MALATTIE DEI SUINI SOGGETTE A CONTROLLO MALATTIA VESCICOLARE DEI SUINI (MVS) TAB. 3 MALATTIA VESCICOLARE SUINA CONTROLLI IN STALLE DI SOSTA

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1 MALATTIE DEI SUINI SOGGETTE A CONTROLLO In Italia il 2007 verrà certamente ricordato dagli addetti al settore suinicolo come uno degli anni peggiori degli ultimi decenni sotto l aspetto economico, senza sottovalutare l impatto di problemi sanitari ancora molto rilevanti. L andamento dei prezzi di vendita dei suini si è mantenuto costantemente su livelli bassi in tutti i dodici mesi, sia per i lattoni da ristallo sia per i maiali da macello. Per contro si è verificato un forte aumento dei costi di produzione, indotto dall aumento del prezzo sia delle fonti energetiche sia delle materie prime, in particolare dei cereali, e di conseguenza dei mangimi. Tale contingenza ha inciso in modo ancora maggiore in Piemonte rispetto ad altre regioni: l assenza sul territorio di grandi impianti di macellazione e centri di produzione mangimistica penalizza gli allevatori piemontesi, che si sono trovati a fronteggiare il rialzo dei costi di trasporto. La non facile situazione economica di molte aziende ha sovente ricadute anche sull aspetto sanitario, con una minor propensione dell allevatore a fare investimenti, a dispetto della loro riconosciuta evidenza di efficacia nella prevenzione e nel controllo delle malattie epidemiche. Nella regione Piemonte non si sono registrati nel corso dell anno particolari eventi o episodi di malattie infettive soggette a denuncia. A far tenere il fiato sospeso ed a richiedere un costante stato di allerta è stata la persistente presenza della Malattia Vescicolare da Enterovirus (MVS) in altre regioni con le quali gli allevamenti piemontesi mantengono intensi rapporti commerciali. Nella sola Lombardia fra novembre 2006 e ottobre 2007 sono stati notificati 53 focolai di MVS la cui estinzione ha reso necessario abbattere oltre capi. Solo una intensa ed assidua azione di controllo e sorveglianza da parte dei Servizi Veterinari ed una maggior attenzione degli allevatori al rispetto delle norme di profilassi diretta hanno permesso di ridurre al minimo il rischio di introduzione della MVS a salvaguardia del patrimonio zootecnico e dell indotto produttivo ad esso collegato. MALATTIA VESCICOLARE DEI SUINI (MVS) La situazione epidemiologica nel 2007 per quanto concerne la MVS è stata caratterizzata dall insorgenza periodica di focolai sia nel Sud sia nel Nord Italia, a testimonianza di una preoccupante circolazione del virus nella popolazione suina. Il rischio di introduzione della malattia vescicolare nel territorio regionale, alla luce della situazione epidemiologica nazionale, è stato giudicato assai elevato. Si è resa pertanto necessaria un attività integrativa a quanto previsto dalla normale attività di sorveglianza della malattia. Il piano nazionale di eradicazione e di sorveglianza della malattia vescicolare e di sorveglianza della peste suina classica, a carattere obbligatorio (O.M. 26/07/2001), prevede l esecuzione di controlli secondo diverse modalità in relazione allo stato di accreditamento e alla tipologia degli allevamenti. Oltre alle aziende con riproduttori, sia a ciclo aperto sia a ciclo chiuso, come disposto dalla normativa vigente (cfr. tabella 1), sono stati sottoposti ad accertamento sierologico 189 allevamenti esclusivamente da ingrasso e 22 partite di suini introdotte da altri Paesi (cfr. tabella 2). Nelle stalle di sosta dei commercianti, punto cruciale della profilassi di questa malattia, i controlli sono stati effettuati con la periodicità e le modalità prescritte senza rilevare alcun indizio o sospetto della presenza di infezione (cfr. tabella 3). Complessivamente il numero di campioni di sangue prelevato è salito dai dell anno precedente ad oltre , con ben 1239 visite in allevamento (cfr. tabella 4), a testimonianza di una azione di prevenzione più capillare e mirata verso le partite di suini di nuova introduzione provenienti da zone a rischio. TAB. 3 MALATTIA VESCICOLARE SUINA CONTROLLI IN STALLE DI SOSTA FECI CONTROLLI SIEROLOGICI Invii / / TOT

