Struttura della vite: un ponte tra radici e chioma
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- Luciana Borrelli
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1 AGGIORNAMENTO TECNICO SPECIALE Struttura della vite: un ponte tra radici e chioma PAG. 33 POTATURA DELLA VITE: EVOLUZIONE DELLE CONOSCENZE PAG. 38 CONDIZIONI PER ACQUISIRE IL METODO DI POTATURA PAG. 36 PAG. 39 DARE UNA FORMA RICONOSCIBILE ALLA PIANTA DI VITE POTARE NEL RISPETTO DELLA CONTINUITÀ LINFATICA Il deperimento precoce delle viti e le malattie del legno sono un importante problema che limita la qualità delle uve e, di conseguenza, la redditività nei vigneti nazionali, e non solo. Per far fronte all annosa questione è fondamentale conoscere le tecniche di potatura rispettose del flusso linfatico e rispettare semplici regole per mantenere una crescita costante della struttura della vite. Coordinato da Clementina Palese c.palese@informatoreagrario.it 37/2015 L Informatore Agrario 31
2 Edizioni L Informatore Agrario Tutti i diritti riservati, a norma della Legge sul Diritto d Autore e le sue successive modificazioni. Ogni utilizzo di quest opera per usi diversi da quello personale e privato è tassativamente vietato. Edizioni L Informatore Agrario S.r.l. non potrà comunque essere ritenuta responsabile per eventuali malfunzionamenti e/o danni di qualsiasi natura connessi all uso dell opera.
3 IL METODO GUYOT-POUSSARD E IL METODO SIMONIT&SIRCH SI INCONTRANO Potatura della vite: evoluzione delle conoscenze di M. Simonit, R. Turata, M. Giudici, M. Ostan, A. Zanutta periodo pone dei problemi nuovi per gli agricoltori. Prolungare la longevità delle «Ogni nostre vigne infondendo nuova vita ai ceppi che deperiscono, arrestare la devastazione dovuta al mal dell esca, studiare nel dettaglio gli effetti dei sistemi di potatura in uso al ine di conoscerne i vantaggi e gli svantaggi, e di valutare le loro ripercussioni sul rendimento e sulla vitalità delle vigne. Queste sono alcune delle domande tra le più importanti sulle quali voi ci donate uno studio notevole e opportuno. Senza attardarvi nella ricerca delle ragioni scientiiche, che avrebbe potuto tentarvi, voi avete da buon pragmatico constatato, criticato e proposto delle soluzioni. Altri riprenderanno i vostri studi e potranno migliorarli: l essenziale è che siano stati fatti adesso». Così scriveva nel 1921 un senatore della Charente (Francia) nella lettera di prefazione al libro di Renè Lafon dal titolo «Modiiche da portare alla potatura della vite della Charente». Con la sua preziosa brochure (come la chiama Lafon) ha documentato in maniera semplice ed eficace il lavoro di un viticoltore «monsieur Poussard», che potava in modo diverso dal convenzionale per far fronte ai problemi del deperimento. Lafon scrive un libro per spiegare il perché fosse necessario e urgente un cambio di opinione e di metodo di potatura nonostante quello che anche lui, da tecnico, aveva consigliato e appoggiato. Il cambio, scrive Lafon, era urgente e nel libro è supportato da osservazioni che Poussard aveva raccolto lavorando la sua vigna per più di 20 anni. Attuare un cambiamento deciso diventava più urgente che continuare a fare le stesse cose di sempre nonostante le convinzioni del tempo. Le malattie del legno, come il mal dell esca, e il deperimento anticipato delle viti possono essere limitati utilizzando tecniche di potatura rispettose del flusso linfatico, che si possono adottate su tutte le forme di allevamento In onore del viticoltore, l autore chiama quel nuovo metodo di potatura «Guyot-Poussard». Le opinioni tecniche Continuando a leggere questo manuale si scoprono due opinioni tecniche largamente condivise nella regione viticola dove operava Lafon: le consegne di potatura devono essere semplici, di qui la promozione e la diffusione della potatura a Guyot semplice o doppio per tutti i vitigni a bacca bianca perché di facile esecuzione e che permetteva di ottenere una produzione elevata e regolare; la vigna andava sostituita ogni anni perché a quell età troppe erano le fallanze e le piante vive diventavano deboli e deperite con conseguente riduzione delle produzioni. Quello che ci ha sorpreso è che ancora oggi le due opinioni guidano le scelte in vigna e sono ancora molto diffuse e