CAP. II: FENOMENI DI CONTATTO LINGUISTICO

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CAP. II: FENOMENI DI CONTATTO LINGUISTICO PREMESSA Prima di passare all analisi dei fenomeni di contatto linguistico rinvenuti nel corpus del parlato registrato presso la scuola media Giovanni Verga di Barrafranca, è necessario delineare alcune nozioni basilari per l interpretazione dei dati ricavati, come la definizione di code switching, la differenza dal punto di vista sintattico tra code switching interfrasale e code switching intrafrasale, la differenza tra commutazioni funzionali e non funzionali ecc. Si passerà, dunque, all illustrazione del metodo d indagine adottato, valutandone gli aspetti positivi ma anche i limiti, e alla classificazione dei dati statistici dei fenomeni di contatto linguistico riscontrati nel corpus. 2.1 Fenomeni di contatto tra lingua e dialetto Nell ultimo ventennio l interesse dei linguisti per lo studio del contatto linguistico è molto aumentato e grazie al lavoro accurato e meticoloso di molti esperti studiosi, siamo oggi in possesso di molte descrizioni empiriche di situazioni di compresenza di due o più varietà di lingue. Il campo d indagine in questione è tanto esteso quanto interessante, soprattutto se si tiene conto delle numerose varietà diatopiche di lingue disponibili nel repertorio dell italiano 38. Uno dei temi centrali degli studi sul plurilinguismo è quello riguardante il code-switching 39 (commutazione di codice) fra la lingua nazionale, il cosiddetto italiano standard, e i singoli dialetti delle varie regioni d Italia. Questi fenomeni di contatto, questa interferenza reciproca, questi influssi fra lingua e dialetto risalgono al periodo in cui il fiorentino si affermò come lingua letteraria standard sulle altre varietà regionali. All inizio era inevitabile che si venisse a creare una situazione di diglossia, nella quale l italiano standard era la lingua letteraria, riservata ad un uso colto e formale, mentre il dialetto era la lingua parlata da tutta la popolazione (cfr. Berruto 1985: 108). Negli ultimi decenni si è verificato un profondo cambiamento delle abitudini linguistiche degli italiani e si assiste ad un ampia diffusione della lingua standard in tutti gli ambiti d uso, soprattutto come conseguenza dei mutamenti sociali, politici e culturali del nostro secolo. Ma dal periodo di diglossia ad oggi, sia la varietà standard sia 38 Per il repertorio linguistico degli italiani cfr 1.1 39 Per la definizione di code switching cfr. Alfonzetti (1992), Berruto (1990) 46

le varietà dialettali si sono notevolmente modificate, l una sotto l influsso dell altra; man mano che si è passati dalla situazione di diglossia italiano / dialetto alla situazione odierna, i fenomeni di contatto tra le due varietà sono stati talmente profondi da lasciare il segno sia nell italiano, sia nei dialetti di oggi. In uno studio sul contatto tra lingua e dialetto, Berruto (1985) individua quattro classi di fenomeni, parzialmente sovrapposti, sulle quali agiscono in senso opposto l influsso dell italiano sul dialetto, da un lato, e l influsso del dialetto sull italiano, dall altro. Grafico 1 Italiano dialettizzazione ibridazione italianizzazione Dialetto koineizzazione Questo influsso reciproco tra lingua e dialetto non porta ad una convergenza delle due varietà linguistiche, come si potrebbe facilmente supporre, ma determina, anzi, un ampliamento della gamma di varietà a disposizione dei parlanti. Per quanto riguarda l influsso esercitato dai dialetti sull italiano, si nota l affermazione di varietà di italiano regionale popolare, che tuttavia non costituiscono una nuova norma italiana, non intaccano la varietà standard, che invece si va rinormativizzando per conto proprio. In sostanza, l influenza dei dialetti sull italiano affianca alla varietà colta, standard delle lingua italiana, nuove varietà regionali dialettalizzate, senza toccare il modello normativo. D altra parte, anche i dialetti subiscono l interferenza dell italiano, soprattutto dal punto di vista lessicale, e si vengono a costituire in tal modo varietà dialettali italianizzate, che tuttavia non hanno ancora sostituito totalmente le varietà dialettali arcaiche, tuttora vitali in alcune zone d Italia. Tornando al grafico 1, si concentri l attenzione sulla prima classe di fenomeni di contatto, la dialettizzazione dell italiano. Si tratta di interferenze di vario genere del dialetto sull italiano usato da parlanti incolti o che hanno come loro codice usuale il dialetto. Questo 47

