Tipi di analisi di bilancio
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- Aloisia Annalisa Perri
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1 Prima di introdurre i diversi metodi di valutazione delle aziende si ritiene utile riprendere le nozioni base dell'analisi di bilancio, nozioni necessarie per quantificare le grandezze che verranno poi utilizzate nei diversi metodi di valutazione. Analisi di bilancio SCOPO DELL ANALISI DI BILANCIO: Informativo. L analisi di bilancio fornisce delle informazioni circa l andamento dell impresa e il suo equilibrio economico/finanziario. Informazioni che, in realtà, possono essere utilizzate per diversi scopi e non soltanto per la stima del valore dell impresa. SOGGETTI INTERESSATI (STAKEHOLDERS) A TALI INFORMAZIONI: oltre al management (che in dottrina non è ritenuto un vero e proprio stakeholders) che utilizza le informazioni desunte dall analisi di bilancio per valutare le possibili strategie future e controllare l effetto delle strategie passate, sono interessati all analisi di bilancio: a) Azionisti, ossia la proprietà che sarà interessata a controllare l operato del management b) Finanziatori esterni, come le banche che possono essere interessate alle informazioni desunte dall analisi di bilancio per due motivi: o stabilire il corretto costo del capitale di debito a fronte di una richiesta di finanziamento dell impresa o controllare l operato del management nell impresa in cui già si è investito e, quindi, per tutelare il proprio investimento c) Stato d) Gli analisti, nel caso delle società quotate e) Clienti f) Fornitori, al fine di valutare la possibilità di concedere dilazioni di pagamento di un certo periodo
2 Tipi di analisi di bilancio COME SVOLGERE LA SUDDETTA ATTIVITÀ DI ANALISI E SU QUALI DOCUMENTI CI SI BASERÀ PER SVOLGERLA? Dipende. Soggetti diversi avranno informazioni diverse sull attività dell impresa. In generale possiamo classificare due diversi tipi di analisi di bilancio: 1. Interna: attuata dal management che avrà informazioni sull attività dell impresa più dettagliate e, di conseguenza, ha la possibilità di svolgere una analisi più approfondita. 2. Esterna: attuata dagli stakeholders che si rifaranno ai documenti resi disponibili dall azienda, primo fra tutti il bilancio costituito dal Conto Economico, lo Stato Patrimoniale e la Nota Integrativa. Nel corso ci occuperemo di quest ultimo tipo di analisi che non può prescindere dalla riclassificazione dello Stato Patrimoniale e del Conto Economico.
3 Lo Stato Patrimoniale secondo i dettami dell art c.c. Il codice civile nell art impone di redigere lo stato patrimoniale secondo il criterio della destinazione. Per cui: STATO PATRIMONIALE (ART C.C.) ATTIVO (IMPIEGHI) PASSIVO (FONTI) A) Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti con separata indicazione della parte già richiamata B) Immobilizzazioni I) immateriali II) materiali III) finanziarie C) Attivo Circolante I) rimanenze II) crediti (commerciali) con separata indicazione della parte esigibile oltre l'esercizio III) attività finanziarie diverse da imm. fin. IV) disponibilità liquide D) Ratei e Risconti con separata indicazione del disaggio su prestiti A) Patrimonio netto I) capitale proprio II - VIII) riserve di utile IX) utile di esercizio B) Fondi per rischi ed oneri C) T.F.R. D) Debiti con separata indicazione della parte esigibile oltre l'esercizio I) obbligazioni IV) vs banche VII) vs fornitori XII) tributari XIV) altri debiti E) Ratei e Risconti con separata indicazione dell'aggio su prestiti
4 Lo S.P. esposto secondo i dettami dell art del c.c. non permette di cogliere molte informazioni rilevanti circa l equilibrio finanziario dell impresa e, quindi, indirettamente non permette una corretta valutazione del valore dell azienda 1. Per questo l attività di analisi di bilancio, finalizzata alla stima del valore d impresa, necessita di una previa riclassificazione dello Stato Patrimoniale che avverrà in base al criterio finanziario a liquidità crescente. In particolare: le voci dello S.P. verranno riclassificate sulla base del criterio finanziario le voci così ottenute verranno reimmesse all interno dello S.P. sulla base del criterio della liquidità crescente. Procedendo per gradi. Utilizzando il criterio finanziario (o della realizzabilità) le poste dello S.P. vengono distinte in base alla loro capacità di trasformarsi in denaro in un periodo inferiore o superiore all anno. In particolare: Le poste del passivo verranno distinte sulla base alla loro capacità di richiedere un esborso di denaro in un periodo superiore o inferiore all anno; Le poste dell attivo verranno distinte sulla base alla loro capacità di generare una entrata in un periodo superiore o inferiore a un anno. Una volta che le poste dello stato patrimoniale sono state riclassificate secondo il criterio finanziario, esse saranno reimmesse all interno dello SP. Tale operazione può esser eseguita rifacendosi a due diversi criteri: a. Il criterio della destinazione dell investimento o dell origine della fonte. In tal caso l attivo dello S.P. viene suddiviso in Immobilizzazioni e Disponibilità mentre il passivo in Mezzi Propri e Mezzi Di Terzi; 1 Proprio sulla base del presupposto che l equilibrio economico e finanziario dell impresa sia una delle componenti che determina il valore della stessa