attuali, nonostante tutto quello che sappiamo circa la potatura e la sua responsabilità nel deperimento precoce delle viti. FIGURA 1 - Fusto di vite Guyot e sezione Ferite di potatura e reinnesto Tornando al testo francese, riportiamo di seguito due importanti osservazioni raccolte da alcuni viticoltori che Lafon ha poi utilizzato per introdurre la soluzione proposta dal metodo Guyot-Poussard. La potatura era responsabile del deperimento poiché provocava piaghe di potatura che generavano un disseccamento interno del ceppo di vite. Quando le piaghe erano di grandi dimensioni, inevitabilmente, la pianta deperiva progressivamente ino a morire. Il portinnesto di piante deperite spesso continuava a dare polloni e succhioni, segno di vitalità: questo dava la possibilità di reinnestare. È proprio questa osservazione che gli fa capire la responsabilità diretta della potatura sul deperimento che allora si considerava essere dovuto esclusivamente a patogeni. Ne risulta che, spiega Lafon, se il portinnesto rimaneva sano, le mutilazioni delle branche del fusto ope- Fusto di vite Guyot (a sinistra) e analisi sezione tronco (a destra), in evidenza le zone di fusto interessate dai tagli di potatura e conseguenti coni di disseccamento (da Lafon, 1921). 37/2015 L Informatore Agrario 33
4 FIGURA 2 - Cordone speronato - Architettura della vite (fusto, chioma) Fusti di cordone speronato bilaterale e monolaterale che non crescono nello spazio; in nero la zona di concentrazione dei tagli di potatura (da Simonit&Sirch) FIGURA 3 - Guyot e Sylvoz - Architettura della vite (fusto, chioma) VIGNA DAY 2016 A FIERAGRICOLA L appuntamento con il Vigna Day sarà a Fieragricola 2016, che si terrà dal 3 al 6 febbraio nei padiglioni della Fiera di Verona. L incontro, organizzato da L Informatore Agrario e dai Preparatori d uva Simonit&Sirch, prevede una serie di workshop pratici di potatura della vite, tenuti dagli esperti potatori che illustreranno il metodo Simonit&Sirch focalizzando l attenzione sulla forma di allevamento del cordone speronato. Gli incontri daranno la possibilità di confrontarsi e di toccare con mano la potatura ramiicata, conoscerne i principi e i metodi pratici per ottenere viti equilibrate, sane e longeve. Fusti di Guyot e Sylvoz che non crescono nello spazio; in nero la zona di concentrazione dei tagli di potatura (da Simonit&Sirch) FIGURA 4 - Pergola - Architettura della vite (fusto, chioma) Fusti di pergola bilaterale e monolaterale che non crescono nello spazio; in nero la zona di concentrazione dei tagli di potatura (da Simonit&Sirch) rate in potatura provocavano i danni maggiori alla vitalità della porzione di Vitis vinifera. Il libro prosegue poi con la descrizione del disseccamento interno, Poussard aveva fatto delle sezioni dei tronchi di vite che lui stesso potava per vedere e comprendere meglio i motivi del problema (igura 1). Le sezioni dei fusti convincono Lafon a tal punto che le ripresenta nel libro con disegni accurati e precisi. Le osservazioni di Poussard e di alcuni altri viticoltori, supportate dalla presa visione del reale disseccamento interno dei ceppi non lasciano spazio a dubbi. La potatura è responsabile del deperimento e della mortalità dei ceppi. Se a questo si aggiunge l azione distruttiva dei patogeni, il problema era gravissimo. Poi succede qualcosa: l introduzione in agricoltura di un nuovo prodotto chimico, l arsenito di sodio, che ha degli effetti miracolosi nel contenere i fenomeni di apoplessia. Il lavoro di Poussard e il libro di Lafon sembrano dimenticati e l applicazione della potatura Guyot-Poussard rimane localizzata nella regione del Charente, limitata alla potatura a Guyot e in sordina arriva ai giorni nostri (o forse non arriva per niente). Conoscenze che si uniscono Il lavoro di Poussard, raccontato da Lafon nel 1921, mostra che la longevità della vite non è frutto del caso, bensì il risultato di precise scelte operate dal viticoltore-potatore. È proprio su quest ultima consapevolezza che si basa anche il successivo «Metodo di potatura Simonit&Sirch», che ha avuto un origine simile e all oscuro del lavoro di Poussard. Solamente nel 2010 abbiamo scoperto il libro di Lafon, che ci ha permesso di unire quelle preziose osservazioni alle nostre per migliorare ulteriormente. Unendo le due esperienze, entrambe con osservazioni raccolte in 20 anni di lavoro, si deduce che una corretta potatura rispettosa del lusso linfatico inluenza positivamente l equilibrio della pianta, aumentandone la prospettiva di vita con ragionevoli ripercussioni sulla qualità della sua produzione (M. Simonit e P. Sirch, Speciale potatura, L Informatore Agrario n. 36/2009). 34 L Informatore Agrario 37/2015
