CONTROLLO SANITARIO DEGLI ANIMALI SELVATICI

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1 CONTROLLO SANITARIO DEGLI ANIMALI SELVATICI Il monitoraggio e controllo degli agenti patogeni diffusi nella fauna selvatica è una attività considerata, da alcuni anni, di rilevante importanza per l impatto che alcune malattie infettive diffuse anche nelle specie selvatiche hanno sulla salute umana, sulla salute degli animali allevati, sulle produzioni del settore primario e sulla salute delle popolazioni selvatiche stesse. Risulta pertanto necessario, in relazione alle ricadute che il controllo sanitario della fauna selvatica può avere nell UE, che venga progressivamente avviata nel contesto internazionale una strategia di intervento che consenta di controllare uniformemente la diffusione di alcune infezioni nei selvatici e che permetta di elaborare quadri epidemiologici indipendenti dai confini regionali o nazionali. La Regione Piemonte realizza da tempo, in relazione alle esigenze di tutelare la sanità pubblica ed il patrimonio zootecnico regionale, un piano regionale di controllo sanitario della fauna selvatica. Il programma regionale è stato avviato con la finalità di disporre di una sorveglianza costante per verificare la presenza e diffusione delle infezioni che possono essere trasmesse con le carni di selvaggina (obiettivo previsto dal DPR 67 del 17/1/96), per il controllo delle zoonosi trasmesse direttamente all uomo dai selvatici (nel quadro degli interventi di protezione delle zoonosi indicati dalla UE), per la tutela del patrimonio zootecnico e per la tutela delle popolazioni selvatiche presenti nel territorio regionale. Pertanto ogni anno la Direzione Sanità della Regione Piemonte dispone un programma di controllo per valutare lo stato sanitario della selvaggina e prevenire la diffusione di malattie pericolose per l uomo e per gli animali, domestici e selvatici. La regione individua i pericoli da controllare in base alle informazioni epidemiologiche a disposizione ed alle priorità stabilite, definisce i compiti e le attività da svolgere, favorisce la collaborazione tra Enti e la reciproca informazione e diffonde i risultati. TAB. 1 - Piano regionale di controllo sanitario della fauna selvatica Numero di controlli eseguiti Anno N. totale campioni 99 - ' ' ' ' Per la realizzazione del programma sono coinvolti, ciascuno per i propri compiti, differenti attori: a) i Servizi Veterinari di Sanità animale delle ASL che eseguono i prelievi, inviano i campioni al laboratorio, interpretano gli esiti e monitorano l andamento delle malattie sul territorio. Presso ciascuna ASL è inoltre presente un medico veterinario referente per questo specifico settore che coordina l attività svolta presso la propria ASL e verifica la corretta realizzazione del piano; b) gli Enti Parco, i Comprensori Alpini (CA), gli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC), gli operatori faunistico-venatori e le associazioni venatorie che, per la loro conoscenza del territorio, forniscono un indispensabile supporto alla attività di controllo svolta dai Servizi Veterinari, anche attraverso l esecuzione di prelievi su animali cacciati o rinvenuti morti. Tutte le attività di prelievo sono coordinate dal Servizio Veterinario della ASL territorialmente competente che, in base alle priorità stabilite dal Piano regionale ed alle esigenze locali di accertare la presenza di una o più patologie sul territorio, fornisce le opportune istruzioni agli operatori sulla tipologia e sul numero di animali da sottoporre a campionamento; c) i laboratori dell IZS del Piemonte, Liguria e Valle d Aosta che effettuano tutti gli approfondimenti diagnostici necessari; d) la Regione Piemonte che monitora la realizzazione del piano e pubblica i risultati. Nonostante il coinvolgimento di CA, ATC, Parchi, per il tramite del Settore caccia e pesca dell Assessorato all agricoltura, e la collaborazione di alcuni operatori faunistico-venatori e dei cacciatori, risulta spesso difficoltoso raccogliere informazioni relative alle dimensioni delle popolazioni selvatiche