Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali"

Transcript

1 Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali DIPARTIMENTO DELLE POLITICHE DI SVILUPPO DIREZIONE GENERALE DELLO SVILUPPO RURALE Scheda di progetto 1.Impresa proponente Azienda agricola D Oto Gerardo Rappresentante legale D Oto Gerardo Indirizzo c/da Fontane 3- Buonalbergo (BN) Ragione sociale Ditta individuale Partita I.V.A.: Codice fiscale DTOGRD77A22A783O Telefono 0824/ Titolo del progetto Ricerca e sviluppo Razza Laticauda 3. Finanziamento complessivo richiesto ( ) ,00 (sul costo complessivo del progetto pari ad ,00) 4. Coordinatore del progetto Nome e Cognome Istituzione di appartenenza Indirizzo, telefono, Carmela Maria Assunta Barone Dipartimento Scienze del Suolo, della Pianta, dell Ambiente e delle Produzioni Animali Sezione Produzioni animali T.M. Bettini - Università Federico II Via Università Portici (NA) Tel.: Fax: cmbarone@unina.it 5. Istituzione di appartenenza Denominazione: Dipartimento Scienze del Suolo, della Pianta, dell Ambiente e delle Produzioni Animali Università Federico II di Napoli Indirizzo: Via Università Portici (NA) Elenco delle Unità Operative (UO) U.O.1 Dipartimento Scienze del Suolo, della Pianta, dell Ambiente e delle Produzioni Animali Università degli Studi di Napoli Federico II. U.O2. Azienda agricola D Oto Gerardo. L azienda dispone di una superficie di circa 35 ha (alcuni di proprietà ed altri in affitto), con colture prevalentemente cerealicole e foraggiere, e possiede circa 300 capi di ovini di razza Laticauda 1

2 Descrizione del progetto Stato dell arte Il comparto ovino attraversa un interessante momento di rinnovamento in quanto si stanno abbandonando le tecniche di allevamento arcaiche a carattere pastorale a vantaggio di modelli produttivi moderni. In quest ottica l'attività di ricerca e sperimentazione proposta intende porre in essere un intervento pilota al fine di avviare un processo di incremento del patrimonio ovino Laticauda attraverso il processo di adeguamento e conversione delle aziende nella provincia di Benevento. La strategia innovativa di tale percorso organizzativo, mira alla realizzazione di un moderno e adeguato sistema produttivo che punti alla differenziazione e alla valorizzazione delle produzioni di qualità. Anche se il territorio e la razza a cui si fa riferimento sono strettamente correlati e presentano caratteristiche similari non si è avuto un adeguato incremento di allevamenti, tale da assicurare contemporaneamente prodotti di maggiore qualità e salubrità da un lato e tutela dell'ambiente e salute animale dall'altro. Per comprendere l importanza di tale iniziativa, è necessario accennare alla storia di questa razza ovina ed al suo percorso evolutivo. Durante il regno Borbonico l area principale di allevamento dell ovino di razza Laticauda era il Napoletano, in tempi successivi fu introdotto negli allevamenti nei pressi di Capua e del basso Casertano. Verso la fine degli anni sessanta, con una consistenza che si aggirava a 3-4 capi per azienda, si diffonde nella zona di Ariano Irpino e Benevento dove era apprezzata per la sua buona attitudine alla produzione del latte e della carne. Il comparto ovino viene stimolato da un interessante rinnovamento condizionato dalla politica agricola degli ultimi 40 anni. La Laticauda fu riconosciuta come razza da incrementare dall'applicazione della legge n 853 meglio conosciuta come il "Piano Carni della Cassa per il Mezzogiorno" emanato negli anni settanta. L applicazione di questa legge, e il sussidio economico dato agli allevatori per le fattrici, consentì la massima diffusione della razza anche nell alto Sannio beneventano a discapito di razze come la Pagliarola che storicamente popolavano la provincia sannita. Razze originatesi lungo i tratturi dell Appennino centro-meridionale e che rappresentavano il vero patrimonio storico-culturale dei pastori della transumanza. Si determinò così da un lato, la drastica riduzione di alcune razze autoctone antiche allevate in alcune aree della provincia fino all estinzione, dall altro si incentivò nel Sannio il trasferimento di razze, come la Laticauda, proveniente da altre province della Campania che però si adattarono velocemente alle nuove condizioni agro-ambientali e climatiche del territorio di destinazione tanto è che fu introdotta anche nei greggi della transumanza. Oggi, l allevamento di Laticauda è generalmente stanziale e prevale quello poderale-familiare della media collina che, in Campania, è praticato soprattutto nelle province di Benevento e Avellino. La crisi della pastorizia e la riduzione del numero dei capi registrata negli ultimi anni fanno annoverare la Laticauda tra le razze da tutelare per la conservazione di questo patrimonio genetico fatto adottare circa 40 anni fa agli allevatori della provincia di Benevento. La politica agricola ha favorito l incremento della razza Laticauda che volle ritenere autoctona, ma non ha incentivato nè l ammodernamento delle strutture aziendali nè l adeguamento delle tecniche di allevamento ai fini del benessere animale e del miglioramento della qualità delle produzioni. Solo negli ultimi anni, con i fondi POP e POR è stato possibile erogare aiuti per investimenti mirati alla realizzazione di adeguati ricoveri e innovativi modelli produttivi. 2

3 Tuttavia, nelle aree interne della provincia di Benevento, sono ancora pochi gli allevatori della specie ovina che hanno adeguato gli impianti di mungitura e il sistema di refrigerazione del latte per garantire produzioni casearie di qualità. Sintesi del progetto Il presente progetto è volto ad avviare un attività di ricerca e sviluppo, da effettuarsi presso l azienda agricola D Oto Gerardo, sita in Buonalbergo (BN), per l allevamento di ovini di razza Laticauda finalizzato alla produzione di pecorino di Laticauda, tentando di sviluppare un modello di allevamento in grado di favorire un sano ed equilibrato sviluppo degli animali, al fine di incrementare la produzione del latte destinato alla trasformazione e alla promozione del pecorino di Laticauda in provincia di Benevento. L ovino di razza Laticauda si ritiene abbia avuto origine da meticciamenti ed incroci casuali tra una popolazione locale e la pecora Berbera o Barbaresca di origine Nord-Africana, dalla quale ha ereditato diverse caratteristiche tra cui la coda grossa, adiposa e espansa alla base, da cui il nome Laticauda (latis - grossa - cauda -coda). Questa è una tipica razza a duplice attitudine, carne e latte. La carne di Laticauda è molto ricercata per la delicatezza del sapore e dell aroma, mentre il latte, di qualità eccellente e con un elevata attitudine alla caseificazione, è utilizzato come materia prima per la produzione di formaggi pecorini con caratteristiche organolettiche uniche. Il pecorino che si ricava dall allevamento della pecora è noto da tempo antichissimo, alla fine del XIV secolo erano celebri nella tradizione locale dei comuni del Fortore (BN) i formaggi pecorini la cui bontà era dovuta, così come ancora oggi, alle erbe spontanee dei pascoli montani tra queste soprattutto al trifoglio ladino. La pecora di razza Laticauda è di grande taglia, presenta testa pesante con profilo montonino, le orecchie sono grandi e portate lateralmente in basso. Il tronco è lungo e largo, garrese leggermente tagliente, torace alto e profondo, coste arcuate, groppa larga e spiovente, arti lunghi, coda grassa. Il vello è bianco poco serrato, rappresentato da bioccoli prismatici, ricopre il corpo ad esclusione della faccia ventrale del tronco, della regione inferiore del collo, della fronte, guance e arti fino al ginocchio e al garretto. La pelle è sottile rosea, frequenti macchie nere, marroni o rosse alle palpebre, al musello, alle orecchie e agli arti. L azienda interessata alla sperimentazione, possedendo mediamente circa 140 ovini Laticauda iscritti al LG, risponde alle esigenze di un sano ed equilibrato sviluppo degli animali, al fine di incrementare la produzione del latte atto alla produzione di pecorino. L alimentazione degli ovini sarà assicurata con la produzione dei cereali e dei foraggi prodotti dall azienda in ogni annata agraria. Gli ambienti di allevamento selezionati per la sperimentazione sono sufficientemente spaziosi e ben organizzati, tali da consentire il regolare svolgimento delle operazioni di alimentazione, movimentazione, interventi sanitari, controlli, sorveglianza ed eventuali ispezioni. Sarà garantita un'adeguata illuminazione naturale degli ambienti di allevamento e, soprattutto, ben areati per evitare l accumulo di ammoniaca durante il ricovero degli animali, sostanza prodotta con le urine e particolarmente dannosa all apparato respiratorio degli agnelli perché limita il movimento cilio-tracheo-bronchiale e provoca ristagno di muco nelle vie aeree inferiori. I recinti, le strutture di contenimento e ogni altra attrezzatura a contatto con gli animali sono tali da non arrecare loro danno e costruiti in materiale non nocivo, le pavimentazioni non sono sdrucciolevoli limitando i rischi di lesioni o sofferenze agli animali. 3

4 Obiettivi generali e specifici Lo svolgimento del presente progetto di ricerca intende conseguire i seguenti obiettivi: Obiettivi generali 1. garantire elevata qualità e sicurezza alimentare Attraverso l implementazione di sistemi di qualità e tracciabilità del prodotto che contribuiranno ad elevare l immagine del prodotto sannita sul mercato regionale e nazionale con ricadute positive in ambito economico ed occupazionale. 2. elevare il livello di qualificazione professionale La realizzazione delle attività previste consentirà all azienda agricola D Oto Gerardo di individuare e colmare le attuali carenze in materia di Formazione, Informazione e Ricerca. La professionalità acquisita dall azienda agricola le potrebbe offrire l opportunità di diventare un azienda di riferimento per le istituzioni politiche (regione, province, comuni, ecc.), per gli enti di ricerca pubblici e privati, costituendo un esperienza pilota unica per il territorio. 3. diffusione dei risultati Grazie all implementazione di questa esperienza pilota, sarà possibile avviare attività di divulgazione dei dati sul territorio nei confronti delle altre aziende, in modo da poter ottenere produzioni di qualità. Obiettivi specifici L azienda interessata alla sperimentazione deve rispondere alle esigenze di un sano ed equilibrato sviluppo degli animali, al fine di incrementare la produzione del latte destinato alla trasformazione e alla promozione del pecorino di Laticauda in provincia di Benevento, con l intento prioritario di definire un modello di produzione, economico e territoriale, che persegua i seguenti obiettivi specifici: Recupero di una razza genetica autoctona Miglioramento del livello di competitività aziendale e delle condizioni economiche dell allevatore Verifica delle tecniche di allevamento più idonee per questa razza Controllo degli aspetti quali-quantitativi del latte attraverso analisi di tipo chimico-fisico e lattodinamometriche al fine di migliorare la resa di caseificazione Valorizzazione del contenuto nutrizionale, extranutrizionale e salutistico attraverso lo studio delle caratteristiche del profilo proteomico del pecorino Standardizzazione di un modello di sviluppo di allevamento per la produzione di latte atto alla trasformazione. 4

