CONOSCERE IL PROBLEMA: COS È IL DDAI 9 1 Conoscere il problema: cos è il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (DDAI) Come riconoscere un bambino con DDAI Il bambino visto dalla scuola: un caso prototipico Matteo ha 10 anni e frequenta la quinta elementare; le insegnanti lo descrivono come vivace e pronto, ma con molte difficoltà di comportamento, un difficoltoso controllo motorio e un rendimento scolastico non sempre sufficiente. Non va molto volentieri a scuola, perché durante la giornata viene spesso richiamato dall insegnante dato che non rispetta semplici regole di comportamento (come alzare la mano per parlare, stare seduto al proprio posto durante la lezione) o fatica a mantenersi concentrato e dà l impressione di non essere attento, guardandosi in giro o giocherellando con il materiale scolastico. Quando è richiamato per uno di questi motivi Matteo è solito rispondere che non è stato lui, che il compagno lo ha chiamato, che qualcuno gli ha tirato la gomma, che c è troppo rumore e che lui non ci riesce proprio a lavorare. Solo da quest anno riesce a evitare di alzarsi in continuazione durante la lezione, ma chiede di andare in bagno almeno 4-5 volte durante la mattinata; quando riesce a stare seduto, mani e piedi stanno comunque facendo qualcosa, e ciò provoca spesso la caduta dal banco del suo materiale scolastico (sparso in gran disordine), se non addirittura la sua stessa caduta perché continua a far dondolare la sedia. Molto di frequente Matteo non segue la lezione perché è distratto da una attività qualsiasi, come il giocherellare:
10 IPERATTIVITÀ E AUTOREGOLAZIONE COGNITIVA se invitato davanti alla classe a stare attento e a posare gli oggetti, a volte insiste nel non farlo, dice che non fa niente di male e che la gomma gli serve, che stava appunto cancellando una cosa; questo genere di contrasto con l insegnante può durare alcuni minuti, in cui il bambino si mostra frustrato e a volte assume un comportamento provocatorio rispetto all adulto. Le difficoltà comportamentali non si sono presentate solo quest anno, ma fin dall inizio della prima elementare: già nel corso dei primi mesi di scuola Matteo si era mostrato come un bambino molto attivo, interessato alle cose nuove ma con difficoltà nel mantenersi attento e tranquillo per un tempo sufficiente a completare le attività proposte. Anche quando provava («con tutte le sue forze», riferiscono gli insegnanti) a stare seduto tranquillo, dopo un po sentiva il bisogno di alzarsi, di muoversi, di dare un occhiata in giro per «controllare» ciò che facevano i compagni. Già le insegnanti della scuola materna l avevano descritto come «un bambino brillante ma un po scostante», spesso impegnato in attività motorie anche pericolose, un po imprevedibile nelle sue reazioni e globalmente «immaturo». In molte occasioni Matteo è assai intuitivo e in grado di comprendere un argomento nuovo anche più rapidamente dei compagni, ma mostra altrettanta rapidità nell eseguire i compiti, che risultano essere incompleti e spesso scorretti; egli tende infatti a iniziare un attività subito, ancora prima che l insegnante l abbia spiegata, e non di rado esaurisce la sua «energia» prima di averla completata; anche i suoi quaderni sono pieni di compiti a casa svolti in modo approssimativo e spesso non portati a termine. La grafia di Matteo è molto disordinata, a volte poco intelligibile anche per lui; compie errori di incolonnamento delle cifre nelle operazioni, di cui peraltro conosce in modo competente le procedure di calcolo. Quando viene corretto davanti alla classe, Matteo assume un atteggiamento di chiusura, spesso seguito da atteggiamenti «da bullo», risatine, commenti sarcastici sui lavori dei compagni. Se però è «in giornata buona», quando mostra di essere un po più controllato, le insegnanti lo descrivono come un bambino sensibile, desideroso e bisognoso di contatto con l adulto e con i coetanei; in alcuni casi, quando gli viene chiesta ragione di un comportamento palesemente scorretto, il bambino pare sinceramente «cadere dalle nuvole», non sa spiegare esattamente cosa ha innescato la sua azione ma appare assai dispiaciuto per il suo comportamento. Matteo tuttavia è spesso isolato dai compagni, che non sopportano il fatto che non ammetta mai un proprio errore e abbia sempre una scusa pronta; a volte, se si sente rifiutato, egli si ritira oppure aggredisce verbalmente e, molto di rado, fisicamente i compagni. Il suo impegno nei giochi è poco costante: Matteo si mostra entusiasta quando si tratta di partecipare a un gioco in cui abbia ottenuto buoni risultati nel passato o che sia nuovo, ma assume un atteggiamento rinunciatario di fronte a un
