IL BUSINESS PLAN PER LA VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI INVESTIMENTO



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SOCIETA ITALIANA DI ECONOMIA AGRARIA XLVI Convegno di Studi Cambiamenti nel sistema alimentare: nuovi problemi, strategie, politiche Piacenza, 16-19 settembre 2009 Comunicazione IL BUSINESS PLAN PER LA VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI INVESTIMENTO AGRICOLI FINANZIATI DAL PSR 2007 2013 DELLA REGIONE LAZIO. Gabriele Dono Università degli Studi della Tuscia, Viterbo (e-mail: dono@unitus.it) Luca Ceccarelli Università degli Studi della Tuscia, Viterbo (e-mail: lceccarelli@unitus.it) Abstract: Il regolamento sullo sviluppo rurale indica che gli aiuti delle misure di accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali e ammodernamento delle aziende agricole, vanno concessi solo a investimenti che aumentano il rendimento globale d impresa. Così, varie Regioni italiane tra cui il Lazio, hanno introdotto lo strumento del business plan (BP) per scegliere le aziende che possono concorre a questi aiuti. Inoltre, poiché in molti casi il finanziamento regionale coinvolge anche il sistema bancario, l uso del BP serve anche per rispondere alle esigenze poste dall Accordo di Basilea II. Il lavoro descrive i dati forniti dalle imprese con i loro BP, oltre ai criteri usati dalla Regione per decidere quali ammettere al finanziamento. Questi criteri assegnano un peso notevole al miglioramento degli indici economici, oltre che agli effetti occupazionali e di capitalizzazione delle imprese. Si mostrano i risultati di selezione ottenuti applicando quei criteri. Parole chiave: business plan, Programma di Sviluppo Rurale del Lazio, Analisi per area PSR.

1. Il business plan nella nuova Politica di Sviluppo Rurale. Con la nuova programmazione sugli interventi a sostegno delle imprese agricole, l UE ha introdotto alcune novità sui criteri con cui concedere i finanziamenti della Politica di Sviluppo Rurale. Il regolamento (CE) 1698/2005 stabilisce, infatti, che gli aiuti delle misure di accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali e ammodernamento delle aziende agricole, vanno concessi solo se gli investimenti migliorano il rendimento globale dell impresa [artt. 26 e 28]. A causa di ciò, varie Regioni italiane hanno scelto di usare lo strumento del business plan (BP) per selezionare le aziende cui concedere gli aiuti del Programma di Sviluppo Rurale (PSR). In particolare, la Regione Lazio richiede il BP per accedere alle misure d insediamento dei giovani agricoltori (112 Asse I), di ammodernamento delle aziende agricole (121 Asse I), di accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali (123 Asse I), e di diversificazione verso attività non agricole (311 Asse III). Il BP è un documento di pianificazione che presenta un idea imprenditoriale da attuare e fornisce gli elementi per valutarne la fattibilità (Gorgitano e Torquati, 2003). La sua redazione costringe l imprenditore ad elaborare ex ante un progetto d impresa e a definire le conseguenze finanziarie, reddituali e patrimoniali delle sue scelte di investimento (Chiodo, 2007). La valutazione dei progetti d investimento e la valutazione della loro sostenibilità nel tempo sono importanti nelle decisioni di gestione d impresa. La scelta d investimenti redditizi e sostenibili è cruciale per generare reddito e consentire all impresa di durare nel tempo, in particolare in momenti di crisi e di profondi cambiamenti in un settore (Bonazzi e Iotti, 2006). In tal modo il BP è uno strumento utile ai soggetti che erogano finanziamenti e che devono valutare se il credito richiesto da un impresa concorrerà realmente a produrre la ricchezza necessaria a estinguere il debito. La scelta di obbligare le imprese a presentare questo documento con la domanda di finanziamento dei propri progetti d investimento risponde anche alle esigenze poste dal sistema bancario in applicazione dell Accordo di Basilea II. 1 Se nel passato il credito in agricoltura è stato regolato da regimi speciali che, promuovevano migliori condizioni di accesso al credito per gli agricoltori, oggi la condizione di imprenditore agricolo non fruisce di gran parte di quelle norme speciali che hanno consentito di rendere per l agricoltore scarsamente rilevante il ruolo delle garanzie nei rapporti con il sistema creditizio (Adinolfi e Capitanio, 2008). 2 2

