DIFESA DELLA VITE La Peronospora
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- Gabriela Bianchi
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2 DIFESA DELLA VITE La Peronospora
3 Aventis CropScience Infezioni peronosporiche su. foglia giovane grappolo (in forma larvata nella parte inferiore) grappolo (in forma larvata)
4 Aventis CropScience Infezioni secondarie ciclo riproduttivo di Plasmopara viticola Infezione primaria
5 Aventis Aspetti CropScienceed accorgimenti di base per una razionale difesa antiperonosporica Validità e limiti della Regola dei tre dieci Nei tessuti delle foglie cadute a terra nell autunno, le oospore di peronospora maturano (novembre-dicembre) ed in primavera - in coincidenza di determinate condizioni meteoclimatiche - germinano, formando i macrozoosporangi contenenti le zoospore che, in presenza di vegetazione recettiva, danno inizio ad un ciclo infettivo (infezione primaria).
6 Aventis CropScience La famosa Regola dei tre dieci considera avvenuta un infezione primaria quando si verificano in modo concomitante le condizioni seguenti: i germogli della vite hanno raggiunto una lunghezza prossima ai 10 cm (riduzione della tomentosità iniziale, stomi differenziati); temperatura stabilizzata attorno ai 10 C; pioggia (battente) di almeno 10 mm nelle ore, con conseguente buona bagnatura del terreno.
7 La Regola dei tre dieci è sempre attendibile? Aventis CropScience Questa regola rappresenta ancora oggi un punto di riferimento per stabilire l inizio della difesa antiperonosporica ed è perlopiù affidabile. Ma ad ogni regola.c è sempre qualche eccezione! Solo pensando alle ultime annate, non sono stati pochi i casi di comparsa di infezioni primarie non attese, ossia partite prima che fossero stati raggiunti i famosi tre dieci.
8 Aventis CropScience Quando cio potrebbe verificarsi? Ciò sembra avvenire soprattutto quando: decorre particolarmente umido il periodo antecedente al contemporaneo verificarsi dei tre dieci (e comunque prima che i germogli raggiungano i 10 cm) si è in presenza di vitigni particolarmente recettivi in zone notoriamente ad elevato rischio.
9 Aventis CropScience Il ruolo chiave del primo intervento Un posizionamento non corretto del primo intervento può condizionare, talora pesantemente, l esito dell intero programma di difesa antiperonosporica. Sulla scorta di quanto accennato al punto precedente e considerando la progressiva tendenza ad avere anticipi stagionali, occorre quindi porre la massima attenzione a non farsi sorprendere da infezioni più anticipate (es. in aprile) rispetto a quando ci si potesse attendere e, nel dubbio, eseguire interventi cautelativi 12/02/02 9
10 Aventis CropScience Alcuni pratici suggerimenti Soprattutto nelle zone storicamente a più alto rischio (es. vigneti nell Italia settentrionale posti in pianura o in media collina), anche per il primo trattamento non limitarsi al solo prodotto di copertura (per difendersi dalle successiva infezione secondaria), ma ricorrere a fungicidi in grado di annullare o limitare fortemente gli eventi sporulanti dell infezione primaria e ridurre così in partenza il potenziale di inoculo.
11 Aventis CropScience I criteri di difesa Una strategia di difesa basata prevalentemente su criteri definiti come tempestivi (o curativi ) appare a rischio perché: Modelli epidemici come Epi e Pro hanno mostrato, in determinate condizioni, un insufficiente grado di attendibilità. La presenza di più cicli infettivi sfasati di qualche giorno complica la difesa tempestiva e ne accresce il livello di aleatorietà.
12 Aventis Le CropScience più recenti esperienze indicano in modo molto evidente l opportunità di un ritorno a interventi di tipo preventivo. Tali interventi possono però essere meglio programmati in funzione di: caratteristiche e modalità d azione dei prodotti che si intende impiegare; fase fenologica della coltura; ambiente di coltivazione (nord, centro, sud, pianura, collina ecc); suscettibilità della cultivar. 12/02/02 12
13 Dal Aventis CropScience germogliamento all allegagione Germogliamento Allegagione
14 Aventis CropScience Effetti della peronospora in questa fase: Macchia sporulante su foglia Grappolino in pre fioritura completamente attaccato da peronospora 12/02/02 14
15 Aventis CropScience In questo periodo il binomio vite/peronospora e le condizioni meteoclimatiche sono caratterizzate da: elevata piovosità; rapido sviluppo vegetativo della vite; tralci allo stato erbaceo; Germogliamento periodi di incubazione di durata molto variabile in relazione alle temperature; Allegagione infezioni anche molto gravi a carico dei grappolini in fioritura/allegagione o comunque predisponenti ai successivi attacchi di peronospora larvata.