5 1 2 Foto 1 Sezioni di strutture non ramificate di cordone speronato monolaterale a confronto: evidente l evoluzione del legno secco negli anni, dalla pianta più giovane, in basso, alla pianta più vecchia, in alto (foto Simonit&Sirch) Foto 2 Sezioni di strutture non ramificate di Guyot a confronto: evidente l evoluzione del legno secco negli anni, dalla pianta più giovane, a sinistra, alla pianta più vecchia, a destra (foto Simonit&Sirch) Le cause del deperimento Entrambi i due lavori di analisi dei fusti di vite, quello di Poussard del Novecento e quello di Simonit del 2009, mostrano in che modo le ferite di potatura, con il tempo, portino il fusto a un progressivo deperimento che i- nisce inevitabilmente con la morte precoce del ceppo. Entrambi rilevano come ci siano due cause principali di deperimento dei ceppi di vite ed entrambe incidenti con pari gravità sulla longevità della pianta: potature malfatte o mutilanti; funghi patogeni. Quello che possiamo rilevare facilmente durante un sopralluogo in campo, e che l analisi delle sezioni dei fusti di vite ci conferma, è che, normalmente, durante i primi anni di impianto i fusti di vite sono lasciati crescere ino a un punto limite, oltre il quale sembra impossibile andare (limite spesso imposto dalla struttura A febbraio 2016 uscirà il «Manuale di potatura della vite - Cordone speronato» secondo libro di Marco Simonit (Edizioni L Informatore Agrario). Il manuale proporrà testi di facile accesso, immagini dettagliate e sarà arricchito da contenuti video disponibili grazie a QRcode per le principali fasi di potatura invernale. In questi anni di attività i Preparatori d uva hanno collaborato con molte aziende in diverse regioni dell Europa e del mondo ad alta diffusione del vigneto: ili, sesto d impianto) e il metodo di potatura asseconda la crescita della pianta. Una volta raggiunto il limite e la pianta entra in produzione, il metodo di potatura cambia drasticamente: non si asseconda più la crescita, ma si inizia a riportare indietro le branche cresciute o si prova a mantenere per un po di tempo i tralci nello stesso posto. Questo modo di operare purtroppo ha delle conseguenze devastanti sulla struttura perenne della pianta (il fusto), che indebolisce e inizia un processo d invecchiamento precoce. Grazie alle sezioni dei fusti di vite di età diversa si può notare come potature eseguite in modo poco accorto che non prevedono la continua crescita della struttura nello spazio durante gli anni, siano responsabili dell evoluzione del legno secco (morto) all interno del fusto (foto 1 e 2). Il deperimento purtroppo avviene in tutti i sistemi di allevamento della vite che non prevedono la crescita della IL MANUALE DEL CORDONE SPERONATO di cordone speronato o altre forme a potatura corta: Priorat e Penedès in Spagna; Toscana, Umbria, Puglia e Sicilia in Italia; Sauternes, Graves, Champagne e Provenza in Francia; Anderson Valley in California; Stellembosch in Sud Africa; Mendoza in Argentina; Vale do Douro in Portogallo; Valais in Svizzera. Questo libro offrirà una sintesi delle conoscenze ad oggi sulla potatura del cordone speronato: bilaterale o monolaterale. struttura della pianta nello spazio insieme all età della pianta, laddove, si obbliga il potatore a continui tagli di ritorno (di grandi o piccole dimensioni). Una pianta che non ramiica è costretta a subire tagli che si concentrano tutti nelle sue parti terminali (igure 2, 3, e 4). Invecchiamento precoce La principale conseguenza per la pianta è l invecchiamento precoce delle porzioni di legno che non crescono. Dalle nostre osservazioni ripetute negli anni, lo stadio illustrato nelle igure 3, 4, 5 a pagina 34 è raggiunto su piante che hanno mediamente tra i 15 e i 20 anni di età. A quest età, infatti, cominciamo ad accorgerci di un disequilibrio generale della pianta e spesso siamo