2 TAB. 1 - MALATTIA VESCICOLARE SUINA PIANO 01/01/ /12/2007 CICLO CHIUSO CICLO APERTO / / TOT Frequenza controlli prevista dal piano regionale: semestrale (per ciclo aperto e ciclo chiuso) a consistenza > 4 capi. TAB. 2 - MALATTIA VESCICOLARE SUINA ALTRI CONTROLLI TAB. 4 - MALATTIA VESCICOLARE SUINA RIEPILOGO GENERALE INGRASSO IMPORT ACCESSI CAMPIONI Partite / / TOT / / TOT a consistenza > 4 capi. 114

3 PESTE SUINA CLASSICA (PSC) Considerato che la regione Piemonte, come il resto dell Italia continentale, risulta indenne dalla peste suina classica (PSC) e che sussiste il divieto di trasferimento di suidi vivi, delle loro carni e dei prodotti da essi derivati dalla Sardegna, isola ove la malattia è ancora presente, si ritiene che il rischio di introduzione dell infezione nel territorio piemontese sia da considerarsi basso. Il piano di monitoraggio della PSC è stato attuato, come di consueto, contestualmente a quello previsto per la MVS, utilizzando i campioni prelevati per questa finalità ed effettuando un controllo annuale (cfr. tabella 5). TAB. 5 - PESTE SUINA CLASSICA PIANO 01/01/ /12/2007 CICLO CHIUSO CICLO APERTO INGRASSO STALLE DI SOSTA / / TOT Frequenza controlli prevista dal piano nazionale: annuale per ciclo chiuso, semestrale per ciclo aperto a consistenza > 4 capi. 115

4 MALATTIA DI AUJESZKY (AD) Pur registrando elementi di miglioramento, quali la diminuzione del tasso di sieroprevalenza riscontrato, la razionalizzazione degli interventi vaccinali, il miglioramento generale delle condizioni di biosicurezza interna ed esterna delle aziende, rimane preoccupante la diffusione della malattia di Aujeszky (AD) negli allevamenti suini piemontesi. Gli allevamenti da riproduzione sono soggetti ai controlli previsti dal piano nazionale (O.M. 1 Aprile 1997), che prevede l esecuzione di un controllo annuale in tutti gli allevamenti da riproduzione con più di 6 scrofe con il prelievo di 6 campioni per la tipologia di allevamento a ciclo aperto e di 12 campioni nella tipologia a ciclo chiuso (cfr. tabella 6). La circolazione virale sul territorio risulta ancora un rischio importante, nonostante sia ipotizzabile una sua diminuzione come testimonia la minore sieroprevalenza positiva riscontrata nel 2007, scesa dal 35.7 del 2006 all attuale 30.08% (cfr. grafico 1). 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 56,6 61,1 48,5 36,1 38,4 42,0 % sieroprevalenza 43,6 35, ,08 Grafico 1 Malattia di Aujeszky: percentuale di sieroprevalenza Anni Considerata la necessità di garantire un costante miglioramento della sanità dei suini allevati, di elevare il livello di protezione verso le malattie infettive ad alta diffusibilità, di proteggere e salvaguardare gli allevamenti già indenni dalla AD, in Piemonte è stato avviato un programma straordinario volontario in grado di permettere alle aziende che presentano adeguati requisiti strutturali e funzionali di elevare il loro status sanitario. Il piano di eradicazione e di controllo della malattia di Aujeszky è stato definito dalla Regione Piemonte con DGR del 05 Marzo 2007 con l intento di integrare le misure previste a livello nazionale con l O.M. 1 Aprile 1997, mediante interventi di prevenzione e di controllo diagnostico specifici. Viene innanzitutto sancito che tutti i riproduttori suini introdotti negli allevamenti piemontesi, indipendentemente dalla qualifica sanitaria dell azienda destinataria, devono o provenire da strutture già riconosciute indenni o essere almeno preventivamente controllati sierologicamente nei trenta giorni antecedenti lo spostamento. In tal modo, fermo restando che chi è già indenne deve obbligatoriamente introdurre animali di pari o superiore qualifica, anche l allevatore la cui azienda non abbia ancora raggiunto tale traguardo ha la possibilità di avere garanzie sulla rimonta di nuovo acquisto. Cosa propone inoltre in più il programma regionale piemontese rispetto al D.M. 1 aprile 1997? I controlli per l acquisizione ed il mantenimento della qualifica sono gratuiti L allevatore che aderisce al programma ha diritto ad ottenere senza alcuna spesa tutti i controlli sierologici atti ad acquisire e mantenere nel tempo la qualifica sanitaria. Il controllo dei riproduttori di nuovo acquisto Nelle aziende aderenti al programma, anche se non ancora indenni, possono essere introdotti esclusivamente soggetti sieronegativi che devono essere posti in isolamento e sottoposti a nuovo accertamento sierologico, trascorsi almeno 20 giorni, prima di essere inseriti nel parco riproduttori. Anche questi accertamenti diagnostici sono eseguiti dal Veterinario Ufficiale a titolo gratuito. Il controllo degli allevamenti limitrofi Attorno ad ogni azienda aderente al programma viene istituita una zona di attenzione, di raggio variabile da uno a cinque chilometri in relazione alla situazione territoriale, epidemiologica e zootecnica. Tutti gli allevamenti suini in tale area, indipendentemente dalla loro tipologia e dalle dimensioni, vengono sottoposti a controllo sierologico per l AD. L indagine è volta non solo a verificare la situazione epidemiologica del territorio circostante l azienda aderente ma anche ad evidenziare eventuali irregolarità nell esecuzione dei piani vaccinali, quali l omissione o la non corretta esecuzione della terza vaccinazione, obbligatoria nei soggetti all ingrasso fra il 6 ed il 7 mese di età. Assistenza agli allevamenti-problema Nel caso nell azienda aderente al programma emergano problemi particolari, quali tà sierologiche sporadiche, rotture di immunità, reinfezioni, ecc., è cura del Veterinario pubblico, in stretta collaborazione con l allevatore ed il Veterinario aziendale, mettere in atto una scrupolosa indagine epidemiologica volta ad accertare le cause che hanno determinato l evento, istituire un sistema di controllo, quale ad esempio un monitoraggio mediante suini sentinella, in grado di valutare l evoluzione della situazione in allevamento, nonchè porre in 116