16 Le fasi critiche della lotta contro la Peronospora Aventis CropScience Tralcio ca. 10 cm Grappoli differenziati Inizio fioritura Fine fior./ allegagione giorni giorni giorni
17 Aventis CropScience Le fasi di post-allegagione Periodo precedente Fine allegione Ingrossamento acini Pre chiusura grappolo.. a seguire 8-10 giorni giorni giorni giorni
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24 Aspetti ed accorgimenti di base per una razionale difesa antiperosporica Conoscenza del ciclo del patogeno Validità e limiti della Regola dei tre dieci Il ruolo chiave del primo intervento I criteri di difesa
25 Ciclo primario : (D. Gobbin et altri, Informatore fitopatologico n 4, 2004) un epidemia peronosporica su vite è costituita per buona parte da una moltitudine di infezioni primarie risultanti dalla continua e scalare germinazione delle oospore nel corso della stagione; (Ci possiamo così spiegare l improvviso insorgere di epidemie a metà stagione in un vigneto in cui non avevamo lesioni primarie.)
26 Ciclo primario : (D. Gobbin et altri, Informatore fitopatologico n 4, 2004) Le oospore possono germinare nei 5 anni successivi alla loro formazione; si hanno infezioni primarie per un periodo prolungato di tempo a partire dalla primavera; dopo la comparsa dei primi sintomi le infezioni primarie si riducono, si stabilizzano e perdurano fino al mese di agosto; successivamente alla sporulazione si ha la formazione di zoospore che danno luogo ad infezioni secondarie
27 ANDAMENTO CLIMATICO E INFEZIONI PERONOSPORICHE DEL MAGGIO MAGGIO GIUGNO LUGLIO 20 POSSIBILE INFEZIONE 10 APRILE MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO
28 ANDAMENTO CLIMATICO E INFEZIONI PERONOSPORICHE DEL 2009 APRILE GIUGNO GIUGNO 10 LUGLIO 20 POSSIBILE INFEZIONE 10 APRILE MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO
29 Validità e limiti della Regola dei tre dieci La Regola dei tre dieci considera avvenuta un infezione primaria quando si verificano in modo concomitante le condizioni seguenti: germogli della vite lunghi circa 10 cm; (riduzione della tomentosità iniziale, stomi differenziati); temperatura stabilizzata attorno ai 10 C; pioggia (battente) di almeno 10 mm nelle ore, con conseguente buona bagnatura del terreno.
30 La Regola dei tre dieci è sempre attendibile? Questa regola rappresenta ancora oggi un punto di riferimento per stabilire l inizio della difesa antiperonosporica ed è per lo più affidabile. Ma ad ogni regola... c è sempre qualche eccezione! Pensiamo al 1995, al 1999, al 2002 ed al 2004 non sono stati pochi i casi di comparsa di infezioni primarie non attese, ossia partite prima che fossero stati raggiunti i famosi tre dieci.
31 La Regola dei tre dieci è sempre attendibile? Sono state rilevate infezioni anche con germogli inferiori ai 10 cm( prima metà di aprile); Sono state rilevate infezioni anche in assenza di copiose piogge ma con elevato numero di ore di bagnatura fogliare; Temperature inferiori ai 10 C limitano sicuramente le infezioni peronosporiche;
32 Ciò sembra avvenire soprattutto quando: decorre particolarmente umido il periodo antecedente al contemporaneo verificarsi dei tre dieci (e comunque prima che i germogli raggiungano i 10 cm) si è in presenza di vitigni particolarmente recettivi in zone notoriamente ad elevato rischio.
33 Il ruolo chiave del primo intervento Un posizionamento non corretto del primo intervento può condizionare, talora pesantemente, l esito dell intero programma di difesa antiperonosporica. Porre la massima attenzione a non farsi sorprendere da infezioni più anticipate (es. in aprile) rispetto a quando ci si potesse attendere e, nel dubbio, eseguire interventi cautelativi
34 Soprattutto nelle zone storicamente a più alto rischio: vigneti in zone vallive....o in media collina, vicino ai corsi d acqua e/o zone umide per il primo trattamento utilizzare un valido prodotto di copertura (poco sensibile al dilavamento) ricorrere a fungicidi in grado di annullare o limitare fortemente gli eventi sporulanti dell infezione primaria e ridurre così in partenza il potenziale di inoculo.
35 I criteri di difesa Una strategia di difesa basata prevalentemente su criteri definiti come tempestivi o curativi appare a rischio perché: Modelli epidemici hanno mostrato, un insufficiente grado di attendibilità (soprattutto nel meridione). La presenza di più cicli infettivi sfasati di qualche giorno complica la difesa tempestiva e ne accresce il livello di aleatorietà.
