GIANNI MINASSO e Progetto Integrazione Scuola dell Obbligo (a cura di)

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1 In questo volume sedici associazioni onlus, coordinate dalla Divisione Servizi Educativi della Città di Torino, provano a descrivere come si possano realizzare con profitto articolati programmi di sensibilizzazione alla disabilità destinati agli alunni della scuola dell obbligo. Parlare di gravi patologie e dei problemi legati all handicap ad un pubblico così particolare, non appare come un compito semplice. Tuttavia la passione di chi persegue un ideale, di chi lotta quotidianamente contro una malattia, di chi ha deciso di impegnarsi nel volontariato, ci dà la misura di come non sia una chimera svolgere egregiamente quest impegno così delicato. Una Missione possibile, appunto. Sensibilizzare i giovani alla disabilità, e più in generale alla diversità, non è soltanto un dovere civico di noi tutti, ma un prezioso investimento per la qualità della società futura, di quello stesso ambiente nel quale vivranno e agiranno i nostri figli. MISSIONE POSSIBILE! GIANNI MINASSO e Progetto Integrazione Scuola dell Obbligo GIANNI MINASSO e Progetto Integrazione Scuola dell Obbligo (a cura di) LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO TORINESI E LA SENSIBILIZZAZIONE ALLA DISABILITA NELLE SCUOLE

2 GIANNI MINASSO e Progetto Integrazione Scuola dell Obbligo (a cura di) MISSIONE POSSIBILE! LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO TORINESI E LA SENSIBILIZZAZIONE ALLA DISABILITA NELLE SCUOLE

3 A chi ci legge, alla sua volontà di provarci e a tutti gli allievi che hanno ispirato questo libro Questa pubblicazione è il risultato di un lavoro di rete realizzato attraverso la collaborazione di molte persone: referenti della Divisione Servizi Educativi del Comune di Torino, responsabili delle associazioni di categoria, volontari del Servizio Civile Nazionale e delle varie associazioni, esperti eccetera. Non è stato facile ritagliare del tempo per incontrarci e riuscire a portare avanti quest idea, oltretutto per lasciare una traccia del lavoro che in questi anni si è svolto nelle scuole, forse in sordina, forse con meno clamore di altri progetti, ma che valeva la pena di documentare per non dimenticarlo, perché le meravigliose esperienze che si sono potute fare attraverso l attività di sensibilizzazione nelle scuole diventassero anche uno spunto per iniziare o continuare su questa falsariga. Siamo molto orgogliosi di aver lavorato insieme, condividendo le linee e i princìpi su cui si poggia l integrazione scolastica delle persone disabili nel nostro paese, e trovandoci d accordo sui fini e sugli obiettivi di questa pubblicazione. Per questi motivi desideriamo citare proprio tutti quelli che, a vario titolo, hanno contribuito poco o tanto, relativamente alle loro competenze e al tempo disponibile, a realizzare questo volume. Al primo posto si trovano, ovviamente, le sedici associazioni qui presenti, poi Nadia Battistoni dell ufficio Progetto Integrazione Scuola (Settore Integrazione Educativa, Divisione Servizi Educativi) del Comune di Torino, senza la volontà della quale nulla si sarebbe potuto fare. Un contributo decisivo è stato fornito dalle seguenti persone dell ufficio Progetto Integrazione Scuola dell Obbligo (sempre della Divisione Servizi Educativi del Comune di Torino) che hanno raccolto le esperienze di questi anni di attività svolte nelle scuole dalle associazioni e hanno provveduto alla stesura dei testi insieme alle colleghe del Centro di Documentazione Non Vedenti, del Centro di Documentazione Audiolesi e la responsabile del CESM: Evelina Amico, Rosi Barletta, Giancarla Combetto, Pierangela Quaglia Luciana Rinaudo, Adriana Rosso, Bina Scuzzarello. Siamo grati al professor Luciano Rosso che ci ha messo a disposizione le sue conoscenze e la sua consulenza in merito agli ausili prodotti dalle nuove tecnologie. Sono molti i volontari del Servizio Civile Nazionale che, nel corso dell anno scolastico , riguardo ai progetti A scuola con un amico e Mi aiuti, hanno lavorato sulle schede inerenti le varie patologie. Eccoli tutti quanti: Marzia Armarolli, Martina Baracco, Chiara Beltramo, Simona Borla, Alessandra Camarda, Chiara Cammarata, Alessia Crema, Pamela Crepaldi, Alessandra Folino, Silvia Iorio, Cristina Lovisolo, Sara Maccagno, Daniela Mancini, Renata Manocchio, Elena Negri, Loredana Quintieri, Simone Quondamatteo, Viviana Raimondi, Marcella Rombolà, Francesca Squillari, Barbara Tangerini e Valeria Ventura. Ricordiamo molto volentieri gli esperti che collaborano con le associazioni nei progetti di sensibilizzazione. Fra di essi, in particolar modo, Erika Belcastro, Cristina Bolla, Maria Carla Galli, Simona Guida, Silvia Lova, Francesca Rabaioli e Vittorio Venuti. Infine, last but not least, desideriamo sottolineare il lavoro di Antonella Benedicenti e Gianni Minasso che, con le loro abilità tecniche, la loro esperienza e la loro pazienza, si sono prestati a rielaborare tutti i testi e le immagini pervenute dalle varie associazioni, dando struttura e coerenza a tutta la pubblicazione. Carla Bonino (dirigente Settore Integrazione Educativa) Alcune immagini riprodotte nelle seguenti pagine sono copyright dei rispettivi legittimi proprietari. Siamo a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali involontarie omissioni o inesattezze riguardanti le citazioni delle fonti e delle illustrazioni. Per quanto concerne i disegni e i testi degli alunni verrà sempre indicata fra parentesi l età dell autore.

