I principali cambiamenti introdotti nelle SDS dai Regolamenti REACH e CLP 2 parte



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Transcript:

Corso di Formazione Schede di sicurezza e prodotti per utilizzatori I principali cambiamenti introdotti nelle SDS dai Regolamenti REACH e CLP 2 parte Cesena, 17-04-2012 Paolo Pagliai

SCOPO DEL REACH Quale metodo seguire per ottenere questi risultati ambiziosi? 2

ESPERIENZE PRECEDENTI Risk Assessment Report (RAR) condotti secondo il Regolamento CE 793/93 In 15 anni valutazione di 141 sostanze (79 complete) Da Raffaella Butera Fondazione Maugeri 3

REACH e CSA Il Regolamento REACH per realizzare i propri obiettivi affida le responsabilità citate all articolo 1.3 ai fabbricanti, agli importatori e agli utilizzatori a valle (DU) utilizzando come metodo la valutazione del rischio, che in questo contesto si chiama Valutazione della Sicurezza Chimica (CSA). Tutti i dati richiesti e prodotti per portare a termine con successo la registrazione hanno come scopo principale quello di permettere lo sviluppo di CSA più complete e aggiornate. 4

Valutazione della sicurezza chimica (CSA) Per tutte le sostanze prodotte o importate e registrate in quantitativi > 10 tonn/anno la CSA è lo strumento che consente di procedere alla: valutazione dei pericoli per la salute umana valutazione dei pericoli fisico-chimici per la salute umana valutazione dei pericoli per l ambiente valutazione PBT e vpvb se la sostanza risponde ai criteri di classificazione del CLP come pericolosa o è da considerare come PBT o vpvb, si procede anche alla: valutazione dell esposizione caratterizzazione del rischio 5

Obiettivo della CSA e del CSR L obiettivo della valutazione non è tanto stabilire se esista o meno un rischio, bensì identificare e descrivere le condizioni che permettono di controllare i rischi. I rischi si ritengono controllati quando i livelli d esposizione stimati non superano i livelli privi di effetto prevedibili (DNEL o PNEC). Il D.Lgs 81/2001 (articolo 15, articolo 224, ecc) punta invece all eliminazione dei rischi e, ove ciò non sia possibile, la loro riduzione al minimo approcci diversi ad uno stesso tema o solo differenze semantiche? 6

CSA e CSR La CSA si documenta in una Relazione sulla Sicurezza Chimica (CSR) che deve essere redatta seguendo il percorso metodologico indicato nell Allegato I del REACH 7

CSR e valutazione dell esposizione Lo sviluppo degli scenari di esposizione è una fase fondamentale del CSR per le sostanze pericolose, PBT, vpvb registrate per quantitativi > 10 tonn/anno 8

CSR e valutazione dell esposizione Da Raffaella Butera Fondazione Maugeri 9

Allegato I REACH 10

Definizione di scenario d esposizione Uno scenario d esposizione è l insieme delle informazioni che descrivono il modo in cui è possibile controllare i rischi associati all uso o agli usi identificati di una sostanza. 11

Scenari di esposizione (SE) Chi elabora gli SE deve conoscere non solo le proprie modalità di fabbricazione ed uso della sostanza e quelle di tutti i propri clienti che utilizzeranno la sostanza, ma anche di tutti coloro che utilizzeranno la sostanza (fino ai consumatori se del caso), valutando anche gli impatti sull ambiente. Affinché questo sistema possa funzionare è essenziale che i DU rendano noto ai propri fornitori le propria condizioni d uso e quelle dei propri clienti, e più in generale occorre modificare i flussi informativi fra cliente e fornitore. 12

La comunicazione nel REACH Dalla Guida alle disposizioni in materia d informazione e valutazione della sicurezza chimica Parte D - Elaborazione di scenari d esposizione 13

