Workshop ECONOMIA, SOCIETA E MOBILITA : QUALI SCENARI PER IL PIEMONTE? Verso il Piano Regionale dei Trasporti
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- Lazzaro Mauro
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1 Workshop ECONOMIA, SOCIETA E MOBILITA : QUALI SCENARI PER IL PIEMONTE? 21 Ottobre Sintesi degli interventi Daniele Ciravegna Nel futuro dovremo assumere un approccio integrato nella valutazione della persona, quindi di ecologia integrale: ecologia dell ambiente naturale, ma anche ecologia umana (urbana, culturale, economica, sociale) La competizione internazionale (la globalizzazione) è la conseguenza della mondializzazione delle comunicazioni. Pone a confronto economie con livelli di vita assai differenti fra di loro: economie (Italia, per esempio) con elevata quantità pro capite di beni prodotti e disponibili per la popolazione; economie (Africa sub-sahariana, per esempio) con basse (insufficienti) quantità pro capite di beni prodotti e disponibili per la popolazione; ma anche economie (Cina, per esempio) con medie quantità pro capite di beni prodotti, però con basse quantità di beni disponibili per la popolazione, poiché hanno una forte eccedenza delle esportazioni sulle importazioni. La disponibilitàdi beni èalta (primo gruppo di paesi) làove il lavoro èben retribuito ed è bassa (secondo e terzo gruppo di paesi) là ove il lavoro è scarsamente retribuito. La mondializzazione degli scambi potrà modificare di molto la situazione fra le tre aree. Le imprese tengono a lasciare i primi paesi per localizzarsi nei secondi e i primi paesi hanno anche difficoltàa mantenere la competitivitàin termini di prezzo rispetto ai secondi. Di fronte a questa situazione di rivolgimento epocale, due sono le risposte che possono essere date dai paesi del primo gruppo. I) La prima è che si accetti la redistribuzione della produzione mondiale in direzione più equilibrata: una redistribuzione con perdita del livello di vita economico nei paesi del primo gruppo e guadagno nei paesi del secondo e terzo gruppo, a meno che, in questi ultimi, la maggiore produzione venga destinata all esportazione in eccedenza rispetto alle importazioni. II) Se la predetta perdita per i paesi del primo gruppo non è da questi gradita, essi devono puntare sulla seconda risposta: puntare sulla qualità dei prodotti. Se la concorrenza potrà essere battuta anche applicando prezzi più alti (questo è il significato pragmatico della competizione in termini di qualità), si potranno mantenete livelli di redditi, e quindi livelli di vita, più elevati. L alternativa all abbassamento dei livelli di vita nei paesi del primo gruppo sta quindi nel saper competere in termini di qualità dei prodotti. Ma non si può avere qualità nei prodotti se non si ha qualità del lavoro, che di per sé è in grado di produrre beni di elevata qualità, ma è anche in grado di determinare la buona qualità del capitale attraverso processi d innovazione attuati grazie all elevata qualità del lavoro dei ricercatori e degli organizzatori e gestori della ricerca. Bisogna pensare globalmente ma agire localmente: l azione politica deve prestare attenzione alla dignità della persona (vita dignitosa, lavoro decente, relazioni sociali dignitose, elevata possibilità di connessione e d integrazione dei dati, trasporti adeguati ecc.). Con riferimento ai trasporti, buona è la grande opera di struttura, a meno che essa (per scarsità di risorse) non vada a detrimento delle reti locali di trasporti, all interno delle quali si svolge gran parte della mobilità di gran parte delle persone. L attenzione alla persona non è altro che l applicazione dell etica al comportamento economico e sociale della comunità.