4 Indice PREFAZIONE... pag. 4 INTRODUZIONE... pag LE ASSOCIAZIONI E I PROGETTI... pag. 13 AIAS (Associazione Italiana Assistenza Spastici Torino)... pag. 14 AIRDOWN (Associazione per l Autonomia, l Integrazione e la Riabilitazione delle Persone Down)... pag. 15 AISW (Associazione Italiana Sindrome di Williams)... pag. 19 AMICA (Azioni Mirate Integrate Concrete per l Autismo)... pag. 20 ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Disabili Intellettivi e Relazionali)... pag. 22 ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici)... pag. 24 ANPVI (Associazione Nazionale Privi della Vista ed Ipovedenti)... pag. 26 APIC (Associazione Portatori Impianto Cocleare)... pag. 29 APICE (Associazione Piemontese Contro l Epilessia)... pag. 30 APRI (Associazione Piemontese Retinopatici ed Ipovedenti)... pag. 31 CEPIM (Centro Persone Down)... pag. 33 CIS (Comitato per l Integrazione Scolastica)... pag. 35 CPD (Consulta per le Persone in Difficoltà)... pag. 37 DIAPSI (Difesa Ammalati Psichici)... pag. 39 IRIFOR (Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione)... pag. 41 UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare)... pag IN CLASSE: ATTIVITA E MATERIALI... pag. 49 Parliamo di autismo... pag. 50 Il millepiedi Camillo... pag. 53 Colla: un incontro straordinario... pag. 57 Distrofik contro il Perfido Scalino... pag. 58 Elementi di riflessione sulla disabilità visiva... pag. 60 Una famiglia come tante... pag. 62 La gabbianella e il gatto... pag. 63 Il metodo Malossi... pag. 64 Mister Magoo... pag. 65 Viaggio nel regno di Re pag. 67 Usiamo i nostri sensi (1)... pag. 69 Usiamo i nostri sensi (2)... pag. 73 Solidarietà e collaborazione... pag. 76 Sonia e il mondo che non c è, ma c è... pag. 77 Percorso allo specchio... pag. 80 3

5 3. LA VOCE DEGLI ALLIEVI... pag ALTRE INDICAZIONI E OPPORTUNITA... pag. 91 I metodi didattici e la sensibilizzazione alla disabilità nelle scuole elementari... pag. 92 Dalla A alla Z: parole per l integrazione... pag. 99 Gli ausili informatici e le nuove tecnologie... pag. 102 Il magazzino degli ausili... pag PICCOLO GLOSSARIO DELLE PATOLOGIE CRONICHE INVALIDANTI PIU DIFFUSE... pag. 109 Le cecità e le ipovisioni... pag. 110 I disturbi specifici di apprendimento (DSA o dislessia)... pag. 113 I disturbi pervasivi dello sviluppo e l autismo... pag. 117 L epilessia... pag. 122 L handicap motorio... pag. 124 Il ritardo mentale... pag. 126 La sindrome di Down... pag. 128 La sindrome di Williams... pag. 131 La sindrome della X fragile (sindrome di Martin-Bell)... pag. 134 La sordità... pag. 136 La spina bifida... pag. 139 La tetraplegia spastica... pag. 141 PICCOLA BIBLIOGRAFIA... pag. 143 RINGRAZIAMENTI E CITAZIONI... pag

6 Prefazione Nessun uomo è un isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto. Se anche solo una zolla venisse lavata via dal mare, l Europa ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un promontorio, come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi, o la tua stessa casa. ( Nessun uomo è un isola di John Donne) E risaputo che l handicap è il risultato di un incrocio tra deficit dell individuo e situazione circostante. Mentre il deficit molto difficilmente può modificarsi in senso positivo, lo svantaggio ad esso connesso può essere ridotto o anche, purtroppo, accresciuto quando le condizioni ambientali non sono positive. Dalle scienze e dalle norme ci vengono oggi indicazioni abbastanza chiare su quali sono gli interventi educativi, riabilitativi e gli ausili che possono favorire una riduzione dell handicap e un miglioramento della situazione delle persone che hanno una disabilità, ma molto può anche il più generale ambiente sociale, se è consapevole ed attento alla situazione dei soggetti in difficoltà. Noi ci siamo mossi sull idea che l azione di sensibilizzazione nei confronti dei compagni di classe, delle loro famiglie e di tutti coloro che operano all interno della scuola, sia estremamente utile. Talvolta un compagno disponibile o una classe che agisce in modo cooperativo sono un aiuto importante quanto, se non più, quelle delle ore di sostegno. Né si deve pensare che si tratti di un aiuto a senso unico. Esso non riguarda solo il soggetto disabile, ma anche tutti gli altri bambini e ragazzi che nel rapporto con il compagno disabile possono sviluppare competenze prosociali ed empatiche che, nella società attuale, sono quanto mai necessarie. Non è un discorso di buon cuore, di buoni sentimenti. Non si tratta di stimolare la pietà dei compagni o degli operatori. Si tratta di sviluppare la consapevolezza dei diritti di tutte le persone, di favorire la conoscenza della disabilità, di permettere ai compagni, ai docenti e alle famiglie di esprimere anche i loro timori, le loro insicurezze, le loro ignoranze e di dare gli strumenti per superarle. Gli alunni con disabilità hanno al tempo stesso bisogni uguali e differenti rispetto ai 5

7 loro coetanei: sono bambini con i compiti di sviluppo, i timori e i desideri di tutti i bambini, ma sono anche alle prese con urgenze e sfide specifiche legate alla loro condizione. E importante che anche gli altri bambini e ragazzi, i loro genitori e tutti gli insegnanti (non solo quelli di sostegno) prendano coscienza di queste sfide e sviluppino l idea che ciascuno di loro può essere una risorsa importante per progredire nella riduzione dell handicap. Questo è l obiettivo che, insieme alle tante associazioni che hanno collaborato con l ufficio Integrazione Scuola dell Obbligo, ci ha spinti a portare avanti le iniziative di sensibilizzazione e a redigere questa sintesi del lavoro svolto in questi ultimi anni. Luigi Saragnese (assessore alle Risorse Educative) 6