CONOSCERE IL PROBLEMA: COS È IL DDAI 11 gioco in cui non è bravo («Dice di non voler giocare, perché tanto è una schiappa»). Spesso si impegna da solo in attività di movimento, quali correre o scalare alberi, non valutandone la pericolosità. Per questo è anche finito al pronto soccorso, finora per fortuna per motivi non molto gravi. Gli insegnanti, anche se a tratti molto preoccupati per l andamento scolastico di Matteo e per il suo comportamento difficilmente gestibile, ne sottolineano la spontaneità, a tratti la dolcezza; all adulto sembra un bambino «poco sereno», «disturbato» da qualcosa che lo preoccupa o che comunque gli occupa la mente, facendolo risultare distratto e a volte «lontano» dalla classe. Questionari sulle caratteristiche del DDAI e sulle informazioni da ricercare di fronte a un caso Nel questionario 1 (Caratteristiche tipiche e non tipiche del DDAI) vengono elencati atteggiamenti e/o comportamenti che possono essere presenti in bambini con disturbo da deficit di attenzione/iperattività oppure che possono essere tipici di altre situazioni. Infatti, non sviluppare e/o utilizzare competenze attentive può dipendere da numerose cause, essere impulsivi o iperattivi può talvolta esprimere delle problematiche che rimandano a un disordine generalizzato dello sviluppo o a un generico problema di personalità, piuttosto che al DDAI. È tuttavia importante per l insegnante osservare attentamente i comportamenti problematici dell alunno e riconoscere quelli che sono tipici del disturbo da deficit di attenzione/iperattività e che generalmente si manifestano in ambito scolastico da quelli invece che possono essere causati da altre difficoltà del processo di crescita del bambino. Per ciascuna delle caratteristiche elencate nel questionario si dovranno mettere delle crocette (si veda la legenda), a seconda che si ritenga si tratti di un comportamento tipico del DDAI o di altre patologie. Quindi si potranno confrontare i propri risultati con le valutazioni del questionario 1bis, basate su osservazioni cliniche e dati di ricerca. Saper individuare i comportamenti di disattenzione/iperattività che contraddistinguono il profilo del bambino con DDAI può essere d aiuto all insegnante per orientare il proprio intervento educativo (ad esempio, scegliere un comportamento particolarmente problematico sul quale intervenire) e per aiutarlo nel formulare ipotesi diverse circa i comportamenti problema osservati (ad esempio, il problema di attenzione può dipendere anche da difficoltà non tipiche del DDAI, come nel disturbo d ansia). Il questionario 2 è invece utile per capire quali sono le informazioni da ricercare e approfondire di fronte a un caso di DDAI in modo da orientare in maniera mirata l intervento.
uestionario 1 Caratteristiche tipiche e non tipiche del DDAI Legenda: nessuna crocetta: comportamento per niente rappresentativo : comportamento poco rappresentativo : comportamento mediamente rappresentativo : comportamento tipico Ha difficoltà a prendere decisioni «Spara» le risposte prima che le domande siano state terminate Ha difficoltà ad attendere il proprio turno Fa il prepotente, minaccia, intimorisce gli altri Ha difficoltà a sviluppare relazioni con i coetanei Manifesta una grande stima di sé, enfatizzando spesso le sue capacità Evidenzia un bisogno continuo di parlare (eloquio eccessivo) Interrompe gli altri mentre sono impegnati in attività o conversazioni Non porta a termine i compiti scolastici Non sembra ascoltare quando gli si parla direttamente È sbadato nelle attività quotidiane Ha difficoltà a giocare o a dedicarsi a divertimenti in modo tranquillo È vendicativo e porta rancore Ha difficoltà ad attendere il proprio turno È disturbato dagli stimoli esterni Si nota la mancanza di ricerca spontanea della condivisione di gioie e interessi Non riesce a prestare attenzione ai particolari Litiga apertamente con gli adulti Muove con irrequietezza mani o piedi e si dimena sulla sedia Sembra sempre pensare ad altro DDAI Altro (continua)
