PILLAR III INFORMATIVA AL PUBBLICO

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1 PILLAR III INFORMATIVA AL PUBBLICO 31 DICEMBRE 2011

2 Informativa al Pubblico Pillar III Unipol Banca S.p.A. Società soggetta a direzione e coordinamento di Unipol Gruppo Finanziario S.p.A. Sede Legale e Direzione Generale: Piazza della Costituzione, Bologna Tel Fax /101 Reg.Imp. di Bologna, CF e P.IVA Capitale Sociale i.v. Iscritta all Albo dei Gruppi Bancari Aderente al Fondo Interbancario di Tutela e Depositi Cod. ABI

3 Indice Introduzione... 4 Tavola 1 Requisito informativo generale... 5 Tavola 2 Ambito di applicazione Tavola 3 Composizione del patrimonio di vigilanza Tavola 4 Adeguatezza patrimoniale Tavola 5 Rischio di credito: informazioni generali riguardanti tutte le banche Tavola 6 Rischio di credito : informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodo standardizzato e alle esposizioni creditizie specializzate e in strumenti di capitale nell ambito dei metodi IRB Tavola 8 Tecniche di attenuazione del rischio Tavola 9 Rischio di controparte Tavola 10 Operazioni di cartolarizzazione Tavola 12 Rischio operativo Tavola 13 Esposizioni in strumenti di capitale : informazioni sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario Tavola 14 Rischio di tasso di interesse sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario Tavola 15 Sistemi e prassi di remunerazione e incentivazione

4 Introduzione La circolare 263 di Banca d Italia del 27 dicembre 2006 ( Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche ), al titolo IV, al fine di rafforzare la disciplina di mercato, ha introdotto obblighi di pubblicazione periodica delle informazioni riguardanti l adeguatezza patrimoniale, l esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei sistemi preposti all identificazione, alla misurazione e alla gestione di tali rischi. Tali informazioni, sinteticamente definite Terzo Pilastro (Pillar III), costituiscono importanti requisiti di trasparenza nei confronti del mercato, in quanto consentono agli operatori di meglio conoscere le esposizioni al rischio delle banche e i processi interni da queste adottati per la valutazione dei rischi e, conseguentemente, consentono di meglio valutare l adeguatezza patrimoniale. L informativa assume particolare rilievo nell attuale quadro normativo in materia di vigilanza prudenziale (definito più comunemente Basilea 2 ) che, consentendo l applicazione di metodologie interne di valutazione dei rischi, ha ampliato la discrezionalità nel processo di quantificazione dei requisiti patrimoniali delle banche. Le informazioni devono essere fornite su base consolidata nel caso di gruppi bancari (non è richiesta informativa a livello individuale per le banche facenti parte di un gruppo bancario). Il Gruppo Unipol Banca si è dotato di procedure volte ad assicurare il rispetto dei requisiti di informativa, valutandone l adeguatezza anche in termini di modalità e frequenza della diffusione delle informazioni. E responsabilità di Unipol Banca S.p.A. (di seguito la Banca ), in qualità di Capogruppo del Gruppo Unipol Banca, assicurare la completezza, la correttezza e la veridicità delle informazioni pubblicate. Il presente documento è articolato in tavole, ciascuna delle quali riferita ad una determinata tematica, con evidenza di informazioni qualitative e quantitative, così come disposto dalla Circolare 263. Le tavole prive di informazioni in quanto non applicabili al Gruppo Unipol Banca (tavole 7 e 11) non sono pubblicate. Le informazioni quantitative sono rappresentate in migliaia di euro. La Banca pubblica l informativa al Pubblico sul proprio sito internet, all indirizzo 4

