I DSA: cosa sono? Corso di formazione I DSA dalla teoria alla pratica Fondazione Ernesta Besso. Dott.ssa STEFANIA PISANO

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1 I DSA: cosa sono? Corso di formazione I DSA dalla teoria alla pratica Fondazione Ernesta Besso Dott.ssa STEFANIA PISANO

2 I DISTURBI SPECIFICI DELL APPRENDIMENTO UN INQUADRAMENTO GENERALE

3 I DISTURBI SPECIFICI DELL APPRENDIMENTO D Disturbi dello sviluppo, dovuti ad un anomalia costituzionale (disfunzione neurobiologica congenita), non riconducibile e a fattori esterni (svantaggio socio-cultur., bassa scolarizzazione). S Il disturbo impedisce di acquisire e usare abilità specifiche (disabilità funzionale).le difficoltà riguardano specifiche abilità e non sono riconducibili ad un carente livello intellettivo generale. A Risultano compromesse le abilità relative agli apprendimenti alfabetici e/o matematici, con manifestazioni di difficoltà eterogenee.

4 COS È L APPRENDIMENTO SCOLASTICO? E un aspetto specifico dell apprendimento in generale, che ha come fine l istruzione e viene sollecitato in un momento dello sviluppo in cui i processi d immagazzinamento i processi di recupero dell informazione i processi di controllo sono diventati maturi

5 IN CLASSE... CHI NON IMPARA? Escludendo gli alunni che: o hanno un disturbo affettivo primario o hanno un ritardo cognitivo o hanno un deficit sensoriale o vivono in uno svantaggio socio-culturale I BAMBINI CHE RIMANGONO SONO QUELLI CHE HANNO UN DISTURBO DELL APPRENDIMENTO

6 TIPI DI APPRENDIMENTO o Apprendimento concettuale dipende dalla comprensione e dal pensare (processo cognitivo) o Apprendimento automatico dipende dall acquisizione di abilità strumentali ed è direttamente proporzionale all esercizio (processo di automatizzazione)

7 DIFFICOLTÀ NELL APPRENDIMENTO AUTOMATICO I Disturbi Specifici di Apprendimento determinano difficoltà negli automatismi, ossia nell acquisizione delle abilità scolastiche strumentali: o lettura o scrittura o calcolo abilità che costituiscono: Ø il nucleo principale dell istruzione (almeno nei primi anni di scolarizzazione) Ø lo strumentario per l acquisizione degli apprendimenti futuri.

8 DEFINIZIONE DEL DSM V criteri diagnostici DIFFICOLTA DI APPRENDIMENTO E NELL USO DELLE ABILITA SCOLASTICHE 315 (F81) - Specificare la gravità attuale: Lieve, Moderata, Grave Criteri diagnostici Ø Presenza di almeno uno dei seguenti sintomi v lettura delle parole lenta o faticosa, v v v v difficoltà nella comprensione di ciò che viene letto, difficoltà nello spelling, difficoltà nell espressione scritta, difficoltà nel padroneggiare il concetto di numero, i dati numerici o il calcolo, difficoltà nel ragionamento matematico. persistenti per almeno 6 mesi, nonostante la messa a disposizione d interventi mirati su tali difficoltà:

9 DEFINIZIONE DEL DSM V criteri diagnostici Ø Le abilità scolastiche colpite sono notevolmente e quantificabilmente al di sotto di quelle attese per l eta cronologica e causano una significativa interferenza con il rendimento scolastico o con l attivita della vita quotidiana, come confermato da misurazioni standardizzate somministrate individualmente dei risultati raggiunti e da valutazioni cliniche complete. Ø Le difficoltà di apprendimento iniziano durante gli anni scolastici, ma possono non manifestarsi pienamente fino a che la richiesta rispetto a queste capacità scolastiche colpite supera le limitate capacità dell individuo

10 DEFINIZIONE DEL DSM V criteri diagnostici Ø Le difficoltà di apprendimento non sono meglio giustificate da: v disabilità intellettive, v acuità visiva o uditiva alterata, v altri disturbi mentali o neurologici, avversita psico-sociali, v mancata conoscenza della lingua dell istruzione scolastica v istruzione scolastica inadeguate.

11 CONDIZIONI PER LA DEFINIZIONE DI DSA Principale caratteristica di definizione di questa categoria nosografica: SPECIFICITÀ Interessa uno specifico dominio di abilità in modo significativo ma circoscritto, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale.

12 CONDIZIONI PER LA DEFINIZIONE DI DSA Carattere EVOLUTIVO comporta una diversa espressività del disturbo nelle diverse fasi di sviluppo dell abilità in questione. Alunno con difficoltà di lettura: nella II classe della scuola primaria à non legge a voce alta come gli altri nella III classe della scuola secondaria di I grado à incontra, in particolare, difficoltà nelle materie di studio

13 CONDIZIONI PER LA DEFINIZIONE DI DSA Necessità di usare TEST STANDARDIZZATI per misurare sia l intelligenza generale che l abilità specifica Media (aritmetica) = x = indice di posizione Deviazione standard = σ = stima della dispersione dei dati intorno ad un indice di posizione

14 CONDIZIONI PER LA DEFINIZIONE DI DSA Attenzione in presenza di SITUAZIONI SOCIO-CULTURALI PARTICOLARI derivanti da immigrazione o adozione RISCHIO o falsi positivi (diagnosi di DSA meglio spiegabile con la condizione socio culturale) o falsi negativi (a causa della condizione socio-culturale non viene diagnosticato un DSA)