che insistono su di un territorio, al loro spostamento nelle diverse aree della regione ed alla diffusione di malattie in specifiche aree. Non disponendo di puntuali informazioni è inoltre difficoltoso programmare e ottenere una distribuzione dei campioni che risponda alle esigenze di controllo su base campionaria e molto spesso si effettuano accertamenti non mirati volti ad ottenere una valutazione generica dello stato di salute delle popolazioni selvatiche nei confronti di alcune determinate patologie. E auspicabile un maggior coordinamento tra le diverse attività condotte in regione per il controllo della fauna selvatica (Assessorato regionale sanità, Assessorato agricoltura, IZS, Università) per poter disporre di maggiori informazioni, riuscire a effettuare analisi epidemiologiche più complete e approfondite ed avere un quadro più dettagliato dello stato di salute della fauna selvatica regionale. 145

2 L attività di controllo, condotta prevalentemente dai Servizi Veterinari delle ASL, a cui si deve aggiungere una quota di campioni pervenuta direttamente agli IZS senza transitare dalle ASL, ha rispecchiato la media di campioni raccolti negli ultimi anni, con una lieve diminuzione nelle province di Torino e Biella ed un aumento di attività nelle altre province (cfr. tabella 1, grafico 1 e tabella 2, grafico 2). TAB. 2 - PIANO REGIONALE DI CONTROLLO SANITARIO DELLA FAUNA SELVATICA RIEPILOGO PER PROVINCIA (27) Totale Province Cinghiali Ruminanti Lepri Volpi Volatili 27 Totale 26 TO VC BI NO VB CN AT AL TOTALE Numero campioni Campioni piano selvatici 99 - ' '1 1 '2 2 ' Anno % animali controllati % controlli Grafico 1 Numero campioni piano selvatici Anni Grafico 2 Percentuale di animali controllati nelle province piemontesi. Brucellosi nei ruminanti selvatici Considerata l importanza che ha il controllo della brucellosi nelle specie domestiche e selvatiche del territorio regionale, il monitoraggio dell infezione nei ruminanti selvatici condotto nel 27 ha rispecchiato l attività condotta nel 26 in termini di numero di controlli eseguiti. Anche i risultati sono pressoché sovrapponibili. 627 animali sono stati sottoposti a controllo (211 in provincia di Torino, 34 in provincia di Cuneo e i restanti 76 nelle altre province) (cfr. grafico 3) con il rilievo di 1 positività sierologiche. Nessun campione sottoposto ad accertamento batteriologico ha dato esito positivo. La sporadicità dei riscontri positivi fa pensare alla presenza di infezioni non in grado di influire sulla sanità degli allevamenti. Brucellosi nei suidi selvatici Il numero di cinghiali sottoposti a controllo per brucellosi è rilevante e pari a 1.556, molti dei quali raccolti da attività condotte nelle ASL 5, 6 e 18 (cfr. grafico 4). Le positività batteriologiche rilevate sono state, come negli anni passati, riferibili a Brucella suis, batterio raramente patogeno per l uomo e considerato a basso rischio di trasmissione per gli allevamenti di suini del Piemonte, che in relazione alle loro caratteristiche strutturali, non consentono un contatto diretto o indiretto tra animali allevati e selvatici. Importante è stato il rilievo di 2 cinghiali positivi per B. melitensis biotipo 3 (isolati rispettivamente da milza e utero), rilevati dall ASL 6 nel Parco Regionale della Mandria, area confinata e delimitata rispetto al restante territorio, in cui sono presenti alcune mandrie ed in cui deve pertanto essere mantenuto elevato il livello di attenzione per l elevata pericolosità che questa specie di brucella ha per gli allevamenti di ovi-caprini e bovini e per l uomo. L infezione, generalmente autolimitante nei cinghiali, deve essere un elemento da tenere in considerazione nell ambito delle valutazioni epidemiologiche dei piani di eradicazione della brucellosi bovina e ovi-caprina, e deve pertanto essere mantenuta in particolare nelle zone di pascolo in cui si registra promiscuità tra selvatici e domestici. 146

