ASPETTI METODOLOGICI 01/02/2012. Carlo Pellegrini
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1 ASPETTI METODOLOGICI 01/02/2012 Carlo Pellegrini
2 Per fare un progetto. Ci vuole una programmazione generale (contesto di riferimento)
3 Per una buona progettazione ANALISI DEL CONTESTO E ASSUNTI DI BASE OBIETTIVO GENERALE Obiettivo specifico Obiettivo specifico Obiettivo specifico Indicatore Indicatore Indicatore Strategie di intervento Realizzazione Valutazione
4 Analisi del contesto
5 Analisi del contesto Si dovrà capire perché è importante intervenire, in quale particolare contesto, su quel particolare problema/area/bisogno. Sarà importante esplicitare: Su quale problema si interverrà, come è definito e come si manifesta. (problema) Quali sono le caratteristiche delle persone interessate al fenomeno rispetto a quelle non interessate. (problema) Le cause, le spiegazioni e i fattori responsabile del problema. (ipotesi) Fonti informative/interpretative già esistenti. (ipotesi) La sua entità (incidenza, diffusione), se è in espansione, se genera altri problemi. (bisogno) Per chi e perché è rilevante e necessario intervenire. (bisogno) Se ci sono opinioni differenti rispetto alla necessità dell intervento. (bisogno) Se le persone coinvolte desiderano un cambiamento.(bisogno) Definire la scelta del tipo di prevenzione: universale, selettiva, indicata. Chiarire le teorie a cui si intende riferirsi, che possono aiutare a definire gli obiettivi e possono prevedere gli effetti che si possono ottenere modificando certe variabili: spiega cosa accade e come e perché accade.
6 Obiettivo generale
7 Obiettivo generale L obiettivo generale è lo scopo complessivo del programma e deve essere calibrato sul target individuato ed esprimere un cambiamento atteso (da un più a un meno o da un meno a un più oppure un mantenimento) rispetto a una situazione problematica. Gli obiettivi generali sono riferiti quasi sempre alle condizioni di salute della popolazione o riduzione di comportamenti e atteggiamenti considerati a rischio (chiarezza nel cambiamento atteso). Alcuni esempi: Diminuire il numero di studenti che abbandonano il percorso scolastico Diminuire i comportamenti a rischio (es. Bullismo) Diminuire i casi di sovrappeso Aumentare le abilità personali
8 Obiettivi specifici
9 Obiettivi specifici Gli obiettivi specifici sono i cambiamenti ed i miglioramenti necessari per raggiungere l obiettivo generale e si riferiscono ai beneficiari intermedi o finali Scomporre l obiettivo generale, a partire dalle ipotesi di lavoro, in alcuni obiettivi specifici definendo: Termini quantitativi e misurabili (se possibile) Un risultato che concretamente si intende raggiungere Entro quando Con e per quale popolazione (target) Definiscono cosa i beneficiari finali saranno in grado di sapere, fare, o essere grazie alle attività del progetto.