5 Unità operativa Dipartimento Scienze del Suolo, della Pianta, dell Ambiente e delle Produzioni Animali L attività di ricerca si è svolta nei laboratori di Qualità dei prodotti di origine animale del DiSSPAPA, di Portici (Na), dove è stata effettuata la caratterizzazione fisica dei formaggi ed è stato effettuato il panel test. Le analisi di proteomica e di lipidomica sono state commissionate al Consorzio per la Sperimentazione, Divulgazione e Applicazione di Biotecniche Innovative (ConSDABI) - Centro di scienza omica per la qualità e per l eccellenza nutrizionali - Sub National Focal Point Italiano della FAO - Biodiversità mediterranea (Piano Cappelle-Benevento). I risultati relativi al panel test sono stati utilizzati per la stesura di un poster, presentato al IX Convegno Nazionale della Biodiversità, 5 7 settembre Valenzano (Bari): Carmela Maria Assunta Barone, Roberto Di Matteo, Antonio Coppola, Antonio Zullo, Filomena Inglese. Caratteristiche sensoriali del pecorino di Laticauda a diversi periodi di maturazione, Unità operativa Azienda Fratelli D Oto In accordo con il progetto esecutivo sono state scelte, presso l azienda Fratelli D Oto, 30 pecore in lattazione che sono state separate dal resto del gregge e localizzate in un unico box munito di autocattura. Al fine di portare avanti l attività come programmato si è provveduto, da parte dell azienda, all acquisto di una mungitrice a carrello per poter eseguire una mungitura separata che ha consentito di raccogliere una quantità di latte mediamente pari a 30 litri (min 24, max 36), utili per la caseificazione. Inoltre, al fine di migliorare le prestazioni produttive del gregge, si è proceduto all acquisto di alcuni arieti resistenti alla Scrapie (test di tipizzazione genetica). Per quanto riguarda l alimentazione, gli animali hanno avuto come base alimentare, per la maggior parte dell anno, pascolo polifita, foraggio essiccato, granella di cereali e di leguminose sfarinati o fioccati, di prevalente produzione aziendale o provenienti da aree limitrofe. La sera, al ritorno in stalla, le pecore hanno ricevuto fieno misto di lupinella, di sulla, di borragine, di loietto, di trifoglio e di avena. Il latte utilizzato per le caseificazioni proveniva dalla mungitura di due giorni consecutivi (mattina, sera, mattina) o, in qualche caso, di 3 giorni. Sono state prodotte, per la sperimentazione, 20 forme (10 del peso di 3 kg circa e 10 del peso di 7 kg circa) le quali sono state stagionate per 3, 6, 9, 12 e 15 mesi. 5

6 Risultati Le analisi chimico centesimali per la determinazione della percentuale di grasso, di proteine, di lattosio, e di altri indicatori di qualità hanno evidenziato (tabella 1) valori di grasso e proteine abbastanza elevati con coefficiente di variazione dell 8 e 7 %, rispettivamente. Più basso è risultato il valore del lattosio (4%). Tabella 1. Composizione chimica centesimale del latte impiegato per la caseificazione. Valore N Grasso, % Proteine, % Lattosio, % RSM, % Urea, mg/% Min. 9 7,5 6,19 4,05 11,22 43 Max 9 9,66 7,5 4,35 12,19 57 x 8,28 ± 0,65 6,70 ± 0,44 4,19 ± 0,10 11,58±0,33 50 ± 4,07 Il formaggio è stato sottoposto al controllo periodico del calo peso fino a 9 mesi di stagionatura. Come è possibile rilevare dai dati riportati nella tabella 2, fino a 48 ore non si sono registrate differenze sostanziali tra le forme di circa 3 kg e quelle di circa 7 kg, mentre a 30 e a 60 giorni di stagionatura la forma di circa 3 kg ha avuto un calo percentualmente maggiore (33,68 vs 29,12 e 38,45 vs 32,91 rispettivamente). Tabella 2. Calo ponderale (%) del pecorino a diversi periodi, rispetto al peso iniziale della cagliata. Pezzatura, kg Calo ponderale, % 24 h 48 h 30 d 60 d 90 d 180 d 270 d ~ 7 11,36 16,44 29,19 32,91 35,22 39,67 42,53 ~ 3 11,47 16,90 33,68 38,45 41,48 44,77 45,20 Alla fine dei periodi di stagionatura, da ciascuna forma sono stati prelevati i campioni per le analisi di: proteomica e lipidomica (3-6-9 mesi); reologia e colore ( mesi); panel test ( mesi). Dopo la valutazione dei risultati relativi ai primi tre periodi di stagionatura (3-6-9 mesi), allo scopo di verificare le variazioni strutturali e l accettabilità del prodotto a un periodo di stagionatura più 6

7 avanzato. si è deciso di valutare le caratteristiche fisiche delle forme a 12 e a 15 mesi e pertanto, di effettuare su di esse le analisi reologiche di texture e il panel test. Unità operativa: Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta, dell Ambiente e delle Produzioni Animali A fine stagionatura, da ciascuna forma sono stati prelevati campioni per effettuare: - il panel test ( mesi) - le analisi reologiche e colorimetriche ( mesi) - le analisi di proteomica e di lipidomica (3-6-9 mesi). La valutazione delle caratteristiche reologiche è stata effettuata, per ciascun formaggio, mediante il test di compressione, con Dinamometro Instron, su quattro repliche, ciascuna di dimensioni pari a 1 cm di altezza e 2 cm di diametro. Ogni provino, posto sul piatto porta campione è stato sottoposto a due compressioni consecutive da parte di un pistone del diametro di 5,8 cm, appositamente montato sulla traversa dell Instron con cella di carico 500 N, velocità 50 mm/min e percentuale di compressione 50%. I principali descrittori utilizzati per la caratterizzazione del formaggio sono: DUREZZA- altezza del picco relativo alla prima compressione; COESIONE- rapporto tra l area della seconda compressione e l area della prima compressione; ELASTICITA - altezza recuperata dal campione tra la fine della prima compressione e l inizio della seconda; DEFORMAZIONE calcolata, in accordo a Calzada e Peleg (1978), come lnh 0 /(H 0 - H) dove H 0 = altezza originale del campione, H= variazione in altezza del campione dopo compressione; MASTICABILITÀ - calcolata come prodotto di durezza*coesione*elasticità. 7

8 Instron Universal Testing Machine (s.5565). Accessori per il test della compressione. Il rilievo dei parametri colorimetrici è stato effettuato mediante spettrofotometro (U-3000 HITACHI) munito di sfera integratrice. La presenza di tale accessorio trasforma lo strumento in colorimetro, rendendo possibile la misura del colore di un campione solido o semisolido senza ricorrere a trasformazioni. Le sorgenti luminose (illuminanti) che lo strumento utilizza sono: 8

9 1. Illuminante A, rappresenta una lampada a filamento di tungsteno riempita di gas che funziona alla temperatura-colore di ºK 1 circa; la luce emessa è di colore bianco-rosso; 2. Illuminante B, rappresenta una sorgente luminosa ottenuta filtrando opportunamente la radiazione di un illuminante A, la sua temperatura colore è di ºK circa (luce a mezzogiorno) e la luce emessa è di colore bianco, leggermente giallo; 3. Illuminante C, rappresenta una sorgente luminosa ottenuta filtrando opportunamente la radiazione di un illuminante A con un doppio filtro, la sua temperatura-colore è di ºK e la luce emessa è di colore bianco-azzurro (luce media proveniente dal cielo nuvoloso del nord); 4. Illuminante D65, caratterizzato dalla temperatura-colore di ºK (luce diurna a cielo sereno). Per ciascun illuminante lo strumento fornisce i seguenti parametri: - L* : luminosità o brillanza, i cui valori sono compresi fra 100 (bianco) e zero (nero) - a* : indice del rosso, varia dal rosso (positivo) al verde (negativo) - b* : indice del giallo, varia dal giallo (positivo) al blu (negativo). Attraverso tali valori si calcolano croma [(a 2 + b 2 ) 1/2 ] e tinta (arctang b/a). Le analisi di proteomica, commissionate al ConSDABI, hanno previsto: (a) estrazione della frazione caseinica in accordo con Aschafferrburg e Drewry (1957) e Krause et al. (1989); (b) 2-DGE-prima dimensione (IEF-IPG), eseguita per mezzo di Ettan IPGphor II (Amersham- Pharmaci a Biotech) e Immobiline DryStrips gel ph 3-10NL (18cm) reidratate overnight direttamente con il campione in un Immobiline Dry-Strip Reswelling Tray (Amersham- Pharmacia); (c) 2-DGE-seconda dimensione realizzata secondo la procedura di O Farrell (1975) utilizzando un Ettan Twelve System (Amersham-Pharmacia Biotech); (d) analisi dell immagine delle mappe bidimensionali (2-DGEm) acquisite con Image Scanner (Amersham-Pharmacia Biotech); tale indagine è stata eseguita con software Image Master 2D- Platinum al fine di evidenziare nelle 2-DGEm: il numero degli spot; 1 K simbolo gradi Kelvin che numericamente coincide con i C ( 1K 1 C) 9

10 il volume % di ogni singolo spot, inteso come volume dello spot diviso il volume totale degli spot presenti sulla mappa; (e) analisi di spettrometria di massa MALDI-ToF (Matrix-Assisted-Laser-Desorption- Ionization; Time-of Flight) mediante digestione triptica delle proteine separate con 2-DGE e analisi allo spettrometro di massa MALDI-ToF. L analisi dell immagine accoppiata alla spettrometria di massa, ha permesso di definire due aree, comuni a tutte le mappe, indicate come gruppo A e gruppo B, variabili in numero e in volume % degli spot. Le analisi di lipidomica, commissionate al ConSDABI, hanno previsto: (a) estrazione della frazione lipidica secondo il metodo Folch (1967); (b) transesterificazione della frazione estratta in esano, per trattamento con una soluzione di potassa metanolica; (c) analisi dei CLA (Conjugated Linoleic Acid, isomeri coniugati dell acido linoleico) e dei FAMEs (esteri metilici degli acidi grassi) mediante GC-FID (TRACE GC ULTRA, THERMO FISHER) equipaggiato con una colonna Rt m x 0,25 i.d., e iniettore split/splitless con rapporto di splittaggio 1:10. Gli acidi grassi sono stati distinti, in base al: (a) peso molecolare in - corta (C1-C6), media (C8-C14) e a lunga catena (C15-C24); (b) livello di saturazione - saturi e insaturi. Tutti i dati sperimentali ottenuti sono stati raggruppati in relazione a due fattori di variazione: 1. mese di stagionatura; 2. peso della forma. 10

