Il progetto interregionale Rinnova ProVe Azioni

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1 a cura del SERVIZIO SVILUPPO DEL SISTEMA AGROALIMENTARE, Regione EmiliaRomagna Foto Giuseppe Fattori Sedici Regioni coalizzate nel progetto Rinnova ProVe Il progetto interregionale Rinnova ProVe Azioni di Innovazione e ricerca a supporto del piano proteine vegetali nasce dalla ferma volontà di 16 Regioni italiane di aumentare la produzione locale di proteiche. L obiettivo primario è soddisfare almeno parzialmente la domanda interna della zootecnia italiana, caratterizzata da filiere produttive tradizionali, che spesso richiedono prodotti proteici non geneticamente modificati. Nel progetto vengono sviluppate sia tematiche di lavoro generali, che azioni specifiche per le diverse aree geografiche coinvolte (Nord, Centro, Sud e Isole), così come richiesto dalle Regioni aderenti al programma, con particolare riguardo all alimentazione dei bovini da latte e da carne e degli ovini. La ricerca agronomica rappresenta la base del progetto e persegue principalmente l aumento della produzione di proteina per ettaro. A tal fine vengono realizzate prove di confronto tra varietà di diverse specie di colture proteaginose (soia, pisello proteico, favino, cece ed erba medica), così come prove di tecnica colturale (epoche di semina diversificate, avvicendamenti, ecc.), oltre ad azioni per misurare la qualità delle produzioni ottenute, stimare l impatto tecnico ed economico dell introduzione di queste colture e dei prodotti derivati e, non da ultimo, favorire la diffusione e l utilizzazione delle nuove conoscenze acquisite con questo progetto. LE COLTURE INTERESSATE Partito nell autunno del 2005 con le prime semine, Rinnova ProVe si sviluppa nell arco di un triennio, che arriverà a conclusione nel corso del prossimo anno. L attività di Rinnova ProVe è focalizzata su erba medica, soia, pisello, favino e cece.le prove sulla soia interessano le regioni del Nord e prevedono la creazione di una rete di confronto varietale di materiale genetico esente da Ogm, con l individuazione di marcatori molecolari da utilizzare come strumenti di controllo lungo la filiera; prove agronomiche e studi di avvicendamenti colturali tesi ad aumentare la produzione di proteine per ettaro, salvaguardando la produzione di energia netta; prove zootecniche sull impiego di soia integrale a basso contenuto di fattori antinutrizionali di produzione aziendale; valutazioni chimiche e nutrizionali per ottimizzare l uso zootecnico di questa proteaginosa; la ricerca di metodi rapidi per l analisi compositiva; la valutazione dell impatto tecnicoeconomico dei risultati ottenuti. Le leguminose da granella ad uso zootecnico interessano invece tutto il territorio nazionale, con il pisello al Nord, Centro e Sud, il favino al Centro e MARIA TERESA PACCHIOLI TIZIANO BETTATI Centro Ricerche Produzioni Animali, Reggio Emilia Il logo del progetto Rinnova ProVe. In alto: un campo di pisello proteico. 69

2 al Sud e il cece al Sud. Le attività consistono nella realizzazione di una rete nazionale di confronto varietale; prove agronomiche finalizzate all aumento di produzione; valutazioni chimiche e nutrizionali per ottimizzare l uso zootecnico di queste proteaginose; la ricerca di metodi rapidi per l analisi compositiva; la valutazione dell impatto tecnicoeconomico e lo studio di filiere che prevedono la sostituzione della soia nell alimentazione zootecnica ai fini delle produzioni Dop e Igp. Le prove sulle leguminose per il consumo umano sono realizzate per lenticchia e cece al Sud, con prove di confronto varietale, verifiche qualitative e bromatologiche sul prodotto, ricerca di metodi di identificazione funzionali alla tracciabilità e sviluppo di disciplinari di produzione. L home page del sito L attività sull erba medica interessa sia il Nord, che il Centro.Anche in questo caso sono previste la realizzazione di una rete di confronto varietale, oltre a valutazioni chimiche e nutrizionali per ottimizzare l uso zootecnico di questa foraggera, insieme alla ricerca di metodi rapidi per l analisi compositiva. Nelle isole viene fatta anche un attività specifica per le leguminose foraggere autoriseminanti, con prove di confronto varietale e agronomiche di impianto e resistenza del pascolo e prove zootecniche per la valutazione dell integrazione del fabbisogno da pascolo in ovini da latte e da carne. L attività si completa con la verifica della qualità delle produzioni zootecniche tipiche ottenute e la valutazione dell impatto tecnicoeconomico. I PRIMI RISULTATI È estremamente difficoltoso riassumere in questa sede i risultati, già cospicui, di un paio di anni di lavoro di un progetto così articolato. Per questo si considera più utile fornire un percorso di lettura del materiale già pubblicato sul sito Internet del progetto e qualche consiglio sull utilizzo degli strumenti di consultazione predisposti, a cui i tecnici e gli utenti in genere possono accedere, specificatamente per le sezioni di loro interesse. All attività di divulgazione e diffusione dei risultati sono dedicate una serie di iniziative che hanno come fulcro proprio il sito Internet dedicato. Dall indirizzo si accede alla home page del sito, che oltre a presentare il menù completo, mette in primo piano gli elementi che costituiscono l ossatura delle attività di diffusione: le azioni di progetto, dalle quali si passa alla descrizione delle prove e, soprattutto, ai documenti che riportano i risultati; la divulgazione, che riporta il calendario delle visite guidate ai siti di prova e alle aziende dimostrative distribuite sul territorio nazionale; la banca dati del progetto, nella quale sono organizzati i risultati provenienti dalle prove di confronto varietale. Le azioni del programma. Per ognuna delle azioni tecniche del progetto è disponibile sul sito una sezione, nella quale sono descritte tutte le attività e 70

