RAPPORTO SULL INNOVAZIONE PARMA FOCUS PER LA PROVINCIA DI IN EMILIA ROMAGNA 2013. Rapporto sull Innovazione nella provincia di Parma



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Transcript:

RAPPORTO SULL INNOVAZIONE IN EMILIA ROMAGNA 2013 FOCUS PER LA PROVINCIA DI PARMA 1. Premessa 1 1.1 La struttura del rapporto 1 1.2 Metodologia di indagine e caratteristiche del campione 1 2. L effettiva portata dell innovazione introdotta 3 2.1 Una lettura dell effettiva innovazione in termini di input e output 12 2.2 Gli ambiti di ricerca, le fonti informative e gli investimenti effettuati 15 2.3 Fattori abilitanti, ostacoli e benefici dell innovazione 16 2.4 Le forme di tutela della proprietà industriale 22 3. Ict, green economy e innovazione 23 3.1 Le tecnologie dell informazione e della comunicazione (Ict) 23 3.2 Green economy ed eco sostenibilità 25 3.3 Mutamenti, sfide e mega trend 30 1. Premessa 1.1 La struttura del rapporto Con il presente rapporto si illustrano i risultati per la provincia di Parma dell indagine realizzata a livello regionale dall Osservatorio Innovazione di U nioncamere Emilia Romagna 1. Il presente rapporto si inserisce pertanto all interno della più ampia indagine realizzata a livello regionale dall Osservatorio Innovazione di Unioncamere Emilia Romagna, ponendosi l obiettivo di offrire al lettore un analisi dettagliata del contesto provinciale parmense. Infatti, a partire da quanto è emerso nell indagine regionale appena richiamata, in queste pagine si avrà modo di ricostruire dettagliatamente come la provincia di Parma si collochi all interno del contesto emiliano romagnolo, mettendo in luce in particolare i punti di omogeneità e gli scostamenti qui registrati rispetto al dato medio regionale. Grazie a questo approfondimento dedicato alla realtà parmense, si avrà inoltre modo di tenere conto delle specificità economicoproduttive insistenti su questo territorio. Il rapporto regionale diventa, appunto per questo, uno strumento integrante e utile alla lettura di queste pagine, dal momento che al fine di evitare 1 Cfr. Cise Centro per l Innovazione e lo Sviluppo Economico della Camera di commercio di Forlì Cesena, Rapporto sull Innovazione in Emilia Romagna 2013, novembre 2013 (www.ciseonweb.it/innovazione/ report). D ora innanzi ci si riferirà a questa pubblicazione con la dicitura rapporto regionale. Rapporto sull Innovazione nella provincia di Parma ridondanze saranno molteplici i richiami alle analisi in esso presentate. Si deve infine evidenziare che mentre nel rapporto regionale si è mantenuto un doppio registro di analisi da un lato guardando ai dati e alle informazioni raccolte con l Osservatorio Innovazione 2013 e dall altro considerando dati ed informazioni di sfondo e di contesto che hanno permesso di ricostruire il quadro demografico, sociale, economico, culturale, ambientale entro cui operano le imprese intervistate con lo stesso Osservatorio per il rapporto provinciale ci si concentra essenzialmente sui soli dati dell Osservatorio, rimandando, appunto, al rapporto regionale per la ricostruzione del contesto di riferimento. 1.2 Metodologia di indagine e caratteristiche del campione Per la presentazione delle scelte metodologiche e degli strumenti adottati per la realizzazione della rilevazione dati dell Osservatorio Innovazione, si rimanda al cap. 1 del rapporto regionale; pertanto in questa sede ci si può limitare a ricordare che l indagine, basata su un questionario sottoposto a un campione di imprese, è stata realizzata fra aprile e giugno 2013 dunque si tratta di dati ed informazioni recenti, in grado di cogliere appieno l attuale congiuntura economica e la situazione e conomico sociale entro cui operano le imprese e ha visto coinvolte 194 imprese della provincia di 1. Premessa 1

Rapporto sull Innovazione nella provincia di Parma Parma, quale parte del più ampio campione regionale di 1.596 imprese emiliano romagnole. Il campione regionale è stratificato per provincia, dimensione e settore economico dell impresa e, come tale, rispecchia le caratteristiche della realtà economico produttiva emiliano romagnola, con una netta prevalenza della piccola impresa, dei settori della metallurgia e della meccanica, seguiti da quelli, a forte specializzazione provinciale, dell agro alimentare (in primis proprio a Parma) e della moda (in particolare a Modena, caratterizzata inoltre dalla forte presenza del comparto della ceramica e delle piastrelle). Come appena ricordato, il campione parmense, riflettendo le caratteristiche della realtà di riferimento, si caratterizza in particolare per una sovrarappresentazione rispetto all aggregato regionale del settore dell agro alimentare 2, che a livello locale rappresenta oltre un quinto dei casi (20,6%) a fronte dell 11,7% medio regionale e, all opposto, per una sotto rappresentazione del settore moda e della carta/editoria. Da evidenziare comunque che anche per il campione di Parma è il settore metallurgico a raccogliere la quota più consistente di casi (25,8%, valore in linea con quello medio regionale); è di rilievo inoltre, a livello provinciale così come regionale, il peso del settore meccanico 3. Il campione provinciale esibisce inoltre un peso leggermente superiore delle imprese di piccole dimensioni (96,4% a fronte di un incidenza nel campione regionale del 92,7%), a scapito di quelle di piccole dimensioni (3,6% contro 7,3%). Il questionario adottato per la rilevazione dell Osservatorio Innovazione è stato realizzato per la prima volta nel 2006 ed è stato via via, nel corso degli anni, migliorato e integrato sulla base delle indicazioni e dei riscontri giunti da Unioncamere Emilia Romagna, dalle singole Camere di commercio e dalle stesse imprese intervistate, tanto da costituire oggi uno strumento dalla notevole portata informativa. Proprio perché adottato pur con le modifiche e gli aggiustamenti appena richiamati da numerosi anni, esso consente una lettura in termini diacronici di buona parte dei dati e delle informazioni a disposizione. Pertanto nel presente rapporto si cercherà, laddove possibile, di presentare i dati in serie storica e di garantire la comparazione fra il livello provinciale e quello regionale 4. 2 Il settore agro alimentare registra nel campione provinciale esclusivamente imprese dell industria alimentare e del food & beverage (industria alimentare, delle bevande, ecc.) e nessun caso appartenente all agricoltura in senso stretto (coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, caccia e servizi connessi, silvicoltura e pesca utilizzazione di aree forestali, acquacoltura). 3 Si precisa che una parte consistente del comparto delle attrezzature e apparecchiature meccaniche riguarda, nel caso di Parma, proprio il settore del food & beverage. 4 Nel rapporto regionale, i dati emiliano romagnoli, a loro volta, sono posti a confronto con quelli medi nazionali ed europei, tratti dalla IUS (Innovation Union Scoreboard). 2 1. Premessa

Rapporto sull Innovazione nella provincia di Parma Tab. 2.1. Innovazione introdotta nell ultimo triennio nelle imprese del campione di Parma e dell Emilia Romagna. Dati 2013 e confronto con anni 2012, 2010/11 e 2009 Tipo di innovazione 2013 2012 2010/11 2009 Parma Innovazione di prodotto incrementale 18,6 14,2 15,7 22,0 Innovazione di prodotto radicale 3,6 5,7 7,4 4,0 Innovazione di processo incrementale 14,4 11,9 13,8 21,0 Innovazione di processo radicale 3,6 2,3 5,1 6,5 Innovazione organizzativa 8,8 8,0 11,1 14,5 Innovazione di marketing 6,2 6,3 3,7 n.d. a Nessuna innovazione introdotta 54,6 59,1 61,8 53,0 Emilia Romagna Innovazione di prodotto incrementale 17,9 14,8 15,3 18,4 Innovazione di prodotto radicale 6,9 6,4 6,7 6,9 Innovazione di processo incrementale 16,7 14,2 16,1 19,1 Innovazione di processo radicale 5,8 5,1 5,7 7,5 Innovazione organizzativa 8,5 7,1 10,7 11,3 Innovazione di marketing 8,8 5,9 2,4 n.d. a Nessuna innovazione introdotta 53,6 58,0 57,9 51,0 Note: Valori % calcolati sui rispondenti e non sulle risposte, che non essendo mutuamente esclusive potevano anche essere più di una per rispondente (di conseguenza la somma delle percentuali supera il valore di 100%). a : nell indagine 2009 non si era rilevata l innovazione di marketing, comprendendola all interno dell innovazione organizzativa. 2. L effettiva portata dell innovazione introdotta Con questo capitolo si entra immediatamente nel vivo del tema centrale del rapporto e della rilevazione dell Osservatorio Innovazione, andando a considerare le risposte fornite dalle imprese in merito ai quesiti relativi all innovazione. Il primo punto da affrontare, centrale nell economia del presente studio, è l effettiva capacità di innovazione delle imprese, letta guardando al tipo di innovazione che le stesse dichiarano di aver introdotto nel triennio precedente all intervista. Dalla tab. 2.1 si evince chiaramente un primo punto critico, da mettere certamente in rilievo: oltre la metà (54,6%) delle aziende intervistate a Parma dichiara di non aver introdotto alcuna innovazione nell ultimo triennio. Nonostante si tratti di un dato assai rilevante e critico e peggiore anche di quello medio regionale (53,6% di imprese non innovative) si deve notare che esso è in considerevole miglioramento rispetto al dato dei due anni precedenti, attestato attorno al 62%, e piuttosto in riavvicinamento al 53,0% registrato nel 2009 (tab. 2.1). Circa il 18% delle imprese del campione sia provinciale che regionale ha introdotto innovazioni di prodotto di tipo incrementale, mentre l innovazione di processo di tipo incrementale ha riguardato il 14,4% dei casi a Parma e il 16,7% dei casi in Emilia Romagna. Le innovazioni radicali hanno riguardato una ristretta minoranza di casi: il 3,6% delle imprese parmensi ha introdotto innovazioni di prodotto di questo tipo (6,9% a livello regionale) e sempre il 3,6% innovazioni radicali di processo (5,8% a livello regionale). Se dunque le imprese di Parma presentano performance leggermente più soddisfacenti della media regionale in termini di innovazioni incrementali di prodotto (ma non per quelle di processo), nel momento in cui si passa a considerare la più pregiata innovazione radicale, il dato provinciale risulta inferiore a quello medio regionale, sia in termini di prodotti che di processi (tab. 2.1). Si deve poi ricordare un 8,8% di aziende che dichiara di aver introdotto innovazioni a livello organizzativo valore pressoché in linea con l 8,5% medio regionale e un 6,2% che ha invece effettuato innovazioni di marketing, valore inferiore all 8,8% medio regionale. 2. L effettiva portata dell innovazione introdotta 3