2 Egidio Dansero La tecnologia ci ha spintiall iperconnessionema al tempo stesso noi sperimentiamo la fissità dell organizzazione degli spazi, a livello di giurisdizioni. Pensiamo alla fatica per abolire le province e al contempo all assenza di discussione sulla migliore organizzazione possibile. Ma anche considerando lo spazio a una scala più vicina: noi urbanizziamo sempre più gli spazi (consumo di suolo), ma nel contempo abbiamo sempre più spazi abbandonati(spazi urbani ma anche la montagna). Dobbiamo forse cambiare il modo in cui guardiamo il territorio e il rapporto cibo/città può essere un buon punto di partenza per organizzare questa nuova visione. Ad esempio, se guardiamo in modo diverso al rapporto città-campagna, vedremo le potenzialità di spazi residuali come ad esempio gli orti urbani o degli spazi industriali dismessi, una riserva per il futuro da non cementificare spinti dall ansia del vuoto. A scala metropolitana, certe produzioni agricole possono essere utili in una logica ibrida di città/campagna. A scala macroregionale, pensiamo a Torino e Milano come due città alla periferia di una zona in gran parte non urbanizzata e non la cittàcon la sua campagna intorno. Giulio Mondini La popolazione urbana ha superato quella rurale: siamo di fronte all Antropocene. L Uomo ha trasformato l 80% dello spazio della Terra. Sessanta milioni di persone sono in procinto di trasferirsi dal Sud del mondo verso l Europa. L accoglienza e una politica per fermare l esodoèuno degli snodi che decideranno il nostro futuro. Cibo, acqua ed energia sono altri elementi chiave della sfida cui dovremo rispondere. I territori possono rispondere a queste sfide aumentando l attrattività: offerta di buoni servizi, scuole, eventi culturali diffusi (non solo mega-eventi), buon livello di reddito e qualità della vita. Il trasferimento tecnologico è un altro punto chiave. Dobbiamo poi cambiare paradigmi: ad esempio non lascito culturale alle generazioni future, ma prestito da parte loro, cui dobbiamo aggiungere qualcosa. Dobbiamo poi porre l Uomo e non l economia al centro. La politica deve governare la contaminazione culturale. Alfredo Mela Uno dei megatrend da considerare è la post-carbon society. La fase di dipendenza dagli idrocarburi dovrà esaurirsi. Quindi nuove fonti ma anche mobilità diversa, alimentazione diversa (meno carne), più democrazia partecipativa (oppure una crisi della democrazia). Si imporranno stili di vita ibridi. La popolazione urbana aumenta ma la città è sempre meno urbana nel senso tradizionale del termine. Anche le famiglie sono meno tradizionali. Ci sarà quindi più diversità. Non solo siamo sempre più numerosi, ma ci muoviamo sempre di più. Probabilmente aumenteràancora ma soprattutto ci sarà una mobilità più caotica e su percorsi imprevedibili (almeno rispetto all epoca fordista). Una nuova diseguaglianza sarà tra popolazioni ad alta e a bassa mobilità; queste ultime, del resto, potranno essere tali per necessità o anche per la scelta di uno stile di vita slow'.
3 Francesco Quatraro Il trend delle diseguaglianze è in crescita. Questo ha conseguenze ambivalenti. L accumulazione di capitale umano può aiutare a uscire da questa trappola ma è anche indebolita proprio dalla trasmissione ereditaria delle diseguaglianze. Analogamente le tecnologie possono aiutare ma anche creare nuovi divide. Purtroppo tutti i dati indicano che la polarizzazione cresce. Maurizio Repetto Le scelte energetiche ruoteranno nel futuro attorno a tre concetti: economia, sicurezza, ambiente. Non ci sono attese per innovazioni tecnologiche rivoluzionarie nel futuro immediato. Le opportunitàsono sulle reti: le smart grid. Non solo elettriche, ma coinvolgendo il teleriscaldamento, le reti del gas. Avremo più produttori di energia (anche piccoli) e servirà una governance opportuna: non serve il grande campo fotovoltaico isolato che butta in rete, serve magari vicino a un condominio o un impresa che lo usa). Crescerà il peso dell auto elettrica. Forse con fasi transitorie (auto ibrida, biocombustibili), ma l elettrificazione dovrà avere un ruolo più importante rispetto ad ora e contribuiròalladecarbonizzazionedei trasporti. Serve comunque un maggiore coinvolgimento del credito. Per un po sarà così, poi arriveranno i ritorni anche economici. Grazia Brunetta Il 65% della popolazione si concentrerà in 30 mega-città che consumeranno il 75% delle risorse globali. In alternativa a questo scenario che prefigura un modello urbano-centrico, con livelli elevati di degrado ambientale, fisico, sociale, propongo una visione al 2050 che prefigura un assetto territoriale policentrico composto da reti di sistemi insediativi dotati di capacità e autonomia di sviluppo ma reciprocamente complementari e interconnessi. Questo scenario muove dalla considerazione di alcuni fenomeni insediativi emergenti in Piemonte. In Piemonte il raggiungimento di un assetto territoriale policentrico puòdiventare un obiettivo centrale delle politiche di governo del territorio. Policentrismo non significa semplice decentramento di funzioni, ma questo vorrebbe dire promuovere complementarità e coesione tra sistemi insediativi regionali, valorizzando l autonomia dei territori nello sviluppo dei propri servizi. Questo scenario considera il mutamento nelle preferenze insediative e negli stili di vita e rimette al centro le politiche dei trasporti per la pianificazione dei territori. Dai processi in atto tre temi di lavoro: Resilienza,ossia capacitàdi adattamento e di evoluzione del sistema verso un nuovo paradigma di sviluppo. Questo significa riorganizzare i sistemi territoriali a partire dalle loro vocazioni, investendo su nuove modalità di spostamento a basso impatto ambientale. Mobilità intelligente. Significa connettere i territori e creare hub tra diverse reti (incluse piste ciclabili e/o pedonali). Anche la logistica deve essere progettata guardando a vocazioni e risorse dei territori. Innovazione istituzionale. Dobbiamo cambiare i paradigmi di governo del territorio. Le politiche devono integrarsi anche nella quotidianità delle pratiche: trasporti e territorio insieme.