36 Le più recenti esperienze indicano in modo molto evidente l opportunità di interventi di tipo preventivo. Tali interventi possono però essere meglio programmati in funzione di: caratteristiche e modalità d azione dei prodotti che si intende impiegare; fase fenologica della coltura; ambiente di coltivazione (fondovalle, pianura, collina ecc); suscettibilità della cultivar.
37 Una vastissima casistica sperimentale e pratica ha indicato che, operando con questa strategia di base, i risultati più sicuri e costanti si ottengono impiegando, sino ad inizio invaiatura, prodotti caratterizzati da differenti meccanismi d azione ed in grado di fornire un effetto protettivo adeguatamente protratto nel tempo.
38 Dato che buona parte della malattia è costituita dal continuo sorgere di lesioni primarie è opportuno ipotizzare una riduzione dell inoculo svernante in formazione in estate ed in autunno con una protezione protratta fino alla fine del ciclo colturale della vigna.
39 danni da Plasmopara viticola
40 Peronospora 1-Ottobre 2002 Sicurezza Alimentare e libera circolazione delle derrate nella UE
41 Peronospora 1-Ottobre 2002 Sicurezza Alimentare e libera circolazione delle derrate nella UE
42 Peronospora 1-Ottobre 2002 Sicurezza Alimentare e libera circolazione delle derrate nella UE
43 Peronospora 1-Ottobre 2002 Sicurezza Alimentare e libera circolazione delle derrate nella UE
44 Peronospora 1-Ottobre 2002 Italia Sicurezza Alimentare e libera circolazione delle derrate nella UE Trebbiano
45 Peronospora Negroamaro 1-Ottobre 2002 Sicurezza Alimentare e libera circolazione delle derrate nella UE
46 Peronospora 1-Ottobre 2002 Sicurezza Alimentare e libera circolazione delle derrate nella UE
47 Peronospora 1-Ottobre 2002 Sicurezza Alimentare e libera circolazione delle derrate nella UE
48 Scelta dei fungicidi nei diversi momenti Gruppi chimici Principi attivi Derivati rameici Ditiocarbammati Fosfonati Cianoacetamidi Fenilamidi Morfoline QoI STAR Carbammati Ossicloruri, Ossiduli, Idrossido, Mancozeb, Metiram,. Etilfosfito di alluminio Cymoxanil Metalaxyl, Benalaxyl, Oxadixyl,. Dimethomorph Azoxystrobin,Fenamidone, Famoxadone Iprovalicarb ACILPICOLIDI FLUOPICOLIDE Novita
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50 LINEE GUIDA PER UNA CORRETTA STRATEGIA DI DIFESA - Trattamenti ad inizio germogliamento con contatticidi acuprici - Preferire prodotti sistemici nel periodo di massimo sviluppo vegetativo (no cymoxanil, azoxystrobin, dimetomorph) - Maggiore suscettibilità delle infiorescenze/grappoli rispetto alla vegetazione (danno sul grappolo fiorale ancor prima delle macchie d olio) - Nelle fasi da grappoli visibili a post allegagione si raccomandano 3-5 trattamenti preventivi e cautelativi a turno fisso di 8-12 gg. con prodotti sistemici - Per trattamenti di chiusura eseguire interventi tempestivi con Melody Compact o citotropici o contatticidi
51 Principali fattori alla base della recente evoluzione della difesa dalle malattie fungine Miglioramento delle conoscenze bio-epidemiologiche su alcuni patogeni tradizionali Comparsa o aumento di aggressività di patogeni nuovi o finora non dannosi Progressi nella messa a punto di modelli previsionali Messa a punto di nuovi fungicidi Riduzione di efficacia dei fungicidi in uso Cambiamenti nella disponibilità dei principi attivi a seguito della revisione europea
52 Recente evoluzione dello scenario della difesa antiperonosporica della vite Miglioramento nelle conoscenze sulla fase di svernamento (oospore) di P. viticola Comportamento irregolare della malattia, presumibilmente a seguito dell anomalo andamento climatico Persistenti difficoltà pratiche nella piena razionalizzazione della gestione delle infezioni primarie a causa dell insufficienza dei criteri di valutazione del rischio Accresciuta disponibilità di antiperonosporici e maggiori possibilità di scelta delle più idonee soluzioni tecniche ed economiche pur con alcuni problemi di resistenza
