Franco Pratesi. Microstruttura e proprietà meccaniche degli acciai

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Franco Pratesi Microstruttura e proprietà meccaniche degli acciai

Copyright MMIX ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it info@aracneeditrice.it via Raffaele Garofalo, 133/A B 00173 Roma (06) 93781065 ISBN 978 88 548 2973 2 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione: dicembre 2009

INDICE PREMESSA 7 SIMBOLI E ABBREVIAZIONI 9 A. MICROSTRUTTURA DEI METALLI 13 SOLIDIFICAZIONE E DIAGRAMMI DI FASE 13 Diagrammi binari semplici 14 Diagrammi binari complessi 23 Diagrammi ternari 28 Solidificazione 31 STRUTTURA IDEALE 37 Livelli strutturali e cristalli 37 Periodicità in una dimensione 40 Reticoli bidimensionali 41 Celle elementari e reticoli bravaisiani 43 Massimo impacchettamento 48 DIFETTI RETICOLARI 58 Concetto di difetto 58 Difetti di punto 59 Dislocazioni 64 Difetti a due dimensioni 82 Difetti a tre dimensioni 90 B. PROPRIETÀ MECCANICHE DEI METALLI 97 SOLLECITAZIONI, DEFORMAZIONI E MODULI ELASTICI 97 Basi teoriche e definizioni 97 Resistenza del legame metallico e deformazione 105 MISURE SPERIMENTALI DELLA RESISTENZA MECCANICA 109 Durezza 109 Prova di trazione 111 Resilienza 116 INCRUDIMENTO E RICOTTURA 119 Incrudimento 120 Ricristallizzazione 122 5

6 Microstruttura e proprietà meccaniche degli acciai RAFFORZAMENTO 125 Limite di snervamento in pratica e in teoria 126 Meccanismi di rafforzamento 128 TENACITÀ A FRATTURA 143 Fragilità dei materiali 144 Tenacità a frattura nei metalli 148 Cenni su corrosione e ossidazione 156 C. LEGHE FERROSE 159 FONDAMENTI STRUTTURALI 159 Ferro metallico 159 Diagrammi di fase ferro-carbonio e ferro-cementite 161 Acciai al carbonio senza trattamenti termici 164 Trasformazioni dell austenite al raffreddamento 167 Trasformazioni della martensite al riscaldamento 180 Fasi e componenti strutturali (ricapitolazione) 181 Acciai legati 188 Principali trattamenti 192 FAMIGLIE DI LEGHE FERROSE 202 Produzione mondiale 202 Designazione degli acciai 206 Acciai di base 215 Acciai di qualità 225 Acciai speciali da costruzione 227 Acciai inossidabili 230 Ghise 236 BIBLIOGRAFIA 239

PREMESSA Questo libro contiene parti già presenti in altri libri pubblicati recentemente dallo stesse autore e dallo stesso editore. La riedizione, che contiene varie modifiche e correzioni, si è resa necessaria per a- dattare il testo al programma del corso di Tecnologia dei materiali per Ingegneria edile che prevede questi argomenti dopo una parte sul calcestruzzo. Lo studio della struttura cristallina è fondamentale per la comprensione di molte proprietà dei materiali; ciò vale per la struttura ideale ma anche per quella reale, in cui i difetti reticolari giocano un ruolo importante. Delle varie classi di materiali qui è stato posto l accento su quelli metallici, e sugli acciai in particolare, ma la conoscenza della microstruttura mantiene il suo significato per tutti gli altri materiali. L argomento delle proprietà meccaniche è stato svolto dal punto di vista della scienza dei materiali e della metallurgia fisica, intendendo cioè di risalire alle proprietà partendo dalla conoscenza della struttura atomica. Il livello è introduttivo, con l attenzione messa a fuoco sui principali meccanismi responsabili delle caratteristiche meccaniche. I termini tecnici sono spesso gli stessi usati nel linguaggio quotidiano (durezza, sollecitazione, resistenza, e simili) e quindi diventa necessario conoscere la delimitazione che il loro significato assume nel settore dei materiali. Sono stati ridotti al minimo i modelli matematici, i nomi degli autori, i singoli esempi pratici; non sono stati previsti esercizi. La parte finale tratta in particolare degli acciai, mentre è stata eliminata la parte che in libri precedenti riguardava gli altri metalli e le loro leghe. Gli acciai non potranno essere trascurati in quanto costituiscono le leghe di interesse industriale che risultano di gran lunga le più utilizzate. Questo libro non intende sostituire i manuali di riferimento contenenti i molti dati necessari per operare nel settore: lo scopo è più mo- 7