5 Tavola 1 Requisito informativo generale Informativa qualitativa La politica di gestione dei rischi e dei controlli del Gruppo Bancario Unipol Banca mira a garantire la salvaguardia del valore del patrimonio aziendale e la buona gestione di quello detenuto per conto della clientela, l affidabilità e integrità delle informazioni contabili e gestionali, nonché la conformità delle operazioni con la legge, la normativa di vigilanza, le norme di autoregolamentazione e le disposizioni interne. Di seguito si riporta il ruolo dei principali organi sociali e funzioni aziendali costituenti il cosiddetto framework strategico-organizzativo : Consiglio di Amministrazione: come previsto dallo Statuto Sociale, dalla normativa regolamentare Consob e Banca d Italia nonché dal Codice di Corporate Governance del Gruppo Unipol, il Consiglio di Amministrazione ha la responsabilità ultima del Sistema dei Controlli Interni, del quale deve assicurare la costante completezza, funzionalità ed efficacia. In questo ambito il Consiglio di Amministrazione approva - fra l altro - l assetto organizzativo, nonché l attribuzione di compiti e responsabilità alle unità operative, assicurando che sia attuata una appropriata separazione delle funzioni; definisce inoltre, con l assistenza del Comitato per il Controllo Interno, le linee di indirizzo del Sistema dei Controlli Interni, valutandone annualmente l adeguatezza, l efficacia e l effettivo funzionamento. Il Consiglio di Amministrazione della Banca è altresì responsabile dell approvazione delle linee guida del Processo ICAAP, la cui attuazione, mantenimento e monitoraggio sono affidati all Alta Direzione. Direttore Generale: è responsabile dell attuazione, del mantenimento e del monitoraggio del Sistema dei Controlli Interni e definisce in dettaglio l assetto organizzativo dell impresa, in coerenza con le direttive del Consiglio di Amministrazione, attuando l appropriata separazione delle funzioni sia fra soggetti, sia fra funzioni. Attua inoltre le politiche di assunzione, valutazione e gestione dei rischi fissate dal Consiglio di Amministrazione, curando il rispetto dei limiti definiti da quest ultimo. In particolare spetta al Direttore Generale il compito di sovrintendere alla funzionalità e adeguatezza complessiva del Sistema dei Controlli Interni. Nell ambito di tale funzione, il Direttore Generale cura l identificazione dei principali rischi aziendali, tenendo conto delle caratteristiche delle attività svolte e li sottopone periodicamente all esame del Consiglio di Amministrazione; dà esecuzione alle linee di indirizzo definite dal Consiglio di Amministrazione, provvedendo alla progettazione, realizzazione e gestione del Sistema dei Controlli Interni, verificandone costantemente l adeguatezza complessiva, l efficacia e l efficienza; si occupa inoltre dell adattamento di tale sistema alla dinamica delle condizioni operative e del panorama legislativo e regolamentare. Inoltre, il Direttore Generale, dà attuazione al processo ICAAP curando che lo stesso sia rispondente agli indirizzi strategici e che soddisfi i requisiti regolamentari. Comitato per il Controllo Interno: ha il compito di coadiuvare il Consiglio di Amministrazione nella verifica dell adeguatezza e dell effettivo funzionamento del Sistema dei Controlli Interni, con la finalità di assicurare che i principali rischi aziendali siano identificati e gestiti in modo adeguato. Il Comitato per il Controllo Interno svolge, nei confronti del Consiglio di Amministrazione, funzioni istruttorie, consultive e propositive in merito alla definizione e alla valutazione delle linee di indirizzo del Sistema dei Controlli Interni, all approvazione dei documenti contabili periodici e ai rapporti con il revisore esterno. 5

6 Principali funzioni di control governance: di seguito si riportano i lineamenti principali delle strutture di Audit, Risk Management e Compliance. Audit: la funzione ha il compito di valutare la completezza, la funzionalità e l adeguatezza del Sistema dei Controlli Interni, in relazione alla natura dell attività esercitata ed al livello dei rischi assunti, nonché le necessità di adeguamento, anche attraverso attività di supporto e consulenza alle altre funzioni aziendali. La funzione di Audit è autonoma, anche gerarchicamente, rispetto a quelle operative e dipende dal Presidente della Capogruppo bancaria. Agli incaricati dell attività è garantito - per lo svolgimento delle verifiche di competenza - l accesso a tutta la documentazione cartacea ed informatica e a tutto il personale delle aree aziendali oggetto di verifica, nonché alle informazioni utili per il controllo sul corretto svolgimento delle funzioni esternalizzate. Risk Management: la funzione concorre alla definizione del Sistema di Risk Management 1, gestendo i rischi e i controlli di propria competenza, assicurando un coordinamento delle strutture aziendali legate alla gestione dei rischi, nel rispetto della normativa imposta dagli Organi di Vigilanza. La funzione è di ausilio al Consiglio di Amministrazione e ai vari Comitati nello stabilire il profilo di rischio, l allocazione del capitale e dei limiti operativi coerentemente al livello di propensione al rischio aziendale confrontandosi anche con i Regolatori e le Agenzie di rating. Monitora l andamento del profilo di rischio nel tempo al fine di definire opportune azioni correttive. Predispone una adeguata reportistica nei confronti dei responsabili delle strutture operative, dell Alta Direzione e del Consiglio di Amministrazione sull evoluzione delle esposizioni e dei rischi gravanti sul patrimonio aziendale, nonché le relative conseguenze sulla solvibilità e la violazione della tolleranza al rischio e dei limiti approvati; predispone report ad hoc inerenti rischi rilevanti e potenzialmente critici anche in relazione a specifiche richieste del Consiglio di Amministrazione. La funzione Risk Management è autonoma, anche gerarchicamente, rispetto alle altre strutture di controllo e a quelle operative. Compliance: la funzione ha la responsabilità di valutare l adeguatezza e l efficacia del sistema di Compliance 2 attraverso la valutazione delle procedure, dei processi e dell organizzazione interna al fine di prevenire il rischio di incorrere in sanzioni, perdite patrimoniali o danni alla reputazione o all immagine derivanti dalla violazione di normative esterne (leggi, regolamenti, provvedimenti delle Autorità di Vigilanza) e di autoregolamentazione (es. statuti, codici di condotta, codici di autodisciplina). La Compliance opera sia ex-ante, attraverso l analisi, la valutazione dei rischi e l identificazione degli adempimenti da attuare con riferimento a disposizioni normative non ancora in vigore o in consultazione, che ex-post attraverso la rilevazione dello stato di implementazione degli interventi pianificati e/o dell efficacia dei presidi organizzativi posti in essere con riferimento alla regolamentazione vigente. Tali valutazioni sono effettuate intervenendo presso le funzioni di Direzione Generale e presso la Rete commerciale, anche per il tramite degli Addetti ai Presidi di Compliance di Rete, che si avvalgono del Sistema dei Controlli a Distanza di Compliance. La funzione è coinvolta anche nella valutazione ex-ante di conformità alla regolamentazione applicabile in relazione sia a nuovi prodotti (bancari, assicurativi e finanziari) sia a progetti innovativi che si intendano intraprendere, e presta assistenza e consulenza nei confronti degli organi di vertice nelle materie in cui assume rilievo il rischio di non conformità. 1 Il Sistema di Risk Management, come definito nella Risk Management Policy del Gruppo Unipol, è un processo utilizzato a supporto della strategia del Gruppo e consente un adeguata comprensione della natura e della significatività dei rischi cui il gruppo è esposto. All interno di tale processo sono comprese le attività di identificazione, misurazione, monitoraggio, mitigazione e reporting dei rischi. Il sistema di risk management serve al Gruppo per avere un unico punto di vista ed un unico approccio olistico alla gestione del rischio, che è parte integrante della gestione del business. 2 Nell ambito del più ampio Sistema dei Controlli Interni, identifica l insieme delle regole e delle strutture organizzative poste a presidio dei rischi di non conformità. 6