La comunicazione nel REACH Da Ida Marcello - ISS 14

La comunicazione nel REACH La SDS è lo strumento già utilizzato per trasmettere le informazioni di sicurezza appropriate sulle sostanze e sui preparati classificati all'utilizzatore o agli utilizzatori situati immediatamente a valle nella catena d'approvvigionamento. Il REACH apporta notevoli modifiche alle SDS ma richiede anche che le informazioni viaggino da valle a monte nella catena di approvvigionamento. 15 15

Scenari di esposizione (SE) Gli SE hanno essenzialmente una funzione giustificativa in quanto servono a dimostrare che determinati usi della sostanza e della miscela sono stati considerati e che l esposizione potenziale è stata valutata in termini di rischio. Gli SE svolgono anche una fondamentale funzione informativa in quanto una sintesi degli SE verranno comunicati a valle lungo la catena di approvvigionamento nella forma di un allegato tecnico alla scheda dati di sicurezza (SDS) che in questa forma viene chiamata scheda di sicurezza estesa (esds). Lo scenario d esposizione (ES) rappresenta quindi la base per una stima quantitativa dell esposizione e lo strumento di comunicazione di tale stima all interno della catena di approvvigionamento. 16

Contenuto degli scenari di esposizione Descrizione delle modalità di fabbricazione ed uso della sostanza Calcolo dell esposizione attesa per l uomo e per l ambiente in base alle caratteristiche di rilascio ed esposizione (determinanti) Confronto con gli opportuni parametri di non effetto (DNEL, PNEC) Calcolo del rapporto di caratterizzazione del rischio (RCR) Se RCR < 1 il rischio è controllato 17

Fasi per l elaborazione di uno scenario d esposizione (ES) Da guida CSA - Parte D - Elaborazione di scenari d esposizione 18

Fasi per l elaborazione di uno scenario d esposizione (ES) Dalla Guida alle disposizioni in materia d informazione e valutazione della sicurezza chimica Parte D - Elaborazione di scenari d esposizione 19

Condizioni operative e misure di gestione del rischio La raccolta delle informazioni per fornire una base sufficiente per la stima dell esposizione deve contenere i parametri principali che determinano il rilascio e l esposizione (ideterminanti). I determinanti possono appartenere a due categorie: le condizioni operative (OC) e le misure di gestione del rischio (RMM). Le condizioni operative (OC) che comprendono ogni azione, uso di strumenti o parametro che prevale nel corso della fabbricazione o durante l uso di una sostanza e che può avere, come effetto collaterale, un impatto sull esposizione dell uomo e/o dell ambiente. Le misure di gestione del rischio (RMM) che comprendono ogni azione, uso di strumenti o parametro che viene introdotto nel corso della fabbricazione o durante l uso di una sostanza allo scopo di prevenire, controllare o ridurre l esposizione dell uomo e/o dell ambiente. 20

Le condizioni operative (OC) Esempi di Uso Identificato e Condizioni Operative Uso identificato Tipo di attività / uso Uso di un detergente su superfici dure (LAVAVETRI PROFESSIONALE) Tecniche di dispersione aerea Il prodotto è fornito in soluzione concentrata che viene diluita dall utilizzatore Il prodotto diluito è uno spray che viene applicato alle superfici dure Il prodotto viene rimosso dalla superficie con uno strofinaccio Durata Frequenza Temperatura, caratteristiche dell ambiente recettore 4/5 ore giorno 5 giorni settimana L applicazione avviene a temperatura ambiente normale: 20 C Dimensioni del locale: 100 m 2 altezza 2,5 metri Superficie 40 m 2 Ricambio d aria normale: 0,5/ora Contenimento Processo aperto Nello scenario d esposizione figurano soltanto i parametri che incidono sul livello d esposizione. 21

Misure di gestione dei rischi (RMM) Il termine misure di gestione dei rischi si riferisce a un attività o a un dispositivo che riduce o controlla l esposizione dell uomo o dell ambiente a una sostanza durante il suo uso in quanto tale o in quanto componente di un preparato o di un articolo. Le misure di gestione dei rischi applicate a usi industriali comprendono ad esempio la ventilazione (uomo), inceneritori di gas di scarico o trattamento dei rifiuti o delle acque reflue (ambiente). È anche considerata una misura di gestione del rischio l uso di dispositivi di protezione individuale. 22

