Il rischio di credito: interrelazioni tra IAS e Basilea 2 Giornata di studio APB Milano, 20 Novembre 2003 2003 KPMG Business Advisory Services S.p.A., an Italian limited liability share capital company, is a
AGENDA 2 1. Basilea 2 2. La conversione agli IAS 3. IAS e Basilea 4. La valutazione del rischio di credito 5. La trasparenza 6. Tempistica 7. Sinergie progettuali
Basilea 2 3 Nel sistema di vigilanza internazionale, il patrimonio è il fattore attorno al quale ruota la valutazione della stabilità degli enti creditizi, in quanto costituisce un cuscinetto contro le perdite; Nel 1988, il Comitato di Basilea rilascia il cosiddetto Accordo sul capitale che, per il rischio di credito, prevede il vincolo su base consolidata del requisito patrimoniale minimo obbligatorio dell 8%; Nel gennaio 2001, il Comitato pubblica la nuova bozza dell accordo intitolata The New Basel Capital Accord (cd. Basilea II), tuttora in fase di revisione. Uno degli obiettivi del Nuovo Accordo è quello di stimolare una convergenza da un risk management guidato dal Capitale di Vigilanza a un risk management guidato dal Capitale Economico.
Basilea 2 4 Il Nuovo Accordo si basa su tre pilastri che definiscono aspetti e requisiti patrimoniali, organizzativi e gestionali del gruppo bancario: Pillar I Requisiti minimi patrimoniali Rischio di mercato Nessun cambiamento rispetto a Basilea I Rischio di credito Significativi cambiamenti rispetto a Basilea I: tre diversi approcci per il calcolo del requisiti minimi di capitale; incentivi in termini di requisiti di capitale per gli approcci di credit risk management più sofisticati; requisiti specifici per i sistemi e dati da utilizzare per gli approcci più sofisticati. Rischio operativo Elemento di novità rispetto a Basilea I Tre diversi approcci per il calcolo dei requisiti minimi di capitale Riconoscimento dei diversi approcci in funzione del rispetto di specifici criteri di qualificazione Pillar II Ruolo della Vigilanza Le banche dovranno avere un processo strutturato per determinare l adeguatezza complessiva del capitale e una strategia per mantenere determinati livelli di capitale Le Autorità di Vigilanza dovranno rivedere e valutare i processi interni delle banche per la determinazione dell adeguatezza del capitale Le Autorità di Vigilanza richiederanno alle banche di operare con livelli di capitale di vigilanza superiori al minimo consentito e potranno avere la facoltà di imporre alle banche di detenere tale livello di sicurezza Le Autorità di Vigilanza interverranno per impedire che le banche scendano al di sotto del livello minimo consentito Pillar III Disciplina di mercato Previsione di una informativa minima di base verso l esterno per una effettiva disciplina di mercato La disciplina di mercato indurrà una maggiore solidità del sistema bancario
Basilea 2 5 La valutazione del rischio di credito costituisce parte fondamentale del Nuovo Accordo, all interno del quale sono ammessi tre differenti approcci di misurazione. Standardizzato IRB Base IRB Avanzato Pesi per il rischio di Vigilanza per ciascuna categoria di prenditori Pesi per il rischio in base a rating esterni Riconoscimento dei collateral Riconoscimento migliorato per garanzie, derivati creditizi e netting Capitale allocato in base a valutazioni del rischio PD (stime della banca) LGD (Vigilanza) M (Vigilanza) EAD (Vigilanza) Alcuni riconoscimenti di collateral fisici Minimo di 2 anni di dati e 3 anni di utilizzo del processo IRB prima della validazione Capitale allocato completamente in base a valutazioni interne del rischio PD (stime banca) LGD(stime banca) M (stime banca) EAD(stime banca) Orizzonte temporale minimo di stima: un ciclo economico o 7 anni per LGD e EAD Solo approccio applicabile alle posizioni retail
AGENDA 6 1. Basilea 2 2. La conversione agli IAS 3. IAS e Basilea 4. La valutazione del rischio di credito 5. La trasparenza 6. Tempistica 7. Sinergie progettuali