11 Risultati La valutazione sensoriale, condotta su 3 campioni per ogni forma e per i differenti periodi di stagionatura (3, 9, 12 e 15 mesi), è stata effettuata da una giuria di degustazione, costituita da 8 giudici addestrati che hanno valutato su una scala con intervallo da 0 a 10 (vedasi Scheda allegata), le caratteristiche della pasta (colore, dimensione dell occhiatura, consistenza al tatto) e gli indicatori olfattivi (odore pungente, stagionato, acido) e gustativi (dolce, salato, amaro, acido, piccante). Dal profilo sensoriale (figura I) e dalla tabella 3, nella quale si riportano le significatività dei confronti tra mesi di stagionatura, si evidenzia che il pecorino fresco di 3 mesi e quello stagionato di 9 mesi risultano equilibrati per i sentori di acido e di amaro e con un gusto meno persistente rispetto a quello stagionato 12 mesi. Inoltre, all aumentare del periodo di stagionatura diminuisce la dimensione dell occhiatura e il colore della pasta si sposta verso il giallo più scuro. Complessivamente, ovvero come accettabilità globale, la giuria non ha individuato differenze significative tra i diversi periodi, pur assegnando al pecorino di 12 mesi il miglior punteggio. Figura I. Profilo sensoriale del formaggio a diversi periodi di stagionatura. 11

12 Tabella 3. Significatività dei confronti (1) tra mesi di stagionatura. Voce Confronto tra mesi di stagionatura Colore pasta Colore crosta Dimensione occhiatura Elasticità Friabilità Granulosità Odore pungente Odore stagionato + Odore acido Gusto dolce Gusto salato Gusto amaro + Gusto acido - Gusto piccante Gusto persistente Accettabilità globale (1) Il simbolo + indica che la differenza del confronto significativo è positiva e quello indica che la differenza è negativa; pertanto + /- =P<0,05, ++/-- =P<0,01; +++/--- =P<0,001. Texture I dati relativi al test di compressione evidenziano una diminuzione complessiva del valore di elasticità all aumentare del periodo di stagionatura (tabella 4); tale diminuzione è però differenziata in relazione al peso iniziale della forma. In particolare, nelle forme di circa 3 kg l elasticità diminuisce del 50% passando da 3 a 6 mesi di stagionatura, di un ulteriore 24% fino a 9 mesi e di un 7% da 9 a 12 mesi; nelle forme di circa 7 kg, invece, si ha solo l 11% di calo di elasticità da 3 a 6 mesi di stagionatura e il 57% da 6 a 9 mesi, con un ulteriore 18% da 9 a 12 mesi. Anche gli altri parametri descrittivi della texture (deformazione, masticabilità, coesione e durezza) evidenziano l importanza del peso iniziale nel determinare la struttura del formaggio. Nella forma di peso maggiore si osserva un lento cambiamento iniziale dei 12

13 parametri fisici che, al contrario, sembrano essere quasi definitivi nel formaggio dal peso iniziale di circa 3 kg. Tabella 4. Variazione dei parametri fisici in relazione al tempo di stagionatura e al peso iniziale della forma. Pezzatura Stagionatura, ~3 kg ~7 kg tutti mesi x x x Durezza 3 2,19 1,77 0,42 0,02 1,30 1,48 6 0,75 0,19 0,68 0,19 0,72 0,18 9 1,78 1,61 1,71 0,8 1,74 1, ,05 0,23 1,51 0,49 1,28 0,43 Coesione 3 0,08 0,11 0,14 0,04 0,11 0,08 6 0,16 0,22 0,12 0,03 0,14 0,17 9 0,28 0,15 0,17 0,06 0,22 0, ,20 0,06 0,23 0,12 0,21 0,09 Elasticità 3 6,43 1,96 3,97 0,23 5,20 1,84 6 3,22 0,67 3,54 0,36 3,33 0,58 9 1,68 0,86 1,53 0,73 1,59 0, ,79 0,36 1,25 0,82 1,52 0,65 Masticabilità 3 0,30 0,25 0,22 0,06 0,26 0,17 6 0,31 0,29 0,27 0,08 0,29 0,23 9 0,64 0,5 0,38 0,15 0,49 0, ,37 0,15 0,50 0,62 0,43 0,42 Deformazione 3 0,42 0,13 0,34 0,01 0,38 0,09 6 0,36 0,07 0,30 0,01 0,34 0,06 9 0,26 0,02 0,25 0,04 0,25 0, ,25 0,02 0,24 0,04 0,24 0,03 Profilo colorimetrico Il valore medio di b*, o indice del giallo, dopo 3 mesi di stagionatura si attesta su 14,82 nel pecorino di pezzatura minore e 15,02 in quello di circa 7 kg, rimane pressoché invariato dopo altri 3 mesi ed esprime un giallo più intenso nelle forme di 9 mesi (tabella 5). A 12 mesi entrambe le pezzature mantengono un colore giallo intenso ed evidenziano un valore di L*, o luminosità, più basso rispetto agli altri periodi attestandosi su 70,20 nella forma del peso iniziale di circa 3 kg e 71,79 in quella di circa 7 kg. 13

14 Tabella 5. Variazione dei parametri colorimetrici in relazione al tempo di stagionatura e al peso iniziale della forma. Pezzatura Stagionatura, ~3 kg ~7 kg tutti mesi x x x L* 3 75,87 1,11 76,02 1,76 75,95 1, ,15 1,59 82,11 0,72 78,80 2, ,47 3,46 73,57 2,06 73,98 2, ,20 2,37 71,79 1,76 71,00 2,38 a* 3-2,76 0,03-1,55 0,94-2,15 0,89 6-1,97 1,20-1,61 1,18-1,85 0,95 9-0,53 0,59-0,37 0,48-0,59 0, ,83 1,07-1,45 0,95-1,49 1,07 b* 3 14,82 0,09 15,02 1,19 14,92 0, ,98 1,52 16,04 1,33 14,00 2, ,23 0,82 21,86 1,42 22,25 1, ,72 1,87 21,90 1,86 21,04 1,87 Profilo proteomico Le figure II, III, IV e V riportano le mappe bidimensionali relative alle forme di peso medio iniziale pari a 3 e a 7 kg circa a 3 e a 6 mesi di stagionatura % 9 % 50kDa 50kDa -CN Gruppo A s 1 -CN s 1 -I 37kDa 25kDa 20kDa -CN Gruppo A s 2 -CN s 1 -CN s 1 -I 37kDa 25kDa 20kDa 18 % para -CN Gruppo B kDa 10kDa 18 % para -CN Gruppo B kDa 10kDa Figura II. 2-DGEm relativa alla forma di ~3 kg; tempo di stagionatura, 3 mesi. Figura III. 2-DGEm relativa alla forma di ~7 kg; tempo di stagionatura, 3 mesi. 14

15 % 50kDa 50kDa para -CN 18 % CN Gruppo A Gruppo B 4 5 s 1 -CN s 1 -I 37kDa 25kDa 20kDa 15kDa 10kDa 18 % s 2 -CN -CN Gruppo A para -CN Gruppo B s 1 -CN s 1 -I 37kDa 25kDa 20kDa 15kDa 10kDa Figura IV. 2-DGEm relativa alla forma di ~3 kg; tempo di stagionatura, 6 mesi. Figura V. 2-DGEm relativa alla forma di ~7 kg; tempo di stagionatura, 6 mesi. La figura VI mostra le 2-DGEm della frazione proteica del latte di massa e delle forme di peso medio iniziale pari a 3 e 7 kg circa, stagionate 9 mesi. Confrontando le diverse 2-DGEm è possibile osservare l'effetto complessivo della proteolisi sulle frazioni caseiniche. IPG % 50kDa 18% -CN -CN -lattoglobulina -lattalbumina s 2 -CN s 1 -CN 37kDa 25kDa 20kDa 15kDa 10kDa (a) ( b) (c) Figura VI. 2-DGEm relative a: (a) latte di massa; (b) forma di ~3 kg a 9 mesi di stagionatura; (c) forma di ~ 7 kg a 9 mesi di stagionatura. Nelle 2-DGEm delle forme stagionate a 3, 6 e 9 mesi sono evidenziati in rosso gli spot comuni nonché il gruppo A e il gruppo B. Le 2-DGEm dei formaggi presentano, nei differenti mesi di stagionatura esaminati, le frazioni caseiniche s1-cn, s2-c -Cn e i relativi frammenti determinatisi per proteolisi sia delle due frazioni s1- -Cn che della - -Cn risulta idrolizzata in: (a) frammenti identificati come

16 CN f(29-209)] derivanti dalla proteolisi primaria a opera della plasmina; (b) frammenti identificati -Cn [ -CN f( )] e - -CN f( )] derivanti dalla proteolisi sia primaria che secondaria; (c) frammenti non identificati di diverso peso molecolare derivanti dalla proteolisi secondaria dovuta all attività degli enzimi endogeni del latte. s1 Cn e la -Cn si idrolizzano nei frammenti s1 e para -Cn risultato, entrambi, dell azione degli enzimi del caglio (chimosina e pepsina). Tabella 6. Identificazione, mediante spettrometria di massa MALDI-ToF, degli spot rivelati nei campioni analizzati. In rosso gli spot comuni. SPOT, N MASSA PROTEINA CALCOLATA, GRUPPO SPOT, IDENTIFICATA N Da MASSA PROTEINA CALCOLATA, GRUPPO IDENTIFICATA Da 1 Para k-cn frammento?-cn frammento?-cn frammento?-cn B B 4?2-CN ?s- I fr(24-199) 3 frammento?-cn ?s- I fr(24-199) ?3-CN frammento?s1-cn frammento?s1-cn frammento?s1-cn frammento?s1-cn ?s2-Cn 10?1-CN 25?s2-Cn 8?1-CN 23?s2-Cn 9?1-CN 24?s2-Cn A ?1-CN 26?s2-Cn 12?1-CN 27 frammento?-cn frammento?-cn frammento?-cn B 14 frammento?-cn frammento?-cn frammento?-cn frammento?-cn B 16

