Capanna di Betlemme Casa di accoglienza e prossimità per persone senza fissa dimora o in stato di grave povertà a Bologna

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1 Capanna di Betlemme Casa di accoglienza e prossimità per persone senza fissa dimora o in stato di grave povertà a Bologna...Ci sono tanti poveri che non ci cercheranno mai! Quelli li dobbiamo cercare noi Don Oreste Benzi DESCRIZIONE DEL PROGETTO Il progetto Capanna di Betlemme vuole ampliare quanto già sperimentato dall Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII a Bologna ed in altri contesti territoriali (a partire dal 1987, a Rimini, e poi in altre città italiane e straniere), e si caratterizza per l attenzione a tutti gli aspetti di disagio della persona che ne impediscono il reinserimento sociale. La Capanna di Betlemme promuove l inclusione sociale e costruisce opportunità concrete di sostegno prolungato sul piano abitativo, lavorativo e relazionale di persone senza fissa dimora e in stato di grave povertà. Il progetto si realizza attraverso azioni integrate riconducibili a quattro ambiti principali, fra loro interconnessi: 1. contatto su strada; 2. accoglienza, accompagnamento ai servizi e nel percorso di recupero e reinserimento; 3. percorsi di avvicinamento al mondo del lavoro; 4. sensibilizzazione e creazione di reti. La Capanna di Betlemme si identifica per il carattere familiare, garantito dalla convivenza stabile e continuativa dei membri dell APG23 e dei volontari con le persone accolte, secondo il principio della CONDIVISIONE DIRETTA DI VITA. I volontari di APG23 attraverso il servizio Unità di Strada incontrano ogni settimana le persone nei luoghi di permanenza (strade, stazioni, case abbandonate, parchi ), e propongono di passare la notte in struttura. Viene proposto un percorso personalizzato. L'equipe di lavoro è composta da operatori (volontari e membri di comunità) con idonea formazione (sia professionale sia spirituale/motivazionale) e lunga esperienza nel mondo del disagio. La Capanna di Betlemme ha una ricettività di 25 posti (estendibili a 28 nei periodi di grande freddo) ed è organizzata in due moduli: uno per la residenzialità di persone che intraprendono un percorso di recupero personale e di reinserimento sociale, l altro per le accoglienze notturne in emergenza freddo.

2 L'iniziativa - svolta in collaborazione con Caritas diocesana, Amministrazioni Comunali, Forze dell'ordine, Associazioni di Volontariato, Parrocchie - ciascuna per le proprie specificità - contribuisce a dare risposta ad un grave problema collettivo, spesso nascosto ma non per questo meno grave. IL CONTESTO TERRITORIALE Il contesto territoriale nel quale si realizzano le azioni in oggetto comprende il territorio della provincia di Bologna. Da queste zone dove siamo presenti con 25 strutture tra Case famiglia e Comunità di accoglienza, Comunità Terapeutiche e Centri Diurni ci vengono fatte le segnalazioni e l invio. Il contesto settoriale di incidenza è quello della marginalità ed esclusione sociale determinata da condizioni di povertà. I soggetti richiedenti l accesso al servizio sono giovani, uomini e donne con problematiche di disagio diverse e spesso sovrapposte. Basandoci su un osservazione esperienziale del disagio e facendo riferimento alle statistiche di settore, la fascia di popolazione coinvolta in situazioni di povertà ed esclusione è in costante aumento, soprattutto in conseguenza dell insorgere delle nuove povertà. PERSONE SENZA DIMORA PER ALCUNE CARATTERISTICHE Anno 2011, valori assoluti e composizione percentuale Valori assoluti Composizione percentuale Ripartizione geografica Nord-ovest Nord-est Centro Sud Isole Sesso Mascio Femmina Cittadinanza Straniera Italiana Classe di età e oltre Totale Fonte: prima ricerca nazionale sulla condizione delle persone senza dimora in Italia condotta da ISTAT anno 2011 L aspetto economico è determinante per comprendere le problematiche legate a questo tipo di povertà, ma non sufficiente a comprendere tutte le caratteristiche del disagio. All interno della dimensione strettamente economica il primo elemento di valutazione è legato al reddito, e quindi alla condizione lavorativa: disoccupazione, precarietà, bassi compensi derivanti da lavori saltuari o lavoro nero. Le situazioni di disagio estremo sono legate a condizioni personali (ex detenuti,

