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Dieci comandamenti per gli insegnanti di matematica Capire, imparare e insegnare a risolvere i problemi 3 marzo 2015 Relatore: Daniele Gouthier

Tre domande per cominciare Che cosa insegniamo quando insegniamo matematica? Che cosa ci aspettiamo che i nostri studenti capiscano? Come dovrebbero capirlo? Gli spunti e le idee da cui partiamo vengono da George Polya, La scoperta matematica. Capire, imparare e insegnare a risolvere i problemi, Feltrinelli Milano 1971

Alla ricerca di tre punti di equilibrio Cerchiamo un equilibrio tra i contenuti dell apprendimento e i singoli studenti. Ogni insegnante costruisce il proprio equilibrio tra la matematica e quella specifica classe. Insegnare vuol dire, anche, trovare lo specifico equilibrio tra il necessario rigore della disciplina e l auspicabile tensione a farla propria da parte delle ragazze e dei ragazzi.

+ 1 Ogni classe è sede di una biodiversità intellettuale: insegnare è anche cercare un equilibrio tra le intelligenze qualitativamente diverse che sono presenti. Io non so discernere tra intelligenze migliori e peggiori: siamo davanti a intelligenze diverse tra loro. Non resta che valorizzarle e costruire una dialettica che le coinvolga tutte o, più realisticamente, quasi tutte.

1.1 Coltiva l interesse e la tua curiosità per la matematica Prendiamola alla larga Metti la matematica in una prospettiva culturale. Sviluppa il tuo gusto matematico. Apparentemente questo sforzo è lontano dall insegnamento e non è «necessario»: nessuno pensa che sia «inutile», molti ritengono che sia un bel lusso che non si possono permettere. Coltivare letture, interessi, curiosità, passioni serve a trovare spunti vivi e vivaci per dialogare in classe e tra colleghi. E lo stesso con le piccole esperienze di fare matematica che possiamo cercare di sviluppare.

1.2 Coltiva l interesse e la tua curiosità per la matematica Quanti problemi degli studenti hanno radici nella (cattiva) lettura? Ovvero nella scarsa comprensione del testo? Fuori e dentro la classe leggi matematica. Conosci e fai conoscere letture che aiutino a prendere confidenza con la matematica come testo in un ottica diversa di quella (pure importante e irrinunciabile) di regole, esercizi e deduzioni.

1.3 Coltiva l interesse e la tua curiosità per la matematica Abituati e abitua i tuoi studenti a leggere testi non matematici per scoprire dove la matematica fa capolino (anche con clamorosi errori). La curiosità ci deve guidare a sviluppare il nostro e il loro spirito critico. Dobbiamo e devono tenere sempre attivo il pensiero razionale.

1.4 Coltiva l interesse e la tua curiosità per la matematica Esercitati a guardare la matematica nella realtà attorno a te. Coltiva la curiosità per idee e suggestioni matematiche che sono ovunque.

2. Conoscila

3.1 Leggi dentro ai tuoi studenti; cogline aspettative e difficoltà; immedesimati in loro Ciascuno di noi, anche i nostri studenti, è pieno di pregiudizi: Il prodotto di due numeri è maggiore di ciascuno dei fattori Un numero vicino a cento è minore di cento C è chi è portato per la matematica e chi no Se l esercizio ti sembra facile, lo stai sbagliando Per fare matematica bisogna saper fare i calcoli C è la matematica e c è la geometria Conosci i pregiudizi dei tuoi studenti. Cerca di capire il perché dei loro errori: non sono errori irragionevoli, hanno spesso un perché «logico».

3.2 Leggi dentro ai tuoi studenti; cogline aspettative e difficoltà; immedesimati in loro Molti si sentono negati per la matematica. Per aiutarli a superare questo senso di inadeguatezza, lasciali fare il proprio percorso. Non mettere gli studenti in guardia dagli errori tipici (ci insegna Rosetta Zan). Se un errore è tipico, significa che è importante compierlo per fare quel particolare percorso di apprendimento. (Mai fatto errori tipici con la moka?)

3.3 Leggi dentro ai tuoi studenti; cogline aspettative e difficoltà; immedesimati in loro Quando diciamo a uno studente «fai attenzione», come ci insegnava a non fare Maria Montessori, stiamo facendo un astrazione. Attento a che cosa? Per stare attento devo già sapere che cosa si deve fare. Attenzione a non dividere per zero. Attenzione che il radicando sia positivo. Attenzione che la lunghezza deve essere positiva. Attenzione

4.1 Ricorda che perché imparino una nuova idea il miglior modo è che la scoprano da soli Cogli le situazioni che vengono a crearsi in aula nelle quali qualche studente scopre da solo un idea. È molto più efficace se gli studenti osservano da soli che la somma di 2 3+1 e di 3 3 è piuttosto se a dirglielo siamo noi ex cathedra.

4.2 Ricorda che perché imparino una nuova idea il miglior modo è che la scoprano da soli Un buon banco di prova sono le proprietà anti-intuitive. Esempio Prendi l equatore terrestre e quello di una pallina da ping-pong. Su ciascuno di essi tendi una corda a formare una circonferenza. Con due pezzi di corda lunghi ϖ metri, allunga le due circonferenze a formare due nuove circonferenze ϖ metri più lunghe. Di quanto si è allungato il raggio dell equatore terrestre? E quello dell equatore della pallina da ping-pong?

