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Provincia di Forlì-Cesena VARIANTE AL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (approvato con delibera di CP n. 68886/149 del 14/09/2006) IN RECEPIMENTO DEI PIANI DI GESTIONE DEI DISTRETTI IDROGRAFICI DELL'APPENNINO SETTENTRIONALE E DELL'APPENNINO CENTRALE E DEL PIANO REGIONALE DI TUTELA DELLE ACQUE Attuazione dell'art. 27 bis della L.R. 20/2000 e s.m.i. Approfondimento delle Zone di Protezione delle acque sotterranee: aree di ricarica nel territorio di pedecollina-pianura della Provincia di FORLI CESENA RELAZIONE TECNICA ALLEGATO 5

A cura di Dott. Paolo Severi & Dott. Stefano Pezzi Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli Regione Emilia-Romagna Responsabile del Responsabile del Servizio Dott. Raffaele Pignone Febbraio 2006

Indice generale 1 Premessa...4 2 Metodologia seguita e risultati ottenuti...5 3 Settori A e B...5 3.1 Analisi dei dati qualitativi e quantitativi delle acque sotterranee...5 3.2 Analisi della cartografia geologica disponibile...6 3.3 Analisi dei gradienti idraulici deducibili da carta piezometrica...7 3.4 Analisi degli studi per la realizzazione della nuova cartografia di vulnerabilità regionale...7 3.5 Analisi dei dati disponibili sulla geochimica isotopica delle acque sotterranee...8 3.6 Analisi della cartografia di vulnerabilità disponibile nella Provincia di Forlì-Cesena..8 4 Settore C...8 5 Settore D...8 6 Conclusioni...9 7 Aggiornamento cartografico al 2012...11 8 Allegato 1...12 8.1 Dettaglio dei dati derivanti dalle reti di monitoraggio delle acque sotterranee...12

1 Premessa Il presente lavoro è stato eseguito nell ambito di una collaborazione tra il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia-Romagna, ed il Servizio Ambiente e Sicurezza del Territorio della Provincia di Forlì-Cesena relativa alla realizzazione del Piano di Tutela delle Acque della Provincia di Forlì-Cesena, ed è finalizzato in particolare alla definizione alla scala provinciale delle Zone di Protezione delle acque sotterranee: aree di ricarica nel territorio di pedecollinapianura della Provincia di Forlì-Cesena. Tali zone erano state precedentemente definite a scala regionale dalle perimetrazioni della Tavola 1 del Piano di Tutela delle Acque (d ora in poi PTA) della Regione Emilia-Romagna, approvato dall'assemblea Legislativa con Deliberazione n. 40 del 21 dicembre 2005. La metodologia seguita dal PTA regionale prevede l individuazione di quattro differenti settori in cui le zone di protezione delle acque sotterranee vengono divise (A, B, C, e D). La cartografia regionale definisce tali settori in scala 1:250.000, indicando per il settore B anche una fascia da sottoporre ad approfondimenti. Tale fascia da sottoporre ad approfondimenti è presente anche nel territorio della Provincia di Forlì-Cesena, dove interessa la zona delle conoidi alluvionali dei fiumi Ronco e Rabbi, comprese tra gli abitati di Forlì e Forlimpopoli. Nella presente relazione viene illustrata la metodologia seguita per la definizione cartografica a scala provinciale dei quattro settori che compongono le Zone di protezione delle acque sotterranee: Zone di ricarica in Provincia di Forlì-Cesena. Si precisa che la metodologia seguita è del tutto analoga a quella che il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione EmiliaRomagna ha usato per trattare le stesse tematiche nella Provincia di Modena, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, e Rimini. La metodologia seguita ha quindi permesso di definire la "fascia da sottoporre ad approfondimenti" del settore B, ed anche di definire meglio il settore A, B e C in tutto l areale della Provincia di ForlìCesena. La definizione a scala provinciale dei quattro settori delle zone di protezione è stata coordinata dal dott. Paolo Severi del Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia-Romagna, i lavori sono stati svolti dal dott. Stefano Pezzi, appositamente incaricato dal Servizio Ambiente e Sicurezza del Territorio della Provincia di Forlì-Cesena. I lavori sono stati condotti a stretto contatto con il Servizio Ambiente e Sicurezza del Territorio della Provincia di Forlì-Cesena. 4