7 Infine identifica le esigenze informative e formative in relazione a temi di compliance e dà impulso alla pianificazione di interventi formativi, anche al fine di favorire la diffusione di una cultura aziendale improntata ai principi di onestà, correttezza e rispetto dello spirito e della lettera delle norme. Con il duplice obiettivo di rafforzare il processo di risk management all interno del Gruppo Bancario Unipol Banca e di coinvolgere a livello di Gruppo Unipol (assicurativo e bancario, di seguito, anche il Gruppo ) tutti i referenti in materia di rischio, sono stati istituiti specifici Comitati. I Comitati rappresentano, pertanto, momenti istituzionalizzati di interazione tra i principali organi del processo di gestione dei rischi. A livello di Gruppo Bancario Unipol Banca sono stati costituiti i seguenti Comitati: Comitato Crediti Comitato Finanza Comitati Controllo Crediti di Area Comitato Monitoraggio Crediti Inoltre, sono stati istituiti i Presidi di Compliance di Rete con relativa introduzione della figura di addetti ai Presidi di Compliance di Rete A livello di Gruppo (assicurativo e bancario) è stato inoltre istituito il Comitato Rischi di Credito del Gruppo Unipol ed un Coordinamento per la gestione operativa della liquidità e dell ALM di Gruppo a cui partecipano per la Banca, il responsabile della Funzione Finanza, della Tesoreria e del Risk Management. L Alta Direzione viene costantemente informata della situazione della liquidità del Gruppo Bancario. Inoltre sono state redatte specifiche policy che definiscono le linee guida per la gestione operativa della Banca e del Gruppo Bancario: Risk Management Policy, il cui scopo è quello di introdurre specifiche linee guida sulla gestione dei rischi derivanti dalle attività di business svolte dal Gruppo Bancario. Tale Policy traccia strategie ed obiettivi, ruoli, responsabilità, modalità di analisi, controllo e misurazione per le Funzioni Aziendali coinvolte; Credit Policy che definisce i principi generali e le linee guida relative all attività di assunzione, monitoraggio emitigazione del rischio di credito, la struttura dei limiti di concentrazione per controparte o gruppo di controparti per singola Business Unit e per settori di attività economica; Processo per la gestione del rischio di liquidità (Liquidity Policy) che definisce i principi generali per la gestione della liquidità e ALM relativamente alle Società del Gruppo Bancario, la struttura dei limiti su liquidity gaps e liquidity ratios e gli stress test da svolgere regolarmente per verificare l adeguatezza delle fonti di finanziamento disponibili. Ad essa sono associati anche il Contingency Funding Plan ed il Liquidity Crisis Action Plan, che definisce i processi operativi da intraprendere in caso di crisi di liquidità; Investment Policy che definisce gli indirizzi generali dell attività d investimento del patrimonio di Unipol Banca. In particolare la policy stabilisce le linee guida al processo di investimento, i criteri alla base della politica di investimento, le tipologie di attività in cui si ritiene corretto investire e la struttura dei imiti. 7