5 b. Il criterio del grado di liquidità secondo il periodo convenzionale di 12 mesi. In tal caso l'attivo viene distinto tra Attivo Fisso e Attivo Circolante ed il passivo in Capitale Permanente, Passività consolidate e Passività Correnti. Il criterio della liquidità può esser applicato in due modi differenti potendo così distinguere il criterio della liquidità: I. crescente: in cui gli aggregati e le poste vengono ordinati dal meno liquido al più liquido II. decrescente: in cui gli aggregati e le poste vengono ordinati dal più liquido al meno liquido. In particolare avremo: SP SP Attivo Fisso Capitale permanente Attivo Circolante Passività correnti Passività 12 mesi consolidate 12 mesi Attivo Fisso Passività consolidate Attivo Circolante Passività correnti Capitale permanente Criterio della liquidità crescente Criterio della liquidità decrescente Noi utilizzeremo il criterio finanziario a liquidità crescente.
6 ATTIVO Utilizzando tale criterio andremo a suddividere l attivo dello S.P. nelle seguenti fasce o zone: 1. Attivo fisso o immobilizzato: che è a sua volta suddivisibile in tre sub-aree: Immobilizzazioni immateriali: che coincide con la sottoclasse B.I. dello S.P. redatto secondo l art del c.c. Immobilizzazioni materiali: che coincide con sottoclasse B.II dello S.P. redatto secondo l art del c.c. Immobilizzazioni finanziarie: che, differentemente dalle precedenti, non coincide con l omologa sottoclasse B.III. dello S.P. classico ma contiene: i. Le partecipazioni (in imprese controllate, collegate ecc.), le azioni proprie e gli altri titoli che dalla Nota Integrativa si evince non saranno liquidate entro il prossimo esercizio; ii. Crediti da richiamare per versamenti ancora dovuti. Si fa riferimento alla prima posta dell attivo dello SP nella quale, secondo quanto stabilito dall art del c.c., si deve sempre specificare la parte dei versamenti dovuti dai soci: 1. Richiamata che come vedremo andrà nell attivo corrente 2. Da richiamare: tale porzione va nelle Imm. finanziarie perché si presume che tali crediti non saranno riscossi a breve iii. Crediti di natura finanziaria individuabili nella voce B.III.2. dello SP art. classico o commerciale individuabili nella sottoclasse C.2 dello SP art del c.c. esigibili oltre il prossimo esercizio; iv. Disaggio di emissione. 2. Attivo circolante o capitale circolante che a sua volta è costituito da tre sub-aree: Rimanenze o diponibilità, in cui andremo inserire tutti i tipi di rimanenze individuabili nella sottoclasse C.I. dello SP art. 2424
7 Liquidità differite, in cui andremo a inserire: i. tutti i crediti di natura finanziaria individuabili nella voce B.III.2. dello SP art c.c. o commerciale individuabili nella sottoclasse C.II. dello SP art c.c. esigibili entro il prossimo esercizio; ii. I crediti verso soci per versamenti ancora dovuti già richiamati iii. Partecipazioni, altri titoli e azioni proprie che l impresa intende liquidare entro il prossimo esercizio (info rinvenibili nella Nota Integrativa); Liquidita Immediate: in tale aggregato andranno le disponibilità liquide sottoclasse C.IV. dello SP art del c.c. ATTENZIONE!!! Particolare attenzione deve esser posta ad alcune grandezze, prime fra tutte i ratei e risconti: i risconti e i ratei attivi vanno collocati nelle liquidità differite dell attivo circolante, se relativi a costi comuni a due soli esercizi, mentre si inseriscono nelle immobilizzazioni, se si riferiscono a costi comuni a più esercizi. Così, ad esempio, i risconti attivi su canoni di leasing andranno nelle immobilizzazioni immateriali come i ratei attivi su interessi andranno nelle immobilizzazioni finanziarie; Altre grandezze su cui occorre porre particolare attenzione sono: Crediti vs soci per versamenti ancora dovuti. In tal caso, si ribadisce: La parte richiamata va tra le liquidità differite La parte da richiamare va tra le immobilizzazioni finanziarie Crediti immobilizzati per i quali: La parte esigibile entro il prossimo esercizio va tra le liquidità differite La parte esigibile oltre il prossimo esercizio va tra le immob. fin.