17 9 10 IPG s 1 -CN 37kDa CN s 1 -I 25kDa Gruppo A ( 1) 20kDa 6 18 para -CN Gruppo B ( -CN fr) 17 5 ( 3) 3 4 ( 2) kDa 10kDa Figura VII. 2-DGEm relativa alla forma di ~7 kg stagionata 6 mesi. In rosso gli spot comuni alle mappe relative a tutti i campioni analizzati. Nella tabella 6 e nella figura VII - L analisi dell immagine ha evidenziato che il peso medio iniziale del formaggio influenza il numero medio di spot compresi in un intervallo di ph 3 10 e di peso molecolare kda (tabella VII). In particolare, tale numero varia da un minimo di 70 a un massimo di 107 mantenendosi più elevato nelle forme di circa 7 kg; ciò evidenzia una proteolisi più intensa nelle forme di peso medio iniziale minore. Tabella 7. Media, deviazione standard ( ) e coefficiente di variazione (c.v., %) del numero di spot in relazione al peso medio iniziale della forma e al tempo di stagionatura. CAMPIONI SPOT, N PESO MEDIO INIZIALE DELLA FORMA, kg N STAGIONATURA, ~ 3 ~ 7 MESI x c.v.,% x c.v.,% , , , , , ,96 36 COMUNI 4 17

18 Il peso medio iniziale della forma influenza il volume percentuale totale degli spot rivelati entro i gruppi A e B in quanto, a parità di tempo di stagionatura (tabella 8, grafico I e II): sia nella forma di circa 3 kg sia in quella di circa 7 kg il volume percentuale totale degli spot dei gruppi A e B è differente risultando maggiore nel gruppo B; il volume % totale degli spot del gruppo A è più basso nella forma di circa 3 kg rispetto a quello evidenziato nella forma di circa 7 kg; il volume % totale degli spot del gruppo B è simile nelle due forme di diverso peso mantenendosi, però, maggiore nella forma di circa 3 kg. Tabella 8. Volume % totale degli spot rivelati nei gruppi A e B, distintamente per il peso medio iniziale della forma entro il gruppo entro il tempo di stagionatura. TEMPO DI STAGIONATURA, MESI PESO MEDIO INIZIALE DELLA FORMA,kg GRUPPO A ~3 ~7 GRUPPO B GRUPPO A GRUPPO B 7,03 18,95 11,42 17,97 3,88 15,24 9,11 12,46 4,23 11,45 5,07 9,47 Ciò evidenzia una attività proteolitica primaria più intensa nella forma di circa 7 kg e, al contrario, una attività proteolitica secondaria più intensa nella forma di peso minore (circa 3 kg). 18

19 Grafico I. Variazione del volume percentuale totale degli spot del gruppo B in funzione del peso medio iniziale della forma entro il tempo di stagionatura. Grafico II. Variazione del volume percentuale totale degli spot del gruppo A in funzione del peso medio iniziale della forma entro il tempo di stagionatura. Profilo lipidomico Il formaggio stagionato 3 e 9 mesi evidenzia un contenuto percentuale di acidi grassi a corta catena maggiore nella forma di circa 3 kg (peso iniziale), rispetto a quella di peso medio iniziale pari a circa 7 kg; il pecorino stagionato 6 mesi evidenzia un andamento opposto (grafico III). 19

20 Grafico III. Contenuto medio percentuale su sostanza secca degli acidi grassi a corta catena entro il tempo di stagionatura in funzione del peso medio iniziale della forma. Come si evince dal grafico IV, gli acidi grassi a media catena manifestano un andamento simile a quello degli acidi grassi a corta catena e inoltre, nella forma di circa 3 kg il loro contenuto aumenta nel corso della stagionatura passando da 15,28% a 15,48% a 19,32% a 3, 6 e 9 mesi, rispettivamente, mentre nella forma di ~ 7 kg aumenta da 3 a 6 mesi di circa 2 punti percentuali e si porta a un valore intermedio a 9 mesi di stagionatura. Grafico IV. Contenuto medio percentuale su sostanza secca degli acidi grassi a media catena entro il tempo di stagionatura in funzione del peso medio iniziale della forma. 20

21 Gli acidi grassi a lunga catena (grafico V), nel primo periodo di stagionatura (da 3 a 6 mesi) aumentano dello 0,5% nella forma di circa 3 kg e del 3% in quella di 7 kg circa; nel secondo periodo (da 6 a 9 mesi) l incremento è consistente (circa il 6%) nella forma di pezzatura maggiore mentre si rileva un decremento in quella più piccola (2%). Grafico V. Contenuto medio percentuale su sostanza secca degli acidi grassi a lunga catena entro il tempo di stagionatura in funzione del peso medio iniziale della forma. L andamento dettagliato delle tre classi di acidi grassi al variare del periodo di stagionatura si sintetizza nel rapporto tra acidi grassi insaturi e acidi grassi saturi (grafico VI): tale rapporto risulta minimo a 9 mesi nella forma di circa 3 kg, e a 6 mesi nella forma di circa 7 kg. 21

22 Grafico VI. Rapporto degli acidi grassi insaturi e saturi entro il tempo di stagionatura in funzione del peso medio iniziale della forma. Il contenuto medio percentuale dei CLA (grafico VII) tende ad aumentare gradualmente nel corso della stagionatura nella forma di circa 3 kg e ad avere un andamento variabile nella forma di circa 7 kg. Grafico VII. CLA: contenuto medio percentuale su sostanza secca entro il tempo di stagionatura in funzione del peso medio iniziale della forma. 22

23 Conclusioni Il profilo dinamometrico, proteomico e lipidomico osservato nelle forme di diverso peso è indice di un dinamismo nel processo di maturazione e stagionatura del formaggio; tale dinamismo appare molto più evidente nella forma di peso più basso. Il profilo proteomico mostra che, nel corso della stagionatura, l idrolisi è a carico sia della -Cn sia dei frammenti da essa derivati e porta al progressivo rilascio di aminoacidi e di piccoli peptidi che liberati e rilasciati conferiscono un flavour tipico a ogni formaggio locale. Il profilo evidenziato, così come nel caso del grana padano (Restani et al., 1996; Gaiaschi et al., 2000 e 2001), potrebbe essere un indice dei tempi e dei modi con cui avviene la proteolisi e, quindi, essere considerato marker attendibile di qualità e di stagionatura. I risultati di lipidomica, limitatamente al contenuto in CLA, evidenziano che da un punto di vista salutistico la forma di circa 3 kg è da preferire se si vuole consumare un pecorino di 9 mesi di stagionatura; viceversa la forma di circa 7 kg è da preferire per formaggi più freschi, ovvero di 3 e 6 mesi di stagionatura. La valutazione sensoriale individua nel periodo di stagionatura di 12 mesi, l optimum per un prodotto gradito sia visivamente che dal punto di vista olfattivo. 23

24 Bibliografia ASCHAFFENBURG R., DREWRY J. (1959). New procedure for the routine determination of the various non-casein proteins of milk. 15 Int. Dairy Congr., 3, DUPONT D., ROLET REPECAUD O., SENOCQ D. (2003). A new approach to monitoring proteolysis phenomena. Anal. Biochem. 15, 317 (2), FACCIA M., GAMBACORTA G., LIUZZI V. A., ALVITI G., DI LUCCIA A. (2003). Influence of cheese weight and type of rennet on composition and proteolysis of canestrato pugliese cheese. II. Chromatographic characterization of soluble nitrogen. Ital. J. Food Sci. 15 (1), GAIASCHI A., BERETTA B., POIESI C., CONTI A., GIUFFRIDA M. G., GALLI C. L., RESTANI P. (2000). Proteolysis of s-casein as a marker of Grana Padano cheese ripening. J. Dairy Sci. 83, GAIASCHI A., BERETTA B., POIESI C., CONTI A., GIUFFRIDA M. G., GALLI C. L., RESTANI P. (2001). Proteolysis of -Casein as a marker of Grana Padano Cheese Ripening. J. Dairy Sci. 84 (1), KRAUSE I., BUCHBERGER J., WEISS G., PFLUGLER M., KLOSTERMEYER H. (1989). Isoelectric focusing in immobilized ph gradients with carrier ampholytes added for high-resolution phenotyping of bovine -lactoglobulins. Electrophoresis, 9, O FARRELL P.H. (1975). High resolution two-dimensional electrophoresis of proteins. J. Biol. Chem. 250, RESTANI P., VELONA T., CARPEN A., DURANTI M., GALLI, C. L. (1996). Gamma casein as a marker of ripening and/or quality of Grana Padano cheese. J. Agric. Food Chem. 44, SANTORO M., FACCIA M. (1998). Influence of mould size and rennet on proteolysis and composition of Canestrato Pugliese cheese. Ital. J. Food Sci., 10, SHEVCHENKO A., WILM M., VORM O., MANN, M. (1996). Mass spectrometric sequencing of proteins from silver-stained polyacrilamyde gels. Anal.Chem., 68,

Caciocavallo Podolico : profilo proteico in funzione del tempo di maturazione

Caciocavallo Podolico : profilo proteico in funzione del tempo di maturazione Caciocavallo Podolico : profilo proteico in funzione del tempo di maturazione Matassino D. 1, Inglese F. 1, Rillo L. 1,Romagnuolo F. 1, Di Luccia A. 2 1 Consorzio per la Sperimentazione, Divulgazione e

Dettagli

Figura 1 Punteggi medi di tenerezza espressi dai consumatori per la carne podolica e la carne commerciale

Figura 1 Punteggi medi di tenerezza espressi dai consumatori per la carne podolica e la carne commerciale INTRODUZIONE La razza Podolica rappresenta un vero e proprio fiore all'occhiello del settore zootecnico, il cui allevamento sta conoscendo un importante incremento nel Mezzogiorno. Concentrato prevalentemente

Dettagli

RISULTATI dell ANALISI SENSORIALE per un UN PROGETTO di RICERCA sulle caratteristiche del PROSCIUTTO di BASSIANO

RISULTATI dell ANALISI SENSORIALE per un UN PROGETTO di RICERCA sulle caratteristiche del PROSCIUTTO di BASSIANO RISULTATI dell ANALISI SENSORIALE per un UN PROGETTO di RICERCA sulle caratteristiche del PROSCIUTTO di BASSIANO INTRODUZIONE Obiettivo della ricerca è stato quello di valutare le caratteristiche organolettiche

Dettagli

STANDARD DI RAZZA DELLA PECORA BROGNA

STANDARD DI RAZZA DELLA PECORA BROGNA STANDARD DI RAZZA DELLA PECORA BROGNA 117 Standard di razza della Pecora Brogna CARATTERI DELLA PECORA BROGNA, CONOSCIUTA ANCHE COME BROGNOLA, NOSTRANA, PROGNA, ROSS-A-VIS, TESTA ROSSA CARATTERI ESTERIORI

Dettagli

STANDARD DI RAZZA DELLA PECORA ALPAGOTA

STANDARD DI RAZZA DELLA PECORA ALPAGOTA STANDARD DI RAZZA DELLA PECORA ALPAGOTA 75 Standard di razza della Pecora Alpagota CARATTERI DELLA PECORA ALPAGOTA, CONOSCIUTA ANCHE COME PAGOTA CARATTERI ESTERIORI Taglia media. Testa acorne, in entrambi