8 Rischio di Credito Nel corso del 2011 gli eventi salienti inerenti il rischio di credito sono i seguenti: ulteriore affinamento degli strumenti informatici di gestione del processo del credito messi a disposizione dall outsourcer informatico CEDACRI che da inizio 2010 ha sostituito CSE; a far data dal 21 novembre 2011 le Funzioni Crediti di Area sono diventate gerarchicamente, oltre che funzionalmente, dipendenti dalla Direzione Crediti, rimarcando il principio della separatezza; mantenimento, in linea con il precedente esercizio, dell attenzione sulla qualità del portafoglio crediti della Banca ed in particolare nella fase di monitoraggio. aggiornamento della Credit Policy di Gruppo; potenziamento reporting operativo sul rischio di credito; delibera di adozione dei nuovi modelli di rating realizzati da Cedacri per i segmenti di clientela Small Business e Corporate; riorganizzazione del settore crediti nell ambito del Gruppo Bancario Unipol Banca riguardante il perfezionamento di un operazione di accorpamento di tutta l Area Crediti (concessione, gestione, monitoraggio) della controllata Unipol Merchant in Unipol Banca tramite un operazione di scissione parziale del patrimonio di Unipol Merchant a favore di Unipol Banca. Nel corso del primo semestre del 2011 è stata aggiornata la Credit Policy di Gruppo: questo documento, disciplina le attività di assunzione e monitoraggio del rischio di credito in modo da assicurare una esposizione globale nei confronti della singola controparte, in linea con il risk appetite espresso dagli obiettivi strategici del Gruppo stesso, garantendo un adeguata diversificazione del portafoglio. Tale policy è concepita come un impianto di rilevazione delle esposizioni che, a causa della dimensione, possono rappresentare potenziali situazioni di rischiosità: l obiettivo è raggiunto con l adozione di adeguati meccanismi di gestione del rischio e di controllo interno, tesi a consentire il monitoraggio e la verifica dell esposizione nei confronti delle diverse controparti. Nell ambito della Credit Policy sono definite/i: le tipologie di clientela e di operazioni ritenute di gradimento per la concessione di credito; i principi generali cui deve conformarsi la politica di assunzione del rischio di credito che sono sintetizzabili in: - riduzione del peso relativo delle grosse concentrazioni verso singole controparti, gruppi o settori; - sviluppo dell attività bancaria ed assicurativa verso i segmenti della piccola-media impresa e del retail, che privilegi concessioni di facilitazioni creditizie tradizionali; i principali ruoli e compiti in capo alle strutture organizzative, volti alla verifica del rispetto delle disposizioni della Credit Policy; un processo decisionale organico, comune alle Società del Gruppo, strutturato per consentire a UGF, nella sua qualità di capogruppo, il monitoraggio delle scelte di assunzione di rischio di importo rilevante o coinvolgenti più società del gruppo medesimo; i ruoli e le responsabilità nel processo di controllo dei rischi a livello di Gruppo, vale a dire del Consiglio di Amministrazione, cui è demandata l approvazione degli indirizzi generali del processo, del Comitato di Direzione, del Comitato Rischi di Credito di Gruppo e della Direzione Risk Management, e le loro relazioni con le strutture delle singole società del Gruppo; le funzioni del Comitato Rischi di Credito di Gruppo, con particolare attenzione alla responsabilità nel monitoraggio delle esposizioni rilevanti, al supporto informativo e di proposta all Alta Direzione di possibili azioni di mitigazione del rischio. 8

9 Nel corso dell esercizio 2011 le operazioni di impiego si sono focalizzate sulle operazioni di impiego tradizionali con indirizzo accentuato, come precedentemente indicato, sulle controparti pmi / small business. Per i privati le nuove operazioni hanno riguardato essenzialmente, come nei trascorsi esercizi, il comparto dei mutui ipotecari ed il rilascio di carte di credito a rischio Banca. Per quanto riguarda le imprese Corporate la concessione ha riguardato soprattutto linee a supporto dei cicli produttivi (smobilizzo crediti tramite anticipo fatture e ricevute bancarie elettroniche). Ulteriormente contratta, l attività di concessione ed erogazione di nuovi finanziamenti ipotecari a favore di imprese soprattutto per quanto concerne il costruendo. Nel corso del 2011 hanno assunto particolare importanza le operazioni di ristrutturazione e di rimodulazione del debito in generale, in gran parte derivanti dalla crisi economica che ha investito gran parte dei settori, ed in primis quello immobiliare. Per quanto riguarda gli aspetti organizzativi di gestione del credito, si sottolinea che l attività di gestione delle posizioni critiche è stata rafforzata con le implementazioni organizzative già citate nei punti precedenti: focus delle Aree Commerciali, costituzione di nuove funzioni di Sede Centrale (funzione Crediti Ristrutturati, funzione Monitoraggio Anomalie), costituzione di appositi Comitati per la condivisione delle azioni da intraprendere, ecc. Oltre alla gestione del portafoglio non-performing lo sforzo organizzativo è stato indirizzato all attività di prevenzione cercando di cogliere (e risolvere) le anomalie su posizioni affidate alla prima insorgenza in modo da poter mettere in sicurezza le ragioni di credito della Banca anche consolidando l utilizzo della procedura ICC (Iter Controllo Crediti), per quanto concerne le posizioni sotto controllo, gli inadempimenti persistenti e in generale la rilevazione delle anomalie delle posizioni affidate in bonis. Inoltre, relativamente alla gestione attiva del credito anomalo, è stato avviato il Progetto di miglioramento della qualità del credito con la collaborazione della società di consulenza SCS Consulting. Tale progetto, tuttora in corso, si propone di affinare, sollecitare, monitorare e coordinare la fondamentale attività di costante controllo dell andamento della clientela, al fine di rendere più efficaci la tempestività e la tecnica a tutela delle ragioni di credito della Banca. Lo sviluppo del progetto è periodicamente illustrato e condiviso nel corso di incontri con l Alta Direzione. Infine, nella seconda metà dell anno è stato potenziato l organico delle Funzioni Crediti di Area con risorse dedicate alla gestione attiva del credito anomalo. Il rischio di credito viene attualmente monitorato nella sua evoluzione andamentale utilizzando gli indicatori classici. I risultati dell attività di monitoraggio ed analisi del portafoglio crediti di Gruppo vengono periodicamente condivisi con l Alta Direzione nonché nel Comitato Rischi di Credito di Gruppo ponendo particolare attenzione alle esposizioni più rilevanti ed ai settori a maggiore concentrazione. E stata inoltre sviluppata una reportistica operativa condivisa mensilmente nel Comitato Monitoraggio Crediti della Banca. In particolare, per quanto riguarda la reportistica direzionale, si segnalano i report predisposti dalla funzione Risk Management con cadenza mensile per i membri del Comitato Rischi di Credito di Gruppo e trimestralmente al Consiglio di Amministrazione. Questi Report hanno lo scopo di illustrare i dati gestionali più significativi quali: il trend del rischio nella Banca (confronto dell andamento performing / non performing secondo diverse chiavi di analisi); il livello di concentrazione settoriale, verso esposizioni rilevanti (controparti o gruppi con 9