Quest aspetto ricollega il BP alla necessità di fornire garanzie anche agli Istituti di Credito. Il contributo erogato dalle Regioni Italiane per le misure strutturali del PSR consiste, infatti, in un cofinanziamento del costo del progetto dove, in genere, la parte a carico dell impresa è coperta con un prestito bancario. Il coinvolgimento delle Banche in diverse e importanti misure dei PSR che ne consegue richiede che le imprese siano valutate anche secondo parametri che ne mostrino il potenziale di autofinanziamento e la conseguente capacità di rimborsare i debiti contratti. In altre parole la concessione del credito va valutata sia sulla base delle garanzie offerte dai soggetti in deficit finanziario, sia sulla base della capacità di rimborso del debito (Bonazzi e Iotti, 2005). 3 Le prossime pagine descrivono le caratteristiche delle imprese che hanno presentato i BP, mostrando in che misura esse si allontanano dalla realtà dell agricoltura laziale. Poi si presentano i criteri usati dalla Regione per decidere quali imprese ammettere al finanziamento mostrando quindi i risultati di selezione ottenuti. 2. Il business plan della Regione Lazio. In questa nuova fase di programmazione PSR il sistema bancario ha sollecitato la Regione Lazio ad adottare un processo di valutazione delle imprese agricole che riceveranno il cofinanziamento regionale, che permetta di verificarne anche l idoneità a ricorrere al credito bancario. Tutte le imprese agricole che vorranno richiedere un prestito dovranno produrre un rapporto che permetta alle banche di valutare le loro condizioni di redditività, assetto patrimoniale e solvibilità, oltre che i risultati che dovrebbero scaturire dagli investimenti previsti. In risposta al Reg. (CE) 1698/2005 e alle esigenze dell Abi, la Regione Lazio col sostegno del Dipartimento di Economia Agroforestale e dell Ambiente Rurale (DEAR) dell Università degli Studi della Tuscia, ha realizzato un programma informatico destinato alle imprese agricole che richiedono gli aiuti previsti da varie misure del PSR. Il programma produce un elaborato che ricostruisce il bilancio economico riclassificato di più annualità, ossia il conto economico e la situazione patrimoniale delle imprese (Bruni e Franco, 2003). Il principale problema affrontato dai tecnici nel definire la struttura dei BP e, quindi, di fornire gli elementi utili alle banche per le loro analisi di rating, è che la forma giuridica della maggior parte delle imprese agricole non le obbliga a redigere il bilancio civilistico. Senza questi documenti è stato difficile ricostruire gli elementi oggettivi con i quali dimostrare la condizione economica e finanziaria dell impresa. 3

3. Le caratteristiche delle imprese agricole che hanno presentato il BP. Nel Novembre del 2008 la Regione Lazio ha chiuso i termini di presentazione dei BP per l adesione alle misure 112, 121, 123 e 311 nella prima delle quattro sottofasi previste (stop and go). L applicazione di questo strumento informatico per valutare l ammissibilità delle domande di finanziamento ha prodotto alcune difficoltà per i tecnici e i centri di assistenza alle imprese agricole e ha limitato notevolmente il numero di domande di finanziamento presentate (Ceccarelli e Dono, 2009). 4 I BP pervenuti all Assessorato all Agricoltura della Regione in questa prima fase sono circa mille. Di questi solo 759 sono stati idonei alla valutazione per completezza e correttezza di stesura e solo 544 hanno superato il vaglio dei funzionari regionali sulla ragionevolezza dei dati considerati per prezzi, rese e costi. La natura informatica dell applicativo regionale ha permesso di analizzare le caratteristiche tecniche ed economiche delle imprese che hanno avanzato domanda in questa prima fase di presentazione. L analisi è condotta dividendo il campione di 475 imprese agricole individuali e 69 società di persone per aree PSR e classi di reddito. 5 3.1. Caratteristiche strutturali delle imprese del campione. Considerando i dati del Censimento Agricoltura del 2000, emerge che il campione costituito da queste imprese rappresenta lo 0,25% delle aziende agricole laziali e interessa il 2,15% dell intera SAU regionale, tabella 1. Tabella 1: numero di imprese e superficie nei BP nel primo stop and go (SAU in ettari). dati aree PSR dati BP presentati % sul totale N SAU SAU N SAU SAU N SAU Imprese totale media Imprese totale media Imprese totale Aree PSR A 19.010 96.037 5,05 58 2.688 46,34 0,31 2,80 B 38.298 123.012 3,21 108 2.174 20,13 0,28 1,77 C 131.317 374.681 2,85 304 8.008 26,34 0,23 2,14 D 26.041 131.015 5,03 74 2.686 36,30 0,28 2,05 Totale 214.666 724.745 3,38 544 15.556 28,60 0,25 2,15 Elaborazione su fonte Regione Lazio e su dati del 5 Censimento dell Agricoltura. L analisi per aree PSR mostra inoltre che circa il 56% delle imprese che hanno presentato il BP nel primo stop and go è ubicato nella zona delle aree rurali intermedie (C). Inoltre queste imprese costituiscono lo 0,23% del totale delle aziende censite nei comuni di quella zona. Le imprese che ricadono nelle aree con problemi complessivi di sviluppo (D) sono invece solo il 13,6% di quelle che hanno presentato il BP nel primo 4

stop and go e costituiscono lo 0,28% del totale censite in quelle zone. Un altro elemento interessante è che la superficie media delle imprese che hanno presentato il BP è relativamente più grande della media regionale di circa 3,38 ettari, poiché giunge a 28,6 ettari. In particolare le imprese localizzate nelle zone di poli urbani (A) presentano una SAU media di 46,3 ettari rispetto ai 5 ettari del totale delle aziende delle stesse zone. La tabella 2 mostra l altro aspetto importante dell impiego di lavoro, con 1350 ULU (Unità Lavorativa Uomo) distribuite principalmente nelle zone C e B. È interessante notare che circa la metà delle ULU totali sono apportate dalla famiglia, e nelle zone D questo contributo copre quasi il 90% del lavoro richiesto. Tabella 2: distribuzione del lavoro nei BP suddivisi per aree PSR (1 ULU = 1800 ore/anno). Aree ULU ULU ULU ULU/azienda PSR totali familiari fam/azienda A 166 2,86 76 1,31 B 508 4,70 132 1,22 C 554 1,82 422 1,39 D 123 1,66 110 1,49 Totale 1.351 740 Elaborazione su fonte Regione Lazio. Sempre nella stessa tabella si osserva però che le imprese di queste aree registrano una occupazione media per azienda di sole 1,66 unità (di cui 1,49 di origine familiare) rispetto alle 4,7 unità lavorative per azienda rilevate nelle imprese dell area B. 3.2. Caratteristiche economiche delle imprese del campione. La Tabella 3: BP suddivisi per area PSR e classe di Reddito Netto., consente una prima valutazione di tipo economico poiché suddivide i BP presentati nel primo stop and go per area e classe di reddito. Tabella 3: BP suddivisi per area PSR e classe di Reddito Netto. Aree PSR CLASSI RN ( ) A B C D Totale < 0 2 9 17 4 32 0-60.000 27 66 227 60 380 60.000-160.000 18 27 42 5 92 160.000-260.000 6 3 13 2 24 > 260.000 5 3 5 3 16 Totale 58 108 304 74 544 Elaborazione su fonte Regione Lazio. 5