15 CONDIZIONI PER LA DEFINIZIONE DI DSA Principale criterio necessario per stabilire la diagnosi di DSA: DISCREPANZA tra abilità nel dominio specifico interessato (deficitaria in rapporto alle attese per l età e/o la classe frequentata) e intelligenza generale (adeguata per l età cronologica)

16 CRITERI UTILI PER LA DEFINIZIONE DI DSA COMORBILITA Quasi costante associazione ad altri disturbi Ø Presenza di più Disturbi Specifici dell Apprendimento (es: Dislessia + Disortografia) (es: Dislessia + Disortografia + Discalculia) Ø Presenza di altre tipologie di disturbi: o Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, o Disturbi esternalizzanti (es. disturbo oppositivo-provocatorio) o Disturbi internalizzanti (es. disturbo d ansia generalizzata)

17 CONSEGUENZE Spesso presenza di MANIFESTAZIONI PSICOLOGICHE o Ansia da prestazione o Fobia scolastica o Evitamento del compito o Disturbi del comportamento o Depressione infantile o Bassa autostima

18 CAUSE CARATTERISTICHE COSTITUZIONALI DETERMINATE BIOLOGICAMENTE Genetiche Congenite Neurobiologiche non dovute a problemi psicologici o a disagio socio-culturale

19 LE CAUSE IPOTESI ETIOPATOGENETICHE FONOLOGICA Problemi nel rappresentare e richiamare i suoni: difficoltà nella memoria fonologica e nel segmentare coscientemente i suoni (deficit corteccia frontale sxà aree del linguaggio) la collega ad un pregresso Disturbo del linguaggio di tipo fonologico. MAGNOCELLULARE Dovuta a molteplici deficit a livello di percezione sensoriale e di organizzazione motoria, definita di cognizione in disordine : i dislessici metterebbero in disordine le lettere, i suoni, i segni, i gesti e gli avvenimenti (non riescono a fare un analisi di frequenza molto precisa).

20 LE CAUSE DEFICIT DI AUTOMATIZZAZIONE Processi elementari (decodifica e transcodifica nella letto-scrittura) devono poter divenire, dopo un periodo di esposizione all esercizio- allenamento-ripetizione, automatici (non più necessità di attenzione focale). GENETICA Recenti ricerche sull'argomento confermano l'ipotesi di un'origine costituzionale della dislessia evolutiva: vi sarebbe una base genetica e biologica che crea una predisposizione al disturbo. Si riscontra una tendenza alla familiarità, anche se l intensità del disturbo può essere notevolmente diversa.

21 SFATIAMO LE FALSE CREDENZE NON SONO DOVUTI A SCARSO IMPEGNO NON SONO DOVUTI A FATTORI SOCIO- ECONOMICO E CULTURALI DSA NON SONO DOVUTI A FATTORI SCOLASTICI NON SONO DOVUTI A FATTORI EMOTIVI O PSICOLOGICI NON SONO SOVUTI A DEFICIT SENSORIALI O MOTORI

22 FATTORI CHE POSSONO INFLUIRE FATTORI AMBIENTALI I fattori biologici interagiscono con i fattori ambientali (scuola, ambiente familiare e contesto sociale) nella determinazione della comparsa del disturbo e nel maggiore o minore livello di disadattamento L insegnante con il suo metodo non può causare la dislessia, ma può aggravarne gli effetti Giacomo Stella

23 CARATTERISTICHE DI TIPO SCOLASTICO I DSA SI CARATTERIZZANO Per difficoltà nucleari che permangono per l intero percorso scolastico. Per una diversa manifestazione di queste difficoltà nei diversi cicli scolari. Per una interferenza variabile sugli apprendimenti curricolari nei diversi ambiti disciplinari. Per la presenza di aree di apprendimento adeguate che permangono per l intero percorso scolastico. Per una normale maturazione degli apprendimenti non curricolari.

24 LE DIVERSE TIPOLOGIE DI DSA Con il termine Disturbi evolutivi Specifici di Apprendimento (DSA) ci si riferisce a disturbi delle abilità scolastiche: DISLESSIA DISORTOGRAFIA DISGRAFIA DISCALCULIA

25 Le caratteristiche neurobiologiche dei Disturbi Specifici dell Apprendimento: DISLESSIA, DISORTOGRAFIA, DISGRAFIA, DISCALCULIA

26 DISLESSIA

27 UNA DEFINIZIONE È una disabilità dell apprendimento di origine neurobiologica. E caratterizzata dalla difficoltà ad effettuare una lettura accurata e/o fluente [ ] Le difficoltà derivano da un deficit nella componente fonologica del linguaggio, che è inatteso in rapporto alle abilità cognitive e alla garanzia di un adeguata istruzione scolastica. Conseguenze secondarie possono includere problemi di comprensione della lettura. Una ridotta pratica della lettura può impedire una crescita del vocabolario e della conoscenza generale. International Dyslexia Association

28 DEFINIZIONE DEL DSM V Disturbo Specifico dell apprendimento con compromissione della lettura (specificare se nell accuratezza lettura parole, nella velocità o fluenza, nella comprensione del testo) F81.0 LETTURA STRUMENTALE Capacità di riconoscere e denominare velocemente e correttamente le parole di un testo. COMPRENSIONE Capacità si rappresentarsi il contenuto di quello che si sta leggendo Quindi si può : 1. Leggere bene ma non capire cosa si sta leggendo 2. Capire un testo anche se si legge molto stentatamente

