Incentivi, primo passo per la ripresa

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1 anno 10 n. 4 - giugno sped in A.P. art. 2 comma 20/c - Legge 662/96 - aut. D.C.B. - Padova Periodico quadrimestrale della Cassa Edile Artigiana Veneta La rilevazione trimestrale Ceav - Unioncamere del Veneto sul mercato edilizio Incentivi, primo passo per la ripresa Mai come in questi anni l edilizia si è trovata stretta in una morsa. Da un lato la crisi economica e la diminuzione della domanda, con la conseguente riduzione degli investimenti privati e pubblici e da un altro lato l incertezza generale sulle misure e sugli strumenti di rilancio del settore, molte volte annunciati e spesso rimandati. Crisi ed incertezza, due elementi che combinati tra loro non permettono alle imprese di affrontare adeguatamente il mercato, soprattutto in presenza di una forte stretta sul credito. La lunga attesa per un nuovo Governo nazionale ha rimandato per mesi decisioni importanti per la crescita, ma alla fine di maggio è arrivata finalmente una decisione che può rappresentare un primo, parziale, segnale di impegno per il settore. La proroga degli incentivi per l efficientamento energetico e delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie sono un primo passo verso un attenzione al settore che deve essere più ampia di quella fino ad oggi dimostrata dai vari Governi che si sono succeduti negli anni. L edilizia, da decenni ormai, è continua a pag.2 Novità normative Ristrutturazioni e ecobonus: prorogati gli incentivi a pag.4 Indicatori congiuntuali primo trimestre a pag.10 Osservatorio sul Piano Casa a pag.16

2 2 segue dalla prima Incentivi, primo passo per la ripresa affrontata troppo spesso con provvedimenti frammentati e poco coordinati a livello nazionale. E spesso anche affrontati solo dal punto di vista dei costi. Come nel caso degli incentivi. Ma gli incentivi, come si sa, si pagano da soli. L incentivazione infatti permette di avviare nuovi lavori, nuove commesse, aprire a nuove opportunità che non riguardano solo il lavoro della singola impresa, ma anche tutto l indotto. Con gli incentivi non aumentano solo il lavoro e l occupazione, ma anche le entrate dello Stato grazie all aumento della base imponibile. Ma aumenta anche la domanda di materiali (con lo Stato che incassa più Iva), e poi ci sono molti più mezzi che circolano per le strade con conseguente aumento della domanda di carburanti; i progettisti possono fornire i loro servizi e fatturare, così come gli impiantisti e tutto il sistema della finitura. O si ragiona in questi termini o il settore dell edilizia diventerà sempre più la Cenerentola dell industria italiana, e senza alcun Principe Azzurro. Il sistema delle costruzioni in Veneto sta subendo una dura crisi, mai così grave dal dopoguerra. Nemmeno ai tempi di Tangentopoli la contrazione del mercato aveva ridotto sia il numero delle imprese che l occupazione, creando le situazioni di grave difficoltà che ben conosciamo. Per ridare prospettive al settore allora è necessario ripensare la filiera dell edilizia come un sistema complesso, come un settore industriale integrato, come un ambito di mercato dove l insieme fa la forza e dove il singolo può trovare la sua collocazione e le sue opportunità. Ma solo se a monte i provvedimenti sono pensati e studiati per un settore che coinvolge un numero più ampio di imprese rispetto a quelle strettamente iscritte alle categorie dell edilizia. Parlare di edilizia oggi significa parlare di nuova costruzione che utilizza le nuove tecnologie del risparmio e dell efficienza energetica. Significa parlare di un mercato della ristrutturazione che deve intervenire con capacità e qualità sugli edifici edificati negli anni 60 e 70, con prodotti, soluzioni e sistemi che aumentino il comfort e riducano i consumi energetici. Significa dare la possibilità alle amministrazioni virtuose di investire in opere pubbliche, superando i lacci troppo stretti del patto di stabilità. Significa anche dare un senso a quanto di buono fatto in questi anni. Federico Della Puppa L esempio che il Veneto può dare è importante a livello nazionale. 54mila domande e 45mila lavori avviati con il piano casa in questi anni sono un esempio tangibile di come iniziare a dare al settore nuove prospettive. La Regione del Veneto si sta adoperando per trasformare il piano casa da provvedimento a scadenza a provvedimento permanente. Al settore servono prospettive di lungo periodo e pragmatismo rispetto alle esigenze del territorio. Ampliare e costruire sul costruito riduce il consumo di suolo, permette alle famiglie di investire sui propri beni aumentandone il valore e il benessere. E su questa strada che ci si deve muovere, per le nostre imprese e per il nostro territorio. Federico Della Puppa Docente IUAV, ricercatore Cresme e coordinatore Osservatorio Trimestrale -Unioncamere Editore: Cassa Edile Artigiana Veneta Direttore responsabile: Renato Mason Registrazione:Tribunale di Venezia n del Stampa:Areagraphica Marghera (Venezia)