53 La germinazione delle oospore e il problema della validità della regola dei 3 dieci Le pluriennali indagini condotte in Italia nel decennio scorso (Università di Milano, Bologna, Palermo e altri) hanno dimostrato che il tempo richiesto per la germinazione delle oospore (tempo di formazione del macrozoosporangio) è molto variabile (da meno di 24 ore a parecchi giorni) e ciò condiziona il ruolo della pioggia necessaria per l avvio dell infezione primaria Il tempo di germinazione è regolato principalmente dalle piogge cadute nel periodo precedente la potenziale infezione primaria: maggiore è la durata della bagnatura del terreno causata dalle piogge, minore è il tempo richiesto per la germinazione delle oospore e maggiore è quindi la probabilità che una determinata pioggia possa consentire l inizio dell infezione da parte delle zoospore Tale fenomeno è alla base della variabilità di comportamento delle infezioni primarie da un anno all altro e da una area all altra (collina-pianura, Italia settentrionale-italia centromeridionale) e spiega la nota approssimazione della regola dei 3 dieci (tendenza alla sovrastima negli ambienti asciutti, tendenza alla sottostima negli ambienti umidi)
54 La germinazione delle oospore e il problema della validità della regola dei 3 dieci In pratica l efficienza infettiva primaria deriva dall interazione fra due fattori: 1. Quantità di oospore pronte per la germinazione (a sua volta proporzionale alla quantità di oospore globale) 2. Tempo di germinazione (formazione dello zoosporangio) Maggiore è il numero di oospore pronte a germinare e minore è il tempo di germinazione, maggiore è la probabilità che la pioggia possa consentire l inizio dell infezione da parte delle zoospore e quindi meno sono i mm di pioggia necessari perché le foglie rimangano bagnate per il tempo richiesto per completare la formazione dello zoosporangio Il fenomeno si ripete più volte nel corso della stagione vegetativa
55 La gestione delle infezioni primarie: un possibile approccio operativo oggi 1. Valutazione preliminare empirica dei diversi fattori di rischio: Potenziale d inoculo: stima della quantità di oospore presumibilmente formatesi nell anno precedente Tempi di germinazione: entità e frequenza delle piogge cadute nei due mesi precedenti la ripresa vegetativa Fase fenologica: grado di sviluppo dei grappoli 2. Corretto posizionamento degli interventi, anche tenendo conto delle caratteristiche delle diverse tipologie di antiperonosporici (copertura, citotropici, sistemici)
56 La gestione delle infezioni primarie: il primo trattamento Posizionamento del trattamento rispetto alla presunta infezione primaria valutata con la regola dei 3 dieci Tradizionale: preventivo alla fine del periodo d incubazione primario Alternativo: curativo all inizio del periodo d incubazione primario Cautelativo: preventivo rispetto a una possibile infezione primaria Problema oggi gestibile in maniera empirica attraverso la valutazione dei diversi fattori di rischio Possibile futura soluzione Definizione attraverso un modello previsionale del livello di rischio infettivo, tenendo conto anche delle previsioni meteorologiche allo scopo di valutare la tempistica dell intervento preventivo
57 Gli antiperonosporici tradizionali Ditiocarbammati: mancozeb, metiram, propineb Altri organici di copertura: folpet, dithianon, chlorothalonil Rameici: poltiglia bordolese, ossicloruri, solfato tribasico, idrossido, ossido L opzione dei rameici penetranti In genere solfati complessati con sostanze di sintesi o naturali Kay-Tee, Naturam, Tepan, ecc. Aspetti controversi: efficacia, fitotossicità, possibili, futuri problemi normativi a seguito della revisione europea del rame
58 L evoluzione dei moderni antiperonosporici Cymoxanil (CURZATE) 1980 Du Pont Fosetil Al (ALIETTE) 1982 Rhone Poulenc Metalaxyl (RIDOMIL) 1982 Ciba Geigy Benalaxyl (GALBEN) 1984 Farmoplant Oxadixyl (SANDOFAN) 1985 Sandoz Dimethomorph (FORUM) 1995 Shell Azoxystrobin (QUADRIS) Solplant Famoxadone (FAMOXATE) 2000 Du Pont Metalaxyl M (RIDOMIL Gold) 2000 Novartis Iprovalicarb (MELODY) 2003 Bayer Fenamidone (FENOMEN) 2004 Bayer Zoxamide (ELECTIS) 2004 Dow Agrosciences Pyraclostrobin (F 500) 2005 Basf Cyazofamid (MILDICUT) 2005 Belchim Benalaxyl M (FANTIC) 2006 Isagro