2 Metodologia seguita e risultati ottenuti Al fine di effettuare gli adeguamenti richiesti dal PTA regionale si è fatto riferimento alla metodologia indicata nello stesso Piano regionale (si veda la Relazione generale del PTA, pagine 104-110). In sintesi, la definizione metodologica dei settori A e B prende in considerazione dati di tipo geologico, quali la profondità degli acquiferi dal piano campagna e loro caratteristiche geometriche; e di tipo idrogeologico, come le caratteristiche delle oscillazioni piezometriche dei punti di monitoraggio, e i trend dei nitrati nei punti di controllo. Per definire il settore C viene considerata la distribuzione dei bacini imbriferi di primaria alimentazione dei settori A e B. Mentre le zone D sono definite nel PTA regionale in modo geometrico, con una larghezza di 250 metri per lato a destra e sinistra dei fiumi nel loro percorso all interno dei settori A e B. 3 Settori A e B Con l obiettivo di operare un approfondimento di scala rispetto ai limiti regionali delle Zone di Protezione, per i settori A e B, si sono considerati i seguenti elementi. 3.1 Analisi dei dati qualitativi e quantitativi delle acque sotterranee Nel rispetto della metodologia indicata dal PTA, si sono analizzati i dati qualitativi e quantitativi delle acque sotterranee ricadenti nell area interessata dalle zone di protezione definite nel PTA regionale, e presenti in un intorno di alcuni chilometri, verso valle, verso monte e verso est ed ovest. Si sono valutati i punti di monitoraggio della rete di controllo delle acque sotterranee della Regione Emilia-Romagna. In particolare sono stati analizzati 19 pozzi di tale rete (dati di livello piezometrico dal 1976 al 2006, dati di qualità delle acque dal 1987 al 2006). L elenco di tutti i dati analizzati è riportato all allegato 1, l allegato 1 contiene anche un elenco dei pozzi che sono risultati più utili alla definizione dei nuovi limiti, nonché un loro commento rispetto alle variabili analizzate. La figura 1 mostra i pozzi di monitoraggio presenti nella zona oggetto di analisi, sono indicati sia i pozzi della rete di monitoraggio regionale che quelli della rete di monitoraggio del Programma SINA, della quale si dirà più avanti. La figura 1 mostra anche i limiti delle zone di protezione così come indicati nel PTA regionale. 5

figura 1: distribuzione dei punti di monitoraggio utilizzati per i dati sulle acque sotterranee. In blu i punti della rete regionale, in rosso i punti della rete SINA. La figura indica inoltre i limiti delle zone di protezione del PTA regionale (zona A verde scuro, zona B giallo, zona B da sottoporre ad approfondimenti azzurro, zona C verde chiaro, zona D retino trasversale grigio). Al fine di classificare ogni punto nel suo proprio settore di appartenenza, si è valutato: 1) per quel che riguarda le oscillazioni piezometriche, si considerano appartenenti al settore B quei punti in cui le oscillazioni stagionali siano solitamente maggiori di 2 metri; 2) per quel che riguarda la parte qualitativa si considerano nel settore A quei punti in cui il valore dei nitrati subisca delle variazioni rapide, mentre trend dei nitrati regolari e continui indicano appartenenza al settore B. Si sottolinea come per il settore A ci fossero pochissimi punti a disposizione. Questa analisi ha permesso di definire in modo corretto la "fascia da sottoporre ad approfondimenti" del settore B ed anche di riposizionare in modo più adeguato il settore B nelle sue zone nord (allargamento nell area a sud ovest di Forlì ed a nord ovest di Cesena) 3.2 Analisi della cartografia geologica disponibile Nel rispetto della metodologia indicata dal PTA, si sono analizzate le cartografie geologiche elaborate dal Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia-Romagna, sia pubblicate, che in corso di pubblicazione. In particolare si è analizzata la carta geologica in scala 1:10.000, e la carta geologica in scala 1:50.000, quest ultima particolarmente utile perché disponibile anche nel settore di pianura, ed anche con informazioni sulla geologia di sottosuolo. 6

