Provincia di Lecco. Relazione sullo Stato dell Ambiente. Provincia di Lecco, pubblicazioni sui rifiuti

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1 216, pubblicazioni sui rifiuti

2 4.6 Rifiuti 217

3 4.6 Rifiuti 4.6 Rifiuti La produzione di rifiuti costituisce uno dei più importanti fattori di pressione sull ambiente, al punto che la sostenibilità di un territorio può essere in parte valutata considerando il grado di efficienza raggiunto nella gestione di tale aspetto. In virtù di tale logica le più recenti normative nazionali e comunitarie hanno imposto livelli crescenti di recupero e riciclaggio dei rifiuti, disincentivando il ricorso alle discariche in quanto sistemi che non permettono il riutilizzo di materie prime e che costituiscono potenziali fonti di contaminazione del suolo e delle falde acquifere. I rifiuti possono essere di fatto considerati una preziosa risorsa, sia in termini di materie prime, attraverso il riciclaggio e il recupero, che di energia mediante la loro termovalorizzazione finalizzata alla produzione di energia elettrica o calore. Il principale obiettivo nella gestione dei rifiuti dovrebbe tuttavia prevedere l adozione di opportune strategie per la riduzione dei quantitativi prodotti. I temi affrontati nel presente macrotema saranno relativi a: ; Rifiuti Speciali. Per ogni tematica sono stati elaborati gli indicatori classificati secondo il modello PSR e riportati in Tabella 4.6a. Tabella 4.6a Temi e Indicatori 218 Rifiuti Speciali Pressione - Produzione di - Produzione di Frazione Residuale - Produzione Pro Capite di e di Frazione Residuale Stato - Composizione Merceologica dei Risposta - Quantità di Raccolta Differenziata - Raccolta Differenziata Pro Capite - Numero di Comuni Serviti per di Raccolta Differenziata - Percentuale di Raccolta Differenziata per Comune - Grado di Autonomia nella Gestione dei - Sistema Tariffario - Educazione Ambientale nelle Scuole Pressione - Quantità di Rifiuti Speciali Prodotti Stato - Trasportatori di Rifiuti Aventi Sede Legale in Provincia di Lecco Risposta - Quantità di Rifiuti Speciali Trattati - Numero di Controlli agli Impianti di Trattamento dei Rifiuti Speciali

4 4.6.1 Competenze della In Tabella 4.6.1a si riporta un quadro sintetico delle competenze provinciali, in riferimento al macrotema esaminato nel presente paragrafo. Competenze della e Principali Riferimenti Legislativi Attività Ruolo/competenze Riferimenti Settore legislativi Programmazione e organizzazione L.R. 21/1993 Ambiente dello smaltimento rifiuti a livello D.Lgs. 22/1997 Ecologia provinciale e delle attività di raccolta L.R. 1/2000 differenziata dei rifiuti urbani L. 93/2001 Redazione ed adozione dei piani provinciali di gestione dei rifiuti Emanazione dei provvedimenti autorizzativi in attuazione dei piani provinciali di gestione dei rifiuti (impianti ed aree attrezzate per la raccolta differenziata) Individuazione delle zone idonee e non alla localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti urbani ed assimilati Definizione delle tariffe di esercizio degli impianti di smaltimento e dei corrispettivi a carico dei gestori degli impianti, da versare a favore degli enti locali interessati Rilevamento statistico dei dati inerenti la produzione e la gestione dei rifiuti urbani Esercizio delle funzioni di vigilanza e controllo Gestione dell Osservatorio Provinciale sui Rifiuti ed attività di supporto e assistenza ai Comuni Verifica e monitoraggio dell attuazione del Piano provinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati Rifiuti Speciali Rilascio dell autorizzazione relativa a: D.Lgs. 22/1997 Ambiente - stoccaggio e/o cernita di rifiuti L.R. 1/2000 Ecologia speciali pericolosi e non pericolosi L.R. 6/ realizzazione dei centri di raccolta ed esercizio delle inerenti operazioni di messa in sicurezza, demolizione, recupero dei materiali e rottamazione dei veicoli a motore e rimorchi - realizzazione degli impianti ed esercizio delle inerenti operazioni di recupero e/o smaltimento di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi - realizzazione e gestione di discariche controllate per lo smaltimento di rifiuti solidi inerti Esame ed istruttoria delle comunicazioni inoltrate dalle imprese che effettuano attività di recupero di rifiuti in procedura semplificata Tabella 4.6.1a Rifiuti

5 4.6 Rifiuti 220 Attività Ruolo/competenze Riferimenti Settore legislativi Espressione del parere, da rilasciare alla Regione Lombardia, per l approvazione dei progetti e l autorizzazione alla realizzazione e all esercizio dei seguenti impianti: - smaltimento di rifiuti speciali mediante termodistruzione - discariche controllate per lo smaltimento di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi ad esclusione di quelle per il deposito dei rifiuti inerti - impianti di smaltimento e/o recupero di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi che devono essere sottoposti obbligatoriamente alla procedura di Valutazione d Impatto Ambientale statale Rilascio del Nulla-Osta provinciale alla realizzazione delle varianti progettuali non sostanziali, finalizzate a modifiche operative e gestionali migliorative Raccolta, elaborazione ed archiviazione, informatizzata, di tutti i dati relativi alle ditte che effettuano la gestione dei rifiuti e che operano nel territorio provinciale Vigilanza e controllo di tutti gli impianti sopra citati e dei soggetti che effettuano la raccolta ed il trasporto di rifiuti La Normativa sui Rifiuti Con il D.Lgs. 22/1997 (Decreto Ronchi) e successive modificazioni, la normativa italiana dà attuazione a tre direttive CE: sui rifiuti (91/156), sui rifiuti pericolosi (91/689) e sugli imballaggi (94/62). I principali presupposti alla base del decreto sono la protezione dell ambiente e la responsabilizzazione di tutti i soggetti coinvolti nel ciclo di vita dei prodotti. Il Decreto Ronchi classifica i rifiuti, in base alla loro origine, in urbani e speciali e, in virtù della loro pericolosità, in pericolosi e non pericolosi. Gli obiettivi che il decreto si prefigge di raggiungere sono rivolti a: definire degli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO), in grado di ottimizzare il rapporto di efficienza ed economicità dei sistemi di gestione dei rifiuti; sviluppare una rete integrata di smaltimento in grado di rendere ciascun ATO autosufficiente, di avere la possibilità di smaltire i rifiuti in impianti vicini e di utilizzare tecnologie con il più basso impatto per l ambiente; sostenere la raccolta differenziata, con lo scopo principale di separare i rifiuti biodegradabili (rifiuti alimentari, scarti vegetali), fissando gli obiettivi minimi di rifiuti urbani da raccogliere separatamente: - 15% entro il % entro il % entro il 2003; integrare il sistema della raccolta differenziata dei rifiuti urbani con quello della raccolta degli imballaggi; ridurre lo smaltimento finale in discarica, considerata la fase residuale della gestione dei rifiuti.