8 Microstruttura e proprietà meccaniche degli acciai destamente quello di mettere lo studente in condizione di consultare con profitto tali manuali, nonché le varie norme e tabelle con prescrizioni e caratteristiche che risultano ormai praticamente unificate a livello europeo. Firenze, Novembre 2009

SIMBOLI E ABBREVIAZIONI Alcuni simboli o abbreviazioni sono usati con significato diverso a seconda del contesto. Le lettere minuscole dell alfabeto greco sono tradizionalmente usate, nell ordine α, β, γ, δ, ε, ζ, η, θ, ecc. per indicare le diverse fasi cristalline che si incontrano all aumentare della temperatura o dell aggiunta di lega I metalli sono sistematicamente indicati con il simbolo chimico. Se una figura è formata da più grafici, si intendono indicati con a, b, c, da sinistra a destra, anche se la lettera non è effettivamente presente. 0D = zero dimensioni 1D = una dimensione 2D = due dimensioni 3D = tre dimensioni a = parametro reticolare; lato della cella elementare cubica; distanza fra atomi primi vicini A = generico elemento metallico, costituente base di una lega; allungamento percentuale a rottura, spesso A%, anche ε R b = modulo del secondo vettore della maglia o cella elementare; modulo del vettore di Burgers B = (cella) a basi centrate; elemento generico in soluzione solida; boro c = modulo del terzo vettore della cella elementare; lunghezza della cricca ca. = circa C = (cella) a corpo centrato; costante elastica; carbonio C% = composizione percentuale, in peso CCC = cubico a corpo centrato CEN = Comitato Europeo di Normazione CFC = cubico a facce centrate CN = numero di coordinazione CP = close packing o close packed, a massimo impacchettamento 9

10 Microstruttura e proprietà meccaniche degli acciai CRSS = critical resolved shear stress, sollecitazione di taglio risolta critica, anche σ crss d = diametro (dei grani, dell impronta di durezza) D = coefficiente di diffusione ev = elettronvolt, 1 ev = 1,6x10 19 J E = energia; modulo di Young EC = esagonale compatto E f = energia di formazione (di un difetto) F = (cella) a facce centrate; forza G = modulo elastico di taglio GPa = gigapascal, 10 9 N/m 2 h = hours ore H = Hardness durezza HB = durezza Brinell HR = durezza Rockwell HV = durezza Vickers K = kelvin K c = tenacita a frattura K Ic = tenacita a frattura per deformazione piana MPa = megapascal, 10 6 N/m 2 n = numero, in particolare di difetti di punto N = numero di Avogadro; numero di siti reticolari; numero di cicli a fatica NACE National Association of Corrosion Engineers P = (cella) primitiva; fosforo Pa = pascal (Nm -2 ) r = raggio R = carico di rottura a trazione, anche σ R oppure UTS ultimate tensile strength S% = riduzione percentuale di sezione t = tempo T = temperatura T F = temperatura di fusione TLK = Terrace, Ledge, Kink modello di superficie T R = temperatura di ricristallizzazione vb = vettore di Burgers (delle dislocazioni)

Simboli e abbreviazioni Y = (yeld) carico di snervamento, anche σ y, R s, R p, R p0,2 ecc. (se sono presenti due valori il primo si intende per materiale ricotto, il secondo incrudito o trattato termicamente) α, β, γ = angoli della cella elementare Δ = variazione γ = deformazione di taglio γ p = energia di deformazione plastica γ s = energia di superficie ε = deformazione ν = coefficiente di Poisson ρ = densità; raggio all apice della cricca σ = sollecitazione τ = sollecitazione di taglio