Da essa emerge che quasi il 70% di quelle imprese denuncia un Reddito netto inferiore ai 60 mila euro e che il 60% di queste ultime è localizzato nell area C. Inoltre, il 5% dei BP presentati in questa fase presenta un Reddito netto addirittura negativo. 3.2.1. Una sintesi dei conti economici dei BP. La tabella 4 presenta una sintesi delle principali voci dei Conti Economici dei BP presentati nel primo stop and go, nella condizione che precede l investimento per cui si richiede alla Regione il contributo finanziario. Dalla tabella emerge che il totale delle produzioni vendibili è di circa 68 milioni di euro, che corrisponde a circa 126 mila euro per azienda; questo valore diminuisce molto con il livello di sviluppo del territorio e passa da 240 mila euro nelle zone A e B, a 80 e 60 mila euro nelle zone C e D. Le integrazioni rappresentano in media il 7,5% dei Ricavi ma nelle imprese delle aree rurali intermedie (C) la loro incidenza sale al 12%. Alla fine, i Ricavi medi per azienda delle imprese agricole si attestano a 136 mila euro, con un divario abbastanza pronunciato tra le zone e le imprese della zona D che si attestano sotto i 65 mila euro. Tabella 4. principali voci del conto economico dei BP aggregati per zone PSR. Zona PSR A B C D Totale Totale (milioni di ) Produzione Vendibile 14,12 25,40 24,35 4,46 68,34 Integrazioni 1,03 1,04 3,32 0,22 5,62 RICAVI 15,15 26,44 27,68 4,69 73,96 VALORE AGGIUNTO 10,03 17,73 20,88 4,05 52,68 MARGINE OPERATIVO LORDO 8,74 11,83 18,93 3,89 43,39 REDDITO OPERATIVO CORRETTO 5,45 7,12 13,55 3,34 29,46 saldo gestione extra-caratteristica 0,42 0,43 0,71 0,17 1,72 saldo gestione finanziaria -0,21-0,13-0,19-0,01-0,54 RISULTATO GEST. ORDINARIA 5,66 7,42 14,07 3,50 30,65 RISULTATO GEST. STRAORDINARIA 0,10-0,57 0,18 0,00-0,29 REDDITO NETTO ante imposte 5,74 6,80 14,09 3,50 30,14 Reddito da capitale 4,26 4,23 7,57 1,88 17,93 per azienda (migliaia di ) Produzione Vendibile 243,4 235,2 80,1 60,3 125,6 Integrazioni 17,8 9,6 10,9 3,0 10,3 RICAVI 261,3 244,8 91,0 63,3 135,9 VALORE AGGIUNTO 172,9 164,1 68,7 54,8 96,8 MARGINE OPERATIVO LORDO 150,7 109,5 62,3 52,6 79,8 REDDITO OPERATIVO CORRETTO 94,0 65,9 44,6 45,2 54,2 saldo gestione extra-caratteristica 7,2 3,9 2,3 2,3 3,2 saldo gestione finanziaria -3,5-1,2-0,6-0,1-1,0 RISULTATO GEST. ORDINARIA 97,6 68,7 46,3 47,4 56,3 RISULTATO GEST. STRAORDINARIA 1,8-5,3 0,6 0,0-0,5 6

