ACQUE INTERNE IN ITALIA: UOMO E NATURA

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ACCADEMIA NAZIONALE DEI LINCEI ATTI DEI CONVEGNI LINCEI 250 VIII Giornata mondiale dell acqua ACQUE INTERNE IN ITALIA: UOMO E NATURA (Roma, 28 marzo 2008) ROMA 2009 scienze e lettere EDITORE COMMERCIALE

Carlo Germani (a), Carla Galeazzi (a), Mario Parise (a, b), Mariangela Sammarco (c) La carta degli antichi acquedotti sotterranei: stato dell arte e prospettive future La presenza sul territorio italiano di acquedotti risalenti ad epoche passate costituisce un elemento di notevole importanza storica (Castellani, Dragoni 1992; Castellani 1999), che allo stesso tempo testimonia la capacità da parte dell uomo di adattarsi alle caratteristiche naturali dell ambiente in cui si insedia e di trarre vantaggio dalle risorse in esso contenute (senza però per questo necessariamente causare degrado e/o inquinamento ambientale), e, non da ultima, l abilità ingegneristica nel costruire opere che tutt oggi sono di frequente ancora funzionali nonostante i tanti secoli trascorsi dalla loro realizzazione. Lo scorso anno, nell ambito del convegno organizzato dall Accademia dei Lincei La crisi dei sistemi idrici: approvvigionamento agro-industriale e civile, è stato presentato il progetto della Società Speleologica Italiana (SSI) denominato Carta degli Antichi Acquedotti Sotterranei, all epoca in stato di avanzata realizzazione (Germani et al. 2007). Con questo contributo gli autori presentano qui i risultati dei primi tre anni di ricerca, di recente sintetizzati in un numero monografico della rivista «Opera Ipogea» e che saranno presto resi disponibili sul sito internet www.antichiacquedotti.it. Le ricerche sinora condotte sull intero territorio nazionale, e che hanno visto il coinvolgimento di speleologi, ricercatori e studiosi di tutte le regioni, hanno portato al censimento di 120 opere acquedottistiche sotterranee (fig. 1). La rilevanza degli acquedotti censiti può essere facilmente apprezzata se si considera che ben 30 di essi presentano lunghezza superiore ai 10 chilometri. Opere notevoli, quindi, la cui progettazione e realizzazione hanno richiesto impegno di non poco conto e specifiche conoscenze tec- (a) Società Speleologica Italiana Commissione Cavità Artificiali Via Zamboni, 67 40126 Bologna. (b) CNR IRPI Via Amendola, 122 70126 Bari. (c) Università del Salento, Fac. Beni Culturali Via Birago, 64 73100 Lecce.

336 Fig. 1 distribuzione degli antichi acquedotti censiti sul territorio italiano. L elevato numero di strutture presenti nell area laziale crea, alla scala questa rappresentazione, un affollamento che ne impedisce il corretto posizionamento (da Opera Ipogea 1, 2007). niche, e che quindi costituiscono un indubbio patrimonio culturale, oltre che storico-archeologico, per il nostro paese. Ogni acquedotto censito (tab. 1) è stato descritto mediante una apposita scheda informativa, contenente le caratteristiche generali dell opera idrau-

337 Tabella 1 elenco delle strutture censite. La sigla è composta da due caratteri relativi alla regione (AB=Abruzzo, BA=Basilicata, ecc.) e da un numero progressivo. lica e del territorio in cui essa si sviluppa, i dati tecnici essenziali, la planimetria del percorso e la bibliografia specifica di riferimento. La ricerca bibliografica ha avuto un ruolo fondamentale nel progetto Carta degli Antichi Acquedotti Sotterranei. Esiste infatti sull argomento una vasta letteratura, disseminata in riviste di molteplici settori (in primis,

338 quello archeologico), spesso a carattere locale e di difficile reperibilità. Manca, in sostanza, un quadro di insieme che riesca a fornire una più precisa collocazione delle antiche opere idrauliche sotterranee sul territorio nazionale. Consapevoli di tale difficoltà, ci si è concentrati nei primi anni di attività del progetto nella raccolta bibliografica di testi, articoli, rapporti, volumi inerenti gli antichi acquedotti sotterranei. Questa fase della ricerca, complicata ma stimolante, ha fatto sì che siano stati raccolti oltre 1000 riferimenti bibliografici. Al fine di favorire la consultazione di una così corposa bibliografia, i riferimenti sono stati suddivisi in testi di carattere generale e in testi di interesse regionale. Questi ultimi sono stati a loro volta distinti in base alle singole strutture idrauliche. Risulta così immediato risalire alla bibliografia specifica relativa a un determinato acquedotto, o a una precisa area geografica del territorio nazionale (comune, provincia, regione). La distribuzione delle opere idrauliche censite è visualizzata sulla carta di insieme che presenta, oltre ad un prevedibile addensamento attorno a Roma, una notevole uniformità che fa ritenere le poche isole di discontinuità dovute semplicemente alla mancanza di informazioni o di adeguati studi sul campo. Anche l epoca di realizzazione delle opere appare molto uniforme, essendo gran parte degli acquedotti (precisamente, il 78%) riferibili al mondo greco-romano e i rimanenti in gran parte realizzati su tracciati risalenti allo stesso periodo storico. Di pari passo alla raccolta e catalogazione delle informazioni complessive del progetto, si è proceduto ad eseguire approfondimenti su singoli acquedotti, analizzandone aspetti specifici di interesse, quali ad esempio: le condizioni geologiche e morfologiche alla base della realizzazione dell opera (Delle Rose et al., 2006); lo sviluppo di acquedotti all interno o nei pressi di importanti aree archeologiche (Castellani et al. 1993, 2000; Galeazzi et al. 1999; Bambini et al. 2007); la storia, anche recente, di opere acquedottistiche in aree urbane, in relazione allo sviluppo stesso delle città (Guglia 2007); l analisi a scala regionale sulla distribuzione e tipologia delle opere idrauliche esistenti (Del Prete, Varriale 2007); l analisi di opere idrauliche utilizzate per trasporto di acqua necessaria a fungere da forza motrice per strutture produttive (Bixio et al. 2007). È infatti fondamentale tenere vivo l interesse del mondo speleologico su questa tematica, stimolando ulteriori ricerche ed esplorazioni che possano contribuire ad integrare ed aggiornare la attuale banca dati.