Esempi di misure di gestione del rischio (RMM) Controllo della ventilazione Wet techniques Da Leonello Attias - ISS 23

Esempi di misure di gestione del rischio (RMM) Segregazione Aspirazione delle polveri Da Leonello Attias - ISS 24

Esempi di misure di gestione del rischio (RMM) Dispositivi di protezione individuale Protezione del corpo Protezione delle mani Protezione respiratoria Protezione del viso/occhi Da Leonello Attias - ISS 25

RMM Library Sono necessarie informazioni sull effetto mitigante delle misure di gestione del rischio per valutare la riduzione dell esposizione associata ad esse. Per facilitare una accurata ed efficace comunicazione attraverso la catena di approvvigionamento, i P/I e DU possono utilizzare un sistema armonizzato per organizzare e descrivere le RMM e i loro effetti. A questo scopo è stata creata una biblioteca delle misure di gestione del rischio (RMM library) contenente una prima raccolta strutturata di RMM comunemente utilizzate per differenti tipologie di esposizione. Questa selezione comprende misure informative, organizzative e tecniche. 26

Descrittori d uso Il REACH non specifica la forma che deve essere data alle informazioni che descrivono le OC e le RMM e che devono poi essere trasmesse lungo la catena di approvvigionamento ai DU. La comunicazione all interno della catena di approvvigionamento e l attuazione efficace del concetto di scenario d esposizione dipendono entrambi dall uso di una terminologia armonizzata sul mercato europeo. Di conseguenza, è stato creato un sistema di descrittori standard per gli usi che aiutano i fornitori e gli utilizzatori a strutturare le comunicazioni tra loro. I descrittori d uso vengono ad esempio utilizzati per costruire dei titoli brevi in modo tale che l'utilizzatore a valle sia in grado di stabilire rapidamente se uno scenario d'esposizione ricevuto è adatto a coprire i suoi usi. Inoltre i descrittori degli usi possono aiutare il DU a descrivere in modo strutturato un uso che desidera rendere noto al fornitore 27

Guida per i descrittori d uso 28

Descrittori d uso I descrittori d uso sono basati su 5 elementi: 1. Categoria di settore di uso (SU) 2. Categoria di prodotto chimico (PC) 3. Categoria di processo (PROC) 4. Categoria di articolo (AC) Categoria di rilascio ambientale: Environmental Release Categories (ERC) 29

Descrittori di uso di un solvente Dalla Guida CSA: Parte D - Elaborazione di scenari d esposizione 30

Esempio di titolo breve 31

Stima dell esposizione Una volta predisposto uno scenario d esposizione iniziale, quest ultimo deve essere testato per valutare se le informazioni in esso raccolte sono sufficienti a dimostrare che i rischi derivanti dalla fabbricazione e tutti gli usi identificati (o l uso identificato) sono sotto controllo. Idealmente, il processo di stima dell esposizione dovrebbe basarsi su misurazioni effettive riguardanti l uso della sostanza in ciascuno scenario. Non sempre tuttavia ciò è possibile. Tutte le informazioni raccolte sulle condizioni di uso tradotte nel linguaggio dei descrittori d uso possono essere utilizzate per stimare l esposizione per l uomo e per l ambiente attraverso algoritmi matematici o software di calcolo. In prima battuta (scenario di esposizione iniziale) si utilizzano strumenti di primo livello (Tier 1) che utilizzano approcci molto cautelativi. 32

Caratterizzazione del rischio Nella Caratterizzazione del rischio (RCR) per la salute umana, l esposizione stimata per ogni tipologia di popolazione umana dovrà essere comparata con gli appropriati DNEL. RCR Exposure DNEL Rischio controllato se RCR<1 DNEL EXP I rapporti di caratterizzazione del rischio (esposizione/dnel) vanno calcolati per ogni categoria di popolazione e via di esposizione descritta nell ES. 33

