DEISSI (o INDICALITÀ) Il termine "deissi" origina dal greco δεῖξις (deîxis, "indicazione"), derivato di δείκνυμι (dèiknymi, "io mostro, io indico")
elemento universale a tutte le lingue elemento di un enunciato che per la comprensione rimanda al contesto situazionale si costruisce un riferimento cartesiano attorno al PARLANTE il sistema di riferimento [origo, hic, ego, nunc] Il PARLANTE diviene il centro del discorso e attorno a lui costruisce un sistema di coordinate spaziotemporale e sociale entro il quale assoggetta la realtà
Per garantire la coesione di un testo esiste anche un procedimento mediante il quale, utilizzando particolari elementi linguistici, i deittici, si mette in rapporto l enunciato con la situazione spazio-temporale a cui si riferisce.
Deissi è il riferimento che il parlante o chi scrive fa a persone, luoghi, tempi o ad altri punti del discorso o del testo stesso che ancorano l enunciato al momento dell enunciazione, cioè al momento e al luogo in cui chi parla o scrive sta parlando o scrivendo. I mezzi linguistici per esprimere la deissi sono i dimostrativi, i pronomi personali io, tu, gli aggettivi o pronomi possessivi mio, tuo ecc., gli avverbi qui, là, le espressioni temporali ieri, oggi, domani, fra x tempo, x tempo fa.
Perché è importante la deissi? Quando usiamo la lingua facciamo costante riferimento a elementi personali, spaziali, temporali, o interni al discorso che sono pertinenti all evento comunicativo. I deittici sono centrali nell acquisizione della lingua materna, perché sono fortemente legati alla situazione enunciativa, riferiti a oggetti presenti nel contesto di situazione, condivisi dai partecipanti e rafforzati dall input. Essendo rafforzati dall ostensione, sono i primi a comparire nel bambino, in un percorso che va dal concreto (gesto) all astratto (elaborazione verbale).
L importanza della deissi si coglie soprattutto in assenza. La mancanza di espressioni deittiche può rendere ambiguo o non del tutto comprensibile un enunciato. es.: (un cartello con scritto) Torno fra un ora incompleto e inaccettabile se non è accompagnato dall indicazione del tempo in cui è stato scritto (centro deittico)
Tipi di deissi Deissi personale: dipende dai ruoli dei partecipanti Parte del discorso implicata: pronomi personali (con inclusione / esclusione del parlante e/o dell interlocutore), aggettivi/pronomi possessivi, morfologia. inclusione: Anche quest anno abbiamo lezione alle 8 di mattina. esclusione dell interlocutore: Noi quarantenni abbiamo un altra visione del lavoro. esclusione del parlante: Come stiamo oggi? (il medico al paziente)
DEISSI DI PERSONA identifica i ruoli dei partecipanti nel discorso pronomi personali: io e tu del discorso flessioni verbali
La deissi personale riguarda la codifica del ruolo dei partecipanti all'evento comunicativo sono deittici i pronomi tonici: la 1 persona singolare (io), indica il riferimento del parlante a se stesso, la 2 persona (tu) indica il riferimento del parlante a chi parla e la 3 persona (egli) indica un riferimento a persone assenti; e i pronomi atoni o clitici (ne, lo, la, li, ecc.) che sono usati per riprese anaforiche, a breve distanza dall elemento cui si riferiscono nel testo come nell esempio: sto preparando il caffè, ne vuoi una tazza? Fanno parte della deissi personale anche gli appellativi (chi) e gli allocutivi (signora, ehi, lei ecc.).
Deissi spaziale (1) Si riferisce all ancoraggio spaziale di un evento comunicativo, che può coincidere o no con il centro deittico. Se coincide (qui), la deissi spaziale determina anche l adesso della deissi temporale. Secondo alcuni studiosi (ad. es. Levinson) la dimensione spaziale è quella prioritaria: nell organizzare linguisticamente la sfera personale e la dimensione temporale si seguono gli stessi criteri di quella. Molte espressioni non spaziali sarebbero improntate su espressioni spaziali (es: avanti negli anni).
Deissi spaziale (2) Quando il centro deittico non coincide con il riferimento, l ancoraggio deittico può essere assoluto o relativo: a) assoluto (non varia variando il centro deittico): Corso Cavour è a 2 km dalla stazione centrale. La posizione è indicata rispetto a un punto fisso. b) relativo (varia variando il centro deittico): Corso Cavour è a 2 km da qui. La posizione è indicata rispetto alla posizione dei partecipanti al momento dell enunciazione. I mezzi deittici che grammaticalizzano la collocazione spaziale sono gli avverbi locativi (qui/lì), gli aggettivi / pronomi dimostrativi, i verbi di movimento che indicano direzionalità (andare/venire).