8 Crediti che non costituiscono immobilizzazioni, per i quali: La parte esigibile entro il prossimo esercizio va tra le liquidità differite La parte esigibile oltre il prossimo esercizio va tra le immob. fin. PASSIVO Mentre il passivo sarà costituito da: 1) Capitale netto o Patrimonio netto o Capitale Proprio, in cui andremo a inserire: il capitale sociale che rappresenta la risorsa finanziaria più durevolmente legata all impresa per definizione le riserve l utile o la perdita di esercizio 2) Passività consolidate o Redimibilità: in cui inseriremo tutti i debiti con scadenza posta oltre il prossimo esercizio, indipendentemente dalla loro natura commerciale debiti vs fornitori - o finanziaria obbligazioni e l aggio su prestiti - o di altra natura T.F.R. o debiti tributari. Ne deriva che nelle redimibilità troveremo anche il T.F.R. Alla luce di quanto detto in realtà non tutto il T.F.R. dovrebbe esser incluso in tale aggregato: la parte del trattamento di fine rapporto che si presume dovrà esser restituita ai dipendenti entro il prossimo esercizio andrà nelle passività correnti. Se non si hanno informazioni in tal senso allora il T.F.R. andrà tutto nelle passività consolidate. Non vi sono invece problemi nel caso dell aggio su prestiti che andrà totalmente in tale aggregato. 3) Passività correnti o Esigibilità: in cui inseriremo tutti i debiti a breve sia di natura commerciale che finanziaria.
9 ATTENZIONE!!! Particolare attenzione deve esser posta ad alcune poste, prime fra tutte i risconti e ratei passivi: I risconti e i ratei passivi vanno nelle passività correnti se riguardanti ricavi comuni a due esercizi mentre andranno nelle passività consolidate se relativi a ricavi comuni a più esercizi Altre grandezze su cui bisogna porre attenzione sono: I fondi rischi e oneri, che saranno suddivisi in due parti: quella esigibile entro il prossimo esercizio, che andrà nelle passività correnti; quella esigibile oltre il prossimo esercizio, che andrà nelle passività consolidate. Utile d esercizio, che sarà suddiviso in due parti: La parte da distribuire (come delibera dall assemblea degli azionisti entro 120 giorni dalla chiusura dell esercizio) che andrà nelle passività correnti La parte che andrà ad autofinanziamento che andrà nel Capitale Permanente T.F.R., prestiti obbligazioni e mutui passivi: per la parte che nella nota integrativa risulta esigibile entro il prossimo esercizio (quota di rimborso del mutuo o del prestito obbligazionario, indennità liquidazione maturata in esercizi precedenti ma pagata nell esercizio in esame per cessazione del rapporto di lavoro) viene inserita fra le passività correnti. Rifacendoci al criterio della liquidità crescente tali poste verranno inserite all interno dello S.P. riclassificato ponendole dalla meno liquida alla più liquida.