8 Introduzione L integrazione scolastica degli alunni disabili è sempre stata, anche per la nostra città, una priorità nella quale impegnare risorse umane ed economiche, con attenzione particolare alla qualità oltre che alla quantità. Siamo però convinti che l integrazione scolastica non sia che un passaggio, certo indispensabile, per un altro obiettivo: quello di una piena integrazione sociale in tutto l arco della vita, oltre l età scolare. Pur vivendo una realtà in cui da anni tutti gli alunni con disabilità anche gravi sono inseriti nelle classi, sappiamo che nei programmi scolastici non è previsto uno spazio per gli approfondimenti o le lezioni specifiche su questo argomento. L esperienza ci ha però suggerito che la pratica dell integrazione può diventare molto più educativa se è affiancata da una miglior informazione, conoscenza e dunque sensibilizzazione sulla disabilità. Per questo motivo, consapevoli che il tema dell integrazione non può essere un compito delegato ai singoli operatori, tecnici e addetti ai lavori, la Divisione Servizi Educativi del Comune di Torino ha dato vita nell anno scolastico ad un Progetto di collaborazione con le associazioni-famiglie (onlus) e le associazioni di categoria operanti nel campo della disabilità, al fine di svolgere attività di sensibilizzazione ai problemi specifici delle varie patologie nelle classi delle scuole elementari e medie. Insieme abbiamo operato basandoci sul presupposto che sia fondamentale preparare gli alunni in modo da renderli competenti e capaci di relazionarsi in tutta spontaneità con i loro compagni disabili, in un ottica di scoperta e arricchimento reciproco, senza l interferenza distruttiva di fantasie abnormi e inadeguate, generate dalla non conoscenza delle situazioni altre dalla mia, anche al fine di mettere in atto strategie di aiuto e solidarietà efficaci nei loro confronti. Sostituire al pensiero magico dei bambini (i quali, spesso, non conoscendo un handicap pensano che questo sia contagioso o il loro compagno sia disabile per punizione del cielo o perchè cattivo e disobbediente nei confronti dei genitori) informazioni e conoscenze corrette, sgombra l incontro emotivo e lo scambio affettivo da elementi che ne inquinerebbero la bellezza e la godibilità. I bambini e i ragazzi di oggi sono i cittadini di domani e riuscendo a far leva sulle loro capacità, preparandoli e coinvolgendoli, si dimostreranno cittadini sensibili, attenti e partecipi alla buona riuscita del processo di integrazione di tutti coloro che si trovano in condizione di handicap. D altro canto le associazioni-famiglie e le associazioni di categoria si sono sempre dimostrate propositive e innovative nel campo dell aggiornamento e nella collaborazione sui temi educativi, e perciò risultano essere una grossa risorsa di esperienze e idee. Inoltre le associazioni stesse hanno da sempre richiesto uno spazio di ascolto all interno dei servizi in quanto rivendicano, giustamente in molti casi, competenze e vissuti che nessun esperto o tecnico può vantare. Proprio a seguito di queste considerazioni si è pensato quindi di avviare il Progetto di sensibilizzazione alla disabilità nelle scuole. Ogni associazione ha presentato un per- 7

9 corso da sviluppare con gli insegnanti e con le classi, articolato in modo diverso per numero di incontri, materiali utilizzati e modalità originali di approccio alle tematiche previste, impostando il lavoro su una metodologia di tipo teorico-pratico con esemplificazioni attraverso materiali illustrativi, video e giochi di ruolo. Nell anno scolastico hanno partecipato all iniziativa 5 associazioni con il coinvolgimento di 10 scuole dell obbligo (11 classi), nell anno scolastico hanno partecipato 7 associazioni con attività su 17 scuole (31 classi), nell anno scolastico i percorsi sono stati attivati in 13 scuole (19 classi), nell anno sono stati avviati 6 percorsi di sensibilizzazione su 15 scuole (29 classi) e per finire nell anno scolastico abbiamo collaborato con 9 associazioni in 8 percorsi di sensibilizzazione su 23 scuole (41 classi). Sulla base delle richieste pervenuteci da parte di tutte queste scuole, e incoraggiati da questi numeri, abbiamo pensato che parlare di questi temi potesse trovare sempre maggior interesse. Ed ecco il perché di questa pubblicazione che, partendo dalle esperienze fatte nelle classi, nasce con l intento di dare spunti e suggerimenti per poter affrontare il tema della disabilità e delle diverse abilità. Proprio su questa sottile, ma quanto mai importante, differenza si fonda tutto il lavoro dell integrazione scolastica e sociale delle persone disabili. Il punto non è tanto il soffermarsi sulla disabilità, bensì, partendo dalla conoscenza di questa, saper mettere in luce le diverse abilità e gli aspetti positivi che ne possono emergere. Sicuramente molti hanno già affrontato questi temi in classe o in famiglia, ma altri forse non ne hanno ancora trovato il tempo. Magari altri ancora hanno provato il desiderio di farlo, ma più prudenti e timorosi nel dover parlare di certi argomenti, possono aver avuto dei dubbi su come farlo, con quali argomenti, con quali materiali, con che modalità. Ebbene questo libro vuole rivolgersi proprio a tutte queste persone. Si può parlare di handicap in modo serio e chiaro, ma anche giocando e sorridendo insieme, in maniera tale da non creare nei più giovani un eccessivo senso di ansia e gravità verso l argomento, sentimenti questi che non contribuiscono di certo a favorire una buona integrazione. Il lavoro svolto in questi anni nelle classi, in collaborazione con le varie associazioni, ci ha insegnato che abbiamo tanto da imparare su come la conoscenza, accompagnata dalla competenza, permetta di affrontare qualsiasi argomento con un meraviglioso senso di leggerezza che non equivale assolutamente alla superficialità. Così, già dalle prime classi delle elementari fino alle medie, abbiamo visto i bambini appassionarsi a questi temi e saperli affrontare meglio di noi adulti. Infatti in loro non si è ancora radicato il pregiudizio, la curiosità inutile e fine a se stessa, ma vi è solo sete di conoscenza e volontà di affrontare i problemi in modo diretto e corretto, per essere in grado di accompagnare al meglio il cammino dei loro compagni e di tutte le persone in difficoltà. Una volta di più, questo fatto ci ha dimostrato come i bambini siano particolarmente sensibili e interessati a capire il mondo della diversità, pronti ad essere attivi nei riguardi della vera integrazione, a patto ovviamente che si pongano loro gli argomenti in modo giusto, proponendoli come valori alternativi e forti, come opzioni a mode superficiali e consumistiche imperanti nel nostro quotidiano; rimettendo l individuo nella sua particolarità più vera al centro dei processi di relazione e costruzione della maturità di 8