Dettagli

STANDARD DI RAZZA DELLA PECORA LAMON

STANDARD DI RAZZA DELLA PECORA LAMON STANDARD DI RAZZA DELLA PECORA LAMON 97 Standard di razza della Pecora Lamon CARATTERI DELLA PECORA LAMON, CONOSCIUTA ANCHE COME FELTRINA CARATTERI ESTERIORI Taglia grande. Testa acorne, in entrambi i

Dettagli

RELAZIONE TECNICA SUI RISULTATI OTTENUTI NEL CORSO DEL PROGETTO

RELAZIONE TECNICA SUI RISULTATI OTTENUTI NEL CORSO DEL PROGETTO RELAZIONE TECNICA SUI RISULTATI OTTENUTI NEL CORSO DEL PROGETTO Innovazione della filiera bovina da latte in Abruzzo per produzioni lattiero-caseari ad elevato contenuto salutistico ed ecosostenibile (IproLaB)

Dettagli

Indice di Attitudine Casearia (IAC): dalla lattodinamografia alla spettroscopia esperienze e prospttive nella realtà del Veneto

Indice di Attitudine Casearia (IAC): dalla lattodinamografia alla spettroscopia esperienze e prospttive nella realtà del Veneto Indice di Attitudine Casearia (IAC): dalla lattodinamografia alla spettroscopia esperienze e prospttive nella realtà del Veneto Stefano De Paoli Sofia Ton ARAV Martino Cassandro Massimo de Marchi Università

Dettagli

RELAZIONE TECNICA SUI RISULTATI OTTENUTI NEL CORSO DEL PROGETTO. (IprOv)

RELAZIONE TECNICA SUI RISULTATI OTTENUTI NEL CORSO DEL PROGETTO. (IprOv) RELAZIONE TECNICA SUI RISULTATI OTTENUTI NEL CORSO DEL PROGETTO Caratterizzazione e miglioramento degli indici salutistici e sicurezza alimentare delle produzioni ovine tipiche abruzzesi a marchio di origine

Dettagli

Disciplinare di Produzione della DOP Pecorino Romano

Disciplinare di Produzione della DOP Pecorino Romano Disciplinare di Produzione della DOP Pecorino Romano A LLEGATO Art. 1 La zona di provenienza del latte destinato alla trasformazione del formaggio Pecorino Romano comprende l intero territorio delle regioni

Dettagli

QUALITÀ DEI PRODOTTI BIOLOGICI DI ORIGINE ANIMALE

QUALITÀ DEI PRODOTTI BIOLOGICI DI ORIGINE ANIMALE equizoobio Efficienza, qualità e innovazione nella zootecnia biologica QUALITÀ DEI PRODOTTI BIOLOGICI DI ORIGINE ANIMALE Prof. Raffaele Zanoli Università Politecnica delle Marche Dipartimento di Ingegneria

Dettagli

SEMPLIFICAZIONE DEI CONTROLLI FUNZIONALI: ANALISI DELLA CAPRA NERA DI VERZASCA

SEMPLIFICAZIONE DEI CONTROLLI FUNZIONALI: ANALISI DELLA CAPRA NERA DI VERZASCA SEMPLIFICAZIONE DEI CONTROLLI FUNZIONALI: ANALISI DELLA CAPRA NERA DI VERZASCA Rita Rizzi Dipartimento di Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica Giornata tematica GESTIONE GENETICA DELLE POPOLAZIONI CAPRINE

Dettagli

Convegno: Dal pascolo alla tavola: sicurezza e qualità dei prodotti podolici

Convegno: Dal pascolo alla tavola: sicurezza e qualità dei prodotti podolici Convegno: Dal pascolo alla tavola: sicurezza e qualità dei prodotti podolici Zungoli (AV), 29 ottobre 2011 Bovino Grigio Autoctono Italiano (BovGrAI) già Podolica : allevamento semibrado - brado e alcuni

Dettagli

Aspe p t e t t i t te t c e ni n ci r e r l e at a i t vi al a la

Aspe p t e t t i t te t c e ni n ci r e r l e at a i t vi al a la Aspetti tecnici relativi alla trasformazione e valorizzazione del latte di capra Arbus, 31 luglio 2010 Massimo Pes Il latte di capra per le sue caratteristiche fisico-chimiche e nutrizionali è particolarmente

Dettagli

CARATTERIZZAZIONE SENSORIALE E RESA CASEARIA DI LATTE E FORMAGGIO OTTENUTI DA BOVINE ALIMENTATE CON FARINA DI ESTRAZIONE DI COLZA

CARATTERIZZAZIONE SENSORIALE E RESA CASEARIA DI LATTE E FORMAGGIO OTTENUTI DA BOVINE ALIMENTATE CON FARINA DI ESTRAZIONE DI COLZA COMPOSIZIONE DEI PRODOTTI ALIMENTARI E PROPRIETÀ SENSORIALI CARATTERIZZAZIONE SENSORIALE E RESA CASEARIA DI LATTE E FORMAGGIO OTTENUTI DA BOVINE ALIMENTATE CON FARINA DI ESTRAZIONE DI COLZA Valeria Musi

Dettagli

I Controlli Funzionali (1)

I Controlli Funzionali (1) I Controlli Funzionali (1) La più tradizionale delle attività dell Associazione di razza verte nell'ambito della selezione con l'effettuazione dei controlli funzionali e la tenuta dei libri genealogici.

Dettagli

LE ANALISI SENSORIALI COME STRUMENTO ANALITICO A TUTELA DELLA QUALITÀ IN RICOTTA SALATA DI PECORA

LE ANALISI SENSORIALI COME STRUMENTO ANALITICO A TUTELA DELLA QUALITÀ IN RICOTTA SALATA DI PECORA 5 CONGRESSO LATTIERO-CASEARIO AITeL BARI, 9 SETTEMBRE 2016 LE ANALISI SENSORIALI COME STRUMENTO ANALITICO A TUTELA DELLA QUALITÀ IN RICOTTA SALATA DI PECORA Di Salvo R. 1, Piga C. 1, Nieddu G. 2, Spanu

Dettagli

Carta degli impegni di filiera

Carta degli impegni di filiera Carta degli impegni di filiera Firenze, 10 Febbraio 2015 Come previsto nel Protocollo di Filiera del Latte Mugello, il presente documento riporta gli indicatori, comprensivi degli obiettivi, utilizzati

Dettagli

PECORINO DEL MOLISE UNIONE REGIONALE DELLE CAMERE DI COMMERCIO, INDUSTRIA, ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DEL MOLISE. PECORINO del Molise

PECORINO DEL MOLISE UNIONE REGIONALE DELLE CAMERE DI COMMERCIO, INDUSTRIA, ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DEL MOLISE. PECORINO del Molise UNIONE REGIONALE DELLE CAMERE DI COMMERCIO, INDUSTRIA, ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DEL MOLISE PECORINO del Molise PECORINO del Molise Modalità di ottenimento della licenza d uso del marchio collettivo PIACERE

Dettagli

Benessere animale e qualità della carne nell allevamento brado di razze avicole Venete. Analisi sensoriale, reologica e calo peso alla cottura

Benessere animale e qualità della carne nell allevamento brado di razze avicole Venete. Analisi sensoriale, reologica e calo peso alla cottura Benessere animale e qualità della carne nell allevamento brado di razze avicole Venete Analisi sensoriale, reologica e calo peso alla cottura Sono stati analizzati 36 petti di polli appartenenti a 3 razze

Dettagli

Valorizzazione dell analisi degli acidi grassi attraverso il MIR: esempi di alcuni casi pratici

Valorizzazione dell analisi degli acidi grassi attraverso il MIR: esempi di alcuni casi pratici Valorizzazione dell analisi degli acidi grassi attraverso il MIR: esempi di alcuni casi pratici Andrea Revello Chion Daniele Giaccone Giorgio Borreani, Mauro Coppa, Ernesto Tabacco Lattiero caseari e acidi

Dettagli

OPERATORE DELLE LAVORAZIONI LATTIERO-CASEARIE

OPERATORE DELLE LAVORAZIONI LATTIERO-CASEARIE OPERATORE DELLE LAVORAZIONI LATTIERO-CASEARIE DESCRIZIONE SINTETICA OPERATORE DELLE LAVORAZIONI LATTIERO-CASEARIE L operatore delle lavorazioni lattiero-casearie è in grado di realizzare prodotti caseari

Dettagli

ATLANTE DEI PRODOTTI TIPICI AGROALIMENTARI DI PUGLIA REGIONE PUGLIA ASSESSORATO RISORSE AGROALIMENTARI UNIONE EUROPEA

ATLANTE DEI PRODOTTI TIPICI AGROALIMENTARI DI PUGLIA REGIONE PUGLIA ASSESSORATO RISORSE AGROALIMENTARI UNIONE EUROPEA a ATLANTE DEI PRODOTTI TIPICI AGROALIMENTARI DI PUGLIA UNIONE EUROPEA Cofinanziato U.E. POR PUGLIA 20002006 Misura 4.8 AzioneA REGIONE PUGLIA ASSESSORATO RISORSE AGROALIMENTARI 27 PECORINO LA REGIONE PUGLIA

Dettagli

D A AG R I C O. di Alessandro Di Marco IT F8W1G CE ORIGINE DEL LATTE: ITALIA

D A AG R I C O. di Alessandro Di Marco IT F8W1G CE ORIGINE DEL LATTE: ITALIA AZ IEN D A AG R I C O LA Tinte Rosse di Alessandro Di Marco IT F8W1G CE ORIGINE DEL LATTE: ITALIA Latte IL PER IL CONSUMO DIRETTO La migliore digeribilità del grasso e della proteina rende il latte delle

Dettagli

SCIMUDIN DELLA VALTELLINA

SCIMUDIN DELLA VALTELLINA 1 A L L E G A T O 1 SCIMUDIN DELLA VALTELLINA Disciplinare di produzione Art. 1 - Attribuzione del Marchio Collettivo Geografico Scimudin della Valtellina Art. 2 - Caratteristiche del prodotto 2.1. Caratteristiche

Dettagli

Il progetto Stagionatura del formaggio Nostrano Valtrompia in Miniera: metodologie e percorso

Il progetto Stagionatura del formaggio Nostrano Valtrompia in Miniera: metodologie e percorso Il progetto Stagionatura del formaggio Nostrano Valtrompia in Miniera: Luca Bettera Convegno 30 Marzo 2019 - Progetto sperimentale di stagionatura in galleria di miniera Tavernole sul Mella (BS) PRODUZIONE

Dettagli

I RISULTATI PRELIMINARI SULL IMPIEGO DI LINO NELL ALIMENTAZIONE SU OVINI E BOVINI

I RISULTATI PRELIMINARI SULL IMPIEGO DI LINO NELL ALIMENTAZIONE SU OVINI E BOVINI I RISULTATI PRELIMINARI SULL IMPIEGO DI LINO NELL ALIMENTAZIONE SU OVINI E BOVINI Mariano Pauselli, Valentina Roscini, Elisa Cestola, Luciano Morbidini Dipartimento di Biologia Applicata, Sezione di Scienze

