Ricercatrice in Lingua e letteratura latina (Seconda Università degli Studi di Napoli)
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- Romolo Casali
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1 gli alunni di una classe del Liceo di Sannazzaro (Napoli) hanno partecipato al concorso internazionbale haiku di Cascina Macondo con i loro haiku tradotti in latino. Ritenendo meritevole e interessante il lavoro svolto dagli studenti, volentieri dedichiamo questo spazio alla relazione dell'insegnante Arianna Sacerdoti. UN ESPERIMENTO INEDITO DI TRADUZIONE: HAIKU IN LATINO di Arianna Sacerdoti Ricercatrice in Lingua e letteratura latina (Seconda Università degli Studi di Napoli) 1 / 10
2 C era una volta un gruppo di adolescenti, abituati a studiare una lingua "inutile", sempre più svilita dagli orientamenti neo-positivisti di inizio XXI secolo e dalle direttive dell azienda-scuola. C era una volta un esperimento "inutile"; inutile, quanto teso alla ricerca della bellezza e all esercizio di un intelligenza non solo teorica. La lingua "inutile" è il latino, l esperimento "inutile" è la traduzione in latino di Haiku scritti in italiano dai ragazzi protagonisti di un avventura didattica che interseca i saperi disciplinari con la creatività della scrittura poetica. Il laboratorio di poesia e traduzione si è svolto nel Liceo Classico "Jacopo Sannazaro" di Napoli nell anno scolastico 2011/2012, nel corso di un P.O.N. di scrittura creativa intitolato "Comunicare per esserci". Colei che scrive questo resoconto ha guidato trenta adolescenti di quattordici-sedici anni in percorsi di lettura e scrittura, culminati per una precisa scelta culturale nelle sedute di conoscenza e di produzione di Haiku. Gli allievi si sono cimentati con il di origine giapponese nei locali della scuola e nel Parco "Villa Floridiana" del Vomero, vicino all Istituto. A turno hanno letto le loro poesie per condivisione con il gruppo e per il processo di labor limae. La settimana seguente sono stati invitati a portare con sé il vocabolario italiano-latino ed è iniziato l esperimento atipico di riformulazione nella lingua "morta" del proprio dettato poetico, seguendo la regola vincolante del rispetto della metrica Haiku. La difficoltà maggiore è consistita nella resa latina di espressioni o vocaboli che non ci sono nel dizionario, evidentemente, perché corrispondenti a oggetti o modi di dire del nostro presente e non del nostro passato. 2 / 10
3 Come insegnante (nell ambivalente veste tanto di Ricercatrice di Lingua e Letteratura Latina all Università, quanto di poetessa-esperta di Scrittura creativa) li ho invitati a cercare sinonimi italiani laddove possibile (es. "veicolo" in luogo dell originario "treno") o, nel caso di espressioni davvero intraducibili, a scegliere tra il conio di un neologismo e la creazione di una perifrasi (in italiano) che semplificasse l espressione di difficile resa. Spesso, per rientrare nello schema metrico previsto, gli scrittori-traduttori hanno utilizzato degli espedienti: hanno scelto il singolare in luogo del plurale o viceversa; hanno sfruttato lo iato, la sinalefe, l anasinalefe o, ancora, la caduta, come di prassi nella poesia latina, delle sillabe finali di parola -um/-am/-em davanti a parola successiva iniziante per vocale (segnalando la sillaba da elidere con le parentesi tonde: es. numqu(am) erimus nos?). Talvolta è stato necessario inserire un termine in più che non compariva nella versione italiana, come nel caso dell Haiku di Carla Nuzzolo: Cercando il sole come una lucertola lei scrive assorta Et quaerens solem sicut lacerta scribit cogitabunda 3 / 10
4 o come nel caso dell Haiku di Sara Barone: Dentro la scarpa solo un filo d'erba ed è già estate. In hoc calceo tantum filum herbae et iam aestas est o, ancora, come nel caso dell Haiku di Valeria Vigilante: Sotto il sole Mario si innamora di un filo d erba In die solis Marius amore captus grameninis. Il risultato è una singolare compresenza del rispetto della metrica latina e di quella Haiku allo stesso tempo. Veniamo ora all ambiguità, cifra dell allusività poetica. L ambiguità sintattica italiana può essere sciolta o, viceversa, mantenuta nella versione latina (Haiku di Sara Cafiero): Tornerò all ombra che l erba non asciuga 4 / 10
5 sole perdente Sub umbra redeam quia herbam non siccat hic perdens sol. In quest ultimo caso, infatti, la traduzione segnala che il "che" italiano è una congiunzione e non un pronome relativo riferito a "ombra" e che il sostantivo "erba" non è soggetto ma complemento oggetto. L ambiguità semantica è di solito risolta nella traduzione, come nel caso dell Haiku di Martina D Alessandro: Solo e pensoso cerchi nel campo di calcio - un breve abbraccio Solus cogitans in campo calcis quaeris - brevis amplexus. Il termine "cerchi" avrebbe potuto essere interpretato come 5 / 10
6 verbo (presente di cercare) o come sostantivo (i cerchi di cui è composto un campo da gioco). D altra parte, il latino segnala anche che il breve abbraccio dell ultimo verso non è complemento oggetto del verbo cercare, ma è piuttosto una frase a sé stante, una conclusione leggermente sospesa dell Haiku, come del resto risulta già dal trattino che la separa dal verso precedente. Così non sapremo mai cosa o chi cercasse il protagonista della poesia, ma sappiamo con certezza che alla ricerca segue un abbraccio (non sappiamo precisamente tra chi). Da un punto di vista lessicale, infine, alcuni termini come Haiku o Computer sono rimasti invariati, come nel componimento di Lara Gioia: Giochi nei prati bambole, non computer la mia infanzia Ioci in pratis pupae, non computer mea infantia. Altre volte a termini in italiano non facilmente traducibili in latino sono stati preferiti sinonimi, come nel caso dell Haiku di Flavia Maffei: Il treno parte 6 / 10
7 fazzoletti di stoffa fermi nel vento It comitatus mantilia retexta immota ad ventum Un espressione idiomatica italiana quale "scrittori in erba" (riferita al gruppo seduto effettivamente a scrivere su un prato) è stata resa in latino da Carolina Chieffo in maniera letterale: Morbido prato agli scrittori in erba fa da divano Gramen hoc molle scriptoribus in herba est triclinium. Se Umberto Eco scrive che tradurre è "dire quasi la stessa cosa", e se questo quasi merita ancora qualcosa (se insomma vale ancora la pena di tradurre poesia), spero che questo esperimento giocoso, bizzarro e "di nicchia" (la traduzione in latino di Haiku) possa essere ripreso in futuro in altre scuole e 7 / 10
8 condiviso con insegnanti, ricercatori, traduttori. Per il momento, io e i giovani poeti del Liceo "Jacopo Sannazaro" ci siamo veramente (e raffinatamente) divertiti. Arianna Sacerdoti ariannasacerdoti@libero.it PULL&MAN - ESCURSIONI AD ALTA VOCE VOLCAEDI - VOLONTARI DELLA LETTURA AD ALTA VOCE PER UN BARATTOLO DI STORIE CENT'ANNI DI SOLITUDINE AD ALTA VOCE I RACCONTI D'INVERNO OOKII YANAGI - I RACCONTI SOTTO IL SALICE IL RITORNO DI MELQUIADES QUANTI MINUTI DURA UN BRANO DA LEGGERE AD ALTA VOCE? 8 / 10
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