie povere. In particolare ho sviluppato il confronto tra il caso italiano e quello svedese. A tal proposito non potevo assolutamente trascurare i contributi dei più autorevoli studiosi che hanno rinvigorito il concetto di welfare state sia nel ridefinirlo che nel ristrutturarlo attraverso tipologizzazioni e modelli ben definiti. Parliamo dei contributi di Richard Morris Titmuss grazie al quale si ebbe la prima e la più classica tipologia di Welfare, strutturata in tre modelli distinti di politica sociale, fino alla riformulazione di Gosta Esping-Andersen. E grazie a lui che si sistematizza il concetto di Sistema di Welfare nelle scienze sociali, introducendo tuttavia, l idea di Regime di Welfare, cioè l intero sistema di interrelazioni che intercorre tra le politiche, il mercato del lavoro e la famiglia; cioè le tre aree fondamentali di produzione di risorse, servizi e di tutela sociale. A seguito di un accurata analisi, egli 1

riconosce l esistenza dei regimi di welfare tipici dei paesi occidentali, che presentano naturalmente, delle differenze sostanziali: regime liberale tipico dei paesi anglosassoni come Australia, Nuova Zelanda, Canada, Gran Bretagna e Stati Uniti; regime conservatore tipico di paesi della fascia mediterranea; regime social democratico tipico dei paesi dell Europa del nord. E proprio da tali differenze che parte la mia discussione. Ho cercato di comprendere perché nel corso del tempo si sono strutturati dei sistemi di Welfare così diversi tra loro all interno della stessa area geografica, come quella europea, generando delle strategie e delle misure di contrasto a povertà e ad esclusione sociale così opposte tra loro. La mia analisi, allora, prosegue nell individuare quei processi che hanno portato le nostre società ad evolversi e all attuale realtà di un Welfare mix in cui le voci principali sono: disoccupazione, nuovi bisogni sociali, precarietà del lavoro, fragilizzazione della famiglia. Difatti non potevo, inoltre, far a meno di annoverare i fenomeni che hanno determinato il passaggio da una società industriale ad una postindustriale, come la nostra: individualizzazione e de-familizzazione. Quindi ho approfondito sia il ruolo dell individualizzazione nella società moderna, come processo storico di affrancamento o di emancipazione dell individuo dalle forme obbligate di appartenenza proprie della società tradizionale europea, sia le ricadute di tale processo nella famiglia.riguardo a quest ultimo punto, si assiste ad un declino del modello di famiglia nucleare, fondato sulla rigida divisione dei compiti tra il capofamiglia maschio occupato a tempo pieno e la casalinga adibita al lavoro domestico, a favore di una maggiore variabilità di modelli familiari ( coppie flessibili, adulti precari, famiglie monogenitoriali etc.). 2

Tutto ciò ha dato vita non solo alla fragilizzazione della famiglia stessa che perde l aura di naturalità che l ha accompagnata per tutta la sua storia divenendo un istituzione legata sempre più alle scelte volontarie dei suoi membri; in un contesto di maggior incertezza quale quello che Ulrick Beck definisce come società del rischio. Egli fa riferimento ad una seconda modernità in un epoca in cui la società comincia inevitabilmente ad essere confrontata con le conseguenze non volute del progresso tecnico-scientifico e il concetto di rischio si abbraccia a tutte quelle circostanze inevitabili frutto di questo progresso. Sarà sulla base di tali premesse che passiamo ad analizzare le politiche per le famiglie povere portando avanti il confronto fra due tipi di sistemi di Welfare completamente contrapposti, quello italiano e quello svedese caratterizzati rispettivamente da elevata familizzazione e de-familizzazione. Analizzando le caratteristiche dei due sistemi ho notato che il Welfare Svedese ha sviluppato, più di ogni altro, un carattere universalistico in cui la protezione sociale costituisce un diritto di cittadinanza a differenza di quello italiano in cui vi è un Welfare di tipo occupazionale, collegato cioè alla posizione lavorativa dell individuo. Tale sistema è caratterizzato da un elevato particolarismo sia sul versante delle erogazioni che su quello del finanziamento. Il confronto fra queste due aree appare molto interessante per due ordini di ragioni. Innanzitutto in quanto può offrire indicazioni ed esperienze assai utili nel momento in cui sembra urgente in Italia uscire da un certo status quo ridefinendo la rimodulazione del sistema di protezione sociale; e poi perché attraverso un confronto si spera di poter ridurre progressivamente le disparità esistenti nell Unione Europea affinché si possa realmente parlare di modello unico europeo. 3

- CAPITOLO 1 - LA TIPOLOGIA DI ESPING - ANDERSEN : ANTECEDENTI E CONSEGUENZE 1.1 - Premessa Quando si tende a spiegare un fenomeno, il primo passo da percorrere è sicuramente quello di poterlo definire. A tal proposito, quando si parla di Welfare State, la domanda da porsi è: come si può definire un sistema le cui origini e sviluppo sono profondamente ancorati alle più ampie trasformazioni economiche, sociali e politiche che investono l Europa occidentale verso la fine del XIX secolo? La visione che oggi abbiamo di Welfare State è quella di un insieme di politiche pubbliche con cui lo Stato fornisce ai propri cittadini protezione contro rischi e bisogni prestabiliti, sotto forma di assistenza, assicurazione o sicurezza sociale. A questa definizione e struttura però si è arrivati dopo un percorso lento di risposta alla nuova configurazione di rischi e bisogni originata dalle dinamiche di modernizzazione che hanno portato ad una differenziazione tipologica fra i Welfare State europei; una differenziazione che ha dato luogo a un articolato e fruttuoso dibattito fra gli autori. Difatti, è grazie al contributo di eminenti studiosi se, nel corso del tempo, si passa dal concetto di Welfare State a quello di Sistemi di Welfare quando si assume la consapevolezza che un Welfare completo è generato dall interconnessione delle tre istituzioni portanti di un sistema sociale: Mercato, Famiglia e Mercato del Lavoro. Parliamo di classificazioni che, comunque, tengono conto di percorsi costantemente in evoluzione e di aggiustamenti pratici che i vari modelli hanno di volta in volta 4

adottato e che sono nel tempo andati verso forme di omogeneizzazione e contaminazione all interno del mondo occidentale. Per tanto, è interessante analizzare più da vicino i contributi accademici che hanno permesso la realizzazione delle prime classificazioni ed aperto nuove prospettive di studio. 5