DEISSI SPAZIALE identifica i rapporti fra parlante e spazio in cui si svolge il discorso Avverbi, dimostrativi DEISSI PROSSIMALE vicino al locutore DEISSI DISTALE lontano dal locutore
La deissi spaziale riguarda la codifica delle collocazioni spaziali relativamente alla posizione dei parlanti nell evento comunicativo I principali deittici spaziali sono : gli avverbi di luogo: qui, qua, lì, là, che situano l oggetto rispetto al luogo in cui si trovano i parlanti i pronomi dimostrativi: questo, codesto, quello che situano l oggetto rispetto ai singoli interlocutori i pronomi personali: costui, costei, colui, colei, coloro che situano l oggetto rispetto agli interlocutori anche se hanno connotazione negativa
DEISSI TEMPORALE identifica i rapporti fra parlante e tempo dell enunciazione o dei fatti descritti avverbi, espressioni temporali tempi verbali
La deissi temporale codifica in punti ed in intervalli di tempo relativamente al momento in cui viene pronunciato l enunciato sono deittici temporali sia gli avverbi di tempo, sia i tempi grammaticali che distinguono il tempo di codifica dal tempo di ricezione
Deissi temporale (1) Esprime la relazione fra il tempo dell evento che viene descritto e il momento dell enunciazione. Il centro deittico temporale corrisponde al momento in cui il parlante produce l enunciato. Nell interazione il centro deittico temporale coincide con quello spaziale. Negli altri tipi di interazione (e nello scritto) bisogna distinguere il tempo di codifica dal tempo di ricezione.
Deissi temporale (2) tempo fisico (time) vs. tempo linguistico (tense) Se parliamo di categorizzazione grammaticale del tempo parliamo di tempo linguistico. Se parliamo di ricordi, di organizzazione di ciò che dobbiamo fare nella giornata, ecc. ci riferiamo al tempo fisico. La nostra organizzazione (della cultura occidentale) del tempo è di tipo lineare unidirezionale: Passato Presente Futuro Non tutte le culture condividono la stessa visione del tempo (es: in cinese il tempo fisico è rappresentato come un ciclo).
Tempi deittici e anaforici Per ancorare un evento dobbiamo avere un tempo di riferimento (il momento dell enunciazione ME). Un evento può essere dunque contemporaneo, posteriore o anteriore al ME: i tempi che assicurano tali relazioni sono detti tempi deittici (il presente, il passato prossimo, l imperfetto, il passato remoto e il futuro del modo indicativo). i tempi che si legano nell enunciato ai tempi deittici sono detti tempi anaforici, che guardano a un tempo di riferimento interno all enunciato e indipendente dal tempo dell enunciazione (il trapassato prossimo o il trapassato remoto o il futuro anteriore).
Deissi sociale Serve a grammaticalizzare nella struttura linguistica informazioni relative alle identità sociali dei partecipanti e al tipo di relazione che lega parlante e interlocutore o parlante e persona/entità a cui il parlante si riferisce. Il centro deittico è dato qui dallo status o dal rango sociale del parlante, in base al quale si definisce il tipo di relazione con l interlocutore o con la persona/entità a cui il parlante si riferisce.
Tipi di deissi sociale 1) Deissi sociale relazionale: dipende dal tipo di relazione esistente fra il parlante e la persona a cui si riferisce. 2) Deissi sociale assoluta: non cambia con il cambiare della situazione comunicativa e del parlante. È legata a una molteplicità di parametri: età, rango sociale, conoscenza reciproca, relazione di parentela, condivisione di interessi particolari, appartenenza allo stesso ambito lavorativo, ecc. In italiano la deissi sociale si esprime attraverso gli allocutivi (tu vs. lei).
DEISSI TESTUALE (o del discorso) identifica parti del testo a cui si riferisce
Deissi del discorso Indica la relazione fra parti dello stesso discorso (o dell enunciato stesso). Il centro deittico è costituito dal punto in cui il parlante/scrivente si trova nel corso della produzione del discorso/enunciato. Il contesto è svolto dal co-testo, mentre la deissi situazionale si riferisce a elementi esterni al testo.
Tra i tipi di deissi Levinson* annovera anche la deissi testuale, che concerne l uso, all interno di un enunciato, di espressioni che si riferiscono ad una parte del discorso che contiene tale enunciato come ad esempio, l uso di espressioni quali: comunque, o di espressioni temporali per fare riferimento a porzioni di discorso: l'ultimo passaggio, il primo verso, la frase precedente ecc. (Levinson S. C. (1985). Pragmatica. Bologna: il Mulino.)
Nella categoria della deissi testuale rientra anche l articolo: la scelta fra l articolo determinativo e l articolo indeterminativo è definita infatti dalle caratteristiche del referente e dall organizzazione informativa del testo. Se il referente è costituto da una categoria generale si usa l articolo determinativo: il gatto è un felino; se invece il referente è costituito da un termine che indica un individuo specifico si usa l articolo indeterminativo: Ho visto un gatto nero. Rispetto alla struttura informativa se l articolo riguarda un referente già menzionato (dato) si usa l articolo determinativo, altrimenti, nel caso di un referente nuovo, cioè menzionato per la prima volta in quel punto del testo e non presente nelle conoscenze condivise dei parlanti, si usa l indeterminativo; ad esempio: c'era una volta un re...il re disse.