Dettagli

CARATTERISTICHE SENSORIALI DEI PRODOTTI OGGETTO DELLA RICERCA

CARATTERISTICHE SENSORIALI DEI PRODOTTI OGGETTO DELLA RICERCA VALORIZZAZIONE DI PRODOTTI DIVERSI DAL PROSCIUTTO Tecnologia di produzione e attività biologica Centro Congressi - Università Cattolica del Sacro Cuore Piacenza - 15 ottobre 2008 CARATTERISTICHE SENSORIALI

Dettagli

SEMINARIO DI ZOOTECNIA E ALIMENTI FUNZIONALI

SEMINARIO DI ZOOTECNIA E ALIMENTI FUNZIONALI SEMINARIO DI ZOOTECNIA E ALIMENTI FUNZIONALI IL CASO DEL PECORINO PROBIOTICO A. SANTILLO RICERCATORE IN ZOOTECNIA SPECIALE IL FORMAGGIO PECORINO PROBIOTICO La produzione di formaggio pecorino probiotico

Dettagli

CONFEZIONE ASSORTITA 6 formaggi stagionati

CONFEZIONE ASSORTITA 6 formaggi stagionati Codici: Codice interno: 13DEGUS Codice EAN: 2439998 codice doganale: 04069099 CONFEZIONE ASSORTITA 6 formaggi stagionati scatola degustazione contenente n 6 formaggi misti stagionati rettangolare. Misure

Dettagli

Influenza del contenuto in cellule somatiche del latte ovino sulle caratteristiche alla coagulazione presamica e sulla resa casearia.

Influenza del contenuto in cellule somatiche del latte ovino sulle caratteristiche alla coagulazione presamica e sulla resa casearia. Influenza del contenuto in cellule somatiche del latte ovino sulle caratteristiche alla coagulazione presamica e sulla resa casearia Antonio Pirisi Agris Sardegna, 07100 Sassari Italia apirisi@agrisricerca.it

Dettagli

CARATTERIZZAZIONE SENSORIALE DELLA CARNE FRESCA DI SUINO ALLEVATO CON METODO BIOLOGICO

CARATTERIZZAZIONE SENSORIALE DELLA CARNE FRESCA DI SUINO ALLEVATO CON METODO BIOLOGICO E.QU.I.ZOO.BIO : Efficienza, Qualità e Innovazione nella Zootecnia Biologica Coop. Agricola La Collina Reggio Emilia - 25 febbraio 2009 CARATTERIZZAZIONE SENSORIALE DELLA CARNE FRESCA DI SUINO ALLEVATO

Dettagli

L ECCELLENZA DEL VITELLO ITALIANO garantita dall allevamento alla tavola.

L ECCELLENZA DEL VITELLO ITALIANO garantita dall allevamento alla tavola. L ECCELLENZA DEL VITELLO ITALIANO garantita dall allevamento alla tavola. SCEGLIERE IL GRUPPO VERCELLI Per portare la qualità del vitello italiano sulle tavole di tutto il mondo. Il Gruppo Vercelli è uno

Dettagli

il CRPA per le imprese Sezione ALIMENTARE Reggio Emilia, 16 giugno 2011

il CRPA per le imprese Sezione ALIMENTARE Reggio Emilia, 16 giugno 2011 il CRPA per le imprese Sezione ALIMENTARE Reggio Emilia, 16 giugno 2011 CCRPA Lab in sintesi 2 CLa struttura 3 CAmbiti di ricerca e obiettivi sezione ALIMENTARE Settori di impatto: lavorazioni e trasformazione

Dettagli

REGIME DI QUALITA RICONOSCIUTO DALLA REGIONE PUGLIA AI SENSI DEL REG. (CE) N. 1305/2013 DISCIPLINARE DI PRODUZIONE FORMAGGI A PASTA DURA E SEMIDURA

REGIME DI QUALITA RICONOSCIUTO DALLA REGIONE PUGLIA AI SENSI DEL REG. (CE) N. 1305/2013 DISCIPLINARE DI PRODUZIONE FORMAGGI A PASTA DURA E SEMIDURA PRODOTTI DI QUALITA REGIME DI QUALITA RICONOSCIUTO DALLA REGIONE PUGLIA AI SENSI DEL REG. (CE) N. 1305/2013 DISCIPLINARE DI PRODUZIONE FORMAGGI A PASTA DURA E SEMIDURA 1 1. CAMPO DI APPLICAZIONE Il presente

Dettagli

Problemi ed opportunità della conversione dalla produzione convenzionale a quella biologica

Problemi ed opportunità della conversione dalla produzione convenzionale a quella biologica Convegno 26 ottobre 2016 La conversione da convenzionale a BIO: il latte e produzione casearia biologica Problemi ed opportunità della conversione dalla produzione convenzionale a quella biologica Giacomo

Dettagli

PRODOTTI DI QUALITA REGIME DI QUALITA RICONOSCIUTO DALLA REGIONE PUGLIA AI SENSI DEL REG. (CE) N. 1305/2013 DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

PRODOTTI DI QUALITA REGIME DI QUALITA RICONOSCIUTO DALLA REGIONE PUGLIA AI SENSI DEL REG. (CE) N. 1305/2013 DISCIPLINARE DI PRODUZIONE PRODOTTI DI QUALITA REGIME DI QUALITA RICONOSCIUTO DALLA REGIONE PUGLIA AI SENSI DEL REG. (CE) N. 1305/2013 DISCIPLINARE DI PRODUZIONE FORMAGGI FRESCHI O A BREVE MATURAZIONE 1 1. CAMPO DI APPLICAZIONE

Dettagli

GORGONZOLA DOLCE GRAN RISERVA LEONARDI

GORGONZOLA DOLCE GRAN RISERVA LEONARDI GORGONZOLA DOLCE GRAN RISERVA LEONARDI Descrizione del prodotto: formaggio a pasta cruda a denominazione d origine protetta (D.O.P) Proprietà organolettiche: Aspetto: crosta rugosa di colore rosa più o

Dettagli

Formaggi del Caseificio Picciau

Formaggi del Caseificio Picciau ggi del Caseificio Picciau Descrizione dell azienda. Profumi forti, sapori decisi, alle volte delicati, che rievocano i paesaggi e le mille culture e tradizioni della Sardegna. Queste sono le sensazioni

Dettagli

LAYOUT DEI PROCESSI DI LAVORAZIONE REALIZZATI E/O ELENCAZIONE DELLE ATTIVITA DI CARATTERIZZAZIONE SVOLTE

LAYOUT DEI PROCESSI DI LAVORAZIONE REALIZZATI E/O ELENCAZIONE DELLE ATTIVITA DI CARATTERIZZAZIONE SVOLTE LAYOUT DEI PROCESSI DI LAVORAZIONE REALIZZATI E/O ELENCAZIONE DELLE ATTIVITA DI CARATTERIZZAZIONE SVOLTE Caratterizzazione e miglioramento degli indici salutistici e sicurezza alimentare delle produzioni

Dettagli

Associazione Regionale Allevatori Della Lombardia CONVEGNO FINALIZZATA ALL INCREMENTO DI VALORE AGGIUNTO PER LE FILIERE DEI PRODOTTI LATTIERO CASEARI

Associazione Regionale Allevatori Della Lombardia CONVEGNO FINALIZZATA ALL INCREMENTO DI VALORE AGGIUNTO PER LE FILIERE DEI PRODOTTI LATTIERO CASEARI Allevatori Della Lombardia CONVEGNO GIOVEDÌ 23 OTTOBRE 2008 - ORE 09:30 SALA MONTEVERDI 63^ FIERA INTERNAZIONALE DEL BOVINO DA LATTE - CR LA SELEZIONE DELLE CASEINE VERE FINALIZZATA ALL INCREMENTO DI VALORE

Dettagli

Evoluzione del clima in Veneto nell ultimo cinquantennio

Evoluzione del clima in Veneto nell ultimo cinquantennio DIPARTIMENTO PER LA SICUREZZA DEL TERRITORIO Centro Meteorologico di Teolo Evoluzione del clima in Veneto nell ultimo cinquantennio Il Veneto si colloca in una zona di transizione confinante a Nord con

Dettagli

FORMAGGI.

FORMAGGI. FORMAGGI www.fattoriegennargentu.it FORMAGGI L AZIENDA Fattorie Gennargentu Srl è composta da due distinte aziende, il Salumificio e il Caseificio, che operano sul mercato con il marchio Fattorie Gennargentu

Dettagli

LA CARATTERIZZAZIONE ANALITICA

LA CARATTERIZZAZIONE ANALITICA CRRIZZZION NIIC N DFINIZION D IPICIÀ D IR tefano Cattaneo DeFN - UNII spetti trattati lcune considerazioni sul concetto di tipicità del formaggio a tipicità e il processo di maturazione del ilter dolo

Dettagli

Gestione e valorizzazione delle risorse foraggere in ambiente montano.

Gestione e valorizzazione delle risorse foraggere in ambiente montano. Gestione e valorizzazione delle risorse foraggere in ambiente montano. Daniele Giaccone Associazione Regionale Allevatori del Piemonte L ambiente montano ha un valore aggiunto? L alimentazione svolge un

Dettagli

Aspetti nutrizionali

Aspetti nutrizionali Aspetti nutrizionali Qualità tangibile: Caratteristiche organolettiche: - consistenza (caratt. meccaniche, geometriche, chimiche) - aspetto (forma, dimensione, colore) - aroma (sapore, odore) Caratteristiche

Dettagli

Le analisi che si effettuano sul latte. Percorso didattico quarta/quinta ITIS Cartesio Indirizzo chimico-biotec. sanitario

Le analisi che si effettuano sul latte. Percorso didattico quarta/quinta ITIS Cartesio Indirizzo chimico-biotec. sanitario Le analisi che si effettuano sul latte Percorso didattico quarta/quinta ITIS Cartesio Indirizzo chimico-biotec. sanitario Per il controllo della qualità del latte vengono rilevati determinati parametri:

Dettagli

Alimentazione e zinco

Alimentazione e zinco II Congresso Lattiero Caseario La ricerca scientifica e la valorizzazione del latte e dei derivati Il formaggio come alimento funzionale: aspetti tecnologici e sensoriali legati all additivazione di zinco

Dettagli

Analisi dei redditi e dei costi nelle Aziende Pastorali

Analisi dei redditi e dei costi nelle Aziende Pastorali Analisi dei redditi e dei costi nelle Aziende Pastorali Scuola di Specializzazione in Sanità Animale, Benessere e Produzioni Zootecniche Manca M. Elena Mura M. Caterina Nonne Antonella Polinas Marta Usai