Tab. 2.2. Innovazione introdotta nell ultimo triennio nelle imprese del settore dell agro alimentare del campione di Parma e dell Emilia Romagna. Dati 2013 Tipo di innovazione Parma Emilia Romagna Innovazione di prodotto incrementale 17,5 15,0 Innovazione di prodotto radicale 0,0 2,8 Innovazione di processo incrementale 17,5 12,7 Innovazione di processo radicale 5,0 2,3 Innovazione organizzativa 5,0 7,0 Innovazione di marketing 7,5 8,5 Nessuna innovazione introdotta 57,5 55,7 Note: Valori % calcolati sui rispondenti e non sulle risposte, che non essendo mutuamente esclusive potevano anche essere più di una per rispondente (di conseguenza la somma delle percentuali supera il valore di 100%). Una lettura in termini diacronici della tab. 2.1 consente di rilevare per le imprese di Parma un significativo miglioramento negli ultimi tre anni in termini di innovazione incrementale di prodotto, che rende il dato del 2013 più vicino a quello del 2009, mentre si registra un peggioramento in termini di innovazione radicale di prodotto e di processo (anche se per questo tipo di innovazione si evidenzia un miglioramento nell ultimo biennio). Non ci si sofferma in questa sede sull approccio e la strategia adottata per i percorsi di innovazione realizzati, perché, in linea con quanto descritto per il livello regionale, si evidenzia una prevalenza di innovazioni realizzate esclusivamente all interno dell impresa, un peso non particolarmente elevato di quelle ottenute tramite la collaborazione con altri soggetti pubblici e privati e un crescente peso di quelle derivate da una completa esternalizzazione, in particolare nel momento in cui si passa a considerare l innovazione radicale, assai difficile da realizzare per una singola impresa, specie per quelle di piccole dimensioni che caratterizzano il contesto provinciale e regionale al centro della presente a nalisi. Sembra interessante piuttosto concentrarsi in questa sede sul settore che maggiormente caratterizza il contesto provinciale: quello dell agroalimentare, così da poter comprendere quale sia il suo posizionamento rispetto al campione provinciale considerato nella sua interezza e anche per analizzarlo in termini comparati rispetto allo stesso segmento produttivo del livello regionale. Il settore agro alimentare presenta una quota inferiore di imprese che ha introdotto innovazioni di prodotto sia incrementali che, soprattutto, radicali, sia nel campione di Parma che in quello complessivo emiliano romagnolo, a denotare come uno dei settori trainanti della realtà parmense (ed emiliano romagnola) si caratterizzi per un grado di innovatività dei prodotti inferiore a quello mediamente registrato per l intero sistema economicoproduttivo locale. Tuttavia, a livello provinciale si osserva, per il settore in esame, una quota più consistente di imprese che hanno introdotto innovazioni di processo incrementali (17,5% contro 14,4% medio regionale), così come radicali (5,0% contro 3,6% medio regionale). Fra le imprese di Parma dell agro alimentare è maggiore anche l incidenza dell innovazione di marketing (7,5% contro 6,2% medio regionale). La minore capacità innovativa, in generale, del settore agro alimentare, centrale per il sistema economico produttivo parmense, spiega le performance meno soddisfacenti della provincia in termini di innovatività rispetto al campione regionale (basti ricordare la quota di imprese non innovative più alta di un punto percentuale rispetto al complessivo aggregato emiliano romagnolo). Si tratta di comprendere ora quali siano i settori economici che nel parmense presentano maggiore capacità innovativa rispetto a quanto non esibiscano a livello regionale, per poi tenere conto di queste evidenze per il prosieguo dell analisi e per un inter 4 2. L effettiva portata dell innovazione introdotta

Tab. 2.3. Quota percentuale di imprese dei campioni di Parma e dell Emilia Romagna non innovative per principali caratteristiche. Dati 2013 Parma Emilia Romagna Settore economico Agro alimentare 57,5 55,4 Sistema moda 37,5 57,7 Legno e mobili 75,0 60,6 Carta ed editoria 57,1 a 47,9 Chimico, farmaceutico, plastica, gomma 50,0 42,9 Industria dei materiali non metalliferi 100,0 a 62,5 Industria del metalli 52,0 56,5 Elettricità/elettronica 33,3 a 34,6 Meccanica e mezzi di trasporto 54,3 49,8 Altro manifatturiero 30,0 58,6 Commercio e servizi 38,8 Dimensioni (n. addetti) Piccola 55,6 55,5 Media e grande 28,6 29,9 Tassonomia di Pavitt Manifatture tradizionali 59,8 57,6 Elevate economie di scala 54,8 53,5 Offerta specializzata 50,0 51,1 Alta intensità tecnologica e di R&S 30,8 38,8 Indice di apertura a valle Apertura nulla 63,2 60,8 Apertura marginale 50,0 49,1 Apertura significativa 20,0 26,8 Appartenenza a un gruppo Non appartenente a un gruppo 58,1 57,6 Appartenente a un gruppo 38,2 38,0 Appartenente a rete d imprese 45,5 a 32,7 Totale 54,6 53,6 Note: a : La bassa numerosità dei casi appartenenti a questa categoria rende il dato statisticamente non significativo. pretazione dei dati di seguito presentati. Effettivamente, si ravvisano profonde differenze fra la realtà parmense e quella complessiva emiliano romagnola in termini di capacità innovativa dei diversi settori economici. La quota di imprese non innovative, come già ricordato, è leggermente più elevata nel campione di Parma rispetto al resto della regione per il settore agro alimentare (57,5% contro 55,7%) 5 ed anche per i settori della carta/editoria e soprattutto per quello del legno e dei mobili. Di converso, per il settore del tessile e della moda a Parma si registra soltanto un 37,5% di imprese non innovative a fronte del 57,7% medio regionale (tab. 2.3). L analisi può essere estesa anche alle altre caratteristiche delle imprese coinvolte nell Osservatorio Innovazione. Sempre considerando le imprese che non hanno introdotto alcuna innovazione nell ultimo triennio, si vuole verificare se e per quali variabili il subcampione non innovativo si differenzi dal restante gruppo di imprese intervistate. Si tratta cioè di comprendere quali siano i segmenti di imprese di Parma che presentano maggiore capacità innovativa, in termini relativi anche rispetto al livello regionale. Se è vero che si colgono differenze di rilievo della quota percentuale di imprese non innovative nel momento in cui si va a disaggregare il campione rispetto alle caratteristiche delle imprese, è altrettanto vero che il comportamento del campione parmense è per molti versi pressoché in linea con quello emiliano romagnolo, già analizzato nel rapporto regionale e sintetizzato dai dati riportati in tab. 2.3. In entrambi i casi, la quota di imprese non innovative è decisamente inferiore fra quelle di maggiori dimensioni, con un peso prossimo al 56% fra le piccole imprese e inferiore al 30% per quelle di medie e grandi dimensioni. La relazione, già evidente negli anni passati, è confermata anche dai dati nazionali forniti da Istat, che indicano, per il triennio 2008 2010, un 29% circa di imprese innovatrici fra quelle con meno di 50 addetti, il 47,1% fra quelle con 50 249 addetti e il 64,1% fra quelle con almeno 250 addetti 6. Risulta poi palese la relazione lineare rispetto al grado di specializzazione e dotazione tecnologica (tassonomia di Pavitt), con una maggiore incidenza delle imprese non innovative fra quelle del manifatturiero tradizionale, una flessione fra quelle ad elevate economie di scala e, ancor di più, fra quelle ad offerta specializzata e, soprattutto, ad alta intensità tecnologica e di ricerca e sviluppo. Si nota poi una relazione altrettanto nitida rispetto al grado di internazionalizzazione (indice di apertura a 5 A questo riguardo sarà rilevante considerare, con il prossimo capitolo, il tema della conversione alla green economy e, nella fattispecie, in particolare il biologico e l incidenza a livello provinciale e regionale. 6 Cfr. Istat, Noi Italia (http://noiitalia.istat.it/index.php?id=7&user_100ind_pi1%5bid_pagina%5d=486&c Hash=902665eb538201c391dfa299489faf52). 2. L effettiva portata dell innovazione introdotta 5

