Volontariato e Istituzioni: un percorso in continuo cammino

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1 Volontariato e Istituzioni: un percorso in continuo cammino Rel. sig. Alberto Franceschini Presidente Volontarinsieme CSV Treviso Conferenza dei Servizi Treviso 3 dicembre 2015

2 Premesse Art. 14, comma 4 - Decreto Legislativo 502 del «Il Direttore Generale dell Unità Sanitaria Locale ed il Direttore Generale dell Azienda ospedaliera convocano, almeno una volta all anno, apposita Conferenza dei Servizi, quale strumento per verificare l andamento dei servizi» Ringraziamo la Direzione dell Ulss 9 per avere confermato anche per il 2015 questo appuntamento, contrariamente a quanto fanno le altre due Ulss della nostra Provincia, che, nonostante le sollecitazioni, anche per quest anno non hanno adempiuto all impegno di convocare le rispettive Conferenze nei termini previsti. 2 22

3 Per il volontariato è un appuntamento importante perché abbiamo l occasione di confrontaci con l Azienda Ulss 9 circa l andamento dei servizi erogati. Positivo il percorso di approfondimento e confronto avvenuti lo scorso anno su «Trasparenza» e «Pronto Soccorso», esperienza che ci auguriamo venga ripetuta ogni anno, con risultati concreti. Il tema che abbiamo chiesto di affrontare quest anno, dato il particolare momento dovuto all imminente riforma del sistema sanitario veneto è una riflessione sull andamento dei Piani di Zona per trovare utili indicazioni per il futuro. Circa quanto detto dal Direttore Sociale, preso atto di quanto esposto, rileviamo che è del tutto mancante un vero consuntivo dove si mettano a confronto obiettivi e risultati. 3 22

4 I Piani di Zona, che nella nostra concezione avrebbero dovuto essere degli atti di programmazione territoriale, devono servire ad organizzare i servizi nell ottica dei bisogni dei cittadini, rappresentati dalle Organizzazioni di cittadinanza attiva, quali sono le Organizzazioni di Volontariato. I Piani di Zona potevano rappresentare l occasione per costruire un nuovo Welfare locale, non inteso come un ambito meramente distributivo delle risorse, ma come uno strumento dinamico e flessibile capace di cogliere i bisogni della collettività e di assicurare le risposte più coerenti e adeguate. 4 22

5 La definizione dei Piani di Zona comporta necessariamente un lavoro molto complesso di analisi, di collaborazione, di concertazione tra tutti i soggetti coinvolti, ed in tale ottica non è mai mancato l impegno del volontariato a fornire il proprio contributo. Con questa conferenza si dovrebbe concludere il ciclo dei piani di zona avviato nel «lontano» 2011, una lunga esperienza che, superata la complessa fase di avvio, non è però riuscita a conseguire nella sua totalità l efficace programmazione prevista dal DGR 2082 del L ulteriore allungamento di un anno che si prefigura con la riforma della Sanità Veneta non è sicuramente la cosa migliore. Nella nostra concezione, la partecipazione deve essere intesa come metodologia adeguata alla costruzione delle politiche socio sanitarie di questa Ulss. 5 22

6 L obbiettivo della Partecipazione nel processo progettuale e valutativo non può essere formale o rituale, ma deve essere reale conferimento di potere decisionale ai soggetti destinatari. Già in fase progettuale si era rilevato come il passaggio da piani triennali a quinquennali avrebbe reso difficile la progettazione e la conseguente partecipazione. A nostro avviso la durata dei Piani di Zona dovrebbe coincidere con la durata dell incarico dei Direttori Generale delle Ulss. Fare progettazione e valutazione partecipata coinvolgendo in questo percorso attori sociali, rappresentanti della comunità locale e gli utenti stessi, deve essere anche l occasione per aumentare la consapevolezza e il protagonismo di tali soggetti. 6 22

7 Fatte queste premesse di ordine generale dobbiamo dire che le cose non sono andate in questo quinquennio nel migliore dei modi possibili, tant è che molti dei volontari, partecipanti ai tavoli del confronto, hanno manifestato la propria insoddisfazione nel livello di coinvolgimento e di ascolto da parte delle Ulss nell ambito dei vari tavoli di confronto. 7 22