REDDITO NETTO ante imposte 99,0 63,0 46,4 47,3 55,4 Reddito da capitale 73,5 39,1 24,9 25,4 33,0 Elaborazione su fonte Regione Lazio. Analizzando la formazione del Valore Aggiunto, emerge una stretta relazione tra la crescita d incidenza dei costi variabili sui Ricavi e il maggiore livello d intensità produttiva che si può attendere nelle agricolture più vicine ai poli urbani. Così, il peso di questi costi è di circa il 13,5% nelle imprese delle zone D e sale a circa il 33% in quelle delle zone A e B. In direzione analoga l incidenza dei costi fissi è più bassa nelle imprese delle zone D, dove costituiscono il 15,1% dei Ricavi, contro il 31,4% medio totale. L applicativo informatico consente anche di identificare il saldo delle gestioni extra-caratteristiche (agriturismo, trasformazione in proprio, contoterzismo, ecc.). Questo è maggiore nelle imprese dei poli urbani, dove ammonta al 7,2% del Reddito netto ante imposte, contro il 5,7% medio. Un altro aspetto interessante emerge nella costruzione del Reddito netto ante imposte e riguarda l incidenza del saldo della gestione finanziaria sull economia delle imprese. Questo saldo è sempre negativo, a indicare la prevalenza degli oneri finanziari sugli interessi attivi, tuttavia, la sua rilevanza nell influenzare le sorti di quelle imprese, appare molto limitata. Infatti, aggregando quel valore ai costi variabili e fissi, e calcolandone l incidenza, se ne ottiene un peso percentuale di 1,2% per la media totale e un picco di 2,1% nella zona A. In altre parole, queste imprese, non denunciano problemi rilevanti associati all indebitamento. Quest insieme d imprese produce un Reddito Netto ante imposte di 30 milioni di euro, con un valore medio aziendale di 55 mila euro. Il divario tra i valori medi delle zone è però notevole giacché le imprese dei poli urbani sono in grado di generare un reddito medio doppio rispetto alle aree C e D. Il divario cresce quando si calcola il Reddito da capitale, ottenuto sottraendo al Reddito netto ante imposte il Reddito da lavoro della famiglia. 6 Infatti, dato il minore apporto di lavoro familiare, il livello medio del suo compenso nell area A è minore che in C e D, dove questo assorbe il 50% del Reddito. 3.2.2. Una sintesi dello stato patrimoniale dei BP. Una novità introdotta dall applicativo informatico della Regione Lazio, è di agevolare agricoltori e tecnici nella ricostruzione dello stato patrimoniale di queste imprese. La tabella 5 riporta una sintesi per le principali voci dello stato patrimoniale, come emerse nelle imprese del campione, sempre aggregate per zona PSR. 7

Dai dati emerge che le imprese prima di realizzare le opere per cui hanno richiesto il contributo regionale, investono un Capitale Lordo (CL) di 290 milioni euro, di cui 93% di proprietà [Capitale Netto (CN)]. Ciò conferma che il livello d indebitamento è molto contenuto in tutte le zone PSR. Più specificamente nella zona D, si denuncia un ricorso limitatissimo al Capitale di Terzi (CT), che ammonta in media a soli 4.500 euro per azienda, di cui solo 140 per debiti a breve. Questo valore rappresenta il 7% del CL, contro il 18% cui giunge la zona A dove CT ha un valore medio superiore a 100 mila euro. In tali condizioni, la dotazione di CL per azienda è di 533 mila euro, ma più che triplica, con 1.710 mila euro nell area ad agricoltura intensiva e specializzata. Infine è interessante notare che nelle zone marginali oltre a un indebitamento contenuto si registra un Capitale Circolante (CC), in particolare una Liquidità Immediata (LI), molto più alto. Infatti, nell insieme del campione CC è il 12,9% del CL, mentre nella zona D giunge al 30,9%, col 18,5% dato da LI. Questo dato confrontato con quello sul limitato indebitamento, delinea una condizione di notevole autonomia finanziaria. Tabella 5: principali voci dello stato patrimoniale dei BP aggregati per zone PSR. Aree PSR A B C D Totale Totale (milioni di ) liquidità immediate 2,72 4,95 10,02 0,86 18,55 liquidità differite 2,20 1,42 3,17 0,07 6,87 rimanenze 2,54 5,60 3,24 0,50 11,87 CAPITALE CIRCOLANTE 7,45 11,97 16,43 1,43 37,29 CAPITALE FISSO 29,35 172,63 47,54 3,19 252,71 CAPITALE LORDO 36,81 184,60 63,97 4,63 290,01 DEBITI A breve 0,91 0,85 1,51 0,01 3,28 DEBITI A m/l 5,82 7,05 4,71 0,32 17,89 CAPITALE di TERZI 6,73 7,90 6,21 0,33 21,17 CAPITALE NETTO 30,08 176,70 57,76 4,30 268,84 per azienda (migliaia di ) liquidità immediate 46,8 45,9 33,0 11,6 34,1 liquidità differite 37,9 13,2 10,4 1,0 12,6 Rimanenze 43,7 51,8 10,7 6,8 21,8 CAPITALE CIRCOLANTE 128,5 110,8 54,1 19,3 68,6 CAPITALE FISSO 506,1 1598,4 156,4 43,2 464,5 CAPITALE LORDO 634,6 1709,3 210,4 62,5 533,1 DEBITI A breve 15,7 7,9 5,0 0,1 6,0 DEBITI A m/l 100,3 65,3 15,5 4,3 32,9 CAPITALE di TERZI 116,0 73,1 20,4 4,5 38,9 CAPITALE NETTO 518,6 1636,1 190,0 58,0 494,2 Elaborazione su fonte Regione Lazio. 3.2.3. Un analisi per indici economici. 8