3 Controlli per brucellosi sui ruminanti selvatici Controlli Grafico 3 Controlli per brucellosi sui ruminanti selvatici. Micobatteriosi nei cinghiali Lo studio, avviato già da alcuni anni dall IZS di Torino, sulla micobatteriosi nei cinghiali è proseguito nel corso del 27 ed ha consentito di rilevare 2 riscontri positivi per avium (Comune di Candelo BI - e ATCCN1 Fossano). In 9 controlli si è invece rilevata positività per micobatteri differenti dal tb complex (cfr. tabella 3). Come nel 26 nessun ceppo di M.bovis è stato isolato dalle analisi condotte sui cinghiali che sono considerati come animali indicatori della presenza dell infezione nel bovino, come hanno dimostrato le ricerche eseguite dall IZS con tecniche di iologia molecolare con cui si sono verificate analogie tra i ceppi isolati nei cinghiali e nei bovini (cfr. relazione 25). Peste suina classica e malattia vescicolare Il controllo della peste suina classica e della malattia vescicolare nei suidi selvatici, previsto dal codice internazionale per la sicurezza sanitaria degli animali e dei prodotti commercializzati, risulta una azione di controllo che fornisce una maggiore garanzia dello stato di salute degli animali allevati Brucellosi Trichinellos i Controlli sui cinghiali PSC Tubercolosi MVS Tb (es batt) Esami Grafico 4 Controlli sui cinghiali. Il monitoraggio su cinghiali eseguito in Piemonte ha visto il controllo sierologico di 286 campioni per MVS e 488 per PSC. Tutti i campioni hanno dato esito negativo. Trichinellosi La trichellosi è indicata dal comitato scientifico per le misure veterinarie in relazione alla sanità pubblica e dalla Direttiva 99/3 come una zoonosi (insieme a brucellosi, campilobatteriosi, echinococcosi, listeriosi, salmonellosi, tubercolosi da M. bovis, infezioni da E. coli) da sottoporre obbligatoriamente a sorveglianza in tutti i Pesi Membri. La trichinellosi è una zoonosi ancora presente in Europa, diffusa nelle popolazioni di selvatici di alcuni Stati, anche se la maggior parte degli episodi di zoonosi sono da riferirsi al consumo di carne di cavallo e di suini proveniente da Paesi Terzi. E pertanto necessario che in tutto il territorio Europeo venga svolta una attenta attività di sorveglianza che consenta di verificare la situazione epidemiologica dei diversi territori e consenta di valutare il rischio per ciascuno Stato Membro. Le modalità di controllo della parassitosi sono individuate dal Regolamento 275/5 che definisce le norme specifiche TAB. 3 - MICOBATTERIOSI NEI CINGHIALI ATTIVITA 27 ATTIVITA DI PROVENIENZA Esame Non MYCOBACTERIUM NEGATIVO M. AVIUM Eseguibile SPP TOTALE AFV BORGO D`ALE C/O MARCHETTI STEFANO 2 2 ATCAT2 - SUD TANARO ATCCN1 - CUNEO-FOSSANO ATCCN3 - ROERO 1 1 ATCNO2 - SESIA ATCVC1 - PIANURA VERCELLESE NORD 1 1 CABI1 - ALTE VALLI BIELLESI 1 1 CACN5 - VALLI GESSO VERMENAGNA E PESIO 2 2 CACN6 - VALLI MONREGALESI CANDELO - TERRITORIO COMUNALE 1 1 CASALBORGONE - TERRITORIO COMUNALE 3 3 CASTAGNETO PO - TERRITORIO COMUNALE 2 2 CATO1 V.LE PELLICE, CHISONE E GERMANASCA 3 3 IVREA - TERRITORIO COMUNALE MOTTALCIATA - TERRITORIO COMUNALE 1 1 TORINO - TERRITORIO PROVINCIALE 2 2 VERBANIA - TERRITORIO COMUNALE 1 1 VERRUA SAVOIA - TERRITORIO COMUNALE 1 1 TOTALE

4 applicabili ai controlli ufficiali per escludere la presenza di Trichinella nelle carni. Il provvedimento comunitario, che individua obblighi specifici finalizzati a controllare e ridurre il livello di contaminazione da trichinella nelle carni, individua la possibilità di riconoscere singole aziende o interi territori esenti dalla parassitosi, con la possibilità di ridurre in tali zone il livello di controllo previsto. L EFSA, con il parere EFSA-Q-25-1, ha tuttavia suggerito di prestare particolare attenzione alla attribuzione di indennità territoriali, in considerazione del fatto che non vi sono misure di prevenzione per la trichinellosi nei selvatici e non si hanno al momento informazioni dettagliate sulla diffusione della trichinella nelle diverse aree della UE. Ha pertanto indicato come più opportuno il metodo di certificazione delle singole aziende come esenti dal parassita. Tra i requisiti previsti per l assegnazione della qualifica sanitaria alle aziende suinicole, oltre alle misure di controllo sul 1% di