10 Obiettivi specifici Es. di obiettivi formulati in modo inadeguato: formazione insegnanti aumentata aumento delle occasioni di confronto tra insegnanti genitori e studenti aumento dei distributori di frutta aumento di offerta di spazi ricreativi Es. di obiettivi formulati in modo adeguato: miglioramento nel gruppo insegnanti della capacità comunicative e di relazione con gli studenti aumento delle conoscenze, da parte dei genitori, su sostanze lecite e illecite sviluppare una particolare abilità sociale e personale tra gli studenti
11 Obiettivi specifici in sintesi. Specifici Misurabili Attuabili Realistici Temporalmente definiti
12 Indicatori Come rendere verificabili gli obiettivi specifici? Occorre definire gli indicatori. Un indicatore deve contenere: Un valore di riferimento Una variabile Un gruppo target Un tempo di osservazione Es. se l obiettivo specifico è: aumentare il consumo di frutta negli studenti, l indicatore potrà essere: aumentare del 20% (valore) l assunzione di almeno una unità di frutta o verdura al giorno (variabile) tra gli studenti di prima (gruppo target) entro la fine dell anno scolastico (tempo)
13 Strategie di intervento Approccio informativo Aumentare le conoscenze sulla base di informazioni scientificamente corrette (ed eventualmente riorientare quelle preesistenti) rispetto a effetti e svantaggi relativi a comportamenti scorretti; Aumentare la corretta percezione dei rischi connessi per es. all uso di sostanze stupefacenti legali e illegali; al consumo di certi cibi
14 Strategie di intervento Approccio informativo: fare attenzione a: Caratteristiche dei destinatari Tipologia e contenuto del messaggio Integrare con altri tipologie di approcci Fonte e canale del messaggio Messaggi o immagini violenti
15 Strategie di intervento: Life skill Le life skill possono essere definite come quelle abilità che mettono in grado un individuo di adottare strategie efficaci per affrontare i diversi problemi della vita quotidiana (WHO, 1993).
16 Strategie di intervento Modello di sviluppo delle life skill (WHO) Conoscenza Atteggiamenti Sviluppo di Abilità psicosociali + + Rinforzo o modifica del comportamento Comportamenti sani Promozione della salute
17 Strategie di intervento Punti di forza delle life skills. consentono agli individui di tradurre conoscenze e atteggiamenti in comportamento (sapere cosa fare, come farlo e essere consapevoli di saperlo fare) influenzano il modo di percepire se stessi e gli altri e il modo in cui si è percepiti aumentano il senso di autostima e autoefficacia (livelli bassi sono spesso associati all uso di alcool e droghe e ad altri comportamenti problematici)
18 Life skills Alimentazione Attività fisica 1. Capacità di prendere decisioni 2. Capacità di risolvere problemi 3. Pensiero critico 4. Pensiero creativo 5. Comunicazione efficace 6. Capacità di relazione 7. Empatia 8. Autoconsapevolezza 9. Gestione emozioni 10. Gestione stress Incidenti Stradali Malattie a trasmissione sessuale Dipendenze: alcol, tabaccco, droghe
19 Strategie di intervento: Peer education Ci sono varie definizioni: l educazione ai giovani fatta dai giovani (Tobler, 1992) Condivisione delle nostre esperienze e apprendimenti per mezzo di altri simili a noi (Robin, 1994) Strategia in cui soggetti dotati di notevole influenza normativa nei confronti del loro gruppo di appartenenza si assumono la responsabilità, tramite un opportuno processo di formazione e training, di esercitare specifiche funzioni di influenza formativa (Pellai, et al., 2002) Una strategia educativa volta ad attivare un processo naturale di passaggio di conoscenze, di emozioni, e di esperienze da parte di alcuni membri di un gruppo ad altri membri di pari status (Antonietti, et al., 2003)
20 Strategie di intervento Punti di forza della Peer education I Peer Educator : sono in possesso dello stesso patrimonio linguistico, valoriale, rituale, a livello microculturale e microsociale (Rickert, et al.,1991) sono percepiti come fonti credibili, soprattutto rispetto ad aree altamente significative quali la sessualità e l uso di droghe. (Pellai, et al.,2002) permettono una interazione faccia a faccia più immediata, meno inibente e meno giudicante (Pellai, et al., 2002) possono fornire un modello facilmente fruibile, che supporta in modo esplicito valori e stili di vita orientati al benessere. (Pellai, et al., 2002) favoriscono la possibilità che i temi trattati vengano ripresi successivamente (Rickert, et. al.)
21 Strategie di intervento Approccio di comunità Definizione Lo sviluppo di comunità può essere definito come un processo che mira a creare condizione di progresso sociale ed economico attraverso la partecipazione attiva della comunità (Rothman, 1974).
