L innovazione tecnologica e la psicologia dello sport A cura di Barbara Rossi e Marco Naman Borgese www.psicologiaperlosport.it Lo sport d elite è affamato di scoperte e di possibilità di raggiungere la propria massima espressione. La Psicologia dello Sport da anni è candidata ad entrare a pieno titolo nelle procedure per incrementare le performance sportive. Purtroppo mentre l aspetto mentale è ormai riconosciuto a pieno titolo da tutti come una discriminante per raggiungere prestazioni di alto livello, di fatto ancora sono pochi gli atleti e i team che si avvalgono del contributo di figure accreditate e specializzate ad allenare la testa lavorando in modo sistematico e organizzato sulla concentrazione, la gestione delle emozioni, la capacità di lavorare in equipe ed altri aspetti fondamentali. Tale contraddizione stride nel contesto di un mondo sportivo d eccellenza che vuole crescere e manifesta una tendenza generale a muoversi anche nella direzione dell innovazione. Tra le cause di questa contraddizione è possibile rintracciare almeno tre fattori che hanno contributo a rallentare l applicazione effettiva della Psicologia in campo, quale elemento chiave per incrementare le performance degli atleti e dei coach ( anche i coach competono come i loro atleti! ). Il primo di questi fattori, il più intuitivo, è dovuto all immagine socialmente diffusa della Psicologia come scienza rivolta principalmente alla cura della malattia mentale. Lo Psicologo è ancora visto, anche nello sport, esclusivamente come
figura deputata al recupero dal forte disagio e non con la sua funzione importantissima di promotore di capacità. Il secondo fattore è collegato alla forma mentis occidentale incentrata sul pensiero positivista che riconosce come validi dati oggettivi di crescita, o almeno che tali appaiano. La Psicologia dello Sport per onestà e vocazione tendenzialmente utilizza un linguaggio che può solo ipotizzare fattori di causaeffetto diretti, e seppure le scoperte delle neuroscienze tendano e si avvicinino sempre più alla certezza delle sue risultanze empiriche, prende in considerazione parametri e intelligenze difficilmente misurabili con modelli matematici, perché ciò che fa riferimento all animo umano è per sua natura poco oggettivo. Il terzo e centrale fattore, in parte collegato al secondo, è dovuto alla psicologia dello sport stessa, incapace spesso di darsi una veste totalmente adattata alle necessità pragmatiche del mondo sportivo, nella convinzione di poter dare un maggiore contributo allo sport mantenendo una sua identità precisa: uno psicologo dello sport non è un allenatore e non deve garantire vittorie ma implementare processi utili all incremento delle abilità. Premesso questo, sarebbe utile comunque che la Psicologia dello Sport facesse dei passi verso le esigenze percepite dal mondo sportivo parlandogli con un linguaggio che sia comprensibile e convinca il movimento dei benefici che gli può arrecare. In questo senso il nostro gruppo di lavoro ha studiato un modello, dal nome PSExtra, tarato per allenare le componenti psicologiche utili allo sport, che utilizza tecnologia e nuovi strumenti, integrati a tecniche classiche, per un approccio che tenta di smussare le contraddizioni precedentemente citate. L anello di congiunzione tra lo sport di eccellenza e la psicologia dello sport potrebbe essere l applicazione di tecnologie e metodologie innovative utilizzate per un allenamento degli atleti moderno ed efficace. Si tratta comunque di un utilizzo tecnologico attento a mantenere in vita tutto il sapere accumulato nel corso di più di un secolo di psicologia, filosofia, sociologia
ed etologia che ci ha insegnato come il fattore umano, l istinto, la motivazione, la fiducia in se stesso e nell altro siano elementi cruciali per attivare ogni cambiamento e ogni sviluppo di abilità. La tecnologia può essere invece vista come strumento che svolge la funzione di medium necessario per avvicinarsi al linguaggio conosciuto dal mondo sportivo attraverso la produzione di dati che convincano dell efficacia della Psicologia applicata allo Sport. Il modello PS Extra, di cui abbiamo parlato sopra, in continua evoluzione, si basa sull applicazione di diversi costrutti psicologici e sull utilizzo di varie strumentazioni tecnologiche sulle quali, tralasciandone in questo articolo altre per motivi di spazio, ci soffermeremo di seguito: - La realtà virtuale (Virtual Reality, VR) è una tecnologia basata su un ambiente tridimensionale generato dal computer in cui il soggetto interagisce a diversi livelli con l ambiente virtuale come se fosse realmente al suo interno. Solitamente si utilizza un casco o un visore in cui vengono visualizzati gli scenari, delle cuffie per riprodurre dei suoni in modo più avvolgente e dei controller per interagire con l ambiente. Il vero passo in avanti compiuto dalla tecnologia è stato quello di creare scenari sempre più realistici, offrendo una sensazione di totale immersione. Questo è possibile grazie ad un senso di assorbimento ed isolamento sensoriale nel quale il soggetto percepisce lo scenario come il più possibile reale, sviluppando quello che viene definito in termine tecnico senso di presenza. Grazie a questo il soggetto può vivere appieno la sua esperienza, riducendo la sensazione di trovarsi in un