10 Il nostro S.P. riclassificato apparirà quindi in tal modo: STATO PATRIMONIALE RICLASSIFICATO ATTIVO (IMPIEGHI) ATTIVO FISSO: 1) imm. immateriali 2) imm. materiali 3) imm. finanziarie PASSIVO (FONTI) PATRIMONIO NETTO 1) capitale sociale 2) riserve 3) utile ATTIVO CIRCOLANTE: 1) rimanenze (disponibilità) 2) liquidità differite 3) liquidità immediate PASSIVO CONSOLIDATO (REDIMIBILITÀ) PASSIVO CORRENTE (ESIGIBILITÀ)
11 Analisi per indici e per margini Una volta riclassificato lo S.P. secondo il criterio finanziario a liquidità crescente è possibile valutare l equilibrio finanziario dell impresa. A tal riguardo una impresa è solida finanziariamente quando è in grado di perdurare nel tempo adattandosi ai mutevoli cambiamenti esterni ed interni. Ciò avviene quando vi è: 1) una razionale correlazione fra fonti e impieghi. Ciò avviene quando: Le attività immobilizzate sono coperte da fonti di finanziamento di natura permanente e da debiti a medio lungo termine Le attività correnti sono coperte da passività di breve termine 2) un ragionevole grado di indipendenza dai terzi. Al fine di verificare l esistenza di queste 2 condizioni è possibile calcolare i seguenti indici (o margini): Indici di composizione Indici (margini) di struttura Indici (margini) di liquidità Indici di indebitamento
12 Indici di composizione Sono espressi in termini percentuali e derivano dal rapporto tra le diverse classi di attivo/passivo e il totale degli impieghi/fonti. I principali indici di composizione sono i seguenti: INDICE DI RIGIDITÀ INDICE DI ELASTICITÀ IMMOBILIZZAZIONI TOTALE ATTIVITO ATTIVO CORRENTE TOTALE ATTIVO Indicano la capacità dell impresa di modificare la propria struttura produttiva. Tanto più è alto l indice di rigidità quanto maggiore è la difficoltà dell impresa di adattarsi ai cambiamenti. Anche se, l indice di rigidità va sempre interpretato con riferimento al settore nel quale l impresa opera. Vi sono settori dove i processi produttivi svolti sono ad alta intensità di capitale ossia richiedono un ampio ricorso ad impianti altamente automatizzati. In tali casi il maggiore impatto delle immobilizzazioni sul totale delle attività comporta degli indici di rigidità elevati. In conclusione, molte imprese proprio perché operano in determinati settori, come quello farmaceutico, presenteranno un indice di rigidità elevato. Ciò comporta che tali indici come metro di confronto possono essere utilizzati per confrontare le imprese che operano nello stesso settore ma non quando le aziende operano in settori differenti o molto diversi.
13 PERCHÉ È IMPORTANTE TALE INDICE? Per quanto si è detto, una impresa è equilibrata finanziariamente (solida) se riesce ad adattarsi alle mutevoli condizioni esterne ed interne. Ecco allora che una impresa è maggiormente equilibrata da un punto di vista finanziario se presenta un indice di rigidità (elasticità) minore (maggiore). Altro indice di composizione è l indice di patrimonializzazione o indice di autonomia finanziaria: INDICE DI PATRIMONIALIZZAZIONE PRIMARIO PATRIMONIO NETTO TOTALE PASSIVO Indica il grado di capitalizzazione dell impresa a valore di libro. Tanto più elevato è il valore dell indice di patrimonializzazione, tanto più l impresa ricorre all autofinanziamento limitando fonti esterne di finanziamento. E considerato normale un rapporto compreso tra il 30% e il 60%, buono se superiore al 60% e critico se inferiore al 30%. In quest ultimo caso si ha una situazione di sottocapitalizzazione che potrebbe causare delle difficoltà nell accesso al credito e, quindi nello sviluppo. Al fine di uscire da tale situazione di impasse l impresa può aumentare il patrimonio netto agendo su due possibili fronti: Aumento di capitale Liquidare qualche investimento poco remunerativo La situazione opposta è quella della sovracapitalizzazione che si ha quando il suddetto indice è intorno all 80%. In tal caso il management può: Rimborsare parte del capitale apportato dalla proprietà Avviare nuove attività