3 immigrati, ex prostitute) e a difficoltà che derivano da problemi psico-fisici (tossicodipendenza, alcool dipendenza, disturbi psicologici e mentali). È poi fondamentale, nel discrimine povertà/non povertà, valutare la presenza o l assenza di risorse di tipo relazionale, familiari o amicali. Queste risorse sono le uniche in grado di dare un sostegno in situazioni di solitudine o isolamento, come nel caso degli anziani, ma rappresentano anche un supporto all organizzazione familiare, (caso di madri sole) o un appoggio materiale (piccole somme di denaro, ospitalità, cibo, etc). Le reti relazionali e parentali hanno una notevole importanza nella prevenzione e recupero dei percorsi di disagio. La mancanza di queste costituisce indubbiamente un alto fattore di rischio povertà. A volte l incapacità di trovare o mantenere un occupazione è imputabile a difficoltà personali del soggetto (malattie, ostacoli culturali). In altri casi a difficoltà legate alle caratteristiche strutturali del mercato del lavoro, che difficilmente riesce ad assorbire particolari tipologie di lavoratori (ad es i 40-50enni disoccupati). In queste situazioni la mancanza di una condizione abitativa stabile fa una gran differenza nel trascinare la persona verso l area della povertà estrema e dei disagi che ne derivano. Anche a Bologna la cultura individualistica crea isolamento e solitudine delle persone all interno di confini ben definiti, ghetti considerati strutturali e ineliminabili, per i quali non si vede la necessità e l utilità di costruire un integrazione. PERSONE SENZA DIMORA PER RIPARTIZIONE GEOGRAFICA Anno 2011, valori assoluti Persone senza dimora Nord-ovest Lombardia Milano Piemonte Torino Nord-est Emilia Romagna Bologna Centro Tosacana Firenze Lazio Roma Sud Campania Napoli 909 Isole Sicilia Palermo Totale Fonte: prima ricerca nazionale sulla condizione delle persone senza dimora in Italia condotta da ISTAT anno 2011 Inoltre, la maggior parte delle persone che vivono la strada, vivono una condizione di indigenza tale per cui spesso sono privi dei documenti necessari alla regolarizzazione e ancora più alla possibilità di avere una residenza. Questo è valido non solo per immigrati clandestini ma anche per gli italiani che da molti anni

4 conducono una vita da barboni e hanno perso qualsiasi riferimento con il territorio nativo di appartenenza. Quelli che in passato erano normali meccanismi di mutuo e reciproco aiuto (dal punto di vista sia economico sia sociale) tra le famiglie ed all interno delle comunità, vengono oggi a mancare, spazzati via da una cultura centrata sull individualismo. Proprio per contrastare questa cultura e dare risposte ai più emarginati è nata nel 2000 la Capanna di Betlemme a Bologna. OBIETTIVO GENERALE e SPECIFICO Obiettivo generale: dare risposta al bisogno di persone che vivono situazioni di estrema fragilità relazionale, economica, abitativa, promuovendone ove possibile il reinserimento sociale e - in ogni caso - la presa in carico. Obiettivo specifico: rendere stabile e continuativa l accoglienza residenziale di 25 persone, estendibili a 28 in periodi di grande freddo. I 2 operatori stabili, insieme ad altri 2 di supporto che sono presenti a seconda dei bisogni (cura della persona, attività ricreative con lo scopo di costruire relazioni di fiducia stabili, cura degli ambienti, etc ), sono professionalmente e umanamente competenti, con esperienza diretta nell accoglienza di persone emarginate o con problematiche di dipendenza. BENEFICIARI Beneficiari diretti: persone senza fissa dimora con disagio grave e conclamato: clochard tradizionali disoccupati immigrati nomadi persone con problemi psichici e/o caratteriali persone con problemi di dipendenza da alcool e droga in attesa di ingresso in comunità terapeutica. persone appartenenti alla categoria nuove povertà adulti 40-50enni senza lavoro Beneficiari indiretti: Servizi sociali sul territorio Servizio sanitario locale Forze dell ordine, famiglie delle persone accolte, ove presenti AZIONI Contatto nei luoghi del disagio (strade, parchi, parcheggi, stazione, case abbandonate ). Gli operatori della Capanna, organizzano un unità di strada e ogni settimana si recano nei luoghi del disagio contattando le persone, instaurando con loro una relazione significativa e proponendo loro l inserimento alla Capanna. Il percorso si concentra alla stazione di San Vitale a Bologna, alla zona