La conversione agli IAS 7 Accanto al Nuovo Accordo sui Requisiti Patrimoniali un secondo motore di cambiamento per il mondo finanziario è rappresentato dall introduzione dei principi contabili internazionali. La globalizzazione dei mercati, l impegno all armonizzazione dei contesti giuridici e di regolamentazione cross-border hanno contribuito all adozione dei principi contabili internazionali da parte di molte aziende in tutto il mondo. Entro il 2005, le società quotate nell Unione Europea, le banche, le istituzioni finanziarie e le società con strumenti finanziari diffusi saranno tenuti a redigere i propri bilanci sulla base degli IFRS. L implementazione degli IAS comporta una serie di vantaggi particolarmente importanti come la valorizzazione della comunicazione con gli investitori, favorita da una maggiore comparabilità e trasparenza, ed un incremento dell efficienza dei mercati attraverso l ampliamento delle opportunità di investimento; nell implementazione dei nuovi standard, le società del settore finanziario dovranno inoltre confrontarsi con una valutazione degli strumenti finanziari maggiormente focalizzata sulla performance gestionale. Obiettivo dei principi contabili internazionali: creare un linguaggio univoco che contribuisca a migliorare l efficienza dei mercati finanziari in Europa
La conversione agli IAS 8 La conversione agli IAS non costituisce un mero adeguamento contabile agli standard internazionali, ma un processo di attivazione di altri importanti cambiamenti nella gestione dell impresa banca. Miglioramento delle informazioni agli investitori Conformità ai requisiti UE entro il 2005 IAS Conversion Armonizzazione del reporting interno ed esterno Semplificazione dei sistemi e delle procedure di reporting
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IAS e Basilea 2 10 Le iniziative del Comitato di Basilea e dello IASB presentano significativi elementi comuni, che si riflettono nell opportunità di sfruttare importanti sinergie nella declinazione progettuale dei due contesti normativi. Aree di intersezione Valutazione dei rischi di credito Che si traducono in opportunità di tradurre gli accantonamenti IAS in misure coerenti con la definizione di perdita attesa di Basilea 2 riflessi sul patrimonio di vigilanza Trasparenza informativa creazione di un framework integrato e strutturato di informativa al mercato Aspetti progettuali opportunità di armonizzare processi, sistemi e risorse coinvolti in entrambe le dimensioni progettuali
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La valutazione dei rischi di credito 12 Le modalità con cui le banche effettuano gli accantonamenti e le rettifiche di valore sono sempre più oggetto di attenta disamina da parte delle Autorità contabili e di vigilanza; questo crescente interesse trova espressione in iniziative di fonte ufficiale, tra cui: elaborazione del principio contabile internazionale #39 accordo e linee guida del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria i principali punti di contatto riguardano la logica sottostante alla valutazione del rischio di credito l impostazione differisce invece relativamente ai criteri sulla base dei quali accertare il deterioramento oggettivo delle poste di Bilancio ed all orizzonte temporale su cui vanno stimate le perdite attese
La valutazione dei rischi di credito 13 A livello internazionale lo IASB è impegnato a ridurre le disparità nel trattamento contabile degli accantonamenti. PERDITA ATTESA RISCHIO DI CREDITO ORIZZONTE TEMPORALE ATTUALIZZAZIONE CASH FLOW
La valutazione dei rischi di credito 14 Dal punto di vista della Vigilanza, le linee guida formulate dal Comitato di Basilea per la valutazione del rischio di credito sono illustrate all interno del Pillar 1 del Nuovo Accordo sui requisiti patrimoniali Le finalità di calcolo proposte dall Accordo sono: il valore atteso delle perdite future (Expected Loss, EL) EL* PD EAD LGD Principali determinanti Qualità della controparte (Customer Risk Factor) Esposizione Fido e limiti di fido Tipo garanzie e valore Garanzie di terze parti Seniority * Deve essere considerato un fattore di aggiustamento per il Tempo ( Maturity) se la scadenza del credito è diversa da 1 anno. il valore inatteso delle perdite future (Unexpected Loss, UL)