3 3 CAMBIA LA GESTIONE DEI CONDOMINI E PROSEGUONO GLI INCENTIVI Giugno, mese dei cambiamenti Giugno è un mese di cambiamenti. Molti, troppi forse per un settore in crisi e in forte deficit come quello dell edilizia e delle costruzioni, un settore trainante per l economia ma che, in questa fase congiunturale, sconta oltre ai problemi generali di natura economica e finanziaria, anche ritardi strategici nella promozione di una nuova vera visione industriale del settore, da giocarsi sull innovazione costruttiva e sul miglioramento dell intera filiera. Giugno è il mese nel quale cambierà la normativa di gestione dei condomini, un mercato che coinvolge in Italia 1 milione di edifici, 14 milioni di alloggi e 13 milioni di altre unità immobiliari commerciali e direzionali. Ma è anche il mese nel quale verranno prorogati gli incentivi al 50% per le ristrutturazioni edilizie e nel quale l ecobonus sarà portato dal 55% al 65%, purtroppo temporaneamente e senza possibilità di ulteriori proroghe dopo il 31 dicembre 2013 (30 giugno 2014 per i condomini). In realtà, come prevede la norma, gli incentivi per le detrazioni fiscali non verranno eliminati del tutto, ma torneranno al regime standard del 36%, un regime abbastanza conveniente, ma non abbastanza e non sufficientemente per poter da un lato riavviare un mercato in forte crisi, da un altro lato per poter avviare, finalmente nel nostro paese, quella politica di rottamazione della città della quale si parla da anni ma che, per vari motivi, compresa la crisi, ancora non si vede all orizzonte. Eppure le necessità di intervento sono molto rilevanti, se consideriamo che le abitazioni sono le responsabili del 45% dell energia consumata e che gli obiettivi posti dall Italia per il 2020 sono molto consistenti e, senza adeguate azioni di sistema, sarà difficile raggiungerli. Da quando gli incentivi per le ristrutturazioni sono stati promossi, nel lontano 1998, si è sempre cercato di evidenziare che per avere effettivo successo, ovvero appetibilità presso i potenziali utilizzatori, la percentuale di detrazione fiscale dovesse essere elevata e associata ad un basso regime di Iva. Come ben noto, nella prima versione le detrazioni fiscali furono fissate al 41% con l Iva al 20%. E, nonostante l Iva molto elevata, il successo della norma fu tale che venne prorogato per anni. Ma poi la percentuale di detrazione fu portata al 36%. E, nonostante la riduzione, l utilizzo dello strumento di incentivazione per la ristrutturazione delle abitazioni ha continuato a funzionare, con notevoli effetti positivi sul mercato, come peraltro evidenziano i dati dell Agenzia delle Entrate. Il recente, e purtroppo troppo corto, periodo di azione del combinato disposto dato dal passaggio al 50% delle detrazioni con l IVA sulle ristrutturazioni al 10%, ha avuto anch esso alcuni positivi effetti anticongiunturali, ma non ha potuto esprimere tutta la sua potenzialità a causa della situazione economica generale e della scarsa fiducia delle famiglie agli investimenti. Per cui, anche se il chiarimento dell Agenzia delle Entrate sulla possibilità di usufruire anche per il fotovoltaico della detrazione fiscale del 50% (alternativa al conto energia e abbinata allo scambio sul posto) ha definitivamente aperto ad una potenziale nuova stagione per un settore che sugli incentivi ha giocato tutta la sua partita di successo in questi anni, il tempo per sfruttare questi incentivi e queste opportunità è comunque molto poco. E soprattutto è molto limitato, troppo limitato, per i tempi dell edilizia e della programmazione delle attività delle imprese. Se si volesse effettivamente e strutturalmente, come sarebbe necessario, avviare una vera politica di riqualificazione energetica delle nostre abitazioni, ovvero del parco residenziale (ma si potrebbe anche pensare al parco non residenziale), serve pensare con i tempi dell edilizia e non con i tempi di altri settori industriali. Affrontare finalmente l edilizia come un vero e proprio settore industriale organizzato su filiere complesse e notevoli indotti produttivi, sia in termini di prodotti che di servizi. Bisogna capire non solo la struttura della filiera edilizia, ma comprendere i tempi di avvio e di realizzazione dei processi produttivi, che sono lenti e lunghi e derivano molto spesso da lungaggini e tempi burocratici non sempre adeguati alle stesse esigenze di intervento delle imprese. Gli incentivi sono uno strumento operativo effettivamente dirompente, se prorogati con adeguate tempistiche di utilizzazione. Non certo sei mesi o un anno, ma almeno un periodo biennale. Ovvero il tempo classico di una operazione edilizia. Incentivare l economia del riuso e del recupero, del rinnovo e dell innovazione in edilizia è strategico, ma con i tempi giusti. In ogni caso vediamo le novità della proroga per gli incentivi per le ristrutturazioni e il cosiddetto ecobonus.