Dettagli

Consorzio per la Tutela del Formaggio MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA

Consorzio per la Tutela del Formaggio MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA Consorzio per la Tutela del Formaggio MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA Il Consorzio di Tutela Costituito nel 1981, ha reso possibile l ottenimento e la registrazione della denominazione di origine. Rappresenta

Dettagli

Stalla 4.0: riduzione impatto ambientale, benessere animale ed efficienza gestionale

Stalla 4.0: riduzione impatto ambientale, benessere animale ed efficienza gestionale Stalla 4.0: riduzione impatto ambientale, benessere animale ed efficienza gestionale Progetto finanziato con i fondi PSR della Regione Veneto Prof. Samuele Trestini Dipartimento TESAF Università degli

Dettagli

Sistemi zootecnici integrati per produzioni d eccellenza

Sistemi zootecnici integrati per produzioni d eccellenza sistema Latte Sistemi zootecnici integrati per produzioni d eccellenza Sistemi zootecnici integrati per produzioni d eccellenza Via E. Mattei, 38-06083 Bastia Umbra (PG) Tel. 075 8011560 - Fax 075 8011044

Dettagli

Produzione vendibile: 314 milioni (2012/2013) Aziende, capi e produzioni (2013; 2014)

Produzione vendibile: 314 milioni (2012/2013) Aziende, capi e produzioni (2013; 2014) Sardegna Inquadramento economico e strutturale del settore lattiero caseario ovino Fonti statistiche: Istat, ANZ Produzione vendibile: 314 milioni (212/213) 19% PV regionale (44% zootecnica); 49% PV ovi-caprina

Dettagli

Consorzio Tutela Quartirolo Lombardo. Consorzio Tutela. Quartirolo Lombardo

Consorzio Tutela Quartirolo Lombardo. Consorzio Tutela. Quartirolo Lombardo Consorzio Tutela Quartirolo Lombardo Agosto 2018 Storia e valori Il Quartirolo Lombardo, formaggio italiano a denominazione di origine protetta (DOP), è tutelato da un apposito Consorzio: il Consorzio

Dettagli

Centro Studi Confagricoltura

Centro Studi Confagricoltura Centro Studi Confagricoltura Produzione agro-zootecnica italiana negli ultimi anni (2013-2017) Stime della superficie investita per macrocategorie di coltivazioni (ha x 1000) Stima della produzione raccolta

Dettagli

FILIERA MELA. Ottimizzazione della gestione dei frutti in fase di post-raccolta a garanzia della prossima denominazione IGP.

FILIERA MELA. Ottimizzazione della gestione dei frutti in fase di post-raccolta a garanzia della prossima denominazione IGP. FILIERA MELA Ottimizzazione della gestione dei frutti in fase di post-raccolta a garanzia della prossima denominazione IGP. Identificazione del profilo qualitativo e nutraceutico delle mele con tecniche

Dettagli

Latte e formaggi ovini

Latte e formaggi ovini I COSTI DI PRODUZIONE: GLI INDICI IL MERCATO ALL'ORIGINE: GLI INDICI Latte e formaggi ovini Report realizzato da ISMEA per Laore Sardegna estre 2016 Numero 17/16 - Aprile 2016 Il mercato nazionale Indice

Dettagli

programmi di introduzione di razze esotiche in Sardegna

programmi di introduzione di razze esotiche in Sardegna Approcci metodologici per la valutazione dell efficacia di programmi di introduzione di razze esotiche in Sardegna ANTONELLO CARTA AGRIS SARDEGNA Gestione risorse genetiche locali Nell ultimo secolo le

Dettagli

L olio di Venafro tra tecnologia e magia. CATERINA IANNINI Professore Associato di Coltivazioni Arboree

L olio di Venafro tra tecnologia e magia. CATERINA IANNINI Professore Associato di Coltivazioni Arboree L olio di Venafro tra tecnologia e magia CATERINA IANNINI Professore Associato di Coltivazioni Arboree Rinnovato interesse per i prodotti dell olivo: informazioni sui benefici salutistici, dietetici e

Dettagli

Cellule somatiche del latte e resa casearia

Cellule somatiche del latte e resa casearia Cellule somatiche del latte e resa casearia 28 settembre Prodotti lattiero caseari: innovazione e tendenze verso il futuro.. Di cosa parleremo Definiremo le cellule somatiche Gli effetti sulla produzione

Dettagli

LE STRADE VERSO UNA PASTORIZIA SOSTENIBILE. Relatore: VIZZARRI Francesco, PhD

LE STRADE VERSO UNA PASTORIZIA SOSTENIBILE. Relatore: VIZZARRI Francesco, PhD LE STRADE VERSO UNA PASTORIZIA SOSTENIBILE Relatore: VIZZARRI Francesco, PhD CASTROPIGNANO (CB) 30 LUGLIO, 2016 situazione attuale Sempre più ci si interroga sul futuro dell agricoltura e dell allevamento

Dettagli

Corso di analisi sensoriale degli alimenti. CdS in Tecnologie Alimentari Università degli Studi di FIRENZE Prof. Erminio Monteleone

Corso di analisi sensoriale degli alimenti. CdS in Tecnologie Alimentari Università degli Studi di FIRENZE Prof. Erminio Monteleone Il Temporary Dominance Sensations Che cosa è e a cosa serve Gli eventi che presiedono alla percezione delle proprietà sensoriali di un prodotto alimentare sono di diversa natura e comprendendo fenomeni

Dettagli

Risultati della Ricerca

Risultati della Ricerca Titolo Sistemi alimentari e qualità della mozzarella di bufala Risultati della Ricerca Descrizione estesa del risultato I dati relativi alla composizione fisico-chimica hanno evidenziato, per il periodo

Dettagli

Cooperativa Allevatori Ovini CAO Formaggi

Cooperativa Allevatori Ovini CAO Formaggi La Cooperativa Allevatori Ovini CAO Formaggi è una Società Cooperativa fondata il 14/11/1966, con lo scopo sociale di aggregare un insieme di allevatori che si adoperassero per trasformare industrialmente

Dettagli

I FORMAGGI SICILIANI DI TRADIZIONE

I FORMAGGI SICILIANI DI TRADIZIONE di Guido Falgares 15 ottobre 2014 I FORMAGGI SICILIANI DI TRADIZIONE *** Il 7 ottobre 2014 u.s. a Palermo, si è tenuto un incontro su: I formaggi siciliani di tradizione : il Maiorchino, il Piacentinu

Dettagli

PECORA CORNELLA BIANCA Famiglia:Bovidae Genere: Ovis Specie:

PECORA CORNELLA BIANCA Famiglia:Bovidae Genere: Ovis Specie: PECORA CORNELLA BIANCA Famiglia:Bovidae Genere: Ovis Specie: Nome comune: Cornella Sinonimi accertati: Sinonimie errate: Denominazioni dialettali locali Data inserimento nel repertorio: Az. Agr Accessioni

Dettagli

Data n. Azienda. Indirizzo Comune N telefono. N iscrizione CCIAA N fax. Non Conformità rilevate Gravi n Riferimento punto Piano di Controllo:

Data n. Azienda. Indirizzo Comune N telefono. N iscrizione CCIAA N fax. Non Conformità rilevate Gravi n Riferimento punto Piano di Controllo: Ispettore Incaricato Verifica Ispettiva Cod. identificativo Azienda - Oppure INDICARE ISCRIZIONE Data n. Azienda Indirizzo Comune N telefono N iscrizione CCIAA N fax Referente Aziendale Qualifica Non Conformità

Dettagli

ANDAMENTO DEI PREZZI AL 3 QUADRIMESTRE 2011

ANDAMENTO DEI PREZZI AL 3 QUADRIMESTRE 2011 ANDAMENTO DEI PREZZI AL 3 QUADRIMESTRE 2011 Facendo un raffronto sull andamento dei prezzi delle principali produzioni agricole piacentine rilevate dalla Camera di Commercio nel primo quadrimestre 2011

Dettagli

GORGONZOLA DOLCE cubetti

GORGONZOLA DOLCE cubetti GORGONZOLA DOLCE cubetti Proprietà organolettiche: Aspetto: crosta rugosa di colore rosa più o meno intenso, non edibile; la pasta è di colore bianco paglierino con venature azzurro-verdastre (erborinature).

Dettagli

RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA RELAZIONE AGRONOMICA. AREA 1 Grotticelle di Monticchio

RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA RELAZIONE AGRONOMICA. AREA 1 Grotticelle di Monticchio RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA RELAZIONE AGRONOMICA AREA 1 Grotticelle di Monticchio Dott.ssa DI TORO Maria Dott. LANGERANO Antonio 31 Marzo 2010 Il S.I.C. Grotticelle di Monticchio, da un punto di

Dettagli

ALLEGATO B ELENCO POTENZIALI BENEFICIARI/CONCESSIONARI. al REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE (Approvato con Delibera di Consiglio n. 60 del

ALLEGATO B ELENCO POTENZIALI BENEFICIARI/CONCESSIONARI. al REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE (Approvato con Delibera di Consiglio n. 60 del MARCHIO: Prodotto consigliato dal Parco ALLEGATO B al REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE (Approvato con Delibera di Consiglio n. 60 del 13.09.2010) ELENCO POTENZIALI BENEFICIARI/CONCESSIONARI - 1 - 1. PREMESSA

Dettagli

Raccomandazioni per un consumo corretto di sale OMS/FAO (2003): ridurre l apporto giornaliero di sale a 5 grammi di sale (2 g sodio) Numerosi PAESI EU

Raccomandazioni per un consumo corretto di sale OMS/FAO (2003): ridurre l apporto giornaliero di sale a 5 grammi di sale (2 g sodio) Numerosi PAESI EU Prospettive ed innovazione nell impiego del sale nei salumi stagionati Giovanna Saccani 20092009 CIBUSTECCIBUSTEC 28 ottobre Raccomandazioni per un consumo corretto di sale OMS/FAO (2003): ridurre l apporto

Dettagli

L allevamento in bosco della Cinta Senese: effetto sulla qualità dei prodotti

L allevamento in bosco della Cinta Senese: effetto sulla qualità dei prodotti L allevamento in bosco della Cinta Senese: effetto sulla qualità dei prodotti Categories : Anno 2011, N. 126-15 giugno 2011 di Carolina Pugliese Figura 1 Suini Cinta Senese al pascolo La Cinta Senese è

Dettagli

Quale politica istituzionale come strumento anche di supporto alla nuova filiera agroalimentare?