10 esposizioni superiori ai 35 milioni di euro verso il gruppo Unipol) e verso controparti con fatturato consolidato superiore a 50 milioni di Euro; i risultati degli esercizi di stress test relativi ai rischi di credito e concentrazione. Si segnala inoltre la Reportistica fornita dalla Funzione Risk Management di supporto al Comitato Monitoraggio Crediti. Questi Report hanno lo scopo di illustrare i dati gestionali utili a: analizzare l andamento del Portafoglio Crediti, anche in relazione alla situazione dei settori di attività economica ed alla concentrazione settoriale; analizzare l andamento del credito deteriorato e sotto controllo, in percentuale degli impieghi sui relativi settori di attività economica per Area Commerciale, anche valutando indicatori di stock e di flusso; analizzare l andamento delle nuove erogazioni. Per quanto riguarda la misurazione del rischio di credito, nel corso del 2011 si sono utilizzati i modelli statistici sviluppati internamente per il segmento Corporate ed i modelli forniti dall outsourcer informatico Cedacri per gli altri segmenti. Nel quarto trimestre dell anno, a seguito di opportune analisi di performance condotte sui nuovi modelli statistici consortili Cedacri (sviluppati in collaborazione della società di consulenza Prometeia SpA), il Consiglio di Amministrazione di Unipol Banca ha deliberato l adozione di tali modelli per i segmenti di imprese Small Business e Corporate, a partire da gennaio Per quanto concerne le tecniche di mitigazione del rischio la Banca si è avvalsa del supporto delle tradizionali forme di garanzia riconosciute dall ordinamento (soprattutto garanzie ipotecarie e garanzie fidejussorie omnibus e specifiche), cercando altresì di attivare, ove possibile, il ricorso a garanzie CONFIDI. Risulta monitorata l oscillazione dei valori degli strumenti finanziari assunti a garanzia delle linee di credito concesse (principalmente titoli di Stato, obbligazioni emesse dalla Banca, polizze). Rischio di Controparte Con riferimento all operatività su strumenti finanziari derivati OTC, la Banca opera esclusivamente su derivati di copertura con primarie controparti di mercato con le quali sono stati sottoscritti dei contratti Credit Support Annex. Il processo di affidamento delle controparti bancarie prevede che la proposta sia valutata attraverso un modello che considera il rischio paese, il rating della controparte, lo spread su derivati di credito, se disponibile, e il livello di patrimonializzazione della controparte. Le proposte di affidamento e valutazione della controparte vengono presentate al Comitato Rischi di Credito del Gruppo Unipol, che esprime un parere obbligatorio ma non vincolante; successivamente la proposta viene presentata al Comitato Crediti di Unipol Banca che delibera. La Banca monitora il rischio di controparte mediante l utilizzo del modulo di Risk Management del sistema Kondor+. La metodologia utilizzata per il calcolo dell esposizione verso la controparte o Gruppo è differenziata sulla base della tipologia di strumento derivato: relativamente alle opzioni, l approssimazione dell EAD avviene mediante la somma del valore di mercato, se positivo, e di un add-on calcolato in percentuale sul nozionale dell operazione e differenziato in base alla scadenza dell operazione, tipologia di strumento e volatilità della variabile finanziaria sottostante. 10