59 Il quadro dei moderni antiperonosporici in base alla modalità d azione Tipologia azione p. a. caratterizzante Partner tradizionale Copertura con ridistribuzione nelle cere Famoxadone Zoxamide Mancozeb Mancozeb, rame Cyazofamid +? - Copertura con ridistribuzione nelle cere e penetrante Famoxadone + cymoxanil - (+ rame) Azoxystrobin Folpet Pyraclostrobin Metiram Penetrante non sistemica Sistemica Cymoxanil Dimethomorph Fenamidone Fosetyl Al Metalaxyl, Metalaxyl M Benalaxyl, Benalaxyl M Benalaxyl + fosetyl Al Iprovalicarb Iprovalicarb + fosetyl Al p. di copertura p. di copertura Mancozeb, rame Mancozeb, folpet, rame p. di copertura p. di copertura Mancozeb Mancozeb, folpet, rame Mancozeb Penetrante non sistemica e sistemica Cymoxanil + fosetyl Al Mancozeb Cymoxanil + metalaxyl Mancozeb Fenamidone+iprovalicarb+ fosetyl Al - Fenamidone + fosetyl Al -
60 Il quadro dei moderni antiperonosporici in base al meccanismo d azione Raggruppamento come meccanismo d azione Gruppo chimico p. a. Multisito? Acetammidi Cymoxanil Stimolazione resistenze, altri? Fosfonati Fosetyl Al Inibizione sintesi RNA Interferenze sulla formazione parete cellulare Inibizione specifica respirazione (QoI) Fenilamidici Deriv. Acido cinnamico Aminoacidi amido carbammati Strobilurine Imidazolinoni Ossazolidinedioni Metalaxyl, Metalaxyl M (mefenoxam) Benalaxyl, Benalaxyl M (kyralaxil) Dimethomorph Iprovalicarb Azoxystrobin, Pyraclostrobin Fenamidone Famoxadone Inibizione specifica respirazione (QiI) Cianoimidazoli Cyazofamid Inibizione mitosi Benzammidi Zoxamide
61 DIFESA DELLA VITE L oidio
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69 L importanza della temperatura e dell umidità nello sviluppo dell oidio della vite Temperatura C Durata periodo di latenza (incubazione) giorni Dati sperimentali sull effetto dell Umidità Relativa non sempre concordanti ma accordo generale su alcuni punti U R % Effetto su produzione e germinazione dei conidi < 80 Relazione positiva lineare Intervallo ottimale > 90 Effetti negativi 33 Arresto sviluppo
70 Oidio della vite: i principali fattori ambientali sfavorevoli Temperature elevate Oltre C è inibita la germinazione dei conidi e rallenta fortemente l accrescimento delle colonie Elevata intensità luminosa Effetti negativi (diretti e indiretti) della luce UV Prolungate bagnature degli organi I conidi vengono danneggiati dall acqua libera
71 Oidio della vite: le modalità di svernamento Svernamento del patogeno strettamente legato alla pianta infetta In Italia può avvenire attraverso due forme: 1. agamica: micelio quiescente nelle gemme infezioni primarie per colonizzazione diretta e precoce dei germogli (germogli a bandiera) 2. sessuata: corpi fruttiferi (cleistoteci) nella corteccia infezioni primarie da ascospore a seguito di precipitazioni anche leggere
72 Oidiodella vite: l ipotesi della differenziazione delle due forme di svernamento Sulla base di ricerche condotte in Francia è stato ipotizzato che le due forme svernanti rispettivamente come micelio nelle gemme e come cleistoteci (principalmente nella corteccia) sarebbero tra loro geneticamente differenziate e sessualmente incompatibili Tale teoria non è stata peraltro confermata da analoghe indagini condotte in altri Paesi (Italia compresa) ed è quindi tutta da verificare
73 I possibili andamenti epidemiologici dell oidio della vite nel corso della stagione 1. Vigneti con presenza di germogli a bandiera: ripresa e diffusione precoce della malattia attraverso i conidi prodotti dal micelio e contemporaneo avvio di infezioni ascosporiche 2. Vigneti con assenza di germogli a bandiera: insediamento della malattia attraverso le ascospore e manifestazione epidemica più tardiva
74 Situazione epidemiologica prevalente nei vigneti correttamente protetti dall oidio Tendenza negli anni alla scomparsa dei germogli a bandiera e assunzione di un ruolo prevalente o esclusivo dello svernamento sessuato (cleistoteci) Difficoltà di individuazione dei primi sintomi delle infezioni ascosporiche Possibilità di attacchi, anche epidemici, a partire dalla fioritura-allegagione, prevalentemente sui grappoli Produzione dei cleistoteci a fine estate-autunno