costretti alla sostituzione di alcune piante del vigneto perché non più produttive o perché ormai prossime alla morte. Se il fusto non cresce nello spazio con il tempo, le potature si concentrano inevitabilmente in un unica zona del tronco e di conseguenza in quella zona si concentra la maggior parte del legno secco e morto, non più attivo. Il lusso linfatico della porzione di fusto continuamente colpita dai tagli appare discontinuo ino, nei casi più gravi, a interrompersi del tutto con conseguente morte. Si origina quindi una zona di interruzione tra il lusso linfatico delle radici e la chioma. La struttura perenne non è più un ponte tra i due organi, bensì un dificile percorso ad ostacoli. Le ripercussioni sull equilibrio vegeto-produttivo e quali-quantitativo dei vigneti deperiti è di logica comprensione, il loro futuro è l espianto con i conseguenti costi. 37/2015 L Informatore Agrario 35
6 SCELTA DELLA STRUTTURA Dare una forma riconoscibile alla pianta di vite Avere un obiettivo, vale a dire la ramificazione della pianta, guida gli operatori con coerenza nel corso degli anni La tutela del patrimonio viticolo passa attraverso un lavoro di squadra che coinvolge: l azienda, i collaboratori interni ed eventuali lavoratori stagionali esterni. Adottare un metodo di lavoro ben codiicato permette agli operatori di lavorare congiuntamente per il raggiungimento dello stesso obiettivo nel rispetto del proprio stile. Se tutti i potatori eseguono le medesime istruzioni operative, le piante assumono con il passare degli anni una forma facilmente riconoscibile. Questo fatto ha un effetto diretto sulla velocità di esecuzione dei lavori manuali, quali la potatura invernale e la potatura verde in primavera, quindi sul contenimento dei costi. Un vigneto potato da mani esperte, inoltre, ha una prospettiva di vita concretamente più lunga. Tutto ciò si traduce in una riduzione dei costi di ammortamento e d impianto, e in produzioni più costanti. Senza contare il miglioramento qualitativo dei vini ottenuti da vecchi vigneti (Simonit et al. Speciale potatura, L Informatore Agrario n. 37/2012). Poiché la vite è una liana e ha un accrescimento continuo e casuale dei tralci e delle branche, è la potatura che l uomo esegue ogni anno a dare una forma alle piante in un vigneto. A differenza degli alberi, che hanno una tipica «architettura» in termini di sviluppo delle radici, forma del fusto e aspetto della chioma riconoscibile in funzione della specie (igura 1) e che l uomo modiica di poco con la potatura, per la vite l intervento dell uomo modiica fortemente (con la potatura si asporta dall 80 al 90% del legno prodotto nell anno) l architettura della pianta e soprattutto l aspetto che i suoi organi assumono, in particolare la forma. Forma della vite Quando la struttura perenne della vite cresce nel tempo assume una forma tipica e diversa per ogni sistema di allevamento. Come mostrano i disegni, i tagli non si concentrano in un unico punto o in porzioni di fusto, ma sono distribuiti lungo la struttura, di piccole dimensioni e soprattutto sono separati da legno vivo e attivo (igure 2, 3 e 4). Far crescere, attraverso una corretta potatura, la struttura della vite e FIGURA 1 - Architetture e forme di fusti e chiome assecondarne lo sviluppo nello spazio con l età è l evoluzione del messaggio di Poussard dal lontano 1900 che proponiamo con il Metodo Simonit&Sirch. Oggi quei concetti si sono evoluti e trovano un applicazione possibile per tutti i sistemi di allevamento. La ramiicazione è una tecnica che ottimizza la longevità e il benessere per la pianta che, se in salute, può raggiungere al meglio gli obiettivi vegeto-produttivi aziendali. FIGURA 2 - Cordone speronato - Architettura della vite (fusto, chioma) Fusti di cordone speronato monolaterale che crescono nello spazio; in nero la zona interessata dai tagli di potatura (da Simonit&Sirch) 36 L Informatore Agrario 37/2015