11 relativamente ai contratti interest rate swap, l approssimazione dell EAD è il valore massimo tra 0 ed il valore ottenuto sommando il valore di mercato ad un add-on calcolato in percentuale sul nozionale dell operazione. Per entrambe le tipologie di derivati, qualora il regolamento delle esposizioni verso le controparti preveda forme di collateral, l importo di cui sopra viene decurtato del valore del collateral stesso. La stessa metodologia è utilizzata per monitorare l esposizione per operatività in depositi interbancari, dove il calcolo dell esposizione è pari al 100% del nozionale nel caso in cui la Banca risulti prestatrice di denaro. Non si evidenziano posizioni significative in termini di rischio di controparte nelle altre società del Gruppo Bancario Unipol Banca. Rischio di Liquidità Per rischio di liquidità si intende il rischio che le singole Società del Gruppo Unipol Banca ed il Gruppo Bancario nel suo insieme possano incontrare difficoltà nel fare fronte ai propri impegni di cassa previsti o imprevisti a condizioni economiche e in tempi ragionevoli dovendo di conseguenza ricorrere alla vendita di parte dei propri assets meno liquidi a condizioni non eque condizionando di conseguenza la propria solvibilità. Nell ambito della struttura dei limiti approvata dal Consiglio di Amministrazione, il Comitato Finanza di Unipol Banca è responsabile della gestione dell ALM di Unipol Banca e della gestione del rischio di liquidità. La responsabilità della gestione operativa della liquidità è in capo alla funzione Finanza di Unipol Banca. Settimanalmente si svolge una riunione operativa di gestione ALM e Liquidità del Gruppo Bancario Unipol Banca alla quale partecipano: il Responsabile della Funzione Finanza di Unipol Banca, il Responsabile della Funzione Tesoreria di Unipol Banca, il Responsabile della Funzione Risk Management di Unipol Banca, il Responsabile della Funzione Programmazione e Controllo Economico di Unipol Banca, il Direttore Risk Management del Gruppo Unipol e il Responsabile dell ALM del Gruppo Unipol. Inoltre, al fine di fornire informazioni sui flussi di cassa previsionali inerenti all operatività delle Società assicurative del Gruppo Unipol e di UGF SpA partecipano come invitati permanenti, il Responsabile Gestioni Finanziarie di Unipol Assicurazioni e il Responsabile Gestione Liquidità di Unipol Assicurazioni. A partire dal 2011, sono invitati permanenti anche il Vice Direttore Generale Area Affari e il Direttore Commerciale, al fine di concordare le azioni operative tattiche e strategiche da riportare al Comitato Finanza. Durante tale riunione, oltre a monitorare la situazione complessiva di liquidità del Gruppo Bancario Unipol Banca e delle singole società del Gruppo Bancario, si definiscono azioni per colmare gli eventuali fabbisogni di liquidità emergenti. Nella riunione settimanale viene analizzata la situazione dei gap di liquidità strutturale e tattica utilizzando come strumento operativo la struttura per scadenza dei flussi di cassa. Per la parte tattica a breve termine i flussi di cassa vengono arricchiti con i flussi previsionali legati al rinnovo delle fonti di finanziamento in scadenza da clientela istituzionale, alle nuove transazioni attese rilevanti non presenti nei sistemi informativi utilizzati per la generazione dei flussi di cassa e gestione della liquidità, alle spese amministrative e tasse. Il gap di liquidità determinato in base ai flussi contrattuali e ai flussi previsionali viene poi confrontato con le riserve di assets liquidi o prontamente liquidabili, con i margini disponibili di finanziamento presso la BCE e presso i prestatori di linee di credito standby (contingency). L analisi viene condotta sia in condizioni ordinarie (business as usual), che in condizioni di stress idiosincratico, di mercato e combinato (worst case scenario). 11

12 Inoltre nel corso della riunione viene analizzata l'evoluzione dei volumi a consuntivo e tassi relativi a raccolta e impieghi da controparti istituzionali, banche e clienti del Gruppo Unipol Banca e confronto con il relativo budget. Infine viene condotto un continuo monitoraggio dei principali indicatori di mercato (early indicators) al fine di identificare in anticipo eventuali segnali di crisi. La sintesi delle informazioni condivise in sede di riunione settimanale per il monitoraggio della liquidità ed eventuali azioni decise vengono verbalizzate e riportate al Comitato Finanza di Unipol Banca. Nel corso della riunione mensile del Comitato Finanza di Unipol Banca il Responsabile della Funzione Tesoreria di Unipol Banca ed il Responsabile Risk Management di Unipol Banca riportano una descrizione della situazione di liquidità tattica di breve periodo e strategica di lungo periodo, proponendo eventuali azioni per una gestione efficiente della situazione di liquidità. Le linee guida e principi generali approvati dal Consiglio di Amministrazione di Unipol Banca per la misurazione e gestione del rischio di liquidità vengono definite all interno del documento Processo per la gestione del rischio di liquidità (Liquidity Policy). Nello specifico la Liquidity Policy regola: le modalità di misurazione del rischio di liquidità; gli strumenti ammessi come capacità di contingency; la struttura dei limiti; gli stress test per verificare l adeguatezza delle fonti di finanziamento disponibili; gli indicatori di allerta per segnalare situazioni di crisi idiosincratica o di mercato; il Contingency Funding Plan, che definisce i criteri per identificare la disponibilità di assets liquidi per fare fronte alle ipotesi di crisi in vari scenari su diversi orizzonti temporali; il piano di azione in caso di crisi, che definisce i processi operativi da intraprendere in caso di crisi di liquidità. Rischio di Mercato Per rischio di mercato si intende il rischio derivante dalla volatilità dei prezzi di mercato degli strumenti finanziari che può avere un impatto sul valore del portafoglio di negoziazione di Unipol Banca. In relazione ai rischi di mercato, Unipol Banca risulta essere esposta in modo residuale sulle posizioni derivanti sia dall operatività di negoziazione che di gestione dei flussi commerciali della rete. Le posizioni detenute a fini di negoziazione sono quelle intenzionalmente destinate a una successiva dismissione a breve termine e/o assunte allo scopo di beneficiare, nel breve termine, di differenze tra prezzi di acquisto e di vendita, o di altre variazioni di prezzo o di tasso d interesse. Per posizioni si intendono quelle in conto proprio e le posizioni derivanti da servizi alla clientela o di supporto agli scambi (market making) che hanno come contropartita diretta il portafoglio di proprietà di Unipol Banca. Nel corso del primo semestre 2011 è stata approvata l Investment Policy che stabilisce le linee guida al processo di investimento, i criteri per la politica di investimento, le tipologie di attività in cui si ritiene corretto investire e la struttura dei limiti. In particolare nella policy vengono indicati i seguenti limiti: Limiti di portafoglio; Limiti di rischio di posizione e limiti di concentrazione; Limiti di VaR; Limiti di sensitivity; Limiti di rischio cambio; 12