valle) 7. Infatti: - fra le imprese con apertura a valle nulla, la percentuale che non ha introdotto alcuna innovazione nell ultimo triennio è del 63,2% (dato superiore al 60,8% medio regionale); - fra quelle con grado di apertura a valle limitato, la percentuale di imprese che nell ultimo triennio non ha innovato scende di oltre 13 punti, attestandosi al 50,0% (e al 49,1% a livello regionale); - fra quelle con grado di apertura a valle significativo, la quota di imprese che non ha innovato scende ancor più nettamente, attestandosi a livello provinciale al 20,0%, valore inferiore anche al 26,8% medio regionale (tab. 2.3). Certamente si può ipotizzare che si tratti di una relazione causale bidirezionale: da una parte, l impresa che riesce a introdurre innovazioni è tendenzialmente un impresa che come si vedrà riesce a migliorare i propri prodotti/servizi e con ciò a conquistare nuovi mercati e a reggere la competizione sul mercato globale; dall altra, l impresa maggiormente internazionalizzata trova certamente nel proprio network di relazioni (con fornitori, partner, clienti, ecc.), articolato a livello internazionale, maggiori e più efficaci stimoli all innovazione 8. L evidenza è mostrata anche dall analisi condotta nel Rapporto sull economia della provincia di Parma su dati dell Osservatorio sull internazionalizzazione di Unioncamere Emilia Romagna. Considerando il commercio estero, lo studio illustra come le imprese inserite in reti di relazioni con l estero, con accordi formali o informali con imprese straniere, siano quelle che proporzionalmente sono riuscite ad accrescere il proprio volume d affari, mentre, viceversa, la quota di imprese senza rete estera che hanno registrato una flessione del commercio con l estero supera abbondantemente quelle che hanno evidenziato un incremento. L analisi oltretutto spiega come non sembri particolarmente centrale il settore economico di afferenza, quanto piuttosto la qualità e la localizzazione del sistema di relazioni entro cui gravita l impresa: appartenere a una rete geograficamente lunga, che va oltre l ambito locale, consente di essere maggiormente reattivi nel cogliere le opportunità che il mercato globale e il mondo possono offrire 9. Questo aspetto, specie in una fase come quella attuale, caratterizzata dalla stagnazione della domanda interna, assume necessariamente particolare rilievo. Da sottolineare inoltre la maggiore capacità innovativa da parte delle imprese appartenenti a gruppi, nazionali o esteri: queste risultano non innovative nel 38,2% circa dei casi, contro il 58,1% di 7 L indice di apertura a valle è stato calcolato considerando la collocazione geografica dei tre principali clienti dell impresa, in ordine di rilevanza. Per i dettagli della definizione operativa e delle modalità di calcolo dell indice, si rimanda al rapporto regionale. 8 Il punto sarà ripreso nei prossimi paragrafi, laddove si tratterà il tema delle fonti informative e dei fattori abilitanti l innovazione. 9 Cfr. Camera di commercio di Parma Unioncamere Emilia Romagna, Parma che cresce. Competere nella crisi economica, in Rapporto sull economia della provincia di Parma 2012, 2013 ((www.pr.camcom.it/portale/materiale news edeventi/caselli_14%20maggio_sc.pdf). 6 2. L effettiva portata dell innovazione introdotta

Tab. 2.4. Imprese del campione di Parma e dell Emilia Romagna che nell ultimo triennio hanno introdotto un innovazione radicale di prodotto e almeno un innovazione per andamento del fatturato nello stesso periodo. Anno 2013 Diminuzione Stabilità Aumento Totale N Parma Imprese con almeno un innovazione 37,5 52,3 10,2 100,0 88 Resto del campione provinciale 44,7 46,7 8,6 100,0 108 Emilia Romagna Imprese con almeno un innovazione 51,5 39,3 7,9 100,0 740 Resto del campione regionale 40,1 42,6 17,3 100,0 856 Parma Imprese con innovazione radicale di prodotto a 14,3 71,4 14,3 100,0 7 Resto del campione provinciale 42,5 48,4 9,1 100,0 186 Emilia Romagna Imprese con innovazione radicale di prodotto 45,5 33,6 20,9 100,0 110 Resto del campione regionale 46,3 41,3 11,6 100,0 1.486 Note: : La bassa numerosità dei casi appartenenti a questa categoria rende il dato statisticamente non significativo. Rapporto sull Innovazione in provincia di Parma quelle non appartenenti a gruppi (con valori percentuali del tutto simili rilevati per il campione regionale). La quota di imprese non innovative scende poi fino al 45,5% per le imprese di Parma appartenenti a reti d impresa (e al 32,7% a livello regionale, a conferma della solidità della relazione, anche considerando il più numeroso complessivo campione emiliano romagnolo). Ciò sembra confermare l idea che il contratto di rete possa costituire non soltanto una modalità attraverso cui le imprese superano il problema delle piccole dimensioni caratterizzanti la realtà emiliano romagnola, ma anche una modalità innovativa attraverso cui mettere assieme conoscenze, competenze ed e sperienze differenti e porle a sistema, così da meglio affrontare il mercato e l attuale congiuntura economica sfavorevole tramite un aumento della propria forza e delle opportunità, senza necessariamente doversi unire con una fusione o ricadere sotto il controllo di un unico soggetto. Il contratto di rete consente anche alle piccole e micro imprese di organizzarsi mettendo a fattore comune le proprie risorse finanziarie e di conoscenza, così da rendere sostenibili processi aziendali ad elevato valore strategico e capaci di aumentare l efficienza, la competitività, ecc. La rete dunque non deve essere letta esclusivamente con l obiettivo della riduzione dei costi, ma anche come via attraverso cui stimolare lo sviluppo di nuove opportunità. Da ulteriori analisi condotte, si è potuto rilevare che fra le imprese di Parma e del resto del campione emiliano romagnolo che nel triennio precedente l intervista hanno realizzato una qualche innovazione, si registra una quota di imprese che sono riuscite ad accrescere il proprio fatturato maggiore di quella che riferita alle imprese non innovative. Nel campione di Parma, le imprese che hanno introdotto almeno un innovazione hanno visto aumentare il proprio fatturato nel 10,2% dei casi, mentre fra le imprese non innovative tale valore percentuale scende all 8,6% 10 (fra le imprese innovative di Parma è però più elevata la quota di quelle che sono riuscite a mantenerlo stabile ed è dunque inferiore quella delle imprese che hanno segnalato una contrazione del fatturato: 37,5% fra quelle innovative, quasi 45% fra quelle non innovative) (tab. 2.3). Se si considera la sola innovazione radicale di prodotto pur evidenziando che la numerosità dei casi è piuttosto bassa e dunque statisticamente poco significativa per il campione di Parma si nota una relazione altrettanto nitida: una diminuzione del 10 La relazione risulta più nitida a livello regionale, dove si passa dal 17,3% delle imprese innovative al 7,9% di quelle non innovative. 2. L effettiva portata dell innovazione introdotta 7

Fig. 2.1a. Esportazione Occupazione Investimenti Fatturato Fig. 2.1b. Esportazione Occupazione Investimenti Andamento medio degli ultimi tre anni di fatturato, investimenti, occupazione ed esportazioni per le imprese del campione di Parma. Distribuzioni % Parma 0% 20% 40% 60% 80% 100% Andamento medio degli ultimi tre anni di fatturato, investimenti, occupazione ed esportazioni per le imprese del campione dell Emilia Romagna. Distribuzioni % Emilia Romagna fatturato ha interessato appena il 14,3% delle imprese parmensi che hanno realizzato questo tipo di innovazione contro il 42,5% del resto del campione. La relazione è confermata da quanto si osserva con riferimento al più ampio campione regionale: fra le imprese con innovazione radicale di prodotto quasi il 21% ha accresciuto il proprio fatturato, mentre per il resto del campione si scende all 11,6% (tab. 2.4). Nel rapporto regionale, oltre a considerare la relazione circolare fra innovazione e fatturato, si è guardato anche a quella fra fatturato e investimenti e fra investimenti e innovazione ed è emerso chiaramente che si tratta di relazioni tutte positive e piuttosto forti, tanto da innescare rapporti di causalità circolare di segno positivo ed essenzialmente bidirezionali. Infatti, a maggiori investimenti tendenzialmente corrisponde maggiore fatturato e viceversa, anche perché più investimenti significano più opportunità di innovazione e, di conseguenza, come ricaduta, miglioramento del risultato e conomico, del fatturato, ecc. (il tutto è esemplificato dallo schema riportato in fig. 4.2 del rapporto regionale). Accertato lo stretto rapporto fra queste dimensioni, diviene ora centrale fornire un quadro sintetico dell andamento negli ultimi tre anni di quattro variabili fondamentali: fatturato, investimenti, occupazione e esportazioni. Fatturato 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% 8 2. L effettiva portata dell innovazione introdotta