10 ciascuno, allontanandosi da rapporti costituiti da convenienze e interessi personali. I nostri bambini ci guardano e sono disposti ad accogliere con entusiasmo ogni segno positivo indirizzato a loro, sanno valutare con quale coerenza gli adulti siano in grado di tener fede ai valori e alle norme che sostengono. Per questo non possiamo mancare nel proporci e nel metterci in discussione su temi così importanti. L idea di base è quella di determinare percorsi di conoscenza sui concetti della disabilità e della diversità, al fine di sensibilizzare sui bisogni specifici dei compagni diversamente abili e sull attenzione che ognuno di noi può destinare a questi argomenti. Partendo da questi assunti è nato un materiale, una specie di sussidiario, che si rivelerà utile per tutti coloro che in famiglia, nel lavoro e nel volontariato, si trovano a contatto con i minori e vogliono fare qualcosa di importante in ambito educativo, impegnandosi allo scopo di veder crescere le nuove generazioni con in sé il seme di una grande attenzione e di un profondo rispetto verso tutte le diversità. Nadia Battistoni (Città di Torino, Divisione Servizi Educativi, Progetto Integrazione Scuola dell Obbligo) 9

11 DUE NOTE A MARGINE Non è forse questa la sede più adatta per ribadire la preziosa azione del legislatore in merito alla dignità e ai diritti della persona disabile. Tuttavia giova ricordare che esistono precise normative nazionali e internazionali che sanciscono l assoluta uguaglianza degli individui aldilà della loro classificazione diagnostica. Riportiamo qualche esempio: La Legge quadro 104/92 (art. 12, comma 5) afferma che le capacità possedute dalla persona handicappata devono essere sostenute, sollecitate, progressivamente rafforzate e sviluppate nel rispetto delle sue scelte culturali. L Organizzazione Mondiale della Sanità, accanto all International Classification of Diseases (ICD), promuove l International Classification of Functioning (ICF), in cui vengono messe in risalto le potenzialità dei disabili, valorizzandone le diverse abilità e rimuovendo gli ostacoli che le situazioni sociali e ambientali frappongono alla più ampia espressione delle loro capacità. La Convenzione internazionale sui diritti delle persone con disabilità, adottata dall Assemblea generale dell ONU il 13 dicembre 2006, sottolinea nel primo articolo che il suo scopo è promuovere, proteggere e assicurare il pieno e uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità e promuovere il rispetto per la loro inerente dignità. Ancora una cosa. Offre alle motivazioni indicate fin qui, e dalle quali è nata questa pubblicazione, in tutti coloro che hanno partecipato a questo lavoro c è un altra speranza, la speranza che prendendo conoscenza di come può essere interessante e ricco di stimoli il mondo della disabilità, nasca in qualcuno la voglia di avvicinarsi a questi temi non solo per diffonderli, ma anche per avvicinarsi direttamente a questo mondo mettendosi in gioco nel campo del volontariato. Tutte le associazioni citate in questa dispensa sono associazioni di categoria ma anche di volontariato, cioè si reggono sull impegno delle persone che hanno scelto di dedicare una parte del loro tempo agli altri. Un degno modo di lasciare qualcosa di significativo nel nostro percorso di vita. Esistono tante forme di volontariato (quello associazionistico, quello civico, quello culturale eccetera) e tanti ambiti nei quali ognuno di noi può trovare un modo per esprimersi. Perché fare volontariato non è soltanto aiutare il prossimo, è anche una grande opportunità per poter esprimere le nostre capacità nascoste, per mettere in gioco delle idee, per cimentarsi in qualcosa che amiamo senza essere guidati da fini produttivi o economici, per il puro piacere di conseguire degli obiettivi per se stessi e per gli altri. Fare volontariato non vuol dire solo svolgere dei compiti che qualcuno ci ha assegnato, ma è anche una strada aperta che invita ad esprimere il meglio di noi. Questa pubblicazione è dedicata ai giovani allievi, agli uomini per eccellenza del domani, e quindi può anche essere pensata come uno strumento circolare: nasce da associazioni di volontariato, viene usata da volontari e diventa un mezzo per stimolare nei bambini e nei giovani la voglia di fare del volontariato. Un grande obiettivo da una piccola cosa, ma non è da un piccolo seme che nasce e cresce un rigoglioso albero? Chi vorrà dunque avvicinarsi al mondo del volontariato, potrà trovare in questo stesso volume gli indirizzi e i riferimenti relativi ai centri di servizio per il volontariato e alle varie associazioni. E possibile inoltre svolgere attività di volontariato nelle scuole con alunni disabili in collaborazione con l ufficio del Progetto Integrazione e Sviluppo - Divisione Servizi Educativi del Comune di Torino, sia come volontariato civico (rivolto a persone adulte di tutte le età), sia come volontariato civile nazionale (per ragazzi dai 18 ai 28 anni, nell ambito dei Progetti A scuola con un amico e Mi aiuti ). Per saperne di più rivolgersi al Progetto Integrazione Scuola dell Obbligo (tel ). 10

12 1. LE ASSOCIAZIONI E I PROGETTI I progetti che vengono illustrati in queste pagine sono solo dei piccoli esempi di quali percorsi si possano attivare per affrontare i temi della diversità in generale e delle varie disabilità in particolare. Questi progetti si riferiscono alle proposte presentate dalle varie associazioni a partire dall anno scolastico , su invito del nostro Settore, tra le attività del Crescere in Città. Molte di queste proposte hanno incontrato un grande interesse presso gli insegnanti e in questi anni sono state sviluppate nelle classi, altre sono rimaste idee non realizzate in quanto non ci sono state specifiche richieste, ma è comunque interessante notare com è vario il panorama dei percorsi possibili e come in tanti ci si possa attivare seguendo modalità e utilizzando materiali differenti per lavorare comunque su obiettivi comuni e importanti, come quello di favorire l integrazione scolastica.