29 COMPRENDERE QUEL CHE SI LEGGE Se i palloncini scoppiassero, il suono non raggiungerebbe più la sua meta, perché il tutto verrebbe a trovarsi troppo lontano dal piano giusto. Anche una finestra chiusa impedirebbe al suono di arrivare, poiché la maggior parte degli edifici tende ad essere ben isolata. Dato che l intera operazione dipende da un flusso continuo di elettricità, se il cavo si rompesse questo anche creerebbe dei problemi. Naturalmente l individuo potrebbe urlare, ma la voce umana non arriva così lontano. Un ulteriore problema è che una corda dello strumento potrebbe rompersi. Se ciò succedesse non ci sarebbe più accompagnamento del messaggio. È chiaro che la situazione migliore richiederebbe una minore distanza. Allora ci sarebbero meno problemi potenziali. Meglio di tutto sarebbe se ci fosse contatto faccia a faccia Bransford e Johnson (1973)

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31 DISTURBO SPECIFICO DI LETTURA VS. DISTURBO DI COMPRENSIONE DOPPIA DISSOCIAZIONE TRA LETTURA E COMPRENSIONE: dislessia o disturbo specifico della lettura: persone che leggono con difficoltà ma riescono a comprendere sufficientemente disturbo specifico della comprensione persone che hanno una buona decodifica, ma non comprendono ciò che leggono,( poor comprehenders o cattivi lettori ).

32 MODELLO NEUROPSICOLOGICO DELLA LETTURA MODELLO A DUE VIE (COLTHEART) VIA FONOLOGICA Permette di leggere una parola grazie alle regole di conversione grafema-fonema VIA LESSICALE o SEMANTICA (VISIVA) La pronuncia di una parola è recuperata dal lessico mentale dopo che ne è stato recuperato il significato. ZAINO o NON SEMANTICA (VISIVA DIRETTA) La parola viene recuperata dal lessico mentale e pronunciata direttamente senza averne recuperato il significato.

33 PAROLA SCRITTA Sistema di analisi visiva Conversione Grafema -fonema Lettura delle non-parole Lessico visivo di input Sistema semantico VIA LESSICALE SEMANTICA Lessico fonologico di output VIA LESSICALE NON SEMANTICA Buffer fonemico (sistema articolatorio) PAROLA LETTA

34 PAROLA SCRITTA Sistema di analisi visiva Conversione Grafema -fonema Lettura delle non-parole Lessico di entrata visiva Sistema semantico VIA LESSICALE SEMANTICA Lessico di uscita fonologico VIA LESSICALE NON SEMANTICA Buffer fonemico PAROLA LETTA

35 DISLESSIA FONOLOGICA LESIONE DELLA VIA FONOLOGICA Buona capacità di lettura di parole sia regolari che irregolari Difficoltà a leggere le parole nuove Difficoltà a leggere le non parole Errori morfologici e derivazionali (andare-andato) Sostituzione dei funtori grammaticali (questo-quello)

36 PAROLA SCRITTA Sistema di analisi visiva Conversione Grafema -fonema Lettura delle non-parole Lessico di entrata visiva Sistema semantico VIA LESSICALE SEMANTICA Lessico di uscita fonologico VIA LESSICALE NON SEMANTICA Buffer fonemico PAROLA LETTA

37 DISLESSIA LESSICALE (O SUPERFICIALE) LESIONE DELLA VIA SEMANTICO - LESSICALE. Buona capacità di lettura di parole regolari e non parole. Incapacità di leggere/riconoscere le parole irregolari: ad esempio ancòra e àncora. Incapacità di leggere/riconoscere le parole OMOFONE NON OMOGRAFE, ad esempio l ago e lago.

38 DISLESSIA LESSICALE (O SUPERFICIALE) ERRORI CARATTERISTICI o Errori semantici (brodo-dado) o Errori visivi (cane-pane) o Errori derivazionali (fiorisce-fiorisco)

39 LETTURA FONOLOGICA LETTURA DI NON PAROLE E PAROLE NUOVE Lapido munato bacuto miotra notole ecchiu lapiro quodre amizio gamapi falaso tigomo nivaba barloma giagna dagumi buglia strova defito fromopu irrole scorpi pilcone tifola beniro enchea vostia fucido avelli vicepo chiore digato

40 LETTURA LESSICALE Socdno una riccrea dlel Unvrsetiià di Carbmdgie l oidrne dlele lertete all iternno di una praloa non ha imprtzaona a ptato che la pimra e l ulimta saino nllea gusita psoizoine. Anhce se le ltteere snoo msese a csao una peonrsa può leggere l inetra fasre sneza poblremi. Ciò è dovuto al ftato che il nstoro celverlo non lgege ongi sigonla leterta ma tiene in cosinaderzione la prolaa nel suo inesime. Icnrebidile he?

