Il progetto Rolling Stones: un esperienza sperimentale di housing first nell area delle Dipendenze

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1 Direzione Sociosanitaria Bergamo 27 maggio 2016 ABITARE È CITTADINANZA Il progetto Rolling Stones: un esperienza sperimentale di housing first nell area delle Dipendenze E. Beato Responsabile Osservatorio delle Dipendenze ATS Bergamo

2 Area Target Cronicità Modello Offerta Progetto sperimentale DGR 3239/2012 Area Cronicità Approvato con Decreto Regionale 6964 del 01/08/2012 Ente titolare: Associazione Opera Bonomelli; Enti partner: Coop Emmaus, Gasparina di Sopra, Comunità Kairos di Famiglia Nuova, Bessimo, Associazione Diakonia, Istituto Palazzolo, Opera Patronato San Vincenzo Cronicità Persone tossico o alcoldipendenti in situazioni di cronicità Storia caratterizzata: a. da numerosi tentativi terapeutici (ambulatoriali e/o residenziali) falliti. b. progettualità difficoltosa, elevata criticità nel reinserimento sociale, abitativo e relazionale c. presenza, oltre a problematiche di dipendenza, di multiproblematicità sanitaria e sociale, assenza di rete primaria di riferimento o di supporto Soluzioni residenziali leggere ed intermedie, inserite in una rete di supporto sanitario e sociale, integrate nel contesto territoriale, in cui far emergere competenze residue e poter sperimentare spazi di autonomia 50 posti distribuiti in 22 alloggi Non comunità per cronici

3 Qual è stata l attenzione del progetto? La cronicità Storie implose in un circolo vizioso di interventi e fallimenti in cui spesso si è fatta strada la rassegnazione (anche tra gli operatori) e l idea di una cronicità irrevocabile in cui l unica risposta sembrava essere la sopravvivenza dentro percorsi assistenziali Traiettorie esistenziali in cui gli stessi soggetti hanno smesso di cercare vie d uscita dal proprio malessere, finendo per rassegnarsi alle diverse forme di assistenzialismo, abbandono sociale, vita di strada

4 Qual è stata la novità del progetto? La cronicità guardata con occhi differenti non rassegnandosi ad essa, ma ripartendo dal diritto ad una casa, su cui far leva per innescare un circolo virtuoso, in cui tra casa e quartiere si apprende a vivere, non senza problemi, ma con delle possibilità, come ogni cittadino.

5 Qual è stata la novità del progetto? Proprio la scelta culturale di credere che per persone segnate da storie di marginalità il fatto di avere una propria casa in un condominio, senza rigidi programmi di cura e senza l obbligo di una serie di garanzie preliminari, poteva essere il luogo incubatore di una nuova immagine di sé di cui fidarsi e di un nuovo ruolo di cittadino con altri cittadini.

6 Qual è stata la novità del progetto? Applicazione del principio del housing first nell intervento sulle dipendenze patologiche. La casa non come termine, punto di arrivo di un percorso di successo, dopo aver raggiunto tutta una serie di obiettivi (astinenza, lavoro, autonomia) La ricerca della casa in presenza di necessità abitative, MA di alcune garanzie Strumento usato in programmi di reinserimento per persone che avevano concluso un programma residenziale o in approcci in cui la persona può accedere alla casa solo dopo aver superato delle tappe all interno dei percorsi indicati dai servizi (staircase approach). Housing sociale

7 Qual è stata la novità del progetto? Applicazione del principio del housing first nell intervento sulle dipendenze patologiche. Housing first basato su due principi fondamentali: il rapid re-housing riconoscimento del diritto universale alla casa. il case management la presa in carico della persona e l accompagnamento ai servizi socio-sanitari verso un percorso di integrazione sociale e benessere.

8 Qual è stata la novità del progetto? Applicazione del principio di housing first nell intervento sulle dipendenze patologiche. L accesso ad una abitazione stabile, sicura e confortevole può generare un benessere diffuso e intrinseco nelle persone che hanno vissuto a lungo un grave disagio. Primo passo, l intervento primario da cui partire nel proporre percorsi di integrazione sociale.