22 Strategie di intervento Approccio di comunità DUE APPROCCI GENERALI Community-based: i rappresentanti della comunità assistono gli operatori per adattare i programmi alla popolazione che rappresentano e fungono da risorsa per il sistema dei servizi. Il controllo della comunità è molto basso (Chavis, Florin, 1992) Sviluppo di comunità: impegna i membri della comunità nella progettazione e nella produzione dei servizi. Si focalizza sulle risorse presenti e cerca di favorire lo sviluppo di competenze affinché la comunità gestisca e controlli un processo di cambiamento autodiretto (Chavis, Florin, 1992)
23 Strategie di intervento Punti di forza dell approccio di comunità La Comunità è un arena efficace per influenzare gli atteggiamenti (fornisce modelli, norme sociali, sostegno per iniziare o mantenere un cambiamento comportamentale) Utilizza sistemi informali più facilmente accessibili ai soggetti svantaggiati Il coinvolgimento della comunità nella progettazione permette di costruire un intervento su misura Offre un opportunità di influenzare le politiche delle agenzie locali e regionali È un intervento che si indirizza a molteplici sistemi e utilizza diverse strategie e quindi può agire su più fattori Lavora nella logica dei moltiplicatori dell azione preventiva Favorisce un senso di controllo e quindi influenza il benessere
24 Strategie di intervento Mentoring rapporto intergenerazionale uno a uno tra un adulto (mentore) competente e significativo, e un bambino/adolescente, in cui il primo mette l altro nelle condizioni di acquisire consapevolezza delle proprie risorse e di sviluppare le proprie potenzialità (Mannarini, Taurino, 2000) L idea di base è che la vicinanza di adulti positivi e disponibili nei confronti dei giovani renderanno più probabile che anche questi ultimi diventino adulti solidi e affidabili (Jekielek, 2002)
25 Strategie di intervento Mentoring DOTI PERSONALI Integrità Prudenza Desiderio di prendersi cura ATTIVITA Caratteristiche del mentore Cognitive (capacità intellettuali e di pensiero complesso) Emotive ( equilibrio, capacità di adattamento) Relazionali ( capacità di stabilire relazioni e abilità di comunicazione) COMPETENZE Conoscenza fasi di sviluppo del bambino/adolescente Conoscenza processo di costruzione della relazione Conoscenza funzioni del mentore Conoscenza mantenimento di un legame Riconoscimento cause disfunzioni di una relazione Competenza gestione della differenza di genere Competenza/sensibilità interculturale Rispetto dell autonomia Auto-consapevolezza
26 Strategie di intervento Punti di forza del Mentoring Attenzione ai bisogni del soggetto Relazione costruttiva tra minore-giovane/adulto Un intervento che si modula su varie strategie/atteggiamenti Presentazione di un modello positivo e corretto Raggiungimento di maggiori soddisfazioni personali e profssionali
27 Strategie di intervento Le strategie presentate hanno maggior efficacia se utilizzate in maniera integrata
28 Tecniche di applicazione Metodologie attive
29 Valutazione
30 Valutazione VALUTAZIONE DI IMPATTO: RIGUARDA GLI OBIETTIVI GENERALI VALUTAZIONE DI PROCESSO: RIGUARDA L ANALISI DELLE PROCEDURE VALUTAZIONE DEI RISULTATI: RIGURADA GLI OBIETTIVI SPECIFICI
31 Valutazione E importante avere un disegno di valutazione già all inizio del progetto che definisca le modalità e gli strumenti per raccogliere i dati e le informazioni iniziali e finali, per definire i tempi, le procedure
32 Valutazione di risultato (tratto da: Prevention and Evaluation Resource Kit)
33 non sempre è proibito copiare! Esempi di programmi validati: Life Skills Training Program Unplugged Smoke free class competition
34 In sintesi Programmi a medio lungo periodo Coinvolgimento attivo dei destinatari diretti e indiretti Da privilegiare Progettare con una metodologia coerente e rigorosa Privilegiare metodologie efficaci
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