6 Il tema della gestione sostenibile dei rifiuti è introdotto, in Europa, dal Sesto Programma di Azione Ambientale, che prevede il ricorso allo smaltimento in discarica solo in situazioni in cui non siano più possibili operazioni di recupero di materia o di energia Ai sensi del D. Lgs. 22/1997 sono considerati rifiuti urbani: i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti a uso di civile abitazione; i rifiuti non pericolosi provenienti anche da locali diversi da quelli citati in precedenza, assimilati per qualità e quantità a quelli urbani; i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade; i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulla strade e aree pubbliche, sulle strade e aree private comunque soggette a uso pubblico, sulle spiagge marittime e lacuali, sulle rive dei corsi d acqua; i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali; i rifiuti provenienti da esumazioni e da estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti da attività cimiteriali. Gli indicatori valutati nel presente capitolo descrivono, per la, l andamento della produzione dei rifiuti urbani, la loro natura e la loro composizione nell arco temporale Particolare attenzione è inoltre rivolta agli aspetti legati alla raccolta differenziata (RD) ed alle strategie adottate per una corretta gestione dei. Si elencano nel seguito gli indicatori valutati per la disamina degli aspetti connessi alla tematica in oggetto. Indicatori di Pressione Produzione di Produzione di Frazione Residuale Produzione Pro Capite di e di Frazione Residuale Indicatori di Stato Composizione Merceologica dei Indicatori di Risposta Quantità di Raccolta Differenziata Raccolta Differenziata Pro Capite Numero di Comuni Serviti per di Raccolta Differenziata Percentuale di Raccolta Differenziata per Comune Grado di Autonomia nella Gestione dei Sistema Tariffario Educazione Ambientale nelle Scuole Rifiuti La Gestione dei : il Piano Provinciale dei Il Piano Provinciale dei ed Assimilabili costituisce il documento di programmazione per la gestione integrata dei rifiuti urbani nel territorio della Provincia di Lecco. Gli indirizzi e gli obiettivi che il Piano si propone sono di seguito sintetizzati: raggiungimento dell autosufficienza nel recupero e nello smaltimento dei rifiuti della Provincia; completamento delle strutture di base per la raccolta differenziata con la previsione di almeno una piattaforma ecologica ogni abitanti, oltre ad una piattaforma d ambito dedicata alla selezione e al trattamento dei rifiuti urbani ingombranti;

7 4.6 Rifiuti (1) Ovvero la frazione multimateriale, raccolta generalmente a domicilio e destinata all impianto di selezione (e quindi al recupero), comprendente carta e cartone, imballaggi in plastica, in banda stagnata e in alluminio, nonché stracci. introduzione, in tutti i Comuni della Provincia, del modello di raccolta differenziata secco riciclabile/umido, basato sul conferimento separato della frazione secca riciclabile (raccolta sia con sacco plurimateriale sacco viola (1) - che con sacchi monomateriali plurimi) e della frazione umida (raccolta esclusivamente con sacchi biodegradabili), realizzato, in prevalenza, secondo la modalità domiciliare; riduzione progressiva della percentuale di disturbo presente nelle frazioni raccolte differenziatamente e destinate a recupero di materia; diminuzione, della produzione pro-capite di rifiuti urbani; definizione di una tariffa media di smaltimento che tenga conto degli obiettivi di riduzione e raccolta differenziata posti dal Piano. La Gestione dei : SILEA S.p.A. L aspetto significativo della gestione dei rifiuti nel territorio della è rappresentato dalla presenza della società SILEA S.p.A.. L attività di SILEA ha inizio nel 1972 con la costituzione dell allora Consorzio, che raggruppava 60 Comuni, con l obiettivo di risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti urbani su un territorio di considerevole estensione, secondo criteri di efficacia, efficienza ed economicità, ma soprattutto di autosufficienza. Attualmente, SILEA S.p.A. è una società di cui fanno parte tutti i 90 Comuni della Provincia di Lecco, che gestisce il trattamento, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti urbani oltre che la loro valorizzazione presso l impianto di termocombustione con recupero energetico di Valmadrera Indicatori di Pressione Produzione di Produzione di Pressione Valutare il trend di produzione annua dei rifiuti urbani nella Tonnellate annue di prodotti nella Provincia di Lecco Rapporto sulla produzione dei rifiuti urbani e andamento delle raccolte differenziate in, 2001, 2002, Assessorato Ambiente ed Ecologia - Osservatorio Rifiuti Periodo Nel rispetto della definizione fornita dal Decreto Ronchi, i rifiuti urbani vengono convenzionalmente ripartiti in tre macro-categorie: Frazione Residuale, Raccolte Differenziate (RD), Ingombranti. La frazione residuale comprende le tipologie di rifiuti che non rientrano nelle restanti macro-categorie, includendo anche i rifiuti generati dallo spazzamento delle strade. L indicatore valuta il trend storico della produzione totale dei rifiuti urbani nella Provincia di Lecco. In accordo con le tendenze rilevate in ambito regionale e nazionale, nella la produzione totale di rifiuti urbani ha fatto registrare negli ultimi anni un costante e progressivo aumento, passando dalle t del 1997 alle t del 2002, con un incremento pari a circa il 21%. Risulta, quindi, evidente come non sia stato possibile rispettare l obiettivo di riduzione della produzione dei rifiuti urbani stabilito dal Piano provinciale. Nella Figura a è riassunto il trend di crescita della produzione di nella tra il 1997 e il 2002.

8 Produzione di in - Anni Figura a 4.6 Rifiuti Tonnellate Da un analisi più approfondita circa la produzione dei rifiuti (per i cui dettagli si rimanda alla pubblicazione dell Osservatorio Rifiuti della Rapporto sulla produzione dei rifiuti urbani e andamento delle raccolte differenziate in Anno 2002 ) risulta inoltre evidente come i Comuni interessati dai maggiori flussi turistici siano stati caratterizzati, proprio nei mesi estivi, da picchi di produzione. Produzione di Frazione Residuale Produzione di Frazione Residuale Pressione Valutare il trend di produzione annua della frazione residuale dei rifiuti urbani nella Tonnellate annue di frazione residuale prodotta nella Provincia di Lecco Rapporto sulla produzione dei rifiuti urbani e andamento delle raccolte differenziate in 2001, 2002, Assessorato Ambiente ed Ecologia - Osservatorio Rifiuti Periodo La frazione residuale costituisce la quota dei rifiuti urbani non ingombranti esclusi dal processo di raccolta differenziata. Nella Figura b è riportato l andamento della produzione della frazione residuale nella dal 1997 al Dai dati risulta evidente un generale trend di diminuzione, in termini assoluti, dei quantitativi prodotti. In termini relativi, è interessante inoltre notare che se nel 1997 il 63,0% dei rifiuti urbani totali prodotti nella Provincia di Lecco veniva smaltito come frazione residuale, quest ultima, nel 2002, ha costituito solamente il 38,8% dei rifiuti totali.