75 L annoso dilemma dell inizio dei trattamenti antioidici nei vigneti senza attacchi gemmari Con la progressiva, generale diminuzione della presenza dei germogli a bandiera e nell ambito dell attuale orientamento per le strategie integrate, si è accentuata la discussione sulla gestione dell oidio della vite in prefioritura Contrapposizione fra i fautori degli interventi precoci e sistematici e quelli di una elasticità fino alla fioritura Quale la soluzione più corretta? risposta non facile in quanto collegata all interazione fra la quantità d inoculo e la sua efficienza (condizionata dalle condizioni ambientali)
76 Una possibile linea guida per la gestione dell oidio della vite in pre-fioritura Valutare preliminarmente il potenziale d inoculo del vigneto (andamento degli attacchi nell anno precedente) Modulare gli interventi (inizio e prosecuzione, scelta del p. a,) in base al livello di rischio stimato (inoculo presunto e andamento climatico, eventuale manifestazione di sintomi) Obiettivo: impedire lo sviluppo delle infezioni primarie ascosporiche e agevolare la successiva protezione dei grappoli
77 La difesa antioidica della vite dalla fioritura (vigneti senza attacchi gemmari) Da fioritura-allegagione a chiusura dei grappoli Necessità di una protezione sistematica cautelativa-preventiva Possibili aggiustamenti della tempistica degli interventi in relazione ai fattori di rischio (temperatura/umidità, eventuali sintomi) Opportuna scelta dei p. a. Obiettivo: impedire lo sviluppo delle eventuali infezioni primarie e secondarie per il periodo di massima suscettibilità degli acini Da chiusura grappoli a invaiatura Opportuno mantenere la protezione ma possibilità di modulare gli interventi (tempi e prodotti) in base alla situazione infettiva Obiettivo: evitare la diffusione della malattia su grappoli e foglie
78 DIFESA DELLA VITE La Botrite
79 Aventis CropScience Ciclo di vita della Botrytis cinerea su vite Fioritura Chiusura grappoli Invaiatura Maturità Infezione fiorale Botrytis Botrytis Danno da Marciume interno Marciume Botrytis Botrytis Dormiente Peduncolare insetti da infezione esterno da aumenta cambia Inverno cellulare cellulare fiorale infezione diretta la permeabilità il turgore delle pareti cellulari Sclerozi Ascospore Conidi nel periodo negli apoteci sui coniodofori invernale degli sclerozi dal micelio
80 Aventis CropScience Spore di Botrytis sul tessuto vegetale (I) La spora emette un tubo germinativo Gli enzimi del fungo (in rosso) intaccano gli enzimi delle cellule vegetali. Inizia l infezione e inizia l assorbimento di sostanze (in blu) La spora emette un tubo germinativo L antibotritico inibisce la secrezione Vegetazione non trattata Vegetazione difesa con antibotritico
81 Aventis CropScience Spore di Botrytis sul tessuto vegetale (II) Gli enzimi del fungo (in rosso) distruggono le La secrezione degli enzimi continua cellule vegetali. Continua l assorbimento ad essere inibita. La spora produce delle sostanze nutritive (in blu) e la crescita un secondo tubo germinativo. del micelio. Vegetazione non trattata Vegetazione trattata con Scala 81
82 Aventis CropScience Spore di Botrytis sul tessuto vegetale (III) Distrutte le cellule vegetali, il collassa. fungo inizia la sporulazione completamente il (muffa grigia visibile) Anche il secondo tubo Scala distrugge fungo Vegetazione non trattata Vegetazione trattata con Scala 20/10/2013 Aventis CropScience Italia S.p.A. 82
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87 La difesa antioidica nei vigneti con attacchi gemmari A causa dell inoculo sempre disponibile opportuna la protezione continuativa dalla ripresa vegetativa sino all invaiatura, con una modulazione degli interventi basata sulla persistenza di attività degli antioidici e sull accrescimento vegetativo Obiettivo: ridurre e possibilmente eliminare la possibilità di infezione delle gemme in formazione In entrambe le situazioni epidemiologiche ruolo determinante del corretto impiego degli antioidici (scelta del p. a., dose, distribuzione)