13 AIAS (Associazione Italiana Assistenza Spastici Torino) rivolto a Classi della scuola elementare. TI PRESENTO IL MIO AMICO obiettivi Sensibilizzare i bambini ai problemi dei compagni con disabilità. metodologia Distribuzione di un apposito libricino illustrato, dal titolo Pensieri segreti, in cui vengono esposte le varie disabilità in maniera adatta ai bambini che, in alcune pagine bianche di esso, possono scrivere le loro impressioni. Il lavoro attraverso l uso di questo materiale verrà poi sviluppato dagli insegnanti che potranno così trovare la strategia più adatta per presentarlo ai bambini e individuarne l uso più appropriato. altre indicazioni Fatta salva la libertà metodologica scelta dagli insegnanti, le referenti dell Associazione possono (a richiesta) presenziare a qualche incontro nel lavoro con la classe. associazione AIAS (Associazione Italiana Assistenza Spastici Torino) via Valgioie, 10 - Torino tel sito: aias@etabeta.it abstract L AIAS ha da sempre perseguito l obiettivo di promuovere la cultura dell integrazione delle persone con handicap nella società tutta (sport, scuola, lavoro, tempo libero eccetera), con particolare attenzione ai problemi della disabilità motoria. 12

14 AIRDOWN (Associazione per l Autonomia, l Integrazione e la Riabilitazione delle Persone Down) 1. SINDROME DI DOWN: PER CRESCERE INSIEME rivolto a Classi della scuola elementare. Classi della scuola media inferiore. In particolare quelle classi nelle quali è inserito un alunno con sindrome di Down. obiettivi Promuovere la reale integrazione scolastica e sociale degli alunni con sindrome di Down. Valorizzare le differenze e le peculiarità dei singoli, sensibilizzando tutti gli alunni ad una partecipazione attiva nei processi di integrazione delle persone diversamente abili. metodologia Attività interattive e ludiche con esperienze di gruppo e/o individuali. Momenti di riflessione e confronto sulle preconoscenze e sulle esperienze vissute dagli allievi, anche in ambiti extrascolastici, relativamente alla realtà dell handicap. Momenti di discussione e analisi per rielaborare quanto vissuto durante le attività. Proiezione di filmati realizzati dall Associazione sulla sindrome di Down e lettura di testimonianze sul tema. contenuto degli incontri Siamo tutti diversi! Alla scoperta dell originalità di ciascuno : con una serie di attività ludiche si guidano gli studenti ad acquisire la consapevolezza dell unicità propria e degli altri e del valore di questa. Handicap: una difficoltà in più : attività interattive per comprendere e sperimentare le difficoltà della condizione del disabile. Un tipo particolare di handicap: la sindrome di Down : descrizione della sindrome e sensibilizzazione alle problematiche ad essa connesse attraverso proiezione di filmati, presentazione di testimonianze di persone con sindrome unite a momenti di dibattito e confronto tra e con gli studenti. Oltre l handicap : attività volte a stimolare la collaborazione tra gli studenti per l attuazione di strategie che favoriscano la reale integrazione del soggetto con sindrome di Down. Le modalità di realizzazione degli incontri verranno adattate all età degli alunni coinvolti. 13

15 calendario Un incontro formativo/informativo con i docenti per la presentazione del progetto, la definizione delle modalità organizzative relative allo sviluppo del progetto e la raccolta di informazioni sul gruppo classe. Tre incontri con la classe, a cadenza settimanale, di due ore ciascuno. Date e orari da concordare con gli insegnanti delle classi richiedenti. 2. SFONDIAMO IL MURO DEI PREGIUDIZI PER APRIRE LE PORTE ALLA DIVERSITA rivolto a Classi della scuola elementare. Classi della scuola media inferiore. In particolare quelle classi nelle quali è inserito un alunno diversamente abile. obiettivi Diffondere tra bambini e ragazzi, cittadini di domani, una cultura del rispetto della diversità basata sulla conoscenza di tale realtà e sul superamento degli stereotipi e dei pregiudizi ad essa relativi. Guidare gli alunni ad acquisire una criticità di giudizio che permetta loro di approcciarsi all altro in modo costruttivo e non condizionato da luoghi comuni. metodologia Visione e analisi di un film. Momenti di discussione e dibattito per rielaborare quanto vissuto e analizzato. Attività interattive e ludiche con esperienze di gruppo e/o individuali. Momenti di riflessione e confronto sulle preconoscenze e sulle esperienze vissute dagli allievi, anche in ambiti extrascolastici, relativamente alla realtà dell handicap. Presentazione di testimonianze di vario tipo, relative a persone diversamente abili. contenuto degli incontri Visione interattiva di un film, scelto in relazione all età degli alunni, che tratti la tematica della diversità e dei pregiudizi ad essa relativi. Attività volte ad estrapolare i concetti di pregiudizio e stereotipo e a stimolare la riflessione e il dibattito sulle problematiche sollevate dalla visione del film. Attività interattive mirate a ricondurre i concetti appresi al vissuto dei ragazzi e in particolare alla loro personale percezione della realtà dell handicap. I pregiudizi emersi nel terzo incontro verranno confrontati e sfatati attraverso la presentazione di testimonianze di persone diversamente abili. 14

16 Le modalità di realizzazione degli incontri verranno adattate all età degli alunni coinvolti. calendario Un incontro formativo/informativo con i docenti per la presentazione del progetto, la definizione delle modalità organizzative relative allo sviluppo del progetto e la raccolta di informazioni sul gruppo classe. Tre incontri con la classe, a cadenza settimanale, di due ore ciascuno. Date e orari da concordare con gli insegnanti delle classi richiedenti. 3. DIVERSAMENTE ABILI, UGUALMENTE PROTAGONISTI rivolto a Classi della scuola elementare. Classi della scuola media inferiore. In particolare quelle nelle classi quali è inserito un alunno diversamente abile. obiettivi Sensibilizzare bambini e ragazzi alla realtà e alle problematiche dell handicap. Promuovere la reale integrazione scolastica e sociale degli alunni diversamente abili. Valorizzare le differenze e le peculiarità dei singoli, sensibilizzando tutti gli alunni ad una partecipazione attiva nei processi di integrazione delle persone diversamente abili. metodologia Attività interattive e ludiche con esperienze di gruppo e/o individuali. Momenti di riflessione e confronto sulle preconoscenze e sulle esperienze vissute dagli allievi, anche in ambiti extrascolastici, relativamente alla realtà dell handicap. Momenti di discussione e analisi per rielaborare quanto vissuto durante le attività. Proiezione di filmati e lettura di testimonianze sul tema. contenuto degli incontri Siamo tutti diversi! Alla scoperta dell originalità di ciascuno : con una serie di attività ludiche si guidano gli studenti ad acquisire la consapevolezza dell unicità propria e degli altri e del valore di questa. Handicap: una difficoltà in più : attività interattive per comprendere e sperimentare le difficoltà della condizione del disabile; sensibilizzazione alle problematiche ad essa connesse attraverso proiezione di filmati, presentazione di testi- 15