339 Gli obiettivi primari che si pone la SSI nell immediato futuro sono la verifica e validazione dei dati attualmente presenti nel database, l integrazione dei dati di alcune schede e l ampliamento ulteriore della bibliografia del progetto. Altri approfondimenti che saranno affrontati (compatibilmente con le risorse economiche a disposizione) sono basati su tematiche diversificate, e saranno condotti a scala variabile da quella nazionale alla locale, fino al singolo acquedotto: archeologia, aspetti conservativi, architettura, turismo culturale, idrogeologia, chimica delle acque e biospeleologia, solo per indicare alcuni dei possibili campi di studio. La realizzazione degli approfondimenti dovrà necessariamente partire dal rilievo topografico dell opera, ove non già esistente. La conoscenza di un antica opera idraulica sotterranea non può infatti prescindere dalla esatta collocazione spaziale delle sue parti, e dalla conoscenza delle sua parziale e/o totale percorribilità, nonché dei punti di pericolo in essa eventualmente presenti. Per questo aspetto ci si avvale del contributo e dell esperienza delle organizzazioni speleologiche in quanto l esplorazione di un antico acquedotto presenta spesso difficoltà peculiari legate all ambiente ipogeo, quali il buio assoluto, la presenza di tratti allagati, la necessità di muoversi in stretti cunicoli e di superare crolli e dissesti. La progressione, in questi casi, deve necessariamente essere effettuata con l utilizzo di specifiche tecniche ormai ampiamente collaudate e sicure, che richiedono però un indispensabile periodo di apprendistato al seguito di istruttori speleologi.

340 Bibliografia Bambini R., Campagnoli A., Campagnoli M., Cappa G., 2007. Un acquedotto etrusco-romano nel territorio di Cerveteri. Opera Ipogea, 9, 1: 95-104. Bixio R., De Pascale A., Saj S., Traverso M., 2007. Tre acquedotti sotterranei in provincia di Genova. Opera Ipogea, 9, 1: 85-94. Castellani V., 1999. La civiltà dell acqua. Editorial Service System, Roma. Castellani V., Caloi V., Cianetti L., 2000. Un indagine preliminare dei resti grafici nel condotto dell acquedotto di Palestrina (Roma). Opera Ipogea, 1, 1: 19-28. Castellani V., Dragoni W., 1992. Opere arcaiche per il controllo del territorio. Gli emissari artificiali dei laghi albani, in AA.VV., Gli Etruschi maestri di idraulica. Electa Editori Umbri, Perugia. Castellani V., Mecchia G., Piro M., Caloi V., Dragoni W., 1993. L acquedotto dell antica Praeneste. Le Grotte d Italia, Atti XVI Congr. Naz. Spel., 6-9 settembre 1990, Udine: 137-151. Delle Rose M., Giuri F., Guastella P., Parise M., Sammarco M., 2006. Aspetti archeologici e condizioni geologico-morfologiche degli antichi acquedotti pugliesi. L esempio dell Acquedotto del Triglio nell area tarantina. Opera Ipogea, 8, 1-2: 33-50. Del Prete S., Varriale R., 2007. Breve rassegna sui principali acquedotti ipogei della Campania. Opera Ipogea, 9, 1: 75-84. Galeazzi C., Galeazzi S., Germani C., De Paolis A., Scifo A., Leoni M., 1999. Opere idrauliche in Ariccia ed Albano Laziale (provincia di Roma, Lazio). Prime note sugli acquedotti del Malaffitto. Opera Ipogea, 2: 37-53. Germani C., Galeazzi C., Parise M., Sammarco M., 2007. Gli antichi acquedotti sotterranei: esempi di uso sostenibile delle risorse idriche. Atti Convegno La crisi dei sistemi idrici: approvvigionamento agro-industriale e civile, Accademia dei Lincei, Roma, 22 marzo 2007. Guglia P., 2007. L acquedotto Teresiano di Trieste. Opera Ipogea, 9, 1: 113-122.