RAPPORTO SULL ATTIVITÀ DELL OSSERVATORIO REGIONALE SUI TUMORI DEL NASO E DEI SENI PARANASALI

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RAPPORTO SULL ATTIVITÀ DELL OSSERVATORIO REGIONALE SUI TUMORI DEL NASO E DEI SENI PARANASALI 1996-2006 A cura di: Angelo d Errico, Santo Alfonzo, Jana Zajacova, Marco Dalmasso, Raffaele Ceron, Monica Barone Marzo 2008

RAPPORTO SULL ATTIVITÀ DELL OSSERVATORIO REGIONALE SUI TUMORI DEL NASO E DEI SENI PARANASALI A cura di: Angelo d Errico 1, Santo Alfonzo 2, Jana Zajacova 2, Marco Dalmasso 1, Raffaele Ceron 2, Monica Barone 2 1 Servizio Sovrazonale di Epidemiologia ASL TO3 2 Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro ASL CN1 Il presente rapporto costituisce il resoconto sull attività di rilevazione dei tumori naso-sinusali da parte del corrispondente osservatorio nel periodo 1996-2006. L Osservatorio dei tumori nasosinusali, messo in opera dal Servizio Sovrazonale di Epidemiologia nell ambito del programma regionale PriOR nel 1996, dal 1999 è stato affidato dalla Regione Piemonte al Servizio di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro dell ex ASL 17 di Saluzzo, ora ASL CN1, che tuttora ne gestisce la conduzione. Il principale obiettivo dell osservatorio è l identificazione di casi di tumori naso-sinusali di origine professionale, finalizzata sia al loro risarcimento, sia all individuazione, a fini preventivi, di situazioni di esposizione ad agenti cancerogeni eventualmente ancora in atto nelle ditte dove era avvenuta l esposizione considerata causa della malattia. Il presente volume non è in vendita. Esso verrà inviato, nei limiti della disponibilità, a chi ne farà richiesta al seguente indirizzo: DoRS - Centro di Documentazione per la Promozione della Salute Via Sabaudia, 164 10095 - Grugliasco (TO) Tel. 011 40188210-502 Fax 011 40188501 E-mail: info@dors.it Copia elettronica di questo volume è anche disponibile nel sito ufficiale internet della Regione Piemonte all indirizzo: www.regione.piemonte.it/sanita/ep Serv. Sovraz. Epidemiologia Reg. Piemonte Asl TO 3 Collegno Stampa: Centro Stampa della Regione Piemonte ISBN: 978-88-95525-03-7 Finito di stampare nel mese di aprile 2008 Copie prodotte: 200 Si autorizza l utilizzo e la riproduzione del materiale contenuto previa citazione della fonte

INDICE INTRODUZIONE...1 METODI...2 RISULTATI...5 DISCUSSIONE...16 CONCLUSIONI...19 BIBLIOGRAFIA...21

Introduzione I tumori maligni del naso e dei seni paranasali (SNC: sino-nasal cancers) sono tumori rari, con un incidenza generalmente attorno o al di sotto di un caso per 100.000 abitanti nella maggioranza dei paesi industrializzati (IARC, 2003). Gli SNC sono caratterizzati da bassa sopravvivenza (52% a 5 anni dalla diagnosi: Ries et al., 2003), alta percentuale di complicazioni post-operatorie e bassa qualità della vita a seguito di intervento chirurgico, a causa delle deformità facciali che normalmente ne residuano (Ganly et al., 2005; Hicsonmez et al., 2005). Circa il 75% di questi tumori è costituito da tumori maligni epiteliali, tra cui i tipi istologici più comuni sono il carcinoma squamoso e l adenocarcinoma, seguiti da istotipi meno frequenti, come i carcinomi adenoideocistici (o muco-epidermoidi) e i carcinomi indifferenziati (Ries et al., 2003). A differenza della maggior parte dei tumori, per i quali il fumo di tabacco e la dieta sono i più importanti fattori di rischio, le esposizioni occupazionali sarebbero i principali agenti eziologici degli SNC, soprattutto per l adenocarcinoma. Fin dagli anni 60 numerosi studi epidemiologici hanno osservato elevati rischi di sviluppare SNC tra gli addetti di due settori produttivi: lavorazione del legno, inclusa la produzione di mobili (Acheson et al., 1968, 1972; Brinton et al., 1977; Hayes et al., 1986; Battista et al., 1983), e la produzione di scarpe e di altri manufatti in cuoio (Cecchi et al., 1980; Acheson et al., 1970, 1981; Merler et al., 1986; Pippard & Acheson, 1985; Fu et al., 1996). L associazione tra adenocarcinoma e pregressa esposizione a polvere di legno, soprattutto di legni di decidue, è oggi ampiamente dimostrata, essendo supportata dalla dimostrazione di una forza di associazione molto elevata e da una significativa relazione dose-risposta, presente sia in alcuni studi caso-controllo, che di coorte (IARC, 1995). Per altri istotipi, tra cui il carcinoma squamoso, la relazione con l esposizione a polvere di legno appare meno consistente e l eccesso di rischio associato molto inferiore (Demers et al., 1995). Similmente, l eccesso di rischio di SNC tra i lavoratori impiegati nella produzione di scarpe e altri prodotti in pelle è ampiamente riconosciuta come attribuibile all esposizione alla polvere di cuoio, per i rischi relativi molto elevati e un effetto dose-risposta (Merler et al., 1986; Pippard & Acheson, 1985; Bonneterre et al., 2007). L associazione con la polvere di cuoio sembrerebbe limitata all adenocarcinoma (Mannetje et al., 1999), sebbene un incremento del rischio sia stato riportato anche per altri tipi istologici (Acheson et al., 1981; Merler et al., 1986). Un consistente eccesso di rischio di SNC è stato riportato anche a carico dei lavoratori esposti a sali di nichel nei processi di raffinazione del metallo (Doll et al., 1970, 1977; Acheson et al., 1981; Magnus et al., 1982; Roberts et al., 1989; Anttila et al., 1998) e in lavoratori esposti a composti del cromo (Sorahan et al., 1987; Davies et al., 1991; Rosenman and Stanbury, 1996). Rischi in eccesso sono stati osservati, ma in maniera inconsistente, per molte altre occupazioni, tra cui agricoltori (Ng, 1986; Luce et al., 1992), lavoratori tessili (Acheson et al., 1972; Brinton et al., 1985; Ng, 1986; Malker et al., 1986; Luce et al., 1997) e dell industria chimica (Acheson et al., 1981; Brinton et al., 1984), fornai e pasticceri (Leclerc et al., 1994), saldatori (Hernberg et al., 1983), lavoratori delle costruzioni (Roush et al., 1980; Ng, 1986; Luce et al., 1992), fonditori (Acheson et al., 1981) e addetti alle lavorazioni meccaniche (Olsen, 1988; Comba et al., 1992a). La rarità di questi tumori rende improbabile che significativi eccessi siano riscontrati in coorti di lavoratori, eccetto che per quelle costituite da migliaia di soggetti, in cui la mortalità o l incidenza siano esaminate nel corso di molti anni. Quindi, eccetto che per alcune coorti, prevalentemente di addetti dell industria del legno, della pelle e della raffinazione del nichel, gran parte dell evidenza sulle cause occupazionali degli SNC deriva da studi caso-controllo, in cui oltretutto le stime di rischio sono spesso basate su un numero limitato di casi esposti. Un analisi complessiva di 12 studi caso-controllo, che includeva 627 SNC e oltre 3.000 controlli, ha osservato, oltre a significative associazioni con l esposizione a polveri di legno (Demers et al., 1995) e cuoio ('t Mannetje et al., 1999), anche un significativo eccesso di rischio di adenocarcinoma per esposizione a formaldeide, che persisteva dopo aggiustamento per esposizione a polvere di legno (Luce et al., 2002); inoltre, lo stesso studio ha trovato un aumento del rischio di adenocarcinoma tra le donne esposte a polveri tessili e un eccesso di carcinoma squamoso in entrambi i sessi per 1