88 La moderna evoluzione degli antioidici per la vite: gli IBS Triforine (SAPROL) 1975 Margesin Fenarimol (RUBIGAN) 1979 Elanco Triadimefon (BAYLETON) 1980 Bayer Propiconazole (TILT) 1984 Ciba-Geigy Triadimenol (BAYLETON) 1985 Bayer Diclobutrazol (VIGIL) 1985 Solplant Penconazole (TOPAS) 1987 Ciba-Geigy Myclobutanil (SYSTHANE) 1989 Rhom and Haas Nuarimol (BLOC) 1989 Elanco Hexaconazole (ANVIL) 1991 Solplant Cyproconazole (ATEMI) 1993 Sandoz Flusilazole (NUSTAR) 1994 Du Pont Tebuconazole (FOLICUR) 1994 Bayer Fenbuconazole (INDAR) 1995 Rhom and Haas Tetrazonazole (DOMARK) 1996 Isagro Pyrifenox (DORADO) 1997 Ciba-Geigy Spiroxamine (PROSPER) 2005 Bayer
89 La moderna evoluzione degli antioidici per la vite: il dopo IBS Azoxystrobin (QUADRIS) 1998 Solplant Kresoxim-methyl (STROBY) 1998 BASF Quinoxyfen (ARIUS) 1999 DowAgrosciences Ampelomyces quisqualis (AQ10) 2000 Bio Intrachem Trifloxystrobin (FLINT) 2002 Bayer Pyraclostrobin + metiram (CABRIO Top) 2005 BASF Boscalid (CANTUS) 2007 BASF Boscalid + kresoxim-methyl (COLLIS) 2007 BASF Metrafenone (VIVANDO) 2007 BASF Proquinazid (TALENDO) 2007 Du Pont Bupirimate (NIMROD)? Maktheshim
90 Caratterizzazione degli attuali antioidici di sintesi IBS pirimidine IBS triazoli IBS spiroketalamine Strobilurine Fenossiquinoline Quinazolinoni Benzofenoni Fenarimol Propiconazole, Triadimenol, Myclobutanil Exaconazole, Cyproconazole, Penconazole, Tebuconazole, Fenbuconazole, Tetraconazole Spiroxamine Trifloxystrobin, Kresoxim-methyl Axoxystrobin (+ folpet) (Pyraclostrobin+metiram) Quinoxyfen Proquinazid Metrafenone Sistemicità più o meno marcata, soprattutto nelle foglie Capacità di penetrazione Capacità di diffuusione nelle cere Capacita di ridistribuzione in fase di vapore per quinoxyfen, proquinazid, metrafenone Carbossamidi Boscalid (Boscalid + kresoxym-methyl) Capacità di penetrazione Consigliato a chiusura grappoli (attività antibotritica) Consigliato in pre-fioritura
91 Orientamenti per la scelta degli antioidici IBS Impiegabili in tutte le fasi, ma più efficienti nella protezione fogliare, per la loro sistemicità Strobilurine Impiegabili in tutte le fasi, sia su foglie che su grappoli, per la loro penetrazione nei tessuti e diffusione nelle cere Da applicare in maniera esclusivamente preventiva (resistenza, efficacia) Opzione peronospora per azoxystrobin e pyraclostrobin Quinoxyfen, Proquinazid, Metrafenone Teoricamente impiegabili in tutte le fasi, per la loro penetrazione nei tessuti e diffusione nelle cere, ma particolarmente idonei per la protezione dei grappoli grazie alla loro ridistribuzione in fase di vapore Da applicare in maniera esclusivamente preventiva (efficacia, resistenza) Boscalid Da solo consigliato in re-chiusura grappolo (attività antibotritica) In miscela con kresoxim-methyl consigliato in pre-fioritura
92 L importanza del corretto impiego degli antioidici: le precauzioni fondamentali Nelle situazioni di rischio privilegiare l applicazione preventiva In caso di manifestazione di sintomi diffusi non utilizzare strobilurine, quinoxyfen, proquinazid, metrafenone Alternare le diverse tipologie di prodotti nel corso della stagione Curare la ottimale bagnatura della vegetazione anche con i prodotti sistemici
93 La difesa antibotritica della vite in Italia (uva da vino) Di norma non necessario il trattamento in fioritura Consigliabile un trattamento nella fase di pre-chiusura dei grappoli Possibile gestione elastica fra l invaiatura e la vendemmia: - rinvio dell intervento al verificarsi di condizioni climatiche favorevoli agli attacchi (piogge e bagnature) fino a circa tre settimane prima della vendemmia - eventuale secondo trattamento in caso di andamento climatico caratterizzato da piogge e bagnature ripetute
94 L evoluzione degli antibotritici in Italia Inizio Anni 70: Benzimidazolici Da fine Anni 70: Dicarbossimidici Vinclozolin (RONILAN) 1978 Basf Iprodione (ROVRAL) 1980 Rhone Poulenc/Basf Procymidone (SUMISCLEX) 1984 Shell/Isagro Da fine Anni 90: diverse nuove famiglie chimiche Anilinopirimidine Pirymethanil (SCALA) 1997 Schering/Agrevo/Basf Cyprodinil+Fludioxonil (SWITCH) 1998 Novartis/Syngenta Mepanipyrim (FRUPICA) 2001 Sipcam IBS Fenhexamid (TELDOR) 2002 Bayer Carbossamidi Boscalid (CANTUS) 2006 Basf
95 Caratterizzazione normativa degli antibotritici attualmente disponibili in Italia Prodotto PS CT N e epoca trattamenti Dicarbossimidici Iprodione ROVRAL, ecc 28 Xn Nessuna indicazione Procymidone SUMISCLEX, ecc 21 NC Nessun limite Anilinopirimidine Pyrimethanil SCALA 21 NC 1 senza indicazioni Mepaniyrim FRUPICA 21 NC 1 da fioritura a preraccolta Cyprodinil+fludioxonil* * fenilpirrolo IBS SWITCH 21 NC 2 prechiusura-preraccolta Fenhexamid TELDOR 7 NC 1 in prechiusura Carbossamidi Boscalid CANTUS 28 NC 1 in prechiusura