Fra queste quattro dimensioni, quella che presenta il quadro più critico è il fatturato. Infatti, sono il 41,5% le imprese di Parma che lamentano un peggioramento negli ultimi tre anni, dato comunque lievemente più soddisfacente rispetto al 46,6% medio regionale (figg. 2.1a e 2.1b) e decisamente in miglioramento rispetto al 54,7% rilevato nel 2012. I dati forniti dal Rapporto sull economia della Camera di commercio di Parma 11 evidenziano che il 2012 si è chiuso con una flessione complessiva del valore del fatturato del 4,4% rispetto all anno precedente, a causa soprattutto dei dati altamente negativi registrati nel quarto trimestre dell anno. La diminuzione risulta comunque in linea con quella media regionale, ma più contenuta di quella riferita all industria italiana complessiva ( 5,7%). Dietro questo dato medio provinciale si trovano, da una parte, le situazioni particolarmente critiche, in primis, del settore del legno e del mobile e di quello dei metalli, ma anche di quelli della meccanica e dei materiali non metalliferi (ceramica, cemento, vetro); dall altra, i valori seppur di segno negativo certamente meno critici per l industria alimentare e delle bevande 12. Gli investimenti presentano una situazione decisamente meno negativa, con poco più di un quinto 11 Cfr. Ufficio Statistica e Studi Camera di commercio di Parma, Unioncamere Emilia Romagna, Rapporto sull economia della provincia di Parma, 2013 (www.pr.camcom.it/informazioneeconomica/news/rapporto sulleconomia di parma nel 2012). 12 Cfr. Ufficio Statistica e Studi Camera di commercio di Parma, Unioncamere Emilia Romagna, Rapporto sull economia della provincia di Parma, op. cit. (20,7%) delle imprese intervistate a Parma che dichiara di averne registrato una contrazione 13 e il 63,6% che è riuscito a mantenerli costanti, nonostante la difficile congiuntura. Si consideri che la flessione degli investimenti ha riguardato a livello regionale oltre un quarto (25,4%) delle imprese intervistate. Si deve comunque segnalare che il perdurare della crisi, la restrizione delle risorse finanziarie a disposizione e del credito hanno determinato sul medio termine una riduzione della capacità di investimento da parte delle imprese. E difatti anche da altri dati rilevati con l Osservatorio Innovazione emerge che proprio gli investimenti sono una delle dimensioni da tenere sotto osservazione con particolare attenzione anche per il livello provinciale. Le analisi condotte per l Emilia Romagna nel rapporto regionale evidenziavano infatti un ulteriore rallentamento degli investimenti, dopo quello decisamente marcato registrato fra il 2009 e il 2010/2011 (si veda in particolare al riguardo la tab. 2.11 del rapporto regionale); un medesimo andamento si rileva per la provincia di Parma: la quota percentuale di imprese che ha effettuato investimenti nel 2012 nelle diverse aree presentate in tab. 2.5 è sistematicamente e significativamente inferiore a quella registrata con riferimento all anno 2009. A questo proposito, è sufficiente prendere in esame l area di investimento principale l acquisto di macchinari e attrezzature: che nel 2009 aveva riguardato oltre un quarto (26,1%) delle imprese intervistate a Parma, mentre nel 2012 non supera il 15% (anche se si deve aggiungere che il dato relativo agli investimenti dell anno 2011 13 Il dato risulta del tutto in linea con il 20,8% rilevato con l Osservatorio Innovazione 2012. 2. L effettiva portata dell innovazione introdotta 9

era ancora meno elevato, pari al 9,2%). L area che segue in graduatoria come quella su cui le imprese hanno più di frequente investito è quella degli acquisti legati all informatica, in particolare software (e, più sotto, anche hardware e servizi informatici). Anche in questo caso si evidenzia una marcata flessione: nel 2009 il 15 17% dei casi aveva investito nell acquisto di hardware e software informatici, nel 2011 si era scesi al 5,6% e si arriva nel 2012 ad appena il 2%. Andamenti analoghi si notano per quanto concerne gli investimenti volti alla realizzazione di innovazione internamente all impresa. Per esempio, gli investimento per lo sviluppo e il design di nuovi prodotti all interno dell azienda aveva visto investimenti da parte del 12,8% delle imprese di Parma nel 2009 e da poco più del 2% nel 2011 e nel 2012 (tab. 2.5). A parte la prima area di investimento ossia l acquisto di macchinari e attrezzature per tutte le altre, la quota di imprese che vi ha destinato risorse a Parma nel 2012 arriva al massimo al 2,1%, Tab. 2.5. Percentuale di imprese del campione di Parma che hanno investito nelle seguenti aree/ambiti nel 2012 (e confronto con 2011 e 2009). Valori % in ordine decrescente per 2012 Aree di investimento 2012 2011 a 2009 a Acquisto nuovi macchinari e attrezzature 14,9 9,2 26,1 Acquisto nuovo software 2,1 5,7 14,7 Sviluppo/design nuovi prodotti effettuato internamente 2,1 2,3 12,8 Sviluppo nuovi macchinari effettuato internamente 1,5 3,4 5,0 Efficienza energetica 1,5 b b Acquisto nuovo hardware 1,0 4,5 17,0 Acquisto servizi informatici (consulenza, assistenza, ecc.) 1,0 4,0 15,6 Marketing per nuovi prodotti/servizi 1,0 1,1 5,5 Assunzione/formazione personale per nuovi processi/prodotti/servizi 1,0 1,1 5,5 Sviluppo nuovi macchinari in collaborazione con aziende o istituzioni 1,0 0,6 2,3 Certificazioni ambientali di sistema e/o di prodotto 0,5 b b Assunzione/formazione personale R&S 0,5 1,7 3,2 Sviluppo/design nuovi prodotti commissionato all esterno 0,5 1,1 3,6 Acquisto nuove tecnologie (brevetti, marchi, invenzioni, ecc.) 0,0 0,6 2,3 Sviluppo nuovo software effettuato internamente 0,0 1,7 4,6 Note: a : : il dato relativo al 2009 deriva dalla rilevazione dell Osservatorio Innovazione 2010/2011, mentre quello relativo al 2011 è stato rilevato con l indagine condotta nel 2012. b : item non previsto dal questionario adottato per le rilevazioni dell Osservatorio Innovazione 2012 e 2010/2011. mentre nel 2009 erano cinque le aree che avevano raccolto ben oltre il 10% di casi e per nessuna area si arrivava a valori percentuali tanto bassi quanto quelli registrati per l anno 2012. I dati registrati a Parma sono tendenzialmente meno elevati di quelli medi regionali, che hanno comunque seguito il medesimo andamento di netta flessione nel periodo preso in esame (cfr. al riguardo tab. 2.11 del rapporto regionale). Il netto decremento degli investimenti che, come mostra la serie storica presentata nella stessa tab. 2.4, già si evidenziava con la precedente indagine ma che quest anno risulta ulteriormente confermato 14 va legato al perdurare della crisi economico finanziaria, che già da diversi anni ha interessato la provincia di Parma e l intera Emilia Romagna. Probabilmente, la sua persistenza ha progressivamente intaccato le risorse finanziarie a disposizione delle imprese e ciò, unito alla contrazione del credito concesso, ha portato a tale calo degli investimenti. La tendenza risulta confermata anche dall indagine annuale realizzata da Confindustria Emilia Romagna, che per il campione di 214 imprese parmensi registra per il 2012 un quadro meno soddisfacente di quello dell anno precedente, con la percentuale di imprese che ha manifestato l intenzione di non investire nel 2012 salita al 22,0%, rispetto alle quote del 17,4% del 2011 e del 20,5% del 2010. 14 Si vuole precisare che esaminando non la quota di imprese che ha investito in ciascuna area ma l ammontare delle risorse finanziarie destinate agli investimenti si è giunti alle medesime evidenze, che indicano, appunto, questo netto décalage degli investimenti effettuati. 10 2. L effettiva portata dell innovazione introdotta

