Infrastrutture. Legge Obiettivo Rapporto grandi opere



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42 Legge Obiettivo Rapporto grandi opere Primo bilancio, a 10 anni dall entrata in vigore delle Legge Obiettivo, sullo stato di attuazione delle opere strategiche in Italia: a cura della Fondazione Fastigi, una documentata analisi degli effetti prodotti dalla legge che nel 2001 riaprì la stagione dei lavori pubblici in Italia e del molto che resta ancora da fare per portare l infrastrutturazione nazionale a livello degli standard europei. Cristina Cosentino Il Sistema MoSE in costruzione a Malamocco

43 1. Fastigi è una fondazione che compie formazione, addestramento, ricerca scientifica e tecnologica nel campo delle grandi infrastrutture ed informa correttamente tutti coloro che operano nel settore delle grandi opere. www.fastigi.com 1 Ritardi, mancanza di risorse, lievitazione dei costi, errori, punti deboli del sistema di realizzazione, ma soprattutto grandi passi ancora da compiere per completare l infrastrutturazione del Paese. È il dato che emerge dal Rapporto sullo stato di attuazione delle grandi opere in Italia, presentato dall Ing. Alessandro Focaracci, Presidente di Fastigi, la Fondazione che si prefigge il raggiungimento della divulgazione della cultura dei trasporti e delle comunicazioni, e in particolare della realizzazione infrastrutturale, e che ha voluto realizzare un imponente opera di analisi 1. Attraverso questo Rapporto (fig. 1), Fastigi ha fotografato lo stato di attuazione, riepilogato i passaggi principali attraversati, opera per opera, e indicato il punto nel quale si è arrivati. Il documento non aveva come unico obiettivo quello di dare elementi per valutare cosa sia stato effettivamente realizzato: ha, infatti, stimolato la riflessione collettiva verso un ulteriore sforzo di concretezza, verso un impegno a concentrarsi sui punti deboli del sistema di realizzazione, anche tecnici, amministrativi ed economico-finanziari, e sulle priorità sulle quali intervenire con maggiore consistenza, magari facendo tesoro di quanto di buono il Paese ha saputo compiere nel suo lungo cammino unitario. Da dove si partiva L assetto infrastrutturale italiano è il prodotto di una molteplicità di norme, che si sono succedute nel corso degli anni. Le problematiche fondamentali che le riforme legislative della seconda metà degli anni Novanta hanno prodotto nella gestione progettuale e realizzativa di infrastrutture sono la prolificazione normativa; la mancanza di una normativa specifica per le opere pubbliche; le numerose procedure amministrative; l attribuzione delle competenze alle diverse amministrazioni; i tempi di conclusione delle procedure. Il rinnovamento e ammodernamento della normativa di settore fu avviato nel 1994 con la cosiddetta legge Merloni. La riforma avviata con quel provvedimento (e con i seguenti omonimi), anche se ha fornito un quadro più organico della disciplina sui lavori pubblici, non ha posto un rimedio sostanziale alla mancanza di una disciplina specifica per le grandi opere pubbliche. Il mondo delle grandi infrastrutture si era paralizzato: dal novanta al duemila, nel nostro Paese, sono stati investiti circa 205.000 miliardi di lire in meno rispetto alla media europea; la dotazione delle infrastrutture dal 1985 al 1999 in Italia è rimasta invariata, mentre in Francia e Germania è cresciuta di oltre il 50% e nel Regno Unito di oltre il 35%; alla fine degli anni novanta l Italia si collocava al 15 posto tra i 17 paesi più industrializzati dell OCSE. quanto a dotazioni di infrastrutture. Tale situazione ha contribuito a frenare lo sviluppo economico del Paese. Con la Legge Obiettivo (L. 443 del 21 dicembre 2001 - modificata dalla legge n. 166 del 2002) sono state riscritte le norme in materia di lavori pubblici applicabili alla realizzazione e gestione delle grandi opere. L impianto della legge si caratterizza per l introduzione di un sistema di costruzione delle infrastrutture derogatorio rispetto alla vigente legislazione in materia