96 Il nuovo scenario normativo-tecnico e ripercussioni sulla scelta degli antibotritici I cambiamenti normativi sui dicarbossimidici: - procymidone: non più disponibile dal 1 luglio iprodione: non sempre inserito nei disciplinari a causa della sfavorevole classificazione tossicologica (Xn) Le strategie anti-resistenza: 1 trattamento/anno per anilinopirimidine singole, fenhexamid, boscalid Il posizionamento raccomandato dalle società: pre-chiusura-grappolo per fenhexamid e boscalid La scelta pressochè obbligata dei p. a. e le possibili opzioni in mancanza dei dicarbossimidici (uva da vino): 1 Switch 2 trattamenti 2 Teldor o Cantus 1 trattamento in pre-chiusura 3 Anilinopirimidine singole (Scala e Frupica) 1 trattamento dalla prechiusura
97 La difesa dalla muffa grigia senza i dicarbossimidici e alla luce delle raccomandazioni delle società Intervento in pre-chiusura grappoli Da invaiatura a pre-vendemmia Teoricamente impiegabili tutti i p. a., ma scelta condizionata dal successivo programma previsto: Unica finestra consigliata per Cantus e Teldor In caso di un trattamento - Switch - Scala o Frupica (in caso di non utilizzo in pre-chiusura) In caso di eventuale secondo trattamento diverse opzioni in base alle scelte precedenti tenendo conto del meccanismo d azione (strategia antiresistenza) e del periodo di sicurezza
98 Recente evoluzione dello scenario della difesa della vite dal mal dell esca Grazie agli studi intrapresi in tutto il mondo nel decennio scorso a seguito della recrudescenza della malattia (Italia molto attiva nella ricerca) in avanzata fase il chiarimento dell eziologia e dell epidemiologia della malattia Riscontrato il coinvolgimento anche degli impianti giovani Confermate le scarse possibilità di lotta con mezzi chimici Confermata la necessità di ottimizzare le misure di prevenzione
99 I recenti aggiornamenti sull eziologia ed epidemiologia del mal dell esca Malattia sostenuta da diversi organismi fungini presumibilmente fra loro interagenti secondo il seguente modello: attacco della pianta attraverso ferite da parte di Phaeomoniella chlamidospora e Phaeoacremonium aleophilum e loro sviluppo a carico dei tessuti legnosi del fusto, con imbrunimenti progressivi e più o meno evidenti sintomi fogliari sindrome: venature brune, esca giovane (riscontrabili anche nelle barbatelle) successivo insediamento del basidiomicete Fomitiporia mediterranea (specie vicina al noto Phellinus ignarius) e formazione di carie bianca nei tessuti infetti sindrome: mal dell esca proprio (tipico delle piante vecchie) Possibile l infezione sin dalla fase vivaistica attraverso materiale infetto
100 Difficoltà nella ricerca di mezzi di lotta Le sperimentazioni condotte in diverse regioni non hanno evidenziato nessuna concreta possibilità di sostituire con moderni fungicidi il vecchio, pericoloso e oggi non più disponibile arsenito di sodio Una certa azione è stata riscontrata per alcuni fungicidi sistemici (triazoli, fosetil Al) somministrati per iniezione al tronco, per via radicale, per spennellatura o attraverso le forbici alla potatura ma mai con effetti risolutivi e tali da lasciare intravedere un impiego pratico Un analoga azione frenante, presumibilmente anche attraverso una stimolazione delle autodifese della pianta, è stata verificata con l impiego dell antagonista Trichoderma al momento della produzione delle barbatelle e in campo Possibilità di recupero delle piante infette attraverso il taglio di ritorno
101 L importanza della prevenzione Conferma dei noti accorgimenti colturali finalizzati alla riduzione del rischio infettivo: - controlli del vigneto per l individuazione delle piante sintomatiche - potatura separata delle piante malate - allontanamento e distruzione dei residui di potatura e del materiale infetto - disinfezione dei grossi tagli da potatura Considerazione del rischio collegato alla fase vivaistica
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