13 Limiti di perdita a conto economico; Limiti ALM; Limiti di rischio controparte; Limiti di rischio regolamento. La misurazione del rischio di mercato ed il monitoraggio dei limiti definiti dall Investment Policy avviene con frequenza settimanale attraverso la predisposizione del Market Risk Report che viene presentato e discusso mensilmente al Comitato Finanza di Unipol Banca. La principale misura del rischio di mercato è il Value at Risk, calcolato con metodologia di tipo Historical Simulation su un orizzonte temporale a 10 giorni e con intervallo di confidenza al 99,5%. Il numero di osservazioni utilizzate dal modello è pari a 252. Il VAR viene calcolato sui portafogli Held for Trading e Available for Sale di Unipol Banca. Si riporta di seguito il Var del portafoglio di negoziazione di Unipol Banca (portafogli IAS Held for trading e Available for sale ) al 31 dicembre 2011 suddiviso per fattore di rischio. VALUE AT RISK dati in Euro Market Value VAR Total VAR Equity VAR Interest rate VAR Spread UNIPOL BANCA Portafoglio AFS Portafoglio HFT Il VAR del portafoglio di negoziazione risulta pari a 18,3 mln pari al 2,79% del valore di mercato degli strumenti finanziari presenti. Nel calcolo del rischio spread relativo al Value at Risk vengono inclusi i titoli di debito emessi o garantiti da governi, amministrazioni centrali, banche centrali o banche multilaterali di sviluppo presenti nel portafoglio di negoziazione della Banca. Nel calcolo del Value at Risk vengono inclusi gli strumenti di copertura del rischio e i meccanismi di trasferimento del rischio. Oltre al Value at Risk vengono misurate e monitorate le principali sensitivity. Le sensitivity esprimono la variazione del valore di mercato degli strumenti finanziari al variare dei fattori di rischio di mercato. Costituiscono un supporto operativo alla gestione del rischio di mercato in quanto consentono di tradurre i limiti di Value at Risk in limiti monitorabili dagli operatori finanziari. Le principali misure di sensitivity utilizzate sono le seguenti: basis point value; duration; sensitivity ai credit spread; delta del portafoglio azionario; vega. 13

14 Rischio di Tasso Banking Book Il modello organizzativo prevede che la gestione operativa del rischio tasso banking book sia delegata alla Tesoreria di Unipol Banca, mentre la posizione strutturale di rischio tasso banking book viene presentata con frequenza mensile al Comitato Finanza di Unipol Banca, che delibera in merito ad azioni ed operazioni di mitigazione inerenti alla gestione di tale rischio. Al Comitato Finanza partecipano oltre al Direttore Generale e al Vice Direttore Generale di Unipol Banca, il Direttore Risk Management del Gruppo Unipol e il Responsabile Risk Management della Banca, il Responsabile della funzione Finanza di Unipol Banca, il Responsabile della Tesoreria di Unipol Banca, e il responsabile della Funzione Pianificazione e Controllo di Gestione di Unipol Banca. Ai fini di misurazione gestionale del rischio tasso e condivisione dei risultati con le strutture deputate alla gestione di tale rischio, la funzione Risk Management di Unipol Banca produce con frequenza mensile un report dove si riporta una analisi approfondita del rischio tasso estesa a tutto il bilancio della Banca. Tale analisi viene condotta mediante l utilizzo del software ALMPro fornito da Prometeia. In particolare, viene calcolata la variazione del margine d interesse atteso e del valore economico del patrimonio netto a fronte di un dato shock parallelo della curva dei tassi di interesse; inoltre viene calcolata la variazione del valore economico del patrimonio netto in base ai criteri fissati da Basilea II e monitorata l incidenza di tale misura di rischiosità rispetto al valore del patrimonio di vigilanza. Inoltre vengono calcolati indici di duration gap e viene analizzata la posizione dei gap di tasso di interesse fra attivo e passivo di bilancio per differenti scadenze temporali. Nell ambito delle analisi, le poste a vista sono valutate sia su scadenza contrattuale, sia utilizzando una stima di elasticità e vischiosità calcolata sulla base di un modello interno calibrato sui dati storici di Unipol Banca. Con riferimento alla struttura dei limiti, l Investment Policy di Unipol Banca ha introdotto i limiti di rischio tasso banking book riferiti a: mismatch di duration; sensitivity del valore economico del patrimonio netto a fronte di uno shock parallelo di 200 basis points. Rischio Operativo La Circolare n. 263 di Banca d Italia definisce il rischio operativo come il rischio di perdite derivanti dall inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Rientrano in tale tipologia, tra l altro, le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali. Nel rischio operativo è compreso il rischio legale, mentre non sono inclusi quelli strategici e di reputazione. Per la determinazione del requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi, la suddetta circolare prevede tre diversi approcci di calcolo, caratterizzati da una complessità metodologico-organizzativa crescente a fronte di un attesa diminuzione del Requisito Patrimoniale Regolamentare: Metodo Base (Basic Indicator Approach - BIA); Metodo Standardizzato (Traditional Standardised Approach - TSA); Metodi Avanzati (Advanced Measurement Approaches - AMA). Il metodo di calcolo attualmente utilizzato dal Gruppo Bancario Unipol Banca è il metodo BIA. 14