5 del Palazzetto dello Sport e alla zona dell Antistadio. Nel giro si incontrano altre persone bisognose che vengono accompagnate alla Capanna di Betlemme; in alternativa, vengono loro distribuiti bevande, cibo e coperte. L opera dell Unità di strada - attraverso la ricerca e conoscenza dei luoghi del disagio, il lavoro in rete con altre realtà di settore, la collaborazione con i servizi sociali - permette: - Il monitoraggio, in primis tramite la stesura di un report periodico - l accompagnamento ai Servizi (anche in orari diversi da quello del contatto e anche per le persone che non scelgano di essere inserite nella Capanna) - la presa in carico delle persone incontrate, con particolare attenzione a preservarne l incolumità rispetto a pericoli imminenti (risse, fenomeni atmosferici ) Presa in carico immediata delle persone che si incontrano direttamente nei luoghi del disagio, previa disponibilità di posti letto, fornendo assistenza nei casi di malattia conclamata (accompagnamento al pronto soccorso) e in presenza di donne incinte e minori (allertando i servizi sociali e gli enti competenti). Primo colloquio: l operatore svolge un colloquio con le persone accolte a cui segue una breve relazione dove si raccolgono in una scheda individualizzata i dati anagrafici e gli elementi descrittivi dei bisogni espressi, le criticità socio sanitarie della persona, le sue richieste e le impressioni dell operatore. Prima accoglienza per rispondere ai bisogni primari (vitto, alloggio, igiene). In seguito al giro dell Unità di Strada, si valutano le disponibilità della casa di accoglienza e si individuano le persone alle quali poter dare accoglienza. La Capanna di Betlemme vuole essere anzitutto lo spazio familiare dell ascolto, del dialogo e della condivisione. Si mette a disposizione il servizio doccia e si offre vestiario pulito. La serata continua poi con attività semplici di socializzazione: giochi da tavolo o la visione di un film. A tutti gli accolti viene dato un letto dove trascorrere la notte. Rispetto al bisogno alimentare, la mensa della Capanna ogni giorno accoglie alla propria tavola anche persone e famiglie delle zone limitrofe che si rivolgono alla Capanna per un pasto caldo ma anche per un sostegno umano e la possibilità di intraprendere percorsi di reinserimento sociale e/o rafforzamento della rete sociale locale. Analisi della situazione dell accolto. All interno dell equipe operatori si individuano le fasi di un percorso educativo idoneo alla persona. L azione di sostegno e supporto si concretizza realizzando progetti individualizzati finalizzati al recupero e al miglioramento dei livelli di autonomia delle persone accolte. La progettazione dei percorsi individuali sono condivise, la dove presente, con l Assistente Sociale referente del caso, ed integrate, laddove necessario, da specifici percorsi di accompagnamento ai Servizi Sanitari (Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche, ecc.) funzionali alla prima presa in carico della persona. Attuazione delle azioni necessarie all accompagnamento della persona in difficoltà in tutte le fasi del reinserimento sociale. Alle attività di monitoraggio e di accoglienza notturna e residenziale, si affiancano azioni mirate di accompagnamento delle persone ospitate, in funzione dei bisogni rilevati, rispetto ai Servizi Sociali territoriali o Servizi Sanitari (es. Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche; Medico di Medicina Generale; ecc.). L azione degli operatori non si sostituisce a quella della persona in difficoltà ma è un sostegno nella ricerca e gestione degli appuntamenti e delle relazioni con i diversi servizi competenti.