suini da ingrasso e su tutti i riproduttori macellati ed alle ispezioni per verificare il rispetto dei requisiti strutturali e gestionali, è previsto il mantenimento di un costante monitoraggio della fauna selvatica per escludere la presenza del parassita negli animali indicatori (volpi e cinghiali). I risultati del piano di monitoraggio dei selvatici forniscono pertanto il supporto per le valutazioni del rischio a livello locale, in particolare per quegli specifici allevamenti che non forniscono garanzie di biosicurezza adeguate. A seguito delle indicazioni comunitarie e dell EFSA e della necessità di disporre delle adeguate informazioni per poter attribuire le certificazioni sanitarie, il monitoraggio della parassitosi nella fauna selvatica è stato esteso, a partire da novembre 26, anche al controllo delle volpi e l entità dei controlli, tutti con esito negativo, condotti nel periodo è risultato sufficiente e tale da riuscire a rilevare una prevalenza inferiore a 1% (LC 95%) in ciascun anno considerato, così come indicato nei requisiti comunitari (cfr. tabella 4). Chronic Wasting Disease (CWD) La Commissione Europea ha disposto con Dec. 27/182/CE del 19/3/7 la realizzazione di un piano di sorveglianza con l obiettivo di identificare la presenza, negli Stati Membri, della malattia del deperimento cronico del cervo, una patologia appartenente al gruppo delle encefalopatie spongiformi che è stata segnalata nel continente americano. La malattia, che si manifesta con dimagramento, cambiamenti comportamentali e altri sintomi aspecifici (scialorrea, tremori, polmonite ab ingestis, polidispia e poliuria, movimenti ripetitivi e ipereccitabilità) determina il decesso dei soggetti colpiti. L indagine condotta in Italia ha previsto la realizzazione di 6 campioni (4 per il Piemonte) di obex e linfonodi retrofaringei prelevati da cervi, di preferenza maschi e di età superiore ai 18 mesi. L attività di controllo effettuata in Piemonte nel corso delle stagioni di caccia 26 e 27 ha permesso di sottoporre a controllo 71 animali non rilevando alcun esito di positività (cfr. tabella 5). Sarà compito dell EFSA valutare i risultati ottenuti dall attività condotta nell intero territorio comunitario e verificare il rischio di diffusione della malattia tra le popolazioni di selvatici e di trasmissione all uomo. TAB. 4 - ANIMALI TESTATI PER TRICHINELLA ANNI TOTALE ANIMALI TESTATI (campioni inviati dalle ASL o pervenuti direttamente all'izs) ASL Cinghiali Altri animali selvatici / / TOT TAB. 5 - CWD - anno 27 ASL N. campioni TOT

5 Tularemia In Piemonte è stato avviato nel settembre 25, a seguito di alcune positività rilevate in lepri importate dall Ungheria e destinate ad essere immesse nel territorio regionale a scopo di ripopolamento, un programma di controllo della tularemia per escludere la presenza dell infezione nel territorio regionale. La tularemia è una patologia che colpisce prevalentemente i lagomorfi ed i roditori in cui si manifesta clinicamente con un quadro generico di anoressia, abbattimento, debolezza e generalmente esito letale. I controlli previsti per il piano regionale erano rappresentati da lepri e conigli selvatici (animali rinvenuti morti o catturati / cacciati facilmente, con evidenti sintomi di abbattimento, debolezza muscolare, apatia) e micromammiferi e roditori rinvenuti morti in ambiente silvestre. Considerato inoltre che un importante serbatoio dell infezione è rappresentato dalle zecche che possono trasmettere la malattia agli animali domestici (specialmente agli ovini) e pertanto costituiscono un importante elemento per verificare la presenza di Francisella nel territorio, è stato effettuato anche il controllo degli ovini che praticano il pascolo vagante, su una percentuale di animali sufficiente a escludere la presenza della malattia con un livello di prevalenza apparente del 5%. I controlli sierologici sono stati effettuati dal laboratorio sui campioni prelevati nell ambito del piano di controllo della brucellosi e pertanto non è stato necessario sottoporre le greggi e gli allevamenti ovini a specifico