Si consideri che per l intera Emilia Romagna si è rilevato un andamento analogo, seppur su valori percentuali meno elevati (e dunque meno critici): dal 15,9% del 2010 si è passati all 11,5% del 2011 per poi approdare al 17,8% del 2012 15. Dopo il fatturato, il secondo dato meno positivo, sia a livello provinciale che regionale, è quello relativo all occupazione: sono il 27,8% le imprese di Parma e il 28,8% di quelle del complessivo campione emiliano romagnolo che nell ultimo triennio si sono viste costrette a ridurre il numero dei propri addetti. Oltretutto, a livello provinciale ed anche, seppur in maniera meno marcata, a livello regionale si registra un peggioramento rispetto ai dati rilevati nel 2012. Si consideri poi che l elevata stabilità evidenziata dall analisi quasi due terzi dei casi è riuscito a mantenere la medesima dotazione di risorse umane va letta tenendo a mente l ampio ricorso che in questi anni si è fatto alla cassa integrazione guadagni e, più in generale, agli ammortizzatori sociali 16. I dati derivanti dall indagine sulle Forze lavoro dell Istat evidenziano in effetti un netto aumento, fra il 2011 e il 2012, delle persone in cerca di occupazione e un conseguente peggioramento del relativo tasso di disoccupazione (soprattutto quello 15 Cfr. Ufficio Statistica e Studi Camera di commercio di Parma, Unioncamere Emilia Romagna, Rapporto sull economia della provincia di Parma, op. cit. 16 Sul punto, cfr. Ires Emilia Romagna, Osservatorio sull economia e il lavoro in provincia di Parma. Numero 4, 2012 (www.ireser.it/index.php/it/osservatori/50 osservatorio economia elavoro di parma.html). giovanile), anche se va evidenziato che in parallelo a Parma è aumentato il tasso di attività e il tasso di occupazione (grazie soprattutto alle migliori performance registrate sul fronte della componente femminile della forza lavoro) 17. Se si considera il dato più aggiornato al secondo trimestre 2013 (corrispondente dunque al momento della rilevazione dell Osservatorio Innovazione) si osserva che per il totale delle unità locali delle imprese e delle istituzioni, le assunzioni hanno registrato una complessiva variazione negativa, sia in termini congiunturali ( 1,2% ) che tendenziali ( 7,5%). Per le unità locali delle imprese del manifatturiero corrispondenti al campione dell Osservatorio si è registrata una debole variazione congiunturale positiva delle assunzioni (+1,8%), a riflettere probabilmente il buon andamento delle esportazioni nel trimestre considerato e il fatto che, per la prima volta dopo sei trimestri di decrescita, si evidenziano primi, timidi, segnali positivi per la produzione, anche se va aggiunto che la tendenza non si è ancora invertita 18. Per quanto concerne i settori, i dati forniti dal Rapporto sull economia della provincia di Parma evi 17 Cfr. Regione Emilia Romagna Servizio Lavoro, Forze di lavoro. Serie storica 2004 2012. Per approfondimenti sull andamento del mercato del lavoro provinciale, si rimanda poi a Osservatorio sul mercato del lavoro Provincia di Parma, L andamento del mercato del lavoro dipendente in provincia di Parma nel secondo trimestre 2013. Rapporto congiunturale Dati al 30 giugno 2013, 2013 (http://notizie.parma.it/allegato.asp?id=882817). 18 Cfr. Osservatorio sul mercato del lavoro Provincia di Parma, L andamento del mercato del lavoro dipendente in provincia di Parma nel secondo trimestre 2013, op. cit. 2. L effettiva portata dell innovazione introdotta 11

denziano che nel 2012 il settore industriale in senso stretto (dunque escludendo, come nel campione dell Osservatorio Innovazione, le costruzioni), ha registrato una crescita degli occupati dello 0,9% rispetto al 2011, dato in contro tendenza rispetto alla flessione, vicina al 4%, rilevata per l intera Emilia Romagna. Seppur esiguo, si tratta di un dato di segno positivo maturato in una fase di recessione 19. Da ultimo, in fig. 2.1 si considerano le esportazioni, che mostrano una notevole stabilità (a Parma per oltre la metà dei casi) e addirittura una crescita per il 26% dei casi (pressoché in linea con il 25% del livello regionale), ancora una volta a confermare quanto si sottolineava nelle pagine precedenti circa la rilevanza dell internazionalizzazione delle imprese. Si consideri che lo stesso andamento del fatturato sopra presentato ha trovato un parziale sostegno proprio nei risultati di segno positivo conseguiti sui mercati esteri. Infatti, il fatturato estero del 2012 risulta pressoché invariato rispetto all anno precedente (+0,5%), pur mostrando una 19 Nel rapporto sull economia si approfondisce l analisi, evidenziando che la leggera crescita registrata per l industria in senso stretto è dipesa da quanto avvenuto per i lavoratori dipendenti, a fronte della flessione, quasi dello stesso tenore, dei lavoratori indipendenti. Alla tenuta dei primi non è stato estraneo come già si evidenziava sopra l aumentato ricorso alla Cassa integrazione, mentre il calo degli autonomi è avvenuto in un contesto di flessione delle imprese artigiane ( 2,7%). Cfr. Ufficio Statistica e Studi Camera di commercio di Parma, Unioncamere Emilia Romagna, Rapporto sull economia della provincia di Parma, op. cit. dinamica inferiore rispetto a quelle dell export regionale (+1,9%) e nazionale (+1,7%). I dati della Camera di commercio evidenziano in effetti una crescita, fra il 2001 e il 2012, dell export (a prezzi correnti) ed un incremento fra il 2011 e il 2012 del valore complessivo delle esportazioni di Parma del 3,3%, valore leggermente superiore al +3,1% dell Emilia Romagna e appena inferiore al +3,7% medio nazionale 20. I settori che esibiscono gli incrementi più marcati sono quelli del farmaceutico e della chimica, l agro alimentare, il tessile, pelli e abbigliamento, mentre segnali meno positivi, fra il 2011 e il 2012, si registrano per la meccanica 21 e il settore dei materiali non metalliferi. 2.1 Una lettura dell effettiva innovazione in termini di input e output Si vuole ora riprendere la riflessione condotta nel rapporto regionale a partire dalla metodologia a dottata dall Innovation Union Scoreboard proseguendo l analisi della relazione fra input e output dell innovazione. 20 Cfr. G. Olivieri, Riflessioni sull andamento dell economia provinciale, Parma, 14 maggio 2013 (www.pr.camcom.it/portale/materiale news edeventi/giordana_14%20maggio_sc.pdf). 21 Questo settore ha comunque accresciuto le proprie quote sul mercato internazionale. Cfr. Ufficio Statistica e Studi Camera di commercio di Parma, Unioncamere E milia Romagna, Rapporto sull economia della provincia di Parma, op. cit. 12 2. L effettiva portata dell innovazione introdotta

Tab. 2.6. Valori percentuali registrati su alcuni indicatori di input dal campione di Parma e da quello dell Emilia Romagna, totale e disaggregato per output. Anno 2013 Totale Quota % di imprese che ha Imprese che hanno Imprese che non introdotto innovazione di introdotto almeno hanno innovato prodotto radicale (non in un innovazione completa esternalizzazione) Parma Quota di imprese con % di laureati > 20% 4,4 2,0 7,9 14,3 del personale Quota di imprese con % addetti all ufficio 13,4 8,7 19,0 28,6 R&S > 20% personale Quota di imprese che presidiano (internamente 58,7 49,0 70,6 85,7 o in outsourcing) la proget taz./r&s/ufficio tecnico Quota di imprese che presidiano (internamente 85,5 82,1 88,3 88,7 o in outsourcing) le funzioni Ict Quota % di imprese con connessione Hdsl 9,8 6,6 13,6 28,6 o Fibra ottica o Hiperlan/WiFi o WiMax Emilia Romagna Quota di imprese con % di laureati > 20% 5,0 3,2 7,0 11,2 del personale Quota di imprese con % addetti all ufficio 8,8 6,3 11,6 21,1 R&S > 20% personale Quota di imprese che presidiano (internamente 57,2 44,7 67,4 84,0 o in outsourcing) la proget taz./r&s/ufficio tecnico Quota di imprese che presidiano (internamente 84,8 81,9 88,0 88,4 o in outsourcing) le funzioni Ict Quota % di imprese con connessione Hdsl 9,1 4,2 13,9 17,9 o Fibra ottica o Hiperlan/WiFi o WiMax Note: a : La bassa numerosità dei casi appartenenti a questa categoria rende il dato statisticamente non significativo. Tuttavia, se nel rapporto regionale si è condotta tale analisi esclusivamente confrontando gli input e gli output fra i diversi sotto campioni costituiti dalle imprese appartenenti ai vari settori economici di attività, in questa sede si vuole provare a seguire la medesima linea di ragionamento operando però sull intero campione, per poi eventualmente proseguire la disamina concentrandosi su alcuni segmenti economico produttivi di particolare rilievo per la realtà parmense. L analisi condotta nel rapporto regionale ha evidenziato una forte congruenza fra fattori abilitanti (input) e risultati (output) dell innovazione. Ciò trova conferma dalla lettura dei dati presentati in tab. 2.6, in cui sono posti in riga alcuni indicatori di input selezionati fra quelli che anche a livello regionale hanno mostrato una maggiore capacità esplicativa e in colonna alcune disaggregazioni rispetto agli output del campione, distinguendolo fra: a) imprese non innovative, b) imprese che hanno introdotto almeno un innovazione nell ultimo triennio e, infine, c) imprese che hanno introdotto almeno un innovazione radicale di prodotto, realizzandola al proprio interno o in collaborazione con altri soggetti cioè senza ricorrere a una completa esternalizzazione. Il primo indicatore relativo a fattori abilitanti interni preso in esame è il fatto di avere fra i propri addetti una quota di laureati superiore al 20%. Per il campione di imprese di Parma ciò avviene per il 4,4% dei casi, a fronte del 5,0% registrato a livello regionale. Ma, al di là di questa minima differenza, ciò che interessa sottolineare in questa sede è che tale percentuale cresce in maniera nitida sia a livello provinciale che regionale via via che si considerano gli output più selettivi (procedendo cioè nel senso delle colonne di tab. 2.6); infatti, fra le imprese non innovative questa percentuale è appena del 2%, fra le imprese che hanno introdotto almeno un innovazione di fatto quadruplica, arrivando al 7,9%, per poi attestarsi al 14,3% per quelle imprese che hanno introdotto innovazione radicale di prodotto senza ricorrere a una completa 2. L effettiva portata dell innovazione introdotta 13