fenomeno determina il cosiddetto italiano regionale popolare, che reca elementi dialettali nell italiano, a vari livelli. A livello fonologico si riscontrano numerosi casi di fonetica segmentale e soprasegmentale trasportati dal dialetto all italiano (es. pronuncia retroflessa del nesso -tr nel catanese : ( Ho perso il treno ). A livello morfosintattico, si rintracciamo tratti morfologici e sintattici tipici del dialetto, trapiantati nella varietà italianizzante (es. Malato sono per Sono malato in cui si nota la dislocazione tipicamente siciliana del verbo alla fine della frase). Dal punto di vista semantico-lessicale, si rileva l uso di parole italiane con significato dialettale (es. acido per acidità di stomaco) e di parole dialettali italianizzate (es. mellone per anguria dal sic. muluni). Proseguendo ancora con questa tendenza si arriva agli ibridismi 40, forme per le quali è difficile stabilire l appartenenza al dialetto o all italiano, perché costruite con materiali e regole di entrambi i codici, al punto di offuscarne i criteri di demarcazione. Sul versante opposto si trovano, invece, i fenomeni di contatto che derivano dall influsso esercitato dall italiano sul dialetto. Al primo livello compare l italianizzazione dei dialetti, che si contrappone alla dialettizzazione. Anche questo fenomeno interessa tutti i livelli del sistema. A livello semantico-lessicale, si trovano parole italianeggianti che vengono adoperate sempre più spesso in sostituzione di termini dialettali in crescente disuso (es. grembiuli per fadali, lugliu per giugnettu.) A livello morfologico, si ricordino i casi della sostituzione delle desinenze dialettali -àu e -ìu del passato remoto, con quelle italianeggianti (es. manciàu > manciò, partìu > partì). A livello sintattico, si menzionano, come esempio, la progressiva scomparsa dell imperativo negativo preceduto da senza (es. senza cùrriri > non cùrriri). Con il termine koineizzazione 41 si è soliti indicare la formazione di varietà dialettali di raggio regionale o subregionale. La koinè è sempre relativa ad un gruppo dialettale regionale specifico (es. koinè siciliana) e comprende i tratti del dialetto siciliano non marcati geograficamente e comuni a tutte le aree della regione. In conclusione, non sembra del tutto corretto parlare di convergenza linguistica dell italiano e del dialetto. A rigore, convergenza implica l avvicinamento reciproco dei due sistemi (Berruto 1985: 118) mentre nel nostro caso è soprattutto il dialetto a 40 Per la definizione di ibridismo cfr. Berruto (1985: 109) e Berruto (1993: 31). 41 Per la definizione di koneizzazione cfr. Berruto (1985: 110) 48

tendere verso l italiano. Per rendere più chiara questo concetto, possiamo visualizzare un grafico proposto da Berruto (1985: 118): Grafico 2 sistema 1 sistema 2 vera convergenza italiano dialetto situazione italiana Dal grafico 2 risulta evidente che fra italiano e dialetto esiste un rapporto di scambio reciproco, ma l italiano si evolve verso una direzione propria, verso la quale si dirige parzialmente anche il dialetto. Il comando della situazione, ovviamente, è in mano ai parlanti i quali hanno molte varietà a disposizione che tuttavia non sono uguali per tutti (ad esempio, il dialetto arcaico è patrimonio solo di persone anziane, l italiano standard solo di persone di una cultura elevata ecc.). Inoltre spesso i parlanti hanno competenze discontinue e alternano diverse varietà di lingua, e addirittura diversi codici, in funzione di fattori come il contesto, lo stato d animo, il canale ecc. 2.2 Definizioni 42 Nel repertorio linguistico italiano, in cui sono presenti varietà di lingua e di dialetti, la maggior parte dei parlanti è di norma bilingue, cioè usa quotidianamente sia l italiano che il dialetto, a seconda degli scopi e degli interlocutori. Vi sono diversi gradi di bilinguismo. Il parlante bilingue può avere una competenza attiva di un codice e passiva dell altro, oppure attivo dell uno e parzialmente attivo dell altro, o limitato dell uno e ampio dell altro ecc. 42 Per le definizioni esposte in questo paragrafo cfr. Grassi-Sobrero-Telmon (2003), Alfonzetti (1992). 49

Inoltre lo stesso parlante può essere bilingue in diversi modi, si può, cioè, trovare in diversi punti di un continuum di situazioni che vanno da un colloquio con un monolingue (es. italofono), che induce il parlante ad usare lo stesso codice dell interlocutore, a un colloquio con un bilingue che condivide gli stessi codici e induce entrambi i parlanti ad alternare le due varietà di lingua, anche all interno della stessa frase. 2.2.1 Alternanza di codice Il parlante bilingue, in genere, alterna italiano e dialetto in funzione di fattori extralinguistici, quali soprattutto i domini: es. usa l italiano sul posto di lavoro, con gli insegnanti, con gli estranei, ma adopera il dialetto con i familiari, con gli amici ecc. Questo fenomeno è stato definito alternanza di codice. L alternanza di codice non riguarda solo il repertorio linguistico italiano, ma ricorre in tutte le comunità bilingui, ed è particolarmente frequente nelle comunità emigrate, che alternano la lingua del loro paese d origine, il relativo dialetto e la lingua del paese straniero, in relazione ai diversi domini. 2.2.2. Commutazione di codice Ancora più frequente dell alternanza è la commutazione di codice. Si verifica quando una conversazione si apre con una lingua base, ma, nel corso dell interazione stessa, il parlante passa da un codice all altro, anche ripetutamente. All interno del cambio di codice distinguiamo tre tipi di commutazione: code switching, code mixing e prestito. Bisogna, tuttavia, ricordare che non esistono regole sempre valide e universali, ma è possibile descrivere e studiare quei comportamenti linguistici che ricorrono con maggiore frequenza. 2.2.3. Code switching Con questo termine si indica il passaggio da un codice linguistico ad un altro (nel nostro caso dalla lingua al dialetto e viceversa) all interno di uno stesso evento comunicativo. Dal punto di vista sintattico il code switching è prevalentemente interfrasale, in quanto la commutazione avviene quasi sempre al confine tra una frase e l altra. Dal punto di vista della funzionalità, il code switching è connesso a diverse funzioni che variano da caso a caso. Essendo qualsiasi elenco delle funzioni sempre parziale e relativo solo a determinate situazioni, è impossibile compilarne uno che sia valido come punto di riferimento e che comprenda tutte le funzioni cui il code switching può essere correlato. Pertanto si dà qui di seguito una 50