6 Attività educativo-ricreative: attraverso il coinvolgimento congiunto di operatori, volontari e accolti, le attività educativo-ricreative sono finalizzate alla socializzazione, allo sviluppo delle abilità relazionali e della capacità di stare in gruppo delle persone accolte. Attraverso la partecipazione e il confronto nel momento ludico, si arriva alla condivisione e diluizione del disagio, e all aumento della relazione di fiducia e di stima reciproca tra tutti i soggetti coinvolti. Servizio Legale, ha duplice funzione: la prima di informazione, orientamento e consulenza giuridica. In alcuni casi si presta anche un attività di assistenza stragiudiziale, riguardante soprattutto i rapporti con la Pubblica Amministrazione (Questura, Prefettura, INPS, etc.). La seconda funzione consiste nel fornire il necessario supporto tecnico agli operatori del Progetto Capanna di Betlemme, in tutte le necessità di carattere giuridico legate all attività della struttura, contribuendo a definire i progetti individuali delle persone accolte. Servizio sanitario: si svolgono tutte le attività necessarie a garantire l assistenza sanitaria: si attivano tutte le pratiche per l ottenimento del tesserino sanitario; scelta del medico e check-up iniziale; si affiancano gli accolti nell accompagnamento presso medici per prescrizione di ricette e per visite specialistiche, assistenza durante eventuali ricoveri ospedalieri, vigilanza sulla corretta assunzione di farmaci. Accoglienza per periodi lunghi presso il centro residenziale della Capanna di Betlemme. E la parte prevalente del progetto nel suo complesso. Si pongono in essere tutte le condizioni e le azioni per completare il percorso individuale di reinserimento sociale. Oltre al consolidamento delle attività sopra descritte, nel centro residenziale si attivano strumenti diversi e complessi per sviluppare al meglio le autonomie delle persone accolte, in uno schema di relazioni fondato sulla condivisione quotidiana della gestione della casa, con l attenzione costante a valorizzare la diversità della persona e a promuovere e rinsaldare i legami di mutua solidarietà. L accoglienza, anche per periodi prolungati, presso la struttura, non si traduce in automatico in una concessione di residenza anagrafica per gli accolti, fatta salva l espressa autorizzazione formalmente rilasciata dal Servizio Pubblici competenti. Promozione dell inclusione sociale dei senza fissa dimora. Si ricercano e individuano nell ambito della comunità di accoglienza di APG23 e della rete dei partners, dei contesti di vita favorevoli al raggiungimento di condizioni di equilibrio relazionale ed emotivo delle persone accolte con l obiettivo di sostenerle verso livelli adeguati di autonomia. Si svolgono attività diversificate graduate, da ricreative ad occupazionali, per permettere l inserimento lavorativo di persone con capacità differenti. Le attività sono strutturate a più livelli, per permettere alla persona accolta di raggiungere progressivamente una maggiore autosufficienza. Questo realizza una rete relazionale, un assistenza psico-educativa e un rapporto flessibile tra le regole e l autonomia personale: le condizioni terapeutiche per riacquistare autostima, fiducia e l identità perduta nell emarginazione della strada. Inoltre, sono assicurate azioni di accompagnamento/orientamento rispetto a percorsi di inserimento lavorativo o di risocializzazione al lavoro. Sono altresì realizzate specifiche attività di accompagnamento delle persone accolte in condizioni di disagio sociale anche attivando opportuni contatti con i Comuni di residenza. Emergenza freddo. Tutte le varie attività sopra indicate e riferite alle singole aree di intervento sono rimodulate, adeguate, consolidate ed eventualmente implementate in occasione della

7 stagione invernale, al fine di garantire l assistenza a persone senza fissa dimora in difficoltà e a rischio, in correlazione all esposizione delle temperature invernali. Al fine di incrementare l accoglienza notturna in occasione dell emergenza freddo verrà attivato e garantito un incremento di 3 posti. Flessibilità d intervento. Gli operatori della struttura sono disponibili H24 avendo come obiettivo il raggiungimento delle finalità specifiche delle attività di monitoraggio con l unità di prossimità e di accoglienza. A tal fine garantiscono la pronta reperibilità degli operatori, tramite telefonia mobile. LA GIORNATA alla CAPANNA di BETLEMME La vita di casa è regolata secondo orari e attività sia individuali sia di gruppo. Sono momenti validi per tutti: l arrivo in struttura provenienti da punti di raccolta l igiene personale la cena insieme intorno alle 19,30-20 l attività serale dalle 21 alle 23 il ritiro nelle stanze assegnate per il riposo dalle 23 alle 7 la sveglia alle 7 e la colazione alle 7,30 partenza alle 8-8,30 circa per l accompagnamento ai punti di ritrovo o alle attività occupazionali per chi può restare in casa verso le 12-12,30 termine o rientro dalle attività in vista del pranzo comune per coloro che possono restare in casa dopo il pranzo e fin verso le 14,30-15 riposo e tempo personale attività occupazionali per coloro che restano in casa fino alle 18 e poi igiene personale in vista dell arrivo delle persone esterne. RISULTATI ATTESI di un APPROCCIO INNOVATIVO I risultati attesi vertono soprattutto sulla possibilità di trovare una soluzione dignitosa e continuativa ai problemi di persone colpite da grave povertà, senza dimora e senza sostegno alcuno. La Capanna accoglie ogni giorno tra modulo residenziale e modulo serale 25 persone, con possibilità di arrivare a 28 presenze nei periodi di maggior freddo. Nel Progetto sono presenti alcuni aspetti innovativi nella lotta alla povertà e al miglioramento delle condizioni di vita delle persone sintetizzabili in: 1. condivisione diretta della vita degli ultimi attraverso la convivenza stabile degli operatori, per dare una famiglia a chi non ce l ha 2. presa in carico delle persone e progettazione di percorsi educativi individualizzati per il reinserimento socio-lavorativo 3. aumento delle presenze dell Unità di Strada nei luoghi del disagio dove si incontrano le persone senza fissa dimora 4. progettazione di percorsi in uscita dalle Capanne attraverso soluzione abitative e lavorative che mirino alla semi-autonomia con il supporto di assistenza domiciliare o all autonomia con soluzioni anche di iniziative abitative socialmente orientate o housing sociale. Per meglio comprendere come la Capanna di Betlemme si collochi tra i servizi innovativi sul panorama nazionale, rispetto ai bisogni dei senza dimora, riportiamo alcuni dati della prima ricerca nazionale sulla condizione delle persone senza dimora in Italia condotta da ISTAT anno 2011.