7 1 2 Foto 1 Sezioni di struttura ramificate di cordone speronato monolaterale a confronto: evidente l evoluzione del legno vivo negli anni, dalla pianta più giovane, in basso, alla pianta più vecchia, in alto (foto Simonit&Sirch) Foto 2 Sezioni di struttura ramificata di Guyot a confronto: evidente l evoluzione del legno vivo negli anni, dalla pianta più giovane, a sinistra, alla pianta più vecchia, a destra (foto Simonit&Sirch) FIGURA 3 - Guyot e Sylvoz - Architettura della vite (fusto, chioma) Fusti di Guyot e Sylvoz che crescono nello spazio; in nero la zona interessata dai tagli di potatura (da Simonit&Sirch) FIGURA 4 - Pergola - Architettura della vite (fusto, chioma) Fusti di pergola bilaterale e monolaterale che crescono nello spazio; in nero la zona interessata dai tagli di potatura (da Simonit&Sirch) Lo sviluppo della struttura negli anni deve necessariamente essere continuo e controllato dal potatore, che dovrebbe conoscere la tecnica corretta per separare la zona dei tagli da quella del lusso linfatico. Quando il metodo di potatura prevede la crescita della struttura della pianta, continua nello spazio e controllata nel tempo, si ottiene di rilesso un miglioramento della circolazione linfatica e si ritrova la continuità di lusso tra radici e chioma, con ragionevoli ripercussioni su equilibrio vegetativo e qualità delle produzioni (quantità e qualità). Una pianta ramiicata, che può crescere, svolge appieno le sue funzioni strutturali, di trasporto e di magazzino di riserve, cosa che non accade per le strutture legnose deperite. Analisi delle sezioni Le sezioni delle strutture ramiicate di cordoni speronati e Guyot nelle foto 1 e 2 mostrano i vantaggi della ramiicazione rispetto alla sua assenza (confronta con foto 1 e 2 pag. 35). Come si può facilmente notare dall analisi delle sezioni fatte su diverse piante (foto 1 e 2), la quantità di legno vivo aumenta con l età della pianta e va a colmare gli spazi tra un taglio e l altro bilanciando gli effetti del disseccamento causato dalle potature. Questi risultati sono raggiungibili attraverso un aggiornamento della tecnica di potatura. Abbandonare in modo deciso le «vecchie» abitudini aiuta sicuramente a contrastare il gravissimo problema di mortalità precoce a cui le vigne oggi stanno andando incontro. 37/2015 L Informatore Agrario 37
8 L IMPORTANZA DEL TUTOR Condizioni per acquisire il metodo di potatura Che requisiti deve avere il potatore per riuscire a limitare i danni descritti nell articolo a pag. 33? Deve conoscere alcune informazioni fondamentali, che costituiranno parte del suo bagaglio professionale: le conseguenze dei tagli; le basi di isiologia e biologia della vite; che forma dovrà assumere la struttura perenne della vite negli anni in funzione del sistema di allevamento; e dedicarsi al suo lavoro con passione, sensibilità e attenzione. Oltre a queste nozioni di base, il potatore deve essere in grado di leggere la morfologia e la forma delle piante. Soprattutto, se vuole iniziare un restauro di una vigna adulta, deve essere in grado di stimare a occhio quali sono le parti della pianta rimaste vitali. Allenare un potatore a questo tipo di sensibilità e convincerlo a cambiare metodo non è cosa da poco. Intendiamoci: la logica del cambiamento e il perché sia indispensabile sono intuitivi e di facile accesso (a volte è suficiente mostrare le sezioni di vite perché tutti ammettano che così non si può andare avanti); mettere in pratica in modo corretto le nuove consegne di taglio è più dificile. Capire il cambiamento È normale che quando siamo di fronte a un cambiamento, che comporta un modo di agire diverso dal solito, lo accettiamo se ne comprendiamo il perché. E, se siamo già «esperti» in materia, d istinto affermiamo: «Sì, lo so fare!». Nella pratica però le cose funzionano in modo diverso, quindi spesso non riusciamo a eseguire correttamente quello che il nostro cervello ha capito. Sapere e capire non vanno di pari passo. Il sapere viaggia insieme al nostro cervello, il capire invece è legato all esperienza e richiede un impegno costante e pratico che si misura nel tempo. Un po come saper andare in bicicletta e andare in bicicletta: cambiare metodo di potatura è come imparare ad andare in bicicletta un altra volta. Il tempo che dedichiamo al nuovo metodo è la chiave per il successo. Potatura primaverile Foto 1 Vallese, Svizzera. La potatura, grazie alla maestria di chi la esegue, diventa «arte della potatura». I viticoltori si definiscono con orgoglio «scultori della vite» Una potatura che si basa su poche regole semplici, rispettare la fisiologia della pianta, eseguire