esposizione ad asbesto. Al contrario, nessuna associazione era presente con l esposizione pregressa a silice, farina, polvere di carbone o fibre minerali artificiali. Sempre nell ambito di questo studio, è stato osservato un significativo eccesso di rischio tra i fumatori (OR = 1.72), ma solo per il carcinoma squamoso e solo tra i maschi ('t Mannetje et al., 1999). Metodi La rilevazione dei tumori naso-sinusali è stata condotta secondo un modello di sorveglianza attiva in 28 reparti di otorinolaringoiatria, 9 reparti di radioterapia, 14 reparti di anatomia patologica, 2 reparti di oncologia e 2 reparti di chirurgia maxillo-facciale, che rappresentano la totalità dei centri di diagnosi e trattamento di questi tumori in Piemonte; inoltre, l Osservatorio delle malattie professionali della Procura di Torino è stato consultato periodicamente per individuare casi eventualmente sfuggiti al sistema di sorveglianza. La raccolta è stata ristretta ai soli casi incidenti di carcinomi naso-sinusali epiteliali occorsi in soggetti residenti in Piemonte, dal momento che questi tumori sarebbero gli unici associati ad esposizioni occupazionali in letteratura; a parte, sono stati inclusi nella raccolta anche i papillomi invertiti, che tenderebbero a recidivare e ad andare incontro a trasformazione maligna (Mendenhall et al., 2007; von Buchwald & Bradley, 2007) e sarebbero pure associati ad alcune esposizioni professionali (Deitmer & Wiener, 1996). La rilevazione dei casi è stata condotta in forma attiva, cioè contattando i reparti con periodicità fissa (circa una volta al mese) per chiedere se fossero emersi nuovi casi di SNC. In caso positivo, veniva compilata una scheda corredata dei dati anagrafici dei pazienti individuati ed era ottenuta una copia dell esame istologico del tumore, se disponibile. I casi rilevati venivano quindi intervistati da personale appositamente addestrato con l ausilio di un questionario a schede occupazione/mansione specifiche volto a ricostruire la storia lavorativa del soggetto e l esposizione ad una lista di fattori di rischio noti o sospetti per i tumori naso-sinusali. Per ogni periodo lavorativo, definito come un periodo continuo di impiego in una stessa mansione di almeno sei mesi, ai soggetti veniva richiesto di riferire circa l attività economica e le dimensioni dell azienda, la loro mansione, i compiti svolti da loro e da altri che lavoravano in loro prossimità, le sostanze utilizzate, l esposizione a fumi, vapori e polveri, l uso di dispositivi personali di protezione e la presenza di sistemi di ventilazione e di aspirazione localizzata. Sulla base di quest intervista, la mansione e l attività economica riportate dai soggetti sono state quindi codificate da un esperto, secondo le classificazioni Istat 1991 delle professioni e delle attività economiche, rispettivamente. L incidenza di tumori naso-sinusali, nell intera regione e per provincia, è stata stimata per mezzo di modelli di regressione di Poisson controllati per classi di età (10 anni) e sesso, utilizzando come denominatore la corrispondente popolazione al censimento 2001. Ogni caso identificato e intervistato veniva quindi sottoposto a giudizio di attribuibilità professionale da parte di un medico del lavoro dello SPreSAL dell ASL 17 di Saluzzo, sulla base delle informazioni rilevate nell intervista sulla storia lavorativa; in caso di sospetta origine professionale la pratica relativa al caso veniva quindi inviata alla Procura e allo SPreSAL competenti per area geografica. Al fine di condurre uno studio epidemiologico sulle cause occupazionali degli SNC, dal 1998 al 2002 sono anche stati intervistati, per mezzo dello stesso questionario, 336 controlli sulla loro storia lavorativa e sulla relativa esposizione a fattori di rischio per gli SNC; tale gruppo di controllo era costituito da soggetti ricoverati nei reparti di Otorinolaringoiatria (9 con fratture nasali, 34 con otite cronica, 8 affetti da scialoadenosi o scialoadenite, 44 con vertigini) o di Ortopedia (249 fratture, escluse quelle dell arto superiore e del piede); 8 controlli erano stati esclusi per mancanza o incompletezza dell intervista. I controlli erano appaiati per frequenza ai casi per età (classi di 10 anni), sesso e provincia di residenza. La relazione tra incidenza di SNC, complessiva e per tipo istologico, ed esposizione cumulativa ai fattori di rischio occupazionali considerati è stata valutata per mezzo di un disegno di studio caso-controllo. 2

Sulla base di una revisione della letteratura tematica è stata redatta una lista di agenti presenti in ambiente di lavoro, che siano risultati in precedenti studi possibili fattori di rischio dei tumori naso-sinusali; dopo discussione all interno del gruppo di lavoro si è deciso di prendere in esame l esposizione professionale ai seguenti agenti: arsenico ed insetticidi arsenicali polvere di legno polvere di cuoio nichel e composti cromo (VI) e composti idrocarburi policiclici aromatici fumi di saldatura nebbie di oli minerali formaldeide farina polvere di cacao pelo animale silice cristallina polvere di carbone polveri tessili nebbie di acidi forti tannini nebbie di vernice solventi organici L amianto non era stato incluso tra gli agenti considerati, perché da un lato una ricostruzione accurata dell esposizione occupazionale era stata ritenuta molto difficile, soprattutto per i periodi lavorativi più lontani nel tempo; dall altro, dato il diffuso utilizzo di questo materiale nell industria delle costruzioni per molti decenni in Piemonte, una valutazione dell esposizione ambientale ad amianto era considerata necessaria, ma non fattibile in modo accurato per mezzo della sola intervista. Sulla base delle interviste relative ad ogni singolo periodo lavorativo, tranne quelli di durata inferiore ai sei mesi, due medici del lavoro hanno attribuito la probabilità e l intensità di esposizione agli agenti su una scala ordinale, secondo lo schema seguente: intensità di esposizione: 4 livelli (0 = non esposto, 1 = bassa, 2 = media, 3 = elevata esposizione); probabilità di esposizione: 4 livelli (0 = <10%, 1 = 10-50%, 2 = 50-90%, 3 = >90% di probabilità). L attribuzione dell esposizione ai suddetti agenti è stata condotta, fino ad oggi, su 113 casi di carcinoma e 38 papillomi invertiti, diagnosticati nel periodo 1996-2000. Data la lunga latenza dei tumori naso-sinusali, le esposizioni occorse nei 10 anni precedenti la diagnosi non sono state considerate nello studio caso-controllo. Per ogni fattore di rischio, la durata di esposizione cumulativa è stata ottenuta sommando la durata pesata per probabilità ed intensità di esposizione a quel fattore in tutti i periodi lavorativi. Le esposizioni a media ed elevata intensità caratterizzate da elevata probabilità sono state pesate al 100%, cioè contando ogni anno come un anno effettivo di esposizione, mentre quelle a bassa intensità ed elevata probabilità sono state pesate al 70%. Un esposizione assegnata con media probabilità (p2) è stata pesata al 50% se caratterizzata da bassa intensità e al 70% se ad intensità intermedia; infine, il peso assegnato a esposizioni a bassa probabilità (p1), tutte anche caratterizzate da bassa intensità, era il 30% (Tabella 1). 3