4 Marcello Tadini Il Piemonte orientale travalica i confini regionali. Alla scala macroregionale e internazionale, emerge la rilevanza dei flussi merci, dove la situazione appare adeguata alle sfide. Sul versante mobilità delle persone gli scenari non sono ottimistici: diminuzione dell offerta, ma se viene meno il ferro si torna all uso del mezzo privato. Eugenio Morello Alcuni megatrend: urbanizzazione, nuovi modelli di business, Bricks&clicks, società Social, Smart is the new green, connettività, robotics technology, attenzione alla salute. Le sfide si concentrano attorno a tre punti: reti e selezione di nodi in relazione all incremento della velocità di trasporto, comunicazioni (con o senza spostamento), graduale indipendenza dal petrolio. La mobilità del futuro sarà integrata (anche per le merci), sempre più monitorabile ed assistita. Sono anche prevedibili: ibridizzazione dei motori, inter-comunicazione, sviluppo dei big data e remote diagnostics, uso dei social media. Il treno potrà giocare un ruolo importante purché ci sia una buona organizzazione di rete. Rino Canavese Alcuni dati di fatto che aiutano a immaginare il futuro dei trasporti. Il Piemonte è una regione con alto numero di assi di penetrazione. Una quantità enorme di merci sta arrivando via mare e questo sta rivoluzionando lo scenario. Una tendenza di sicuro in atto: meno import e più export (era 70/30, ora si sta bilanciando, il che significa meno vuoti che viaggiano, quindi più efficienza). Tendenze possibile: servire il mercato europeo passando dal Piemonte implica inoltre meno carico ambientale, quindi potrebbe ricevere spinte per motivi verdi. Inoltre, nel 2008 il 60% dei treni a Novara portavano container; oggi semirimorchi: difficile immaginare le conseguenze oggi, ma il cambiamento in passato èstato piùveloce del previsto. Cristina Pronello Un punto cruciale è conoscere i dati di mobilità degli utenti (big data). Si prospettano due possibili scenari: positivo e negativo. Nello scenario virtuoso si assiste ad un aumento della trasparenza. Nello scenario negativo i big player conoscono i dati e li usano a vantaggio di imprese private (violazione della privacy). Accessibilità e connettività: non solo a servizi di base, ma anche a beni collettivi (es. andare in un parco). Connettività significa percorsi più diretti, non necessariamente veloci, quindi una mobilità magari più lenta ma più efficace, senza colli di bottiglia che poi rendono meno efficiente il sistema. Nello scenario negativo c è invece competizione fra i modi mentre in quello positivo si assiste ad una integrazione tra i modi. Infine, mobilità come servizio, che può essere bene comune nello scenario virtuoso (es. il cittadino che condivide la sua auto, approccio bottom-up) o, nel caso opposto (approccio top-down), prevedere servizi forniti da imprese che gestiscono la mobilità in competizione fra loro.
5 Maurizio Maggi La società futura che emerge dalle vostre riflessioni sembra priva di un unico centro di gravità, come in passato. Il progresso non si muoverà attorno a uno o pochi fenomeni di cambiamento, ma molti e sarà cruciale armonizzarli. La società futura (e le politiche pubbliche) dovranno prepararsi a gestire il conflitto nuovo/nuovo, più che quello tradizionale vecchio/nuovo. Forse anche le politiche pubbliche dovranno diventare resilienti, anche con interventi puntali e veloci, purchéfra loro coordinati e coerenti. Luigi Robino Il prossimo passaggio sarà ascoltare le indicazioni di chi era in sala. Ne faremo una sintesi e la restituiremo ai partecipanti. Allargheremo anche la platea ad altri attori ad esempio l Autorità di regolazione dei trasporti e altri operatori ferroviari e automobilistici.
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