5 atto le possibili misure correttive. Anche in tal caso gli accertamenti di laboratorio che si rendano necessari sono eseguiti gratuitamente dal Servizio Sanitario pubblico (cfr. tabella 7). Nell ambito del programma regionale è stato inoltre finanziato un progetto pilota realizzato su 30 aziende selezionate in tutta la Regione. Gli obiettivi del progetto Aujeszky 2007 sono stati sostanzialmente tre: svolgere la funzione di starter per il Programma Regionale, elevando lo stato sanitario di quelle aziende dotate di potenzialità per raggiungere buoni standard qualitativi, inducendo altri allevatori a seguirne l esempio; verificare su un numero ridotto di aziende la fattibilità, nelle diverse realtà territoriali regionali, di un piano sanitario che inizialmente ha finalità di controllo ma che dovrà diventare in una fase successiva di eradicazione, valutandone i vari aspetti logistici ed operativi (programmazione, costi, impiego di personale, ecc.); valutare le possibili soluzioni a problemi emergenti in fase di attuazione. Entro il mese di dicembre 21 delle 30 aziende inizialmente selezionate hanno acquisito la qualifica di indenne da malattia di Aujeszky. Nonostante alcuni problemi riscontrati nel corso del primo anno di lavoro (quali il riscontro di singleton reactors o di sierotà sporadiche, il verificarsi di esiti differenti utilizzando test diagnostici diversi, la difficoltà di valutazione della esecuzione della terza vaccinazione nei maiali in ingrasso, la grande quantità di dati raccolti e soprattutto l esperienza acquisita, operando in realtà zootecniche e situazioni territoriali spesso assai differenti fra loro, hanno permesso di ricostruire la reale situazione epidemiologica della malattia di Aujeszky nel territorio della regione Piemonte. I buoni risultati fin qui ottenuti, andati ben oltre le previsioni inizialmente formulate, sono in buona parte indubbiamente attribuibili sia alle motivazioni che hanno spinto gli allevatori selezionati ad aderire al Progetto, indipendentemente dalla situazione sanitaria iniziale, applicando le misure concordate, sia all attività di controllo ma anche di supporto all allevatore svolta dai veterinari referenti delle coinvolte. L applicazione di buone pratiche di allevamento e di profilassi diretta, associate ad un rigoroso controllo degli interventi vaccinali, si sono dimostrate armi vincenti in grado di dare risultati eccellenti in tempi piuttosto brevi nella maggior parte dei casi. Alla luce di queste considerazioni e in risposta alla richiesta di altri allevatori di poter aderire al programma volontario regionale, risulta importante proseguire il lavoro iniziato al fine di garantire un costante miglioramento della sanità dei suini allevati nella nostra regione e proteggere e salvaguardare gli allevamenti già indenni dalla malattia di Aujeszky. TRICHINELLA La trichinellosi è una grave zoonosi. Pur in una situazione epidemiologica estremamente favorevole l attività di protezione della salute umana da questa malattia parassitaria rappresenta un obiettivo importante per i Servizi Veterinari. In passato il controllo della trichinellosi è avvenuto esclusivamente in sede ispettiva al macello, mediante esame trichinoscopico delle carni di animali potenzialmente portatori (suini, equini). In un ottica di controllo di filiera le recenti direttive comunitarie prevedono la sorveglianza obbligatoria e l applicazione di misure di prevenzione anche in allevamento. Le modalità di controllo, che hanno la base giuridica nel Regolamento 2075/05/CE il quale indica norme specifiche applicabili ai controlli ufficiali relativi alla presenza di Trichinella nelle carni, sono state definite con le linee guida individuate dalla Conferenza permanente per i rapporti tra Stato, Regioni e Province autonome (intesa Stato Regioni del 10/05/2007). Lo stato sanitario di azienda esente da Trichinella viene assegnato se nell azienda è accertata la presenza delle misure strutturali e gestionali previste dal citato Regolamento. Nel corso di un sopralluogo in azienda viene rilevata la sussistenza dei requisiti efficaci per la prevenzione dell infestazione; in particolare vengono valutati: le condizioni di stabulazione e di alimentazione, il rispetto di talune misure di biosicurezza interna ed esterna tra cui l applicazione di un corretto ed efficace piano di derattizzazione, il rispetto degli adempimenti previsti per l aggiornamento dell anagrafe suina. In caso di esito favorevole l azienda viene accreditata; in caso contrario vengono prescritti gli adeguamenti necessari. Lo stato di azienda esente da Trichinella viene mantenuto con verifiche sul rispetto dei requisiti strutturali e gestionali, oltre che con i controlli diagnostici sui suini macellati. Nel Reg. 2075/05/CE è prevista anche l attuazione di un Programma di sorveglianza della fauna selvatica basato 117