8 Citando, tra gli altri, alcuni esempi: Nel settore delle dipendenze se da un lato si è prodotto un documento, lo stesso non ha poi prodotto quel salto di qualità che ci si sarebbe aspettati. Se quanto fatto è stato comunque positivo, i dati, comparsi in questi giorni sui quotidiani, segnalano che l emergenza delle dipendenze continua ad essere un problema cui prestare maggiore attenzione. L Area della famiglia, al di la del fatto che non è condivisibile l accorpamento con l area giovani e minori, non è stata all altezza delle aspettative sia per l esiguità degli incontri, sia, e soprattutto, per la mancanza di un mandato preciso sull argomento. E questo un tema che va ripreso per la sempre maggior importanza del ruolo delle famiglie nella tenuta della coesione sociale e nella formazione dei giovani. 8 22

9 Nell Area Disabilità si sottolinea come, quanto previsto in fase di progettazione, sia stato solo parzialmente attuato a causa del calo delle risorse economiche e di come molto poco sia stato fatto per integrarle da parte dell Ulss. Gli interventi di rilievo nel settore sono stati eseguiti da Associazioni e Cooperative. Nell Area Anziani pensiamo vada migliorata l attività relativa all assistenza domiciliare e curate maggiormente le modalità inerenti le dimissioni protette. Si sottolinea la preoccupazione per le nuove situazioni tecnico-informatiche in relazione alle persone anziane. 9 22

10 Nell Area Salute Mentale per diversi motivi si evidenzia la necessità di sviluppo, rispetto ai bisogni evidenziati, dei seguenti settori: area socialità, inserimento lavorativo, abitare. Come emerso da un recente convegno maggiori sforzi vanno indirizzati verso la prevenzione. Suggeriamo una maggiore attenzione e sostegno ai gruppi di auto mutuo aiuto che per altro possono essere rilanciati in ogni area dei Piani di Zona

11 Riflessioni sui principali punti deboli del sistema: la lunghezza della programmazione richiesta dalla Regione ha vincolato gli spazi di manovra di chi è stato chiamato a gestire i PDZ. Il quinquennio previsto non permette di stare al passo con le rapide evoluzioni della società contemporanea. i Comuni, con la loro Conferenza dei Sindaci, hanno svolto solo in parte il ruolo centrale che gli compete nella programmazione e che, partendo dai bisogni della cittadinanza, gli è richiesto i Piani di Zona non dovrebbero limitarsi ad indicare, nelle azioni da intraprendere, solo i progetti dei servizi delegati all Ulss ma l insieme dei servizi, nel tentativo di sviluppare una vera integrazione scarsa considerazione per l apporto del mondo del Volontariato 11 22

12 Il pesodel volontariato impegnato in ambito Socio Sanitario in provincia di Treviso Associazioni impegnate in ambito sociosanitario 91% Numero dei volontari impegnati Ore di impegno donate Valore economico delle ore donate* * ogni ora di volontariato è stata valorizzata al costo medio di Euro 13 all ora, secondo la metodologia proposta da CESVI. Viene preso a riferimento quanto indicato espressamente da primarie agenzie di gestione eventi di raccolta fondi che operano da anni sul libero mercato 12 22

13 Se dividiamo le ore erogate dal volontariato per 1800, che sono le ore mediamente svolte in un anno da una persona occupata a tempo pieno, si ricava che è come se avessimo messo a disposizione ben 137 lavoratori. La nostra pretesa di essere soggetti attivi deriva soprattutto dal grande impegno che le O.d.v della Provincia mettono nei settori sociale e sanitario. Dai dati, che saranno la base del nostro bilancio sociale, presentati ieri si evince che oltre il 90% delle O.d.v, comprese quelle della donazione, opera nel settore socio-sanitario andando ad impegnare Volontari donando ben di ore di volontariato 13 22