lista di alcune funzioni ricorrenti cui il passaggio di codice risulta spesso connesso: - rimediare a una competenza sbilanciata: il parlante dopo aver iniziato in un codice passa a quello che padroneggia meglio; - segnalare il cambio dell interlocutore: il parlante passa da un codice a quello privilegiato dall interlocutore, per fargli capire che si sta rivolgendo proprio a lui; - segnalare il disaccordo con l interlocutore; - segnalare il cambio di argomento; - segnalare il tipo di discorso: conversazione informale, lezione universitaria, colloquio di lavoro ecc.; - autocorrezione: - inizio o fine di un racconto; - esprimere un giudizio, un commento, una valutazione; - allocutivi; - saluti; - espressioni di cortesia; - interiezioni; - intercalari e riempitivi; - citazioni; - enfasi. 2.2.4. Code mixing Il termine indica il passaggio da un codice linguistico ad un altro all interno della stessa frase. Dal punto di vista sintattico è detto intrafrasale e dà luogo a enunciati mistilingui di italiano-dialetto. A differenza del code switching, il code mixing di norma non è intenzionale e non ha una specifica funzione comunicativa. Tuttavia, la differenza tra code mixing e code switching è molto sottile dal punto di vista funzionale, le due definizioni tendono piuttosto a sovrapporsi. Adoperando il criterio sintattico e il criterio funzionale per distinguere i due tipi di commutazione linguistica, si dovrebbero considerare code switching tutte le commutazioni interfrasali e funzionali, e code mixing tutte le commutazioni intrafrasali e non funzionali. Ma questa distinzione, molto rigida e schematica, non rispecchia fedelmente la realtà. Infatti in alcuni casi il code mixing può avere una specifica funzionalità comunicativa. Per evitare ogni possibile ambiguità, nell analisi sintattica dei fenomeni di contatto linguistico riscontrati nel corpus, sarà adottata la seguente distinzione: code-switching interfrasale: 51

es: E l aiuto può venire da entrambe le parti...però dipenni sempri di cui aj vicinu code switching intrafrasale es: Ti talia in manera strana chi tu...in manera tali chi tu...muori perché dici -Oddio... che cosa sta succedendo...- tag switching o code switching extrafrasale Interessa tutti i segmenti (allocutivi, interiezioni, riempitivi, intercalari) che sono meno strettamente legati con il resto della frase. es: Carù, l avete portato i soldi? Domani c è il compleanno di G." 2.2.5. Prestito Si tratta di quei casi in cui il parlante prende una parola dall altro codice e la inserisce nel suo discorso, per lo più adattandola fonologicamente e morfologicamente al codice che sta usando. In genere, il parlante introduce un prestito quando non trova, nel suo codice, un termine altrettanto adatto. Non sempre però, il prestito viene adattato fonologicamente e morfologicamente alla lingua che lo prende in prestito ; in certi casi, viene trasferito nell altro codice nella sua veste fonetica e morfologica originaria, come nel seguente esempio: es: Quella dei pignatuna, quando c era M. e lo voleva fotografare. In questo caso, pignatuna è un termine dialettale barrese che indica una festa tradizionale del paese in occasione del carnevale; non essendoci un corrispettivo adatto nella lingua italiana, il parlante deve obbligatoriamente ricorrere al prestito. 2.3 Metodo d indagine 43 L analisi del comportamento linguistico degli studenti presi in considerazione si basa principalmente sull esame di un corpus di parlato registrato, comprendente diverse situazioni comunicative con differenti gradi di formalità. Il corpus, costituito da un totale di 82 minuti di registrazione, è stato raccolto presso la scuola media Giovanni Verga di Barrafranca, e comprende situazioni che vanno dal grado più alto di 43 L esposizione del corpus di parlato registrato si basa sulla composizione e sulle tecniche di raccolta adottate da Alfonzetti (1992) 52