POLO SCIENTIFICO TECNOLOGICO PER LO SVILUPPO AGRICOLO DELLA MONTAGNA

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1 POLO SCIENTIFICO TECNOLOGICO PER LO SVILUPPO AGRICOLO DELLA MONTAGNA Un progetto strategico per il rilancio delle Valli del Verbano Sommario 1. Sintesi e obiettivi del progetto Una proposta strategica per le Valli del Verbano Il contesto formativo Il Polo della Montagna: descrizione delle strutture e dei servizi Relazione tecnica dell intervento architettonico Le opportunità per il territorio: impatti e progetti correlati I soggetti promotori Il percorso del progetto Polo della Montagna: accordi, protocolli, interazioni Il piano economico e il cronoprogramma dell intervento Polo scientifico tecnologico per lo sviluppo agricolo della montagna

2 1. Sintesi e obiettivi del progetto La riqualificazione della ex Filatura di Ferrera Cotonificio Calcaterra è tema di dibattito da molti anni. Il cotonificio Calcaterra, insediatosi nel paese di Ferrera di Varese intorno al 1880 e non più operativo dal maggio 1992, impiegava un importante numero di operai provenienti dai paesi limitrofi. La struttura, che costituisce un esempio d interesse storico di archeologia industriale, è ancora oggi integra nella sua composizione con un corpo principale e un corpo secondario. Gli immobili insistono su un'area che è situata nel territorio del comune di Ferrera di Varese e che lambisce a nord i comuni di Grantola e Cassano Valcuvia. Attualmente i fabbricati si presentano in ottimo stato di conservazione statica, pur richiedendo rilevanti interventi di manutenzione straordinaria per essere riportati alle condizioni originarie e per essere destinati alle attività descritte nel presente progetto. Figura 1: Edificio principale dell ex Filatura Calcaterra di Ferrera Nel corso dell'anno 2011 si sono tenuti alcuni incontri tra i soggetti rappresentativi del sistema istituzionale, economico e sociale del territorio (Regione Lombardia, Provincia di Varese, Associazioni di Categoria ed Enti locali) al fine di valutare ed individuare azioni e interventi che potessero rivitalizzare e sviluppare l'economia del territorio a nord della Provincia di Varese. A conclusione di questo percorso, è emersa, tra gli altri, l'opportunità di avviare un progetto integrato che, attraverso la riqualificazione e la riconversione di un area industriale dismessa, potesse dotare il territorio di infrastrutture e servizi finalizzati alla ricerca, alla formazione ed all innovazione tecnologica, con particolare riferimento all ambito agricolo e zootecnico. Dopo un'analisi di quanto il territorio delle Valli del Verbano potesse offrire si sono individuati nella vasta area cosiddetta ex Calcaterra, di proprietà della società Filatura di Ferrera s.r.l., il 2 Polo scientifico tecnologico per lo sviluppo agricolo della montagna

3 luogo e le strutture in possesso delle caratteristiche e dei requisiti adeguati per conseguire le finalità prefissate. Tale area, infatti, risulta ideale sia perché collocata in posizione baricentrica all interno del territorio a nord della Provincia di Varese sia perché dispone di una vasta area di terreni pertinenziali. Inoltre, nei paesi confinanti, sono situate alcune importanti infrastrutture che potranno implementare in modo funzionale le attività di sviluppo e di valorizzazione programmate, quali l ex impianto di compostaggio dell umido (attualmente utilizzato dalla Società Econord per lo stoccaggio di rifiuti), l impianto di depurazione della Valmartina, e la fitta rete ciclopedonale della Comunità Montana Valli del Verbano, il cui ulteriore sviluppo è assicurato mediante i fondi triennali del PISL Montagna. Grazie alle caratteristiche architettoniche e territoriali del complesso così individuato e alla luce del contesto urbanizzato ed economico in cui esso è situato, dopo attenta riflessione tra le parti e in particolare grazie al confronto e alla collaborazione con la Provincia di Varese, è stata ipotizzata la realizzazione di alcuni interventi prioritari che possano dare vita ad un importante ed innovativo Polo scientifico tecnologico per lo sviluppo agricolo della montagna : Centro formativo per l innovazione e la ricerca dell agricoltura di montagna; Stalla caprina didattica sperimentale per la tutela della biodiversità; Caseificio didattico sperimentale per i prodotti caseari della montagna; Serra didattica con centro di coltivazione varietà autoctone; Centro multifunzionale per i servizi per la montagna ; Parcheggio esterno e accessibilità pertinenziale al nuovo complesso; In relazione a questo programma la Comunità Montana Valli del Verbano in partenariato con la Provincia di Varese ha identificato nel piano di Interventi Emblematici della Fondazione Cariplo lo strumento più adatto per dare avvio all ambizioso progetto di riqualificazione della ex Filatura Calcaterra, unico nel suo genere a livello almeno regionale. Il progetto presentato si propone di ottenere importanti finanziamenti per realizzare gli interventi necessari al recupero e alla rivitalizzazione degli edifici e dell area di pertinenza della ex Filatura. L idea si propone come un mattone fondamentale della programmazione di lungo periodo per lo sviluppo delle Valli: la realizzazione presso l ex Filatura di un Centro di Formazione e di un Centro multifunzionale vuole rispondere, infatti, alla esigenza di rilancio dell economia locale, di sviluppo di competenze professionali nel campo agricolo ed agro-alimentare, di valorizzazione delle risorse turistiche e naturalistiche e di salvaguardia delle tipicità locali. Obiettivo generale: realizzare un innovativo polo per la montagna Il Centro di Formazione diventerà il primo elemento di realizzazione della visione strategica che Comunità Montana Valli del Verbano e Provincia di Varese hanno immaginato per il territorio locale. Alla luce delle sfide lanciate negli ultimi anni dalla crisi economica e dalle annose 3 Polo scientifico tecnologico per lo sviluppo agricolo della montagna