La valutazione dei rischi di credito 15 Comparando i principi IAS con la disciplina di Basilea 2, è possibile evidenziare quanto segue: IAS non richiede di incorporare, nel valore del credito, anche la componente inattesa delle perdite; Basilea 2 richiede il calcolo, sull esposizione creditizia, delle perdite attese su un orizzonte temporale di 1 anno; i modelli su cui si basa il calcolo di PD ed LGD sono tuttavia basati su serie storiche la cui profondità temporale consente di ottenere valori rappresentativi di medie di lungo periodo (per le quali vengono utilizzati opportuni tassi di attualizzazione); i sistemi di rating utilizzati per il calcolo della PD sono inoltre tarati su distinti segmenti di clientela, ed incorporano già in parte i criteri discriminanti degli IAS per l individuazione dei gruppi omogenei; i modelli di stima di Basilea sono funzioni il cui output può essere aggiustato per incorporare un orizzonte temporale maggiore di un anno [input esterni (es. curve di settore) vs. stime interne (es. tassi di migrazione)]; Mediante opportune modifiche a tali modelli, è quindi possibile calcolare le perdite attese sull intera durata residua del credito. Nella valutazione dei crediti è possibile quindi utilizzare una matrice di calcolo comune ai due approcci che concili le finalità contabili di iscrizione del credito al netto delle perdite attese e la valorizzazione del rischio di credito di Basilea.
La valutazione dei rischi di credito 16 Relazione con il Patrimonio di Vigilanza La recente rivisitazione delle modalità di calcolo del capitale regolamentare presentate dal Comitato di Basilea prevede che la misurazione delle attività ponderate per il rischio si fondi esclusivamente sulla porzione unexpected delle perdite. In questo modo il Comitato, intende fornire alle banche un forte incentivo ad effettuare gli appropriati accantonamenti di bilancio a fronte delle perdite attese, e ricalibrare i requirement di vigilanza ai fini di un sempre maggiore allineamento tra la reale esposizione al rischio di credito ed il capitale a garanzia dello stesso. REQUISITO PATRIMONIALE K = f(pd,lgd) * EAD PROVISIONING UL = EC
La valutazione dei rischi di credito 17 La coerenza tra i due schemi non può tuttavia prescindere dall armonizzazione nella definizione di insolvenza adottata ai fini contabili e di Vigilanza: DEFINIZIONE DEL COMITATO DI BASILEA (DEFAULT) DEFINIZIONE DELLO IASB (IMPAIRMENT) la banca giudica improbabile, senza il ricorso ad azioni quali l escussione delle garanzie (se ne è in possesso), che l obbligato adempia in toto alle sue obbligazioni creditizie verso il gruppo bancario; l obbligato è in mora da oltre 90 giorni su una obbligazione creditizia rilevante verso il gruppo bancario. Gli scoperti di conto sono considerati in mora dal momento in cui l obbligato ha superato il limite concesso o ha ricevuto notifica di un limite inferiore al saldo corrente in essere (con una deroga fino a 180 gg per i segmenti Retail e Corporate, a discrezione delle Autorità locali e per un periodo di transizione di 5 anni; tale soglia è stata elevata a 180 giorni da Banca d Italia per le esposizioni Retail ed ESP sfruttando la discrezionalità riconosciuta a tutti i national supervisor e per il portafoglio Corporate in via eccezionale per 5 anni. SOGGETTIVO ED OGGETTIVO significative difficoltà finanziarie; un effettiva violazione del contratto, quale inadempimento o un mancato pagamento degli interessi o del capitale; l estensione dal prestatore al debitore per ragioni economiche o legali relative alla difficoltà finanziaria del beneficiario, di una concessione che il prestatore non avrebbe altrimenti preso in considerazione; probabilità di fallimento o di altra procedura concorsuale; rilevazione di una perdita durevole di valore su quell attività verificatosi in un precedente esercizio; la scomparsa di un mercato attivo preesistemte per difficoltà finanziarie; andamento storico degli incassi di un portafoglio di crediti. SOLO SOGGETTIVO