È facilmente distratto dagli stimoli esterni Ha difficoltà a mantenere l attenzione sui compiti fino alla fine È in difficoltà nel riconoscere o nell identificarsi con i sentimenti altrui Richiede continua ammirazione per ciò che fa Lascia spesso le cose in disordine Accusa gli altri per i propri errori Non è in grado di utilizzare alcuni comportamenti non verbali nell interazione Raggira gli altri per ottenere favori Si dimostra irrequieto di fronte a situazioni o compiti nuovi Perde e/o dimentica gli oggetti necessari per i compiti o le attività È riluttante a impegnarsi in compiti che richiedono sforzo protratto Crede di essere speciale e unico Oscilla tra vissuti di inadeguatezza e altri di eccessiva stima nelle proprie capacità Presenta persistente riluttanza o rifiuto di andare a scuola È spesso irritabile e affaticabile Ha difficoltà a organizzarsi nei compiti o nelle attività È intollerante di fronte ai «no» e alle frustrazioni Si alza dal proprio posto spesso, sia a scuola che a casa Passa da un gioco all altro senza soffermarsi su nessuno Chiede insistentemente le cose anche se gli vengono negate È sensibile alle gratificazioni sia verbali che materiali Ha un rendimento scolastico da sempre insufficiente Sfida e irrita deliberatamente le persone DDAI Altro
uestionario 1 bis Caratteristiche tipiche e non tipiche del DDAI Legenda: nessuna crocetta: comportamento per niente rappresentativo : comportamento poco rappresentativo : comportamento mediamente rappresentativo : comportamento tipico DDAI Altro Ha difficoltà a prendere decisioni «Spara» le risposte prima che le domande siano state terminate Ha difficoltà ad attendere il proprio turno Fa il prepotente, minaccia, intimorisce gli altri Ha difficoltà a sviluppare relazioni con i coetanei Manifesta una grande stima di sé, enfatizzando spesso le sue capacità Evidenzia un bisogno continuo di parlare (eloquio eccessivo) Interrompe gli altri mentre sono impegnati in attività o conversazioni Non porta a termine i compiti scolastici Non sembra ascoltare quando gli si parla direttamente È sbadato nelle attività quotidiane Ha difficoltà a giocare o a dedicarsi a divertimenti in modo tranquillo È vendicativo e porta rancore Ha difficoltà ad attendere il proprio turno È disturbato dagli stimoli esterni Si nota la mancanza di ricerca spontanea della condivisione di gioie e interessi Non riesce a prestare attenzione ai particolari Litiga apertamente con gli adulti Muove con irrequietezza mani o piedi e si dimena sulla sedia Sembra sempre pensare ad altro (continua)
È facilmente distratto dagli stimoli esterni Ha difficoltà a mantenere l attenzione sui compiti fino alla fine È in difficoltà nel riconoscere o nell identificarsi con i sentimenti altrui Richiede continua ammirazione per ciò che fa Lascia spesso le cose in disordine Accusa gli altri per i propri errori Non è in grado di utilizzare alcuni comportamenti non verbali nell interazione Raggira gli altri per ottenere favori Si dimostra irrequieto di fronte a situazioni o compiti nuovi Perde e/o dimentica gli oggetti necessari per i compiti o le attività È riluttante a impegnarsi in compiti che richiedono sforzo protratto Crede di essere speciale e unico Oscilla tra vissuti di inadeguatezza e altri di eccessiva stima nelle proprie capacità Presenta persistente riluttanza o rifiuto di andare a scuola È spesso irritabile e affaticabile Ha difficoltà a organizzarsi nei compiti o nelle attività È intollerante di fronte ai «no» e alle frustrazioni Si alza dal proprio posto spesso, sia a scuola che a casa Passa da un gioco all altro senza soffermarsi su nessuno Chiede insistentemente le cose anche se gli vengono negate È sensibile alle gratificazioni sia verbali che materiali Ha un rendimento scolastico da sempre insufficiente Sfida e irrita deliberatamente le persone DDAI Altro
uestionario 2 Di fronte a un caso: informazioni da ricercare e approfondire Si legga con attenzione la situazione descritta qui di seguito: Le insegnanti non sanno più che pesci pigliare: da quando Carlo è arrivato nella loro classe, all inizio della terza elementare, non riescono più a gestire in modo adeguato il corso delle lezioni. Il suo banco sembra un campo di battaglia tanto è disordinato: i quaderni della lezione in corso sono sempre sovrapposti a quelli di altre materie o a oggetti che non c entrano con l argomento trattato. Spesso quindi capita che qualche cosa cada, creando confusione e distogliendo il resto della classe dall attività che l insegnante sta svolgendo. All inizio della mattinata le insegnanti sembrano riuscire a catturare la sua attenzione, ma essa sembra esaurirsi quasi subito per lasciare posto a battutine rivolte ai compagni, lanci di oggetti, «giri» tra i banchi in cerca delle cose più disparate. A poco sono valsi i rimproveri delle insegnanti, dato che Carlo non sembra ascoltarli, anzi questi danno spunto ad atteggiamenti provocatori e quasi di sfida. Anche se con il suo comportamento Carlo desta l attenzione e la curiosità degli altri bambini, ciò non è sufficiente per essere accettato da loro. Infatti la sua incapacità di rispettare le regole dei giochi durante l intervallo (vuole sempre fare di testa sua) e la sua difficoltà