14 In realtà anche in tal caso occorre considerare la situazione della singola impresa. L entità del capitale proprio va commisurato alla rischiosità aziendale, rinvenibile nella massima perdita che l impresa potrebbe registrare, e al costo dell indebitamento praticato dai creditori. Indici e margini di struttura Sono espressi in termini percentuali e derivano dal rapporto classi di attivo/passivo contrapposte nello SP. Tali indici permettono di verificare se vi è una razionale correlazione tra impieghi e fonti di finanziamento degli stessi. I principali indici (e margini) di struttura sono i seguenti: INDICI DI STRUTTRA PRIMARIO P. NETTO IMMOB. MARGINE DI STRUTTURA PRIMARIO P. NETTO IMMOB. Se tale indice assume un valore uguale o maggiore di 1 significa che il capitale proprio finanzia completamente gli investimenti immobilizzati; se assume un valore inferiore a 1 allora l impresa ha fatto ricorso anche a fonti esterne. Questo ultimo caso non necessariamente riflette una situazione negativa, purché ciò sia avvenuto con indebitamento a medio-lungo termine. Al fine di verificare tale circostanza si utilizza l indice di struttura secondario:
15 INDICE DI STRUTTURA SECONDARIO PN + P. CONS. IMM. MARGINE DI STRUTTURA SECONDARIO (PN + P. CONS) IMM. Se tale indice assume un valore uguale o maggiore di 1 significa che gli investimenti immobilizzati sono stati finanziati da capitale proprio e di terzi a medio-lungo termine; se assume un valore inferiore a 1 allora l impresa ha contratto anche debiti a breve (passività circolanti) creando un squilibrio temporale nella liquidità dell impresa. Pertanto, in una situazione di equilibrio le immobilizzazioni devono trovare copertura finanziaria con risorse durevoli, vale a dire principalmente con il capitale proprio e, in caso di insufficienza di questo, con finanziamenti a mediolungo termine. Indici (e margini) di liquidità Permettono di valutare la capacità dell impresa di far fronte ai debiti in scadenza ( a breve termine) utilizzando il capitale circolante, ossia i crediti che l impresa riscuoterà nel breve termine, i ricavi derivanti dalla vendita della merce in magazzino e la cassa. Uno degli indici di liquidità più utilizzati è l indice di disponibilità, pari a: INDICE DI DISPONIBILITÀ (CURRENT RATIO) ATTIVITÀ CORRENTI PASSIVITÀ CORRENTI
16 CAPITALE CIRCOLANTE NETTO CCN = ATTIVITÀ CORR. PASSIVITÀ CORR. Un quoziente maggiore dell'unità indica che l'azienda nel breve periodo è in grado di fronteggiare interamente i debiti correnti con le attività correnti. Il quoziente uguale a due è ritenuto ottimale; è però da considerare che l'indice non è in effetti molto significativo a causa del consistente peso che potrebbero avere le rimanenze di magazzino fra le attività correnti. Infatti queste ultime, a seconda del settore nel quale opera l impresa, potrebbero avere delle difficoltà di realizzo. Proprio tali considerazioni spingono ad affiancare al Current ratio altri indicatori, come il Quick Ratio e l Acid Test. Per quanto riguarda il Quick ratio: QUICK RATIO (INDICE DI TESORERIA SECONDARIO) LIQUIDITÀ IMMEDIATE + LIQUIDITÀ DIFFERITE PASSIVITÀ CORRENTI Il quick ratio isola l effetto delle scorte permettendo di calcolare la capacità dell impresa di far fronte ai debiti a breve con gli elementi di maggiore liquidità, come la cassa e i crediti. L obiettivo che ci si pone è un indice maggiore o uguale a 1. In realtà, anche il quick ratio potrebbe non rispecchiare il reale grado di liquidità dell impresa se le liquidità differite dell impresa sono costituite da crediti che difficilmente saranno riscossi dall impresa.