4 4 UN DECRETO LEGGE PROROGA E AUMENTA LE AGEVOLAZIONI Ristrutturazioni e ecobonus: prorogati gli incentivi Il Consiglio dei ministri ha definitivamente approvato, su proposta del Presidente del Consiglio, Enrico Letta, del Ministro per gli affari europei, Enzo Moavero Milanesi, del Ministro dello sviluppo economico, Flavio Zanonato e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi un provvedimento che recepisce la direttiva 2010/31/UE e che mira a dare un adeguata risposta alla necessaria ed urgente esigenza di favorire la riqualificazione e l efficienza energetica del patrimonio immobiliare italiano in conformità al diritto dell Unione Europea e nell approssimarsi della scadenza degli attuali benefici. Il decreto legge ha l obiettivo di: promuovere il miglioramento della prestazione energetica degli edifici; favorire lo sviluppo, la valorizzazione e l integrazione delle fonti rinnovabili negli edifici; sostenere la diversificazione energetica; promuovere la competitività dell industria nazionale attraverso lo sviluppo tecnologico; conseguire gli obiettivi nazionali in materia energetica e ambientale. Con l approvazione del decreto legge è previsto un forte potenziamento dell attuale regime di detrazioni fiscali che passerà dal 55% per gli interventi di miglioramento dell efficienza energetica degli edifici (detrazione in scadenza il 30 giugno prossimo) al 65%, concentrando la misura sugli interventi strutturali sull involucro edilizio, maggiormente idonei a ridurre stabilmente il fabbisogno di energia. Un ultima conferma, e non ne sono previste successive, stabilita per dare la possibilità a quanti non lo avessero già fatto di migliorare l efficienza energetica del proprio edificio. Così, per le spese documentate sostenute a partire dal 1 luglio 2013 fino al 31 dicembre 2013 o fino al 30 giugno 2014 (per le ristrutturazioni importanti dell intero edificio, ovvero nel caso dei condomini), spetterà la detrazione dell imposta lorda per una quota pari al 65% degli importi rimasti a carico del contribuente, ripartita in 10 quote annuali di pari importo. Secondo il Governo si tratta di un provvedimento che produce un vantaggio per l ambiente per l economia. Infatti l effetto concentrato nel tempo della proroga e l aumento della percentuale della detrazione possono dare un forte impulso all economia di settore e in particolare al comparto dell edilizia specializzata, caratterizzato da una forte base occupazionale, concorrendo in questo momento di crisi al rilancio della crescita e dell occupazione e allo sviluppo di un comparto strategico per la crescita sostenibile. Proprio nell ottica di recepimento della Direttiva UE 2010/31 in materia di prestazione energetica: viene adottata a livello nazionale una metodologia di calcolo della prestazione energetica degli edifici che tenga conto, tra l altro, delle caratteristiche termiche dell'edificio nonché degli impianti di climatizzazione e di produzione di acqua calda; vengono fissati i requisiti minimi di prestazione energetica in modo da conseguire livelli ottimali in funzione dei costi. I requisiti, da applicarsi agli edifici nuovi e a quelli sottoposti a ristrutturazioni importanti, sono riveduti ogni 5 anni; nasce la definizione di edifici a energia quasi zero e viene redatta una strategia per il loro incremento tramite l'attuazione di un Piano nazionale che comprenda l indicazione del modo in cui si applica tale definizione, gli obiettivi intermedi di miglioramento della prestazione energetica degli edifici di nuova costruzione entro il 2015, informazioni sulle politiche e sulle misure finanziarie o di altro tipo adottate per promuovere il miglioramento della prestazione energetica degli edifici. Entro il 31 dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a energia quasi zero. Gli edifici di nuova costruzione occupati dalle Amministrazioni pubbliche e di proprietà di queste ultime dovranno rispettare gli stessi criteri a partire dal 31 dicembre Viene, infine, previsto un sistema di certificazione della prestazione energetica degli edifici che comprenda informazioni sul consumo energetico, nonché raccomandazioni per il miglioramento in funzione dei costi. La redazione dell attestato è obbligatoria in caso di costruzione, vendita o locazione di un edificio o di un'unità immobiliare, nonché per gli edifici occupati dalla Pubblica Amministrazione. Il Consiglio dei Ministri, ha inoltre introdotto significative novità

5 5 rispetto alle precedenti proroghe. Tra queste: la proroga, fino al , delle detrazioni IRPEF prevista nel decreto legge (50 per cento, dall ordinario 36 per cento, per spese di ristrutturazioni edilizie fino ad un ammontare complessivo non superiore a euro, euro nel regime ordinario). tale proroga è stata estesa anche all acquisto di mobili finalizzati all arredo dell immobile oggetto di ristrutturazione, per un massimo di 10 mila euro (in pratica si concede un bonus di euro); le detrazioni riguarderanno anche gli interventi di ristrutturazione relativi all adozione di misure antisismiche, nonché all esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica delle parti strutturali degli edifici, in base a quanto già previsto dall art. 16 bis, comma 1, lett. i) del Testo unico delle imposte sui redditi; si tratta, presumibilmente, dell ultima conferma per questo genere di benefici fiscali, in quanto espressamente prevista nelle more della definizione di misure ed incentivi selettivi di carattere strutturale, finalizzati a favorire la realizzazione di interventi per il miglioramento e la messa in sicurezza degli edifici esistenti, nonché per l incremento del rendimento energetico degli stessi. Secondo le stime elaborate, il decreto potrebbe portare benefici per nuovi investimenti pari a 2 miliardi di euro, ma le stime del Governo per il 2020, elaborate dai tecnici dei tre ministeri proprio nel corso delle valutazioni che hanno preceduto il via libera al decreto sui bonus casa, potrebbero arrivare a 7 miliardi nell orizzonte del Ovvero circa lo 0,5% del Pil. Secondo stime Cresme il decreto dovrebbe portare ad un aumento del 4,3% delle richieste di bonus e del 19% delle detrazioni. Il testo finale del decreto potrebbe subire modifiche in Parlamento, nel corso della conversione in legge. In particolare molte forze politiche chiedono un innalzamento della percentuale di detrazione per l adeguamento alle misure antisismiche, che se potessero beneficiare del 65%, ciò consentirebbe un forte balzo in avanti nel loro uso.