Tabella 1 - esposizione cumulativa basata sulla durata pesata dell esposizione Probabilità di esposizione Intensità bassa media alta Un anno di esposizione cumulativa Livello Pesi attribuiti (%) Corrispondente durata in anni bassa (p1) 10-50% 30 3.5 media (p2) 50-90% 50 70 2 1.5 alta (p3) >90% 70 100 100 1.5 1 1 Nel presente rapporto verrà presentata solo una sintesi dei risultati ottenuti attraverso modelli di regressione logistica non condizionale, in cui le stime di rischio sono state controllate simultaneamente per gli agenti e le variabili demografiche significativamente associati al rischio di SNC. In tali modelli è stata testata la significatività dell esposizione ad ogni agente con almeno tre casi esposti, oltre a sesso, età, residenza e fumo di sigaretta, e sono state ritenute nel modello di regressione le variabili con p<0.05 e quelle la cui rimozione risultava in un cambiamento dei coefficienti delle variabili già incluse superiore al 20%. La durata pesata dell esposizione è stata trattata in questa analisi sia come variabile dicotomica (esposizione si/no), in cui sono stati considerati esposti i soggetti con almeno un anno di esposizione cumulativa ad un certo fattore di rischio, sia categorizzando la durata cumulativa di esposizione in classi. A causa del basso numero di esposti tra le donne, e non essendo state osservate in un analisi preliminare significative modificazioni di effetto per nessun agente da parte del sesso, tutte le analisi sono state condotte combinando maschi e femmine e controllando per sesso. Per effettuare l analisi sono stati utilizzati i software statistici Stata (versione 8) e SAS System (versione 8.2). 4

Risultati Nel periodo 1996-2006 sono stati identificati dal sistema di rilevazione 540 casi incidenti complessivi, dei quali 19 erano rappresentati da tumori in sedi diverse dal naso e dai seni paranasali e 34 da tumori maligni non epiteliali o senza esame istologico, mentre 23 casi erano pertinenti come diagnosi ma occorsi in soggetti residenti fuori dalla regione. Quindi, 76 soggetti sono stati esclusi, lasciando 331 casi di SNC e 133 papillomi invertiti raccolti nel corso di undici anni; di questi, 283 SNC e 114 papillomi invertiti sono stati sottoposti ad intervista (24 avevano rifiutato l intervista, 9 erano deceduti prima che l intervista potesse aver luogo, 5 non erano in condizioni di rispondere, 5 erano stati dimessi e non era stato più possibile rintracciarli, 6 erano ancora in attesa di intervista, 18 non erano stati intervistati per altri motivi). Dei 331 casi di carcinoma raccolti, 151 erano costituiti da adenocarcinomi (45.6%), 100 da carcinomi squamosi (30.2%) e 80 da altri tipi istologici (24.2%), di cui 28 carcinomi indifferenziati, 3 neuroendocrini, 14 muco-epidermoidi e 35 carcinomi non meglio specificati all esame istologico. Tabella 2 - Distribuzione dei tumori naso-sinusale per sede anatomica di insorgenza e istologia Adenocarcinomi Carcinomi squamosi Altri carcinomi Tutti i carcinomi Papillomi invertiti SEDE ANATOMICA n % n % n % n % n % cavità nasale 66 50.0 36 46.8 38 61.3 140 51.7 68 63.0 seni etmoidali 52 39.4 8 10.4 9 14.5 69 25.5 21 19.4 seni frontali - - - - - - - - 1 0.9 seni mascellari 10 7.6 31 40.3 14 22.6 55 20.3 16 14.8 seni sfenoidali 4 3.0 2 2.6 1 1.6 7 2.6 2 1.9 TOTALE 132 100.0 77 100.0 70 100.0 271 100.0 108 100.0 Tra i tumori per i quali era disponibile l informazione sulla sede anatomica di insorgenza (379 casi), circa metà dei carcinomi era situata nella cavità nasale, con una proporzione poco superiore tra i carcinomi del gruppo istologico misto, mentre sia il seno etmoidale che quello mascellare costituivano ognuno la sede del 20-25% di tutti i carcinomi (Tabella 2). Gli adenocarcinomi erano più concentrati nei seni etmoidali, mentre erano meno frequenti nel seno mascellare rispetto agli altri istotipi. La distribuzione per sede dei papillomi invertiti non mostrava sostanziali differenze rispetto ai carcinomi, tranne che per una più elevata percentuale di casi nella cavità nasale e proporzioni leggermente inferiori nei seni etmoidali e mascellari. In tabella 3 è presentata una distribuzione di frequenza dei casi per centro partecipante. Tra i carcinomi, le più elevate proporzioni di casi sono state rilevate nei reparti ORL degli ospedali S.Giovanni Battista di Torino (10.5%), S.Croce e Carle di Cuneo (8.5%), Mauriziano di Torino 8.2%), Maggiore di Novara (7.9%), Cardinal Massaia di Asti (4.8%) e San Luigi di Orbassano (3.9%), che nell insieme hanno fornito quasi la metà dei casi totali. Per quanto riguarda i papillomi invertiti, in circa la metà dei centri non è stato rilevato alcun caso, mentre i centri che hanno prodotto il maggior gettito sono stati i reparti ORL delle Molinette (15.1% del totale), del Mauriziano di Torino (13.5%), dell ospedale di Rivoli (9.0%), del Maria Vittoria (6.8%) e dell ospedale di Casale Monferrato (6.0%). Il rapporto tra casi di papilloma invertito e di carcinoma nei vari centri mostra un ampia variabilità, che non parrebbe solamente attribuibile al caso, ma sembrerebbe anche riflettere differenze nei bacini di utenza per le due patologie. In figura 1 è presentato l andamento dell occorrenza di nuovi casi di tumori naso-sinusali nel corso degli 11 anni di rilevazione, complessivi e per tipo istologico. Il numero complessivo di carcinomi individuati mostra un andamento temporale alquanto variabile di anno in anno, ma 5

