Facoltà di Architettura LABORATORIO DI PROGETTAZIONE URBANISTICA

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2 I Programmi complessi Si innestano in una duplice riflessione: 1. scarsità delle risorse pubbliche per la gestione delle trasformazioni urbane; 2. limiti della operatività del Piano Regolatore Generale. Il problema della trasformazione urbana ha costituito la cornice di riferimento attorno alla quale, a partire dagli anni 90, si è aperta la riflessione e, conseguentemente, si sono proposte soluzioni tecnico-legislative al problema dell efficacia del Piano. Si tratta di strumenti di trasformazione urbana, assimilabili come contenuto urbanistico al piano particolareggiato. Sono nati in deroga ai Piani Regolatori, ma ora vengono utilizzati come un importante strumento del piano riformato, in particolare per la parte operativa.

3 I Programmi complessi Lo sfondo è, quindi, costituito, dalle mutate condizioni economiche ed urbane del Paese a partire dagli anni 90: completamento del ciclo di espansione urbana; emergere di nuove domande di mercato; deindustrializzazione e passaggio graduale (a cominciare dagli anni 70-80) ad un organizzazione urbana di tipo post-fordista.

4 I Programmi complessi I Programmi complessi sono una famiglia di pratiche operative che agiscono su 3 problematiche comuni: 1. la complessità della trasformazione urbana (delle funzioni, delle competenze, del processo, degli interessi in gioco, della gestione). Superamento, quindi, della monofunzionalità, tipo Piani di Recupero L.457/78; 2. la necessità dell integrazione (tra attori pubblici e attori privati, tra fini e mezzi, tra le diverse politiche di settore, interessi di parte, ecc.); 3. il carattere strategico : limitato numero di obiettivi considerati prioritari, realistici in quanto condivisi dalle forze produttive e sociali, raggiungibili in un periodo temporale ben determinato e correlati con le necessarie condizioni di fattibilità amministrativa, finanziaria e tecnica.

5 I Programmi complessi Programmi Integrati d Intervento (PII) sono definiti dall art.16 della L. 179/92 e ulteriormente regolati da alcune leggi regionali. Sono caratterizzati dalla compresenza di pluralità di funzioni, diverse tipologie e modalità di intervento. Gli interventi attuati con i PII prevedono la realizzazione anche delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria e le infrastrutture, e sono rivolti ad ambiti di edilizia preesistente ai fini della riqualificazione urbanistica edilizia e ambientale di aree urbane centrali e di periferie degradate. Programmi di Recupero Urbano (PRU) nascono nell ambito della L. 493/1993 (art. 11) e riguardano operazioni di riqualificazione edilizia e urbanistica degli insediamenti di edilizia residenziale pubblica attraverso una integrazione obbligatoria tra risorse pubbliche e private.

6 I Programmi complessi Programmi di Riqualificazione Urbana (PRiU) sono normati dalla L. 179/92 (art. 2) e prevedono interventi che possono riguardare una vasta gamma di tipologie a scala edilizia e urbana, dal recupero dei centri storici alla riqualificazione di aree e ambiti dismessi, nonché di periferie o di quartieri di edilizia pubblica. Programmi di Riqualificazione Urbana e di Sviluppo Sostenibile del Territorio (PRUSST) (Decreto Ministero dei Lavori Pubblici 1169/98). Agiscono a scala territoriale e riguardano progetti urbanistici di portata più ampia. Le finalità vanno dall adeguamento delle grandi reti infrastrutturali, alla protezione dell ambiente e dei siti di interesse storico-culturale, allo sviluppo dell occupazione. Contratti di Quartiere (C. d. Q.) (D.M. 22 ottobre 1997). Sono caratterizzati da spiccate finalità sociali, sia nella scelta degli ambiti di intervento (periferie degradate, contesti di scarsa coesioni sociale, aree con marcato disagio abitativo), sia per quanto riguarda i soggetti che possono formulare proposte al comune (IACP, associazioni, organizzazioni di volontariato), sia in merito alle tipologie di opere proposte (qualità abitativa, spazi pubblici), sia per quanto riguarda l attenzione agli aspetti immateriali, come l incremento dell occupazione e la riduzione del disagio sociale.

7 TORINO: i Programmi integrati nel PRG Tra il 1995 e il 2001, a Torino vengono approvati 11 Programmi di riqualificazione urbana (PRIU), 6 Programmi integrati (PRIN), 3 Programmi di recupero urbano (PRU), 8 Piani particolareggiati (PP), oltre a un programma specifico per il Castello di Lucento. A questi si aggiungono gli strumenti ordinari, previsti dallo stesso PRG (16 Piani esecutivi convenzionati, 20 Concessioni convenzionate) e 16 Studi unitari d Ambito, per consentire la realizzazione di interventi che interessano specifici ambiti del PRG. Rispetto ai ettari complessivi di trasformazione individuati dal PRG, risultano oggetto di piani o programmi attuativi approvati circa 380 ettari, pari al 28%. Alcuni di questi, in particolare i PP di iniziativa pubblica, derivano da programmi elaborati prima del PRG, tra la fine degli anni 80 e i primi anni 90 (come varianti al vecchio PRG o anticipazioni del nuovo): è il caso, ad esempio, dei Piani particolareggiati per il Lingotto e per l area della ex-venchi Unica.

8 Struttura del processo di pianificazione Le principali trasformazioni in corso a Torino sono riconducibili a tre tipi di strumenti di governo del territorio: 1. PRG, che definisce i criteri e le regole per le principali aree industriali dismesse (circa mq); 2. Il Piano Strategico del 2000, adottato con l obiettivo esplicito di creare contatti e sinergie tra istituzioni, pubblica amministrazione, imprenditoria locale e cittadini; 3. I programmi complessi come strumenti di attuazione del piano, in particolare i Programmi di Riqualificazione Urbana.

9 PRiU Spina 3

10 L area negli anni 30

11 Diritti edificatori Proprietà partecipanti al PRU CimiMontubi Città di Torino Sviluppo Dora Ingest Paracchi Savigliano Totale Superficie Territoriale (mq) PRU Spina 3 Il Pru è stato finanziato con circa 25 milioni di euro di contributi pubblici per le bonifiche, le demolizioni e atre opere di urbanizzazione. La sua approvazione (in variante al Prg) è avvenuta nel maggio del Il costo complessivo del Programma è stimato in 120 milioni di euro, di cui 25 da coprire con i fondi del Ministero dei Lavori Pubblici, 30 a carico delle risorse comunali, 65 a carico dei soggetti attuatori.

12 Piano Regolatore di Torino Studio Gregotti (Augusto Cagnardi, Vittorio Gregotti, Pierluigi Cerri), approvazione 1995 Stralcio Ambito 4.13

13 L AREA DI INTERVENTO E IL PROGETTO

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