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7 7 La situazione generale dell edilizia in Italia La crisi attuale dell edilizia, la più grave dal dopoguerra ad oggi, è una crisi di lungo periodo che investe un settore strategico per l economica nazionale e per le economie regionali e locali. L edilizia, infatti, è un settore non solo ad alta intensità di manodopera, e dunque un comparto in grado di attivare numerosi posti di lavoro nelle fasi di espansione e crescita del mercato, ma è anche un settore composta da una filiera fortemente complessa e ramificata, integrata a numerose altre attività produttive e dei servizi, dall estrazione di materiali da cava alla produzione di materie prime, dalle imprese di demolizione e scavo a quelle di preparazione dei cantieri, dalle imprese di costruzione a quelle di produzione di materiali, dai distributori e rivenditori di materiali alle imprese di installazione e di finitura, dai progettisti fino a tutto il sistema della consulenza specializzata, comprese le imprese immobiliari e le società di investimento. E dunque un settore molto più ampio delle sole imprese di costruzioni, e con le sue attività genera domanda in molti altri settori dell economia, a cominciare dalla domanda di mobilità a quella di carburanti, per finire a tutta la domanda indotta relativa ai prodotti e ai servizi a supporto delle attività produttive. E in sostanza un sistema complesso che in Europa vale l 11% del Pil dell Unione e conta circa 17 milioni di addetti, mentre in Italia prima della crisi valeva il 10% del Pil e contava circa 2 milioni di addetti, ma oggi vale, al netto dell indotto e secondo le più recenti stime dell Istat, meno del 6% del Pil. Peraltro tutto il sistema allargato dell edilizia rappresentato dall attività di costruzione, da quella immobiliare e dalla produzione di redditi da locazione ha perduto peso nei confronti dell economia nazionale negli ultimi quattro anni, passando dal 19,5% al 17,5% del PIL. Trend di mercato Fonte: stime CRESME ISTAT Investimenti CRESME Investimenti Costruzioni Edilizia Edilizia nuova Edilizia FER in costruzioni tradizionale + FER costruzione recupero ,2 3,4 4,8 1,4 4,9 185, ,5-1,3 1,4-3,0 1,1 119, ,8-8,3-3,5-16,3-1,9 87, ,0-4,6 21,7-12,6 2,6 314, ,5 1,1-3,4-3,8 4,6-17, ,2-5,4-12,7-11,0-2,7-43,0 Le diverse misurazioni della crisi (numero indice 2007=100, valori correnti) Fonte: stime CRESME ISTAT Investimenti CRESME Investimenti Costruzioni Edilizia Edilizia nuova Edilizia FER in costruzioni tradizionale + FER costruzione recupero ,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100, ,5 98,7 101,4 97,0 101,1 219, ,7 90,5 97,9 81,2 99,2 410, ,8 86,5 119,1 71,0 101, , ,2 87,5 115,0 68,3 106, , ,3 82,8 100,4 60,8 103,6 798,2

8 8 Un settore che perde dunque consistenza, sia direttamente che indirettamente, e dunque perde capacità di essere settore trainante e attivatore dello sviluppo economico. Il sistema di incentivi potrebbe ridare breve fiato ad un settore rappresentato da numeri fortemente negativi, eccetto per il recupero edilizio, che nonostante la crisi presenta una crescita del 3,6% a livello nazionale nel periodo In forte crescita il sistema degli investimenti in FER (fonti di energia rinnovabile), cresciuti nello stesso periodo del 700% circa. L andamento recente del mercato in Veneto L analisi congiunturale del primo trimestre 2013 sul settore delle costruzioni, promossa congiuntamente da (Cassa Edile Artigiana Veneta) e Unioncamere del Veneto, è un osservatorio che consente di verificare nel dettaglio gli andamenti di mercato delle imprese ed è realizzata su un campione di 600 imprese venete con almeno un dipendente. Dall indagine emerge un rimbalzo negativo del primo trimestre 2013 che rappresenta, senza ombra di dubbio, l elemento più rilevante sul quale concentrare l attenzione degli operatori in ragione delle dinamiche negative del settore delle costruzioni. Tali dinamiche, che hanno investito il settore a partire dal 2008, dopo un primo tentativo di rimbalzo positivo nella prima parte del 2011, a partire dal 2012 e soprattutto nel primo trimestre 2013 propongono un ulteriore rallentamento che non fa ben sperare. Si sottolinea la debolezza del settore di fronte al proseguire della crisi, una crisi non solo dell edilizia, ma ben più ampia, e che investe sul piano economico-finanziario le famiglie e le imprese, ovvero la domanda privata, assieme a quella pubblica, quest ultima ingessata dal patto di stabilità. Sulla base dei dati dell indagine VenetoCongiuntura, il fatturato delle imprese di costruzioni tra gennaio e marzo 2013 ha registrato una diminuzione del -3,9% rispetto allo stesso periodo del 2012, un valore simile a quello registrato nel quarto trimestre 2011, ma soprattutto in ulteriore flessione dopo la dinamica negativa del trimestre precedente. Su questo andamento ha certamente influito la condizione meteorologica particolare che ha visto, nei primi mesi dell anno, un andamento anomalo del tempo, con un numero di giornate di fermo cantiere molto più rilevante rispetto al passato. Tuttavia non è solo la componente meteorologica a limitare il fatturato delle imprese, perché tutti gli indicatori sono negativi, e preoccupano soprattutto i dati relativi al sistema artigiano e delle piccole imprese, che evidenziano cali consistenti di fatturato che non fanno ben sperare per la capacità del sistema di reggere ancora a lungo, senza specifici interventi di supporto e di sostegno. Infatti i dati tendenziali riferiti al settore artigiano indicano una flessione del fatturato del -4,1%, mentre per le imprese non artigiane la diminuzione è del -2,6%, in quest ultimo caso quasi doppia rispetto a quella del trimestre precedente. In questo scenario, più che l attesa di segnali di ripresa, è importante valutare se e quanto ancora la dinamica sarà tendenzialmente negativa, nonostante gli incentivi statali per le ristrutturazioni e l efficientamento energetico, e quelli regionali relativi al piano casa. Il secondo trimestre 2013 darà in questo senso sicuramente segnali importanti, soprattutto in ragione del fatto che la crisi è generale e investe in misura più o meno grave tutte le province venete e abbraccia tutte le tipologie di impresa.