3 i risultati man mano ottenuti. Questi sono illustrati in documenti, costituiti sia da relazioni tecniche, sia da pubblicazioni su riviste specializzate del settore agricolo. I documenti relativi ai risultati già oggi sono numerosi: per facilitare la ricerca di informazioni specifiche può essere utilizzata la funzione cerca del sito. La divulgazione. Tra gli strumenti di diffusione dei risultati, il progetto prevede visite guidate ai siti di prova e alle aziende dimostrative. In queste occasioni i tecnici e i produttori possono prendere direttamente visione delle prove in campo, dell impiego di razioni alimentari che prevedono le colture del progetto, con uno scambio diretto con i ricercatori. Dalla sezione divulgazione si può prendere visione delle giornate finora svolte, mentre a breve sarà disponibile il calendario delle iniziative per la primaveraestate. Fulcro delle attività di divulgazione svolte sul territorio sono le otto aziende dimostrative individuate in altrettante aree di produzione zootecnica caratteristiche per bovini da latte, bovini da carne e ovini. A ciascuna azienda è dedicata una pagina specifica, con una descrizione dell azienda stessa e dove sono riportati l attività svolta e i risultati conseguiti. La banca dati. I risultati delle elaborazioni statistiche eseguite sui dati (agronomici e di valutazione nutrizionale di erbe e granelle) provenienti dalle prove di confronto varietale sono organizzati in una banca dati specifica. Procedure guidate consentono di ottenere gli elenchi dei risultati disponibili e di costruire tabelle statistiche personalizzate: scegliendo i parametri che si vogliono conoscere e gli indici statistici di proprio interesse, si possono comparare i risultati di confronto nelle diverse situazioni sperimentali del progetto (ambienti, colture, ecc.). Il servizio di consultazione della banca dati è gratuito, con accesso regolato da password. Questa viene rilasciata dal Crpa su richiesta attraverso una procedura estremamente semplice e rapida. Contestualmente viene fornita una guida all utilizzazione della banca dati, che vuole essere un ulteriore facilitazione all utilizzo delle informazioni. La divulgazione dei risultati ottenuti rappresenta una parte molto importante di Rinnova Pro Ve, che vede impegnati il coordinamento e i ricercatori con l obiettivo di dare la massima diffusione alle informazioni. Per questo il sito internet rimarrà attivo ed interrogabile anche dopo la fine del progetto. Per chi avesse richieste specifiche, può comunicarle utilizzando i riferimenti indicati nella sezione Contatti.

4 Pisello e favino: prove di confronto varietale CLAUDIO SELMI Crpv Filiera Grandi Colture, Tebano (RA) MARIO MONOTTI Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali Sezione di Agronomia e Coltivazioni Erbacee, Università di Perugia Tab. 1 Pisello proteico e favino: produzioni medie (tonnellate ad ettaro) delle varietà comuni nel e LOCALIZZAZIONE PROVE Piemonte Lombardia EmiliaRomagna NORD Toscana (Pisa 1) Toscana (Pisa 2) Toscana (Arezzo) Marche Umbria (Papiano) Umbria (Badiola) Abruzzo CENTRO Campania Puglia Sardegna (Benatzu) Sardegna (Ussana) Sardegna (Ottava) SUD E ISOLE PISELLO PROTEICO ,41 3,77 4,58 5,15 7,33 3,58 5,44 4,17 4,50 1,37 4,51 5,36 2,09 5,04 4,92 4,72 4,19 2,82 4,91 3,32 1,95 2,48 2,35 1,71 1,18 2,10 1,83 FAVINO ,58 0,70 2,20 0,54 2,11 2,92 2,80 2,01 3,00 2,09 2,52 1,36 2,30 1,84 1,63 1,12 2,89 0,67 1,26 0,34 0,90 1,05 0,88 1,44 Nell ambito del progetto Rinnova Prove è stata sperimentata una rete interregionale di campi di confronto varietale su pisello proteico,favino e cece per uso zootecnico.a margine dei confronti varietali sono state inoltre eseguite delle prove di tecnica colturale mirate alla verifica dell epoca di semina su pisello e favino. Tale rete di confronto varietale si è posta come obiettivo l individuazione di quelle cultivar, reperibili sul mercato (in gran parte di provenienza estera, soprattutto per quanto riguarda il pisello proteico),in grado di adattarsi agli ambienti italiani e che possiedono caratteristiche produttive e qualitative rispondenti alle esigenze dell attuale filiera delle colture proteiche. Il Centro ricerche produzioni vegetali di Cesena, attraverso la Filiera Grandi Colture, si è impegnato, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali (Disaa) dell Università degli Studi di Perugia, nella gestione operativa della rete, che ha visto, nel corso del primo biennio di sperimentazione ( e ), il coinvolgimento dei numerosi enti di ricerca riportati in figura 1. LA SPERIMENTAZIONE Le varietà incluse nella sperimentazione sono tutte iscritte nel Registro nazionale e/o europeo; non sono state considerate quelle ancora allo stadio sperimentale, con