4 complessità legate alla marginalità del territorio (spopolamento, invecchiamento della popolazione, carenza infrastrutturale, difficoltà imprenditoriale) emerge infatti l esigenza di investire fin da subito negli elementi forti del territorio: il settore primario e il turismo. La strategia di lungo periodo si fonda perciò sullo sviluppo di un economia sostenibile che possa garantire quel benessere che le attività esistenti non sono più in grado di supportare. In questo senso avere percorsi di istruzione specializzata attivi presso l ex filatura rappresenterebbe il primo concreto passo per formare esperti del settore agronomico forestale nell ottica di fornire al territorio giovani imprenditori, tecnici e ricercatori pronti a scommettere sulle opportunità dello sviluppo locale. In questo senso l azione della Provincia di Varese è di particolare rilevanza nel rilancio dell area. L Ente si è, infatti, impegnato per far si che presso la rinnovata Filatura possa trovare sede un Centro formativo per l innovazione e la ricerca dell agricoltura di montagna per i giovani della valle e del territorio varesino. In particolare è già stata registrata la disponibilità a trasferire a Ferrera l Istituto Professionale Sevizi per l agricoltura e lo sviluppo rurale gestito dall ISIS Newton che ha attualmente sede a Varese. Inoltre, il ripristino dell edificio della filatura consentirà di predisporre moderne aule da mettere a disposizione anche di un nuovo Centro di Formazione Professionale anch esso ad indirizzo agrario. Il centro di formazione sarà uno degli strumenti che Provincia di Varese e Comunità Montana forniranno al territorio per dare spunto e stimolo ad una nuova cultura di utilizzo e impiego delle risorse agroforestali, per poter formare e qualificare giovani che sappiano analizzare ed individuare le potenzialità agro-turistiche e agro-alimentari presenti e, adeguatamente supportati dagli Enti territoriali, sappiano avviare proprie iniziative ed attività che garantiscano slancio e sviluppo all'economia locale. I due corsi formativi potranno a regime ospitare una popolazione studentesca annua superiore alle 300 unità. L investimento nella dislocazione a Ferrera di attività formative trova senso in un quadro di insieme che deve avere almeno una visione di medio periodo. A Fondazione Cariplo sono, per Secondo obiettivo progetto emblematico: avviare centro formativo con stalla, caseificio e serre Primo obiettivo progetto emblematico: riqualificare le strutture della ex Filatura questa ragione, richiesti finanziamenti atti a dotare il nuovo polo di una Stalla caprina didattica sperimentale per ospitare circa cento capre di razza autoctona Nera di Verzasca e di razza Camosciata a servizio delle aziende locali e degli istituti scolastici, un Caseificio didattico sperimentale per la lavorazione del latte prodotto dalla stalla e serre e orti per la coltivazione di varietà agricole e florovivaistiche locali. In questo modo in un unica area sarà possibile per gli studenti vedere applicato il modello formativo dell alternanza studio-sperimentazione di campo in maniera piena ed unica a livello regionale. Particolarmente rilevante e strategico sarà poi l avvio, nell edificio secondario dell area, di un Centro polifunzionale che permetta di localizzare presso l ex Filatura molti importanti servizi ai 4 Polo scientifico tecnologico per lo sviluppo agricolo della montagna

5 cittadini e alle imprese della valle oggi disseminati sul territorio. In particolare si potranno localizzare in un unico spazio la nuova sede della Comunità Montana, dei Gal, dei servizi sociali, dei servizi informatici, dei servizi catastali, dell'associazionismo e di altre attività rilevanti dal punto di vista dei servizi sovracomunali. Stante la particolare posizione baricentrica rispetto ai 34 Comuni della Comunità Montana Valli del Verbano e la vicinanza alla confinante Comunità Montana del Piambello questa unificazione dei servizi rappresenterebbe una vera novità in grado di sostenere giorno per giorno le esigenze e le Terzo obiettivo progetto emblematico: avviare un Centro multifunzionale richieste dei cittadini. A titolo di esempio, uno dei servizi pensati per il territorio come Centro Multifunzionale, sarà il supporto offerto, in collaborazione con i GAL varesini, a tutte le imprese del settore agricolo, agroalimentare e del turismo, nel tentativo di cogliere le importanti opportunità economico-finanziarie offerte dal nuovo PSR. Nel tentativo di modernizzare l approccio del territorio al settore primario la sinergia applicata tra istituti di formazione, centro dei servizi, aziende agricole, turismo verde e centri di ricerca specializzati rappresenterebbe un importante valore aggiunto per tutta l economia locale. Ulteriori investimenti saranno inoltre programmati al di fuori del presente bando nel medio periodo per fortificare questo connubio: laboratori universitari, spazi dedicati alla sperimentazione nel settore energetico (con centrali a biomassa, mini-idroelettrico e pannelli solari), piccole aree produttive nel settore agroalimentare (miele varesino, trasformazione di carni di selvaggina, acquacoltura) e spazi aperti per associazioni benefiche. L obiettivo è quello di proporre un progetto di ampio respiro che non guardi solo ai primi interventi eventualmente finanziati da Fondazione Cariplo, ma dimostri il coinvolgimento degli attori locali nell ottica di una progettualità complessa che permetta alla ex Filatura di proporsi come elemento di valorizzazione del territorio e del tessuto sociale a livello provinciale e regionale in grado di innescare nuove e ulteriori ricadute positive. Di seguito si riporta una tabella riassuntiva della stima dei costi per gli interventi di cui si vorrebbe chiedere supporto alla Fondazione Cariplo: Tipologia di investimento Valore in Predisposizione spazi scolastici Predisposizione spazi Polo Multifunzionale Realizzazione Stalla Realizzazione Caseificio Realizzazione Serre Parcheggio esterno Totale Contributo richiesto a Fondazione Cariplo Cofinanziamento della Provincia di Varese Polo scientifico tecnologico per lo sviluppo agricolo della montagna

6 2. Una proposta strategica per le Valli del Verbano Il quadro del territorio fisico Il territorio della Comunità Montana Valli del Verbano si colloca in un ambito territoriale di indubbio valore naturalistico ed elevata sensibilità paesaggistico-ambientale. Esso si estende nella parte nord della Provincia di Varese in una zona compresa tra il Lago Maggiore, a ovest, il confine svizzero a nord-est, la Comunità montana del Piambello ad est e il Parco del Campo dei Fiori e il lago di Varese (per la porzione interessata dal comune di Gavirate) a sud. La comunità comprende 34 comuni su una superficie totale di 30mila ettari in un territorio che si inserisce nel complesso delle Pre-Alpi Lepontine. Figura 2: Il territorio della Comunità Montana Valli del Verbano 6 Polo scientifico tecnologico per lo sviluppo agricolo della montagna