corrette potature primaverili, seguire le indicazioni di un esperto, sono le chiavi del successo per la formazione dei nuovi potatori Altra leva di apprendimento importante è legare al lavoro invernale anche quello primaverile. Far seguire alla potatura ramiicata invernale anche un nuovo modo di esecuzione della potatura verde in primavera è essenziale per dare continuità a quello che abbiamo creato in inverno e garantire la durata del lavoro tra le diverse stagioni dell anno. Il ruolo del tutor Da ultimo, non meno importante, avere a disposizione un tutor che ci aiuti a interpretare in modo corretto le variabili e che ci guidi nelle scelte è sicuramente una forte garanzia di risultato. Quando un potatore, oltre a sapere il perché sia importante la ramiicazione, ne abbia compreso la tecnica e la applichi correttamente, comprenderà anche che il metodo si può applicare con successo su tutti i sistemi di allevamento della vite (foto 1). Come scrivevamo anni fa (Simonit et al. Speciale potatura, L Informatore Agrario n. 36/2013) le regole della ramiicazione sono indipendenti dal sistema di allevamento e il risultato pratico e visibile nelle diverse forme diventa riconoscibile. Potature e obiettivi Se si è potatori esperti, non esistono sistemi di allevamento migliori di altri, ma esistono solo potature ben fatte. Le mani abili di un potatore possono realizzare qualsiasi tipo di architettura della pianta funzionale agli obiettivi produttivo-enologici, al tipo di clima e di suolo della zona viticola nella quale ci si trova. Sapere e capire il valore di un mestiere apre la mente verso scenari viticoli nuovi, dove non esiste più l applicazione di un unico modello viticolo ritenuto perfetto e applicabile per tutte le zone viticole del mondo e per tutti i vitigni, ma si realizza un evoluzione. Si sviluppano diversi modi di fare in accordo con la tradizione, l ambiente, il vitigno, lo stile per valorizzare la propria identità. 38 L Informatore Agrario 37/2015
9 PUNTO D INNESTO E ZONA DI RAMIFICAZIONE Potare nel rispetto della continuità linfatica Le tecniche di potatura che garantiscano la continuità linfatica dalle radici alla chioma devono coinvolgere già da vivaio tutte le operazoni di potatura Radici, struttura e chioma costituiscono l architettura della pianta. Negli articoli di questo Speciale abbiamo descritto come attraverso la potatura sia importante far crescere la struttura della vite negli anni e controllarne lo sviluppo. Vorremmo fare ora un focus su due zone «critiche» della struttura per le quali è essenziale garantire, con una corretta potatura, la continuità linfatica: punto d innesto, in basso, in prossimità delle radici; zona di ramiicazione, in alto, in prossimità della chioma. In queste due zone si concentrano, negli anni, i tagli di potatura nelle diverse fasi di crescita e sviluppo della pianta di vite. Potatura di allevamento Durante la potatura di allevamento, nei primi anni di vita della barbatella in campo (sia in vivaio, sia in vigneto) è importante rispettare il lusso linfatico principale che unisce il portinnesto (e quindi le radici) alla marza (da cui originerà la futura struttura della pianta). L innesto, di per sé, costituisce una zona critica per la continuità linfatica. L unione tra la marza e il portinnesto deve essere ben realizzata se si vogliono garantire alte percentuali di attecchimento e le diverse tipologie di innesto esistenti testimoniano l enorme ricerca fatta nell ottenere barbatelle di buona fattura con portinnesti e marze ben saldati tra loro. Un obiettivo, nella ricerca dell innesto migliore, è stato quello di garantire la migliore continuità linfatica possibile tra i due elementi dell innesto. Ma la continuità linfatica è rispettata anche nelle successive lavorazioni di potatura invernale? Ci è capitato spesso di sezionare barbatelle al primo o secondo anno di potatura, per scopo didattico e per veriicarne lo stato di salute interno: il lusso linfatico era ostruito da disseccamenti. Poca era la quantità di legno vivo che separava i tagli di potatura, che si concentravano tutti sul punto d innesto. Dall analisi delle sezioni si può notare come si realizzi una condizione simile al disseccamento di una testa di salice descritta per le piante adulte (foto 