17 monianze di persone diversamente abili con momenti di dibattito e confronto tra e con gli studenti. Oltre l handicap : attività volte a stimolare la collaborazione tra gli studenti per l attuazione di strategie che favoriscano la reale integrazione del soggetto diversamente abile. Le modalità di realizzazione degli incontri verranno adattate all età degli alunni coinvolti. calendario Un incontro formativo/informativo con i docenti per la presentazione del progetto, la definizione delle modalità organizzative relative allo sviluppo del progetto e la raccolta di informazioni sul gruppo classe. Tre incontri con la classe, a cadenza settimanale, di due ore ciascuno. Date e orari da concordare con gli insegnanti delle classi richiedenti. associazione AIRDOWN (Associazione per l Autonomia, l Integrazione e la Riabilitazione delle Persone Down) via Quintino Sella, 17 - Moncalieri (TO) tel sito: info@airdown.it abstract L Associazione AIRDOWN nasce come associazione di genitori, familiari, volontari e tecnici allo scopo di promuovere politiche e iniziative atte a favorire la maggior realizzazione personale, l autonomia e l inserimento sociale a tutti i livelli delle persone Down. Le azioni che l Associazione propone sono: Intervento precoce: per sfruttare al massimo la ricettività propria dell età infantile. Intervento globale: per agire attraverso progetti e interventi mirati alla globalità della persona e non a carattere settoriale. Famiglia come protagonista: per favorire il pieno coinvolgimento della famiglia nell intervento associativo e nella promozione di tutte le azioni volte alla sensibilizzazione della cittadinanza. 16

18 AISW (Associazione Italiana Sindrome di Williams) CONOSCIAMO LA SINDROME rivolto a Classi della scuola elementare, media e superiore. obiettivi Promuovere e divulgare le conoscenze sulla sindrome di Williams. metodologia Colloqui con bambini, ragazzi e insegnanti con utilizzo di video. contenuto degli incontri Presentazione della sindrome con proiezione di filmati. Colloqui, racconti di vita vissuta, domande e risposte. calendario Un incontro preliminare con gli insegnanti. Due incontri con le classi. altre indicazioni Uso di materiale informativo come libri, opuscoli e cassette. associazione AISW (Associazione Italiana Sindrome di Williams) Sig.ra Gloria Bertagnoli tel sito: rosanna.clemente@notaiomaroco.it abstract L Associazione, senza fini di lucro, si propone di realizzare la soluzione di problemi medici e sociali delle persone affette dalla sindrome di Williams e delle loro famiglie. 17

19 AMICA (Azioni Mirate Integrate Concrete per l Autismo) IMPARIAMO A CONOSCERCI rivolto a Gruppi classe delle scuole medie inferiori. obiettivi Sensibilizzare il gruppo classe sulle problematiche della sindrome autistica, al fine di poter avviare un percorso di integrazione della persona con autismo all interno della classe. Avviare laboratori interattivi, sia individualizzati che di gruppo, per una didattica di inclusione. metodologia Visione di filmati, brain storming e commento. Lavoro in gruppi, lettura e commento di brani. Esposizione teorica, testimonianze, role play, drammatizzazione. contenuto degli incontri Presentazione dell autismo visto dal di dentro. Lavori in piccoli gruppi con presentazione di video. Discussione sui comportamenti problematici, considerando anche esperienze vissute in altre classi della scuola media, e valutazione delle strategie per trovare possibili soluzioni. Costruire l autonomia: come favorire l autonomia sociale del compagno in difficoltà attraverso l aiuto del gruppo classe, al fine di avviare il processo di integrazione. Momento di confronto con docenti e gruppo classe. calendario Un incontro preliminare con gli insegnanti. Quattro incontri con le classi della durata di due ore. Date e orari da concordare con gli insegnanti delle classi richiedenti. sede attività Nelle sedi delle scuole richiedenti. 18

20 associazione AMICA (Azioni Mirate Integrate Concrete per l Autismo) strada San Mauro, 72 - Torino Sig. Aldo Vitetta: tel , Sig.ra Daniela Cardin: tel abstract L Associazione di volontariato AMICA è costituita da genitori di persone con disturbo autistico e sindromi correlate. Essa promuove e organizza, anche attraverso la presentazione di progetti, interventi concreti atti a favorire il miglioramento della qualità di vita di queste persone. L Associazione ha dato vita ad un Punto di Incontro presso una struttura del Comune di Torino, organizzato in modo da accogliere una decina di ragazzi affetti da autismo e sindromi correlate, in fascia d età adolescenziale. L iniziativa prevede lo svolgimento di attività extrascolastiche, di tipo educativo-sociale, atte a favorire le autonomie personali, comunicative e sociali al fine di facilitare l inserimento nelle varie realtà territoriali. 19

21 ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Disabili Intellettivi e Relazionali) rivolto a Classi della scuola elementare. Classi della scuola media. CONOSCIAMOCI obiettivi Sensibilizzare le fasce più giovani della società cittadina, al fine di garantire una maggiore integrazione dei disabili nella società del domani. Informare gli studenti sulla realtà dell handicap nella convinzione che conoscere aiuti a non aver paura della diversità. Formare gli studenti perché si avvicinino alle persone disabili con strumenti che riducano l handicap. Permettere agli studenti di applicare direttamente le strategie che hanno acquisito teoricamente. Lavorare praticamente sull integrazione permettendo agli studenti di incontrare persone disabili. metodologia Incontro preliminare di uno psicologo con gli studenti per introdurli al mondo della disabilità, lavorando sulla diversità come elemento di ricchezza. Incontro in aula, sotto la supervisione dello psicologo, tra gli studenti e alcuni disabili ed educatori di un CST (Centro Socio-Terapeutico) gestito dall Associazione. Visita della classe (divisa in due gruppi) al CST (sempre in presenza dello psicologo). Incontro di riflessione sull esperienza vissuta. Seconda visita della classe al CST e coinvolgimento di piccoli gruppi di studenti nelle attività del Centro. Incontro finale di verifica degli studenti con lo psicologo e con alcuni educatori. contenuto degli incontri Sviluppo del tema della disabilità differenziando tra deficit e handicap, approfondendo alcune patologie e dando spazio alla curiosità degli studenti. Incontro nella scuola con alcuni ragazzi disabili accompagnati dai relativi educatori, avendo così modo di conoscere direttamente una realtà diversa. Visita al CST per osservare da vicino uno dei luoghi frequentato da persone disa- 20