7 L assetto territoriale è caratterizzato da alcune valli con andamento indicativo est-ovest confluenti nel bacino del Lago Maggiore e fra queste le due principali sono la Val Veddasca nella parte nord e la Valcuvia più a sud. Possono invece essere considerate valli con andamento più breve e pertanto meno incisive sul territorio la Val Travaglia e la Valle del Fiume Tresa. Dal punto di vista dello sviluppo plano-altimetrico il territorio della Comunità Montana è compreso tra la quota di circa 200 m s.l.m. rappresentata dalla quota media del Lago Maggiore e le altitudini massime dei suoi rilievi (Monte Nudo, Monte San Martino e Monte Colonna) che si aggirano intorno ai m s.l.m. L area presenta caratteristiche tipiche della morfologia delle valli dell arco alpino occidentale con acclività ed accidentalità abbastanza elevate, in particolare nella parte Nord del territorio della Comunità Montana, ed una idrografia che, fatta eccezione per i torrenti e fiumi principali, si presenta come superficiale e caratterizzata da un reticolo semplice a spiccato regime torrentizio - stagionale. Nel territorio di riferimento le superfici forestali assumono una notevole importanza in quanto interessano quasi due terzi del territorio della Comunità Montana; prevalgono le foreste di caducifoglie caratterizzate soprattutto da castagneti e faggeti. Nel corso dei secoli, l uomo ha creato dal bosco prati falciabili, scaglionandoli lungo i pendii e ha introdotto specie esotiche come la robinia. La pianificazione territoriale anche dei boschi è un elemento da tenere in considerazione per lo sviluppo locale e per la conservazione dell habitat, anche faunistico, e della stabilità dei versanti. Anche i dati climatici indicano un appartenenza del territorio alla fascia pre-alpina, anche se la presenza del Lago Maggiore, con la sua massa d acqua, ne condiziona positivamente la temperatura, esercitando un azione mitigatrice. Le precipitazioni sono generalmente abbondanti ma possono variare notevolmente di intensità di anno in anno. Si riscontra inoltre un progressivo mutamento del regime meteorologico con precipitazioni che nell arco dell anno tendono a ridursi in numero di eventi ma ad intensificarsi in portata associato ad un aumento del numero di giornate con picchi di caldo con temperature sopra i 30 (Rapporto sullo Stato dell Ambiente ARPA Lombardia 2007). Questo elemento costituisce una criticità in quanto in caso piogge violente e Valorizzazione paesaggistica già avviata con progetti europei e regionali Territorio di forte valore naturalistico che si estende fra lago e valli di montagna prolungate nel tempo, spesso associate a un rapido aumento della portata di ruscelli e torrenti, non sono infrequenti fenomeni franosi e straripamento di corsi d acqua. Inquadrato l ambito territoriale di riferimento è utile mettere in luce alcuni elementi che evidenziano il valore paesaggistico di questo territorio e alcuni programmi già elaborati dalla Comunità Montana per la sua preservazione; primi fra tutti gli 8 siti Natura 2000 che sono parte di una rete ecologica di siti individuati a livello comunitario (SIC) per la protezione e la conservazione della biodiversità degli habitat naturali di grande valore e delle loro specie, animali e vegetali. Per il territorio della Comunità Montana i siti Natura 2000 costituiscono una rete in grado di garantire la vitalità degli habitat più frammentati e delle specie meno dotate di capacità di spostamento e nel complesso rappresentano quindi un elemento ambientale e paesaggistico cardine per il rilancio sostenibile 7 Polo scientifico tecnologico per lo sviluppo agricolo della montagna

8 della montagna. La Comunità Montana Valli del Verbano ha in carico diretto la gestione di 2 siti, quello del Monte Sangiano e quello dei Monti della Valcuvia, entrambe nella parte sud del proprio territorio; altri 5 siti sono gestiti dal Parco regionale del Campo dei Fiori; infine il sito Val Veddasca è gestito dalla Provincia di Varese. In raccordo con gli indirizzi regionali e provinciali, la Comunità Montana ha elaborato il PISL (programma integrato di sviluppo locale), uno strumento triennale di programmazione territoriale. Il piano si fonda sull individuazione di un percorso di sviluppo dell economica locale che valorizzi le risorse umane, ambientali, culturali, produttive e infrastrutturali presenti sul territorio ed è in corso di attuazione con interventi che mirano alla valorizzazione e alla difesa del territorio montano e a migliorarne la competitività. Parallelamente sono stati adotti dalla Comunità Montana i Gal (gruppi di azione locale divisi in Gal Valli del Luinese0F1 e Gal dei laghi e della montagna1f2), strutture che operano nelle aree più svantaggiate per favorire strategie di sviluppo del territorio attraverso la promozione dell agricoltura e dei prodotti ad essa connessi. Il quadro residenziale demografico Partendo dal quadro di riferimento fisico territoriale appena tracciato, si può notare come la distribuzione dell abitato dei comuni della Comunità Montana segua l andamento delle pendici montuose concentrandosi nel fondovalle e lungo le sponde del Lago Maggiore, aree più facilmente edificabili e raggiungibili da percorsi carrabili agevoli. Nella parte sud prevale l ambiente antropizzato della conurbazione fra Gavirate e Laveno, dalla forte presenza delle attività produttive e commerciali; nella parte centrale si nota l ambiente naturale della Valcuvia con un abitato residenziale e piccole attività produttive ed agricole; infine il territorio più a nord delle valli del luinese è caratterizzato da ampie foreste e da una densità abitativa ridotta. Si possono quindi Criticità demografiche: spopolamento e invecchiamento nei paesi di montagna distinguere i 34 comuni della Comunità Montana in comuni di fondovalle e comuni sulle pendici, per quelli la cui quota minima supera i 350m s.l.m.; questi hanno un vasto territorio caratterizzato, da frazioni, alpeggi e grandi aree boschive e una minor densità abitativa, soprattutto per quanto riguarda la Val Veddasca. Sotto l aspetto demografico, il territorio della Comunità Montana Valli del Verbano rispecchia un andamento di sviluppo in linea con altri contesti simili a livello nazionale: nonostante il dato complessivo della popolazione mostri un sensibile incremento nei valori assoluti, il fenomeno dello spopolamento è latente nei Comuni più isolati e montani ed è parzialmente attenuato dall insediamento di nuovi residenti stranieri nelle aree di fondovalle e di lungo lago. L'emigrazione verso centri di pianura e urbanizzati è determinata dalla ricerca di migliori condizioni di vita in termini di servizi rispetto a quelle che il contesto ambientale montano offre. A Polo scientifico tecnologico per lo sviluppo agricolo della montagna