esternalizzazione. Medesima, forte, relazione positiva si evidenzia per l intero campione emilianoromagnolo. Il rapporto fra input e output risulta ancor più chiaro nel momento in cui si considera la quota di imprese che ha fra il proprio personale almeno il 20% di addetti che si occupano prevalentemente dell attività di ricerca e sviluppo. Infatti: - fra le imprese intervistate a Parma che non hanno introdotto alcuna innovazione questo tipo di dotazione di personale riguarda l 8,7% dei casi; - fra quelle che hanno introdotto almeno un innovazione è più che doppia (19,0%); - fra quelle che hanno realizzato, al proprio interno o in collaborazione con altri soggetti, innovazione radicale di prodotto arriva al 28,6% (tab. 2.6). Medesime e chiare relazioni di segno positivo si ravvisano rispetto al presidio interno o in outsourcing delle funzioni dell ufficio tecnico, dell attività di ricerca e sviluppo e delle Ict, funzioni presidiate dalla quasi totalità delle imprese maggiormente innovative. Anche la connessione internet veloce risulta positivamente collegata al grado di innovatività dell impresa. Infatti una connessione veloce (fibra ottica, Hdsl, ecc.) è posseduta dal 6,6% delle imprese intervistate a Parma che nell ultimo triennio non hanno innovato, ma da oltre il doppio (13,6%) delle imprese che nello stesso periodo hanno introdotto almeno un innovazione e dal 28,6% di quelle che sono riuscite a realizzare innovazioni radicali di prodotto. Siccome con le analisi condotte nel rapporto regionale si è evidenziata una relazione anche rispetto ai settori con quelli, come l elettricità/elettronica, il chimico/farmaceutico e la meccanica, con le migliori performance in termini di input ad esibire anche le migliori performance in termini di output e di risultati si è proceduto a realizzare le medesime analisi presentate in tab. 2.6 per alcuni settori economici caratteristici del tessuto produttivo provinciale e si sono evidenziate gli stessi risultati, seppur avendo a disposizione una numerosità di casi per ciascuna categoria di analisi non particolarmente elevata (tanto da far ritenere opportuno non presentare in questa sede i risultati di dettaglio e puntuali, limitandosi comunque ad evidenziare la conferma delle medesime risultanze). Con le prossime pagine si prosegue l analisi considerando alcuni di quelli che possono essere considerati fattori abilitanti e input dell innovazione: gli investimenti effettuati, gli ostacoli, le fonti informative, le politiche pubbliche, ecc. 14 2. L effettiva portata dell innovazione introdotta

Tab. 2.7. Ambiti di innovazione e beneficio atteso in termini di competitività. % risposte Molto+Abbastanza per le imprese del campione di Parma e dell Emilia Romagna. Anno 2013 (ordine decrescente % Parma) % molto + abbastanza Parma Emilia Romagna Materiali 63,3 62,8 Energia 55,2 48,5 Informatica 46,3 48,8 Ingegnerizzazione processo produttivo/automazione/robotica 38,5 36,2 Impatto ambientale 32,4 34,5 Telecomunicazioni 30,6 31,2 Logistica 21,1 25,5 Salute/Wellness 13,0 14,2 Bioingegneria 12,5 11,9 Nanotecnologie 9,9 10,9 Medicina 6,6 6,9 Note: Testo della domanda: «Secondo la sua opinione, da quali dei seguenti ambiti di ricerca la vostra azienda potrebbe ricevere maggiori benefici per aumentare la propria competitività?». 2.2 Gli ambiti di ricerca e le fonti informative Con un apposito quesito si è domandato alle imprese di indicare quali siano gli ambiti di ricerca ritenuti più rilevanti e strategici per aumentare la propria competitività. L area a cui le imprese intervistate si rivolgono con maggiore interesse è quella dei materiali, giudicata molto o abbastanza rilevante da circa il 63% dei casi di entrambi i campioni presi in esame, in linea con quanto emerso dalle rilevazioni degli anni passati. Al secondo posto distanziato però di oltre otto punti percentuali a livello provinciale si colloca per il campione parmense il tema dell energia (55,2%), che invece, con il 48,5% delle preferenze, si posiziona al terzo posto a livello regionale (tab. 2.7). Il consenso su questo item già nelle rilevazioni precedenti era per Parma più elevato rispetto all aggregato regionale, ma mostra comunque un progressivo incremento (tendenza che si è del resto rilevata anche a livello regionale). Questa dimensione viene valutata di primaria importanza soprattutto dalle imprese di medio grandi dimensioni (71,4%) piuttosto che da quelle piccole (54,6%), da quelle con un maggior grado di specializzazione e dotazione tecnologica ed in particolare da quelle del chimico/farmaceutico, plastica e gomma, del tessile/moda e dell elettricità ed e lettronica. Al terzo posto si colloca poi l ambito informatico, indicato come rilevante da poco meno della metà delle imprese dei due campioni in questa sede e saminati, seguito a sua volta da quello dell ingegnerizzazione dei processi produttivi, dell automazione e della robotica, distaccato però di quasi dieci punti e giudicato importante da poco più di tre imprese su dieci (tab. 2.7). Circa un terzo delle imprese considera poi centrale il tema dell impatto ambientale, in crescita nella rilevanza strategica attribuitagli dalle imprese nelle scorse rilevazioni e che proprio per questo motivo sarà ripreso nei prossimi paragrafi. Si è poi deciso di esplorare anche con la rilevazione dell Osservatorio Innovazione 2013 il tema delle fonti informative attraverso cui le imprese reperiscono informazioni sul tema dell innovazione. Gli interlocutori privilegiati dalle imprese di Parma sono, ancor più che a livello regionale, i fornitori, seguiti dalle fonti interne all azienda stessa, utilizzate abitualmente da quasi la metà delle imprese (tab. 2.8). A questo riguardo si può ricordare quanto e videnziato nell intervento di Caselli di Unioncamere, secondo cui il successo dell impresa parte dal sistema relazionale all interno dell azienda e che le imprese meglio in grado di far fronte alla crisi e competere sono quelle che, fra le altre cose, investono sulla propria rete interna e sul proprio capitale umano 22. 22 Cfr. Camera di commercio di Parma, Parma che cresce. Competere nella crisi economica, 2013, op. cit. 2. L effettiva portata dell innovazione introdotta 15