caratterizzato da una tendenza alla riduzione, soprattutto negli anni successivi al 2002; il numero di casi osservati dal 1996 al 2006 non presenta comunque un trend significativo (p = 0.20). Tra i carcinomi non si evidenziano sostanziali differenze per tipo istologico, anche se la diminuzione del numero di adenocarcinomi e di altri carcinomi era maggiore che per i carcinomi squamosi, relativamente stabili in numero nell arco dell intero periodo. Al contrario, i papillomi invertiti aumentavano significativamente in numero nel corso del periodo di osservazione (trend: p = 0.03). Tabella 3 Distribuzione dei carcinomi e dei papillomi invertiti 1996-2006 per centro partecipante Centro partecipante % PAPILLOMI INVERTITI ALBA - REP. ORL 6 1.8 0 0.0 ALESSANDRIA - DIVISIONE DI RADIOTERAPIA 7 2.1 0 0.0 ALESSANDRIA - REP. ORL 7 2.1 1 0.8 ASTI - DIVISIONE DI RADIOTERAPIA 5 1.5 0 0.0 ASTI - REP. ORL 16 4.8 5 3.8 BIELLA - ANATOMIA PATOLOGICA 1 0.3 0 0.0 BIELLA - REP. ORL 7 2.1 1 0.7 BIELLA - REPARTO DI RADIOTERAPIA 9 2.7 0 0.0 CASALE MONFERRATO - ANATOMIA PATOLOGICA 0 0.0 3 2.3 CASALE MONFERRATO - REP. ORL 5 1.5 8 6.0 CHIVASSO - REP. ORL 2 0.6 1 0.8 CUNEO - DIVISIONE DI RADIOTERAPIA 2 0.6 0 0.0 CUNEO - REP. MAXILLO FACCIALE 6 1.8 0 0.0 CUNEO - REP. ORL 28 8.5 0 0.0 GIOVANNI BOSCO - REP. ORL 6 1.8 4 3.0 GRADENIGO - ANATOMIA PATOLOGICA 1 0.3 0 0.0 GRADENIGO - REP. ORL 2 0.6 6 4.5 IRCC - DIVISIONE DI RADIOTERAPIA 6 1.8 0 0.0 IRCC - REP. ORL 4 1.2 1 0.8 IVREA - ANATOMIA PATOLOGICA 1 0.3 0 0.0 IVREA - REP. ORL 10 3.0 1 0.8 IVREA - REPARTO DI RADIOTERAPIA 6 1.2 0 0.0 MARIA VITTORIA - ANATOMIA PATOLOGICA 0 0.0 1 0.8 MARIA VITTORIA - REP. ORL 7 2.1 9 6.8 MARTINI - REP. ORL 5 1.5 5 3.8 MARTINI - ANATOMIA PATOLOGICA 1 0.3 0 0.0 MAURIZIANO - DIVISIONE DI RADIOTERAPIA 8 2.4 0 0.0 MAURIZIANO - REP. ORL 27 8.2 18 13.5 MOLINETTE - CLIN. ORL 1 16 4.8 3 2.3 MOLINETTE - CLIN. ORL 2 12 3.6 4 3.0 MOLINETTE - I SERVIZIO ANATOMIA PATOLOGICA 1 0.3 1 0.8 MOLINETTE - II SERVIZIO ANATOMIA PATOLOGICA 1 0.3 2 1.5 MOLINETTE - III SERVIZIO ANATOMIA PATOLOGICA 1 0.3 5 3.8 MOLINETTE - REP. ORL 7 2.1 13 9.8 MOLINETTE - REP.MAXILLO FACC. 3 0.9 0 0.0 MONCALIERI - SANTA CROCE - ANATOMIA PATOLOGICA 3 0.9 0 0.0 MONCALIERI - SANTA CROCE - REP. ORL 3 0.9 1 0.8 MONDOVI' - REP. ORL 4 1.2 3 2.3 NOVARA - ANATOMIA PATOLOGICA 1 0.3 0 0.0 NOVARA - REP. ORL 26 7.9 3 2.3 NOVARA - REPARTO DI RADIOTERAPIA 15 4.5 0 0.0 OMEGNA - REP. ORL 0 0.0 0 0.0 OSPEDALE EVANGELICO VALDESE -ONCOLOGIA 1 0.3 0 0.0 PINEROLO - ANATOMIA PATOLOGICA 1 0.3 0 0.0 PINEROLO - REP. ORL 5 1.5 5 3.8 % 6

Centro partecipante % PAPILLOMI INVERTITI PROCURA DI TORINO 3 0.9 4 3.0 RIVOLI - REP. ORL 3 0.9 12 9.0 S.GIOVANNI ANTICA SEDE - ANATOMIA PATOLOGICA 4 1.2 0 0.0 S.GIOVANNI ANTICA SEDE - DIVISIONE DI ONCOLOGIA 2 0.6 1 0.8 S.GIOVANNI ANTICA SEDE - DIVISIONE DI RADIOTERAPIA 6 1.8 0 0.0 SAN LUIGI - REP. ORL 13 3.9 2 1.5 SAVIGLIANO - ANATOMIA PATOLOGICA 1 0.3 0 0.0 SAVIGLIANO - REP. ORL 11 3.3 0 0.0 TORTONA - REP. ORL 2 0.6 2 1.5 VERBANIA - REP. ORL 0 0.0 0 0.0 VERCELLI - REP. ORL 1 0.3 6 4.5 INFORMAZIONE MANCANTE 2 0.6 2 1.5 TOTALE 331 100.0 133 100.0 % Come atteso, la maggior parte dei carcinomi naso-sinusali era concentrata in fasce di età avanzate, con circa un quinto di casi occorsi in soggetti di età inferiore ai 60 anni tra gli uomini e circa un quarto tra le donne (Tabella 4). Al contrario, i papillomi invertiti erano caratterizzati da un età inferiore, essendo in entrambi i sessi circa la metà dei casi stati diagnosticati prima dei 60 anni di età. Gli adenocarcinomi erano più frequenti rispetto agli altri tipi istologici soprattutto tra i residenti nelle ASL di Cuneo, Biella, Ivrea e Vercelli, dove il rapporto tra questo istotipo e la proporzione complessiva di carcinomi sul totale era di circa un terzo superiore rispetto alla media regionale (Tabella 5), mentre tra i residenti nelle ASL di Torino, Collegno e Alessandria gli adenocarcinomi apparivano sottorappresentati rispetto agli altri tipi istologici. Anche il rapporto tra carcinomi e papillomi invertiti mostrava notevoli differenze per ASL di residenza, con proporzioni di papillomi doppie o ancora superiori a quelle dei carcinomi nelle ASL di Torino, Collegno, Chivasso, Casale Monferrato e Novi Ligure, e proporzioni inferiori, con percentuali inferiori al 50% rispetto a quelle dei carcinomi, nelle ASL di Ciriè, Biella, Novara, Omegna, Cuneo, Savigliano, Asti, Alba e Alessandria. 7

Figura 1 - Numero di carcinomi e papillomi invertiti naso-sinusali per anno di diagnosi 45 40 35 30 25 n. casi 20 15 10 5 0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 anno ADENOCARCINOMA ALTRI CARCINOMA SQUAMOSO TUTTI I PAPILLOMA INVERTITO Tabella 4 Distribuzione dei carcinomi e dei papillomi invertiti 1996-2006 per sesso e classe di età PAPILLOMI INVERTITI Classe di età maschi % femmine % maschi % femmine Da 20 a 29 anni 0 0.0 2 3.3 1 0.92 1 4.2 Da 30 a 39 anni 4 1.5 2 3.3 5 4.6 1 4.2 Da 40 a 49 anni 16 5.9 6 9.8 14 12.8 4 16.7 Da 50 a 59 anni 39 14.4 6 9.8 31 28.4 6 25.0 Da 60 a 69 anni 109 40.4 23 37.7 38 34.9 8 33.3 Da 70 a 79 anni 78 28.9 14 23.0 17 15.6 2 8.3 Da 80 a 89 anni 21 7.8 8 13.1 2 1.8 2 8.3 Da 90 anni e oltre 1 0.4 0 0.0 0 0.0 0 0.0 Inform. mancante 2 0.7 0 0.0 1 0.9 0 0.0 TOTALE 270 100.0 61 100.0 109 100.0 24 100.0 8

Tabella 5 Distribuzione dei tumori naso-sinusali 1996-2006 per istologia e ASL di residenza ASL DI RESIDENZA N. ASL ADENO- % ALTRI % SQUAMOSI % TUTTI I % PAPILLOMI INVERTITI % TORINO 1-4 22 14.6 20 25.0 19 19.0 61 18.4 51 38.4 COLLEGNO 5 4 2.7 9 11.3 6 6.0 19 5.7 17 12.8 CIRIE' 6 4 2.7 3 3.8 4 4.0 11 3.3 1 0.8 CHIVASSO 7 5 3.3 2 2.5 6 6.0 13 3.9 8 6.0 CHIERI 8 7 4.6 3 3.8 6 6.0 16 4.8 8 6.0 IVREA 9 14 9.3 4 5.0 4 4.0 22 6.7 6 4.5 PINEROLO 10 6 4.0 3 3.8 3 3.0 12 3.6 6 4.5 VERCELLI 11 8 5.3 1 1.3 2 2.0 11 3.3 8 6.0 BIELLA 12 14 9.3 4 5.0 4 4.0 22 6.7 2 1.5 NOVARA 13 6 4.0 6 7.5 6 6.0 18 5.4 2 1.5 OMEGNA 14 3 2.0 0 0.0 6 6.0 9 2.7 0 0.0 CUNEO 15 16 10.6 6 7.5 3 3.0 25 7.6 0 0.0 MONDOVI' 16 8 5.3 2 2.5 4 4.0 14 4.2 3 2.3 SAVIGLIANO 17 9 6.0 4 5.0 8 8.0 21 6.3 1 0.8 ALBA 18 7 4.6 2 2.5 3 3.0 12 3.6 1 0.8 ASTI 19 12 8.0 5 6.3 4 4.0 21 6.3 4 3.0 ALESSANDRIA 20 2 1.3 4 5.0 8 8.0 14 4.2 2 1.5 CASALE MONF. 21 3 2.0 0 0.0 3 3.0 6 1.8 10 7.5 NOVI LIGURE 22 0 0.0 2 2.5 1 1.0 3 0.9 2 1.5 informazione mancante - 1 0.7 0 0.0 0 0.0 1 0.3 1 0.8 TOTALE 151 100.0 80 100.0 100 100.0 331 100.0 133 100.0 9