17 Ciò spinge a utilizzare un altro indice: l Acid test. ACID TEST (INDICE DI TESORERIA PRIMARIO) LIQUIDITÀ IMMEDIATE PASSIVITÀ CORRENTI L Acid Test permette di isolare l effetto dei crediti inesigibili calcolando la capacità dell impresa di far fronte ai debiti in scadenza con la liquidità disponibile. Tra gli indici trattati per misurare il grado di liquidità dell impresa è sicuramente il più prudente. Proprio per questo molti analisti finanziari, soprattutto americani, ritengono l Acid test l indice più importante da considerare al fine di determinare il grado di liquidità dell impresa. L obiettivo che ci si pone, ovviamente, è che tale indice sia vicino a 1. In Italia tale indicatore difficilmente sarà vicino a 1, ossia raramente le imprese sono in grado di coprire solo con la cassa le passività correnti. In America un importante analista finanziario (W.T.) ritiene l acid test l indice più importante per valutare lo stato di salute di una impresa. Ciò sembra spingere a considerare le imprese italiane poco liquide. In realtà anche il ruolo di tale indice va valutato con riferimento al settore o al mercato nel quale l impresa opera e al contesto nel quale la stessa opera. A tal riguardo è possibile evidenziare come in America la maggior parte delle imprese sono quotate e quindi potrebbe aver senso attribuire molta importanza a tale indice; diversamente in Italia Capitalia ha dimostrato che le imprese con un Acid Test molto elevato sono quelle prossime al fallimento. Ciò accade perché le imprese prossime al fallimento tendono a liquidare tutto alimentando la cassa per poi fallire e lasciare molti problemi ai fornitori e, in generale, ai creditori. ESEMPIO: ATTENZIONE AL SETTORE DI ATTIVITÀ
18 Si considerino tre imprese: Alfa, Beta, Gamma: alfa beta gamma Cassa PC Cassa PC Disp. PC P. Corr crediti. P. Corr P. Corr Anche se le imprese presentano lo stesso Current ratio esse non sono uguali. L impresa: Alfa ha un attivo composto solo da cassa, quindi è l impresa con il più alto acid test; Beta ha la stessa quantità di cassa e crediti; Gamma non ha cassa ma solo disponibilità, ossia rimanenze di magazzino, quindi è l impresa con il Quick test più basso. Alla luce di quanto detto finora la terza impresa, quindi, sembrerebbe quella con una situazione finanziaria peggiore pur presentando lo stesso current ratio delle altre. In realtà ogni impresa va valutata con riferimento al settore a cui appartiene. Se l impresa gamma è una azienda petrolifera le elevate disponibilità potrebbero non essere un problema dato che vi è una elevata domanda di petrolio che, proprio per questo, vede ogni giorno rivalutarsi al rialzo. Differentemente se l impresa gamma opera nel settore dell abbigliamento dove spesso le disponibilità si traducono in invenduto allora quest ultima si trova probabilmente in una situazione critica.
19 Indici di indebitamento (leverage o leva finanziaria) Come è noto, l indice di indebitamento di una impresa può esser calcolato come pari a: leverage = CAP. CREDITO PASS. CONS + PASS. CORRENTI = CAP. PROPRIO PATRIMONIO NETTO Il grado di indebitamento (leva finanziaria) permette di definire quante volte il capitale di terzi finanziatori è superiore rispetto ai mezzi propri. Attraverso questo indice è possibile valutare quanto l azienda è esposta al rischio di default: più l azienda è indebitata e più è esposta al rischio di non essere più in grado di far fronte ai propri impegni Un leverage compreso tra 0,5 e 0,8 rappresenta una struttura patrimoniale favorevole ma comunque al limite. Valori superiori a 1 richiedono attenzione, mentre valori superiori a 2 denotano una struttura finanziaria completamente disequilibrata. Come vedremo tale indice incide fortemente la redditività d impresa.