Tab. 2.8. Modalità di reperimento delle informazioni relative all innovazione. % risposte Sempre+Spesso per le imprese del campione di Parma e dell Emilia Romagna. Anno 2013 (ordine decrescente % Parma) % Sempre + Spesso Parma Emilia Romagna Fornitori 49,7 49,0 Fonti interne all impresa 49,5 47,7 Clienti (direttamente o attraverso agenti) 39,4 37,0 Fiere, mostre 33,3 33,8 Associazioni di categoria 28,4 26,8 Consulenti, centri di ricerca o laboratori privati 20,4 17,6 Formazione tecnica 19,3 20,7 Studi di mercato, pubblicazioni, riviste scientifiche 18,1 18,0 Imprese concorrenti o imprese dello stesso settore 17,4 14,2 Conferenze, seminari e convegni 13,8 12,5 Camere di Commercio 13,4 14,4 Amministrazioni pubbliche (es., Aster, Ervet, Regione, ecc.) 11,9 14,8 Università / centri istruzione superiore / istituti ricerca pubblici 9,6 8,4 Vista dunque la rilevanza delle fonti interne all azienda, si è voluto approfondire il punto, ponendo in relazione l importanza attribuita a questa dimensione con le principali caratteristiche delle imprese intervistate. Si è così potuto constatare a livello provinciale ed anche regionale un maggior rilievo assegnato a questa fonte da parte delle imprese di maggior dimensioni e, rispetto al grado di dotazione e specializzazione tecnologica, da parte di quelle operanti con elevate economie di scala o caratterizzate da offerta specializzata; significativamente minore il peso che viene attribuito a questa fonte dalle imprese del manifatturiero tradizionale. Ciò si traduce anche in una maggior rilevanza assegnata alle fonti interne per quelle imprese che dispongono di un personale ad elevato grado di specializzazione e fortemente improntato alla ricerca e sviluppo, come quelle del settore dell elettricità/elettronica e del chimico/farmaceutico. Al terzo posto, fra le fonti informative più frequentemente utilizzate dalle imprese dei campioni provinciale e regionale, si trovano, seppur distanziati di oltre dieci punti percentuali, i clienti (tab. 2.8). Dopo questo primo gruppo, rappresentativo della rete di relazioni principale di cui si avvale l impresa, si posizionano, distaccate, le fiere, le mostre e i convegni, le associazioni di categoria (indicate leggermente più dal campione parmense che da quello complessivo emiliano romagnolo). L ultimo posto, in questa rilevazione come nelle due precedenti, è occupato dai legami con le università, i centri di istruzione superiore e gli istituti di ricerca pubblici, utilizzati come fonte informativa in modo regolare da meno del 10% delle imprese interpellate in provincia di Parma e dall 8,4% di quelle del campione regionale. Va comunque segnalato che si tratta di un valore in crescita rispetto a quanto osservato con le due rilevazioni precedenti sia per il livello provinciale (6,4% nel 2012) che per quello regionale (5,6% nel 2012) 23. 2.3 Fattori abilitanti, ostacoli e benefici dell innovazione Si entra ora ulteriormente nel merito del tema dell innovazione, analizzando una serie di quesiti con cui si è domandata alle imprese coinvolte nell indagine dell Osservatorio Innovazione 2013 un opinione in merito ai fattori abilitanti, agli ostacoli, alle ricadute e ai benefici dell innovazione. 23 Le relazioni fra mondo dell impresa e mondo accademico e della ricerca saranno riprese nel prossimo paragrafo nel trattare i fattori abilitanti e gli ostacoli per l innovazione. 16 2. L effettiva portata dell innovazione introdotta

Fig. 2.2. Fattori abilitanti l innovazione. % risposte Molto+Abbastanza per le imprese del campione di Parma e dell Emilia Romagna. Anno 2013 (ordine decrescente % Parma) 70 60 50 40 30 20 10 Ricerca&Sviluppo interna all impresa Collaboraz. con clienti 0 Collaboraz. con fornitori Investimenti/finanziamenti Conoscenze apportate dal personale Fiere, convegni, stampa specializzata Collaboraz. con altre imprese Imitazione processi/prodotti altre imprese Collaboraz. con istituzioni Collaboraz. con istituti di ricerca o università locali Collaboraz. con istituti di ricerca o università non locali La rilevanza della rete di relazioni dell impresa evidenziata nel paragrafo precedente, con un ruolo di primo piano dei fornitori, delle fonti interne e dei clienti, emerge chiaramente anche dalla analisi di quelli che le imprese considerano i principali fattori abilitanti l innovazione. Infatti, fra i driver giudicato di maggior rilievo dalle imprese intervistate si trova la collaborazione con i clienti, con i fornitori e le conoscenze apportate dal personale interno all azienda. Tuttavia, per il campione di Parma tutti questi fattori sono superati da un altro: la ricerca e sviluppo realizzata all interno dell impresa, indicata come molto o abbastanza importante dal 68,6% dei casi, valore più elevato del 63,9% regionale, tanto che questo item si colloca per il campione emiliano romagnolo al secondo posto, preceduto, appunto, dalla collaborazione con i clienti e al pari degli investimenti e dei finanziamenti. Proprio quest ultima dimensione assume minor rilievo a Parma rispetto al resto della regione, collocandosi al quarto posto con il 60,2% di risposte favorevoli, contro il terzo posto (63,9%) registrato per il campione regionale (fig. 2.2). Oltre la metà delle imprese di entrambi i campioni attribuisce poi rilievo alle conoscenze apportate dal personale interno. Fino ad arrivare alle leve considerate meno utili al fine dell avvio di un processo innovativo: le collaborazioni con gli istituti di ricerca e le università (locali e, soprattutto, non locali), con valori particolarmente bassi proprio per il campione di Parma (fig. 2.2). Tra i fattori e gli elementi in grado di favorire un processo di innovazione, oltre a quelli appena e saminati, devono essere certamente comprese anche le misure di politica pubblica nazionali e locali. L aspetto su cui occorre innanzitutto intervenire per favorire l innovazione, secondo l opinione dei campioni provinciale e regionale, è la semplificazione delle procedure e della burocrazia della pubblica amministrazione 24 (tab. 2.9). Al secondo posto, ancora sia per il livello provinciale che per quello regionale, si trovano le agevolazioni per l accesso ai servizi di consulenza finanziaria. 24 A questi valori percentuali può essere aggiunto il 4,6% di imprese di Parma (e il 7,1% dell intero campione regionale) che evidenzia la necessità di un ulteriore digitalizzazione della pubblica amministrazione a livello locale. 2. L effettiva portata dell innovazione introdotta 17

Tab. 2.9. Politiche pubbliche Politiche pubbliche facilitanti l innovazione. % su totale imprese del campione di Parma e dell Emilia Romagna rispondenti. Anno 2013 (ordine decrescente % Parma) % Molto + Abbastanza Parma 33,0 34,6 Semplificazione procedure burocrazia pubblica amministrazione Agevolazioni per accesso a servizi consulenza 17,5 16,2 finanziaria Programmazione m/l periodo stanziamenti per 12,9 12,5 innovazione Piani locali/regionali per l innovazione 12,4 12,6 Credito di imposta per R&S 10,8 11,4 Banda larga su tutto territorio regionale 6,7 7,6 Digitalizzazione P.A. locale 4,6 7,1 Grandi progetti nazionali ricerca e innovazione 4,6 3,9 Agevolazioni per accesso a servizi consulenza 4,1 6,6 tecnica Supporto all internazionalizzazione 2,6 3,4 Creazione tavoli a livello locale 1,5 2,6 Altro 8,2 5,5 Note: a : Imprese che hanno indicato la corrispondente politica pubblica su 100 rispondenti; la somma delle percentuali supera il valore di 100% in quanto ciascuna impresa rispondente poteva fornire più risposte, fino a un massimo di tre. Si tratta di un tema che fino a due anni fa occupava gli ultimi posti della graduatoria stilata dalle imprese Emilia Romagna intervistate. Con ogni probabilità, le imprese, in difficoltà soprattutto in termini di risorse finanziarie e di accesso al credito percepiscono come sempre più rilevante la consulenza di esperti in ambito finanziario e ritengono pertanto utile che siano previste agevolazioni per la fruizione di questo tipo di servizi (tab. 2.9). La difficoltà della relazione da parte delle imprese intervistate con il mondo accademico e della ricerca sopra illustrata emerge chiaramente anche dalle risposte fornite dalle imprese in merito ai principali ostacoli al processo innovativo (tab. 2.10). Il 15,2% delle imprese intervistate a Parma (e il 13,7% a livello emiliano romagnolo) evidenzia come molto o abbastanza grave l ostacolo costituito dal fatto che l attività di ricerca svolta dalle università e dai centri di ricerca e non coincida con i bisogni e le esigenze del mondo dell impresa. Si aggiunga poi che oltre un impresa su dieci in questo caso con una frequenza comunque inferiore rispetto a quella registrata per il campione regionale (13,3%) segnala la mancanza di informazioni sull attività effettivamente svolta dalle università e dai centri di ricerca. Sono però in realtà altri gli ostacoli giudicati più problematici dalle imprese intervistate. Innanzitutto l eccessiva pressione fiscale, indicata come principale freno all innovazione da circa otto imprese su dieci di entrambi i campioni esaminati (tab. 2.10). Secondo principale ostacolo all innovazione è costituito per il campione provinciale dalle difficoltà strategiche di mercato, quindi la difficile comprensione del mercato e del proprio settore di attività, della concorrenza, ecc., problema indicato come grave da oltre il 48% dei casi di Parma a fronte del 43,2% medio regionale, tanto che questa dimensione supera a livello provinciale quello che per l intero campione regionale è il secondo principale ostacolo all innovazione: il rischio d impresa, percepito come troppo elevato da quasi un impresa su due sia a livello provinciale che regionale. Probabilmente il permanere della crisi spingono gli imprenditori verso un senso di incertezza e pessimismo. Altro punto giudicato di particolare rilievo è la difficoltà a reperire personale qualificato (indicato da circa il 42% dei casi di entrambi i campioni). Si tratta di un tema ormai da anni evidenziato anche dalle indagini della rilevazione Excelsior 25. Secondo l indagine Excelsior 2013 sono considerate di difficile reperimento il 17,7% delle assunzioni previste dalle imprese di Parma (contro il 12,7% regionale e 25 Sistema informativo permanente sulla domanda di lavoro delle imprese realizzato dal Sistema camerale e finanziato dal Ministero del Lavoro e dall Unione europea (Fse). Cfr. Camera di commercio di Parma Ufficio Studi, Le previsioni occupazionali e i fabbisogni professionali per il 2013. Principali risultati per la provincia di Parma, 2013 (www.pr.camcom.it/informazione economica/excelsior/i reportexcelsior della provincia di parma 1/rapporto excelsior 2013). 18 2. L effettiva portata dell innovazione introdotta