9 questo fenomeno si associa un aumento del tasso di invecchiamento che evidenzia come il numero dei residenti di età superiore ai 65 anni sia in costante aumento rispetto al numero di residenti con età inferiore a 14 anni, soprattutto per tutti i paesi situati a monte, mentre i valori tendono a diminuire nei paesi di fondovalle, ove la qualità della vita è agevolata da una maggiore efficienza dei servizi alla popolazione. Si evidenzia quindi una marginalità territoriale che ricalca la minor quantità di servizi, infrastrutture e di collegamento dei paesi montani, che tendono quindi a restare isolati generando un circolo vizioso che si riflette anche sulla qualità dell ambiente naturale e sulla sua valorizzazione. Al contrario, la vitalità degli insediamenti di montagna, accompagnata da attività agricole-produttive, svolge un ruolo centrale nel mantenimento attivo della montagna, garantendo un azione di salvaguardia e presidio del territorio, altrimenti destinato all abbandono e al degrado. 9 Polo scientifico tecnologico per lo sviluppo agricolo della montagna

10 comune n abitanti (2012) classi di età e + indice vecchiaia estensione territorio - Km 2 Agra ,90 Azzio ,47 Brenta ,32 Brezzo di Bedero ,71 Brinzio ,40 Brissago-Valtravaglia ,10 Casalzuigno ,13 Cassano Valcuvia ,03 Castello Cabiaglio ,14 Castelveccana ,36 Cittiglio ,48 Cocquio-Trevisago ,40 Curiglia con Monteviasco ,85 Cuveglio ,63 Cuvio ,05 Dumenza ,35 Duno ,51 Ferrera di Varese ,49 Gavirate ,50 Gemonio ,66 Germignaga ,71 Grantola ,08 Laveno-Mombello ,19 Luino ,67 Maccagno ,18 Masciago Primo ,95 Mesenzana ,89 Montegrino Valtravaglia ,22 Orino ,83 Pino sulla Sponda del Lago Maggiore ,35 Porto Valtravaglia ,88 Rancio Valcuvia ,39 Tronzano Lago Maggiore ,68 Veddasca ,01 TOTALI Tabella 1: dati demografici e territoriali nei comuni della CM Valli del Verbano fonte: ASR Lombardia 10 Polo scientifico tecnologico per lo sviluppo agricolo della montagna

11 Il quadro economico e infrastrutturale La Comunità Montana rappresenta, per la sua posizione geografica di confine, uno degli anelli di congiunzione che collega la Provincia di Varese e l area industriale dell hinterland del nord-ovest milanese alla Confederazione Elvetica e quindi all Europa. La rete infrastrutturale che attraversa i comuni della Comunità è fortemente condizionata dalle caratteristiche morfologiche del territorio e non riesce a raggiungere efficacemente tutti i centri abitati, lasciando i paesi minori e quelli di montagna ancora una volta ai margini delle connessioni locali e di più ampia scala. Si possono distinguere solamente due principali vie di comunicazioni che scorrono nelle parti più pianeggianti come la statale SS394 che da Gavirate segue la Valcuvia nel fondovalle fino a Luino e la strada provinciale SP69 che costeggia tutta la sponda del Lago Maggiore fino al confine con la Svizzera. Sia la rete ferroviaria di Trenitalia (che si ferma a Luino) che la linea Tilo (Ticino Lombardia che collega la città di Bellinzona con l aeroporto di Malpensa) ripercorrono l itinerario del lungo lago. Le linee degli autobus sono invece in numero consistente ma spesso purtroppo la frequenza è bassa e legata prevalentemente all utenza scolastica e pertanto molte località non sono adeguatamente servite. L andamento del terreno ha quindi da sempre vincolato e condizionato lo sviluppo delle infrastrutture, che a tutt oggi si dimostrano insufficienti e inadatte a supportare l elevata domanda di mobilità della Valli. Nonostante ciò, a partire dal 2010 è stata potenziata la rete Wi-Fi fino ad estendere il servizio nelle valli, andando a coprire anche aree non servite dalla linea a banda larga. Le difficoltà di mantenere questo territorio all interno di circuiti dove lo sviluppo è favorito da fattori legati al rapido accesso agli assi di comunicazione ostacola lo sviluppo del sistema economico delle Valli e di conseguenza anche l insediamento, l espansione e la sopravvivenza delle imprese produttive locali, le quali, secondo i dati della Camera di Commercio di Varese, sono in diminuzione. Questo stato di fatto evidenzia come l'insediamento demografico e la rete infrastrutturale condizionino il settore imprenditoriale che richiede quindi una revisione delle politiche di sviluppo locale. Tuttavia, a fronte di quest analisi emergono potenzialità ed Grandi potenzialità dai settori: agrario, forestale e turistico importanti opportunità di sviluppo legate alle risorse del territorio della Comunità Montana e che sono riconducibili alla potenzialità dei settori: agrario, forestale e turistico. Inoltre, nonostante i problemi più evidenti che affliggono il sistema agricolo montano, negli ultimi anni si è registrato un significativo segnale di ripresa delle imprese agricole multiservizio. A differenza di quanto accade per altri settori, il primario rappresenta oggi un settore con buone prospettive di sviluppo per il territorio; gli ultimi dati rilevati al 2011 mostrano infatti una - seppur minima - crescita in termini sia di addetti sia di numerosità delle imprese, a fronte di una situazione globale di recessione e di un periodo quinquennale di leggera difficoltà (vedi tabella 2). 11 Polo scientifico tecnologico per lo sviluppo agricolo della montagna Difficoltà di sistema: carenze infrastrutturali e crisi delle attività imprenditoriali.