Una valutazione sintetica dei BP appena presentati si può condurre con indicatori di redditività, di situazione patrimoniale e di assetto finanziario delle imprese, alcuni dei quali sono riportati nella tabella 6, nella condizione che precede l investimento. Tabella 6: indicatori di redditività, assetto patrimoniale e finanziario dei BP aggregati per zona. Quoziente Aree PSR RN/HA ROI RCec/CL ROE Leverage liquidità immediata A 2.136 0,15 0,16 0,14 1,22 2,98 B 3.128 0,04 0,04 0,02 1,04 5,83 C 1.760 0,21 0,22 0,13 1,11 6,65 D 1.304 0,72 0,76 0,44 1,08 81,71 Totale 1.937 0,10 0,11 0,07 1,08 5,66 Elaborazione su fonte Regione Lazio. Dai dati emerge che il reddito netto ad ettaro decresce al diminuire del livello di sviluppo delle aree, ad eccezione che nella zona B dove l indice assume valori superiori che nella zona A. Differenze marcate si ritrovano anche per il ROI che nella media del campione assume un valore di 0,10, ma nella zona B è molto più basso, mentre in D assume valori molto alti. Gli stessi divari si riscontrano se si costruisce un indice analogo, RCec/CL, che considera anche il risultato delle attività extra-caratteristiche. 7 I valori di quest indice sono più alti del ROI, a indicare che le imprese del campione che sono impegnate nelle attività extra-caratteristiche ottengono risultati economici più favorevoli della media delle altre. La remunerazione dei capitali propri al netto del compenso al lavoro familiare (ROE) segue lo stesso andamento anche se con valori più contenuti, confermando il contributo rilevante del lavoro familiare in queste imprese. Il risultato delle zone C e soprattutto D, dipende dal valore contenuto dei capitali investiti nelle imprese familiari e suggerisce che, soprattutto nelle aree con problemi di sviluppo, le unità produttive esaminate, di recente non hanno compiuto investimenti rilevanti. 8 L indice di Leverage, che rapporta il CL al CN, conferma il basso livello d indebitamento di tutte le imprese, in particolare questo rapporto è prossimo a uno nelle zone B e D indicando che quelle imprese dichiarano di lavorare quasi solo con capitali di proprietà. Il Quoziente di liquidità immediata rapporta il valore delle risorse monetarie che le imprese dichiarano prontamente disponibili per le loro attività, come la disponibilità di cassa, o nei conti correnti o postali e l entità dei debiti che esse devono estinguere nel breve periodo. Quest indice misura la solvibilità a breve termine delle imprese e raggiunge in tutto il campione valori molto elevati, i cui livelli sono 9

addirittura impressionanti nella zona D. Questo risultato dipende dal fatto che quando calcolano la liquidità disponibile per le attività produttive, i conduttori delle imprese agricole a conduzione familiare considerano l insieme delle risorse e non scindono quelle destinate alle esigenze di consumo della famiglia (Ielapi, 2005). 4. Miglioramento del rendimento e criteri di ammissibilità dei BP. Il Reg. (CE) 1698/2005 chiede di attestare l impatto dell investimento sul miglioramento del rendimento globale d impresa e, dunque, di identificare e organizzare le informazioni e definire i criteri d idoneità e di selezione delle imprese che potranno ricevere l aiuto pubblico. Il piano aziendale richiesto dalla Regione Lazio serve a dimostrare la congruità degli investimenti proposti con gli obiettivi strategici del PSR e a consentire di valutare la sostenibilità economica e finanziaria degli interventi e il miglioramento del rendimento globale dell impresa. Con la determinazione 1867/2008, (integrata dalla determinazione C 2601/2008, la Regione Lazio ha stabilito che per valutare il miglioramento del rendimento globale dell impresa agricola si considerano gli indicatori di K/VA (Capitale agrario/valore aggiunto), di RN/ULU (Reddito netto/ulu totali impiegate), di ROD (Oneri finanziari/fonti di terzi), di ROS (Reddito operativo/produzione Vendibile), di ROI/ROD, di VA/VP (Valore Aggiunto/Valore della Produzione) e di RCec/CL. Con la determinazione C1564/2009, la Regione Lazio ha definito i criteri con cui si determina l ammissibilità dei BP al finanziamento. Questa valutazione si basa sugli indicatori elencati in precedenza che, integrati da elementi correttivi, sono usati per calcolare un indicatore sintetico che attribuisce un punteggio unico all intero quadro economico presentato dall impresa. 9 La possibilità di esprimere un giudizio sintetico finale limita la soggettività di valutazione del responsabile di procedura e facilita il suo lavoro istruttorio. La figura 1 contiene gli elementi per costruire l indicatore sintetico. In primo luogo si nota che per alcuni indici si considera solo la condizione nell anno 0, e per altri si considera la variazione con l anno +N. 10 10

