6. Lo spazio visivo Il presente file costituisce una SINTESI del materiale presentato nel corso delle lezioni. Tale sintesi non deve essere ritenuta esaustiva dell argomento, ma andrà integrata dallo studente attraverso i propri appunti delle lezioni e gli approfondimenti bibliografici.
Lo spazio è un sistema di tensioni che ne determina la geometria; l espressione spaziale è legata alla sensazione di spazio che la composizione riesce a trasmettere. Le forze spaziali possono trasmettersi attraverso sei differenti modi: 1. La forma. Ogni figura possiede le proprie inerzie visive, prolungamenti delle geometrie interne.
2. La dimensione. La grandezza relativa delle forme è una forza spaziale attraverso la quale è possibile generare la sensazione di tridimensionalità.
3. l orientamento. L inclinazione di una forma rispetto ai margini del campo o rispetto ad altre forme può produrre stimoli differenti tra cui l indicazione del movimento.
4. Il peso ottico. Ogni forma, a seconda della zona del campo in cui è inserita e/o in relazione al suo colore o texture, dà all osservatore l impressione di possedere più o meno peso.
5. La latenza. Ogni linea o elemento non disegnato ma latente, che si genera per inerzia visiva o per chiusura, forma una struttura assente che rappresenta una forza spaziale.
6. l intervallo. Lo spazio che separa una forma dall altra può assumere il significato di forza spaziale se ordinato in modo da rappresentare accellerazione, velocità, ecc.
Modificando forma, dimensione e intervallo di una sequenza ottica, la configurazione assume significati differenti: a. Regolarità e bidimensionalità b. Tensione e tridimensionalità c. Crescita d. Rallentamento e. Accellerazione f. Curvatura
Un altro tipo di ritmo è quello cromatico, che può seguire i colori di un circolo cromatico oppure un gradiente di saturazione o di chiarezza di una stessa tinta.
Il ritmo può essere utilizzato per ampliare psicopercettivamente la composizione, inducendo l osservatore ad immaginare delle figure all esterno del campo. Per fare ciò esistono dei livelli minimi: bisogna disporre di almeno tre figure o parti di figure e di due intervalli.
Anche l uso di forme aperte produce un ampliamento dello spazio psicopercettivo.
La rottura di un ritmo è un efficace mezzo per porre in evidenza un oggetto. Un eccesso di rotture di ritmi può generare caos.
Anche utilizzando una sola forma possiamo verificare come l espressione spaziale cambi a seconda della zona del campo in cui viene posizionata. La condizione a è assolutamente in equilibrio; le altre trasmettono una sensazione di spazio.
Una configurazione può avere un valore formale se tendiamo a raggruppare le figure in modo da formare un unico insieme, al quale possiamo eventualmente attribuire un significato simbolico. Parliamo di valore spaziale quando nella composizione prevale la lettura dei percorsi visivi, delle forze spaziali e del movimento.
L equilibrio non esige la simmetria, che rappresenta, per esempio nel caso di una composizione con due estremità uguali, il mezzo più elementare per crearlo.
Due proprietà degli oggetti visiva hanno influenza sull equilibrio: il peso e la direzione. Maggiore è la profondità raggiunta da un area del campo visivo, maggiore è il suo peso. L isolamento costituisce un fattore di peso. Una configurazione regolare, come nelle forme geometriche semplici, le fa sembrare più pesanti.
Visivamente un oggetto di dimensioni, forma e colore dati acquisterà peso se collocato in alto. In direzione verticale perciò, l equilibrio non si ottiene disponendo ad altezza diversa oggetti uguali: il più alto deve essere più leggero. Lo stesso concetto vale per i tipografi e i grafici. Gli impaginatori di solito lasciano più spazio in basso che in alto.
Rapporti figura sfondo, positivo - negativo Marchio Rai, design Antonio Romano, 1991. Disegno di Armando Testa per la pubblicità del Digestivo Antonetto.
1. Diventa più facilmente figura ciò che è più piccolo e ciò che è contenuto.
2. Diventa più facilmente figura ciò che ha i margini convessi (la figura nera in campo bianco; una parte di cerchio bianco in campo nero).
3. Diventa più facilmente figura una forma chiusa piuttosto che una forma aperta. Una forma chiusa è necessariamente contenuta nel campo, mentre una forma aperta può consentire una reversibilità.
4. Diventa più facilmente figura ciò che è ha i margini più vicini.
5. Diventa più facilmente figura ciò che è orientato nello spazio secondo l asse orizzontale o verticale.
6. Diventa più facilmente figura ciò che ha i margini regolari. Vediamo figure bianche in campo nero a sinistra, perché leggiamo bene il parallelismo dei margini. A destra vediamo una figura nera in campo bianco per vicinanza dei margini.
7. Diventa più facilmente figura ciò che non è in equilibrio. Nell esempio in equilibrio la composizione è reversibile.
8. Diventa più facilmente figura ciò che è simmetrico. Il fattore simmetria, tuttavia, non è forte quanto la convessità.
9. Diventa più facilmente figura la configurazione che non lascia parti incomplete. Tendiamo infatti a preferire organizzazioni percettive che inglobano parti che altrimenti risulterebbero aperte.
10. Diventa più facilmente figura la parte della configurazione a cui viene attribuito un margine. Lo spazio tra le figure non ha forma e quindi non può possedere margini.