di esecuzione dei lavori pubblici e di procedure di autorizzazione e localizzazione delle opere. Alla base del varo della Legge Obiettivo vi è stata l esigenza di ridurre il gap infrastrutturale dell Italia rispetto al resto d Europa, attraverso un meccanismo normativo che, selezionando un certo numero di opere considerate strategiche, attivasse risorse e definisse procedure straordinarie così da accelerare il processo di progettazione e di realizzazione. Dietro la Legge Obiettivo c è stata una filosofia di intervento sui meccanismi decisionali, sui tempi e le procedure di approvazione dei progetti e sui tempi e le procedure di gara e di affidamento dei lavori; di concentrazione delle fasi di progettazione e di realizzazione in un unico soggetto favorendo il ricorso allo strumento dell appalto integrato; di accelerazione dei tempi di affidamento e di realizzazione, favorendo il ricorso a contratti di concessione di costruzione e gestione; di intervento sulla struttura dell offerta, favorendo la crescita e il ruolo delle grandi imprese di costruzione attraverso l affidamento della realizzazione delle opere strategiche ad un general contractor; di integrazione tra finanziamento pubblico e finanziamento privato facilitando l accesso di promotori privati. L obiettivo era quello di lanciare un grande programma di infrastrutturazione del Paese, indispensabile per il suo rilancio economico. Stato di attuazione della Legge Obiettivo Il processo di programmazione nazionale delle infrastrutture strategiche è interno al processo di programmazione di uno spazio geo-economico europeo. Tra i 30 progetti prioritari UE da attuare entro il 2020 sono stati identificati dieci corridoi multimodali paneuropei, quelli che interessano il nostro paese sono: il Corridoio I, lungo l asse Berlino - Palermo; il Corridoio V, che collega Venezia-Trieste/Koper-Ljubljana-Maribor- Budapest- UzgorodLvov(Kiev); il Corridoio VIII, lungo l asse Mar Adriatico-Mar Nero con l interconnessione marittima verso i porti italiani di Bari e Brindisi ed il Corridoio Adriatico. Il 1 Programma Nazionale Strategiche del 2001 era rappresentato dal Quadro delle grandi opere strategiche diviso per i seguenti macrosistemi: Sistema Valichi (valico del Frejus, valico del Sempione, valico del Brennero), Corridoio Plurimodale Padano, Corridoio Plurimodale Tirreno Brennero, Corridoio Plurimodale Tirreno Nord Europa, Corridoio Plurimodale Adriatico, Corridoio Plurimodale Dorsale Centrale, sistema MoSE, Ponte sullo Stretto di Messina, Corridoio Trasversale Dorsale Appenninica, Sistemi Urbani, Piastra Logistica Euro Mediterranea della Sardegna, HUB Portuali e Interportuali, Allacciamenti ferroviari e stradali, Schemi idrici, schema energetico e telematico. Lo scenario era rappresentato, per i 17 sottosistemi individuati, da 228 opere per le quali venivano preventivati 373 interventi e 188 sottointerventi. In dieci anni l elenco delle opere è andato progressivamente lievitando. Attualmente le opere strategiche della Legge Obiettivo sono diventate 390 (figg. 2, 3). Un peso in questa crescita è il contributo dovuto all aumento delle infrastrutture di trasporto, che sono il focus di questo dossier: erano 129 e sono diventate 216, tra strade e autostrade, ferrovie, metropolitane e tram, Ponte sullo Stretto,

44 2 3 Numero Opere dell intero programma Costi per tipologia di opera (mln ) valichi, porti e interporti, aeroporti. La crescita, poi, non è dovuta solo a nuove opere ma anche ad articolazioni e spezzettamenti di opere già nell elenco. Le 216 infrastrutture di trasporto sono la voce più pesante nell elenco delle opere della Legge Obiettivo e rappresenta circa il 95% della spesa complessiva. Alcune opere sono state realizzate, ma per completare il programma, per la sola parte trasportistica, mancano all appello 213 miliardi di Euro. In pratica sono stati già spesi o resi disponibili per le opere in cantiere 79 miliardi tra risorse pubbliche e private. Considerando che la stima rispetto ai fabbisogni è sottostimata: più del 51% dei