A. MICROSTRUTTURA DEI METALLI Solidificazione e diagrammi di fase Attorno alla temperatura ambiente un composto chimico può esistere allo stato solido, oppure a quello liquido o a quello di vapore (a temperature ancora più alte si può arrivare al gas ionizzato o plasma). Variando le condizioni, e in particolare quelle di temperatura e pressione, si possono avere dei passaggi da uno stato fisico all altro, che prendono il nome di trasformazioni di fase. Per fase si intende appunto uno stato del materiale con composizione definita e uniformemente solido, liquido o vapore; tali fasi possono coesistere in condizioni di equilibrio. Allo stato gassoso si ha sempre un unica fase omogenea, ma allo stato liquido e solido possono coesistere fasi diverse, per e- sempio due fasi liquide che non si miscelano, come acqua e olio. È possibile disegnare dei diagrammi di stato o di fase che rappresentano graficamente le situazioni d equilibrio che si stabiliscono in un sistema di fasi in funzione della temperatura, della pressione e della composizione. Qui ci interessano i sistemi in equilibrio in fase condensata, per i quali moderate variazioni della pressione hanno poca influenza; si considera quindi solo il sistema a pressione ambiente, praticamente costante. Con questa limitazione esamineremo i diagrammi di fase, per la maggior parte binari o a due componenti, indicati genericamente con A e B, in cui sulle ordinate è riportata la temperatura e sulle ascisse la composizione percentuale: se si legge da sinistra a destra si avrà la percentuale di B in A compresa tra 0% indicato su A (100% di A) fino al 100% su B (0% di A). Useremo sistematicamente la percentuale in peso, come si preferisce nella pratica, ma la percentuale in atomi avrebbe dei vantaggi (per esempio collocando immediatamente al 50% qualsiasi composto intermetallico di tipo AB); ovviamente la differenza fra le due scale aumenta con la differenza di peso atomico dei due elementi. La maniera più comune di costruire i diagrammi di fase si basa sull analisi termica: si porta il campione ad alta temperatura e si raffredda registrando la diminuzione della temperatura in funzione del 13

14 Microstruttura e proprietà meccaniche degli acciai tempo. La curva ha chiaramente un andamento decrescente, ma questo può presentare variazioni di pendenza o anche arresti di temperatura; questi ultimi si verificano quando il sistema ha zero gradi di libertà e la loro temperatura e durata sono particolarmente importanti per la costruzione del diagramma, come vedremo. Il caso più semplice è quello a un solo componente: raffreddando dal fuso si ha un arresto termico in coincidenza del passaggio alla fase solida; finché tutto il liquido non è solidificato la temperatura rimane costante. Si dice che alla temperatura di fusione i gradi di libertà del sistema si sono ridotti a zero. Per determinare i gradi di libertà nei diagrammi di fase con più componenti si ricorre alla regola delle fasi, dovuta a Gibbs: V = C + 1 F dove V = numero di gradi di libertà, C = numero dei componenti (2 in un sistema binario, 3 in uno ternario e così via); F = numero delle fasi. Si ricava che per due componenti la presenza contemporanea di tre fasi porta all azzeramento dei gradi di libertà, cioè il sistema rimane a temperatura fissa finché non sparisce una delle tre fasi presenti. Nel passaggio tra una e due fasi non si ha arresto della temperatura ma solo una variazione di pendenza nella curva dell analisi termica. Diagrammi binari semplici In questo contesto per semplici si intende corrispondenti a un modulo elementare che può esistere da solo, ma può anche esistere come parte di un diagramma più complesso. Miscibilità o immiscibilità completa Completa immiscibilità liquido e solido Un primo caso da considerare è solo utile per indicare dove i diagrammi di fase non hanno importanza o applicazione pratica: completa immiscibilità sia allo stato liquido che allo stato solido. Il diagramma è mostrato nella Fig. A1. In questo diagramma sono stati inseriti i

Microstruttura dei metalli 15 simboli A e B sulle ascisse e T sulle ordinate; nei diagrammi seguenti gli stessi simboli saranno spesso sottintesi, come pure le lettere a, b e c con le quali si distinguono nella figura, da sinistra a destra, i vari grafici eventualmente presenti. L unico commento necessario è che sui due assi verticali dei metalli puri si vedono due punti di contatto con le rette orizzontali, ma la loro natura è diversa: solo uno corrisponde a un punto significativo nella retta verticale e cioè la T F del metallo in questione. L altro corrisponde alla T F del secondo elemento che in realtà compare solo a una certa distanza, per quanto infinitesima, dall asse. Si sono usate due freccette sulle linee orizzontali per indicare questo avvicinamento a- sintotico all asse, senza raggiungerlo. In queste condizioni sono sempre presenti due fasi, rispettivamente liquide nella parte superiore, una liquida e una solida in quella intermedia, due solide in quella inferiore. Non troveremo mai diagrammi di questo genere, perché l insolubilità completa è rara nei solidi e rarissima nei liquidi; non solo: se il comportamento degli elementi e dei composti chimici fosse di questo tipo non ricorreremo ai diagrammi di fase, che sono invece importanti proprio per i metalli e per le loro leghe, in quanto di solito presentano ampie zone di miscibilità. Figura A1. Immiscibilità completa.