9 Da dove è nata l idea? Dall analisi del BISOGNO e dell offerta Da letture condivise su dati, biografie, interventi, esiti, letteratura e politiche comunitarie, buone prassi locali. La DGR 3239/2012 Occasione per sistematizzare una lettura in corso da qualche anno su cronicità e fragilità e per co-progettare un modello di approccio diverso

10 Da dove è nata l idea? Dall analisi del BISOGNO e dell offerta nel 2009 Tavolo Enti Accreditati Area Dipendenze mandato a un sottogruppo (due SerT, 3 enti PV accreditato, coordinato dall Osservatorio Dipendenze) di portare elementi di conoscenza (profili e possibili bisogni) di quella quota di utenza fragile in carico ai Servizi. Multiproblematicità sanitaria e sociale, assenza di reti primaria e/o di supporto, lunghe prese in carico e esiti fallimentari (scheda con 5 profili di criticità) indagine tutti i SerT rilevare utenza che presentava almeno due profili

11 Da dove è nata l idea? Dall analisi del BISOGNO e dell offerta 2009: Indagine sui profili di fragilità presenti nell utenza TD e AD in carico ai SerT: 259 soggetti 167 M e 52 F 2010: indagine svolta dal Dipartimento Dipendenze/Osservatorio sul bisogno lavorativo : 334 soggetti non in grado di reinserirsi nel mondo del lavoro neppure con percorsi graduali analisi condizione alloggiativa 127 soggetti senza dimora, o appoggiati a servizi di prossimità

12 Da dove è nata l idea? Dall analisi del BISOGNO e dell offerta Difficoltà della rete dei servizi di rispondere ai bisogni dell utenza fragile, cronica L assenza e/o la perdita di un alloggio come step determinante nel percorso di esclusione sociale Ricorso a soluzioni più volte sperimentate: - Utilizzo inappropriato dei servizi - Spreco di risorse - Aumento di fallimenti - Cortocircuito e cronicizzazione

13 Da dove è nata l idea? Dall analisi del BISOGNO e dell offerta Queste letture confluiscono in un percorso formativo che ha coinvolto pubblico e privato sociale e ha permesso di coniugare questi dati e consapevolezze, con conoscenze legate alla letteratura, alle politiche e strategie comunitarie, alla conoscenza di approcci diversi (Housing first Feantsas, FIO.PSD), di esperienze di altri Paesi e locali quali la Piccola Polis attivata dall Associazione Opera Bonomelli

14 Quale idea progettuale condivisa è emersa? - la necessità di soluzioni di residenzialità leggera - modello dell housing first - modello controcorrente obiettivo non risolvere il problema della dipendenza, ma offrire un luogo vitale, sostenibile, che creasse le condizioni per il riemergere di capacità residue. La DGR 3239/2012 Occasione per sistematizzare una lettura in corso da qualche anno su cronicità e fragilità e per co-progettare questo modello di approccio diverso

15 Quali altri punti qualificanti? Sinergia tra Servizi del Privato accreditato e Dipartimento Dipendenze Mettere a disposizioni dati e letture insature da colmare con il confronto Affiancare 1. nella progettazione con un ruolo di mediatore nella scelta di allargare il network a soggetti non accreditati, ma attivi da tempo nell area bersaglio del progetto (grave marginalità), 2. nella valutazione dello stato di avanzamento del progetto (al di là degli adempimenti formali) condividendo un ruolo proattivo nel fornire alla Regione elementi di valutazione in vista della stabilizzazione dell offerta (accreditamento)

16 Quali altri punti qualificanti? Credibilità e legittimazione degli Enti coinvolti all interno della rete, nonché il loro forte investimento, che ha permesso di reperire in pochissimo tempo 22 alloggi con 50 posti, collocati in diversi Ambiti territoriali di offrire situazioni alloggiative differenti: appartamenti, ma anche stanze singole

17 Quali altri punti qualificanti? di forza? Un modello provinciale Messa in gioco di enti e organizzazioni con storie e appartenenze culturali differenti attorno ad un problema condiviso. Opportunità per: Formazione comune Costruzione di un percorso di valutazione e costruzione di strumenti condivisi: Scheda di rilevazione grado di soddisfazione utenti, check list sulle abilità di vita autopercepite e rilevate dagli operatori, valutazione aspetti economici (dimostrando che l intervento realizzato permette di contenere i costi rispetto al mantenere le persone in strada o in strutture non appropriate)

18 Quali altri punti qualificanti? Attenzione alla dimensione comunitaria Offerta di un accompagnamento educativo volto a valorizzare le competenze sopite, favorire le autonomie sostenibili, ma anche attivare risorse territoriali e costruire nuove forme di convivenza all interno della comunità di appartenenza.