9 9 Veneto. Andamento del fatturato per tipologia di impresa (var.% su trimestre anno precedente). I trim I trim Fonte: -Unioncamere del Veneto (indagine VenetoCongiuntura, 600 casi)

10 10 INDICATORI CONGIUNTURALI ORDINI Peggiora l indicatore relativo agli ordini, con una flessione del -3,5 per cento, che incrementa di 0,5 punti percentuali quella negativa già registrata nel trimestre precedente. Permane differenziato il dato del settore artigiano, -3,6 per cento, rispetto a quello non artigiano, che presenta un più contenuto -2,5 per cento. Dal punto di vista della differenziazione dell indicatore relativo agli ordini per tipologia di impresa, le piccole imprese risultano essere quelle più penalizzate, con un -4,1 per cento, mentre più stabili rispetto ai trimestri precedenti sono i dati relativi alle imprese di media e grande dimensione, con un -3,0 per cento. A livello territoriale tutte le province evidenziano una situazione di progressiva difficoltà, con alcune punte negative, in particolare nella provincia di Vicenza (-5,1 per cento) e nella provincia di Padova (-4,9 per cento). Meno pesante la situazione in prospettiva per la provincia di Belluno (-1,6 per cento), segno che il lungo stop invernale probabilmente aprirà ad un miglioramento della situazione con la bella stagione. PREZZI L aumento del livello dei prezzi, registrato nei mesi precedenti, sembra segnare leggermente il passo, con un indicatore tendenziale del+3,0 per cento, ovvero 0,4 punti percentuali inferiore a quello del trimestre precedente. La crescita dei prezzi è percepita in modo differenziato dalle imprese, con quelle di piccola dimensione che presentano una dinamica peggiore (+3,5 per cento) rispetto a quelle di media e grande dimensione (rispettivamente +2,6 e +2,5 per cento). La lunga fase della crisi colpisce dunque soprattutto le piccole imprese non solo nelle dinamiche negative del fatturato e in quelle relative ai minori ordini, ma anche con un incremento tendenziale dei prezzi che rende di fatto più problematica la situazione di mercato e l operatività stessa delle imprese, dal punto di vista della competitività. Abbastanza uniforme il sentiment delle imprese rispetto alla dinamica dei prezzi a livello provinciale, segno che la crisi è generale e diffusa su tutto il territorio regionale. OCCUPAZIONE Gli indicatori relativi all occupazione confermano e rafforzano la dinamica negativa del mercato, presentando un dato in flessione -1,2 per cento, leggermente inferiore a quello del trimestre precedente, ma ancora negativo. Colpisce tuttavia la diversa valutazione dell andamento tra settore artigiano, che presenta una flessione del -1,5 per cento, e settore non artigiano, che presenta una crescita del 1,1 per cento. Tuttavia osservando attentamente la dinamica occupazionale per tipologia dimensionale di impresa, emerge la grande differenziazione tra imprese di piccola e media dimensione, entrambe con indicatori negativi, rispettivamente -4,3 per cento e del -0,7 per cento, e le imprese di grande dimensione, che fanno segnare una incremento del 2,5 per cento, dopo il dato già positivo e di stabilità registrato nel trimestre precedente (+0,1 per cento). Il segnale che emerge da questi indicatori, al di là dei casi specifici, è che la grande impresa in questo momento è l unica in grado di reggere la pressione negativa del mercato, un dato che andrà monitorato nei prossimi mesi per individuare strumenti e modalità di supporto dell occupazione nelle piccole imprese dell edilizia, che rappresentano il più ampio patrimonio imprenditoriale, in termini di numero di imprese, del settore.

11 11 DEL PRIMO TRIMESTRE 2013 Veneto. Andamento dei principali indicatori congiunturali (var. % su trim. anno prec.). I trim Fatturato Prezzi Ordini Occupazione Tipologia di impresa Artigiana -4,1 3,0-3,6-1,5 Non artigiana -2,6 2,6-2,5 1,1 Classe dimensionale da 1 a 5 add. -4,4 3,5-4,1-4,3 da 6 a 9 add. -4,1 2,6-3,0-0,7 oltre 9 add. -3,1 2,5-3,0 2,5 Provincia Verona -2,5 2,5-4,1-4,3 Vicenza -6,2 3,1-5,1-4,2 Belluno -2,3 2,6-1,6 5,9 Treviso -5,4 3,0-4,3 0,2 Venezia -2,5 3,0-2,4-3,6 Padova -5,6 2,8-4,9-1,2 Rovigo -3,3 3,7-2,6-1,0 Totale -3,9 3,0-3,5-1,2 Fonte: -Unioncamere del Veneto (indagine VenetoCongiuntura, 600 casi) Veneto. Previsioni a sei mesi dei principali indicatori congiunturali (saldi % risposte). I trim Fatturato Prezzi Ordini Occupazione Tipologia di impresa Artigiana -20,7% 27,9% -15,7% -4,2% Non artigiana -32,2% 22,6% -20,5% -9,3% Classe dimensionale da 1 a 5 add. -23,2% 24,6% -16,9% -3,2% da 6 a 9 add. -20,8% 24,2% -17,0% -12,8% oltre 9 add. -14,2% 46,8% -10,5% -4,8% Provincia Verona -17,8% 28,9% -6,0% 4,9% Vicenza -10,0% 29,1% 2,7% -0,4% Belluno -28,0% 44,5% -29,3% -5,4% Treviso -29,1% 21,3% -18,3% -7,2% Venezia -17,6% 33,7% -11,8% -6,4% Padova -22,9% 26,8% -21,9% -5,1% Rovigo -26,3% 10,2% -30,5% -13,8% Totale -21,7% 27,5% -16,1% -4,6% Fonte: -Unioncamere del Veneto (indagine VenetoCongiuntura, 600 casi)