il chiaro intento di privilegiare varietà disponibili sul mercato. L intera rete di confronto varietale ha adottato il medesimo protocollo sperimentale, che prevede 15 varietà di pisello proteico e 12 di favino disposte secondo uno schema a blocchi randomizzati con quattro ripetizioni. Gli investimenti desiderati sono stati pari a 70 e 40 piante per metro quadro rispettivamente per il pisello proteico e per il favino. I rilievi svolti durante l esecuzione delle prove hanno riguardato: data di emergenza, densità delle piante, danni da freddo, data di inizio fioritura, altezza della vegetazione, allettamento, presenza di malattie, produzione di granella all umidità di riferimento dello 0% e peso medio del seme. Sulle granelle sono poi state effettuate le valutazioni analitiche relative alla quantità di elementi nutritivi prodotti (con particolare riferimento alla proteina). I RISULTATI PRODUTTIVI DEL PISELLO PROTEICO. Prima di entrare nel merito dei risultati ottenuti dalle singole cultivar, è interessante osservare le potenzialità produttive espresse dalla coltura, nei diversi areali italiani, dalle varietà comuni al primo biennio di sperimentazione (tab. 1); potenzialità che si sono espresse al meglio nelle località del nord, in particolare con un picco di 7,33 tonnellate ad ettaro nell annata a Ravenna. Va comunque evidenziato che la coltura si è ben comportata anche nel Centro Italia, con valori non molto distanti dal nord. Nel corso del primo anno di prove le produzioni sono state decisamente migliori rispetto al , quando un andamento stagionale non favorevole, soprattutto a causa delle scarse precipitazioni nella fase di allegagione e riempimento dei semi, ha provocato un calo delle 72

5 Tab. 2 Pisello proteico: numero di località in cui le varietà hanno espresso indici di resa superiori a 100 e, tra parentesi, resa media in tonnellate ad ettaro. VARIETÀ LOCALITÀ Attika 8 (4,81) Amical 7 (4,62) Pactol 5 (4,28) Pepone 5 (4,57) Isard 4 (4,27) Royal 4 (4,37) Cartouche 4 (4,29) Javlo 8 (4,48) FDP (4,39) Chambord 7 (4,35) Athos 4 (4,06) Cherokee 3 (4,13) Alliance 2 (4,12) Spirale 1 (3,87) Cordial 1 (3,84) Standal Starter Prelude Galactic Iceberg Apache Eden Jovial LOCALITÀ 10 (3,51) 7 (2,99) 8 (3,14) 7 (2,95) 8 (3,24) 7 (3,08) 7 (3,18) 9 (3,37) 9 (3,25) 7 (3,17) 5 (3,07) 3 (2,91) 3 (2,80) 2 (2,63) 1 (2,37) LOCALITÀ rese in granella del 23% al nord, del 32% al centro e del 13% al sud e isole. Per quanto riguarda le varietà che meglio si sono comportate, risulta utile la valutazione della tabella 2, che riporta il numero di località in cui le cultivar hanno espresso indici produttivi superiori a 100, cioè migliori della media di campo e, tra parentesi, le produzioni medie di tutte le località in tonnellate ad ettaro. Il maggior numero di località in cui una cultivar ha espresso indici superiori a 100 indica l adattabilità ai diversi ambienti italiani, con il chiaro intento di proporre varietà impiegabili sull intero territorio nazionale. Dalla tabella si può anche apprezzare quali sono state le varietà a comportarsi meglio nel corso del primo anno e pertanto mantenute in sperimentazione anche il secondo anno (il gruppo comune ai due anni) e le varietà nuove introdotte nel corso del 2006/07. Tra le varietà comuni al biennio di sperimentazione, Attika ha manifestato un indice produttivo superiore alla media in 18 su 22 località di prova, dimostrando di ben adattarsi ai diversi areali nazionali.. Attika si è confermata la più produttiva anche in termini di resa areica media di tutte le località, con 4,81 Fig. 1 Proteiche da granella: la rete sperimentale. tonnellate ad ettaro nel 2006 e 3,51 nel Da segnalare per adattabilità ai diversi ambienti e resa, tra le varietà comuni al biennio, anche Amical, Pactol e Pepone. Nel corso del primo anno si erano ben comportate Javlo ed FDP (Belot),che non sono state seminate il secondo anno per difficoltà di reperimento della semente, ma verranno nuovamente valutate nel corso del Tra le varietà introdotte nel secondo anno di sperimentazione, da evidenziare, sia per adattabilità che per resa produttiva, Standal e Starter. Come ricordato, le granelle sono state sottoposte ad una serie di valutazioni analitiche relative alla quantità di elementi nutritivi prodotti con particolare attenzione al contenuto in proteine. Tale valore analitico incrociato con la resa di granella ha permesso di ricavare informazioni in merito alla resa in proteina grezza ad ettaro. In particolare, 8 delle 15 varietà in prova nel hanno superato la media: Royal (1.096 chilogrammi ad ettaro), Pepone (1.089), Chambord (1.087), FDP (1.087), Amical (1.081), Attika (1.076), Javlo (1.061) e Pactol (1.027). E DEL FAVINO Per quello che riguarda il favino (tabella 1), si osserva un livello produttivo decisamente inferiore a quello del pisello proteico. Se prendiamo come riferimento la media del biennio nel Centro Italia, la produzione del favino è esattamente la metà di quella del pisello proteico e anche nel sud e isole la situazione non migliora di molto. Come già 73