41 ERRORI DI LETTURA ERRORI DI SUONI o Scambi di vocali à sole X sale o Scambi di consonanti fonologicamente simili à chilurgo X chirurgo o Omissioni di suoni à deuncia X denuncia o Aggiunta di suonià sfrogo X sfogo o Riduzione di gruppi à potta X porta o Riduzione di dittonghi à pede X piede o Errori di linea (inversioni, migrazioni) à rase X resa o Errori di recupero dei di/trigrammi à magnone X maglione o Errori di omissione/aggiunte di doppie à cerro X cero o Errori di recupero del lessico ortografico à pasce X pace o Errori di accentuazione: margìne X màrgine

42 ERRORI DI LETTURA ALTRE TIPOLOGIE DI ERRORI o Omissioni di parole o Salti di righe o Errori di anticipazione lessicale à contributi sanitari X contributi previdenziali o Morfosintattici à Mangiavano X mangiano

43 I DUE MODELLI EVOLUTIVI DELLA LETTURA 1. MODELLO DI FRITH (1985) Il bambino riconosce alcune parole per la presenza di alcuni indizi. Il bambino legge utilizzando le regole di conversione grafema-fonema. Il bambino impara le regole ortografiche e sintattiche. Unità di lettura è la sillaba. Formazione del magazzino lessicale. Il bambino inizia la leggere con la via semantico-lessicale Stadio Logografico Stadio Alfabetico Stadio Ortografico Stadio Lessicale

44 I DUE MODELLI EVOLUTIVI DELLA LETTURA 2. IL MODELLO DI ORSOLINI Lettura da indizi fonetici Lettura fonologica iniziale Lettura fonologica intermedia Strategia pre-alfabetica: il suono associato ad alcune lettere conosciute è utilizzato per ipotizzare la lettura della parola. Susi [stop] [sasso] Conversione grafema-fonema con carico della ML fonologica e conseguente difficoltà di fusione. Spada [s] [p] [a] [d] [a] Aggregazione di fonemi in unità più ampie (es.: sillabe). Cappelloà [ca] [pe] [lo] Lettura fonologica avanzata Il bambino legge la parola intera ma in modo non fluido e armonioso. Tavoloà ta:volo Lettura lessicale Accesso diretto al magazzino lessicale favorito dalla frequenza d uso delle parole. Tavoloà tavolo

45 I PROCESSI PARZIALI (pre-requisiti) DELL APPRENDIMENTO DELLA LETTURA Il processo di apprendimento della lettura strumentale è la sintesi di alcuni processi parziali che sono sequenziali e propedeutici all acquisizione di alcune abilità che si automatizzeranno. o Analisi visiva o Discriminazione visiva o Discriminazione uditiva o Percezione dell ordine temporale o Sintesi uditiva o Corrispondenza grafema-fonema o Sintesi visiva

46 ANALISI VISIVA o La capacità di analisi visiva sottende un adeguato sviluppo delle facoltà percettive e mnestiche che consentono: il riconoscimento di figure o lettere la capacità di differenziare i particolari dal tutto la capacità di conservare in memoria la configurazione per poi poterla riutilizzare

47 DISCRIMINAZIONE VISIVA Permette di riconoscere il segno grafico e di distinguere un grafema dall altro. Necessaria per il riconoscimento di lettere d b q p diversamente orientate.

48 DISCRIMINAZIONE UDITIVA Permette di differenziare un fonema (= suono) dall altro. È importante partire dalla discriminazione della sillaba per poi arrivare alla discriminazione del grafema.

49 PERCEZIONE DELL ORDINE TEMPORALE Abilità di conservare l ordine delle lettere presentate: - non anteporle, - non spostarle, Si deve verificare se il bambino è in grado di mantenere l ordine del materiale presentato in successione ed individuare eventuali inversioni di tipo cinetico (spostamento in avanti o indietro di lettere)

50 NECESSITA DI: o adeguata capacità di discriminazione uditiva o SINTESI UDITIVA capacità di conservazione dell ordine temporale. Nei processi di sintesi uditiva sono implicate componenti di elaborazione uditiva e di memoria sequenziale. Il bambino deve raggiungere la capacità di fondere i fonemi presentati in forma separata.

51 CORRISPONDENZA GRAFEMA-FONEMA Associazione di un grafema al fonema corrispondente e di sequenze grafemiche alle corrispondenti sequenze fonemiche. Processo di traduzione: o dal codice grafico a quello fonetico per quanto riguarda la lettura, o dal codice fonetico al codice grafico per quanto riguarda la scrittura.

52 SINTESI VISIVA Capacità di cogliere l insieme della parola e distinguere gli elementi che la costituiscono Es: zio, pio, mio, rio il bambino deve saper cogliere l insieme della parola, differenziando l elemento che la distingue dalle altre.

53 AUTOMATIZZAZIONE DEL PROCESSO DI LETTURA IL PROCESSO DI LETTURA È RAPIDO E AUTOMATICO Esempio dell'effetto Stroop Pronunciate il nome del colore di queste parole ad alta voce più velocemente possibile, ignorando il testo della parola (esempio se la parola ROSSO è scritta in verde, pronunciate ad alta voce la parola VERDE)

54 Verde

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56 Rosso

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58 Blu

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60 GIALLO

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62 Verde

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64 Blu

65 L EFFETTO STROOP Consiste nella differenza dei tempi di reazione o di errori commessi nella enunciazione tra la prima e la seconda serie di colori Ø Non possiamo ignorare il significato di una parola scritta Ø Il processo di lettura è veloce Ø Il recupero del significato di una parola interferisce con il recupero di un concetto vicino

66 I MOVIMENTI OCULARI DURANTE LA LETTURA Saccadi: piccoli balzi in avanti Fissazioni: pause durante le quali vengono elaborate le caratteristiche visive delle lettere Regressioni: movimenti all indietro Nella lettura fonologica i movimenti saccadici sono numerosi e poco ampi Nella lettura lessicale i movimenti saccadici sono molto ampi e meno numerosi