12 12 Le PREVISIONI delle imprese per i prossimi sei mesi Dal punto di vista previsionale, prosegue la tendenza negativa registrata nei trimestri precedenti, ma con una progressiva e lenta riduzione dell indicatore sintetico generale. Dopo i -31,4 punti percentuali del trimestre precedente, l indicatore relativo al fatturato si assesta nel primo trimestre 2013 a -21,7 punti percentuali. Si confermano le aspettative negative delle imprese, ma con una parziale riduzione rispetto ai trimestri precedenti, in particolare rispetto al secondo trimestre 2013, quando il valore era di oltre -40 punti percentuali. E troppo presto per individuare in questo segnale un elemento di stabilizzazione della crisi, in ogni caso il secondo trimestre 2013 consentirà anche in questo caso di evidenziare se la debole tendenza alla riduzione della negatività sarà confermata, oppure se vi saranno ulteriori e diversi andamenti. NUOVO RESIDENZIALE Le previsioni sull andamento del mercato residenziale per i prossimi sei mesi evidenziano una situazione di difficoltà e di rallentamento nel 45,2% dei casi, con una differenza significativa tra imprese artigiane e non artigiane, con queste ultime più orientate ad un orizzonte di stabilità della domanda, una stabilità che comunque fa riferimento ad una riduzione significativa del mercato relativamente agli andamenti degli ultimi quattro anni. Molto bassa la percentuale di imprese che prevedono un aumento, nell ordine del 3,8%, ma con una percentuale di imprese non artigiane che sale al 10,0%, segno che probabilmente le imprese non artigiane sperano nei prossimi sei mesi di concretizzare alcune azioni relative ai nuovi PAT e PI approvati nei comuni. NON RESIDENZIALE La lunga crisi del non residenziale prosegue anche nelle previsioni per i prossimi sei mesi. Tuttavia, rispetto al mercato residenziale, le aspettative delle imprese sono meno negative, in quanto complessivamente il 56,6% prevede un mercato stabile, ancorché ridotto, mentre solo il 37,5% prevede una ulteriore diminuzione, con un 5,9% che prevede una crescita. Ancora in evidenzia l a forte differenza, nell ordine di molti punti percentuali, tra imprese artigiane e non artigiane. RISTRUTTURAZIONI Molto diverso lo scenario per le ristrutturazioni che, trainate dal piano casa e dagli incentivi governativi, evidenziano una forte potenzialità di crescita per i prossimi sei mesi da parte delle imprese, al netto dei nuovi incentivi, entrati in vigore dopo la rilevazione. E probabile pertanto stimare che questi indicatori possano addirittura migliorare nel futuro e le analisi dei prossimi mesi ne evidenzieranno l andamento. Per ora la percentuale di attesa di crescita riguarda poco meno del 30% dei casi, ancora con una forte differenziazione tra imprese artigiane e non artigiane, con queste ultime più favorevoli ad un ripresa più consistente di quella segnalata dalle imprese artigiane. I segnali, in questo mercato, sono dunque positivi e vanno segnalati al fine di promuovere azioni di sostegno al settore che siano coerenti e possano rafforzare la dinamica in atto. OPERE PUBBLICHE Tempo di crisi e tempo di riduzione della spesa, compressa dal patto di stabilità. Sono i segnali di una riduzione drastica del mercato delle opere pubbliche, che nelle aspettative delle imprese presenta un segnale negativo quasi quanto quello della nuova costruzione residenziale. Il 41% delle imprese, senza grandi differenze questa volta tra artigiane e non artigiane, vede un mercato in ulteriore flessione, mentre solo il 7% indica potenzialità di crescita, e la grande maggioranza del 52% prevede una stabilità, ancorata a valori comunque molto bassi e contenuti.