6 Tab. 3 Favino: numero di località in cui le varietà hanno espresso indici di resa superiori a 100 e, tra parentesi, resa media in tonnellate ad ettaro. VARIETÀ Scuro di Torre Lama Prothabat 69 Chiaro di Torre Lama Sicania Irena Lady Merkur Espresso Albus Polo Spada Vulcain Prothabon 101 Vitabon Castel Betty LOCALITÀ 8 (3,31) 7 (3,23) 7 (3,26) 6 (2,92) 8 (3,48) 4 (2,98) 4 (2,68) 2 (2,53) 2 (2,52) 2 (2,48) 2 (1,95) 0 (2,29) LOCALITÀ 11 (2,31) 11 (2,68) 9 (2,08) 9 (2,20) 2 (1,57) 0 (1,01) 0 (0,87) 0 (0,56) 11 (2,45) 10 (1,94) 3 (1,44) 2 (1,28) LOCALITÀ per il pisello, anche il favino, perlomeno nel CentroSud, ha subito l andamento stagionale sfavorevole del secondo anno: infatti nel corso del le rese nel Centro Italia sono calate del 20% rispetto al , in controtendenza le prove allestite in Sardegna. Entrando nel merito della produttività varietale (tabella 3), tra le cultivar in esame nel biennio, si distinguono per adattabilità ambientale e per resa produttiva sia Scuro di Torre Lama. che Prothabat 69; Scuro di Torre Lama ha superato la media produttiva in 19 località su 20, Prothabat 69 ha fatto meglio in termini di resa media nel Tra le nuove varietà introdotte in sperimentazione nel secondo anno, si sono rivelate promettenti Prothabon 101, che ha superato l indice 100 in tutte le località, e Vitabon, che ha superato la media in 10 delle 11 località. Per ciò che attiene la resa in proteina grezza per ettaro, metà delle varietà in prova nel hanno superato la media di campo: Prothabat 69 (1.049 chilogrammi ad ettaro), Irena (1.047), Chiaro di Torre Lama (1.022), Scuro di Torre Lama (937), Lady (895) e Sicania (848). TECNICA COLTURALE: EPOCA DI SEMINA Scopo di questa sperimentazione, condotta dall Azienda agraria sperimentale M. Marani di Ravenna, è di evidenziare la migliore epoca di semina, al fine di massimizzare la produzione di granella e di proteine. È ormai noto che la precocità di fioritura fornisce, indirettamente, una misura del periodo di tempo a disposizione della pianta per produrre sostanza secca in epoca favorevole, prima della stretta estiva; in tal senso la lunghezza della fase di accumulo (fiorituramaturazione fisiologica) dovrebbe avvantaggiare le varietà a semina autunnale, anche se una semina e conseguentemente una fioritura eccessivamente precoci esporrebbero la pianta al rischio di gelate tardive.altresì, nel caso in cui non sia possibile la semina autunnale, l epoca di fine inverno è quella che dovrebbe conseguire rese più elevate subito dopo quella autunnale. E così, anche le varietà dichiaratamente primaverili, se seminate in epoca eccessivamente ritardata, possono non sfruttare adeguatamente il periodo utile al riempimento della granella e andare incontro alla stretta dovuta a temperature elevate. Per cercare di approfondire tali aspetti, sono state messe a confronto due epoche di semina autunnali (inizio novembre e dopo 20 giorni) e due epoche di fine inverno (inizio febbraio e dopo 20 giorni). Le varietà di pisello proteico e favino, sono state scelte in base alle loro caratteristiche di adattabilità a semine tipicamente autunnovernine, invernaliprimaverili o a duplice attitudine. In particolare sono state adottate le seguenti varietà di pisello proteico: Attika e Brevent (tipicamente autunnali),

7 Foto Giuseppe Fattori Favino in fioritura. Speleo e Sydney (tipicamente primaverili), Amical, Javlo e Pepone (a duplice attitudine). I favini inseriti nelle prove sono stati: Irena (tipicamente autunnale), Sicania (tipicamente primaverile), Chiaro di Torre Lama e Scuro di Torre Lama (a duplice attitudine). Il protocollo sperimentale seguito per l esecuzione di tali prove è stato il medesimo adottato per i confronti varietali. I due anni di sperimentazione hanno manifestato andamenti meteorologici in netto contrasto tra loro: il è stato caratterizzato da un inverno con temperature inferiori alla media sia nelle massime, sia nelle minime e precipitazioni regolari nell arco del ciclo di coltivazione; l autunno del 2006 e il successivo periodo aprilegiugno 2007 è stato particolarmente parco di piogge, ma ciò che ha maggiormente pesato sono state le alte temperature sia massime, che minime, del periodo invernale. Ecco così che, prendendo a riferimento il favino, nel sia nelle prove autunnali (media delle due semine 3,53 tonnellate ad ettaro), che di fine inverno (media delle due semine 3,96 tonnellate ad ettaro), le produzioni si assestano su valori mediobuoni; è però da rilevare il lieve incremento di produzione registrato nelle semine di fine inverno, a dimostrazione che, se sulla carta la semina autunnale consente potenzialmente un maggior accumulo di sostanza secca, limitando gli effetti negativi dello stress idrico e termico di norma ricorrenti a fine primavera, in corrispondenza delle fasi finali del ciclo produttivo, nel la coltura è stata penalizzata dalle temperature inferiori alla media, denotando una tolleranza al freddo non ancora del tutto ottimale. Situazione che si è capovolta nel corso del quando, complice l inverno particolarmente mite che non ha provocato danni da freddo significativi, è stata più redditizia la semina autunnale, con 3,49 tonnellate ad ettaro (media delle due semine) rispetto alle 2,26 della semina di fine inverno. Al contrario, sul pisello proteico le semine autunnali sono risultate maggiormente produttive di quelle a fine inverno (media delle due semine di 5,87 contro 5,67 tonnellate ad ettaro) anche nel corso del 2005/06; andamento ulteriormente confermato nel , con rese di 4,18 tonnella 75