Tabella 6 Rischi relativi di incidenza di carcinomi naso-sinusali e papillomi invertiti per provincia, rispetto alla media regionale modelli di regressione di Poisson controllati per età e sesso PAPILLOMI INVERTITI Provincia IRR 95% Conf. Interval IRR 95% Conf. Interval Torino 0.89 0.74-1.06 1.45 1.14-1.83 Vercelli 0.93 0.55-1.57 0.92 0.38-2.22 Novara 0.68 0.43-1.09 0.20 0.05-0.81 Cuneo 1.58 1.24-2.02 0.30 0.12-0.73 Asti 1.10 0.71-1.72 0.62 0.23-1.66 Alessandria 0.60 0.40-0.92 1.04 0.61-1.79 Biella 1.40 0.92-2.15 0.35 0.09-1.40 Verbania 0.70 0.36-1.36 0.00 - Sia l incidenza grezza di carcinomi (1.21 casi per 100.000 tra i maschi vs. 0.25 per 100.000 tra le femmine), sia quella di papillomi invertiti (0.49 casi per 100.000 tra i maschi vs. 0.10 per 100.000 tra le femmine) è risultata circa cinque volte superiore nei maschi rispetto alle femmine. Rispetto all incidenza dell intera regione, il rischio relativo di carcinomi risultava significativamente elevato solo tra i residenti della provincia di Cuneo (Tabella 6), in cui l eccesso di rischio si aggirava attorno al 60%, mentre nella provincia di Alessandria si osservava un significativo deficit (RR = 0.60). Riguardo ai papillomi invertiti (Tabella 6), l incidenza era significativamente in eccesso nella sola provincia di Torino (RR = 1.45), mentre era significativamente ridotta in quelle di Novara, Cuneo e Verbania. L analisi della pregressa attività in occupazioni con probabile esposizione a legno mostrava, soprattutto negli uomini, forti differenze tra i casi di adenocarcinoma, tre quarti dei quali riferivano di essere stati impiegati in tali mansioni, e gli altri tipi istologici (Tabella 7); anche tra le donne si osservavano notevoli differenze, ma di molto inferiori a quelle riscontrate tra gli uomini. Pure le mansioni con potenziale esposizione a polvere di cuoio apparivano più frequenti tra i casi di adenocarcinoma rispetto agli altri istotipi, ma le differenze erano più ridotte che per le occupazioni del settore legno e, al contrario degli uomini, più marcate tra le donne, anche se sulla base di due soli casi esposti. Tabella 7 Proporzione di casi con pregressa occupazione (>= 6mesi) nell industria del legno e in quella del cuoio e delle pelli, divisi per tipo istologico e sesso (409 soggetti intervistati). MANSIONE SESSO ADENO- % SQUAMOSI % ALTRI % TUTTI I % PAPILLOMI INVERTITI % Falegnami, maschi 92 73.6 5 8.5 11 23.4 108 46.8 6 6.5 mobilieri e carpentieri femmine 2 20.0 2 8.0 0 0.0 4 7.7 0 0.0 Conciatori e pellettieri TOTALE CASI INTERVISTATI maschi 8 6.4 1 1.7 3 6.4 12 5.2 1 1.1 femmine 2 20.0 1 4.0 0 0.0 3 5.8 1 4.8 135 100.0 84 100.0 64 100.0 283 100.0 114 100.0 10

Tabella 8 - Durata media di lavoro (anni) per gruppo professionale carcinomi e papillomi (397 soggetti intervistati). PROFESSIONE PAPILLOMI Insegnanti 0.35 0.42 Lavoratori dello spettacolo, artisti, giornalisti 0.09 0.21 Assistenti sociali, religiosi 0.00 0.00 Medici, dentisti, psicologi, farmacisti 0.38 0.34 Infermieri, tecnici sanitari 0.43 0.80 Avvocati, magistrati, notai, commercialisti 0.00 0.00 Professioni tecniche 0.54 1.86 Dirigenti, imprenditori, legislatori, amministratori 0.24 0.06 Impiegati di concetto 0.08 0.61 Impiegati esecutivi 1.84 2.65 Forze armate 0.45 0.52 Vigili, agenti P.S., finanza e penitenziari 0.10 1.22 Lavoratori agricoli,allevatori, forestali 4.40 2.99 Minatori, cavatori 0.13 0.03 Fonditori, fucinatori 0.61 0.18 Addetti alle macchine utensili, meccanici, assemblatori 3.94 3.90 Verniciatori e galvanoplastieri 0.08 0.28 Orafi, incisori, argentieri 0.04 0.00 Carpentieri, saldatori 1.42 1.09 Lavoratori della ceramica, delle pietre e del vetro 0.29 0.32 Lavoratori dell'alimentare 0.18 0.04 Zuccherieri 0.00 0.00 Macellatori 0.00 1.10 Filatori, tessitori, finitori 0.89 0.55 Tintori e stampatori di tessuti 0.00 0.00 Lavoratori dell'abbigliamento e dell'arredamento tessile 1.14 0.47 Conciatori, tintori di pelli 0.13 0.00 Pellettieri, calzolai 1.06 0.44 Falegnami, mobilieri 12.29 1.07 Carpentieri legno 0.08 0.00 Lavoratori della chimica 0.15 0.02 Gommai 0.19 0.05 Lavoratori della plastica 0.17 0.46 Cartai, cartonai, cartotecnici 0.01 0.00 Poligrafici 0.20 0.20 Muratori, conduttori di macchine edili 0.79 0.75 Finitori edili 0.97 0.64 Pavimentatori stradali, cantonieri, sterratori 0.10 0.10 Elettrotecnici, conduttori di centrali e assemblatori di apparecchiature elettriche ed elettroniche 0.79 1.67 Gasisti, idraulici, termoidraulici 0.19 0.23 Esercenti e addetti di servizi alla persona e alle imprese 1.92 2.34 Commessi e cassieri di negozio 0.63 1.13 Esercenti alberghi, bar, ristoranti 0.00 0.00 Camerieri, cuochi, baristi 0.35 0.68 Conduttori di mezzi di trasporto 0.84 2.58 Gruisti, carropontisti 0.03 0.22 Lavoratori marittimi 0.04 0.30 Piloti, tecnici e controllori di volo 0.07 0.00 Spedizionieri, imballatori 0.10 0.41 Facchini, scaricatori 0.00 0.12 Portalettere, fattorini postali 0.09 0.18 Lavoratori del turismo e dello sport 0.10 0.09 Addetti a pulizie e raccolta-trattamento rifiuti 0.31 0.46 Custodi, guardiani, bidelli, domestici 0.66 0.66 Altre professioni 0.13 0.02 11