19 Quali altri punti qualificanti? Rete, multidisciplinarietà sociale, lettura sociale modello di governance reticolare rete provinciale (cabina di regia provinciale), con funzione di coordinamento, confronto metodologico, formazione comune, monitoraggio e valutazione; progetto quattro reti zonali (cabine di regia territoriali): Città di Bergamo, Isola bergamasca, Romano di Lombardia, Valle Cavallina e Alto Sebino, con funzione di valutazione delle segnalazioni, realizzazione dell accoglienza, attivazione di risorse occupazionali, relazionali, aggregative e culturali. casi

20 Quali altri punti qualificanti? Esiti Alcuni dati Da ottobre 2012 a febbraio 2015: 86 persone inserite Prevalentemente maschi, con età media superiore a 48 anni. Il numero di ospiti e l indice di saturazione sono progressivamente cresciuti, passando dal 20% del primo mese di attività al 74% medio nel 2013, al 94% nel 2014, per stabilizzarsi intorno al 97% nei primi mesi del 2015.

21 Alcuni dati 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% posti occupati posti disponibili

22 Progetto sperimentale DGR 3239/2012 Area Dipendenze - Cronicità Target Persone tossico o alcoldipendenti in situazioni di cronicità Cronicità Storia caratterizzata: a. da numerosi tentativi terapeutici (ambulatoriali e/o residenziali) falliti. Modello Offerta b. progettualità difficoltosa, elevata criticità nel reinserimento sociale, abitativo e relazionale c. presenza, oltre a problematiche di dipendenza, di multiproblematicità sanitaria e sociale, assenza di rete primaria di riferimento o di supporto Soluzioni residenziali leggere ed intermedie, inserite in una rete di supporto sanitario e sociale, integrate nel contesto territoriale, in cui far emergere competenze residue e poter sperimentare spazi di autonomia 50 posti distribuiti in 22 alloggi Non comunità per cronici DGR 3945/2015 Definizione nuove UdO a BIA Persone tossico o alcoldipendenti, non attive Persone che hanno alle spalle lunghi percorsi di tossico e alcol dipendenza, di devianza e di emarginazione che, per condizioni di salute, precarietà abitativa e insufficienza di reddito, non sono in grado di costruirsi spazi di reale autonomia, con pluriennali percorsi terapeutici (7 ambulatoriali o 5 residenziali) No comportamenti antisociali o patologie psichiatriche Appartamenti con capacità ricettiva non superiore ad otto posti, che devono soddisfare i requisiti previsti per le civili abitazioni 40 posti distribuiti in 10 Unità d offerta + 1 UO con 8 posti attesa accreditamento Permanenza Non definita a priori 18 mesi con possibilità di prosecuzione (rivalutazione raggiungimento pieno obiettivi)

23 Concludendo Rolling Stones è stata un esperienza virtuosa: a partire da una lettura condivisa ha messo a punto un modello provinciale, che ha posto attenzione alle strategie utilizzate, all integrazione tra risorse e settori differenti, alla sostenibilità economica, alla valutazione dei risultati. la DGR 3945/2015 ha permesso di avere sul territorio 10 (11) nuove Unità d offerta rivolte a un utenza cronica con problemi di dipendenza. Non più offerta sperimentale, ma stabile.

24 Criticità e prospettive Permangono alcune criticità e bisogni scoperti, legati a quella quota di utenza dei servizi che presenta elementi tali di fragilità da far ritenere non raggiungibile un autonomia piena. Si tratta di persone che nel tempo e per sempre necessiteranno di una qualche forma di supporto. Criticità che non è circoscrivibile solo all area delle Dipendenze (disagio adulto, salute mentale ) E un tema che va assunto e approfondito dalla rete

25 Quale ruolo l ATS? La Legge 23/2015 prevede all interno delle ATS l istituzione del PIPSS (Dipartimento della Programmazione Per l integrazione delle prestazioni sociosanitarie con quelle sociali) raccordo tra sistema sociosanitario nel suo complesso e il sistema sociale coordinamento e monitoraggio delle progettualità innovative nell ambito dei servizi di integrazione tra le reti sociosanitari e sociali promuove, sviluppa e monitora progettualità volte a garantire continuità assistenziale e adeguata collocazione delle persone in condizione di fragilità nella rete dei servizi incluse persone con problematiche di dipendenza

26 Quale ruolo l ATS? Dipartimento PIPSS luogo di condivisione di lettura di bisogni, suffragata da dati epidemiologici, e di promozione e sviluppo di modelli innovativi di presa in carico in grado di integrare le diverse risorse ai bisogni complessi degli utenti fragili. Comitato area territoriale dipendenze attraverso tavolo di miglioramento Primo luogo di monitoraggio della domanda nelle nuove Udo a BIA, di condivisione di criticità e incubatore di ipotesi di lettura e progettuali

27 Concludendo c è ancora lavoro da fare ATS attraverso il PIPSS può costituire uno spazio di interlocuzione e confronto, a partire dai bisogni rilevati e dalle domande scoperte, per condividere possibili piste di lavoro e strategie di intervento sostenibili anche da proporre al programmatore regionale.

28 Grazie per l attenzione

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