8 In essa si evidenziano alcune specificità da rilevare per capire la dinamica dei servizi sia pubblici sia del privato sociale che quotidianamente rispondono ai bisogni dei senza fissa dimora. Sono 727 gli enti e organizzazioni che nel 2010 erogavano servizi alle persone senza dimora, corrispondenti a sedi di erogazione, nei 158 comuni italiani in cui è stata condotta la rilevazione. Si tratta di una rete di servizi in risposta ai bisogni primari cibo, vestiario, igiene personale pari a circa 1/3 del totale. Sono abbastanza diffusi i servizi di segretariato sociale informativi, di orientamento all uso dei servizi, espletamento di pratiche amministrative inclusa la residenza anagrafica fittizia e di presa in carico e accompagnamento, mentre è molto ridotta l offerta di servizi di accoglienza notturna e soprattutto di accoglienza diurna che, come riepilogato nella tabella di seguito, corrispondono al 4% del totale cioè 125 sedi di accoglienza diurna contro le 531 di accoglienza notturna e le di bisogni primari. Di questi servizi, la quasi totalità opera in maniera continuativa sia rispetto ai giorni (7 su 7) sia rispetto ai mesi (12 su 12) di apertura. Unica eccezione i dormitori di emergenza che rimangono aperti meno di 7 mesi all anno. DISTRIBUZIONE DEI SERVIZI EROGATI SECONDO I BISOGNI Anno 2011, valori assoluti e composizione percentuale Composizione Valori assoluti percentuale Bisogni primari cibo, vestiario, igiene personale Segretariato sociale servizi informativi, di orientamento, pratiche amministrative, residenza anagrafica fittizia Presa in carico e accompagnamento percorsi "normati" all'interno dei servizi Accoglienza notturna dormitorio, cena e colazione, attività ricreative di "aggancio" Accoglienza diurna percorsi di uscita dalla marginalità Totale Fonte: prima ricerca nazionale sulla condizione delle persone senza dimora in Italia condotta da ISTAT anno 2011 Modalità di accesso L accesso alla Capanna di Betlemme di Bologna avviene secondo modalità differenti. Il canale privilegiato è l attività degli operatori nei luoghi di permanenza e passaggio dei senza fissa dimora. Tale attività viene utilizzata per costruire relazioni con le persone in condizioni di emarginazione grave, offrendo loro ristoro e supporto emotivo e l eventuale mediazione nei rapporti con i servizi sociali, sanitari e le forze dell ordine. Il più delle volte sono gli stessi senza fissa dimora a chiedere di poter accedere alla struttura. In questo caso, si considera l eventuale disponibilità di posti letto. Questi ultimi, infatti, sono accolti solo se esiste già un accordo preciso per l ingresso in comunità. I casi in cui sono gli operatori che cercano di convincere le persone in strada a passare qualche tempo presso la Capanna di Betlemme sono invece meno frequenti e riguardano in genere la figura del barbone più tradizionale, in prevalenza italiani adulti, schivi ad allacciare relazioni e a chiedere aiuto e assistenza. Altri canali di accesso: Servizi Sociali Pubblici

9 Unità operativa dipendenze patologiche Strutture Ospedaliere Casa Circondariale Forze dell ordine Segnalazioni di cittadini Associazioni attive sul territorio Parrocchie PERSONALE Le attività del progetto sono realizzate e gestite da operatori e volontari, appartenenti all Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII o ad essa collegati. Tutti gli operatori coinvolti hanno una preparazione specifica nel settore. Durante la gestione del servizio l Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII garantisce una formazione costante degli operatori attraverso corsi interni alla Comunità o attraverso enti terzi. Tutte le azioni del suddetto progetto rispettano la normativa vigente in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro. L equipe lavora in forma stabile e con continuità ogni settimana ed è composta dai seguenti operatori: n 1 responsabile di progetto e coordinatore di struttura con competenze necessarie per gestire una sede operativa d accoglienza residenziale: capacità di ascolto, capacità di lettura dei bisogni, capacità di dialogo ed empatia, capacità di gestione, capacità di lavorare in rete e di agire per progetti concordati e condivisi.; n 1 operatore con pluriesperienza in condivisione diretta di vita con i senza fissa dimora. n 2 volontari in forma stabile

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