2. La percezione visiva

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2. La percezione visiva Il presente file costituisce una SINTESI del materiale presentato nel corso delle lezioni. Tale sintesi non deve essere ritenuta esaustiva dell argomento, ma andrà integrata dallo studente attraverso i propri appunti delle lezioni e gli approfondimenti bibliografici.

Noi disponiamo di cinque sensi per conoscere la realtà che ci circonda Di questi cinque sensi il più forte, che ci da più informazioni, che ci condiziona maggiormente, è sicuramente la vista. Alcune ricerche scientifiche hanno dimostrato che circa l 80% delle informazioni provenienti dal mondo esterno sono ricevute attraverso l occhio.

La VISIONE avviene al livello dell occhio. L azione combinata del cervello con l occhio determina la PERCEZIONE VISIVA, che costituisce quello che noi in realtà CREDIAMO DI VEDERE con gli occhi. Il vedere è quindi il risultato di un processo psicopercettivo. Noi possiamo prevedere e comprendere tale processo in quanto avviene attraverso alcune costanti che fanno parte della mente umana: le cosiddette costanti vettoriali della percezione.

Ciò che vediamo non è solo ciò che rileva fisicamente l organo della vista, ma è un elaborazione che la nostra mente restituisce. Se da una parte ciascuno di noi possiede personali ricordi, per cui siamo individui unici e irripetibili, dall altra siamo accomunati da alcuni fattori che sono simili per tutti gli abitanti del pianeta: tutti attiviamo gli stessi processi mentali che possiamo considerare innati nell uomo.

Oggi siamo abituati ad analizzare materiale ottico sempre più complesso. La digitalizzazione delle immagini offre possibilità compositive quasi infinite, sembra non esistano più confini tra l immaginabile e il realizzabile. Questa rivoluzione è avvenuta soprattutto a livello cognitivo: abbiamo dovuto imparare a decifrare messaggi sconosciuti, ad interpretare nuovi simboli, acquisendo nuove esperienze visive. Tuttavia, i principi organizzativi degli elementi che l uomo vede attraverso il sistema occhio-cervello sono sempre gli stessi.

Vedere e distinguere gli oggetti significa organizzare una parte del campo visivo, separata da contorni, come figura in primo piano e spostare il resto in secondo piano, considerato come sfondo. Un ruolo molto importante è svolto dai margini: infatti essi hanno una ʺfunzione unilateraleʺ, servono cioè a delimitare solo quelle parti del campo visivo che hanno carattere di figura, mentre la zona interfigurale, che assume fenomenicamente carattere di sfondo, è priva di forma: non ha cioè margini chiarimenti distinti. A prima vista si focalizzano come figure le parti verdi, perché il nostro cervello dà più importanza alle figure convesse rispetto a quelle concave. Però soffermandosi meglio a osservare, la parte rossa si può considerare anchʹessa come figura.

Se ci si sofferma a osservare la parte bianca si legge ʺesseʺ; se invece puntiamo lʹattenzione sulle linee nere si vedono bastoncini sparsi. La croce formata dalle linee orizzontaliverticali si alterna nella funzione di figura con la croce formata dalle linee oblique; la prima dimostra in genere una certa prevalenza e i periodi della sua presenza sono più lunghi.

Quando negli anni Cinquanta si cominciò a studiare la Scienza della Visione, la comunicazione avveniva essenzialmente attraverso la carta stampata ed il cinema. Dal punto di vista percettivo, oggi le cose non sono cambiate: anche se la tecnologia ha migliorato la qualità della stampa, la carta resta una superficie bidimensionale, e la televisione o il computer vetri sui quali si formano delle immagini. La tecnologia ci consente di passare al di là del vetro e navigare all interno degli spazi virtuali, ma anche in questo caso il primato, per quanto riguarda gli aspetti comunicativi, resta alla vista.