8 te ad ettaro nella semina autunnale rispetto alle 3,41 di quella primaverile. La selezione indirizzata verso la costituzione di varietà di pisello proteico più resistenti alle basse temperature invernali sembra, al momento, assicurare a questa specie migliori possibilità di riuscita alla semina autunnale rispetto al favino. Si ringraziano, per aver condotto le prove sperimentali: Davide Severi di Agricola 2000, Lorenzo Craveri dell Ersaf Lombardia, Amedeo Reyneri e Giampaolo Bruno dell Università di Torino, Mara Poli dell Azienda agraria sperimentale M. Marani di Ravenna, Marco Ginanni del C.I.R.A.A. E. Avanzi, Giuseppe Bimbi dell Ente Parco MigliarinoS.Rossore Massaciuccoli, Dario Conti e Marco Quattrucci dell Arsia Toscana, Stefano Tavoletti dell Università Politecnica delle Marche, Eleonora Gargano dell Università di Perugia, Fabio Stagnari dell Università di Teramo, Elvio Di Paolo del CO.TI.R., Giovanni Pruneddu dell Università di Sassari, Luciano Tonetti dell Azienda sperimentale Improsta, Giuseppe De Mastro dell Università di Bari e Gianluca Carboni dell Agris Sardegna. Il valore nutrizionale delle proteiche da granella MARIA TERESA PACCHIOLI Centro Ricerche Produzioni Animali, Reggio Emilia FABRIZIO RUOZZI Fondazione Crpa Studi e Ricerche Onlus, Reggio Emilia 76 La valutazione nutrizionale ad uso zootecnico di soia, pisello proteico, favino, cece ed erba medica è una delle azioni progetto Rinnova ProVe. I prodotti valutati sono le granelle e le erbe prodotte dalle prove di confronto tra varietà distribuite sul territorio nazionale. In questo articolo vengono riportati i risultati delle analisi chimiche condotte sulle granelle prodotte nella campagna , primo anno di ricerca. Nel caso dei medicai le analisi eseguite sui prodotti dell anno di impianto non forniscono dati indicativi; quindi per questa proteica, notoriamente la maggiore produttrice in termini di quantità di proteina per ettaro tra le colture allo studio, si dovranno attendere i risultati delle campagne successive alla prima. Tab. 1 Progetto Rinnova ProVe: produzioni medie per coltura ottenute nella campagna PRODUZIONE Sostanza secca (t/ha) Proteina greggia (% su s.s.) Proteina per ettaro (t/ha) PISELLO 4,65 21,85 1,02 FAVINO 3,00 27,67 0,83 SOIA 3,16 35,09 1,11 LE PRODUZIONI ETTARIALI Nel rispetto dell obiettivo primario del progetto è stata valutata la quantità di proteina prodotta per specie e, nell ambito di ciascuna specie, la produzione delle diverse varietà nelle differenti zone geografiche di coltivazione. I risultati per soia, pisello e favino, espressi come media di tutte le varietà e tutte le località, sono riportati in tabella 1. Per la campagna 2005/2006 le prove di confronto varietale prevedevano anche la valutazione del cece ad uso zootecnico, ma nell area della Puglia dove era previsto l impianto della prova, a causa del clima avverso, è stato possibile effettuare solo una semina primaverile, anziché invernale. Per ottenere una separazione dei dati medi di produzione e la formazione di gruppi omogenei per produzione (cluster), i risultati forniti dalle singole varietà in ogni località di prova sono stati elaborati tenendo conto dei fattori varietà e zona geografica di coltivazione (test ScottKnott P< 0,05). Dal confronto tra le produzioni delle diverse varietà, per tutte le colture si sono evidenziati gruppi di cultivar con un diverso livello di produzione, sia per quantità di granella, che per tenore proteico. Tuttavia le differenze, anche se statisticamente significative, sono state di entità contenuta quando ci si riferisce alla percentuale di proteina greggia: per la soia si sono ottenuti tre cluster con livelli proteici medi diversi statisticamente tra loro, ma il titolo proteico di tutte le varietà è stato vicino e compreso tra un minimo di 33,25% sulla sostanza secca a un massimo di 37,17%. Per il pisello i gruppi differenti per la proteina sono stati quattro e i valori medi delle varietà sono stati compresi tra un minimo di

9 Tab. 2 Progetto Rinnova ProVe: valore nutrizionale medio delle granelle prodotte nella campagna VALORI NUTRIZIONALI Proteina greggia (% su s.s.) Grasso greggio (% su s.s.) Fibra greggia (% su s.s.) Ceneri (% su s.s.) Estrattivi inazotati (% su s.s.) Amido (% su s.s.) NDF (% su s.s.) ADF (% su s.s.) Calcio (g/kg s.s.) Fosforo (g/kg s.s.) SOIA SEME 35,09 22,97 6,20 5,75 29,99 3,66 19,76 14,19 2,24 6,60 PISELLO 21,85 1,08 6,80 3,18 67,09 52,68 16,52 8,79 0,65 4,53 FAVINO 27,67 0,91 7,20 3,61 60,61 44,62 18,42 12,79 0,95 5,88 CECE 25,10 5,02 4,40 3,60 61,88 47,38 15,32 5,62 1,14 4,99 LEGENDA: NDF = Fibra neutrodetersa, ADF = Fibra acidodetersa 22,95% sulla sostanza secca ed un massimo di 30,50%. Per il favino il titolo proteico ha individuato ben cinque cluster e il valore medio si è posto tra un minimo di 26,10% ed un massimo di 30,02%. La produzione di proteina per ettaro delle singole varietà viene influenzata, come si può ben immaginare, principalmente dalla quantità di sostanza secca prodotta per unità di superficie piuttosto che dal titolo proteico delle granelle. Per proteina prodotta per ettaro le varietà delle singole specie si sono divise in pochi gruppi statisticamente diversi tra loro. Per la soia si sono ottenuti due cluster, che raggruppano ciascuno quindici varietà: nel gruppo più produttivo ci sono le varietà che hanno prodotto