Nella tabella 8 sono riportati gli anni di lavoro medi trascorsi rispettivamente dai casi di carcinoma e di papilloma invertito nei diversi gruppi occupazionali, limitatamente ai soggetti sottoposti ad intervista. Tra i casi di carcinoma la durata media di lavoro era molto elevata, come atteso, nella mansione di falegname/mobiliere, con una durata media oltre 10 volte superiore a quella dei papillomi invertiti, ma anche quelle di pellettiere/calzolaio e di lavoratore dell abbigliamento presentavano durate di lavoro superiori al doppio di quelle dei papillomi. Al contrario, i papillomi mostravano una durata media lavorativa di molto superiore ai carcinomi nelle professioni tecniche, nella polizia (di stato, locale, finanziaria e penitenziaria), nei macellatori e nei conduttori di mezzi di trasporto. La durata media lavorativa nelle diverse occupazioni dei casi di carcinoma mostrava notevoli differenze per tipo istologico (Tabella 9): tra gli adenocarcinomi la durata nelle occupazioni di falegname/mobiliere, pellettiere/calzolaio e finitore edile era molto più lunga di quella osservata tra gli altri tipi istologici, mentre tra i carcinomi squamosi i gruppi professionali con durate medie almeno doppie rispetto agli adenocarcinomi includevano i carpentieri/saldatori, gli impiegati esecutivi, i conduttori di mezzi di trasporto e i lavoratori agricoli, forestali e dell allevamento. Il gruppo istologico misto presentava un eccesso di durata, rispetto agli adenocarcinomi, a carico dei lavoratori dell abbigliamento e dei lavoratori agricoli, forestali e dell allevamento; inoltre, la durata media nell occupazione di falegname/mobiliere era circa 5 volte superiore a quella dei carcinomi squamosi, pur se solo un quarto di quella degli adenocarcinomi. Tabella 9 - Durata media di lavoro (anni) per gruppo professionale e tipo istologico carcinomi (283 soggetti intervistati). PROFESSIONE ADENO- ALTRI SQUAMOSI Insegnanti 0.35 0.19 0.57 Lavoratori dello spettacolo, artisti, giornalisti 0.19 0.00 0.00 Assistenti sociali, religiosi 0.00 0.00 0.00 Medici, dentisti, psicologi, farmacisti 0.00 0.71 0.73 Infermieri, tecnici sanitari 0.37 0.26 0.77 Avvocati, magistrati, notai, commercialisti 0.00 0.00 0.00 Professioni tecniche 0.31 0.86 0.61 Dirigenti, imprenditori, legislatori, amministratori 0.41 0.00 0.20 Impiegati di concetto 0.04 0.22 0.00 Impiegati esecutivi 1.38 2.92 1.37 Forze armate 0.46 0.53 0.30 Vigili, agenti P.S., finanza e penitenziari 0.00 0.35 0.00 Lavoratori agricoli,allevatori, forestali 2.26 6.59 5.98 Minatori, cavatori 0.00 0.10 0.44 Fonditori, fucinatori 0.14 1.24 0.78 Addetti alle macchine utensili, meccanici, assemblatori 2.53 5.11 5.36 Verniciatori e galvanoplastieri 0.02 0.05 0.23 Orafi, incisori, argentieri 0.00 0.00 0.16 Carpentieri, saldatori 0.56 3.74 0.16 Lavoratori della ceramica, delle pietre e del vetro 0.07 0.52 0.42 Lavoratori dell'alimentare 0.18 0.32 0.00 Zuccherieri 0.00 0.00 0.00 Macellatori 0.00 0.00 0.00 Filatori, tessitori, finitori 0.84 1.31 0.46 Tintori e stampatori di tessuti 0.00 0.00 0.00 Lavoratori dell'abbigliamento e dell'arredamento tessile 0.56 1.44 1.95 Conciatori, tintori di pelli 0.07 0.32 0.00 Pellettieri, calzolai 1.70 0.05 1.05 Falegnami, mobilieri 22.47 1.48 5.17 Carpentieri legno 0.16 0.00 0.00 Lavoratori della chimica 0.28 0.02 0.03 Gommai 0.16 0.01 0.47 12

PROFESSIONE ADENO- ALTRI SQUAMOSI Lavoratori della plastica 0.01 0.38 0.22 Cartai, cartonai, cartotecnici 0.01 0.01 0.00 Poligrafici 0.05 0.60 0.00 Muratori, conduttori di macchine edili 0.37 0.82 1.63 Finitori edili 1.71 0.08 0.59 Pavimentatori stradali, cantonieri, sterratori 0.13 0.12 0.00 Elettrotecnici, conduttori di centrali e assemblatori di apparecchiature elettriche ed elettroniche 0.76 0.56 1.16 Gasisti, idraulici, termoidraulici 0.09 0.03 0.61 Esercenti e addetti di servizi alla persona e alle imprese 1.33 2.10 2.90 Commessi e cassieri di negozio 0.84 0.60 0.23 Esercenti alberghi, bar, ristoranti 0.00 0.00 0.00 Camerieri, cuochi, baristi 0.10 0.75 0.34 Conduttori di mezzi di trasporto 0.62 1.47 0.49 Gruisti, carropontisti 0.00 0.00 0.13 Lavoratori marittimi 0.07 0.00 0.00 Piloti, tecnici e controllori di volo 0.00 0.13 0.16 Spedizionieri, imballatori 0.03 0.16 0.17 Facchini, scaricatori 0.00 0.01 0.00 Portalettere, fattorini postali 0.19 0.00 0.00 Lavoratori del turismo e dello sport 0.00 0.00 0.44 Addetti a pulizie e raccolta-trattamento rifiuti 0.00 0.06 1.30 Custodi, guardiani, bidelli, domestici 0.40 0.71 1.11 Altre professioni 0.00 0.37 0.08 Tabella 10 Numero e percentuale di casi segnalati alle Procure del Piemonte come sospetti casi di tumore professionale CASI INVIATI ALLE PROCURE E AGLI SPRESAL ADENO SQUAMOSI ALTRI TUTTI I PAPILLOMI INVERTITI n. % n. % n. % n. % n. % NO 6 6.1 18 27.7 7 15.2 31 14.8 38 43.2 SI 92 93.9 47 72.3 39 84.8 178 85.2 50 56.8 Totale 98 100.00 65 100.00 46 100.00 209 100.00 88 100.00 Tra i 209 casi di carcinoma per i quali era disponibile una valutazione dell attribuibilità alla professione, 178 (85%) erano stati giudicati di sospetta origine professionale e segnalati agli SpreSAL e alle procure competenti (Tabella 10), mentre per i casi restanti non era stato identificato neanche un periodo lavorativo con esposizione ai fattori di rischio esaminati. La percentuale è risultata molto elevata a carico degli adenocarcinomi (94%) e del gruppo istologico misto (85%), ma anche tra i carcinomi squamosi (72%) e i papillomi invertiti (57%) la proporzione di sospetti casi professionali era piuttosto alta. Studio caso-controllo Lo studio caso-controllo era stato effettuato su 113 casi di carcinoma, che avevano completato l intervista sulla storia lavorativa e che erano stati diagnosticati dal 1996 al 2000 tra i residenti nel Piemonte, e 336 controlli, appaiati per frequenza ai casi per sesso, classe di età e provincia di residenza. In tabella 11 sono presentate le principali caratteristiche demografiche dei soggetti inclusi nello studio, insieme alla regione anatomica dove erano situati i carcinomi. 13