Nella caratterizzazione del rischio (RCR) per l ambiente, l esposizione stimata per ogni tipologia di comparto ambientale dovrà essere comparata con le appropriate PNEC. Rischio Caratterizzazione del rischio RCR PEC PNEC 34

..e se il rischio non è controllato? exp o DNE L Raffinare l hazard assessment con ulteriori dati; Raffinare la valutazione dell esposizione per assicurare una stima realistica che rifletta le condizioni d uso definite nell ES iniziale mediante l utilizzo di modelli o dati di monitoraggio. Raffinare l ES introducendo misure di mitigazione più severe o modificando le condizioni d uso nell ES. Da Leonello Attias - ISS 35

Formato dell ES per la comunicazione ai DU (maggio 2010) 36

Aspetto di uno scenario di esposizione vero Da Raffaella Butera Fondazione Maugeri 37

Ruolo svolto dai DU Se l uso che fa della sostanza non è previsto nella SDS e/o si intende mantenere confidenziale il proprio uso della sostanza. o Se il fornitore non include nella esds l uso notificato dal DU (è un uso sconsigliato dal produttore). e il DU intende continuare ad utilizzare la sostanza, Il DU ha l obbligo di: notificare direttamente a ECHA il proprio uso della sostanza predisponendo autonomamente un CSR, predisporre la SDS, identificare, applicare eventuali appropriate misure per controllare in maniera adeguata i rischi identificati e documentando le misure che raccomanda di applicare nella propria SDS (Allegato XII) Questo obbligo si applica a partire da quantitativi 1 tonn/anno 38

Alcuni legami fra SDS e esds Sezione 1.2 della SDS: Usi pertinenti e usi sconsigliati 39

Alcuni esempi 40

Altri legami fra SDS e esds Dalla Guida alle disposizioni in materia d informazione e valutazione della sicurezza chimica Part G Extending the SDS 41

SEZIONE 8 Controllo dell esposizione/protezione individuale La Sezione 8 della esds dovrebbe riportare le misure di gestione del rischio (RMM) occupazionali specifiche, aventi l obiettivo di limitare l esposizione al di sotto dei DNEL. 42 42

SEZIONE 8 Controllo dell esposizione/protezione individuale 8.1. Parametri di controllo Valori limite d'esposizione Indicare i valori limite di esposizione professionale nazionali e/o i valori limite biologici. I valori sono indicati per lo Stato membro in cui la sostanza o il preparato è immesso sul mercato. Fornire informazioni sulle procedure di monitoraggio raccomandate. Quando è prescritta una relazione sulla sicurezza chimica, indicare i DNEL e le PNEC pertinenti per la sostanza per gli scenari d'esposizione riportati nell'allegato della scheda di dati di sicurezza. Per i preparati, è utile indicare valori per i componenti che devono figurare nella scheda di datidisicurezzaanormadelpunto3. 43

SEZIONE 8 Controllo dell esposizione/protezione individuale 8.2 controllo dell esposizione In questa sezione deve essere riportata la sintesi di tutte le RMM riguardanti tutti gli usi identificati e coperti dagli ES. S'intende per controllo dell'esposizione tutta la gamma di misure specifiche di gestione dei rischi da adottare durante l'uso onde ridurre al minimo l'esposizione dei lavoratori e dell'ambiente. Therefore any information available concerning workplace exposure should be indicated in this sub-section, unless it is included in an attached Exposure Scenario in which case reference to it should be made. 44

SEZIONE 8 Controllo dell esposizione/protezione individuale Se un fornitore considera utile mantenere maggiori dettagli sui DPI nella Sezione 8 del testo principale della esds dovrebbe assicurarsi che: i)idettaglirelativiaidpie ii)lasintesidellermmspecificheperivariusinell ES vengano mantenuti separati nella Sezione 8.2.1. In ogni caso il requisito fondamentale è che i DPI indicati nel testo principale della SDS siano coerenti con quelli citati negli ES 45

SEZIONE 9 Informazioni sulle proprietà fisiche e chimiche 46