Quale politica istituzionale come strumento anche di supporto alla nuova filiera agroalimentare? Quale politica istituzionale come strumento anche di supporto alla nuova filiera agroalimentare? Luca Battaglini Dip. Scienze Zootecniche Università degli Studi di Torino - I Bellinzona, 3 aprile 2011

Dettagli

Temi di ricerca trattati

Temi di ricerca trattati Prof. EMILIO GAMBACORTA Curriculum Scientifico L'attività scientifica si compendia in 204 lavori scientifici a stampa (di cui 41 sono in forma di riassunto), 24 memorie critiche e 35 contributi comunicati

Dettagli

L analisi sensoriale applicata al pane

L analisi sensoriale applicata al pane L analisi sensoriale applicata al pane 1. Generalità sull analisi sensoriale L analisi sensoriale è un metodo per determinare le caratteristiche organolettiche dei prodotti alimentari attraverso il ricorso

Dettagli

Indice. Prefazione. Il casaro consapevole Tecnologia casearia: definizione Le denominazioni Formaggi DOP Formaggi IGP Formaggi STG Formaggi PAT

Indice. Prefazione. Il casaro consapevole Tecnologia casearia: definizione Le denominazioni Formaggi DOP Formaggi IGP Formaggi STG Formaggi PAT Indice Prefazione Il casaro consapevole Tecnologia casearia: definizione Le denominazioni Formaggi DOP Formaggi IGP Formaggi STG Formaggi PAT XI XIII XIV XV XVI XVI XVII XVIII 1. La tipologia e la classificazione

Dettagli

Consistenza comparto zootecnico e descrizione dell attività di ricerca Giovanni Cosso

Consistenza comparto zootecnico e descrizione dell attività di ricerca Giovanni Cosso Progetto RISGENSAR: Conservazione delle risorse genetiche animali Incontro con gli allevatori Consistenza comparto zootecnico e descrizione dell attività di ricerca Giovanni Cosso Patrimonio caprino in

Dettagli

Caratterizzazione qualitativa dell asparago Montina coltivato nell ambiente Veneto

Caratterizzazione qualitativa dell asparago Montina coltivato nell ambiente Veneto UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PADOVA DIPARTIMENTO DI AGRONOMIA ANIMALI ALIMENTI RELAZIONE SULL ATTIVITÀ DI RICERCA SVOLTA NELL AMBITO DEL PROGETTO SIGMA Caratterizzazione qualitativa dell asparago Montina

Dettagli

La filiera delle lane locali in Toscana. Convegno Le lane autoctone piemontesi 7 giugno Biella

La filiera delle lane locali in Toscana. Convegno Le lane autoctone piemontesi 7 giugno Biella La filiera delle lane locali in Toscana Il progetto Percorsi di orientamento Durata: 3 anni Obiettivo: valorizzazione dell impresa femminile in aree rurali Aree di studio: Toscana, Emilia Romagna, Sardegna

Dettagli

IL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE DELLA LOMBARDIA MILANO 1 APRILE 2014

IL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE DELLA LOMBARDIA MILANO 1 APRILE 2014 IL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2014 2020 DELLA LOMBARDIA MILANO 1 APRILE 2014 LA STRATEGIA E stata costruita in base a: gli orientamenti per le politiche di sviluppo rurale della Commissione gli strumenti

Dettagli

Salame Di Felino IGP. Il Salame di Felino è un salame italiano, prodotto storicamente nella cittadina di Felino.

Salame Di Felino IGP. Il Salame di Felino è un salame italiano, prodotto storicamente nella cittadina di Felino. Salame Di Felino IGP Il Salame di Felino è un salame italiano, prodotto storicamente nella cittadina di Felino. IL SALAME DI FELINO Il salame di Felino si produce per tradizione con pura carne di suino.

Dettagli

SCOPO DELLA TESI Avendo svolto un esperienza di tirocinio in laboratorio di analisi della qualità del latte nei mesi autunnali appena passati, presso

SCOPO DELLA TESI Avendo svolto un esperienza di tirocinio in laboratorio di analisi della qualità del latte nei mesi autunnali appena passati, presso SCOPO DELLA TESI Avendo svolto un esperienza di tirocinio in laboratorio di analisi della qualità del latte nei mesi autunnali appena passati, presso il quale mi sono occupato personalmente, dopo opportuno

Dettagli

Caratteristiche chimico-fisiche del latte ovino

Caratteristiche chimico-fisiche del latte ovino I TRODUZIO E 6 Il latte è il primo alimento della vita di ogni mammifero e, oltre a soddisfare tutte le esigenze nutrizionali del neonato per l apporto di proteine, lipidi, zuccheri, minerali e vitamine,

Dettagli

Alberto Povellato Maycol Zeri Jacopo Zulian

Alberto Povellato Maycol Zeri Jacopo Zulian Alberto Povellato Maycol Zeri Jacopo Zulian INTRODUZIONEALL AZIENDA Situataa LesignanoDèBagnia 500m di altitudinesoprala Val di Parma Producono Parmigiano-Reggiano dal 1960 Prodotto a km 0, naturale a

Dettagli

A N A L I S I G E N O M I C A Loci marcatori per le produzioni lattiero casearie Economic Traits Loci ETLs

A N A L I S I G E N O M I C A Loci marcatori per le produzioni lattiero casearie Economic Traits Loci ETLs A N A L I S I G E N O M I C A A N A L I S I G E N O M I C A Loci marcatori per le produzioni lattiero casearie Economic Traits Loci ETLs A N A L I S I G E N O M I C A Loci marcatori per le produzioni lattiero

Dettagli

Agnello delle Dolomiti Lucane

Agnello delle Dolomiti Lucane Agnello delle Dolomiti Lucane Disciplinare di produzione Art. 1 Denominazione e zona di produzione La denominazione Agnello delle Dolomiti Lucane è riservata esclusivamente agli agnelli nati e allevati

Dettagli

Descrizione Dati aziende caprine

Descrizione Dati aziende caprine Progetto RISGENSAR: conservazione delle risorse genetiche animali Incontro con gli allevatori Descrizione Dati aziende caprine Dr. Fabio Manca Distribuzione allevamenti caprini visitati IGLESIENTE E COSTA

Dettagli

ANALISI SENSORIALE QUANTITATIVA DESCRITTIVA (QDA) DEL PECORINO SICILIANO DOP

ANALISI SENSORIALE QUANTITATIVA DESCRITTIVA (QDA) DEL PECORINO SICILIANO DOP ANALISI SENSORIALE QUANTITATIVA DESCRITTIVA (QDA) DEL PECORINO SICILIANO DOP Per il controllo della coerenza delle caratteristiche sensoriali del formaggio con quelle richieste dal Disciplinare della DOP

Dettagli

CRITERI DI VALUTAZIONE DELL ATTITUDINE ALLA PRODUZIONE DI CARNE SUINA: (VALUTAZIONE FUNZIONALE) Sugli animali da macello: IN VITA incremento meo giorn

CRITERI DI VALUTAZIONE DELL ATTITUDINE ALLA PRODUZIONE DI CARNE SUINA: (VALUTAZIONE FUNZIONALE) Sugli animali da macello: IN VITA incremento meo giorn Valutazione genetica dei riproduttori Il programma Selezione deve prevedere una attività valutazione genetica dei riproduttori utilizzati Meto Il valore genetico un riproduttore può essere stabilito con

Dettagli

Giulio Cozzi. Dipartimento di Medicina Animale, Produzioni e Salute

Giulio Cozzi. Dipartimento di Medicina Animale, Produzioni e Salute LA PRODUZIONE DI FORAGGI AZIENDALI PUÒ ESSERE UNA STRATEGIA PER AUMENTARE LA SOSTENIBILITÀ ECONOMICA DELLA MODERNA AZIENDA ZOOTECNICA DA LATTE? Giulio Cozzi Dipartimento di Medicina Animale, Produzioni

Dettagli

Disciplinare di produzione del Pecorino Toscano D.O.P. Articolo 1

Disciplinare di produzione del Pecorino Toscano D.O.P. Articolo 1 Disciplinare di produzione del Pecorino Toscano D.O.P. Articolo 1 La denominazione di origine del formaggio «Pecorino Toscano» è riservata al prodotto avente i requisiti fissati con il presente disciplinare

Dettagli

STANDARD DI RAZZA E SCHEDE ILLUSTRATIVE DELLE PECORE VENETE ISCRITTE AL REGISTRO ANAGRAFICO

STANDARD DI RAZZA E SCHEDE ILLUSTRATIVE DELLE PECORE VENETE ISCRITTE AL REGISTRO ANAGRAFICO STANDARD DI RAZZA E SCHEDE ILLUSTRATIVE DELLE PECORE VENETE ISCRITTE AL REGISTRO ANAGRAFICO 65 Standard di razza e schede illustrative delle pecore venete iscritte al registro anagrafico IL REGISTRO ANAGRAFICO

Dettagli

LA RAZZA REGGIANA E LA RAZZA MODENESE BIANCA VAL PADANA QUALI ESEMPI DI RAZZE LOCALI ITALIANE POTENZIALMENTE ADATTE ALLA ZOOTECNIA BIOLOGICA

LA RAZZA REGGIANA E LA RAZZA MODENESE BIANCA VAL PADANA QUALI ESEMPI DI RAZZE LOCALI ITALIANE POTENZIALMENTE ADATTE ALLA ZOOTECNIA BIOLOGICA Roma, 11-13 giugno 014 Il contributo dell'agricoltura Biologica ai nuovi indirizzi di politica agro-ambientale: il ruolo della ricerca e dell'innovazione. LA RAZZA REGGIANA E LA RAZZA MODENESE BIANCA VAL

Dettagli

L agricoltura biologica piemontese

L agricoltura biologica piemontese L agricoltura biologica piemontese Un analisi delle strutture e delle forme di commercializzazione Alessandro Corsi Università di Torino 1 Obiettivi della ricerca Reperire informazioni su: Le caratteristiche

Dettagli

L agricoltura biologica piemontese

L agricoltura biologica piemontese L agricoltura biologica piemontese Un analisi delle strutture e delle forme di commercializzazione Alessandro Corsi Università di Torino 1 Obiettivi della ricerca Reperire informazioni su: Le caratteristiche

Dettagli

CONVEGNO FINALE - Parma, 8 gennaio Silvia Folloni, Open Fields srl.

CONVEGNO FINALE - Parma, 8 gennaio Silvia Folloni, Open Fields srl. Aumento della competitività delle aziende agricole di montagna e di alta collina attraverso la valorizzazione della BIOdiversità cerealicola in regime BIOlogico CONVEGNO FINALE - Parma, 8 gennaio 2019

Dettagli

Progetto FILATVE: Ottimizzazione della Produzione e Confezionatura di Formaggi

Progetto FILATVE: Ottimizzazione della Produzione e Confezionatura di Formaggi Progetto FILATVE: Ottimizzazione della Produzione e Confezionatura di Formaggi Lo scopo del progetto era quello di dotare gli operatori della filiera lattiero casearia del Veneto di strumenti conoscitivi,

Dettagli