progetti è ancora allo stadio preliminare o di studio di fattibilità. Ad oggi sono state concluse 30 opere per un costo di oltre 4 miliardi. Sulla base della documentazione ufficiale disponibile è possibile stimare che entro l anno circa 12 opere, saranno ultimate per raggiungere il numero di 42, per un valore di circa 6 miliardi e mezzo. Al 30 Aprile 2005 si prevedeva che 61 opere, pari 77% delle 79 opere allora deliberate dal CIPE con data di ultimazione lavori nota, avrebbero dovuto essere ultimate entro il 2010. Nel 2007 le opere per le quali si prevedeva l ultimazione entro il 2010 erano diventate 74 su 134. Ad aprile 2009 la previsione scende a metà di quella del 2005, stimando 33 opere che dovevano essere consegnate nel 2010. Il risultato finale è quindi di 30 opere, che rispetto alle 79 totali deliberate nel 2005 corrisponde al 38%. Rispetto alle previsione si riscontra quindi che si sono notevolmente allungati i tempi di ultimazione delle opere. Infatti, delle attuali 186 opere deliberate dal CIPE con data di ultimazione lavori nota, 132 saranno ultimate dopo il 2010, pari all 82% e di queste 54, pari al 30,1% saranno utilizzabili soltanto dopo il 2015. La spesa prevista per le opere che saranno concluse entro il 2015 è stimata in poco più di 29 miliardi, pari al 22,1% del costo complessivo. La spesa maggiore riguarderà le opere successive al 2015 con una stima che si aggira intorno ai 93 miliardi e 660 milioni di euro, pari 71,5% del costo totale attualmente stimato per le 186 opere deliberate dal CIPE con data di ultimazione lavori nota. Nell ambito delle opere deliberate dal CIPE il 34,4% (pari a 2. Evoluzione del numero di opere dell intero programma 3. Costi dell intero programma per tipologia in mln di euro 4. Stato di avanzamento in percentuale delle opere finanziate dal CIPE 5. Stato di avanzamento in mln di euro delle opere finanziate dal CIPE 4 5 % totale stato di avanzamento Valore totale in milioni di euro

45 6. Costi per tipologia in mln di euro delle opere finanziate dal CIPE 7. Stato di attuazione per composizione percentuale orizzontale per macro opera dell intero programma 7 6 Costo (mln e) per tipologia di opere 64 opere) è rappresentato da strade e il 29,6% (pari a 55 opere) da opere ferroviarie e metropolitane. Le opere idriche sono 26 (14%), mentre le opere restanti sono 41 con il Ponte sullo Stretto e il MoSE. Il 39% delle infrastrutture di trasporto (che rappresentano l impegno maggiore) per il 37% del costo previsto è ancora in fase di progettazione contro un Costo per macro opera e livello di attuazione 17% (3% in valore) delle altre opere. Le opere trasportistiche ultimate rappresentano il 10% del corrispondente totale (meno del 3% dal lato dei costi), contro un terzo (33%) delle altre opere (12% il costo). Le infrastrutture per il trasporto, ovvero strade, ferrovie, metropolitane, aeroporti, porti, interporti e Ponte sullo Stretto, rappresentano, 125 miliardi sugli oltre 137 totali, pari al 91% del costo In riferimento alla distribuzione territoriale 32 delle opere localizzate al Nord, pari al 42% del totale, risultano ancora in fase di progettazione. Al Centro le opere ancora in progettazione sono 11, ovvero il 40,7%. Le opere in corso sono 7 e le ultimate 5. L area territoriale dove si registra uno stato di avanzamento maggiore è il Mezzogiorno, dove risultano ultimate 20 opere e altre 19 sono in fase di realizzazione. Insieme rappresentano il 49% del totale. Se consideriamo complessivamente l intero programma delle infrastrutture strategiche, in valori percentuali, il dato che emerge rispetto al 2010 è di sostanziale stabilità. Le opere che non hanno superato la progettazione rappresentano il 59% del costo del Programma. Le opere che hanno raggiunto la fase di gara il 10%, quelle con contratto o in corso il 21% e infine le opere ultimate il 10% Rispetto allo stato di attuazione per macro opera si osserva uno stato più avanzato tra le opere medio piccole incluse in programmi edilizi e tra le opere del corridoio plurimodale dorsale