La valutazione dei rischi di credito 18 La valutazione dell impairment analitico e collettivo incide sul requisito patrimoniale Ai fini di validazione dei sistemi di rating interno è prescritto che essi vengano utilizzati anche nella gestione e valutazione dei crediti all interno della Banca Risulta, quindi, difficilmente giustificabile una doppia contabilità che tenga in considerazione due definizioni di default diverse. La definizione di insolvenza sulla quale tarare il sistema delle rettifiche di valore deve essere coerente con quanto prescritto da Basilea sull uso di tali accantonamenti per l attenuazione dei requisiti patrimoniali
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Trasparenza informativa 20 L attenzione crescente che diverse istituzioni internazionali hanno rivolto al tema della trasparenza conferma la necessità di convergere verso framework di informativa contabile e di Vigilanza sempre più affini. The Committee believes that market discipline, and hence financial stability, is strengthened when accounting and dislosure requirements reflect sound risk management principles and are consistent with the control practices that banks adopt (Jaime Caruana, Chairman of the Basel Committee, 7 th annual Supervisory Conference of the British Bankers Association, Ottobre 2003) Investor confidence is fundamental to the successful operation of the world s financial markets. That confidence depends of reliable financial information Information should be disclosed in a form prescribed by accounting standards and regulations (IOSCO, Press release, Ottobre 2002) DISCLOSURE AND TRANSPARENCY The Working Group on Capital Adequacy appreciates the increasing efforts of the Basel Committee to coordinate and work collaboratively with international accounting authorities It is critically important that increased collaboration generates a consistent disclosure framework (IIF, Response to the CP3 of the Basel Committee, Luglio 2003) Banking practitioners emphasised the need for consideration of coordination with the IASB in devising Pillar III reporting requirements and definitions (European Credit Sector Associations, Marzo 2003)
Trasparenza informativa 21 Principi IAS Nuovo accordo sull Adeguatezza Patrimoniale IAS 39 Financial Instruments: Recognition & Measurement IAS 32 Financial Instruments: Disclosure & Presentation" IAS 14 Segment Reporting Terzo Pilastro: Disciplina di mercato
Trasparenza informativa 22 PRINCIPI DI INTERAZIONE Discrezionalità nel determinare i mezzi per la diffusione delle informazioni: Requisiti per la validazione delle informazioni Possono essere utilizzate informazioni di natura contabile Riconoscimento delle certificazioni effettuate ai fini contabili CONVERGENZA NEI MEZZI Rilevanza delle informazioni Frequenza delle informazioni Definizione coerente con gli IFRS: rilevanza qualora l omissione possa influenzare il giudizio degli utenti Semestrale, tranne: informazioni qualitative (annuale) coeff. e composizione patrimoniale (trim.) CONVERGENZA NELLE TEMPISTICHE
Trasparenza informativa 23 Principali requirement informativi di Vigilanza Principali requirement contabili Requisito generale di trasparenza delle informazioni qualitative Disclosure qualitativa Informazioni quantitative Disclosure quantitativa CONVERGENZA NELLE INFORMAZIONI Informazioni sui ptf soggetti ai metodi Standard/IRB Accounting measurement
Trasparenza informativa 24 La maggiore trasparenza che viene e verrà sempre più richiesta dal mercato agli intermediari finanziari impone quindi scelte che garantiscano la massima intelligibilità, confronto e coerenza nei dati esposti, sia ai fini di valutazione dei crediti, sia ai fini di Vigilanza. I processi di controllo prudenziale ed i requisiti di trasparenza informativa costituiscono per le banche un importante incentivo all attenta ed efficiente gestione dei rischi; gli obiettivi del terzo pilastro dell Accordo di Basilea (Disciplina di mercato), volti ad assicurare una maggiore trasparenza tra le istituzioni finanziarie e il mercato, non possono discostarsi in maniera significativa dai principi contabili sottostanti la redazione del bilancio (e dalle informazioni circa il profilo di rischio degli impieghi riflesse in nota integrativa).