67 MOVIMENTI OCULARI DI UN RAGAZZO DI CLASSE I SECONDARIA DI I GRADO CON NORMALI CAPACITÀ DI LETTURA Pallini neri: fissazioni Linee: movimenti saccadici

68 MOVIMENTI OCULARI DI UN RAGAZZO DI CLASSE I SECONDARIA DI I GRADO CON DEFICIT DI LETTURA

69 MOVIMENTI OCULARI DURANTE LA LETTURA ALUNNI CON DIFFICOLTÀ DI LETTURA o < fissazioni su parole contenuto (viaggio) o > fissazioni su parole funzione (di, per, con) o > regressioni o Movimenti saccadici numerosi e poco ampi o Punti di fissazione in funzione di lunghezza della parola (più parola è lunga, più punti di fissazione)

70 Disortografia

71 DEFINIZIONE DEL DSM V (81.1) Disturbo Specifico dell Apprend. con compromis. dell espress. scritta (specificare se in accuratezza dello spelling, nella grammatica e nella punteggiatura, nella chiarezza/ organizzaz. dell espressione scritta) Disturbo dell apprendimento che si manifesta nella difficoltà di tradurre correttamente i suoni (che compongono le parole) in simboli grafici, I problemi che si presentano sono specificatamente ortografici e/o fonologici.

72 UN MODELLO PER LA SCRITTURA

73 IL MODELLO NEUROPSICOLOGICO DELLA SCRITTURA (1990) Parola udita Parola nota (via lessicale semantica) Analisi della parola udita Parola sconosciuta (via fonologica) Lessico grafemico Buffer fonemico Buffer grafemico Pattern grafomotorio Esecuzione scritta

74 COMPONENTI DELLA SCRITTURA (Vio, Tressoldi, 1996) GRAFIA ORTOGRAFIA COMPOSIZIONE Abilità motorie Abilità fonologic. Convenz. ortografic. Abilità linguistic. Abilità compositi ve Coordinaz. occhiomano Analisi fonemica Lessico ortografico Velocità motoria Associaz. grafemafonema Competenz e sintatticosemantiche Ideazione pianificaz. trasformaz. revisione

75 IL MODELLO EVOLUTIVO DI FRITH LETTURA Stadio logografico SCRITTURA Stadio logografico Parolaà analizzata come disegno Stadio alfabetico Stadio alfabetico Parola analizzata lettera per lettera Stadio ortografico Stadio ortografico Parola analizzata per unità ortograf. Stadio lessicale Stadio lessicale Parola analizzata come unità di signif.

76 DISORTOGRAFIA Disordine di codifica del testo scritto che viene fatto risalire ad un deficit di funzionamento delle componenti centrali del processo di scrittura responsabili della transcodifica del linguaggio orale nel linguaggio scritto Difficoltà a consolidare e controllare l uso corretto delle convenzioni ortografiche

77 CONVENZIONI ORTOGRAFICHE DELLA LINGUA ITALIANA H C/CQ/Q/QQ hanno anno a casa acqua aquilone scuola soqquadro Accenti Specifica associazione tra significato e rappresentazione ortografica Digrammi Sc gn gl ch gh Omofone non omografe (aumento di sonorità di una vocale) Raddoppiamenti (prolungamento o breve pausa di una consonante) Caratteristiche fonetiche delle parole l ago/lago c era/cera

78 ERRORI FONOLOGICI Scambio di grafemi folpe per volpe Insufficiente acquisizione della fase alfabetica Omissione o aggiunta di lettere o sillabe taolo per tavolo Inversioni dinova per divano Grafema inesatto pese per pesce

79 ERRORI NON FONOLOGICI Separazioni illegali in sieme per insieme Fusioni illegali alluomo per all uomo Scambio di grafema omofono squola per scuola Omissione o aggiunta di h ha casa per a casa Insufficiente acquisizione nella fase ortografica o lessicale

80 ERRORI NON FONOLOGICI ERRORE NELLA SCRITTURA DI PAROLE OMOFONE NON OMOGRAFE

81 ERRORI NON FONOLOGICI Insufficiente acquisizione nella fase ortografica o lessicale Errori con i di/trigrammia

82 ERRORI FONETICI Omissione o aggiunta di accenti: perche per perchè Omissione o aggiunta di doppie: pala per palla

83 PROVA DI SCRITTURA SPONTANEA

84 EVOLUZIONE DELLA DISORTOGRAFIA PRIMI ANNI DI SCOLARIZZAZIONE (I-III/IV classe della scuola Primaria) Ø Sono presenti tutte le tipologie di errore (fonologici, ortografici, doppie) ANNI SUCCESSIVI (IV-V classe della scuola Primaria in poi) Ø Netta prevalenza di errori ortografici su quelli fonologici (quasi assenti). Ø Nei b.ni non disortografici ma con difficoltà non specifiche di scrittura, gli errori riguardano invece in prevalenza le doppie Dati: Usai, Viterbori, 2000; Angelelli et al., 2

85 Disgrafia

86 DEFINIZIONE DEL DSM V (F81.1) Disturbo Specifico dell Apprend. con compromissione dell espressione scritta (specificare se in accuratezza dello spelling, nella grammatica e nella punteggiatura, nella chiarezza/organizzaz. dell espressione scritta)

87 DISGRAFIA I manuali diagnostici e la L. 170 sui Disturbi Specifici dell Apprendimento prevedono la diagnosi di disgrafia e la valutazione delle conseguenze ad essa associata. DSM V (F 81.1) o La diagnosi di disgrafia non è mai stata basata su criteri ben definiti. o A volte è stata confusa con la generica presenza di un problema di calligrafia.