centrale. Al contrario le macro opere con un avanzamento limitato per oltre il 90% alla fase di progettazione preliminare sono il sistema valichi e il corridoio plurimodale tirrenobrennero. La percentuale del costo delle opere ancora in fase di progettazione è pari al 50% nei corridoi tirrenico nord Europa (74%), trasversale e dorsale appenninica (69%), Piastra logistica della Sardegna (87%) e hub interportuali (58%). Costi, risorse, coperture Il valore complessivo del Programma è ora pari a circa 368 miliardi di euro (fig. 8). L effettiva informazione circa la disponibilità finanziaria attribuibile a ciascuna opera è un dato che va costruito attraverso una raccolta di informazioni, non sempre agevole, su un elenco aperto di fonti possibili. Con riferimento alle macro opere, particolare rilevanza assumono i corridoi plurimodali padano, tirrenico nord Europa, trasversale e dorsale appenninica e corridoio dorsale centrale. Queste quattro macro opere rappresentano il 70% (259 miliardi circa) del costo complessivo del Programma (367,5 miliardi), per oltre un quarto (101 opere) delle 390 opere censite. Tra le altre macro opere si evidenziano i sistemi urbani e il sistema dei valichi, per valore economico, e gli schemi idrici per numero di opere. In particolare si attribuiscono ai: sistemi urbani: 43,5 miliardi pari al 12% del programma, valichi 18,6 miliardi pari al 5% del Programma, schemi idrici 67 opere per 5,7 miliardi. Le restanti 15 macro opere, si dividono 41 miliardi per 172 opere (figg. 9, 10). Complessivamente i finanziamenti disponibili pubblici e privati, ammontano a poco più di 150 miliardi corrispondenti ad una copertura finanziaria pari al 41% del costo dell intero Programma come ricostruito nel 6 monitoraggio. Il fabbisogno residuo ammonta a 217 miliardi (59%) includendo nel calcolo eventuali fondi residui Il costo del Programma delle Strategiche ag-

46 giornato ad aprile 2011, secondo quanto previsto dalla tabella 1 del 9 Allegato al DEF 2012-2014, è pari a 237,1 miliardi di euro dei quali 137,5 (55%) per le opere con delibera CIPE. Ad oggi quindi il Programma delle Strategiche comprende 390 opere per un valore complessivo di 367.458 milioni di euro. Il valore corrispondente ai 186 progetti deliberati dal CIPE rappresenta il 37% del nuovo costo dell intero Programma. Rispetto al costo totale di 137.159 milioni le risorse disponibili sono 75.622 milioni di euro con un fabbisogno finanziario necessario pari a poco più di 62 miliardi di euro. Per le 186 opere sono stati attivati 297 finanziamenti, di cui 244 con risorse pubbliche per 49,5 miliardi e 53 con risorse di soggetti privati, pari a 26 miliardi e 130 milioni, per una disponibilità complessiva di risorse di 75 miliardi e 622 milioni di euro. Quindi la disponibilità finanziaria, per le opere deliberate è di circa il 55%, di cui il 36% di finanziamenti pubblici e il 19% di investimenti privati. Complessivamente le risorse pubbliche corrispondono al 65,4% del totale delle disponibilità accertate, mentre quelle private superano di poco un terzo (34,6%). Il finanziamento privato risulta determinante, con percentuali intorno al 58,3% per le opere attualmente in fase di gara o che risultano affidate (43,1%). Per le opere ancora in fase di progettazione l incidenza è circa il 41% del totale delle risorse disponibili. Il finanziamento pubblico risulta invece determinante con oltre il 72% nei lavori attualmente in corso e per il 74% per le opere ultimate. Delle 186 opere deliberate dal CIPE, solo 7 risultano prive di copertura finanziaria, mentre 179 hanno in tutto o in parte, 8 Stato di attuazione del programma per composizione percentuale del costo delle opere una copertura finanziaria: per il 23,6% dalla Legge Obiettivo, per il 35,6% da altri finanziamenti pubblici, erp il 6,2% dal Fondo infrastrutture ed per il 34,6% da capitali privati. L analisi del mercato del project financing in Italia conferma il ruolo importante dei capitali privati nella realizzazione di opere pubbliche anche se negli ultimi anni si evidenzia una flessione delle iniziative. 9 10 Costo (mln e) Finanziamento disponibile (mln e)