9 4.6 Rifiuti Figura b Produzione di Frazione Residuale in - Anni Tonnellate Produzione Pro Capite di e di Frazione Residuale Produzione Pro Capite di e di Frazione Residuale Pressione Valutare i quantitativi annui pro capite di rifiuti urbani e di frazione residuale prodotti nella Kg per abitante di rifiuti urbani e di frazione residuale prodotti nella Rapporto sulla produzione dei rifiuti urbani e andamento delle raccolte differenziate in, 1999, 2000, 2001, 2002, Assessorato Ambiente ed Ecologia - Osservatorio Rifiuti Periodo Confrontando i dati relativi alla produzione di rifiuti urbani e di frazione residuale con quelli relativi alla popolazione residente è possibile determinare la produzione media pro capite di rifiuti urbani e di frazione residuale: parametri che, senza dubbio, esprimono al meglio il grado di pressione gravante sul territorio della. Dai dati riportati nella Figura c si può rilevare che, analogamente al trend registrato per la produzione totale dei rifiuti nella, la produzione media pro capite di rifiuti urbani è aumentata dai 412 Kg/abitante del 1997 ai 482 Kg/abitante del 2002, a fronte dei 394 kg/abitante previsti per lo stesso anno dal Piano Provinciale dei Rifiuti. Tale evidenza viene tuttavia controbilanciata da un importante riduzione della frazione residuale (che, come si può osservare, diminuisce dai 259 Kg/abitante del 1997 ai 187 Kg/abitante del 2002) e, come descritto nel , dal continuo aumento delle raccolte differenziate.

10 Produzione Pro Capite di e di Frazione Residuale in - Anni kg/abitante anno Rifiuti tot. Frazione res. Figura c 4.6 Rifiuti Indicatori di Stato Composizione Merceologica dei Composizione Merceologica dei Stato Descrivere la composizione merceologica dei rifiuti urbani Quantitativi di rifiuti per categorie merceologiche Rapporto sulla produzione dei rifiuti urbani e andamento delle raccolte differenziate in, 2002, Assessorato Ambiente ed Ecologia - Osservatorio Rifiuti Periodo 2002 Con riferimento all anno 2002, il grafico di Figura a riporta la composizione percentuale dei rifiuti urbani nella. 225 Composizione dei in - Anno 2002 Figura a Plastica 0,6% Carta e Cartone 6,8% Sacco viola (multimateriale) 10,5% Materiali Ferrosi 1,5% Vetro 8,5% Scarti vegetali 14,1% Legno 2,3% Beni durevoli 0,4% Altre RD 0,6% Frazione umida 9,3% Ingombranti 6,6% Frazione residuale 38,8%

11 4.6 Rifiuti Come è possibile osservare dalla Figura a, la frazione residuale rappresenta il 38,8% dei rifiuti urbani, gli ingombranti il 6,6% e le raccolte differenziate, disaggregate nelle principali frazioni che costituiscono la categoria, il 54,6%. Nell ambito delle tipologie oggetto di raccolta differenziata, gli scarti vegetali, caratterizzati da una quota pari al 14,1% dei rifiuti, costituiscono la frazione maggiore. A seguire, ulteriori frazioni di un certo rilievo risultano il sacco viola con il 10,5%, la frazione umida, con il 9,3%, il vetro, con l 8,5%, nonché la carta e cartone, con il 6,8%. 226 Figura a Indicatori di Risposta Quantità di Raccolta Differenziata Quantità di Raccolta Differenziata Risposta Valutare il trend del quantitativo di rifiuti raccolto in modo differenziato Tonnellate annue di RD Rapporto sulla produzione dei rifiuti urbani e andamento delle raccolte differenziate in, 2001, 2002, Assessorato Ambiente ed Ecologia - Osservatorio Rifiuti; Dati sulla gestione dei rifiuti urbani ed assimilati ed andamento delle raccolte differenziate in Regione Lombardia nel 1999, Regione Lombardia Osservatorio Rifiuti; La gestione dei rifiuti urbani nella Regione Lombardia, 2000, 2001, ARPA Lombardia; Osservatorio Regionale sui Rifiuti, ARPA Lombardia (dati 2002) Periodo La ha conseguito dei risultati di rilievo in materia di raccolta differenziata: come evidenziato in Figura a, dal 1997 al 2002 i quantitativi di rifiuti raccolti in modo differenziato sono più che raddoppiati e, nel 2002, la percentuale di raccolta differenziata ha raggiunto il 54,6%. Tale traguardo, oltre a superare di gran lunga gli obiettivi fissati dal Decreto Ronchi (35% al 2003), va oltre gli obiettivi fissati dal Piano provinciale che stabilivano, per lo stesso anno, un valore pari al 54%. Andamento delle Raccolte Differenziate in - Anni Tonnellate ,

12 Da un confronto tra i dati delle Raccolte Differenziate (Figura a) e quelli della Frazione Residuale (Figura b) è interessante inoltre osservare che nel 1997 il 63,0% dei rifiuti urbani totali prodotti nella veniva smaltito come frazione residuale e le raccolte differenziate (RD) raggiungevano solo il 30,7%; a partire dal 1999 si è registrata un inversione di tendenza tanto che, nel 2002, la frazione residuale ha costituito solo il 38,8% dei rifiuti totali, mentre le RD il 54,6%. Nella Figura b è riportato, per il periodo , il rapporto tra le Raccolte Differenziate e la produzione di Frazione Residuale. L elaborazione evidenzia il continuo trend di crescita delle prime rispetto alle seconde, mettendo in luce l inversione di tendenza, precedentemente descritta, avvenuta nel 1999: anno in cui il rapporto tra le due quantità è risultato pari ad uno. 4.6 Rifiuti Rapporto tra le Raccolte Differenziate e la Frazione Residuale in - Anni Figura b 1,6 1,4 Raccolte Differenziate / Frazione Residuale 1,2 1 0,8 0,6 0,4 0, Dai dati disponibili sulle raccolte differenziate in Lombardia (relativi al periodo ) si evince che la, oltre ad essersi sempre distinta per una percentuale di RD più elevata della media regionale (si veda la Figura c), a partire dal 1999 è risultata la Provincia con la più elevata percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Percentuale di Raccolta Differenziata in Comparata con la Percentuale Rilevata in Ambito Regionale - Anni Figura c % 40% 30,7% 27,2% 38,3% 31,2% 53,5% 54,6% 50,5% 45,8% 37,8% 33,8% 35,1% 36,1% 20% 0% RD Prov. Lecco RD Lombardia