più di chilogrammi di proteina per ettaro (valore massimo evidenziato kg/ha), nell altro quelle meno produttive che sono andate da a 978 kg/ha. In ogni caso i valori assoluti delle differenze per i diversi tipi di soia sono stati nettamente inferiori a quelli mostrati dalle varietà di pisello e favino. Anche per il pisello proteico la proteina prodotta per ettaro ha diviso le varietà in due gruppi in cui le quindici varietà in prova si sono ripartite equamente: le varietà più produttive sono risultate sopra i chilogrammi di proteina prodotta per ettaro; le meno produttive sono andate da un massimo di kg/ha a un minimo di 930 chilogrammi. I valori più alti sono stati ottenuti dalle varietà Amical, Attika, Chambord, FDP , Javlò, Pactol, Pepone e Royal. Per il pisello proteico, più che per le altre due specie, ci sono varietà a produzione di granella sovrapponibile, ma con titolo proteico diverso di un paio di punti percentuali.queste differenze apparentemente piccole sono arrivate a determinare quantità di proteina in più o in meno di 80 chilogrammi per ettaro, posizionando le due varietà in classi diverse. Il favino è, tra le tre colture allo studio, quella più variabile in termini di produzione di granella e questo si riflette, ovviamente, anche sul dato della proteina prodotta per ettaro.anche per il favino si sono evidenziati due gruppi a produzione media statisticamente differente, ma al loro interno nettamente meno omogenei rispetto a quelli di soia e pisello. Tra le varietà più produttive compaiono quelle che sono anche le maggiormente coltivate nella pratica: Chiaro e Scuro di Torre Lama, Irena, Lady e Prothabat 69. Nelle diverse aree geografiche si sono registrate differenze sostanziali in termini di produzione di granella per ettaro. Su questo elemento pesa, ovviamente, l andamento climatico. Per potere esprimere considerazioni e indicazioni più precise relativamente all effetto indotto dall area di coltivazione, così come sulla possibile interazione tra varietà e zona geografica, sarà quindi necessario aspettare i risultati produttivi dei tre anni di ricerca. LE CARATTERISTICHE NUTRIZIONALI Tutte le granelle proteiche prodotte nella campagna sono state sottoposte ad un ampio protocollo di analisi per la determinazione del valore nutrizionale. Tale protocollo, così come tutte le attività in corso relative all impiego delle colture in studio in alimentazione animale, è stato impostato e condiviso con un gruppo di esperti di valutazione degli alimenti per le specie zootecniche interessate dal progetto Rinnova ProVe (bovini e ovini). Fanno parte di questo gruppo, coordinato dal Crpa, i professori Paolo Bani, Antonello Cannas, 78

10 Matteo Crovetto, Andrea Formigoni e Afro Quarantelli, i quali operano a stretto contatto anche con i partner di progetto che esprimono la parte dell industria mangimistica, cioè i Consorzi agrari di Reggio Emilia, Parma e Piacenza. I risultati esposti in tabella 2 rappresentano il dato medio di tutte le varietà in tutte le località di prova. Oltre alle analisi di cartellino e al calcolo degli estrattivi inazotati, sono stati deerminati l amido; la frazione della fibra neutro detersa (NDF), la quale esprime i carboidrati della parete cellulare nel loro complesso (cellulosa, emicellulosa e lignina), compresi buona parte dei carboidrati complessi, quali glucani, gomme non propriamente di struttura e minerali poco solubili; infine, la frazione della fibra acido detersa (ADF), cioè l NDF sottoposta ad attacco acido, da cui residuano cellulosa, lignina e silice. Tra le granelle analizzate la soia è senza dubbio la più proteica, anche se il dato medio del 35% sulla sostanza secca individuato è risultato inferiore ai dati riportati dalla letteratura soprattutto sulla soia di importazione, la quale si attesta su valori prossimi al 40%. L apporto lipidico delle granelle di soia prodotte nella prima annualità di Rinnova ProVe è stato del 23%; in questo caso il dato è stato superiore a quelli medi di letteratura, che arrivano in genere al 20%. La componente di parete cellulare è risultata la più alta tra le granelle analizzate, in particolare l ADF. Pisello, favino e cece sono caratterizzati da un elevato quantitativo di amido, quindi sono granelle che forniscono, oltre a proteina, anche energia da carboidrati; nella soia, invece, la fonte energetica principale è rappresentata dai lipidi. Queste differenze tra le granelle sono ben evidenti se viene riportato il contenuto di amido, mentre appare meno marcato dal calcolo degli estrattivi inazotati. GLI SVILUPPI FUTURI Il lavoro di valutazione dei prodotti di Rinnova ProVe ai fini dell impiego zootecnico è ancora in pieno svolgimento: per quello che riguarda le granelle si è implementata una prima serie di calibrazioni per apparecchi NIR per ottenere analisi rapide e a basso costo, così da favorire la diffusione e l utilizzazione di queste materie prime. Sono inoltre in corso valutazioni relative alla digeribilità e alla degradabilità delle granelle, sia crude che sottoposte ai trattamenti industriali (termici e/o meccanici), ai fini di produrre informazioni complete ed utili anche per l industria mangimistica. In questo ambito, importante sarà la determinazione dei tipi e dei livelli dei fattori antinutrizionali eventualmente presenti nelle granelle.