4.3 Ricorda che perché imparino una nuova idea il miglior modo è che la scoprano da soli

5.1 Dà ai tuoi studenti informazioni, ma soprattutto procedure, buone abitudini, rispetto per il lavoro metodico e consuetudine con il pensiero razionale Le procedure (le indicazioni di che cosa fare e quando) sono rassicuranti e aiutano a muovere alcuni passi operativi. Le procedure non sono la matematica, ma guidano nella soluzione di problemi e nello svolgimento di esercizi. Sono un primo passo importante, in particolare per gli studenti meno consapevoli, meno «bravi», meno forti. Non trascurarle, esplicitale.

5.2 Dà ai tuoi studenti informazioni, ma soprattutto procedure, buone abitudini, rispetto per il lavoro metodico e consuetudine con il pensiero razionale Investi tempo per educare ad avere buone abitudini. Abitudini che aiutano: riconoscere i dati di un problema e le ipotesi di una dimostrazione saper fare una costruzione geometrica tenere un quaderno ordinato conoscere come funziona un libro

5.3 Dà ai tuoi studenti informazioni, ma soprattutto procedure, buone abitudini, rispetto per il lavoro metodico e consuetudine con il pensiero razionale Il lavoro metodico è un acceleratore e un facilitatore. Investi tempo, energie, risorse nel metodo e dopo tutto fluirà più agevolmente. Il metodo è uno «strumento delicato» e come tale va curato e mantenuto in buono stato giorno per giorno. Vigila sull insorgere di cattive abitudini che sono poi difficili da correggere.

5.4 Dà ai tuoi studenti informazioni, ma soprattutto procedure, buone abitudini, rispetto per il lavoro metodico e consuetudine con il pensiero razionale Abitua a scomporre i problemi in sottoproblemi più semplici. Insegna a usare il minimo delle ipotesi necessarie. Insegna a riconoscere i dati significativi. Abitua a individuare il procedimento prima di partire con i calcoli.

6. Lascia che facciano ipotesi e congetture Non ci sono ipotesi né congetture «sbagliate». Ci sono ipotesi e congetture che ci aiutano più o meno velocemente ad arrivare a un risultato, a una conclusione. Sperimentare le proprie ipotesi è fare matematica, è provare a sviluppare un proprio percorso di ragionamento. Senza mettersi in gioco si va meno lontano (e più lenti).

7. Lascia che facciano i loro esperimenti con le dimostrazioni Capire un concetto è in definitiva qualcosa di molto personale. Può richiedere un percorso unico, proprio. Lascia che gli studenti abbiano occasioni di confrontarsi con nuove conoscenze dialogare tra loro argomentare su ciò che ritengono vero. L argomentazione è parte significativa e qualificante della matematica. Ed è una competenza che serve a ogni cittadino.

8. Quando affronti un problema, presta sempre attenzione agli aspetti che possono guidare la soluzione di altri problemi. Metti in luce il modello, lo schema generale, che sta dietro al caso specifico L astrazione, la teoria, le regole servono a non ripetere lo stesso procedimento numerose volte: capire il modello che sottostà a un caso specifico aiuta a dedurre la regolarità di un «funzionamento» per ogni altro caso analogo.

9.1 Non scoprire subito tutte le carte. Lascia che gli studenti facciano le loro congetture. Mettili nelle condizioni di capire in prima persona quanto più è possibile Congetture e ipotesi sono concetti diversi: dobbiamo far crescere questa consapevolezza. Dalle ipotesi muoviamo per dedurre (logicamente e razionalmente) un risultato. Una congettura è un risultato che ragionevolmente ci sembra dimostrabile e attorno al quale lavoriamo per dimostrarlo. (Pronti a riconoscere che invece vale una dimostrazione di segno opposto).

9.2 Non scoprire subito tutte le carte. Lascia che gli studenti facciano le loro congetture. Mettili nelle condizioni di capire in prima persona quanto più è possibile Ciascuno deve essere messo nelle condizioni di capire in prima persona: capire qui vuol dire fare osservazioni ed esperienze. Muoversi cioè in una fase che precede la congettura per arrivare in seguito a essa. Senza osservazioni ed esperienze non possiamo congetturare, non possiamo tentare deduzioni.

10. La matematica è un pranzo di gala: invitali a servirsi, non ingozzarli di concetti e idee Meglio poche ma buone. Educhiamo i nostri ragazzi a poche idee matematiche consolidate, piuttosto che coinvolgerli in cavalcate tra concetti innumerevoli che proprio per la loro quantità risultano astrusi e incomprensibili. La matematica ha bisogno di tempo. E il tempo è molto individuale: ciascuno lo consuma col proprio ritmo.

In sintesi: dà loro occasioni di fare matematica Tutti hanno diritto di provare a fare matematica. È difficile, faticoso, pieno di insidie e di possibili errori: non negarlo. Necessita di allenamento ed esercizi: sii chiaro su questo. Non sempre riusciamo: ci sono anche i fallimenti. L alternativa però è di limitarci ad applicare regole senza capirle. Che senso ha?

Per continuare il confronto e rimanere in contatto www.danielegouthier.it www.facebook.com/ilbellodellamatematica gouthier.daniele@mail.com

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Prossimo appuntamento Insegnare biologia Proposte pedagogiche innovative per migliorare l insegnamento e l apprendimento della Biologia 10 marzo 2015 Relatore: Eric J. Simon

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