Tabella 11 Distribuzione degli SNC per regione anatomica, età, sesso, fumo di sigaretta e provincia di residenza ADENO- (AD) SQUAMOSI (SQ) ALTRI (CA) CONTROLLI Regione anatomica n % n % n % n % cavità nasale 38 71.7 16 43.2 12 52.2 seni etmoidali 12 22.6 6 16.2 3 13.0 seni mascellari 2 3.8 15 40.6 6 26.1 informaz. mancante 1 1.9 0 0.0 2 8.7 Classe di età 30-49 3 5.7 6 16.2 1 4.4 51 15.2 50-59 4 7.5 6 16.2 5 21.7 62 18.5 60-69 26 49.1 15 40.6 9 39.1 109 32.4 >= 70 20 37.7 10 27.0 8 34.8 114 33.9 Sesso maschi 45 84.9 25 32.4 19 82.6 234 69.6 femmine 8 15.1 12 67.6 4 17.4 102 30.4 Fumo di sigaretta non fumatore 18 34.0 11 29.7 10 43.5 128 38.0 ex-fumatore 18 34.0 9 24.3 9 39.1 102 30.4 fumatore 16 30.1 15 40.6 4 17.4 102 30.4 informaz. mancante 1 1.9 2 5.4 0 0.0 4 1.2 Provincia di resid. Torino 25 47.1 20 54.1 12 52.1 191 56.9 Asti 2 3.8 0 0.0 2 8.7 14 4.2 Biella 1 1.9 1 2.7 0 0.0 11 3.3 Cuneo 14 26.4 8 21.6 4 17.4 63 18.7 Novara 2 3.8 6 16.2 1 4.4 18 5.4 Alessandria 1 1.9 1 2.7 3 13.0 19 5.6 Vercelli 8 15.1 1 2.7 1 4.4 20 5.9 TOTALE 53 100.0 37 100.0 23 100.0 336 100.0 I risultati dello studio caso-controllo mostravano, come atteso, che il rischio complessivo di SNC era significativamente associato con la pregressa esposizione a polvere di legno, ma con notevoli differenze tra i diversi istotipi (Tabella 12). Una forte associazione era presente con l adenocarcinoma, che mostrava anche un significativo trend nel rischio all aumentare della durata pesata dell esposizione. Anche per il gruppo di tipi istologici misti vi era una significativa associazione con l esposizione a polvere di legno, ma con un rischio relativo molto inferiore e simile per i due tipi istologici più rappresentati in questo gruppo, cioè il carcinoma indifferenziato e quello muco-epidermoide. Al contrario, il carcinoma squamoso non risultava associato alla polvere di legno. Riguardo alla polvere di cuoio, un associazione significativa era stata osservata solo per l adenocarcinoma, che pure presentava una forte associazione e un aumento del rischio all aumentare della durata di esposizione, mentre gli altri due gruppi istologici mostravano incrementi non significativi di rischio basati su un solo caso esposto per istotipo. Il rischio di SNC era associato con l esposizione a fumi di saldatura, ma l associazione risultava limitata ai carcinomi squamosi, per i quali il rischio era significativo e incrementale con l allungarsi della durata di esposizione. I solventi organici presentavano una significativa associazione con gli SNC, ma limitata all adenocarcinoma e al gruppo istologico misto; per entrambi questi gruppi si osservava pure una relazione dose-risposta con la durata cumulativa di esposizione. 14

L arsenico era associato sia con il rischio complessivo di SNC, sia con quello di carcinoma squamoso, con rischi relativi simili; per quest ultimo l analisi rilevava anche un significativo trend di rischio con l aumentare della durata cumulativa di esposizione. Un eccesso di rischio di carcinomi del gruppo istologico misto, ma non di altre istologie, era associato all esposizione a nebbie di acidi forti; il rischio mostrava anche un significativo effetto dose-risposta con l esposizione cumulativa. Anche l esposizione a composti del nichel e del cromo era significativamente associata solo con l incidenza di carcinomi del gruppo istologico misto, sebbene per entrambi le stime di rischio fossero state calcolate su uno scarso numero di casi esposti. Al contrario, nessun soggetto esposto a questi agenti era stato identificato tra i casi di adenocarcinoma o di carcinoma squamoso. Il rischio associato al nichel non era calcolabile a causa dell assenza di controlli esposti, ma era altamente significativo (p = 0.0002, Fisher exact test), mentre quello associato al cromo era stato stimato solo in un modello di analisi controllato per età e sesso (OR = 9.2, IC 95%: 1.40-60.1), essendo stati identificati solo due casi esposti. Riguardo alle polveri tessili, quando è stata considerata la durata cumulativa di esposizione si è riscontrato un significativo incremento del rischio negli esposti per più di 10 anni a carico dell adenocarcinoma. Nessun altro fattore esaminato era significativamente associato all incidenza di SNC, nè come gruppo complessivo, nè come specifici tipi istologici. Tra le associazioni non significative con più di un caso esposto, nessuna risultava avere un rischio relativo superiore ad 1.6, fumo di sigaretta compreso. Tabella 12 Rischi relativi di SNC per pregressa esposizione ad agenti occupazionali modelli di regressione logistica controllati per età, sesso ed esposizione ad altri agenti TUTTI I NASO-SINUSALI ESPOSIZIONE Polvere di legno Polvere di cuoio Vapori di solventi organici Fumi di saldatura Arsenico Adenocarcinomi Polvere di legno Polvere di cuoio Vapori di solventi organici Polveri tessili DURATA CUMULATIVA 1 PREGRESSA ESPOSIZ. (SI/NO) 2 categoria OR (95% CI) OR (95% CI) 1 10 anni 4.4 (1.97, 9.99) 10.2 10 20 anni 14.7 (2.74, 79.1) (5.56, 18.77) > 20 anni 48.8 (13.9, 172.0) 1 5 anni 15.3 (1.44, 162.3) 13.8 > 5 anni 17.1 (1.79, 163.6) (2.69, 70.55) 1 15 anni 1.5 (0.73, 3.13) > 15 anni 4.4 (1.26, 15.5) 1 10 anni 2.3 (0.83, 6.24) > 10 anni 3.5 (1.32, 9.50) 1 10 anni 1.5 (0.26, 8.74) > 10 anni 10.5 (1.69, 65.1) 1 10 anni 35.7 (10.8, 117.5) 10 20 anni 113.5 (16.6, 774.8) > 20 anni 315.5 (67.5, >999) 1 5 anni 6.5 (0.34, 124.7) > 5 anni 151.6 (12.6, >999) 1 10 anni 2.3 (0.66, 8.23) > 10 anni 5.4 (1.24, 23.21) 1 10 anni 3.7 (0.68, 19.9) > 10 anni 12.4 (1.68, 92.1) 2.3 (1.27, 4.18) 2.3 (1.08, 4.84) 3.3 (0.93, 11.41) 60.7 (23.92, 154.1) 61.0 (9.35, 398.2) 4.1 (1.68, 10.24) 15