AGENDA 25 1. Basilea 2 2. La conversione agli IAS 3. IAS e Basilea 4. La valutazione del rischio di credito 5. La trasparenza 6. Tempistica 7. Sinergie progettuali
Tempistiche 26 LE TEMPISTICHE IAS LE TEMPISTICHE BASILEA Il regolamento 1606/02 stabilisce che a partire dall esercizio con inizio il 1 gennaio 2005, o in data successiva, le società quotate dell Unione Europea saranno tenute a redigere i propri conti di Bilancio conformemente ai principi internazionali. In Italia, ampliamento del regolamento 1606/02 ai bilanci individuali (uso obbligatorio, per banche ed intermediari finanziari, imprese assicurative le società quotate con strumenti finanziari diffusi al pubblico) e alle società non quotate (uso facoltativo). Ai soli fini di comparabilità gestionale dei Bilanci, le società qualificate redigeranno i propri conti conformemente agli IAS già nel corso del 2004. I gruppi bancari che ambiscono al riconoscimento più avanzato dell Accordo dovranno adottare il conteggio parallelo del nuovo e del vecchio Accordo a partire da fine 2005; per fare ciò dovranno dimostrare di avere adottato l uso interno dei modelli da almeno tre anni, secondo le indicazioni previste dall Accordo stesso. Di fatto l Accordo, per i Gruppi bancari che ambiscono alle versioni più sofisticate, entrerà in vigore nel corso del 2003, dovendo rispettare almeno tre anni di conformità operativa, strumentale, organizzativa per potersi qualificare per gli approcci più avanzati.
AGENDA 27 1. Basilea 2 2. La conversione agli IAS 3. IAS e Basilea 4. La valutazione del rischio di credito 5. La trasparenza 6. Tempistica 7. Sinergie progettuali
Sinergie progettuali 28 I progetti IAS e Basilea condividono quindi importanti obiettivi ed aspetti metodologici. Entrambi i progetti introducono complessi di norme o linee guida che avranno un impatto rilevante sul sistema banca e che richiedono importanti investimenti anche in presenza di vincoli di budget. Per sfruttare le possibili sinergie occorre sviluppare un approccio integrato alle due progettualità
Sinergie progettuali 29 Tre possibili scenari percorribili nella gestione dei due progetti: DESCRIZIONE PRO E CONTRO Mantenere lo Status Quo Separazione tra le strutture di progetto Separazione tra i piani e i budget di progetto Nessun impatto di breve periodo Inefficiente e costoso Assenza di visione globale Gestire le interdipendenze Individuazione di punti di sincronizzazione tra i progetti Individuazione di risparmi di budget Condivisione di azioni valide per entrambi i fini Interventi mirati Controllo costante su entrambi i progetti Richiede continua condivisione e comunicazione tra i progetti One big project Struttura di progetto integrata Condivisione team di risorse Condivisione action plan e budget Unico owner di progetto Rapidità di decisione Complessità di gestione Scarse probabilità di successo
Sinergie progettuali 30 La sovrapposizione tra le tempistiche di implementazione dei due contesti di riferimento e gli aspetti di convergenza che li caratterizzano suggeriscono l individuazione di molteplici ambiti in cui le relative progettualità possono essere armonizzate: DATI PROCESSI SISTEMI RISORSE Requirement informativi (dati di input) Processi di collezione dei dati Processi di trasformazione dei dati Requirement di processo (schemi di provisioning) Processi di riconciliazione Requirement di disclosure informativa Integrazione dei DWH Tool di calcolo e di reporting Formazione di personale qualificato Timeline delle conversioni Funzioni impattate
Contatti 31 Stefano Zattarin Francesco Merlin Senior Manager Manager kpmg Business Advisory Services S.p.A. Via Vittor Pisani, 13 20124 Milano +39 02 6764 3762 szattarin@kpmg.it kpmg Business Advisory Services S.p.A. Via Vittor Pisani, 13 20124 Milano +39 02 6764 3586 fmerlin@kpmg.it
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