88 DISTURBO SPECIFICO DI SCRITTURA La Consensus Conference (2007) definisce il Disturbo Specifico di Scrittura distinguendo due componenti: 1. di natura linguistica (deficit dei processi di cifratura o disortografia) 2.di natura motoria (deficit nei processi di realizzazione grafica o disgrafia).

89 SCRITTURA DISGRAFICA

90 SCRITTURA DISGRAFICA

91 CRITERI PER LA DIAGNOSI DI DISGRAFIA Per la disgrafia vanno confermati i criteri generali per la diagnosi di DSA o Assenza di patologie neurologiche e/o deficit sensoriali o Livello intellettivo in norma o Significativa interferenza con l apprendimento scolastico e con le attività della vita quotidiana o Problema non dovuto a specifici effetti dell insegnamento o Diagnosi da fare non prima della terza classe della scuola Primaria

92 PARAMETRI LETTERE E PAROLE MAL ALLINEATE SPAZIO INSUFFICIENTE TRA LE PAROLE CURVE ACUTE DI COLLEGAMENTO IRREGOLARITA NEI COLLEGAMENTI (pause) ASSENZA DI COLLEGAMENTI COLLISIONE DI LETTERE FORMA E DIMENSIONI VARIABILI DEFORMAZIONI DI LETTERE RIPASSATURA E CORREZIONI

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95 PROFILO NEUROPSICOLOGICO Presenza di un problema in processi cognitivi sottostanti la scrittura Condizione predisponente al problema di disgrafia Viene riscontrata una prestazione bassa del soggetto in almeno in una prova prassica, visuo-motoria o visuo-spaziale (VMI, Test di Corsi, Rey, TPV ecc.)

96 CONSEGUENZE ADATTIVE o La disgrafia interferisce con il percorso di apprendimento dell alunno o Gli impedisce di stare al passo coi compagni o Rende difficile l interpretazione della scrittura agli altri ma anche a sé o Rallenta eccessivamente il processo di scrittura

97 Discalculia

98 DISTURBO SPECIFICO DELLE ABILITA ARITMETICHE DISCALCULIA EVOLUTIVA Disturbo che impedisce (in presenza di un QI nella norma) di raggiungere adeguati livelli di rapidità e di correttezza in operazioni di: calcolo (a mente, anche molto semplice, algoritmo delle operazioni in colonna, immagazzinamento di fatti numerici). processamento numerico (enumerazione avanti e in dietro, lettura e scrittura di numeri, giudizi di grandezza tra numeri).

99 DEFINIZIONE DEL DSM V (F 81.2) (F81.2) Disturbo specifico dell apprendimento con compromissione del calcolo (specificare se nel concetto di numero, nella memorizzazione di fatti aritmetici, nel calcolo accurato o fluente, nel ragionamento matematico corretto)

100 I SINTOMI ICD 10 (F81.2) mancanza di comprensione di termini o di segni aritmetici; mancato riconoscimento dei simboli numerici; difficoltà ad attuare le manipolazioni aritmetiche standard; difficoltà nel comprendere quali numeri sono pertinenti al problema aritmetico che si sta considerando; scorretta organizzazione spaziale dei calcoli; incapacità ad apprendere adeguatamente le tabelline

101 I SEGNALI DI RISCHIO Enumerazione all indietro carente Scrittura lettura dei numeri ad una cifra Immagazzinamento dei fatti aritmetici Disinteresse inconsueto per i numeri

102 DISCALCULIA VS DIFFICOLTÀ DISTURBO DI CALCOLO o Basi neurologiche o Comorbilità o Dislessia o Difficoltà nella soluzione di problemi o Specificità o Appare in condizioni di adeguate abilità generali e di adeguato apprendim. in altri ambiti o L intervento riabilitativo normalizza? DIFFICOLTÀ DI CALCOLO o Il profilo appare simile al disturbo o L intervento riabilitativo ottiene buoni risultati in breve tempo

103 L INTELLIGENZA NUMERICA = Intelligere attraverso la quantità oggi la ricerca dimostra che E INNATA + potenziale sviluppo prossimale tramite istruzione dei processi dominio specifici

104 PRINCIPALI MECCANISMI INNATI (Gelman e Gallistel; Fuson; Karmilov Smith; Butterworth) Span numerico Subitizing Corrispondenza biunivoca * à Conteggio n+1 (a partire da 1) n-1 Ordine stabile Accesso semantico preverbale INTELLIGENZA NUMERICA

105 IL SUBITIZING Il cervello ha due modi di contare, ma solo uno è considerato un conteggio vero e proprio: si osserva un insieme di oggetti e li si spunta uno dopo l altro. L altro modo è più rapido, fino a 5 volte più veloce: è la valutazione a colpo d occhio o subitizing, che però funziona solo per un numero di oggetti molto limitato, in genere non più di quattro. Al gruppo di stelle a sinistra si può applicare il subitizing, a quello a destra no

106 MECCANISMI DOMINIO SPECIFICI MECCANISMI SEMANTICI regolano la comprensione della quantità (4 = ****) MECCANISMI LESSICALI regolano, attraverso la selezione del nome delle cifre, il nome del numero (15 al posto di 13) MECCANISMI SINTATTICI grammatica interna = valore posizionale delle cifre (13 al posto di 31)