Da questo punto di vista si sottolinea che il settore di ricarica di tipo A, ovvero l area di ricarica diretta della falda, identificabile come un sistema monostrato in continuità con la superficie, è caratterizzato dalla presenza di ghiaie, che a partire dal piano campagna proseguono nel sottosuolo per decine di metri. Il settore di tipo B si sviluppa invece a valle e lateralmente rispetto al settore A. Questa analisi ha permesso di riposizionare in modo migliore il limite del settore A in tutte le conoidi della provincia e di individuare in modo corretto il limite di monte del settore B. 3.3 Analisi dei gradienti idraulici deducibili da carta piezometrica Nel rispetto della metodologia indicata dal PTA, si sono inoltre analizzati i gradienti idraulici delle acque sotterranee nell area di interesse; la metodologia indicata dal PTA dice infatti che il settore A è caratterizzato dai gradienti idraulici più elevati tra quelli osservabili in pianura. A tal fine si è analizzata la Carta idrogeologica della prima falda messa a disposizione dal Comune di Forlì, che è stata appositamente georeferenziata al fine di poterla confrontare in modo diretto con tutte le altre basi dati disponibili. Questa analisi ha concorso, assieme alle carte geologiche di sottosolo di cui al punto precedente, alla definizione del settore A per la conoide del Rabbi e del Ronco. 3.4 Analisi degli studi per la realizzazione della nuova cartografia di vulnerabilità regionale Nel rispetto della metodologia indicata dal PTA, si sono inoltre analizzate le elaborazioni cartografiche di supporto ai lavori relativi alla stesura di una nuova Carta Regionale della Vulnerabilità (determinazione n. 6636 del 6/7/2001 della Direzione Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa della Regione Emilia-Romagna). Si tratta, in particolare, della proposta di nuova carta regionale di vulnerabilità, derivante dalla carta della profondità delle ghiaie dal piano campagna e dalla carta del grado di protezione del sistema suolo-clima-coltura. In estrema sintesi questa carta è stata costruita inizialmente individuando le zone caratterizzate dalla presenza di ghiaie a profondità inferiori a 10 metri dal piano campagna. Nelle aree così individuate, si sono considerate le caratteristiche dei suoli, unitamente al clima ed al tipo di coltura presente. Da ultimo sono state individuate le zone in cui le proprietà dei suoli precludono o inibiscono in modo importante il deflusso idrico verso il basso, cioè le zone in cui non può di fatto avvenire la ricarica delle falde. Si precisa che nel PTA regionale questa carta è stata utilizzata, assieme alle elaborazione idrogeologiche più sopra ricordate, per la definizione esterna del settore B. Questa analisi ha concorso alla delimitazione del settore D per il Montone, il settore A nel Rabbie e nel Ronco e Savio. In questa sede, e analogamente a quanto fatto per le altre province dell Emilia-Romagna, per ottenere una migliore e più dettagliata definizione cartografica dei tematismi trattati, si è scelto di integrare la metodologia del PTA regionale attraverso lo svolgimento delle seguenti attività. 7

3.5 Analisi dei dati disponibili sulla geochimica isotopica delle acque sotterranee E stata considerata l entità della ricarica stagionale dell acquifero sulla base dei dati geochimicoisotopici delle acque sotterranee disponibili su scala regionale grazie ai risultati del Progetto operativo Monitoraggio Acque Indagine di idrologia isotopica, sviluppato nell ambito del Programma SINA (Sistema Informativo Nazionale Ambientale). Dal punto di vista concettuale la percentuale della ricarica annuale viene indicata dal valore della differenza del delta 18 O rilevata nelle due campagne annuali disponibili: valori alti di questa differenza indicano una ricarica stagionale importante, e quindi forte vicinanza alle zona di ricarica. Va sottolineato che l utilizzo di dati geochimica-isotopici è suggerita dalla metodologia del PTA regionale per quanto concerne la definizione del settore A. La distribuzione dei punti analizzati è riportata nella figura 1, i pozzi analizzati di interesse per l area in esame sono 11. L elenco di questi pozzi è riportato nell allegato 1, dove, i più significativi, vengono anche brevemente commentati. Questa analisi ha concorso alla definizione del settore B da sottoporre ad approfondimenti. 3.6 Analisi della cartografia di vulnerabilità disponibile nella Provincia di Forlì-Cesena Per l importante contenuto tecnico che contengono, è stata inoltre analizzata la Carta della vulnerabilità all inquinamento dell acquifero principale Pianura emiliano-romagnola delle province di Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini (CNR GNDCI, 2001). Tale carta è stata georeferenziata e messa a confronto con tutte le altre base dati disponibili. Questa analisi ha concorso alla delimitazione del settore B verso nord in tutto l areale della provincia di Forlì-Cesena. 4 Settore C Con l obiettivo di operare un approfondimento di scala rispetto ai limiti regionali delle Zone di Protezione per il settore C, si è considerata, sulla base di quanto indicato nel PTA regionale, la distribuzione dei microbacini imbriferi montani contigui ai settori A e B. Ciò ha permesso di definire nel giusto modo il settore C rispetto al suo limite di monte. Il limite del settore C verso la pianura ovvero con gli altri settori B, A e D, è stato invece definito grazie all osservazione della carta geologica in scala 1:10.000, già citata più sopra. 5 Settore D Per quel che riguarda il settore D delle zone di protezione, sono state presi in considerazione i dati relativi alla carta geologica in scala 1:10.000, grazie ai quali è stato possibile gli ambiti di terrazzo alluvionale più prossimi ai diversi corsi d acqua. Per la zona del comune di Forlì si è inoltre considerata la già citata Carta idrogeologica della prima falda messa a disposizione dal Comune di Forlì considerando come appartenenti nel settore D le aree indicate in detta carta come acquiferi di fondovalle. Si sottolinea come questa correzione abbia consentito di operare un 8