indicatori cosiderati all'anno 0 indicatori per la variazione di N su 0 RCec/CL ROS ROD ROI/ROD 1/(K/VA) RN/ULUtot RCec/CL VA/VP pesi 1 1 1 1 1 2 2 1 giudizio intervalli 1 < 0,01 < 0,01 > 0,12 < 1,0 < 0,01 < 0,0 < 0,0 < 0,0 2 < 0,05 < 0,10 > 0,07 > 1,0 < 0,15 < 0,25 < 0,25 < 0,25 3 < 0,10 < 0,25 > 0,035 > 10,00 < 0,50 < 0,50 < 0,50 < 0,50 4 > 0,10 > 0,25 < 0,035 > 25,00 > 0,50 > 0,50 > 0,50 > 0,50 Δ RCec/CL (co) RN/ULU (COs) RN/ULU (COf) pesi 4 4 4 giudizio 4 3 2 1 CL ROI OCCs RN/ULU OCCf RN/ULU + < + + < + - < + + > + + > + + < + - < + - < + + > + -/+ >< - -/+ >< - -/+ >< - Figura 1: griglia di valutazione dei BP per le misure 112, 121, 311 (Fonte: Determinazione n. C1564 del 22 giugno 2009 della Regione Lazio). La determinazione che istituiva il PSR della Regione Lazio disponeva, infatti, che i piani aziendali andavano valutati anche in base ai risultati previsti con gli investimenti programmati, per premiare i casi di miglioramento delle condizioni economiche, a prescindere dallo stato di partenza. 11 In secondo luogo si nota il diverso peso assegnato agli indici, che attribuisce più rilevanza a quelli ritenuti più atti a perseguire gli obiettivi di sviluppo rurale della Regione. In particolare, gli indici che valutano l impatto del progetto sulla dotazione di capitale dell impresa e sull occupazione, assumono un peso maggiore (ΔRCec/CL (co), 12 ΔRN/ ULU (Cos) e ΔRN/ULU 13 (Cof) ). I valori di giudizio ottenuti dai singoli indici sono moltiplicati per il peso loro assegnato, i dati così ottenuti sono poi addizionati tra loro e divisi per la somma dei pesi. Il giudizio sintetico finale dell impresa così calcolato può assumere un valore che varia da 1 a 4. La Regione Lazio, ha fissato la soglia per l ammissibilità del progetto a 2,1 escludendo le imprese che ottengono un giudizio inferiore ad un terzo del massimo ottenibile. Sono considerati, però, ammissibili anche i BP con un giudizio sintetico superiore a 1,8 che mostrano variazioni positive di RCec/CL o di RN/ULU. 5. I risultati ottenuti dai criteri di ammissibilità dei BP. Questi criteri di ammissibilità dei BP al finanziamento hanno escluso il 10,5% delle imprese del campione. È interessante quindi commentare alcune caratteristiche delle imprese escluse per identificare il modo in cui hanno operato i criteri di ammissibilità descritti nel paragrafo precedente. La tabella 7 riporta il numero di BP non ammessi, divisi per zona e per classe di reddito. 11

Tabella 7: BP non ammissibili divisi per area PSR e classi di RN. Aree PSR Classi di RN ( ) A B C D Totale < 0 1 1 1 0 3 0-60.000 2 14 13 7 36 60.000-160.000 2 5 4 1 12 160.000-260.000 0 1 2 0 3 > 260.000 2 1 0 0 3 Totale 7 22 20 8 57 Elaborazione su fonte Regione Lazio. Il suo confronto con la tabella 3 mostra che la maggiore percentuale di esclusione, 20%, ha interessato le imprese della zona B. Allo stesso tempo, si rileva che solo 3 casi con reddito netto negativo (su un totale di 32) sono state considerati non ammissibili. Questo suggerisce che è stato raggiunto l obiettivo di dare maggiore importanza all impatto dell investimento rispetto alla situazione economica dell impresa nella condizione di partenza. 14. Una conferma di ciò si rileva dall esame della tabella 8 che riporta i principali indici di bilancio delle imprese non ammesse. Il suo confronto con gli analoghi dati della tabella 6 indica che il reddito per unità di superficie e di lavoro e i valori assunti dai principali indici di bilancio sono superiori nel complesso delle imprese non ammesse che nel totale del campione. Solo le imprese escluse della zona D presentano una redditività per ettaro e per unità di lavoro molto più bassa del gruppo di riferimento. Allo stesso modo anche gli indici di ROI, di RCec/CL e di ROE sono molto elevati e nelle aree C e D giungono a livelli addirittura superiori all unità. Tabella 8. valori dei principali indici di bilancio e indicatori di redditività dei BP non ammissibili. Quoziente Aree PSR RN/HA ROI RCec/CL ROE Leverage liquidità immediata A 2.490 0,13 0,18 0,15 1,03 - B 2.742 0,12 0,17 0,09 1,18 6,03 C 4.496 1,47 1,52 1,03 1,02 17,61 D 866 1,95 2,14 0,97 1,00 - Totale 2.618 0,23 0,28 0,19 1,08 9,90 Elaborazione su fonte Regione Lazio. Alla fine, dunque, la domanda di finanziamento di queste imprese è stata esclusa non per la situazione economico-finanziaria di partenza ma dal fatto che, tuttavia, in tutti i casi esclusi l elemento determinante è stata proprio la riduzione nella remunerazione del CL ottenuta con l investimento. Queste variazioni negative sono dovute in alcuni casi ad un aumento delle quote di ammortamento che ha ridotto il reddito, in altri, a una 12

variazione dei capitali investiti che non è compensata da un adeguato aumento dei redditi conseguiti. Un risultato, questo della riduzione del tasso di rendimento dei capitali, che suggerisce una limitata convenienza alla realizzazione dell investimento. Allo stesso modo per alcune delle imprese escluse si osserva un aumento del lavoro impiegato cui non è stato corrisposto un pari aumento anche del Reddito Netto. 6. Conclusioni. L introduzione del BP per le imprese agricole familiari basato sui principi di redazione di un bilancio economico riclassificato ha richiesto alle imprese agricole e ai loro tecnici uno sforzo maggiore nel pianificare gli investimenti finanziati con denaro pubblico. A differenza dei criteri di selezione usati nella precedente programmazione del PSR, stavolta si è chiesto di proporre investimenti capaci non solo di aumentare i redditi aziendali, ma di ottenere risultati che risultano adeguati anche quando sono rapportati allo sforzo economico e finanziario richiesto. La maggiore complessità dell elaborato rispetto a quanto richiesto nella programmazione passata, ha però ridotto l adesione delle imprese a queste misure nel primo stop and go e il numero di BP validi. Altri elementi devono, però, sollecitare una riflessione rispetto alla capacità di questo sistema di operare fattivamente per gli obiettivi di sviluppo rurale. Uno riguarda la sua attitudine a sostenere anche le unità produttive minori. Dall analisi dei BP è emerso che le imprese che hanno aderito al bando, hanno un estensione superiore a quella media emersa dal Censimento Agricoltura del 2000 nelle zone PSR delimitate dalla Regione. Certamente la realtà di confronto che emerge dal Censimento fornisce un immagine distorta dell agricoltura regionale perché non considera che molte imprese operano accorpando più unità aziendali. Tuttavia, appare chiaro che il sistema attuato per promuovere lo sviluppo rurale con gli investimenti delle imprese prese singolarmente, sembra avere difficoltà a intercettare anche le esigenze delle unità minori. Un altro elemento che suggerisce un limite in questo sistema, probabilmente più nel suo assetto generale che non in quello dato dalla Regione Lazio, è l incapacità d intercettare le imprese in difficoltà finanziaria. L analisi degli indici di bilancio ha, infatti, mostrato valori alti sia di redditività dei capitali, sia di rapporto tra liquidità immediate e debiti a breve, suggerendo che molte di queste imprese non ricorreranno al prestito bancario per la copertura del costo dell intervento. In breve, la situazione finanziaria eccellente delle unità che hanno aderito al bando sembra lontana da quella di molte imprese laziali, che 13