20 Esercizio sull analisi dello Stato patrimoniale Si consideri il seguente SP redatto secondo i dettami dell art c.c. STATO PATRIMONIALE (ART C.C.) ATTIVO (IMPIEGHI) PASSIVO (FONTI) Immobilizzazioni immateriali = 200 materiali = 1000 finanziarie: 100 Attivo Circolante rimanenze = 300 crediti vs clienti esigibili entro l'anno = 200 esigibili oltre l'anno: 50 crediti vs. controllate esigibili entro l'anno = 0 esigibili oltre l'anno = 100 attività finanziarie diverse da imm. fin. = 100 disponibilità liquide = 50 Ratei e Risconti rateo attivo = 10 TOTALE ATTIVO: 2110 Patrimonio netto capitale sociale = 700 riserva legale = 200 utile d'esercizio = 60 T.F.R. = 300 Debiti debiti vs fornitori esigibili entro l'anno = 320 esigibili oltre l'anno = 0 debiti vs Banca esigibili entro l'anno = 100 esigibili oltre l'anno = 400 Ratei e Risconti risconti passivi = 30 TOTALE PASSIVO: 2110
21 Vediamo prima l attivo e, in particolare, l attivo fisso. In tale aggregato andremo a mettere: Imm. immat = 200 Imm. mat. = 1000 Imm. fin. = ( rappresentati questi ultimi dai crediti esigibili oltre l anno rinvenibili nella voce C.III.2) Nelle immobilizzazioni non andiamo a considerare i ratei passivi perché, a meno che non venga diversamente specificato, si intendono a breve termine. Il totale delle immobilizzazioni sarà: Già è possibile calcolare l indice di rigidità dell impresa: indice di rigidità = = 64% La maggior parte delle attività è costituita da Immobilizzazioni e, di conseguenza, l azienda presenta una struttura abbastanza rigida. Per quanto riguarda l attivo corrente. In tale aggregato si avrà: Magazzino = 300 Liquidità differite Crediti vs clienti = 200 Crediti vs controllate = 100 Altri titoli = 100 Ratei attivi = 10 TOTALE = 410 b) Liquidità immediate = 50 Il totale dell attivo circolante o corrente sarà pari a 760
22 Quanto impatto le liquidità differite sul totale delle attività: = 19% Essendo il 64% determinato dalle immobilizzazioni, le liquidità immediate e il magazzino determinano insieme il 17% dell attivo. Passiamo al passivo. In tale aggregato avremo: c) Patrimonio netto = 960 d) Passività consolidate o redimibilità: TFR = 300 Debiti vs banche = 400 TOTALE PASSIVITÀ CONSOLIDATE: 700 e) Passività correnti: Debiti vs fornitori = 320 Debiti vs banche = 100 Ratei passivi = 30 TOTALE PASSIVITÀ CORRENTI = 450 A tal punto è possibile calcolare: a) gli indici di struttura primario e secondario b) indice di indebitamento c) current ratio: a. quick ratio b. acid test Procedendo per gradi. L indice di struttura primario sarà: indice strutt. primario = P. NETTO IMM. = = 71%
23 L impresa presenta un buon indice di struttura primario dato che il 70% delle immobilizzazioni è coperto attraverso il patrimonio netto. Considerando anche le fonti di finanziamento esterne a medio-lungo termine si ottiene l indice di struttura secondario: indice strutt. secondario = P. NETTO + P. CONSOLID IMM. = = 1,22 Quindi le fonti di finanziamento (interne e esterne) a medio lungo termine sono in grado di coprire più che congruamente le immobilizzazioni. Ciò comporta che le attività a lungo termine non sono minimamente finanziate tramite le passività a breve termine. Il livello di indebitamento dell impresa sarà: leverage = CAP. CREDITO PASSIVITÀ CONS & CORR = = = 1,19% CAP. PROPRIO CAP. PROPRIO 960 Tale indice per esser ottimale dovrebbe esser minore di 1. Anche in tal caso però una qualsiasi valutazione deve necessariamente esser contestualizzata al settore nel quale l impresa opera. Alcune imprese riescono a mantenere un livello di indebitamento compensando con degli elevati flussi di cassa (autostrade). Andiamo a vedere come sono finanziate le attività a breve termine: Current ratio = ATT. CORRENTI PASS. CORRENTI = = 1,68 Tale Indice per esser ottimale dovrebbe essere maggiore o uguale a 2. Al fine di verificare il ruolo che le rimanenze hanno nel comparto delle attività correnti calcoliamo il quick ratio: Quick ratio = LIQ. IMM + DIFF PASSIVITÀ CORR. =
24 Il current ratio dovrebbe essere maggiore di 1 e, come si può notare tale obiettivo non è lontano. Inoltre, la differenza tra il current ratio e il quick ratio non è enorme e, quindi, non vi erano tantissime scorte in magazzino. Andiamo ora a calcolare l Acid test: LIQ. IMM. PASS. CORR = = 0,12 L impresa è molto lontana dal riuscire a coprire tutte le passività correnti con le liquidità immediate.
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