12 Se il numero delle aziende agricole della Valcuvia si attesta su valori simili a quelle delle valli circostanti, le valli più a nord nel Luinese invece hanno un numero maggiore di aziende confermando un rapporto positivo e ricco di potenzialità fra territorio naturale e attività produttive del settore primario. aziende aziende agricole con allevamenti agricole totale bovini ovini caprini suini avicoli anno anno Tabella 2: Aziende agricole attive nel territorio della Comunità Montana Valli del Verbano Mentre nel fondovalle, in particolare in Valcuvia, l allevamento di bovini da latte è spina dorsale dell agricoltura (anche perché senza di esso la maggior parte dei terreni agricoli della valle sarebbero incolti), nelle aree di montagna, soprattutto nelle valli del Luinese, prevalgono le aziende di allevamento caprino e la produzione di latte, formaggi e salumi. Queste aziende hanno carattere per lo più familiare e svolgono in alcuni casi anche attività complementari a quella agricola, come ad esempio il servizio di agriturismo. Fra le razze allevate è tipica la Nera di Verzasca (o Verzaschese), originaria del Canton Ticino che viene allevata da tempo imprecisato anche nella valli dell alto lago Maggiore. In numerosi casi l azienda agricola rimane l unica attività economica delle comunità locali molto piccole e le famiglie degli agricoltori sono le sole che rendono popolate numerose frazioni altrimenti quasi abbandonate. Dal punto di vista produttivo, la produzione e la trasformazione di prodotti agroalimentari di eccellenza qualifica il territorio, ma purtroppo l attività zootecnica della Comunità Montana soffre il limite di operare in una zona meno sviluppata, senza godere di alcun vantaggio specifico; in particolare l assenza di un industria casearia costringe gli allevatori ad indirizzare il latte bovino alle principali industrie di confezionamento del latte alimentare (che ormai sia sul panorama nazionale sia su quello locale, sono costituite da pochissime grandi aziende). Infine nel settore del florovivaismo c è da registrare una ricca produzione, che potrebbe quasi definirsi "tipica" della valle, legata alla coltivazione delle piante acidofile (rododendro, azalea e camelia) che sul versante lacustre trovano un habitat particolarmente adatto alla loro coltivazione. Questa coltivazione, particolarmente apprezzata dagli stranieri, assidui frequentatori del lago, è un ulteriore potenziale da valorizzare attraverso una formazione specializzata e una promozione al pubblico. Il quadro turistico Il territorio delle Valli del Verbano è meta di flussi turistici nazionali e internazionali grazie alla particolare collocazione geografica (confine svizzero, collegamenti alle grandi vie di comunicazione verso il sud della Germania, aeroporto di Malpensa, vicinanza all area urbana di Milano) e all ambiente naturale, in particolare quello più prossimo al Lago Maggiore. A questo si aggiunge il 12 Polo scientifico tecnologico per lo sviluppo agricolo della montagna

13 circuito delle aziende agricole e degli agriturismi che rappresentano una forma di turismo minore legato alle peculiarità territoriali (prodotti tipici, paesaggio, cultura) e possono essere un elemento economico da potenziare nel quadro di un turismo sostenibile, legato all ambiente montano. Purtroppo le potenzialità turistiche di questi luoghi sono ancora sfruttate solo in parte a causa di una ridotta esperienza nell accoglienza turistica e nella promozione delle risorse culturali e naturali anche a livello locale. E in questo scenario che si inseriscono alcuni percorsi e progetti già avviati dalla Comunità Montana e da Enti locali: percorsi ciclabili di fondovalle: la realizzazione di una pista di 30 km che valorizzi il territorio, privilegiando lunghe pedalate nella natura. sentieri lungo la linea Cadorna: progetto di valorizzazione di 9 percorsi pedonali lungo la linea difensiva ideata e realizzata dal generale Luigi Cadorna, durante la Prima Guerra Mondiale 3. i strà de caver : le strade delle capre, percorsi per il trekking a cavallo e in mountain bike volto alla scoperta di antichi sentieri di montagna 4. Strada dei sapori delle valli varesine: permette di assaporare le produzioni tipiche (vini e sapori) e di scoprire le bellezze paesaggistiche del territorio 5. Formaggella del Luinese: formaggio appartenente alla tradizione locale, è l'unico tra le DOP italiane a essere prodotto esclusivamente con latte caprino crudo. Corni e Pecc e Mipam: eventi legati alla tradizione agro-zootecnica montana che rappresentano un significativo appuntamento annuale. Al tempo stesso non mancano elementi culturali e centri museali di rilevante interesse turistico, che vengono qui solamente citati: Villa della Porta Bozzolo a Casalzuigno paese di Arcumeggia Chiostro di Voltorre - Il Museo Civico di Luino - Museo Parisi Valle - Museo civico Floriano Bodini - Museo Innocente Salvini Museo internazionale del design ceramico civica raccolta di terraglia Museo ferroviario del Verbano Museo della Pipa Museo the American Southwestren Museum Museo Binda Museo della cultura rurale prealpina Polo scientifico tecnologico per lo sviluppo agricolo della montagna