107 LA SEMANTICA DEL NUMERO E DI PIÙ un albero o un fiore? E DI PIÙ un aereo o 2 automobili? SONO DI PIÙ 2 caramelle o 4 caramelle? Fammi vedere due dita Portami 3 palline SONO DI PIÙ 3 palline o 2 pennarelli? Fammi vedere TANTI, POCHI, NESSUNO

108 IL LESSICO DEI NUMERI I numeri hanno un nomeà si possono scrivere e leggere Questa è una stella. Si può scrivere: 1 stella

109 LA SINTASSI DEI NUMERI La sintassi organizza la quantità La quantità si esprime in diversi ordini di grandezza Nel nostro sistema numerico il valore è determinato dalla posizione. Le posizioni si chiamano unità, decine, centinaia,

110 LA SINTASSI DEI NUMERI 1 2 Rappresentazione del numero 12: 12 unità oppure: 1= decina 2= unità

111 DAL NUMERO AL CALCOLO Il sistema di elaborazione del numero ed il sistema del calcolo sono moduli indipendenti. McCloskey etal SISTEMA DEL CALCOLO SISTEMA DI ELABORAZIONE DEL NUMERO ALLA BASE: I TRE MECCANISMI LESSICALE, SEMANTICO, SINTATTICO

112 MODELLO COGNITIVO DI MC CLOSKEY (1985) SISTEMA DEL CALCOLO SISTEMA DI ELABORAZIONE DEL NUMERO INPUT SISTEMA DI COMPRENS. DEI NUMERI SISTEMA DI PRODUZIONE DEI NUMERI OUTPUT

113 MODELLO COGNITIVO DI MC CLOSKEY (1985) ME C CA N I SM I D I C OMPR E N Z I ON E DE I N UME R I FATTI ARITMETICI 9x3 Comprensione dei numeri arabi Elaborazione lessicale Elaborazione sintattica Comprensione dei numeri verbali Elaborazione lessicale (fonologia/grafemica) Elaborazione sintattica nove per tre MECCANISMI DI CALCOLO SEGNI DELLE OPERAZIONI Rappresentaz. interna astratta PROCEDURE DI CALCOLO 24 Produzione dei numeri arabi Elaborazione lessicale Elaborazione sintattica Produzione dei numeri verbali Elaborazione lessicale (fonologia/grafemica) Elaborazione sintattica ventiquattro ME C CA N I SM I D I P R ODU Z I ON E D E I N UMER I

114 MODELLO COGNITIVO DI MC CLOSKEY (1985; 1987) o SISTEMA DI COMPRENSIONE trasforma la struttura superficiale dei numeri (diversa a seconda del codice, verbale o arabo) in una rappresentazione astratta di quantità; o SISTEMA DI PRODUZIONE assume questa rappresentazione come input, per poi manipolarla attraverso il funzionamento di tre componenti: Ø I SEGNI DELLE OPERAZIONI Ø I FATTI ARITMETICI O OPERAZIONI BASE Ø LE PROCEDURE DEL CALCOLO o SISTEMA DI OUTPUT del sistema del calcolo, fornisce cioè le risposte numeriche.

115 I PROCESSI COGNITIVI NEL SISTEMA DEL CALCOLO PROCESSI SEMANTICI PROCESSI LESSICALI PROCESSI SINTATTICI COUNTING CALCOLO A MENTE FATTI NUMERICI CALCOLO SCRITTO

116 ABILITÀ DI BASE DEL CALCOLO CONOSCENZE SEMANTICHE Rappresentazioni di quantità Confronto fra grandezze Stime CONOSCENZE LESSICALI CONOSCENZE SINTATTICHE Conoscere i nomi dei numeri Leggere i numeri Scrivere i numeri Conoscere il valore posizionale delle cifre Numeri decimali Frazioni potenze COUNTING Enumerare avanti e indietro

117 ABILITÀ DI BASE SUI NUMERI STRATEGIE DI CALCOLO A MENTE N+1, N-1 Arrotondamenti alla decina Combinazioni di numeri Raggruppamenti Scomposizioni MEMORIZZAZIONE DI FATTI NUMERICI Recupero di semplici combinazioni di numeri Tabelline CONOSCENZE PROCEDURALI DEL CALCOLO SCRITTO Procedure delle operazioni Meccanismi del prestito e del riporto

118 SEQUENZIALITÀ DEI PROCESSI Semantica Lessico Sintassi Counting Calcolo mentale fatti numerici Calcolo scritto

119 COMPONENTI DELL ABILITÀ DI CALCOLO ARITMETICO Abilità di calcolo aritmetico Comprensione: - comprensione simboli (+, -, <, =); - saper ordinare numeri per valore quantitativo da > a < e viceversa; - saper confrontare numeri quantitativamente; - conoscere il valore posizionale dei numeri. Produzione: - saper numerare in avanti e all indietro; - saper scrivere numeri sotto dettatura; - ricordare tabelline; - saper incolonnare; - ricordare combinazioni e fatti numerici. Procedure calcolo scritto: - addizione; - sottrazione; - moltiplicazione; - divisione.

