1. Considerazioni preliminari Cos è l inventario Una quantità di beni o materiali temporaneamente inutilizzato, nell attesa di poter essere usati o venduti (Love, 1979). Lo scorte (inventario) sono merci temporaneamente inutilizzate in un punto della catena logistica: Scorte di lavorazione (WIP) Prodotti finiti stoccati presso un magazzino Scorte viaggianti (in-transit inventory) Prodotti presso gli utenti Le scorte comportano dei costi che in taluni casi possono raggiungere anche il 25% del valore dei prodotti Ci si potrebbe quindi chiedere: Perché non fare a meno delle scorte? Ma chiaramente è possibile che assenza di scorte comporti nessuna vendita. 1
Occorre necessariamente mantenere delle scorte per evitare il fenomeno di ammanco (stock-out). Ricerche di mercato mostrano che stock-out produce: Perdita di vendita nel 67% dei casi; Perdita del cliente nel 23% dei casi; Vendita ritardata nel 10% dei casi. Esempio Un rivenditore vende tostatrici al prezzo di 100. Supponiamo che la mancata vendita comporti una perdita di profitto pari a 15. Costo di ammanco: 0,67 15 + 4 0,23 15 + 0,1 0 24 Cosa accade se si mantengono scorte di sicurezza? Scorte di sicirezza # lotto quantità Valore ( ) Costo Inv. ( ) (25% del valore) possibili acquisti di uno stesso cliente Per ogni lotto in più # stock-out recuperati Risparmio ( ) 1 10 1000 250 15 360 110 2 20 2000 250 12 288 38 3 30 3000 250 9 216-34 4 40 4000 250 7 168-82 π ( ) 2
L esempio mostra come le scorte permettono di Motivazioni: Contenimento costi Contenimento tempi di fornitura Protezione contro l aleatorietà della domanda e dei tempi di trasporto Disponibilità di prodotti stagionali Speculazione Offrire un adeguato livello di servizio Livello di servizio Misura la qualità del servizio offerto al cliente. Può misurarsi come: o Disponibilità dei beni o Ridotti tempi di consegna 3
Entrambi tali aspetti per poter esser garantiti richiedono: o Incremento numero e dimensione dei magazzini Genericamente, occorre raddoppiare il volume delle scorte per assicurare un decremento del 10% dei tempi di consegna Tuttavia, il contenimento dei costi di inventario è fondamentale per il contenimento dei costi di distribuzione Le principali voci di costo di gestione del magazzino possono classificarsi in quattro categorie: Costi di approvvigionamento Costi di stoccaggio Costi di ammanco (stock-out) Costi di obsolescenza 4
Costi di approvvigionamento Costi per l acquisizione dei beni da stoccare. Si dividono in costi fissi e costi variabili o Costi fissi: Amministrativi (emissione, elabor. ordine) Setup (se approvvig. interno) o Costi variabili: Acquisto o produzione Trasporto (se non compreso nell acquisto) Handling (carico, scarico, movim., controllo) Costi di stoccaggio (inventario) Costi sostenuti per l immagazzinamento delle scorte. Anche in tal caso vi sono costi fissi e costi variabili o Costi fissi: Amministrativi e di esercizio magazzini o Costi variabili: Immobilizzo di capitale (valutato ad es. in base ad un tasso di redditività o d interesse) Polizze assicurative 5
Costi di ammanco (stock-out) Costi legati a perdita di opportunità per mancanza di beni a fronte di una loro domanda (vedi es. pag. 2). Costi legati alla gestione di eventuali picchi di domanda e altre emergenze Costi di obsolescenza Costi sostenuti qualora le merci divengano inutilizzabili o si deprezzino a causa di una eccessiva permanenza in magazzino. I costi variabili descritti sono funzione della densità del valore e della densità di imballaggio dei beni 10000 1000 100 densità di valore ( /m 3 ) A frigoriferi, mobili Reg. II: elevati costi di immobilizzo capitali B TV, carni D gen. alimentari, piccoli elettrodomestici Reg. I: elevati costi di trasporto e di eserciz. mag. C abbigliamento Reg. III: elevati costi di movimentazione A: beni con altissimo rapporto volume/valore B: beni con basso rapporto volume/valore C: beni con bassissimo rapporto volume/valore D: beni con alto rapporto volume/valore 10 100 densità di imballaggio (cartoni/m 3 ) 6
2. Politiche di gestione delle scorte Gestione delle scorte: Modalità di approvvigionamento nei vari punti di stoccaggio con l obiettivo fornire un prestabilito livello di servizio a costo minimo Due principali aspetti decisionali: Quando e quanto ordinare (produrre) Aumentando la frequenza degli ordini (e quindi diminuendo la quantità ordinata in ciascun ordine) aumenta il costo di approvvigionamento e diminuisce il costo di stoccaggio Qual è il giusto compromesso tra costi di approvvigionamento e costi di immagazzinamento? Altri fattori da tenere in considerazione: - Andamento della domanda dei prodotti - Tempo di riordino o di fornitura (lead time) 7
2. Politiche di gestione delle scorte (continua) Classificazione dei problemi in base a: Numero e punti di stoccaggio Singolo punto: Facilmente modellabili analiticamente e risolvibili con metodi what-is-best (mod. di ottimizzazione) Multi-punto (rete di distribuzione): I modelli analitici risultanti sono in genere molto complessi e gli approcci risolutivi fanno ricorso ad approcci what-if (modelli di simulazione) Numero prodotti Singolo tipo: Si ipotizza un solo tipo di prodotto o un insieme di prodotti di caratteristiche simili. Multi-tipo: I diversi prodotti condividono risorse e sono soggetti a vincoli sull emissione degli ordini e sulla capacità dei magazzini 8
2. Politiche di gestione delle scorte (continua) Domanda e tempo di riordino (lead time) Deterministici e costanti Deterministici e variabili nel tempo Incerti (aleatori) Sconosciuti Modalità di rifornimento Continua: Rifornimento graduale dei punti di stoccaggio (es.: gas attraverso una condotta). A lotti: Tutta la quantità di beni ordinati viene consegnata allo stesso istante Indici di prestazione: Indice di rotazione delle scorte (inventory turnover ratio ITR) ITR = quant. beni venduti (ann.) /livello medio scorte o Valori assunti in pratica compresi tra 5 e 10 Indice di rotazione (turnover ratio TR) TR = valore vendite (ann.)/investim. medio in scorte 9