13 4.6 Rifiuti 228 Figura d Raccolta Differenziata Pro Capite Raccolta Differenziata Pro Capite Risposta Valutare i quantitativi annui pro capite delle categorie merceologiche oggetto di raccolta differenziata Kg per abitante per categoria merceologica di RD Rapporto sulla produzione dei rifiuti urbani e andamento delle raccolte differenziate in, 2001, 2002, Assessorato Ambiente ed Ecologia - Osservatorio Rifiuti Periodo L indicatore analizza, per il triennio , l andamento delle raccolte differenziate suddivise per frazioni costituenti, specificandone la produzione pro capite. Dai dati riportati nella Figura d è possibile osservare che l incremento complessivo della RD è dovuto per lo più all aumento dei quantitativi differenziati di scarti vegetali, di carta e cartone, di legno e di sacco viola; precisamente: scarti vegetali: la produzione pro capite è passata dai 51,78 kg/abitante del 2000 ai 68,21 kg/abitante del 2002 (+31,7%); carta e cartone: la produzione pro capite è passata dai 26,67 kg/abitante del 2000 ai 32,82 kg/abitante del 2002 (+23,1%); legno: la produzione pro capite è passata dai 5,71 kg/abitante del 2000 agli 11,20 kg/abitante del 2002 (+96,1%); sacco viola: la produzione pro capite è passata dai 47,89 kg/abitante del 2000 ai 50,51 kg/abitante del 2002 (+5,5%). Per altre frazioni oggetto di raccolta differenziata, quali materiali ferrosi, vetro ed umido, nel 2002 è stata invece riscontrata una modesta diminuzione rispetto ai dati del Quantitativi Pro Capite Annui di RD per Categoria Merceologica - Anni Kg/abitante anno SACCO VIOLA FRAZIONE UMIDA CARTA E CARTONE PLASTICA VETRO MATERIALI FERROSI SCARTI VEGETALI LEGNO BENI DUREVOLI ALTRE RD Nella Figura d la voce Altre RD comprende, oltre a stracci ed indumenti usati, alluminio, componenti elettronici, i cosiddetti rifiuti urbani pericolosi, ovvero batterie e pile, farmaci, lampade a scarica, toner, oli minerali, contenitori T e F, accumulatori esausti, siringhe. Si può rilevare che i quantitativi dei rifiuti urbani pericolosi costituiscono una quota relativamente esigua del quantitativo totale di rifiuti urbani raccolto differenziatamente in.

14 Numero di Comuni Serviti per di Raccolta Differenziata Numero di Comuni Serviti per di Raccolta Differenziata Risposta Valutare la diffusione delle RD attuate in ciascun Comune Tipologie di RD attivate da ciascun Comune Rapporto sulla produzione dei rifiuti urbani e andamento delle raccolte differenziate in, 2002, Assessorato Ambiente ed Ecologia - Osservatorio Rifiuti Periodo Rifiuti Il profilo della diffusione delle raccolte differenziate nei diversi Comuni della Provincia di Lecco è descritto nella Figura e, in cui è riportato, per ogni tipologia di rifiuto, il numero delle Amministrazioni che hanno attuato un sistema di raccolta differenziata. Per le principali categorie merceologiche, quali vetro, farmaci, batterie, beni durevoli, frazione umida, carta e cartone, la dispone di un sistema di raccolta diffuso in quasi tutto il suo territorio, sebbene opportuni sistemi di raccolta differenziata per oli minerali ed alluminio risultino distribuiti rispettivamente solo in 7 e 31 dei 90 Comuni. Numero di Comuni Serviti per di Raccolta Differenziata in - Anno 2002 Figura e VETRO OLI E GRASSI VEGETALI ED ANIMALI FARMACI BATTERIE E PILE BENI DUREVOLI ACCUMULATORI ESAUSTI SCARTI VEGETALI FRAZIONE UMIDA CARTA E CARTONE CONTENITORI T. E F. SACCO VIOLA (MULTIMATERIALE) TONER LAMPADE A SCARICA PLASTICA MATERIALI FERROSI LEGNO COMPONENTI ELETTRONICI STRACCI ED INDUMENTI USATI ALLUMINIO OLI MINERALI ALTRI METALLI O LEGHE PNEUMATICI SIRINGHE FOGLI DI POLIETILENE

15 4.6 Rifiuti La modalità che caratterizza la gestione dei rifiuti urbani nella è costituita dalla raccolta porta a porta della frazione residuale, della frazione umida e del sacco viola. Per un numero significativo delle tipologie di rifiuti riportate nella Figura e, la modalità di raccolta prevalente nei Comuni della Provincia è rappresentata dal conferimento presso le aree attrezzate per la raccolta differenziata. Queste ultime vengono distinte in piattaforme ecologiche (aree attrezzate aventi una superficie superiore a 600 mq, dotate dei requisiti previsti dall Allegato B della L.R. 21/1993) ed aree ecologiche (aree attrezzate aventi una superficie inferiore a 600 mq, dotate di requisiti costruttivi minimali, prive di strutture fisse e manufatti tipici delle piattaforme). Nel 2002, 73 Comuni hanno dichiarato di utilizzare aree attrezzate per il conferimento delle frazioni di rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata; in particolare in Provincia di Lecco risultano presenti: : 26 piattaforme ecologiche comunali; 8 piattaforme ecologiche sovracomunali; 16 aree ecologiche comunali; 3 aree ecologiche sovracomunali. La Provincia ha promosso la realizzazione delle infrastrutture per la raccolta differenziata attraverso l erogazione agli Enti locali (Comuni e Comunità Montane) di contributi per la realizzazione di nuove aree attrezzate e per l adeguamento di quelle esistenti, al fine di migliorare o completare le opere carenti da un punto di vista tecnico e gestionale. A tale riguardo, dal 1999 al 2002 sono stati assegnati contributi per un importo complessivo di e , finanziando 27 interventi di cui 12 nuove realizzazioni e 15 adeguamenti/ ampliamenti. Nell anno 2003 sono stati stanziati ulteriori e Percentuale di Raccolta Differenziata per Comune Percentuale di Raccolta Differenziata per Comune Risposta Valutare l efficienza della RD nei singoli Comuni Percentuale di RD per Comune Rapporto sulla produzione dei rifiuti urbani e andamento delle raccolte differenziate in, 2002, Assessorato Ambiente ed Ecologia - Osservatorio Rifiuti Periodo 2002 Nel 2002, 54 dei 90 Comuni della Provincia, nei quali risiede il 61% della popolazione lecchese, hanno conseguito e migliorato l obiettivo previsto dal Piano rifiuti per lo stesso anno (54%). Di questi Comuni ben 52 hanno già conseguito il traguardo fissato per il 2006 (55,2%). Nella Figura f è riportata la referenziazione geografica dei Comuni lecchesi e le relative percentuali di raccolta differenziata. Si può rilevare che l obiettivo previsto dal Piano provinciale dei rifiuti urbani risulta raggiunto, o addirittura superato, prevalentemente nelle zone meridionali del territorio. Nelle aree a nord, tranne che nel caso dei Comuni di Dervio, Dorio e Lierna, si registrano percentuali di raccolta differenziata inferiori al traguardo stabilito.