14 La strategia di sviluppo Alla luce del ricostruito quadro socio-economico-territoriale la Comunità Montana Valli del Verbano e la Provincia di Varese attraverso il confronto tra gli attori pubblici e privati e sfruttando la recente occasione di preparazione del PISL Montagna e dei PSL dei GAL locali hanno delineato gli obiettivi generali di sviluppo e le strategie di intervento necessarie per realizzarli. In particolare la strategia complessiva si fonda, in linea con quanto precedentemente descritto, sull opportunità di sviluppare un economia del turismo e del settore primario legata all attrattività e alla valorizzazione integrata delle risorse (agro-forestali, produzioni alimentari tipiche, ambientali e del patrimonio rurale) del territorio montano. Si tratta, nello specifico, di ridefinire e/o rafforzare, tra i vari soggetti economici operanti nel settore, una cultura ed una mentalità imprenditoriale che, se nei decenni del boom economico si era votata all'industria ed alla manifattura, in tempi recenti si è consolidata nel settore primario e parzialmente riconvertita nei servizi legati al turismo. Potranno così essere poste le basi per la creazione di un economia sostenibile e profittevole, in grado di offrire sviluppo e benessere alla popolazione costituendo una concreta risposta alle esigenze occupazionali e sociali. Gli Enti territoriali devono farsi portatori di una visione strategica unitaria che spinga verso l integrazione tra le attività agricole, quelle forestali e i servizi offerti al turista. Compito prioritario degli Enti e delle Istituzioni è quindi quello di essere da supporto e da guida in questo percorso: identificazione di un'idea e di un progetto condiviso da enti locali e da enti sovracomunali; pianificazione delle modalità e individuazione degli strumenti per il raggiungimento dell'obiettivo; dotazione di mezzi adeguati per consentire il coinvolgimento di attività ed iniziative private; promozione di politiche giovanili e creazione di piani di sostegno economico-finanziario per la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali nei settori agricolo e turistico; sostegno, mediante azioni di incentivazione e di promozione, delle iniziative private coerenti con tali strategie generali. Il miglioramento dell efficienza dei servizi essenziali per la popolazione è un altro aspetto caratterizzante l attrattività del territorio; il livello dei servizi pubblici in termini quantitativi e qualitativi è, infatti, elemento fortemente attrattivo per favorire la crescita demografica e in grado di garantire un opportuno e necessario ricambio generazionale. Il Polo per la montagna: un progetto strategico per il territorio Il progetto di riqualificazione e valorizzazione dell area ex- Calcaterra si inserisce in questo quadro risultando emblematico come esempio applicativo principe della politica delineata dagli Enti. Il Polo per la Montagna nasce, infatti, quale luogo e modello per stimolare il confronto sul territorio e supportare il cambiamento auspicato, fornendo una strada ben delineata che possa trarre dalle politiche di sviluppo dell'agricoltura e della zootecnica la forza per perseguire nei prossimi anni gli obiettivi di rilancio dell'economia. In questa ottica l avvio del Polo per la Montagna consentirà di: 14 Polo scientifico tecnologico per lo sviluppo agricolo della montagna

15 investire in istruzione, formazione, ricerca e sperimentazione nel settore agricolo, con particolare riferimento alla produzione agricola in montagna. In tale contesto, zootecnica e agricoltura non sono solo attività a basso impatto ambientale, ma tutelano il paesaggio tradizionale, salvaguardano lo stato di boschi e versanti e recuperano pascoli attualmente in disuso. creare un luogo nel quale accentrare politiche di sviluppo per montagna e servizi per studenti, cittadini e imprese, con ricadute positive per la vivacità del tessuto sociale e il rilancio del territorio. Il Polo ha le potenzialità per svolgere un efficace coordinamento delle risorse, naturali e culturali, paesaggistiche e storiche avviando una puntuale politica di sviluppo turistico in armonia con l ambiente e l agricoltura. utilizzare energie rinnovabili per il funzionamento della struttura, offrendo esempi concreti, positivi e replicabili per ridurre la produzione di CO2 e sfruttare le risorse presenti sul territorio biomassa, acqua e sole. Per tutte queste ragioni il finanziamento del progetto permetterebbe di definire un modello di intervento e di strategia sostenibile e concreto, esportabile e replicabile in altri territori quale best practice. 15 Polo scientifico tecnologico per lo sviluppo agricolo della montagna

16 3. Il contesto formativo La finalità fondamentale del riordino dell istruzione tecnica e professionale consiste nel portare a maturazione sistemica la collaborazione attiva fra la formazione tecnico-professionale (offerta di diplomati e qualificati) e la filiera produttiva (figure professionali) nelle relative articolazioni, per garantire una governance efficace del sistema istruzione-formazione-lavoro. Tale finalità si prefigge di raggiungere alcuni obiettivi prioritari per il sistema formativo: la riprofilatura delle aree professionalizzanti nei curricula scolastici per garantire la loro coerenza verticale ed evitare che vi siano cesure fra ciclo di studi ed il successivo che ostacolino l efficacia dei percorsi formativi; le forme dell alternanza scuola-lavoro, nelle quali la provincia di Varese è una delle punte più avanzate del sistema scolastico regionale e italiano; l orientamento scolastico e lavorativo a tutti i livelli, come accompagnamento condiviso alle scelte consapevoli di studenti e famiglie. Con questi presupposti, la creazione di un istituto di eccellenza in ambito agrario ha richiesto un analisi preventiva del contesto formativo e di quello professionale nello stesso settore, sia con riferimento all area di interesse diretto (la provincia di Varese), sia attraverso una panoramica di confronto sull area regionale e sulle zone limitrofe. Di seguito si riporta una sintesi dell analisi. Fotografia dell attuale offerta formativa nella provincia di Varese Il POF (Piano dell Offerta Formativa) di Regione Lombardia è, nel suo complesso, ai primi posti in Scarsità di corsi nel settore agrario: offerta copre solo il 22% degli indirizzi previsti Italia per quantità di corsi in ambito agrario e per la domanda da parte degli studenti. Se però si concentra l analisi alla sola provincia di Varese, emerge la povertà del POF nel settore agroalimentare. Tralasciando il dato riguardante l istruzione tecnica superiore, che è stata introdotta nell ordinamento solo recentemente, è chiaro come ad oggi la copertura di titoli di studio, rispetto alla disponibilità prevista dall ordinamento, sia insufficiente. Copre infatti solo il 22% del totale (vedi Tabella 3). 16 Polo scientifico tecnologico per lo sviluppo agricolo della montagna