6 sul rischio, con il campionamento di un ampio numero di animali. Un monitoraggio sufficientemente indicativo era già stato effettuato in Piemonte negli anni dal 2002 al 2005, successivamente sospeso in quanto non era mai stata segnalata alcuna tà. Nel novembre 2006, in ottemperanza alle nuove norme comunitarie il programma è stato riavviato con tre nuovi obiettivi: SALMONELLA La Comunità Europea con il Regolamento 2160/03 del 17/11/03 ha decretato la necessità di fissare obiettivi di valutazione della diffusione e di riduzione della prevalenza di specifiche zoonosi nelle popolazioni animali, tra le quali le salmonellosi. La valutazione della diffusione consente di definire a livello comunitario le necessità e la fattibilità di programmi di sorveglianza estese a tutto il patrimonio zootecnico. In quest ottica la Decisione 55/2008 del 20/12/2007 prevede che nel corso del 2008 venga realizzato un piano di studio con l obiettivo di stimare la prevalenza della Salmonella e aumentare controlli nelle aree con basso numero di campioni; intensificare i controlli nelle aree a maggior vocazione suinicola; avviare un monitoraggio specifico delle volpi. Attualmente in Piemonte non risultano segnalazioni di casi di trichinellosi diagnosticata negli animali domestici e selvatici. dello Stapylococcus aureus meticillino resistente (SAMR) negli allevamenti di suini da riproduzione. Alla nostra Regione è stato assegnato un campione di 41 aziende da sottoporre a controllo. Nel 2007 è invece stato ultimato in Italia un analogo piano di monitoraggio per la ricerca di Salmonella spp al macello. I controlli sono stati assegnati ad alcuni grossi impianti di macellazione, nessuno dei quali in Piemonte. Il campionamento ha sicuramente interessato suini conferiti a tali strutture provenienti dalla nostra Regione ma attualmente non sono disponibili dati di ritorno in merito. 118

7 TAB. 6 - MALATTIA DI AUJESZKY PIANO NAZIONALE 01/01/ /12/2007 CICLO CHIUSO CICLO APERTO INGRASSO STALLE DI SOSTA / / TOT Frequenza controlli prevista dal piano nazionale: annuale per ciclo chiuso, semestrale per ciclo aperto) a consistenza > 4 capi. 119

8 TAB. 7 - MALATTIA DI AUJESZKY PIANO REGIONALE 01/01/ /12/2007 CICLO CHIUSO CICLO APERTO INGRASSO STALLE DI SOSTA / / TOT a consistenza > 4 capi. 120

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