11 Pisello proteico, prosegue la ricerca di nuove varietà MARIO DI CANDILO BRUNO PARISI PAOLO RANALLI CRA CIN Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura, Centro di Ricerca per le Colture Industriali Contrariamente a quanto è avvenuto nei Paesi del Nord Europa,in Italia la coltura del pisello proteico stenta a decollare. Le motivazioni della sua mancata affermazione sono essenzialmente di ordine economico. Di fatto, le rese della coltivazione sono spesso influenzate in misura rilevante dalla variabilità climatica, per insufficiente resistenza della pianta alle basse temperature, che non le consente di superare i rigori invernali, o per eccessiva durata del ciclo biologico, che non le permette di sfuggire alla siccità della tarda primavera o, ancora,per mancanza di resistenze genetiche ai principali patogeni.questa inadeguatezza della pianta ai nostri ambienti è dovuta principalmente al fatto che quasi tutte le varietà in commercio sono state costituite in Paesi d oltralpe, dove le condizioni climatiche sono profondamente diverse dalle nostre. Per una maggiore competitività della coltura occorre aumentare la produttività attraverso la costituzione di varietà più idonee ai nostri ambienti. In tale contesto, nel 2006 il CRACIN ha avviato un programma di ricerca per la costituzione di nuove Graf. 1 Pisello protetico: resa in granella dei genotipi più produttivi. cultivar di pisello proteico. Il programma, finanziato dalla Regione EmiliaRomagna, è collegato al progetto interregionale Azioni di innovazione e ricerca a supporto del piano Proteine vegetali, di cui è capofila la stessa Regione. L attività di breeding mira all ottenimento di genotipi idonei per semine anticipate. Ciò, per favorire la conclusione del ciclo del pisello a fine maggio, ovvero prima del caldo estivo. Inoltre, con il ciclo anticipato la radiazione intercettata è maggiore, il rapporto radiazione/temperatura aumenta e la bassa temperatura allunga il periodo dell ingrossamento dei semi; in sostanza, la maggiore quantità di radiazioni intercettata innalza la quantità di fotosintati che si accumula nel seme. La fioritura anticipata consente, nello stesso tempo, di ridurre i rischi di stress da alta temperatura e da ridotta umidità del suolo; da un altro lato, però, la semina autunnale (necessaria a conseguire una fioritura precoce) espone le piante al rischio di basse temperature e di malattie che colpiscono principalmente l apparato aereo, particolarmente aggressive sulle piante sofferenti per stress termico (antracnosi e fusariosi). La disponibilità di cultivar adatte alle semine anticipate risulta strategica per avere produzioni più alte e stabili. Ciò, sia per le aree meridionali (per l opportunità che la coltura ha di fruire delle piogge, più abbondanti in questo periodo), sia per le aree settentrionali (per la maggiore possibilità di praticare colture in secondo ciclo, concludendosi già in maggio la raccolta del pisello). 80 granella (t/ha) OBIETTIVI DEL PROGRAMMA Il programma di ricerca si articola nei seguenti obbiettivi: valutazione delle linee già costituite, in fase di avanzata selezione. Le nuove linee, fornite di caratteri utili, sono validate in prove di campo per completare i test produttivi; sviluppo di nuovo germoplasma con resistenza a stress biotici ed abiotici. Saranno ampliate le popolazioni di base con caratteri agronomici utili (resistenza/tolleranza a stress biotici e abiotici, elevata resa, contenuto di proteine della granel

12 la, stabilità di produzione) per nuovi programmi di miglioramento genetico; promozione di professionalità nel gruppo impegnato nel miglioramento varietale; registrazione e rilascio di nuove varietà per la diffusione commerciale. Ed ecco di seguito una sintesi delle attività svolte e in svolgimento. Resistenza/tolleranza a basse temperature. Tale carattere è stato derivato da accessioni di Austria Winter, Frisson e Colvert, incrociate con germoplasma di nostra costituzione. Le progenie segreganti vengono selezionate in campo ed in ambiente controllato; quest ultimo approccio si basa sul rilievo di parametri fisiologici (o biochimici) indicatori della risposta della pianta a condizioni di stress simulato e strettamente associati con il comportamento della pianta in campo. In campo, alle piante viene attribuito un punteggio in base al danno provocato da stress termico e la tolleranza a basse temperature viene valutata in base alla capacità di ripresa vegetativa ed alla percentuale di sopravvivenza. Tolleranza a fitopatie fungine. Il miglioramento della tolleranza ai tre funghi ritenuti prioritari nel programma (Fusarium oxysporum f.s. pisi, Micosphaerella pinodes e Erisyphe pisi) è stato realizzato, fino ad oggi, con strategie di breeding basate sull identificazione e sul trasferimento dei geni