le denuncie delle organizzazioni professionali indicano molto indebitate e in difficoltà a ripagare gli oneri finanziari per il calo dei prezzi agricoli e i ritardi nei pagamenti dei clienti. I sistemi di erogazione dei contributi per le misure ad investimento, che costringono le imprese ad indebitarsi ulteriormente, avrebbero disincentivato quelle già in difficoltà finanziaria ad investire con i fondi comunitari per lo sviluppo rurale. Allo stesso modo, in un quadro di difficoltà finanziaria generale, emerge il limite di un sistema di incentivi agli investimenti che non riesce a sostenere le imprese nella gestione del loro debito. Per quanto riguarda i criteri di ammissibilità adottati, nonostante le richieste del mondo bancario di selezionare le imprese guardando alla sostenibilità finanziaria del progetto, la Regione ha predisposto un sistema capace di fornire gli elementi necessari ad una banca per valutare l impresa e il progetto, ma ha valutato l idoneità dei progetti sulla base di obiettivi di sviluppo territoriale. Con l applicazione dei criteri di selezione si è scelto di valutare la sfera economica e della gestione dell impresa agricola apprezzando soprattutto le variazioni negli indicatori che possono testimoniare un miglioramento nel rendimento globale delle attività d impresa. È così accaduto che molte imprese non ammesse presentano una buona, talora eccellente, situazione economico finanziaria di partenza, ma sono state scartate perché non riescono a dimostrare miglioramenti apprezzabili in seguito all investimento. In questo quadro si è scelto di legare strettamente l ammissione al finanziamento a due obiettivi cardine delle politiche di sviluppo rurale, ossia il sostegno alla occupazione e al reddito e l aumento della dotazione di capitale delle imprese. Bibliografia Adinolfi F., e F. Capitanio, (2008), La nuova struttura delle relazioni tra imprenditore agricolo e sistema creditizio: un analisi sintetica del merito creditizio delle aziende agricole italiane attraverso le informazioni della rete di informazione contabile agricola (RICA), XLV Convegno SIDEA, Portici, 25-27 Settembre 2008. Bonazzi G., e M. Iotti, (2005), Analisi per indici nell impresa agraria. Ann. Fac. Medic. Vet. Di Parma, vol. XXV: 269-292. Bonazzi G., e M. Iotti, (2006), La valutazione dei progetti di investimento: un applicazione al comparto della lavorazione delle carni. Ann. Fac. Medic. Vet. Di Parma, vol. XXVI: 419-448. Bruni F., e S. Franco, (2003), Appunti di economia dell azienda agraria, FrancoAngeli, Milano. Ceccarelli L., G. Dono, (2009), L uso del Business plan nelle procedure di finanziamento del PSR 2007 2013 della Regione Lazio, AgriRegioniEuropa, Anno 5, Numero 16: 66-68. 14