22 bili, avendo modo così di conoscere una realtà educativa rispondente ad esigenze diverse. Confronto aperto tra gli studenti e gli esperti, avendo la possibilità di esprimere i propri vissuti in relazione all esperienza diretta al CST. A piccoli gruppi, opportunità di svolgere attività collaborando ed entrando direttamente in relazione con le persone disabili. Riflessione finale sulle esperienze vissute durante tutto il percorso di conoscenza di una realtà diversa. Espressione delle strategie che ogni studente ha potuto direttamente mettere in atto e riflessione sulle nuove competenze acquisite. altre indicazioni Necessità di proiettore per PC, videoregistratore, lavagna luminosa. associazione ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Disabili Intellettivi e Relazionali) via Carlo Bossi, 24 - Torino tel sito: info@anffas.torino.it abstract L Associazione di familiari e amici di persone con disabilità intellettiva si pone come obiettivi principali il benessere e la tutela dei disabili intellettivi. A tal fine promuove l integrazione scolastica, nonché la qualificazione e l inserimento nel mondo del lavoro dei disabili. In ambito educativo si muove per informare e sensibilizzare sulle problematiche connesse alla disabilità attraverso l organizzazione di corsi di formazione, tavole rotonde, convegni, seminari. 21

23 ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici) SCUOLA-FAMIGLIA-CURANTE: UN MODELLO INTEGRATO DI INSERIMENTO DEL BAMBINO AUTISTICO rivolto a Classi prime della scuola elementare. obiettivi Fornire un modello di lavoro circolare (scuola-famiglia-sistema curante) maturato dalla classe proponente consapevole della trasmissibilità del proprio patrimonio. Riflettere sul tema della differenza e trasformare la diversabilità in risorsa. Promuovere potenzialità e partecipazione attiva della classe (alunni, insegnanti, genitori). metodologia Una classe, al termine del suo ciclo di scuola elementare, si propone come tutor di una classe prima che accoglie in ingresso un bambino con disturbo pervasivo dello sviluppo. Consapevolezza, confronto e conoscenza di limiti e risorse vengono finalizzati all accoglienza e all integrazione del bambino in ingresso nella classe prima. Gli alunni della classe tutor presentano le loro esperienze attraverso elaborati (letterari, grafici, fotografici, multimediali, mimico-espressivi eccetera) alla classe prima gemellata. Verifica del brain storming avvenuto nel corso dell anno. contenuto degli incontri Una classe, al termine del suo ciclo di scuola elementare, si propone come tutor di una classe prima che accoglie in ingresso un bambino con disturbo pervasivo dello sviluppo. La proposta si articola in tre/quattro incontri. A inizio anno scolastico si svolte un incontro tra insegnanti, famiglia e curanti della NPI (Neuropsichiatria Infantile) delle due classi gemellate coinvolte, finalizzato alla conoscenza di bisogni, aspettative, risorse e all organizzazione degli incontri fra le classi. La classe tutor (quarta o quinta) incontra la classe prima gemellata: i grandi ripercorrono le loro esperienze e le raccontano. Momento di verifica e di riflessione sull attività rispetto alle criticità e ai progressi raggiunti nel corso dell anno. 22

24 altre indicazioni Necessità di materiale di cancelleria. Videocamera, macchina fotografica, computer. associazione ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici) via XX Settembre, 54 - Torino tel sito: tivo@libero.it abstract L ANGSA Piemonte, attiva sul territorio dal 1997, ha proposto un programma di sensibilizzazione, formazione e informazione rivolto a genitori, operatori, tecnici ed insegnanti. Particolarmente incisiva si è rivelata la collaborazione con l Assessorato al Sistema Educativo della Città di Torino. 23

25 ANPVI (Associazione Nazionale Privi della Vista ed Ipovedenti) rivolto a Classi quarte e quinte elementari. 1. NON CI RIESCO CI RIESCO! (1) obiettivi Comprendere e valorizzare il senso della vista. Comprendere e sperimentare i limiti che la disabilità visiva può causare. Stimolare alla solidarietà sociale e alle buone pratiche. metodologia Viene privilegiato l aspetto ludico della drammatizzazione e quello della sperimentazione. Attraverso questi aspetti è possibile passare dal proprio vissuto alla generalizzazione e alla riflessione. contenuto degli incontri Incontro con gli insegnanti per spiegare le modalità di lavoro della classe e discutere gli obiettivi. Visione di un breve cartone animato. Esperienza degli occhiali magici, giochi di riconoscimento tattile e odori, lavoro di gruppo. Spostarsi in un percorso come se si fosse non vedenti, drammatizzazione, lavoro di gruppo. altre indicazioni Necessità di videoregistratore e TV. Fogli mobili e lavagna. calendario Un incontro formativo con gli insegnanti per spiegare le modalità di lavoro con la classe e discutere gli obiettivi. Due interventi con le classi di tre ore a cadenza settimanale. Giorni e orari da concordare con le classi. sede attività Nelle sedi delle scuole richiedenti. 24

26 rivolto a Classi della scuola media. 2. NON CI RIESCO CI RIESCO! (2) obiettivi Sensibilizzare i partecipanti alla solidarietà civile nei confronti delle fasce più deboli (disabili visivi, invalidi civili, anziani). Sviluppare il senso del dovere civico nei confronti del disabile visivo: l integrazione come espressione di libertà. metodologia La parola d ordine è far ridere trasmettendo i contenuti. Riconoscimento di oggetti col tatto. Svolgimento di lavori in gruppo. Sperimentazione delle tecniche inerenti l attività di accompagnamento. contenuto degli incontri Incontro con gli insegnanti per spiegare le modalità di lavoro con la classe e discutere gli obiettivi. Visione di un breve cartone animato. Esperienza degli occhiali magici, giochi di riconoscimento tattile e odori, lavoro di gruppo. Spostarsi in un percorso come se si fosse non vedenti, drammatizzazione, lavoro di gruppo. altre indicazioni Necessità di videoregistratore e TV. Fogli mobili e lavagna. calendario Un incontro con gli insegnanti. Due interventi in classe della durata di tre ore ciascuno a cadenza settimanale. Giorni e orari da concordare con le classi. sede attività Nelle sedi delle scuole richiedenti. associazione ANPVI (Associazione Nazionale Privi della Vista ed Ipovedenti) via Toselli, 1 - Torino tel