ambiente "computerizzato", tale progresso ha avuto, così come confermato da diversi studi, l'effetto di generare un'attivazione fisiologica ed emotiva paragonabile a quella vissuta in ambienti reali. Nello Sport vista l ampia bibliografia presente in materia, si può ipotizzare una applicazione di tale tecnologia per la gestione dell attivazione degli atleti in modo che l atleta impari ad aumentarla o a diminuirla prima di una gara. Conseguentemente, attraverso il meccanismo della Virtual Reality Exposure, ossia un'esposizione graduale dell atleta alla situazione stimolante, egli verrà immerso direttamente nelle situazioni che gli generano stress. Il fatto di "viverle" piuttosto che immaginarle, come avviene nell approccio psicologico classico mirato alla riduzione dello stress, consente una risposta emotiva dell atleta più coinvolgente che viene incontro, inoltre, a quelle persone che trovano difficoltà con le tecniche di immaginazione per rivivere scenari. Attraverso la VR è possibile allenare la capacità di restare calmi e lucidi sotto pressione direttamente nelle situazioni stressanti specifiche del proprio sport. Questo passo in avanti è cruciale nel trattamento ad esempio del Disturbo d'attacchi di panico e di ansia generalizzato, in gara molto più comune di quanto si creda tra gli atleti professionisti e non, di qualsiasi disciplina. - Visual Cognitive Training Il Visual Cognitive Training rappresenta l integrazione del sistema SVTA con aspetti cognitivi di allenamento mentale. Il metodo SVTA (Scienze Vision Training Academy) è un sistema innovativo di allenamento che prevede, attraverso una serie di esercizi visivi, il potenziamento delle abilità percettive attraverso Percezione - Elaborazione - Interpretazione. Lo scopo è massimizzare le capacità percettive, ponendo le basi per una migliore interpretazioni degli stimoli visivi. In altri termini : sviluppo le mie capacità visive, vedo meglio la palla che si
muove, avrò una migliore visione del gioco e riuscirò a compiere un gesto tecnico più preciso. Il protocollo PS Extra presenta due elementi di innovazione rispetto al metodo originale SVTA già di per sé efficace: 1. una maggiore integrazione con la Psicomotricità Funzionale e Relazionale nella convinzione, ampiamente documentata dall opera di Maria Montessori, che il fare ed il sentire attraverso il movimento comporti delle rappresentazioni cognitive ed emotive più complete; 2. gli esercizi visivi vengono svolti durante una situazione di stress per il sistema vestibolare e dato che ogni sport pone tale sistema in condizioni di stress specifiche, abbiamo elaborato esercizi differenti per ogni disciplina lasciando il processo aperto ad adattamenti studiati assieme agli staff tecnici ed atletici di ogni singola realtà sportiva. Questa attività introduce una serie di stimolazioni per la parte cognitiva e psicologica dell atleta, quali tolleranza della frustrazione, capacità di prendere decisioni, attenzione ed insight creativo, che deve essere in grado di portare a termine i compiti richiesti dall esercizio mentre queste sue componenti psicologiche e cognitive sono attivate. - Analisi e incremento Quiet Eye Il quiet eye rappresenta l intervallo di tempo appena prima del gesto tecnico in cui la persona vaglia gli stimoli ambientali rilevanti e li coordina con i suoi movimenti per fare la cosa migliore possibile. Secondo Vickers ed i suoi collaboratori che questo costrutto hanno scoperto e dimostrato, periodi più lunghi di occhio calmo cioè di occhio fisso sul focus ( stiamo comunque parlando di frazioni di secondo ) permettono all atleta una maggiore precisione e una
minore distrazione. Il Quiet Eyes, attraverso dei semplici esercizi ed una procedura formativa ben precisa destinata a guidare il controllo ottimale dello sguardo, ha dimostrato di essere in grado di incrementare la percentuale di finalizzazioni nelle attività closed skills. Dunque esiste ed è in via di implementazione un programma di training sport specifico, certificato da ricerche universitarie sul campo, per far acquisire agli atleti maggiori capacità di precisione sui tiri. Per concludere, possiamo definire questo sistema di allenamento mentale multidisciplinare una nuova proposta efficace, pratica e che coinvolge diversi ambiti e capacità che vengono allenati nello stesso momento. Ciò è utile perché rappresenta e rispecchia ciò che realmente avviene durante l evento gara dove capacità visive, coordinative e mentali sono utilizzate in maniera totalmente integrata.