1). Una corretta potatura dovrebbe prevedere il massimo rispetto del lusso già dalla prima potatura invernale della barbatella. Nei primi anni di sviluppo, infatti, l obiettivo è consolidare il piede della pianta e garantire lo sviluppo di tralci utili per la formazione della futura struttura. Importante è separare la zona dei tagli da quella del lusso linfatico principale (foto 2). Potatura di produzione Lo stesso principio di separazione sarà poi applicato anche nelle fasi successive di sviluppo della pianta, per Foto 1 Sezione del punto d innesto di una barbatella. In evidenza il disseccamento interno provocato dai tagli di potatura concentrati in un unica zona Foto 2 Sezione del punto d innesto di una barbatella. In evidenza la separazione tra la zona dei tagli morta e il flusso linfatico vivo Foto 3 Struttura di vite ramificata, sopra, e sua sezione, sotto. La sezione mostra come la separazione dei tagli sia netta per il canale di sinistra e non sia stata rispettata nel canale di destra 37/2015 L Informatore Agrario 39
10 Foto 6 Particolare del punto d innesto di una pianta di vite. In evidenza la piaga di legno secco e morto Foto 4 Particolare dei canali sinistro e destro. Orientare i tagli permette di salvaguardare il flusso linfatico della pianta (sopra). Tagli troppo ravvicinati e posizionati su entrambi i lati della ramificazione possono avere conseguenze disastrose per la sopravvivenza della ramificazione stessa (sotto) Foto 7 Punto d innesto di una pianta di vite sezionato. In evidenza il disseccamento interno e le striature chiare tipiche della carie Foto 5 Due piante allevate a Guyot a confronto. Sono due individui dello stesso vitigno, con lo stesso portinnesto e coetanee. L individuo di sinistra è potato con un metodo che non prevede lo sviluppo di ramificazioni; l individuo di destra è potato con il Metodo Simonit&Sirch che prevede la ramificazione della struttura e la sua continua crescita insieme all età della pianta esempio quando si imposta la ramiicazione della struttura una volta formato il fusto. Come per il punto d innesto, impostare e potare correttamente le ra- miicazioni della struttura principale della pianta separando la zona dei tagli dal lusso linfatico assicura l accumulo del legno negli anni che, oltre a crescere in lunghezza, aumenta il suo diametro e separa con legno vivo i coni di disseccamento causati dai tagli (foto 3 e 4). Dare una forma alla struttura della vite e allo stesso tempo controllare la crescita delle ramiicazioni nello spazio attraverso una corretta potatura permette di realizzare la continuità linfatica anche in prossimità della chioma, migliorando il percorso linfatico che procede senza interruzioni dalle radici alle foglie e viceversa. L assenza di una forma riconoscibile e la mancanza di ramiicazioni della struttura, invece, conducono la pianta di vite a un lento e inesorabile declino che culmina, nei casi peggiori, con la morte del ceppo (foto 5). Recentemente, eseguendo le «autopsie» della struttura di viti che mostrano sintomi fogliari tipici delle malattie del legno, ci siamo resi conto di quanta carie sia accumulata pure nella zona del punto d innesto (foto 6 e 7). Come mostrano le foto, il punto d innesto di piante adulte, anche se non più interessato da tagli di potatura frequenti, è spesso colpito dalle macchine operatrici che, un colpo dopo l altro (più o meno dolce), feriscono il ritidoma provocando delle vere e proprie piaghe da sfregamento. In corrispondenza di tali piaghe troviamo spesso accumuli consistenti di carie del legno. Marco Simonit Riccardo Turata Massimo Giudici Marco Ostan Alessandro Zanutta Preparatori d uva - Simonit&Sirch Per commenti all articolo, chiarimenti o suggerimenti scrivi a: redazione@informatoreagrario.it 40 L Informatore Agrario 37/2015
11 Edizioni L Informatore Agrario Tutti i diritti riservati, a norma della Legge sul Diritto d Autore e le sue successive modificazioni. Ogni utilizzo di quest opera per usi diversi da quello personale e privato è tassativamente vietato. Edizioni L Informatore Agrario S.r.l. non potrà comunque essere ritenuta responsabile per eventuali malfunzionamenti e/o danni di qualsiasi natura connessi all uso dell opera.
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