Carcinomi Squamosi Fumi di saldatura Arsenico Altri tipi istologici 1 10 anni 2.6 (0.69, 9.46) > 10 anni 5.4 (1.87, 15.3) 1 10 anni 1.6 (0.16, 15.6) > 10 anni 11.9 (1.61, 88.1) 3.7 (1.59, 8.81) 4.4 (1.04, 18.16) Polvere di legno Esposizione di qualsiasi durata 5.0 (1.67, 14.7) 1 10 anni 2.3 (0.58, 8.93) Vapori di solventi organici > 10 anni 8.1 (2.55, 25.6) 1 10 anni 5.5 (1.18, 25.2) Nebbie di acidi forti > 10 anni 16.4 (1.37, 197.8) 1 durata pesata per probabilità e intensità 2 almeno un anno di esposizione 5.6 (1.94, 15.97) 4.2 (1.65, 10.72) 7.0 (1.85, 26.67) Discussione Durante il periodo di osservazione 1996-2006 sono stati identificati 331 casi di carcinoma tra i soggetti residenti in Piemonte, con un tasso grezzo pari a 1.21 per 100000 abitanti negli uomini e 0.25 nelle donne. L incidenza stimata nel sesso maschile appare simile a quella riportata dai Registri Tumori italiani (AIRT, 2006), dove il tasso grezzo nel periodo 1998-2002 era in un range 0.4-2.9 per 100.000, mentre tra le donne era prossimo al limite inferiore del range riportato dai registri (0.2-0.8). I due soli registri tumori presenti in Piemonte, quello di Torino e quello di Biella, presentavano nello stesso periodo rispettivamente tassi grezzi di 1.0 e 2.9 per 100.000 tra gli uomini, e di 0.4 e 0.2 tra le donne. Per i residenti a Torino, sulla base dei dati raccolti dall Osservatorio Tumori Naso-Sinusali, si è stimato un tasso grezzo di 1.06 per 100.000 a carico degli uomini e di 0.26 per le donne, quindi superiore a quello del Registro Tumori di Torino per i primi e inferiore per le seconde. Riguardo a Biella, il tasso grezzo stimato per l intera provincia dai nostri dati era di 1.94 negli uomini e 0.28 per 100000 nelle donne, quindi, al contrario di Torino, inferiore all incidenza del Registro Tumori biellese nei primi e superiore nelle seconde. Dunque, appare difficile giudicare l esaustività dei casi rilevati dall Osservatorio Tumori Naso-Sinusali sulla base di questi confronti. Tuttavia, dal momento che questo Osservatorio, a differenza dei Registri Tumori, raccoglie solo casi di tumori epiteliali, un incidenza inferiore a quella stimata da questi ultimi può essere spiegata anche dalla non inclusione nella nostra serie di casi di questi tumori, che costituirebbero all incirca un quarto del totale (Ries et al., 2003). Al contrario, l aver stimato un incidenza superiore a quella rilevata da un Registro Tumori, come tra i residenti maschi a Torino, costituisce a nostro parere una prova convincente della completezza della raccolta in quell area. Un incidenza grezza inferiore a quella calcolata dai nostri datinegli uomini (0.90 per 100.000), anche se di un terzo superiore nelle donne (0.37 per 100.000), è stata stimata per i tumori naso-sinusali epiteliali nel periodo 1998-2002 nella provincia di Brescia (Barbieri et al., 2005). L andamento nel tempo dell incidenza di carcinomi indica, soprattutto negli anni più recenti, una modesta, non significativa, tendenza alla diminuzione, probabilmente attribuibile alla riduzione nel tempo del numero di addetti nei settori esposti a cuoio e legno. Ad esempio, nella provincia di Torino la somma degli addetti occupati in questi settori si dimezzava nel decennio tra i censimenti 1971 e 1981, passando da 15099 a 7829 addetti. L incidenza di carcinomi mostrava significative differenze per provincia, con un eccesso a carico della provincia di Cuneo e un deficit per quella di Alessandria. L incremento del rischio osservato tra i residenti nella provincia di Cuneo è verosimilmente dovuto alla grande diffusione in quest area dell attività di lavorazione del legno e di produzione mobili, che tradizionalmente costituiva un importante settore produttivo, soprattutto nell area del Saluzzese. Si segnala anche un eccesso, pur se solo marginalmente significativo, tra i residenti nel Biellese, che potrebbe essere attribuibile 16

all esposizione a polveri tessili, trovate associate in alcuni studi al rischio di SNC, dato che questo settore impiegava in passato, almeno fino agli anni 70, la maggioranza di lavoratori occupati in attività non agricole. Tuttavia, il rischio relativo associato all esposizione a polveri tessili appare in generale modesto, quindi si ritiene che l esposizione ad altri fattori di rischio, soprattutto polveri di legno e cuoio, abbia concorso a determinare l elevata incidenza osservata in quest area. La ridotta incidenza stimata dai dati dell Osservatorio di Saluzzo tra i residenti nella provincia di Alessandria, come pure il non significativo deficit osservato a carico della provincia di Novara, suggeriscono invece che nelle aree orientali della regione una parte dei casi si rivolga direttamente a strutture sanitarie situate in Lombardia, sfuggendo quindi alla rilevazione del sistema. Gli adenocarcinomi costituivano quasi la metà dei carcinomi, seguiti dai carcinomi squamosi (30%) e dagli altri istotipi (27%). Esaminando le proporzioni dei diversi istotipi nei risultati degli studi italiani, si osserva un ampia variabilità nel rapporto tra adenocarcinomi e carcinomi squamosi, con alcuni studi che mostrano un rapporto a favore dei primi (Merler et al., 1986; Loi et al., 1986; Magnani et al., 1993), mentre la maggioranza presenterebbe una maggiore proporzione di carcinomi squamosi rispetto agli adenocarcinomi (Cecchi et al., 1980; Merler et al., 1981; Ghezzi et al., 1983; Petronio et al., 1983; Battista et al., 1983; Bimbi et al., 1988; Comba et al., 1992b). Data l elevata frazione di adenocarcinomi attribuibile all esposizione a polvere di legno e cuoio, appare verosimile che le differenze osservate tra i vari studi siano attribuibili principalmente a differenze nella prevalenza di esposizione a queste sostanze nelle diverse aree geografiche studiate. La distribuzione dei carcinomi per sede anatomica di insorgenza differiva nella nostra serie di casi dai dati riportati dalla rete SEER dei Registri Tumori degli USA (Ries et al., 2003), in cui i casi originati nella cavità nasale e nel seno etmoidale erano meno frequenti, e quelli situati nel seno mascellare più frequenti di quelli rilevati dall Osservatorio dei tumori naso-sinusali. Tali differenze sembrerebbero in realtà dovute al diverso rapporto tra adenocarcinomi e carcinomi squamosi osservato nel presente studio (1.65) rispetto a al sistema SEER (0.22), dove i carcinomi squamosi erano circa i due terzi del totale e gli adenocarcinomi solo il 14%; infatti, le proporzioni di SNC per sede nel SEER risultavano simili a quelle da noi osservate a carico dei carcinomi squamosi. In entrambi i sessi l incidenza di papillomi invertiti era inferiore ad un terzo di quella di carcinomi. Alcuni studi condotti in Nord Europa hanno trovato un incidenza di papillomi invertiti in un range di 0.6-1.5 (Buchwald et al., 1989; Nielsen et al., 1990; Outzen et al., 1996), quindi più alta di quella da noi osservata. Appare difficile dire se tali differenze siano legate alla popolazione investigata o ad incompletezza della nostra serie di casi, data la mancanza di dati su questa tipologia tumorale nella popolazione italiana. Le forti e significative differenze per provincia appaiono difficilmente spiegabili mediante differenze nella struttura produttiva tra le diverse aree, dato che gli agenti occupazionali potenzialmente associati mostrano al massimo associazioni moderate con l occorrenza di tali tumori. Appare più probabile che, a differenza dei carcinomi, in alcune aree la rilevazione dei casi sia stata meno completa, forse a causa di una minore sensibilità dei clinici nel segnalare una patologia considerata benigna, anche se caratterizzata da un alta probabilità di recidive, o per maggiori incertezze nella loro diagnosi istologica. La proporzione di occupati per almeno 6 mesi in mansioni con probabile esposizione a polvere di legno è risultata molto elevata tra gli adenocarcinomi di entrambi i sessi, nonostante quella osservata a carico dei maschi fosse notevolmente superiore. Un alta proporzione di soggetti con pregressa occupazione in lavori di falegnameria o carpenteria era presente anche tra i carcinomi del gruppo misto, anche se solo a carico dei maschi, cosa che indicherebbe la presenza di un associazione con la polvere di legno anche per questo gruppo. Un alta proporzione di occupati in mansioni con esposizione a polvere di cuoio è stata riscontrata solo tra i casi di adenocarcinoma di sesso femminile, mentre i maschi mostravano in apparenza piccoli eccessi rispetto ai papillomi o agli altri istotipi di carcinoma. Le differenze osservate tra i sessi sono probabilmente dovute ad un fenomeno di segregazione di genere nella mansione, con la conseguenza che i maschi occupati nel settore di lavorazione del legno siano stati verosimilmente impiegati in compiti con un esposizione a livelli di polvere di legno più alti rispetto a quelli delle femmine, mentre le femmine occupate nella lavorazione delle pelli siano state adibite a lavori con maggiore esposizione a polvere di cuoio rispetto a quelli svolti dai maschi. 17