13 13 Previsioni dell'andamento del fatturato per i prossimi sei mesi Distribuzione % risposte per tipologia di impresa Fonte: Osservatorio -Unioncamere del Veneto (600 casi) Previsioni dell'andamento del fatturato per i prossimi sei mesi Distribuzione % risposte per dimensione di impresa Fonte: Osservatorio -Unioncamere del Veneto (600 casi)

14 14 Previsioni dell'andamento del mercato RESIDENZIALE per i prossimi sei mesi - Distribuzione % risposte per dimensione di impresa Fonte: Osservatorio -Unioncamere del Veneto (600 casi) Previsioni dell'andamento del mercato NON RESIDENZIALE per i prossimi sei mesi - Distribuzione % risposte per dimensione di impresa Fonte: Osservatorio -Unioncamere del Veneto (600 casi)

15 15 Previsioni dell'andamento del mercato della RISTRUTTURAZIONE per i prossimi sei mesi - Distribuzione % risposte per dimensione di impresa Fonte: Osservatorio -Unioncamere del Veneto (600 casi) Previsioni dell'andamento del mercato delle OPERE PUBBLICHE per i prossimi sei mesi - Distribuzione % risposte per dimensione di impresa Fonte: Osservatorio -Unioncamere del Veneto (600 casi)

16 16 Osservatorio Ceav sul Piano Casa del Veneto Il monitoraggio dei dati relativi al piano casa, che prosegue per il quinto trimestre consecutivo, consente di tracciare il punto della situazione sull uso dei provvedimenti regionali in tema di rinnovo e di incremento volumetrico del parco abitativo e non abitativo esistente, sulla base delle domande pervenute ad un insieme di comuni campione sui quali, attraverso una società specializzata, raccoglie informazioni di dettaglio sul numero di richieste e di autorizzazione, sulle tipologie di interventi e sulle dimensioni volumetriche e quantitative degli stessi. E un patrimonio informativo che integra le letture e le analisi che la Regione del Veneto esegue con cadenze annuali o semestrali e che alcune province, come la provincia di Venezia, compie con cadenze bimestrali. A differenza di queste rilevazioni, che valutano solo il numero di richieste pervenute ai Comuni, l indagine consente di verificare e monitorare le quantità richieste nel dettaglio, valutando l effettiva portata di mercato dell uso dei provvedimenti. L indagine inoltre si compone anche di un altra interessante analisi informativa, basata sulla rilevazione diretta presso un campione di 600 imprese, con la quale si raccolgono informazioni dirette dalle imprese sull uso dei provvedimenti e sull attivazione di lavori, valutandone quantità e dimensioni anche in termini di fatturato. Questi dati confrontati tra loro e messi in relazione consentono di avere una precisa fotografia dell andamento del piano casa e di valutare effettivamente l impatto che ha e potrà avere sul mercato e sul contenimento della crisi. Le domande di approfondimento, in continuità con le indagini trimestrali precedenti, hanno riguardato gli interventi realizzati con il piano casa, relativo alla LR 13/2011. Se nel quarto trimestre 2012 il numero di lavori avviati attraverso gli incentivi relativi al piano casa è proseguito con dinamiche simili a quelle dei mesi precedenti, il primo trimestre del 2013 evidenzia un incremento nell utilizzo dello strumento da parte delle imprese artigiane, salito dal 16,4% al 21% per le imprese che già stanno realizzando interventi, mentre restano stabili in questa voce le imprese non artigiane. Scende Imprese e Piano Casa invece la percentuale di imprese che non hanno avuto richieste, mentre sale la percentuale di imprese che hanno proposto alcuni preventivi, segno di un mercato che si sta muovendo, anche in previsione della scadenza a novembre degli incentivi volumetrici. Stabile la percentuale di imprese non interessate. Per quanto riguarda la dimensione degli interventi, la rilevazione ha evidenziato un incremento del valore medio dei lavori, con la riduzione dei cantieri di piccola dimensione e la crescita di quelli di maggiore dimensione, con una distribuzione che se confrontata con quella dei trimestri precedenti evidenzia un significativo incremento della consistenza degli interventi, un fattore positivo per le imprese. Nel 72,6% dei casi le imprese hanno realizzato fino a 3 interventi, un valore in diminuzione rispetto al 77,4% del trimestre precedente, segnale che alcune imprese si stanno muovendo su più azioni e non su singole iniziative,. Il piano casa si conferma come un mercato in crescita e con una consistenza migliore di quella del passato dal punto di vista del numero di interventi e del valore singolo degli interventi stessi. Uno dei fattori sui quali puntare per il futuro dell edilizia in Veneto.

17 17 Imprese e piano casa nel Veneto. Percentuali di utilizzazione per tipologia di impresa - (I trimestre 2013) Fonte: Osservatorio -Unioncamere Imprese e piano casa nel Veneto. Importo medio dei lavori. (Ultimi trimestri a confronto) Fonte: Osservatorio -Unioncamere