16 Microstruttura e proprietà meccaniche degli acciai Completa miscibilità liquido e solido Nella Fig. A2 è rappresentato il caso opposto al precedente, in cui cioè si ha completa miscibilità sia allo stato liquido sia allo stato solido. Il numero delle fasi è uno nella parte superiore, due (liquido più solido) in quella intermedia, uno di nuovo nella parte inferiore in cui la composizione dei cristalli del metallo segue perfettamente la variazione della concentrazione di B in A. Questo caso è molto più utile del precedente perché esiste tale e quale in diversi casi e soprattutto esiste sempre almeno in parte. È importante osservare la differenza fra i due metalli puri e le composizioni intermedie: i metalli puri hanno ovviamente un unica T F ; le leghe presentano due punti significativi per quanto riguarda la temperatura di fusione, corrispondenti a due valori diversi, quelli che scendendo in temperatura corrispondono rispettivamente alla formazione iniziale del solido e alla solidificazione dell ultima goccia di liquido. Le due curve formate da questi punti che si osservano nei diagrammi si indicano con i corrispondenti termini latini di liquidus (superiore, passaggio da liquido a liquido più solido) e solidus (inferiore, passaggio da liquido più solido a solido). Ovviamente le due curve rimangono le stesse per la fusione: cioè, se la trasformazione si verifica salendo in temperatura, il solidus corrisponderà al passaggio da solido a liquido più solido, il liquidus da liquido più solido a liquido. Figura A2. Miscibilità completa

Microstruttura dei metalli 17 Con riferimento alla Fig. A2, vediamo come si deve leggere sul diagramma un esempio della solidificazione (per la fusione varrà lo stesso percorso in senso inverso). La composizione finale del solido sarà necessariamente identica a quella iniziale del liquido, X. Tuttavia il primo solido che si forma in Y è meno ricco in B del liquido e quindi il liquido si arricchisce in B con la composizione che scende lungo il tratto X-W del liquidus, mentre la composizione complessiva del solido si trasforma via via scendendo lungo la curva del solidus fino a Z, che è esattamente la stessa di X e che si raggiunge con la solidificazione dell ultima goccia di liquido, di composizione W. Nella pratica non è facile scendere in temperatura in maniera così lenta da permettere la trasformazione di composizione del solido indicata fra Y e Z e spesso si hanno fenomeni di segregazione, in cui cioè l ultimo solido che si forma è più ricco in B di quanto competerebbe all equilibrio (e quindi esisterà nello stesso solido una parte, quella solidificata per prima, meno ricca in B questa si indica a volte come affetta da segregazione negativa). Un diagramma di questo genere implica una notevole somiglianza chimica dei due elementi A e B. Prendiamo allora in esame anche altre trasformazioni di fase fra due elementi simili. Si può cominciare dalla fase vapore (che presenta sempre completa miscibilità) e scendere alla zona liquido più vapore, liquido, liquido più solido, solido (Fig. A3a). Come già detto, trascureremo qui la fase vapore e ci limiteremo a considerare la parte liquido-solido come nella figura centrale (Fig. A3b). Tuttavia, dovremo talvolta prendere in esame trasformazioni di fase allo stato solido, con passaggio cioè da S 1 a S 2, e allora ritroveremo di nuovo il diagramma complessivo separato in più zone, come nello schema di destra della stessa Fig. A3c. La forma che abbiamo visto per la zona intermedia liquido più solido è una di quelle possibili. Sono tuttavia più frequenti i casi in cui la zona intermedia è curvata verso il basso, come nella Fig. A4a. Ciò si spiega con il fatto che la T F di qualsiasi elemento tende ad abbassarsi con la formazione di una soluzione solida (ma si può anche avere, più raramente, una curvatura verso l alto con la comparsa di un massimo più o meno simmetrico). Esistono anche casi in cui le curve di liquidus e solidus si toccano in un punto, Fig. A4b. In quel punto non esiste un composto chimico a

18 Microstruttura e proprietà meccaniche degli acciai composizione intermedia, corrispondente a un composto intermetallico; però, agli effetti dell analisi termica, è come se esistesse in quanto si passa da liquido a solido senza che vari la composizione. Figura A3. Sistemi a completa miscibilità. Completa miscibilità nel liquido e immiscibilità nel solido In questo caso si ottiene il diagramma della Fig. A6. In tutte le zone eccetto quella della fase liquida al centro in alto si ha la presenza di due fasi, liquido più solido A in alto a sinistra, liquido più solido B in alto a destra, solido A più solido B in basso. Il punto minimo del liquidus, che appartiene anche al solidus, si chiama eutettico e temperatura eutettica quella del tratto orizzontale del diagramma. La struttura eutettica della lega è formata da cristalli dei due componenti che si formano insieme spesso associati come lamelle o simili strutture alternate. Figura A4. Casi particolari di miscibilità completa.