16 Percentuale della Raccolta Differenziata nei Comuni della - Anno 2002 Figura f 4.6 Rifiuti 231 Una conferma significativa dell andamento non omogeneo delle raccolte differenziate nel territorio provinciale emerge dalla classifica, in base alla percentuale di RD, dei Circondari, ovvero aggregazioni di più territori comunali. Nel 2002 la palma del Circondario riciclone è stata assegnata alla Valle San Martino che ha raggiunto una quota di raccolta differenziata pari al 65,6% (registrando un aumento del 2,3% rispetto al 2001). In linea con l obiettivo di raccolta differenziata stabilito dal Piano provinciale risultano essere anche i Circondari Casatese (63,1%) e Oggionese (61%). Seguono, nell ordine, il Lecchese ( 47,0%), il Lario Orientale (40,8%) e la Valsassina (37,8%). Tutti i Circondari hanno fatto registrare un aumento della propria percentuale di raccolta differenziata rispetto al 2001, anche se i Circondari Lario Orientale e Valsassina, costituiti prevalentemente da Comuni montani di piccole e piccolissime dimensioni, con ampie fluttuazioni stagionali della popolazione residente, hanno ottenuto risultati più modesti.

17 4.6 Rifiuti Green Public Procurement In ottemperanza agli indirizzi stabiliti dal D. Lgs. 22/1997, la raccolta differenziata dei rifiuti urbani deve essere finalizzata all effettivo riutilizzo, riciclaggio e recupero di materia. Al fine di favorire la creazione di un mercato dei prodotti derivanti dalle operazioni di riciclaggio dei rifiuti, il Decreto 8 maggio 2003 n. 203, attuativo della Legge Finanziaria 2002 (Legge 448/2001), definisce le norme affinché gli uffici pubblici e le società a prevalente capitale pubblico coprano il fabbisogno annuale di manufatti e beni con una quota di prodotti ottenuti da materiale riciclato nella misura non inferiore al 30% del fabbisogno medesimo, promuovendo lo sviluppo delle attività di Green Public Procurement (GPP). Il Green Public Procurement prevede l introduzione di criteri di preferibilità ambientale nelle procedure di acquisto della pubblica amministrazione; si tratta, quindi, di uno strumento di sviluppo sostenibile rivolto agli Enti pubblici per orientare i loro acquisti verso prodotti compatibili con l ambiente. Il GPP prende piede il nel 2001 con l adesione al progetto GPP piccoli Comuni, proposto da ANPA e da Legambiente Lombardia, che prevede lo sviluppo di sistemi di acquisti verdi in due Comuni medio-piccoli della Provincia. Conclusa la fase preliminare, nel 2003 la Provincia, in considerazione dell emanazione del Decreto 203/2003, ha ritenuto opportuno coinvolgere tutti i Comuni nella fase di implementazione del progetto. A tal riguardo sono stati organizzati dei corsi di formazione per i funzionari comunali addetti agli acquisti e, attualmente, lo sportello tecnico di Legambiente sta prestando la propria consulenza ai Comuni interessati a sperimentare procedure di acquisto verdi. A conclusione dell iniziativa è prevista la redazione di un manuale che contenga le linee guida per l adozione dei criteri di eco-sostenibilità all interno del sistema di acquisto delle pubbliche amministrazioni. 232 Grado di Autonomia nella Gestione dei Grado di Autonomia nella Gestione dei Risposta Valutare il grado di autonomia nella gestione dei rifiuti prodotti in ambito provinciale Numero di impianti di trattamento esistenti e previsti; quantitativi trattati Osservatorio Provinciale Rifiuti Periodo 2002 In un ottica di gestione sostenibile dei rifiuti urbani, la dispone di un impianto di termocombustione dei rifiuti con recupero energetico e di un impianto polifunzionale per la selezione della frazione secca riciclabile da raccolta differenziata multimateriale dei rifiuti urbani (sacco viola). L indicatore analizzato nel presente paragrafo valuta il grado di autonomia nella gestione dei rifiuti prodotti in ambito provinciale. Nel corso del 2002 l impianto di termocombustione con recupero energetico, della società SILEA S.p.A. in Comune di Valmadrera, ha trattato t di rifiuti, così ripartiti: t di rifiuti urbani (frazione residuale, rifiuti ingombranti non recuperabili), di cui t provenienti da fuori Provincia; t di rifiuti speciali ospedalieri; t di rifiuti assimilabili agli urbani; 457 t di altri rifiuti speciali. Durante i periodi di fermo impianto, t di rifiuti urbani (frazione residuale) sono state conferite in impianti extraprovinciali. Complessivamente nel 2002 l impianto di termocombustione ha incenerito il 92% della frazione residuale prodotta nello stesso anno dai Comuni della Provincia.