Chiodo, E., (2007), Progettare e gestire il cambiamento. Il Business plan in agricoltura tra obbligo e opportunità, Agriregionieuropa, Anno 3, Numero 8: 13-15. Gorgitano M. T.,(2003). Il business plan. In Torquati B. (a cura di), Economia e gestione dell impresa agraria, Bologna, Edagricole: 333-348. Ielapi G., (2005), L accordo di Basilea II, Principali problemi per le piccole e medie imprese. Quaderni del Ludovicianum, Università Cattolica Sacro Cuore Anno 2005. ISTAT, (2002), 5 Censimento Generale dell Agricoltura Italiana. Roma. Lucarelli C. (a cura di), 2005, Il fabbisogno di credito e strumenti finanziari delle imprese agricole marchigiane Regione Marche, INEA e Osservatorio Agroalimentare Marche, Maggio 2005. Regione Lazio (2007), Programma di Sviluppo Rurale del Lazio per il periodo 2007/2013. Allegato 1 - Zonizzazione: Metodologia e descrizione delle aree. Roma. 1 Quest accordo è stato recepito con le direttive comunitarie 2006/48/CE e 2006/49/CE e dal D.L. 267 del 27/12/2006 nell'ordinamento italiano. Esso obbliga le banche ad accantonare quote di capitale proporzionale al rischio derivante dai vari rapporti di credito assunti. Così, le banche devono classificare i propri clienti in base alla loro rischiosità, attraverso procedure di rating. 2 Secondo Lucarelli in Italia s inizia a osservare un divario tra i tassi d interesse per il credito a breve nel settore primario e quelli relativi agli altri comparti. Ciò dipenderebbe dalla difficoltà del sistema bancario di valutare adeguatamente il merito creditizio e la rischiosità dell agricoltura rispetto agli altri settori, dovuta all assenza d informazioni contabili (bilanci) e alla mancanza di competenze professionali specifiche richieste per valutare gli elementi caratteristici del settore. (Lucarelli C., 2005) 3 Gli istituti di credito classificano preventivamente il grado di affidabilità delle imprese con un sistema di rating che considera vari indici tratti dal loro bilancio per definirne lo stato di salute e a determinarne il rischio d insolvenza. Secondo Ielapi l introduzione dei sistemi di rating sulle imprese, soprattutto sulle piccole e medie (PMI), ha un effetto legato alle reali caratteristiche di quel tessuto imprenditoriale, laddove gli interessi familiari si confondono con quelli imprenditoriali. L ottica di una PMI italiana è frequentemente tesa a contenere l imponibile fiscale e gestire una cassa contigua a quella familiare, se non addirittura coincidente con essa. Così la determinazione del rating comporta talora un giudizio di rischiosità sovrastimato e, dunque, l applicazione di un costo del credito più elevato (Ielapi G., 2005). 4 Queste difficoltà riguardano in primo luogo il reperimento di dati essenziali a compilare il bilancio. Spesso, infatti, l assenza di registrazioni contabili rende difficile determinare le situazioni patrimoniali definendo il valore di molti capitali investiti, soprattutto di quelli finanziari e delle liquidità. Inoltre gran parte dei tecnici che operano in agricoltura non ha potuto maturare una grande dimestichezza con i principi che guidano la compilazione del bilancio economico riclassificato. La loro formazione economica si basa, infatti, sui metodi tradizionali di redazione del bilancio dell azienda agraria. 5 La classificazione delle aree rurali del Lazio (Allegato 1 del PSR Lazio 2007/2013) divide il territorio regionale in quattro zone: Poli urbani (A), Aree rurali ad agricoltura intensiva e specializzata (B), Aree rurali intermedie (C), Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo (D). 6 L applicativo informatico calcola il Reddito da Lavoro familiare compensando il lavoro intellettuale con il 3% dei ricavi e compensando lavoro manuale remunerando le ore di lavoro familiare impiegate per una tariffa media oraria pari a 7 euro per le ore di lavoro familiare impiegate. 7 RCec/CL integra ROI con il risultato della gestione extracaratteristica e consente di confrontare la situazione delle imprese che svolgono solo attività agricola con quella delle imprese impegnate nelle attività come l agriturismo, o la trasformazione in proprio, o il contoterzismo. Infatti, lo schema del conto economico del BP della Regione Lazio, non include i risultati di queste gestioni nel Reddito operativo. 8 Gli alti valori degli indici di redditività dipendono in vari casi dal metodo che si è chiesto di usare per valutare i capitali nello stato patrimoniale. Questo considera l esborso monetario effettivamente sostenuto dall imprenditore per acquisirli (Bruni e Franco, 2003). Nel caso di successioni ereditarie, che è rilevante per il capitale fondiario di molte imprese familiari, ciò comporta di imputare solo le spese sostenute per acquisire la proprietà e riduce il denominatore degli indici rispetto a quanto si otterrebbe con approssimazioni basate su valori di mercato. 9 Gli indicatori elencati dalle determinazioni sono stati corretti per considerare nella stessa valutazione comparativa anche le imprese che svolgono attività extracaratteristiche. 15

10 L applicativo della Regione consente di ricostruire fino a 5 annualità del bilancio economico riclassificato dell impresa agricola (-2, -1, 0, +1, +N) Laddove l anno 0 è quello in cui l impresa mostra una foto di se stessa nella situazione che precede l investimento mentre l anno +N rappresenta la situazione nel momento in cui l investimento realizzato entra a pieno regime. 11 Nel calcolo dell indicatore sintetico, la variazione assoluta degli indici è rapportata alla media dei valori assunti prima e dopo l investimento. Quest approssimazione arcuale è fatta per avere un incremento medio che eviti di ripetere l analisi in tutte le eventuali stazioni intermedie dell investimento. 12 Δ[RCec/CL (co) ] confronta la variazione di RCec/CL con quella del Capitale Lordo attribuendo giudizi migliori quando crescono entrambe queste entità. La sua presenza serve a qualificare i risultati ottenuti col solo RCec/CL in modo da sostenere i progetti che aumentano anche la dotazione di capitali delle imprese e, quindi, del territorio che le ospita. 13 Δ[RN/ULU (Cos) ] confronta la variazione di RN/ULU con quella dell occupazione salariata (OCC s ), mentre Δ[RN/ULU (Cof) ] la confronta con quella dell occupazione familiare (OCC f ). La Regione assegna giudizi migliori ai casi in cui la crescita di RN/ULU avviene con una crescita dell occupazione salariata e una riduzione dell impiego di lavoro familiare. In questo modo si vogliono sostenere i progetti che favoriscono il risparmio di risorse familiari da usare in altre attività. 14 Anche il 19% delle imprese col livello di reddito più alto è stato considerato inammissibile. 16