17 Filiera indirizzo agrario Titoli di studio da ordinamento Titoli di studio (provincia Varese) Copertura ordinamento Corsi attivi ITS Istituti tecnici 4-0 Istituti professionali % 1 IeFP (IV anno) % 1 IeFP % 7 Totale ,2% 9 Tabella 3: Filiera formativa settore agroalimentare della provincia di Varese 6 Il dato va interpretato alla luce delle caratteristiche economiche del territorio del Varesotto, nel quale il settore agricolo ha sempre avuto un aspetto marginale, ma risulta indubbiamente critico alla luce delle recenti evoluzioni dell economia della provincia, nella quale si stanno sviluppando nuove colture e allevamenti, soprattutto nel territorio delle Valli del Verbano e nelle aree montane. Inoltre va considerato l aspetto concernente lo sviluppo turistico all interno del quale l agriturismo e il turismo green svolgono una funzione fondamentale attraverso nuove strutture ricettive, ristorazione con prodotti tipici, spazi benessere e altri. Dai dati emerge che, nonostante il contesto territoriale riveli un agricoltura non intensiva e un tessuto produttivo non ad alta densità, il POF della provincia non è all altezza della domanda del mercato. Risente infatti della mancanza di corsi e istituti che contribuiscano al rilancio di un settore, quello agrario e agroalimentare, che sta vivendo in tutto il nord Italia un nuovo periodo di evidente crescita. I dati rilevati dall Ufficio Scolastico Regionale mostrano difatti una crescita del 9% dal 2010 al 2013 degli iscritti ai corsi di ambito agrario in Lombardia. Nello stesso periodo, nella provincia di Varese gli addetti nel settore agricolo sono aumentati del 2% annuo, il dato più positivo di tutti i settori della provincia stessa 7. Il dato è confermato in ambito universitario, dove si è visto negli anni un netto aumento di iscrizioni: dal 2009 al 2013 all Università degli Studi di Milano le iscrizioni alle lauree di primo livello sono aumentate del 71% mentre quelle magistrali del 134% 8. Settore agrario in crescita: +9% iscritti a scuola superiore, +71% iscritti università Milano, +2% addetti in provincia di VA La bassa disponibilità di corsi nella provincia porta a una considerevole emigrazione di allievi che si spostano nelle aree circostanti in direzione di istituti specializzati e con una consolidata presenza sul territorio. Ad oggi sono più di gli studenti che si muovono verso i principali istituti extra 6 Fonte: Ufficio Provinciale di Varese 7 Fonte: Camera di commercio di Varese 8 Fonte: rapporto Ritorno alla Terra di Coldiretti 9 Indagine di Fondazione Politecnico di Milano attraverso i dati raccolti dagli istituti Mendel di Villa Cortese, MI - Bonfantini di Lesa, NO - Minoprio di Vertemate con Minoprio, CO 17 Polo scientifico tecnologico per lo sviluppo agricolo della montagna

18 provinciali. Di seguito è presente una mappa che rappresenta geograficamente questo potenziale bacino (Figura 3). In aggiunta, è da menzionare un ridotto ma costante numero di allievi che si dirige ogni anno oltre i confini nazionali per recarsi alla scuola cantonale di Mezzana in Svizzera, un interessante esempio di centro di formazione che adotta la pratica dell istruzione in alternanza scuola-lavoro. Figura 3: Provenienza degli studenti Varesini negli istituti di Lesa, Villa Cortese e Varese 18 Polo scientifico tecnologico per lo sviluppo agricolo della montagna

19 Anche nell Istruzione e Formazione Professionale l offerta è ridotta; sono infatti presenti solo corsi per: Operatore Agricolo addetto alle Coltivazioni arboree, erbacee e ortofrutticole e Operatore Trasformatore Agroalimentare ad indirizzo Panificatore e pasticcere che coprono solo un terzo dell offerta formativa prevista dal POF regionale 10. Sono completamente assenti corsi per l allevamento e per la trasformazione lattiero casearia che sono invece le produzioni caratteristiche delle aree montane e delle valli. Per questi ambiti di studio è nell interesse del progetto prevedere un investimento in un centro di formazione professionale (CFP), sia per formazione di tipo iniziale, ovvero rivolta ai giovani che si accostano per la prima volta al mondo del lavoro, che di tipo continua rivolta ad adulti che sono stati esclusi dal mondo del lavoro (disoccupati) e/o che intendono riqualificarsi in vista di un nuovo o migliore inserimento. L affiancamento all istituto statale non creerà ridondanza ma darà uno strumento di risposta ad esigenze di carattere territoriale con corsi mirati e di durata inferiore. Il numero di iscritti ai corsi IeFP nella provincia è peraltro in aumento (+ 19% 11 ) considerando un periodo seppur breve come quello dal 2010 al Nel contesto agrario invece, la popolazione studentesca dei CFP è di 172 iscritti nel e questo fa pensare ad una crescente attrattiva per questo tipo di formazione di recente introduzione nell ordinamento. Potenziale derivato dalla creazione di corsi legati al territorio: allevamento e trasformazione lattiero casearia Potenziale di intervento del progetto Il polo di Ferrera si prefigge l obiettivo di essere un centro di eccellenza e punto di riferimento per tutto il territorio norditaliano. Per ottenere un simile risultato si interverrà su diversi fronti: sarà creata una sinergia efficiente tra tutti gli attori coinvolti (Istituti scolastici, CFP, CMVV, aziende agricole, enti statali, GAL ecc.). Ciò potrà garantire una filiera formazione-professione in grado di modellarsi sulle esigenze tanto dell apprendimento degli allievi, quanto delle aziende che riusciranno a dare, attraverso le imprese coinvolte e gli associazioni del settore, continui feedback sulle necessità del mercato del lavoro; un tipo di istruzione denominata in alternanza scuola-lavoro ovvero con una percentuale paritaria di lezioni e di laboratori che è in grado di garantire una flessibilità della formazione offerta e un contatto diretto con la pratica professionale futura; nel futuro è prevista un implementazione di laboratori universitari al fine di ampliare da una parte le competenze del polo, e dall altra di garantire un costante apporto di conoscenze e di sperimentazioni di alto livello. 10 Fonte: Provincia di Varese 11 fonte USR Lombardia 12 Fonte: Provincia di Varese 19 Polo scientifico tecnologico per lo sviluppo agricolo della montagna