18 L attività di termocombustione ha quindi prodotto i seguenti rifiuti: scorie/ceneri: t; polveri: 812 t; fanghi: 314 t. I rifiuti decadenti dall attività di termocombustione vengono conferiti in impianti ubicati fuori Provincia, non disponendo l ambito di discariche o di impianti per il trattamento di tali rifiuti. Tuttavia, nel 2002, il 65% dei rifiuti prodotti dall impianto di incenerimento è stato destinato al recupero. Nonostante il Piano rifiuti preveda, ai fini del conseguimento della completa autosufficienza nella gestione dei rifiuti urbani, la realizzazione di una discarica per lo stoccaggio definitivo delle scorie derivanti dall impianto di termocombustione e dei rifiuti derivanti dallo spazzamento strade, l Amministrazione ritiene di poter superare l indicazione del Piano in quanto è prevedibile che la totalità dei rifiuti decadenti dall attività di termocombustione possa essere trattata in impianti che effettuano il recupero di tali rifiuti con produzione di materia prima. L impianto per la selezione del sacco viola, di titolarità della società SERUSO S.p.A., in Comune di Monticello Brianza, ha trattato, nel 2002, t di sacco viola. Dall attività di selezione sono stati ottenuti: t di carta e cartone (avviati a recupero di materia); t di imballaggi in plastica (avviati a recupero di materia); 305 t di imballaggi in ferro e in alluminio (avviati a recupero di materia); 300 t di stracci (avviati a recupero di materia); t di scarto (avviati a recupero energetico, tramite produzione di CDR 2, e, in parte, a smaltimento). Complessivamente nel 2002 l impianto di selezione è stato in grado di trattare il 94% della produzione di sacco viola dei Comuni della Provincia. Al fine di incrementare il grado di autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani il Piano provinciale dei rifiuti prevede la realizzazione di altre strutture: impianti per il trattamento di t annue di rifiuti organici (frazione umida e scarti vegetali): nel luglio 2002 è stato autorizzato, in Comune di Annone Brianza, un impianto di compostaggio della potenzialità di t/anno; una piattaforma d ambito per la raccolta differenziata e per l adeguamento volumetrico dei rifiuti ingombranti in Comune di Valmadrera, con una potenzialità di t/anno (di cui rifiuti ingombranti: t/anno): la struttura è in corso di realizzazione ed il completamento dei lavori è previsto per il Sistema Tariffario Sistema Tariffario Risposta Descrivere le strategie adottate per la gestione dei rifiuti urbani, con particolare riferimento alla riduzione della frazione residuale e al miglioramento della qualità delle raccolte differenziate Produzione pro capite di frazione residuale; caratteristiche qualitative delle raccolte differenziate Periodo Il Piano Provinciale Rifiuti stabilisce che la Provincia definisca criteri di gratificazione per i Comuni che raggiungono gli obiettivi di Piano. Detti criteri devono essere recepiti nel sistema tariffario adottato nella. (2) Combustibile Derivato dai Rifiuti Rifiuti

19 4.6 Rifiuti 234 A tale scopo l Amministrazione Provinciale ha istituito un Premio tariffario per la minor produzione di frazione residuale, con l intento di introdurre un sistema premiante per i Comuni con produzione di frazione residuale inferiore agli obiettivi stabiliti dal Piano. Si tratta di un premio risultante dalla ripartizione della quota budget di SILEA S.p.A. destinata a tal fine e determinata nella misura del 2% degli introiti derivanti dalla tariffa della frazione residuale applicata ai Comuni. Viene riconosciuto ai Comuni che hanno ridotto la propria produzione di frazione residuale rispetto all obiettivo di Piano, in proporzione al risparmio di frazione residuale pro-capite da essi conseguito rispetto all obiettivo di Piano stesso. L accesso al premio tariffario risulta, altresì, subordinato al rispetto delle caratteristiche qualitative stabilite per le raccolte differenziate, con particolare riferimento alla frazione multimateriale raccolta con il sacco viola, alla frazione umida e a frazioni monomateriali quali carta, plastica e vetro. I criteri del sistema tariffario provinciale risultano coerenti con i principi ispiratori della tariffa rifiuti. L art. 49 del D. Lgs. 22/997 prevede, infatti, la soppressione della tassa rifiuti (TARSU) ex D. Lgs. 22/1997 e la sua sostituzione con un sistema a tariffa, con l obiettivo di istituire uno strumento economico che consenta di conseguire gli obiettivi di riduzione e recupero stabiliti nel decreto stesso. L applicazione della tariffa rifiuti interessa tutti i Comuni della Provincia, secondo tempistiche diverse legate alla classe demografica e al grado di copertura dei costi del servizio di gestione dei rifiuti urbani. Nel corso degli ultimi anni la ha ritenuto fondamentale sostenere i propri Comuni nella transizione dalla tassa alla tariffa, dal momento che l introduzione dello strumento tariffario costituirebbe l occasione per il territorio lecchese, ai primi posti a livello nazionale per traguardi raggiunti in materia di raccolte differenziate, di prevenire la produzione dei rifiuti e di valorizzare i comportamenti virtuosi degli utenti per l adesione alle raccolte differenziate, promuovendo, nel contempo, un più corretto e trasparente sistema di controllo e gestione del ciclo dei rifiuti. A tal riguardo, nel corso del 2002 sono stati organizzati degli incontri di ecosportello in cui sono state illustrate le modalità operative per la transizione alla tariffa, presentando gli strumenti di cui i Comuni si devono dotare per poter introdurre il sistema tariffario. A completamento di tale iniziativa è stato redatto un opuscolo dal titolo Il passaggio da tassa a tariffa - Breve guida all introduzione della tariffa rifiuti che, oltre a recepire in modo organico il contenuto di tali incontri, intende fornire in modo schematico gli elementi essenziali per impostare la transizione tariffaria e presentare alcune esperienze di applicazione della tariffa rifiuti. Al fine di dare continuità alle attività già svolte e di fornire un supporto operativo ai Comuni interessati ad effettuare il passaggio alla tariffa rifiuti, nel mese di dicembre dell anno 2002 la ha bandito un concorso per l assegnazione di contributi agli Enti locali finalizzati alla realizzazione di interventi relativi all introduzione della tariffa rifiuti. Il bando ha visto la partecipazione di 8 Comuni ai quali sono stati assegnati e Il medesimo bando è stato riproposto anche nell anno Educazione Ambientale nelle Scuole Educazione Ambientale nelle Scuole Risposta Definire il grado di formazione e sensibilizzazione per una corretta gestione dei rifiuti Numero di incontri, studenti coinvolti, programmi di formazione e sensibilizzazione SILEA Speciale Scuole, circolare di comunicazione interna Settembre 2002; Rapporto sulla produzione dei rifiuti urbani e andamento delle raccolte differenziate in, 2001, 2002, Assessorato Ambiente ed Ecologia - Osservatorio Rifiuti Periodo