14 Per offrire un ulteriore chiave di lettura abbiamo trasformato, sulla base di quanto fatto anche dall Istat, in valore economico le ore erogate dal Volontariato. Possiamo dire che il contributo del volontariato al benessere della comunità Trevigiana nei settori sanitario e sociale è di di euro 14 22

15 Un esempio in cui la sinergia Volontariato-Servizi ha dato frutti eccellenti: Progetto Centri Sollievo Alzheimer Altri campi in cui il Volontariato è impegnato e si potrebbero realizzare risultati degni di nota: Progetto Stacco trasporti sociali. Percorso formativo per Amministratore di Sollievo 15 22

16 Per il futuro: continuare il confronto propositivo con la Direzione dell Ulss coinvolgere in modo sempre maggiore le Amministrazioni Locali riprendere gli approfondimenti delle tematiche affrontate in passato (organizzazione Medici di Medicina Generale, monitoraggio integrazione Ospedale territorio, rilevazione qualitativa sul vissuto degli utenti in fase di dimissione) 16 22

17 Per il futuro: individuazione nuove tematiche di interesse generale per la comunità avviare percorsi formativi per i volontari dedicati al raggiungimento di una sempre maggiore preparazione volta ad una proficua partecipazione per il sistema avviare un percorso di apertura di punti di «segretariato sociale» gestiti dalle associazioni distribuiti sul territorio, sulla base della buona esperienza fatta presso l Ospedale di Treviso ma soprattutto che di ogni attività intrapresa si possano con chiarezza verificare i risultati conseguiti 17 22

18 Per quanto riguarda la riforma in discussione come abbiamo detto nel comunicato stampa del mese scorso le nostre preoccupazioni sono diverse. Il primo elemento è dato dall elevato grado di accentramento che la riforma produrrebbe. Tale accentramento si manifesta lungo due direttrici: l estensione del bacino territoriale delle Aziende Ulss il trasferimento all Azienda Zero di funzioni attualmente svolte dalle singole Aziende o rientranti nelle attività coordinate in area vasta 18 22

19 Siamo consapevoli che, in linea generale, l accentramento favorisce l unità di direttive e di comando, generando vari tipi di economie: economie di scala: diminuzione di costi unitari di produzione, conseguente all aumento del numero di prestazioni prodotte economie di scopo o di raggio d azione : riduzione dei costi unitari di produzione conseguenti alla produzione di beni e servizi realizzata utilizzando le stesse risorse materiali e umane economie di apprendimento: derivanti da aumenti di produttività associati all opportunità di mettere insieme ed integrare competenze di diversa provenienza 19 22

20 Tuttavia, anche se l'accentramento può sembrare in ragione di quanto appena rilevato una soluzione da privilegiare, sono presenti in esso delle criticità molto importanti, quali, ad esempio: perdita di identità culturale (identità che è strumento efficace di coesione ed unitarietà aziendale in una organizzazione aziendale complessa) necessità di assetti direzionali molto sofisticati, in grado di bilanciare programmazione e controllo centralizzati con forte autonomia di gestione a livello periferico

21 complessità del coordinamento. L'allontanamento delle sedi di decisione, governo e gestione dei servizi dai soggetti che rappresentano i cittadini e i loro bisogni va limitato. Le Aziende Ulss devono avere uno stretto legame con le rappresentanze territoriali, non rispondere solo a direttive provenienti da un unico centro, anche in relazione alle diversità che si registrano localmente nella nostra regione in merito alla tipologia della popolazione, della situazione del territorio, delle patologie, ecc

22 L interrogativo che poniamo è quindi se l accentramento a livello provinciale non faccia correre il rischio della dispersione di una dotazione di capitale sociale di cui sono ricche le piccole comunità. A tal proposito, anche l esperienza dei piani di zona ha dimostrato in molti casi che il collegamento con i comuni, di vitale importanza, andrebbe ulteriormente rafforzato, per conferire maggiore significato alla concezione del welfare comunitario. L accentramento proposto non va in tale direzione. Attenzione particolare andrà riposta affinché i tagli alle risorse dovuti al contenimento delle spese non vadano a penalizzare ulteriormente le famiglie in difficoltà economica 22 22

23 GRAZIE per l ATTENZIONE

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