deciso cambiamento rispetto a quanto indicato nel PTA regionale, dove il limite del settore D era dedotto semplicemente secondo un criterio geometrico. Questa analisi ha permesso di ridefinire il settore d delle aree di protezione su in tutto l areale della provincia di Forlì-Cesena. 6 Conclusioni Il lavoro svolto ha permesso di definire con il dettaglio necessario per la scala provinciale le Zone di Protezione delle acque sotterranee: aree di ricarica, nel territorio di pedecollina-pianura della Provincia di Forlì Cesena. La definizione delle Zone di Protezione è stata coordinata dal dott. Paolo Severi del Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia-Romagna, i lavori sono stati svolti dal dott. Stefano Pezzi, appositamente incarico dal Servizio Ambiente e Sicurezza del Territorio della Provincia di Forlì-Cesena. I lavori sono stati condotti a stretto contatto con il Servizio Ambiente e Sicurezza del Territorio della Provincia di Forlì-Cesena. Tutto il materiale elaborato è stato realizzato direttamente in formato digitale ed è già stato trasmesso ai tecnici della Provincia di Forlì Cesena. Il risultato del lavoro svolto è mostrato nella figura 2 Zone di Protezione delle acque sotterranee: aree di ricarica, nel territorio di pedecollina-pianura della Provincia di Forlì-Cesena. 9

figura 2: Zone di Protezione delle acque sotterranee: aree di ricarica, nel territorio di pedecollina-pianura della Provincia di Forlì Cesena. In barrato rosso le zone A, in barrato blu le zone B, in barrato arancio le zone D, in barrato verde le zone C. Sulla base della metodologia adottata l estensione delle aree di protezione definite a scala provinciale risulta in aumento rispetto al PTA regionale per il settore A, B e D, ed in diminuzione per il settore C. Si precisa da ultimo che i tecnici del Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli rimangono a disposizione per ogni eventuale ulteriore chiarimento e approfondimento rispetto alla cartografia fornita ed, in generale, alle tematiche qui trattate. 10

7 Aggiornamento cartografico al 2012 A seguito di ulteriori elementi forniti al Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia Romagna da parte della Provincia di Forlì Cesena, lo stesso Servizio regionale ha fornito la seguente ultima versione della cartografia: 11

8 Allegato 1 8.1 Dettaglio dei dati derivanti dalle reti di monitoraggio delle acque sotterranee. Rete di controllo delle acque sotterrane della Regione Emilia-Romagna Si sono analizzati i seguenti 19 pozzi ricadenti nell area di interesse. FC02-00, FC03-01, FC03-02, FC04-00, FC06-00, FC14-00, FC14-01, FC20-01, FC26-00, FC2800, FC28-01, FC50-00, FC71-00, FC73-00, FC75-00, FC80-00, FC83-00, FC85-00, FC90-00. Coerentemente con la metodologia sopra indicata tutti questi dati sono stati analizzati per quel che riguarda: il trend del livello piezometrico; l evoluzione dei nitrati nel tempo. Rete relativa a dati geochimico-isotopici disponibili su scala regionale grazie al Programma SINA Si sono analizzati i seguenti 11 pozzi ricadenti nell area di interesse. Rete SINA (11 pozzi) : I-FC-02, I-FC-03, I-FC-15, I-FC-16, I-FC-21, I-FC-25, I-FC-26, I-FC-27, IFC-31, I-FC-36, I-FC-38. Coerentemente con la metodologia sopra indicata di questi pozzi si è valutata la differenza tra il valore dell 18O nelle due campagne effettuate, diagnostica dell entità della ricarica stagionale e quindi della vicinanza alle zone di ricarica. Ai fini dell individuazione del nuovo limite del settore B delle zone di protezione qui proposto, i pozzi in assoluto diagnostici sono indicati qui di seguito. Resta inteso che tutti gli altri pozzi presenti nella zona di studio, supportano la scelta qui effettuata. Di seguito vengono commentati per ogni singolo pozzo i dati relativi alle variabili analizzate, ed il ruolo che hanno svolto per la definizione del nuovo limite. FC 02-00 (Rete regionale) N0n compreso nel settore B che necessita di approfondimenti. Geologia: Il pozzo è profondo 30 m e capta nell acquifero A1 (filtri non noti). Piezometria: il trend piezometrico mostra variazioni stagionali, in soli due casi l escursione piezometrica annua supera i 2 m. Nitrati: il trend dei nitrati si mostra in crescita nel tempo con andamento a tratti irregolare. Sulla base di questi dati il pozzo in questione non è compreso nel settore B. 12