campionamento. Per non compromettere la corretta realizzazione del piano con l introduzione di lepri infette originarie da territori in cui la malattia è dimostratamene presente o da territori la cui situazione sanitaria non è nota, la Giunta Regionale ha disposto, con delibera del 7/11/5 e con delibera del 22/5/6, la sospensione temporanea per un periodo di 2 anni e 5 mesi dell introduzione a scopo di ripopolamento di esemplari di lepre di origine extraregionale. L attività di controllo è stata coordinata dai Servizi Veterinari delle ASL ed ha permesso il controllo sierologico di 926 lepri cacciate e batteriologico di 223 lepri rinvenute morte o moribonde. Sono inoltre stati sottoposti ad accertamenti diagnostici 54 altri roditori e 1.22 ovini. Tutti gli animali controllati sono risultati negativi alle indagini di laboratorio. Alla luce delle indagini condotte la Regione Piemonte può dimostrare l assenza della malattia e dichiarare il territorio libero dall infezione, sulla base dei requisiti richiesti dall OIE. Il mantenimento dello stato sanitario territoriale dovrà essere garantito nei prossimi anni attraverso una regolare sorveglianza sugli animali indicatori (lepri cacciate o rinvenute morte, e altri roditori rinvenuti morti) e precise garanzie che gli animali vivi introdotti nel territorio provengano da aree indenni. Per le suddette ragioni sarebbe opportuno disporre il divieto di introduzione di animali originari di zone in cui la malattia non è dimostratamente assente. Brucellosi e EBHS nelle lepri L attività di controllo della brucellosi nelle lepri, malattia rilevata frequentemente negli anni passati, non ha fornito nel 26 e nel 27 alcun riscontro positivo, mentre sono costantemente rilevati capi infetti dalla sindrome della lepre bruna europea (EBHS). L EBHS è una malattia virale altamente contagiosa e presente in forma endemica in tutto il territorio italiano e in gran parte dei Paesi europei (cfr. grafico 5). Controlli sulle lepri Lepri controllate Brucellosi Tularemia EBHS Grafico 5 Controlli sulle lepri Influenza aviare In relazione alla attività prevista dalla Commissione Europea per la sorveglianza attiva e passiva dell avifauna selvatica finalizzata all individuazione precoce della circolazione del virus H5N1 ad alta patogenicità nelle popolazioni selvatiche presenti nel territorio regionale e verificare i ceppi a bassa patogenicità circolanti, la regione Piemonte ha effettuato 448 controlli, sufficienti ad evidenziare una prevalenza dell infezione del 1,5% con LC 95%, come previsto dal piano nazionale (cfr. tabella 6 e grafico 6). Controlli sull'avifauna Volatili controllati Influenza aviare Newcastle West Nile Grafico 6 Controlli sull avifauna (compresi i selvatici allevati) 149

6 TAB. 6 - PIANO SELVATICI 27 NUMERO ANIMALI CONTROLLATI PER INFLUENZA AVIARIA ASL Selvatici N. controlli virologici N. controlli sierologici TOTALI Al fine di facilitare l attività dei Servizi Veterinari delle ASL e degli Enti del settore faunistico e venatorio, la Regione Piemonte ha fornito un documento, pubblicato anche sul sito regionale, riportante le descrizioni delle specie che devono essere sottoposte al monitoraggio per influenza aviaria, secondo le indicazioni fornite dalla Commissione Europea, integrate con i dati riferiti alla presenza ed alla distribuzione nel territorio regionale. Rabbia Nell ambito dei controlli regionali si è mantenuto un controllo sulle volpi per escludere la presenza della rabbia nel ciclo silvestre (cfr. tabella 7). Da molti anni non si registrano casi di rabbia in Piemonte, ma in relazione alla gravità dell infezione ed al costante rischio di introduzione di animali infetti a seguito dei viaggiatori provenienti da territori in cui la malattia è endemica, è opportuno mantenere un livello di sorveglianza. TAB. 7 - CONTROLLI PER LA RABBIA SUGLI ANIMALI SELVATICI animali selvatici REGIONE PROVINCIA VOLPE IFD Alessandria 6 Asti Biella 7 Cuneo 126 PIEMONTE Novara 15 Torino 98 Verbano-Cusio- Ossola 7 Vercelli 2 totale complessivo

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