che conferiscono la resistenza della pianta, sullo studio delle condizioni epidemiologiche dei patogeni, sull applicazione di appropriati criteri di inoculo (modalità e dose dell inoculo, stadio vegetativo dell ospite) e di valutazione delle reazioni dell ospite. I test di resistenza vengono condotti in campo (piante allevate su terreno naturalmente infetto dai tre patogeni) e in ambiente controllato (piante sottoposte a inoculazione meccanica). L inoculo controllato viene effettuato in serra con temperatura oscillante tra 18 e 22 C. Caratteri della pianta. La selezione interessa l abito di sviluppo della pianta, il portamento della canopy, la resistenza all allettamento, la struttura dell apparato fogliare (convenzionale, afila, semiafila), la tipologia e pezzatura della granella, la fertilità della pianta e del baccello. Le progenie ottenute dagli incroci vengono selezionate secondo due procedure: metodo della discendenza da singolo seme (single seed descent) e metodo genealogico modificato, con valutazione precoce della produzione in F3. Si opera in campo e in serra per accelerare l avanzamento della selezione; l ambiente controllato è utilizzato per generazioni fuori stagione e per la selezione dei caratteri meno influenzati dalle condizioni di coltura (resistenza

13 Tab.1 Pisello proteico: caratteristiche morfobiometriche delle linee. GENOTIPI 16/82 16/11 16/97 19/61 10/73 12/21 2/12 7/42 10/22 13/34 Hardy Sydney Corallo Media di campo ALTEZZA PIANTA (cm) INSERZ. PRIMI BACCELLI (cm) 58,8 57,5 67,8 66,3 64,5 51,7 62,8 73,3 56,3 58,0 54,3 47,8 52,2 63,1 BACCELLI /PIANTA (n) 12,5 10,0 9,8 9,0 9,5 10,0 8,0 8,5 9,0 10,2 8,1 1,9 9,0 8,7 SEMI/BACCELLO (n) 3,4 4,1 3,5 3,7 2,9 3,2 4,4 3,8 3,4 3,6 4,0 3,5 5,4 3,6 PESO SEMI (g) alle malattie, alle basse temperature, caratteristiche della granella). Validazione dei materiali già costituiti. I materiali man mano selezionati vengono valutati attraverso prove di campo con metodologia sperimentale largamente accettata. I principali parametri considerati sono il portamento e la struttura delle piante, la tolleranza a stress biotici e abiotici, i caratteri componenti la produzione, la resa in granella e la stabilità di comportamento. PRIMI RISULTATI Fra i nuovi materiali valutati nel biennio si sono particolarmente distinte 10 linee, con produzioni di granella superiori alle 6 tonnellate/ettaro, sensibilmente superiori ai testimoni. I genotipi più promettenti si contraddistinguono per tipologia fogliare per lo più afila o semiafila, per l altezza delle piante spesso superiore ai 120 centimetri, per l elevato numero di baccelli/pianta e buona fertilità dello stesso baccello, nonché per dimensioni della granella (almeno 7 linee hanno fornito valori compresi fra 230 e 300 grammi/1.000 semi). Con riferimento allo sviluppo di nuovo germoplasma con caratteri utili, sono state ottenute 12 nuove linee dotate di buona resistenza ad oidio (Erisyphe pisi) per le quali nel verranno avviate le valutazioni produttive. Sempre nel si prevede di continuare la valutazione per la resistenza all oidio in linee e cultivar introdotte da diversi Paesi esteri e potenzialmente utilizzabili come sorgenti di resistenza. PARMIGIANO: VERSO UN ACCORDO DI FILIERA PER MANGIMI OGMFREE ParmigianoReggiano: verso un accordo di filiera per la fornitura di mangimi ogm free per l alimentazione delle vacche da latte. È quanto emerso in un incontro promosso dalla Regione EmiliaRomagna, al quale hanno partecipato le organizzazioni regionali dei produttori di cereali, di foraggio e di latte, nonché le associazioni agricole e cooperative. L assessore regionale all Agricoltura, Tiberio Rabboni, ha proposto di lavorare alla definizione entro la prossima primavera di un accordo tra tutte le parti in causa, assistito tecnicamente e finanziariamente, in fase di avvio, dalle risorse regionali. «La riunione ha dichiarato Rabboni ha evidenziato una pluralità di possibilità di approvvigionamento: dalla soia italiana coltivabile in regione e fuori regione, a quella d importazione certificata Ogm free, dall erba medica di alta qualità ad altre fonti proteiche, quali favino e pisello. Su questa base si può evitare la dipendenza da fornitori monopolisti e avere razioni alimentari equilibrate ed economicamente sostenibili». «L accordo ha concluso l assessore dovrà essere scritto dalle imprese affinché, ciascuno e tutti trovino le giuste e necessarie convenienze. Per quel che ci riguarda mettiamo a disposizione gli studi del Crpa, il progetto regionale Soia Ogm free che assicura la disponibilità costante di sementi certificate, gli strumenti normativi che regolano gli accordi interprofessionali e le risorse economiche previste dal nuovo Programma regionale di sviluppo rurale». 82

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