a rispettare il proprio turno e il proprio ruolo durante le attività di gruppo in classe fa sì che gli altri bambini tendano a escluderlo sempre più, respingendolo o evitandolo. A questa situazione lui ha cominciato a reagire con atteggiamenti aggressivi, rompendo o nascondendo loro le cose. Il rendimento scolastico non è soddisfacente: in classe Carlo non sembra ascoltare le consegne e comunque anche se inizia un compito non riesce quasi mai a portarlo a termine, tanto che i suoi quaderni sono pieni di cose lasciate a metà. In particolare gli ambiti in cui sembra incontrare più difficoltà sono la soluzione dei problemi matematici e l italiano, specie se deve esporre qualche cosa, perché «si sa con che cosa inizia ma non si sa con che cosa finisce». Ai genitori sono state esposte le difficoltà di Carlo: anche loro concordano nel riscontrare irrequietezza e scarso rispetto delle regole, ma dicono che «in fondo è ancora tanto piccolino!»; piuttosto si dimostrano preoccupati per il rendimento scolastico che sembra inspiegabilmente peggiorare. (continua)
Quali sono le informazioni che sembrano più utili per la comprensione della situazione? Si provi a sottolinearle nel testo. Sono sufficienti? A volte una situazione problematica in classe sembra «senza via d uscita» a causa di una non approfondita analisi degli elementi in gioco. Quali altre informazioni sarebbe opportuno raccogliere? Si provi a elencarle: Il questionario che segue può essere utile per verificare quali aree importanti per la comprensione del problema devono essere ancora approfondite. Dopo avere letto la situazione descritta si barrino le domande a cui non è possibile rispondere: _ Come era il rendimento scolastico di Carlo nelle classi precedenti? Come sono le capacità attentive di Carlo rispetto alle dimensioni: accuratezza di analisi dell informazione mantenimento nel tempo dell orientamento al compito focalizzazione del campo attentivo flessibilità di spostamento Quali sono le abilità di memoria e apprendimento di Carlo? riesce a controllare la memoria di lavoro riesce a organizzare il suo studio usa strategie efficaci di memorizzazione Com è la capacità di Carlo di inibire comportamenti inadeguati? Nello specifico: aspetta il proprio turno rispetta le regole delle attività rimane seduto al proprio posto quanto necessario riesce a organizzare il proprio materiale riesce a procedere con ordine nello svolgimento dei compiti (continua)
I comportamenti problema sono comparsi tutti nello stesso periodo (all ingresso della terza?) In quali momenti delle attività scolastiche sono maggiormente frequenti tali comportamenti? Quali sono le strategie messe in atto dalle insegnanti per ognuno di essi? Hanno funzionato? Quali sono le strategie alternative ipotizzate o proposte dalle insegnanti? Come sono le competenze relazionali rispetto alle dimensioni: desiderio comunicativo abilità linguistiche gestione di situazioni di gruppo gestione di situazioni «a tu per tu» Come reagisce il bambino di fronte alle frustrazioni? Quali sono i punti di forza del bambino dal punto di vista del rendimento scolastico? In quali materie invece si incontrano le maggiori difficoltà? Quali sono le regole richieste dalle insegnanti? Sono implicite o sono state esplicitate agli alunni? Che spiegazioni dà il bambino di fronte ai propri insuccessi? Che spiegazioni dà il bambino di fronte ai propri successi? I genitori concordano sull identificazione di alcuni comportamenti problematici nel bambino? C è collaborazione tra famiglia e insegnanti? Quali strategie sono state messe in atto a questo fine? (continua)
Se a una prima lettura del caso presentato la situazione poteva sembrare sufficientemente chiara ed esaustiva, in realtà a un analisi più approfondita attraverso questo questionario si sono evidenziate alcune informazioni non presenti o solo parzialmente disponibili. La situazione proposta evidenzia alcuni elementi macroscopicamente comuni e sovrapponibili a quelli dimostrati da molti altri bambini con instabilità attentiva e comportamentale; è necessario tuttavia arrivare alla raccolta di un bagaglio di informazioni sufficientemente ampio da poter identificare le competenze e le difficoltà di questo specifico soggetto in più aree. In particolare le domande del questionario mirano alla raccolta di informazioni in otto specifici ambiti: 1. risorse attentive (nelle sue componenti) 2. abilità di memoria e apprendimento 3. capacità di controllo comportamentale 4. prestazioni scolastiche 5. livello di tolleranza alle frustrazioni 6. sistema attributivo 7. sistema relazionale/emozionale 8. strategie educative attuate.