Tab. 2.10. Ostacoli all innovazione. % risposte Molto+Abbastanza su totale imprese del campione di Parma e dell Emilia Romagna. Anno 2013 (ordine decrescente % Parma) % Molto + Abbastanza Ostacoli all innovazione Parma Emilia Romagna Eccessiva pressione fiscale 78,9 81,1 Difficoltà strategiche di mercato (conoscenza del mercato, concorrenza) 48,1 43,2 Rischio percepito troppo elevato 47,4 48,0 Difficoltà nel reperire personale qualificato 42,5 41,6 Difficoltà nel reperire finanziamenti 39,3 39,2 Difficoltà riorganizzazione aziendale 21,3 23,8 Difficoltà riorganizzazione del processo produttivo 21,3 22,9 Difficoltà nel reperire partner 18,9 20,3 Attività di ricerca svolta da centri di ricerca/università non coincidente con bisogni d impresa 15,2 13,7 Mancanza di stimoli interni 11,8 15,6 Mancanza d informazioni su attività di centri di ricerca/università, ecc. 11,2 13,3 Difficoltà nel relazionarsi con centri di ricerca/università 10,5 7,2 Note: Testo della domanda: «In che misura i seguenti aspetti hanno ostacolato i processi di innovazione della vostra azienda?». il 12,8% medio italiano). Tale percentuale cresce al 20,7% se si considerano le sole imprese dell industria, dunque più vicine al campione essenzialmente manifatturiero preso in esame in questa sede 26, con picchi particolarmente marcati per gli specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali (con oltre il 68% delle assunzioni considerate di difficile reperimento), tecnici in campo ingegneristico (63,8%), ma anche per il personale non qualificato del manifatturiero (60,0%). Le cause di questa difficoltà andrebbero essenzialmente ricercate nell inadegua tezza dei candidati e nel loro esiguo numero. Le imprese parmensi ed emiliano romagnole intervistate che sono riuscite a introdurre innovazione nell ultimo triennio indicano quale principale beneficio il miglioramento della qualità dei prodotti e/o dei servizi, risultato indicato dalla metà dei casi del campione di Parma e da una quota appena inferiore (47,9%) di quello emiliano romagnolo (tab. 2.11). 26 Si tratta comunque di dati differenti da quelli rilevati con l Osservatorio Innovazione perché differente è la definizione operativa: con Excelsior si domanda, in generale, la difficoltà a reperire il personale che si intende assumere; con il questionario in questa sede preso in esame, si fa invece riferimento al solo personale qualificato e a quanto questo problema possa costituire un limite per l innovazione delle imprese. Resta tuttavia interessante constatare come uno dei temi emersi come prioritari venga evidenziato in maniera netta anche da altre indagini, condotte su altri campioni di imprese. Al secondo posto, piuttosto distaccato ma con un peso decisamente più marcato a Parma che nel resto del campione regionale (42,0 contro 34,4%), si trova poi il miglioramento del risultato economico. Le altre ricadute positive risultano decisamente distanziate, con il terzo posto occupato dal miglioramento dell organizzazione aziendale, beneficio indicato però da meno di un quinto dei casi di entrambi i campioni (19,3% a Parma e 18,8% per l intero campione dell Emilia Romagna). Visto anche quanto sopra sottolineato circa l andamento, fra i fondamentali dell economia delle esportazioni e del ruolo di primo piano dell internazionalizzazione delle imprese in una fase di domanda interna stagnante, è importante e videnziare al quarto posto fra i benefici dell innovazione la conquista di nuovi mercati, che ha interessato il 12,5% delle imprese intervistate a Parma e il 15,1% di quelle del campione emilianoromagnolo (tab. 2.11). Questo tipo di ricaduta positiva è stata segnalata in particolare dalle imprese di maggior dimensioni, naturalmente da quelle con un maggior grado di apertura al mercato internazionale e da quelle del settore chimico/farmaceutico, della plastica e della gomma e dell elettricità/elettronica. Fra i benefici e gli impatti positivi dell innovazione non devono essere rammentati soltanto quelli, appena citati, di cui fruisce direttamente l impresa, ma anche le ricadute che, direttamente o indirettamente, riguardano l intera collettività e il territorio su cui l impresa opera. 2. L effettiva portata dell innovazione introdotta 19

Tab. 2.11. Benefici e ricadute positive derivate dall innovazione introdotta. % risposte su totale imprese del campione di Parma e dell Emilia Romagna. Anno 2013 (ordine decrescente % Parma) Benefici Parma Emilia Romagna Miglioramento della qualità di prodotti/servizi 50,0 47,9 Miglioramento risultato economico 42,0 34,4 Miglioramento organizzazione aziendale 19,3 18,8 Conquista di nuovi mercati 12,5 15,1 Miglioramento tempi di lavorazione 11,4 15,4 Conquista di quote di mercato 10,2 12,2 Miglior efficienza nell uso di materiali e materie 3,4 8,2 prime Migliore prestazione ambientale 2,3 6,1 Miglior efficienza nell utilizzo del personale 2,3 5,1 Migliore conciliazione tempi vita lavorativa e familiare 2,3 1,2 Miglioramento rapporti bilaterali e/o del clima 2,3 0,9 aziendale Riduzione energia utilizzata per unità di output di 1,1 3,6 produzione Altro 11,4 8,2 N 88 741 Note: Imprese che hanno indicato il corrispondente beneficio su 100 rispondenti; la somma delle percentuali supera il valore di 100% in quanto ciascuna impresa rispondente poteva fornire più risposte, fino a un massimo di tre. Le imprese rispondenti sono quelle che hanno introdotto una qualche forma di innovazione nell ultimo triennio e che hanno indicato almeno una ricaduta positiva come risposta alla domanda in questa sede esaminata. Quesito rivolto alle sole imprese che hanno dichiarato di aver introdotto una qualche forma innovativa nel triennio. Testo della domanda: «Le innovazioni introdotte nella vostra azienda quali benefici/effetti hanno comportato sulla vostra capacità competitiva?». Oltre il 28% delle imprese di Parma che hanno innovato nell ultimo triennio (e quasi la metà di quelle emiliano romagnole) dichiara che le innovazioni introdotte hanno portato a benefici ambientali, economici e/o sociali per la collettività e il territorio di afferenza. Queste ricadute, indicate dalle imprese rispondenti a una apposita domanda a risposta aperta, sono state ricondotte ad alcune macroaree tematiche. L area più rilevante è la sostenibilità e la tutela ambientale, a cui le imprese da alcuni anni assegnano crescente rilevanza, riferendosi a una maggior eco sostenibilità e al minore impatto ambientale del processo produttivo, in termini ad esempio di maggiore efficienza e risparmio e nergetico, riduzione delle emissioni inquinanti, di produzione dei rifiuti e di un loro più efficace smaltimento, ecc. Un secondo gruppo di risposte fornite riguarda le ricadute socio economiche per il territorio, innanzitutto in termini occupazionali, con un aumento della domanda di lavoro locale da parte delle a ziende come diretta conseguenza di una crescita del volume d affari e delle vendite. Con riferimento ai prodotti, in particolare per il settore agro alimentare, emerge la crescente attenzione per il biologico e per la sicurezza alimentare. Vista la maggiore numerosità di imprese rispondenti al quesito da parte del campione emiliano romagnolo, a livello regionale si sono colte ulteriori aree tematiche di rilievo, che qui si richiamano brevemente, rimandando poi allo stesso rapporto regionale per un maggiore dettaglio. Alcune aziende fanno riferimento al miglioramento della sicurezza sul luogo di lavoro, delle condizioni di lavoro e, più in generale, della qualità degli ambienti di lavoro, anche in termini di maggiore pulizia e riduzione del rumore. Da ultimo, ma non meno importante, si fa riferimento al tema della qualità della vita non solo dei lavoratori, ma, più in generale, dei consumatori/fruitori e dei cittadini. Va segnalato come critico, oltre al fatto che la quota di imprese che riconosce questo tipo di vantaggi è per il campione di Parma decisamente meno elevata di quella dell intero campione regionale, anche il fatto che, secondo l opinione delle imprese intervistate sia a Parma che nel resto della regione, c è ancora una scarsa percezione di questi benefici da parte della clientela e, più in generale, della comunità in cui l azienda opera. Infatti, secondo le imprese intervistate, la comunità e i clienti sembrano per lo più aver percepito poco o per nulla i benefici economici, sociali e ambientali derivati dai processi innovativi: il 13% delle imprese parmensi intervistate ritiene che la comunità non si sia minimamente resa conto di questi benefici e il 60,9% ritiene che li abbia percepiti soltanto in maniera limitata. 20 2. L effettiva portata dell innovazione introdotta