FC 03-01 (Rete regionale): Compreso nel settore B che necessita di approfondimenti. Geologia: Il pozzo è profondo 45 m e capta nell acquifero A1 (filtri non noti). Piezometria: il trend piezometrico mostra spesso variazioni stagionali, in alcuni casi l escursione piezometrica annua supera i 2 m. Sulla base di questi dati il pozzo in questione è stato incluso nel settore B. FC 03-02 (Rete regionale): Compreso nel settore B che necessita di approfondimenti. Geologia: profondità del pozzo 4 4m, e capta nell acquifero A1 (filtri da 38 a 44 m).. Piezometria: il trend piezometrico mostra variazioni stagionali, in molti casi l escursione piezometrica annua superi i 2 m. Nitrati: il trend dei nitrati si mostra in crescita nel tempo con andamento a tratti irregolare. Sulla base di questi dati il pozzo in questione è stato incluso nel settore B. FC 04-00 (Rete regionale): Compreso nel settore B che necessita di approfondimenti. Geologia: Il pozzo è profondo 43 m e capta nell acquifero A1 (filtri non noti). Piezometria: il trend piezometrico mostra variazioni stagionali, in molti casi l escursione piezometrica annua supera i 2 m. Sulla base di questi dati il pozzo in questione è stato incluso nel settore B. FC 06-00 (Rete regionale): Non compreso nel settore B. Geologia: Il pozzo è profondo 70m e capta nell acquifero A (filtri non noti). Piezometria: il trend piezometrico mostra continue variazioni stagionali, quasi sempre l escursione piezometrica annua supera i 2 m. Nitrati: il trend dei nitrati si mostra regolare nel tempo, con valori compresi tra <1 mg/l e 19,5 mg/l. Sulla base di questi dati il pozzo in questione è stato incluso nel settore B. FC 14-01 (Rete regionale): Non compreso nel settore B che necessita di approfondimenti. Geologia: Il pozzo è profondo 170 m e capta negli acquiferi A e B (filtri da 76 a 171 m). Piezometria: il trend piezometrico mostra continue variazioni stagionali, quasi sempre l escursione piezometrica annua supera i 2 m. Nitrati: il trend dei nitrati si mostra costante nel tempo, con valori sempre <1 mg/l. Sulla base di questi dati il pozzo in questione resta escluso dal settore B 13

FC 75-00 (Rete regionale): Non compreso nel settore B che necessita di approfondimenti. Geologia: Il pozzo è profondo 129,5 m e capta nell acquifero A (filtri da 123,5 a 129,5 m). Piezometria: il trend piezometrico mostra continue variazioni stagionali, l escursione piezometrica annua supera sempre i 2 m. Sulla base di questi dati il pozzo in questione è stato incluso nel settore B. I-FC-36 (Rete Sina): Non compreso nel settore B che necessita di approfondimenti. Geologia: Il pozzo è profondo 40 m e capta nell acquifero A. Valore della differenza dell 18O: 0.11 delta 18O. Sulla base di questi dati il pozzo in questione è stato incluso nel settore B. I-FC-02 (Rete Sina): Compreso nel settore B che necessita di approfondimenti. Geologia: Il pozzo è profondo 75 m e capta nell acquifero A (filtri da 60 a 67 m). Valore della differenza dell 18O: 0,3 delta 18O. Sulla base di questi dati il pozzo in questione è stato incluso nel settore B. I-FC-25 (Rete Sina): Compreso nel settore B che necessita di approfondimenti. Geologia: Il pozzo è profondo 36,25 m e capta nell acquifero A1 (filtri da 26 a 36 m). Valore della differenza dell 18O: 0,04 delta 18O. Sulla base di questi dati il pozzo in questione resta escluso dal settore B. I-FC-21 (Rete Sina): Non compreso nel settore B che necessita di approfondimenti. Geologia: Il pozzo è profondo 88 m e capta nell acquifero A (filtri da 83 a 88 m). Valore della differenza dell 18O: 0,06 delta 18O. Sulla base di questi dati il pozzo in questione resta escluso dal settore B. 14