120 ANALISI DELL ERRORE ERRORI NEL SISTEMA DEI NUMERI (in comprensione e produzione) v LESSICALI à incapacità di trovare l etichetta verbale adeguata: dire sei al posto di sette (leggere 126 al posto di 129) v SINTATTICI à incapacità di stabilire i rapporti tra le cifre in una struttura sintatticamente corretta pur avendo la capacità di codificare correttamente le cifre (trecentoseià 3006) ERRORI NEL SISTEMA DEL CALCOLO v NEL RECUPERO DEI FATTI NUMERICI v NELL APPLICAZIONE DELLE PROCEDURE v DOVUTI ALLE DIFFICOLTA VISUO-SPAZIALI

121 ERRORI NEL SISTEMA DEL NUMERO DI TRANSCODIFICA da codice arabo a verbale e viceversa: 18 per 81; 345 per 354 DI CONTEGGIO per mancato controllo della struttura sintattica: 1, 2, 3,12,12, , 15, 50, 51, NEL RICONOSCIMENTO DEL VALORE DELLO ZERO da codice verbale ad arabico: centoquarantasette à 1047 ventiseimilanove à 2609 RELAZIONI MOLTIPLICATIVE RESE ADDITIVE, gli elementi miscellanei vengono uniti ai primitivi come potenze di 10: trecento à 103 tremilasettanta 1073 RELAZIONI ADDITIVE RESE MOLTIPLICATIVE, gli elementi miscellanei vengono uniti ai primitivi con relazioni additive: centocinque à 500 centotrentadue à 3200

122 ERRORI NEL SISTEMA DEL CALCOLO ERRORI NEL RECUPERO DI FATTI ARITMETICI Nelle TABELLINE: errori di confine à attivazione di tabelline confinanti: 6X3=21 errori di slittamento à una cifra corretta e una sbagliata: 4x3=11 Effetto confusione tra il recupero di fatti aritmetici di addizione e quelli di moltiplicazione. (Ashcraft e Battaglia, 1978) Es = 9 Effetto inferenza : la semplice presentazione di due cifre può produrre un attivazione automatica della somma. (Le Fevre, Bisanz, McKonjic, 1988) Es. 2 e 4à 6 ERRORI NEL MANTENIMENTO E RECUPERO DI STRATEGIE Non utilizzo delle procedure di conteggio facilitanti Es à partire a contare da 5 e aggiungere 3 Confusione tra semplici regole di accesso rapido (Svenson e Broquist,1975) Es. n x 0 = 0 e n + 0 = n Sovraccarico del sistema di memoria: eccessivo dispendio di energia Incapacità di tenere a mente i risultati parziali (Hitch, 1978)

123 ERRORI NEL SISTEMA DEL CALCOLO ERRORI NELL APPLICAZIONE DELLE PROCEDURE (Badian,1983; De Corte e Verschaffel, 1981; Brown e Burton, 1978) Difficoltà nella scelta delle cosa da fare per ognuna delle quattro operazioni (incolonnamento o meno, posizione dei numeri, ) Difficoltà nella condotta da seguire per la specifica operazione e nel mantenimento fino alla risoluzione Es = 71 à dimenticata regola direzione Difficoltà nell applicazione delle regole di prestito e riporto Es. 75 (unità 5 8 = 0) 58 = (decine 7 5 = 2) 20 Difficoltà nel passaggio ad una nuova operazioneà perseverazione nel ragionamento precedente Difficoltà nella progettazione e nella verifica àspesso svolge immediatamente l operazione senza soffermarsi ad individuare difficoltà e strategie da usare

124 ERRORI NEL SISTEMA DEL CALCOLO DIFFICOLTA VISUOSPAZIALI (Rourke e Strang, 1978) Difficoltà nel riconoscimento dei segni di operazione Difficoltà nell incolonnamento dei numeri Difficoltà nel seguire la direzione procedurale

125 ESEMPI DI ERRORI INTELLIGENTI Scrivi centotrè: 1003 Scrivi milletrecentosei: Scrivi centoventiquattro: Scrivi centosette: x 57 x = 3 = 36 = 15 =

126 BIBLIOGRAFIA MANUALI E TESTI GENERALI SUI DSA Biancardi A., et al., La discalculia evolutiva, F.Angeli ed. Milano, 2003 Coltheart M.,Lexical access in simple reading tasks. In G.Underwood (ed.) Strategies of Information Processing. New York, Academic Press, 1978 Cornoldi, C., Zaccaria, S,. In classe ho un bambino che L insegnante di fronte ai DSA. GiuntiScuola, Firenze, Cornoldi, C. (a cura di), Disturbi e difficoltà dell apprendimento. Il Mulino, Bologna, Ferraboschi L., Meini N., Recupero in ortografia,ed. Erickson, Trento, 1995 Lucangeli, D., Mammarella, I. C. Psicologia della Cognizione numerica: Approcci teorici, valutazione ed intervento. Ed. Franco Angeli, Milano, 2010 Lucangeli D., Iannitti A., Vettore M., Lo sviluppo dell'intelligenza numerica, Carocci, Roma,2007 Lucangeli D., Poli S., Molin A., L'intelligenza numerica, Erickson, Trento- 4 voll., 2003 Orsolini M., Fanari R., Maronato C., Difficoltà di lettura nei bambini, Ed. Carrocci, 2005 Stella, G., Grandi, L. Come leggere la dislessia e i DSA. GiuntiScuola, Firenze, 2011 Tressoldi P.E., Vio C., Il trattamento dei disturbi dell'apprendimento scolastico, Ed. Erickson, Trento, 1998, 2002 C. Vio, C. Toso, Dislessia evolutiva Dall'identificazione del disturbo all'intervento, Ed. Carocci, 2007 DSM 5 ICD 10 Consensus Conference 2007

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