47 11 8. Stato di attuazione in percentuale dell intero programma 9. Costo in mln di euro per macro opera dell intero programma 10. Finanziamenti disponibili in mln di euro per macro opera dell intero programma 11. Il Convegno per la presentazione del Report si è svolto a Roma il 23 marzo 2012 Attualmente il Fondo contribuisce con solo il 6,2% delle disponibilità delle opere del PIS. A valere sulle risorse residue del fondo infrastrutture il CIPE ha assegnato nel maggio scorso, 330 milioni di euro ad ANAS SpA e 240 milioni di euro a RFI SpA per la realizzazione degli interventi di manutenzione straordinaria, nonché per integrazioni e completamenti di lavori in corso. Inoltre il decretolegge n. 98 del 2011, convertito con modificazioni dalla L. 15 luglio n. 111, ha istituito il Fondo infrastrutture ferroviarie e stradali, con una dotazione di 930 milioni per l anno 2012 e 1.000 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2013 al 2016. Soluzioni Sono ancora molti i nodi da sciogliere per riuscire a rendere competitivo ed efficace il sistema infrastrutturale italiano. Dalla fondazione Fastigi sono arrivati gli spunti su cui iniziare a riflettere. A partire dall effettiva messa a rete del sistema infrastrutturale, con la realizzazione del cosiddetto ultimo miglio per collegare i centri produttivi e nevralgici del sistema produttivo italiano (turistico - alberghiero, industriale, logistico, dei trasporti, ecc ) con la rete infrastrutturale, fino ai corridoi europei. Ma non solo. È emersa la necessita di porre rimedio alla lievitazione dei costi per effetto dei contenziosi in corso d opera, che nelle grandi opere superano mediamente il 37% del valore di appalto. È stata, poi, sottolineata la necessità di elevare il livello progettuale delle opere per spingere la qualità del progetto preliminare già verso quello definitivo: da un lato per ridurre, di fatto, i tempi amministrativi di approvazione, dall altro per responsabilizzare i soggetti aggiudicatori con iniziative progettuali adeguate approfondite. E, rimanendo sul tema dei progetti, dall analisi degli esponenti di Fastigi si evince l urgenza di porre rimedio all overdesign progettuale e rendere più snello il sistema delle deroghe, ovvero fare scelte sulla geometria dell infrastruttura che tenga meglio conto dell orografia di gran parte del nostro territorio. L ultima nota, non per importanza, è legata alla strumentazione finanziaria: per rendere più facilmente finanziabili le opere pubbliche e per attirare capitali privati sono necessarie nuove norme su project financing e project bond. Conclusioni A dieci anni dall entrata in vigore della Legge Obiettivo il Rapporto Fastigi ha voluto fotografare lo stato dell arte conseguito nel programma delle opere strategiche di preminente interesse nazionale. Il Report ha illustrato l evoluzione legislativa delle norme connesse alla Legge Obiettivo e il monitoraggio del Programma delle Strategiche, con una analisi complessa dei sistemi infrastrutturali, delle opere che ne fanno parte e degli aspetti finanziari. Ne è risultato un quadro oggettivo dello stato dei finanziamenti già erogati e di quelli necessari a portare a compimento le opere, differenziati tra quelli pubblici e quelli privati. Inoltre, sulle opere di cui si parla da alcuni decenni, sono stati svolti approfondimenti per capirne l effettivo stato di attuazione e le possibilità di completamento. Grandi Opere in Italia è il primo importante passo per fornire spunti di riflessione su cosa occorre fare per completare l infrastrutturazione del Paese, condizione fondamentale per una crescita e uno sviluppo al passo con l Europa e per riaprire importanti discussioni a approfondimenti su alcuni temi ancora aperti. nn Diventando soci della Fondazione Fastigi sarà possibile ricevere il Report Grandi Opere in Italia. Per ulteriori informazioni è possibile visitare il nostro sito internet www.fastigi.com o scrivere a info@fastigi.com.