27 oppure corso Ferrucci, 27 - Torino tel sito: anpvi.torino@libero.it abstract L ANPVI nasce nel La sede di Torino è attiva fin dal 1986 e si occupa della tutela mentale e morale dei diritti del disabile visivo, soprattutto nel settore educativo. 26

28 APIC (Associazione Portatori Impianto Cocleare) CHI E IL VOSTRO AMICO SORDO rivolto a Classi delle scuole di ogni ordine e grado. obiettivi Far conoscere le problematiche relative alla sordità e all inserimento scolastico e sociale. metodologia Giochi di ruolo. Utilizzo di filmati. Metodologia interattiva sviluppata a seconda dell età degli allievi. contenuto degli incontri Informazioni e indicazioni sul tema. altre indicazioni Necessità di videoproiettore e PC. calendario Un incontro della durata di circa un ora. Date e orari da programmare assieme ai referenti delle classi. sede attività Nelle sedi delle scuole richiedenti. associazione APIC (Associazione Portatori Impianto Cocleare) strada Comunale del Cartman, 25 - Torino tel sito: apic@presso.net abstract Associazione di volontariato costituita da persone sorde sottoposte ad intervento di impianto cocleare e da normoudenti, istituita per favorire la conoscenza e promuovere iniziative che aiutino il miglioramento della vita di adulti e bambini sordi. 27

29 APICE (Associazione Piemontese Contro l Epilessia) rivolto a Classi della scuola media. EPILESSIA: SE LA CONOSCI NON LA TEMI obiettivi Educare i giovani e la società a convivere serenamente con le persone con epilessia. Attraverso l informazione eliminare il pregiudizio, la discriminazione e l emarginazione che condizionano il vissuto. metodologia Incontri teorico-pratici. contenuto degli incontri Incontro con insegnanti e operatori scolastici per illustrare il contenuto e la sequenza del ciclo delle lezioni. Presentazione dell Associazione. L epilessia spiegata dal neurologo. Diffusione delle epilessie. Prevenzione e comportamento (prima e dopo la crisi). L epilessia nella storia. Indagini sul pregiudizio. Lotta all epilessia. L alunno epilettico e la sua integrazione in classe. Un caso concreto (video). calendario Un incontro preliminare con gli insegnanti. Tre incontri con le classi. altre indicazioni Uso di lavagna luminosa, TV e videoregistratore. Volumetti per insegnanti ed alunni editi dall APICE. associazione APICE (Associazione Piemontese Contro l Epilessia) via Galuppi, 12/F - Torino tel sito: apice.eue@libero.it abstract L Associazione è stata fondata nel 1987 per informare e sensibilizzare la società sulle problematiche mediche e sociali dell epilessia, assistere e tutelare le persone con epilessia e le loro famiglie in campo medico, sociale, legislativo, legale. 28

30 APRI (Associazione Piemontese Retinopatici ed Ipovedenti) EHI, CHE COSA VUOL DIRE NON VEDERCI? rivolto a Classi delle scuole materne, elementari, medie e superiori. obiettivi Riflettere sul significato del vivere quotidiano, a scuola, con due occhi che funzionano bene. Guardare da vicino il sistema dei cinque sensi. Informare su cosa significa, funzionalmente e psicologicamente, vedere poco e male (ipovisione) e non vedere (cecità) nella vita quotidiana e a scuola. Facilitare la comprensione delle limitazioni funzionali e delle risorse/difficoltà comportamentali, cognitive ed affettive attraverso il racconto, le esercitazioni ed i giochi sensoriali. Conoscere gli ausili tiflologici ed il loro uso. Imparare le tecniche di accompagnamento attraverso giochi ed esercitazioni pratiche. Nelle classi superiori, riflettere sulle prospettive lavorative accessibili alle persone con disabilità visiva. Maturare una progressiva consapevolezza di come costruire e vivere uno star bene insieme con un compagno disabile della vista. Riflettere e capire la ricchezza della diversità nell ambito della scuola e dell amicizia. metodologia Interattività che alterna momenti di informazione a momenti di lavoro/giochi di gruppo e momenti di sperimentazione, riflessione ed elaborazione individuale e collettiva. contenuto degli incontri Incontro preliminare con gli insegnanti. Analisi della domanda al fine di adattare il progetto generale alla peculiarità di ogni singolo gruppo classe e di ogni alunno disabile. Conoscenza delle modalità sensoriali aldilà della vista attraverso giochi di localizzazione, riconoscimento olfattivo, uditivo, tattile e gustativo, indossando occhialini didattici che simulano le varie ipovisioni. Il Gioco dell accompagnatore, effettuato in ambienti interni ed esterni alla scuola, al fine di sperimentare la diversità dei percorsi e delle vicarianze uditive, 29

31 tattili ed olfattive. Ciò per evidenziare l importanza dell orientamento, della mobilità e della relazione di fiducia tra accompagnatore ed accompagnato. Avvicinamento al concetto di ausilio e distinzione tra ausili a bassa soglia, ad alta soglia, ausili tiflologici. Esperienze d utilizzo. Incontro di verifica finale. altre indicazioni E anche previsto l utilizzo, a seconda delle fasce d età, di strumentazioni multimediali quali videoregistratore e lavagna luminosa. calendario Qualsiasi periodo dell anno scolastico. Incontro preliminare e incontro di verifica con gli insegnanti della durata di un ora. Tre incontri con il gruppo classe di due ore ciascuno a cadenza preferibilmente settimanale. Giorni ed orari da concordare con gli insegnanti. sede attività Nelle sedi delle scuole richiedenti. associazione APRI (Associazione Piemontese Retinopatici ed Ipovedenti) via Cellini, 14 - Torino tel sito: apri@ipovedenti.it abstract L APRI è un associazione di categoria ed opera principalmente nel settore della ricerca sulle malattie oculari, dell assistenza, dell educazione, della riabilitazione e della formazione sia degli operatori sia delle stesse persone disabili visive, rispetto al percorso di studi e al collocamento lavorativo. Opera in rete con tutti i servizi (pubblici e privati) scolastici, sanitari e socioassistenziali del territorio cittadino, provinciale e regionale. 30

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