18 18 Imprese e piano casa nel Veneto. Numero di interventi per singola impresa. Ultimi trimestri a confronto Fonte: Osservatorio -Unioncamere Il Piano Casa nel territorio L analisi dell andamento del piano casa nel territorio è stata realizzata impostando una indagine specifica presso un campione di cinquanta Comuni del Veneto, comprendenti sia comuni capoluogo che comuni di media e piccola dimensione, un campione di quasi famiglie, pari al 16,6% del totale delle famiglie residenti nel Veneto. E un campionamento che consente di riportare, con una buona approssimazione, all universo regionale i dati rilevati. L indagine si integra anche con i dati generali di monitoraggio che la Regione del Veneto ha attivato presso i comuni e che alcune province, in particolare quella di Venezia, svolgono per proprio conto. La stima del numero di domande presentata alla fine di aprile 2013 è in crescita del 5,9% rispetto al totale delle domande stimate presentate alla fine di gennaio In sostanza in Veneto alla fine di Aprile 2013 è stata raggiunta la soglia di domande, con una incidenza media dell 1,1% sul totale della popolazione e del 2,7% sul totale delle famiglie. Si tratta di un dato medio di una domanda circa ogni 40 famiglie, un dato che nei comuni capoluoghi sale a circa il doppio (ovvero l incidenza dei lavori è minore) e che conferma che il provvedimento è particolarmente utilizzato ai territori dell urbanizzazione diffusa e dei piccoli e medi comuni del Veneto, nei quali la struttura insediativa è tipicamente quella delle abitazioni mono e bifamiliari. L incidenza media di utilizzo è di circa 27 domande ogni 1000 nuclei familiari e di 23 domande accolte e approvate ogni 1000 nuclei, un valore che sale a quasi il doppio nei comuni compresi tra e abitanti, mentre scende drasticamente nei comuni capoluogo (nell ordine di domande ogni 1000 nuclei familiari). Dal punto di vista degli impatti sul territorio, le pratiche presentate al 3 aprile 2013 evidenziano una incidenza molto bassa, pari a circa 2,7 pratiche per kmq. Nonostante le rilevazioni siano avvenute con cadenze diverse, il grafico evidenzia che nel 2012 la crescita complessiva del numero di domande si è mantenuta costante, in particolare dall avvio della seconda fase del piano casa, con una costanza di utilizzo nonostante la situazione economica e l incertezza politica dovuta alle note vicende politiche nazionali. Pertanto si può anche ipotizzare che, se a partire da Novembre 2013 lo strumento si trasformerà in uno strumento consolidato e ordinario, esso possa configurarsi come uno dei tasselli fondamentali per rilanciare l edilizia a livello regionale.

19 19 Veneto. Numero complessivo di pratiche relative al piano casa Fonte: elaborazione e stima Theorema su dati indagine diretta -Panel Data e su dati Regione del Veneto La rilevazione diretta presso il campione di comuni Le percentuali sono in linea di massima simili a quelle delle rilevazioni compiute nei mesi trimestri precedenti ha permesso di ricostruire e verificare non soltanto il numero di domande relative alle pratiche presentate, ma anche di raccogliere utili informazioni sulle tando, in termini volumetrici, lo strumento. Molto inte- ed evidenziano che è il settore residenziale che sta sfrut- tipologie di interventi per i quali sono state presentate le ressanti, a tal proposito, sono le informazioni ricavate pratiche e le relative volumetrie e superfici interessate. dalle interviste dirette ai comuni sulle volumetrie relative Da questo punto di vista, come già si segnalava nelle alle richieste: precedenti rilevazioni, il piano casa nonostante la buona nel settore residenziale le volumetrie medie sono performance numerica sta sviluppando solo in parte le pari a 160 metri cubi per singola pratica, con un potenzialità che la norma prevede, soprattutto relativamente ai benefici più interessanti in termini di cubature registrati nella precedente rilevazione, e in ogni incremento significativo rispetto ai 125 metri cubi e che invece il mercato non sembra apprezzare. Infatti caso un valore ben superiore a quello rilevato nel rispetto al totale delle domande, la nuova LR 13/ , quando la volumetria media per singolo non sembra aver incentivato efficacemente l uso della intervento era di 75 metri cubi, segno che lo strumento inizia ad essere utilizzato in contesti di demolizione: i comuni intervistati relativamente all ultimo trimestre hanno evidenziato che il 95,7% degli interventi si riferiscono al solo art. 2 (incremento del 20% delle anche un effetto sul mercato di maggiore attiva- ampliamenti più significativi, producendo dunque volumetrie) e il 2,9% all art. 3 (demolizione e ricostruzione con tecniche di bioedilizia e risparmio energetico). nel settore non residenziale le volumetrie medie zione economica del settore; Continuano ad essere pochissime le domande relative rilevate sono intorno ai 500 metri cubi di media, al settore commerciale ed alberghiero. E un risultato anche se i pochi casi rilevati non consentono una che continua a non premiare lo spirito della legge, generalizzazione del dato, e comunque anche in soprattutto in relazione alla necessità di intervenire sul questo caso un valore molto superiore ai 170 tessuto urbano e sulle costruzioni realizzate antecedentemente al In termini di volumetrie la rilevazione ha Complessivamente il volume d affari che verrà attiva- metri cubi rilevati nel fatto emergere che il totale delle domande è così divisibilegia degli interventi stessi, può essere stimato in crescito dal totale di questi interventi, considerando la tipolo- 95,7% di volumetrie riferite ad interventi nel settore residenziale per ampliamenti del 20%; giro d affari valutabile in circa 2,8-3 miliardi di euro, un ta, rispetto alle precedenti analisi, corrispondendo ad un 2,9% di volumetrie destinate ad interventi di impatto che, pur se dilazionato negli anni (ricordiamo demolizione e ricostruzione; che gli interventi possono essere realizzati nell arco di 1,4% di volumetrie interessate da interventi nel tre anni dalla presentazione della domanda), certamente risulta consistente e di sicuro interesse per un setto- settore commerciale e alberghiero. re, come quello dell edilizia, in grave crisi.

20 20 IL PIANO CASA IN SINTESI domande presentate a fine aprile metri cubi la dimensione media degli interventi residenziali 500 metri cubi la dimensione media degli interventi non residenziali 2,8-3 miliardi di euro di investimenti attivabili dalle domande presentate 2,4-2,5 miliardi di euro di investimenti attivabili dalle sole domande residenziali 96% delle volumetrie relative solo all aumento del 20% (art. 2 della LR) CASSA EDILE ARTIGIANA VENETA Via F.lli Bandiera, Marghera (VE) tel fax info@ceav.it

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