20 4. Il Polo della Montagna: descrizione delle strutture e dei servizi Alla luce della situazione economica e sociale delle Valli descritta nei paragrafi precedenti, la Provincia di Varese e la Comunità Montana Valli del Verbano hanno individuato nella ex Filatura Calcaterra uno spazio ideale per tentare di rispondere in maniera strutturata alle molteplici esigenze espresse dal territorio. L ambizione dei soggetti proponenti è quella di convogliare in un unico progetto le energie e le idee espresse da tutti i soggetti territoriali che si sono proposti di promuovere il processo di sviluppo dell area. In particolare, individuati nel turismo e nel rafforzamento del settore primario i punti cardine dello sviluppo di lungo periodo, i promotori dell iniziativa hanno cercato di individuare tutti i possibili strumenti atti a rendere il progetto Polo della Montagna il primo nucleo di uno sviluppo che negli anni dovrà diffondersi in tutte le valli. Solo alcune delle iniziative ideate potranno essere finanziate in un primo momento e con l auspicato aiuto della Fondazione Cariplo. Come elencato nel capitolo 1 esse riguarderanno: un centro formativo nel settore agricolo; una stalla caprina didattica sperimentale per la tutela della biodiversità; una caseificio didattico sperimentale per i prodotti caseari della montagna; una serra didattica con centro di coltivazione di varietà autoctone; la sede del coordinamento servizi per la montagna; un parcheggio esterno e l accessibilità pertinenziale al nuovo complesso. Ad essi si affiancherà una centrale di produzione di energia elettrica e termica da biomasse legnose che sarà gestita da privati ma verrà avviata contestualmente agli altri interventi per garantire al Polo la fornitura di calore fin dall avvio delle prime attività. Gli altri interventi saranno promossi nel corso degli anni come elementi aggiuntivi inseribili solo una volta avviato e organizzato l intervento di base appena descritto. Polo della Montagna: centro di sviluppo locale che coinvolge tutti i soggetti territoriali Elemento portante dell iniziativa sarà il Centro formativo. I proponenti hanno già raggiunto un accordo con l Istituto Statale di Istruzione Superiore I. Newton affinché, a partire dall anno scolastico 2015/2016, possano essere trasferiti presso la riqualificata struttura del Polo i corsi di istruzione in ambito agrario già attivi presso l attuale sede di Via Zucchi a Varese. In allegato si riporta il protocollo d intesa raggiunto con l istituto e avvallato anche dall Ufficio Scolastico Provinciale. L ISIS Newton ha nei suoi programmi un corso ad indirizzo Servizi per l agricoltura e lo sviluppo rurale che permette ai diplomati di approfondire le caratteristiche territoriali, ambientali ed agroproduttive. Il trasferimento del corso presso la nuova sede di Ferrera consentirà agli studenti di approfondire anche argomenti e aspetti specificatamente legati alla zona di riferimento delle Valli del Verbano. 20 Polo scientifico tecnologico per lo sviluppo agricolo della montagna

21 Al termine del percorso e grazie all applicazione del modello di alternanza con esperienze lavorative dirette, il diplomato sarà in grado di dedicarsi alla produzione, alla trasformazione, alla valorizzazione dei prodotti agrari e agroalimentari con particolare attenzione alla salvaguardia e allo sviluppo delle specie autoctone e dei prodotti tipici. Inoltre le esperienze che accumulerà attraverso la sperimentazione nei laboratori, negli spazi di allevamento, nel caseificio e nelle serre gli permetteranno di confrontarsi con lo studio di soluzioni tecniche di produzione e trasformazione che garantiscano ai prodotti i caratteri di qualità, trasparenza e tracciabilità. Da un punto di vista strettamente formativo gli studenti dell ISIS continueranno gli studi di conoscenza generale con materie quali italiano, matematica, storia, diritto, scienze della terra, inglese e scienze motorie. La novità rilevante è però la creazione di un modello basato sulla possibilità di alternare la formazione tradizionale con esperienze pratiche che consentirà agli studenti di completare l esperienza con ore di stage e laboratorio e con materie di indirizzo quali chimica, fisica, informatica, ecologia, biologia, chimica applicata, tecnologie di allevamento, agronomia, economia agraria, storia dell agricoltura ed altro. Grazie a questo approccio multidisciplinare e aperto alle esperienze sul campo, i diplomati, al termine degli studi, saranno preparati a scegliere se mettere le proprie competenze a servizio del territorio andando così a rispondere al bisogno di professionisti specializzati espresso dalla aziende agricole locali o proseguire gli studi attraverso l iscrizione alle Università del settore quali, ad esempio, la Facoltà di Scienze Agrarie e Alimentari di Milano. La vicinanza e lo stretto rapporto che la scuola instaurerà con gli enti territoriali permetterà inoltre agli studenti di sviluppare capacità collaborative che li renderanno figure idonee anche nel caso decidano di mettere le conoscenze acquisite al servizio del territorio locale nel campo della prevenzione del degrado ambientale e della difesa delle zone a rischio come parchi e aree protette. Contestualmente allo spostamento dell indirizzo Servizi per l agricoltura e lo sviluppo rurale dell ISIS Newton sarà avviato presso il Polo per la Montagna un Corso Formazione Professionale Nascerà un centro di formazione professionale per cogliere le opportunità occupazionali del territorio Il polo ospiterà la sede dell ISIS Newton per i corsi statali di istruzione superiore nel settore agrario gestito direttamente dalla Provincia di Varese. L obiettivo del CFP sarà quello di fornire sia a giovani, sia ad adulti un livello di preparazione indirizzato all applicazione pratica e all inserimento diretto nel mondo del lavoro. In particolare il CFP erogherà corsi di qualifica professionale rivolti a ragazzi in uscita dalla scuola dell'obbligo che attraverso un percorso di due o tre anni raggiungeranno un titolo riconosciuto di qualifica professionale. La differenza tra i corsi erogati dall ISIS Newton e dal CFP consisterà nella prevalenza, in quest ultimo, di attività di laboratorio rispetto alle lezioni teoriche, di periodi di stage più lunghi e in un forte orientamento alla specializzazione verso un preciso settore e un occupazione lavorativa. La qualificazione specialistica in alternanza studio-lavoro sarà realizzata presso il Polo per la 21 Polo scientifico tecnologico per lo sviluppo agricolo della montagna

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