20 La società SILEA S.p.A., che come è noto rappresenta, nel settore dei rifiuti urbani, il braccio operativo e gestionale dei Comuni della Provincia, da alcuni anni si impegna nel fornire un servizio di informazione e formazione ecologica, indirizzato sopratutto alle scuole elementari e medie della. Formazione e sensibilizzazione dei cittadini, ed in particolar modo degli studenti, sono infatti elementi essenziali per il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità nella gestione dei rifiuti. Sono nel seguito descritti gli impegni profusi da SILEA S.p.A. nelle scuole durante gli anni scolastici 2000/2001 e 2001/2002. Nel corso dell anno scolastico 2001/2002 le scuole coinvolte in attività di formazione e sensibilizzazione sono state più di 70, per un totale di 247 incontri (di cui 39 organizzati nelle scuole materne, 181 nelle elementari e 27 nelle medie) a cui hanno partecipato, complessivamente, più di 4800 alunni. La campagna di informazione ha inoltre previsto visite guidate all impianto di termovalorizzazione di Valmadrera, con il coinvolgimento di 1300 studenti. Nel corso dell anno scolastico 2002/2003 è proseguita l attività di sensibilizzazione sui rifiuti, in forma di visite guidate all impianto di Valmadrera e di interventi nelle classi Rifiuti Speciali Ai sensi del D. Lgs. 22/1997 sono considerati Rifiuti Speciali: i rifiuti da attività agricole e agro-industriali; i rifiuti derivanti da attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti pericolosi che derivano dalle attività di scavo; i rifiuti da lavorazioni industriali; i rifiuti da attività commerciali; i rifiuti da lavorazioni artigianali; i rifiuti da attività di servizio; i rifiuti derivanti da attività di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumi; i rifiuti derivanti da attività sanitarie; i macchinari e le apparecchiature deteriorati e obsoleti; i veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti; il combustibile derivato da rifiuti. Nel paragrafo saranno analizzate le caratteristiche degli impianti di trattamento, operanti nella Provincia, che smaltiscono e recuperano rifiuti speciali sia pericolosi che non pericolosi, anche conferiti da altre Province. Il tema sarà descritto mediante l analisi dei seguenti indicatori: Indicatori di Pressione Quantità di Rifiuti Speciali Prodotti Indicatori di Stato Trasportatori di Rifiuti Aventi Sede Legale in Indicatori di Risposta Quantatà di Rifiuti Speciali Trattati Numero di Controlli agli Impianti di Trattamento di Rifiuti Speciali Rifiuti Indicatori di Pressione Quantità di Rifiuti Speciali Prodotti Quantità di Rifiuti Speciali Prodotti Rifiuti Speciali Pressione Definire la quantità di rifiuti speciali prodotti nella Tonnellate annue prodotte ARPA Lombardia - Sezione Regionale del Catasto Rifiuti; APAT - ONR, Rapporto Rifiuti 2003 Periodo 2001

21 4.6 Rifiuti Nel 2001 i rifiuti speciali prodotti nel territorio provinciale, pari a t, hanno rappresentato, come indicato nella Tabella a, il 4,4% dei rifiuti speciali prodotti nella Regione. Il dato, elevato in rapporto alla superficie e agli abitanti della Provincia, è condizionato dalla rilevanza e dalla tipologia dell attività manifatturiera nel territorio provinciale e ciò dà anche ragione della percentuale di rifiuti pericolosi sul totale dei rifiuti speciali, pari al 16,7%, superiore al corrispondente valore regionale dell 11,5%. Tabella a (3) La produzione totale dei rifiuti speciali è comprensiva della produzione di rifiuti speciali con CER non determinato, pari a t. Produzione di Rifiuti Speciali, Pericolosi e Non Pericolosi, in Comparata con la Produzione Rilevata in Ambito Regionale - Anno 2001 Provincia Regione / di Lecco Lombardia Regione Lombardia Totale Rifiuti Speciali t t 3 4,4% Rifiuti Speciali Pericolosi t t 6,3% Rifiuti Speciali non Pericolosi t t 4,1% Indicatori di Stato Trasportatori di Rifiuti Aventi Sede Legale in Trasportatori di Rifiuti Aventi Sede Legale in Rifiuti speciali Stato Definire un quadro strutturale dei trasportatori di rifiuti nella Numero di trasportatori iscritti all Albo per categoria di trasporto Albo nazionale delle imprese che effettuano la gestione dei rifiuti-sezione Regionale Lombardia, CCIAA Milano Periodo 2002 Ai sensi dell art. 30 del D.Lgs. 22/1997, le imprese che svolgono attività di raccolta e trasporto di rifiuti non pericolosi prodotti da terzi e le imprese che raccolgono e trasportano rifiuti pericolosi, esclusi i trasporti di rifiuti pericolosi che non eccedono la quantità di 30 kg al giorno o di 30 litri al giorno effettuati dai produttori degli stessi rifiuti, hanno l obbligo dell iscrizione all Albo nazionale delle imprese che effettuano la gestione dei rifiuti. L Albo è articolato in un comitato nazionale, con sede presso il Ministero dell Ambiente, ed in sezioni regionali, istituite presso le Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura dei capoluoghi di Regione. Le modalità organizzative dell Albo, i requisiti e le condizioni di iscrizione, nonché il procedimento di registrazione, sono stabiliti dal D.M. 28 aprile 1998 n.406. A seconda del tipo e della dimensione dell attività le imprese possono richiedere l iscrizione per una o più categorie, individuate dallo stesso D.M. 406/1998. In Tabella a sono individuate le ditte, aventi sede legale in, che effettuano operazioni di raccolta e trasporto di rifiuti e le categorie per le quali sono iscritte all Albo. Tabella a Ditte Iscritte all Albo e Relative Categorie N ditte Categoria 1 Categoria 2 Categoria 3 Categoria 4 Categoria 5 Trasporto rifiuti Trasporto rifiuti Trasporto rifiuti Trasporto rifiuti Trasporto rifiuti urbani non pericolosi pericolosi speciali speciali in procedura in proceduta non pericolosi pericolosi semplificata semplificata

22 N ditte Categoria 1 Categoria 2 Categoria 3 Categoria 4 Categoria 5 Trasporto rifiuti Trasporto rifiuti Trasporto rifiuti Trasporto rifiuti Trasporto rifiuti urbani non pericolosi pericolosi speciali speciali in procedura in proceduta non pericolosi pericolosi semplificata semplificata Rifiuti Dai dati elaborati si evince che 109 ditte, aventi sede legale in, sono iscritte all Albo. La categoria 2 è quella per la quale si registra il maggior numero di iscrizioni: ben 94, ovvero l 87% del numero complessivo Indicatori di Risposta Quantità di Rifiuti Speciali Trattati Quantità di Rifiuti Speciali Trattati Rifiuti speciali Risposta Definire la quantità di rifiuti speciali trattati negli impianti aventi sede nella Provincia Tonnellate annue per tipologia di trattamento Periodo 2002 Ai sensi dell art. 2 del D. Lgs 22/1997 i rifiuti devono essere smaltiti o recuperati senza pericolo per la salute dell uomo e senza usare procedimenti o metodi che possano recare pregiudizio all ambiente. In base agli artt. 27 e 28 4 del D. Lgs. 22/1997, per l esercizio delle operazioni di smaltimento e recupero è necessaria un opportuna autorizzazione. Procedure semplificate per l esercizio, in particolari condizioni, delle operazioni di recupero dei rifiuti sono inoltre previste dall art dello stesso decreto legislativo. In non sono presenti ditte che effettuano attività di recupero di rifiuti pericolosi in procedura semplificata. Nella Tabella a sono riportate le ditte, operanti nella, che effettuano la gestione di rifiuti in procedura ordinaria, suddivise per tipologia di attività esercite. Numero e Potenzialità delle Ditte Autorizzate ex artt. 27 e 28 D.Lgs 22/1997, Suddivise per Attività N ditte Quantità trattata Potenzialità autorizzate attività nel 2002 dell impianto (T / anno) 7 auto/moto demolitore stoccaggio, cernita e trattamento rifiuti speciali stoccaggio e recupero beni durevoli stoccaggio e recupero solventi/ rifiuti liquidi discarica 2b smaltimento terreni e fanghi termovalorizzatore/recupero energetico trattamento acque reflue/emulsioni oleose trattamento chimico-fisico di rifiuti liquidi e inertizzazione fanghi 22 Totale (4) Art. 27: Approvazione del progetto e autorizzazione alla realizzazione degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti ; Art. 28: Autorizzazione all esercizio delle operazioni di smaltimento e recupero. (5) Art. 33: Operazioni di recupero in procedura semplificata Tabella a 237

23 4.6 Rifiuti Nel 2002, come è possibile osservare dai dati elaborati, 7 ditte hanno effettuato operazioni di stoccaggio, cernita, recupero e smaltimento di rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, per un quantitativo pari a t che costituisce circa il 70% del quantitativo complessivo dei rifiuti trattati in procedura ordinaria. Nello stesso anno gli impianti che hanno effettivamente recuperato rifiuti in procedura semplificata (art. 33 D. Lgs. 22/1997) risultano 67, rispetto alle 75 ditte iscritte al registro provinciale delle imprese che effettuano operazioni di recupero in procedura semplificata. Le Ditte operanti in procedura semplificata hanno effettuato il recupero di t di rifiuti speciali non pericolosi. La Figura a evidenzia il numero di ditte operanti in procedura semplificata che effettuano ciascuna operazione di recupero e la percentuale di rifiuti recuperata rispetto al totale. Figura a Numero Ditte che Operano in Procedura Semplificata (ex. artt. 31 e 33 del D.Lgs. 22/1997) e Percentuale di Rifiuti Non Pericolosi Recuperati per Singola Attività di Recupero nel ,5 8 R1 Recupero energetico 10,2 10 R3 Recupero sostanze organiche Dai dati riportati in tabella e nel grafico si osserva che il 56% dei rifiuti speciali non pericolosi, trattati in procedura semplificata nel territorio provinciale, sono sottoposti all operazione di recupero R4 mentre soltanto lo 0,5% è utilizzato come combustibile per la produzione di energia. Numero di Controlli agli Impianti di Trattamento dei Rifiuti Speciali Numero di Controlli agli Impianti di Trattamento dei Rifiuti Speciali Rifiuti speciali Risposta Definire il grado di controllo sugli impianti di trattamento dei rifiuti speciali Numero di controlli Periodo ,0 22 R4 Recupero metalli 17,8 19 R5 Recupero sostanze inorganiche percentuale rifiuti recuperati numero ditte 15,6 27 R13 Stoccaggio e messa in riserva L indicatore valuta il numero di sopralluoghi/verifiche effettuati nel 2002 presso gli impianti di trattamento dei rifiuti speciali, al fine di verificare la corretta gestione delle operazioni di smaltimento e recupero.

24 Nel 2002 i controlli effettuati presso gli impianti di trattamento di rifiuti speciali sono stati 41, di cui 34 presso impianti operanti in procedura semplificata e 7 presso impianti operanti in procedura ordinaria Sintesi Conclusiva Nella Tabella 4.6.4a viene sinteticamente espressa, in base agli indicatori PSR e ai dati disponibili la valutazione della situazione ambientale relativa ai singoli temi del macrotema Rifiuti. 4.6 Rifiuti Rifiuti Speciali Valutazione I dati relativi alla Frazione Residuale, alla Raccolta Differenziata, al Grado di Autonomia nella Gestione dei Rifiuti, al Sistema Tariffario, alle iniziative per la valorizzazione dei Prodotti derivanti dalle operazioni di Riciclaggio dei Rifiuti, rappresentano una situazione positiva, non modificata dall aumento nella Produzione di Rifiuti che è connesso ai consumi ed all incremento degli imballaggi La produzione di Rifiuti Speciali, commisurata alla consistenza e alla tipologia dell attività manifatturiera nel territorio provinciale, unitamente all elevata attività di recupero dei Rifiuti Speciali Non Pericolosi connotano positivamente la gestione dei Rifiuti Speciali nel territorio Tabella 4.6.4a Bibliografia Regione Lombardia, Direzione Generale Risorse Idriche e Servizi di Pubblica Utilità, 2001, Dati sulla gestione dei rifiuti urbani ed assimilati ed andamento delle raccolte differenziate in Regione Lombardia nel 1999 ARPA Lombardia, 2002, La gestione dei rifiuti urbani nella Regione Lombardia Anno 2000 ARPA Lombardia, 2003, La gestione dei rifiuti urbani nella Regione Lombardia Anno 2001, 1998, Revisione del Piano Provinciale dei ed Assimilabili, Assessorato Ambiente ed Ecologia Osservatorio Rifiuti, 2000, Produzione dei rifiuti urbani e andamento delle raccolte differenziate in Rapporto anno 1999, Assessorato Ambiente ed Ecologia Osservatorio Rifiuti, 2001, Produzione dei rifiuti urbani e andamento delle raccolte differenziate in Rapporto anno 2000, Assessorato Ambiente ed Ecologia Osservatorio Rifiuti, 2002, Rapporto sulla produzione dei rifiuti urbani e andamento delle raccolte differenziate in Anno 2001, Assessorato Ambiente ed Ecologia Osservatorio Rifiuti, 2003, Rapporto sulla produzione dei rifiuti urbani e andamento delle raccolte differenziate in Anno 2002, Assessorato Ambiente ed Ecologia, 2003, Il passaggio da tassa a tariffa - Breve guida all introduzione della tariffa rifiuti Società Intercomunale Lecchese per l Ecologia e l Ambiente SILEA S.p.A., 2002, Dove vanno a finire i nostri rifiuti? Società Intercomunale Lecchese per l Ecologia e l Ambiente SILEA S.p.A., 2002, SILEA Speciale scuole

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