15 In seguito all acquisto del tool Governance, Risk & Compliance (GRC) di MEGA, che consentirà la gestione in modo integrato della misurazione e controllo dei rischi operativi, della tassonomia e mappatura dei processi, nel corso del 2011, in collaborazione con la Direzione Risk Management di Gruppo, sono proseguite le attività relative alla definizione del Modello di Gruppo del Sistema di Gestione dei Rischi Operativi, coerentemente con la normativa di Banca d Italia. Punti cardini di tale modello sono: processo di raccolta degli eventi di perdita operativa; processo di analisi qualitativa prospettica della rischiosità aziendale (Risk Self Assessment); analisi di scenario e modello di calcolo del requisito di capitale. Nel corso del 2011 è continuata l attività di raccolta dei dati storici di perdita relativi agli eventi di rischio operativo ed stato condotto il Risk Self Assessment del 2011, che ha coinvolto i dipendenti coinvolti nei principali processi aziendali. Inoltre è proseguita l analisi per la definizione della metodologia di calcolo del requisito patrimoniale coerente con il Metodo Standardizzato. 15

16 Tavola 2 Ambito di applicazione Informativa qualitativa L area di consolidamento è costituita dagli enti creditizi e finanziari appartenenti al Gruppo Bancario Unipol Banca, unitamente alle società veicolo per le cartolarizzazioni che, pur non essendo controllate dalla Banca, vengono consolidate in base a quanto definito dal SIC 12 (prevalenza della sostanza sulla forma). A fianco della capogruppo bancaria operano: Unipol Merchant S.p.A., la banca d affari il cui target di riferimento è rappresentato dal mondo delle imprese; Unipol Fondi Ltd., società di diritto irlandese che ha istituito e gestisce fondi comuni di investimento; Unipol Leasing S.p.A., società che fornisce servizi di locazione finanziaria su tutto il territorio nazionale; Unicard S.p.A., società che opera nel settore delle carte di credito; Nettuno Fiduciaria S.r.l., che si occupa di gestione e amministrazione dei patrimoni dei propri clienti; UGF Private Equity S.p.A. in liquidazione, società di gestione del risparmio recentemente autorizzata dall Organo di Vigilanza alla gestione di un fondo mobiliare chiuso di private equity. La liquidazione si è chiusa in data 3 febbraio Non esistono impedimenti giuridici o sostanziali, attuali o prevedibili, che ostacolano il rapido trasferimento di risorse patrimoniali o di fondi all interno del Gruppo Bancario Unipol Banca. In ottemperanza a quanto previsto dal regolatore, le banche e gli intermediari vigilati del Gruppo Bancario Unipol Banca, non presentando deficienze patrimoniali a livello consolidato, riducono il loro requisito patrimoniale individuale del 25%. Non sono presenti nel Gruppo Bancario Unipol Banca società escluse dal consolidamento. 16

17 AREA DI CONSOLIDAMENTO AL 31 DICEMBRE 2011 SOCIETA' CONSOLIDATE CON IL METODO INTEGRALE Società - Sede Attività-Capitale sociale % partecipazione Quota (importi in euro) diretta indiretta gruppo CAPOGRUPPO Unipol Banca Spa Istituto di credito Bologna CONTROLLATE Unipol Merchant - Banca per le Imprese Spa Istituto di credito 100,00 100,00 Bologna Unipol Fondi Ltd Gestione Fondi Comuni 100,00 100,00 Dublino Unipol Leasing Spa Leasing 100,00 100,00 Bologna Nettuno Fiduciaria Srl Attività fiduciaria 100,00 100,00 Bologna Unicard Spa Carte di Credito 53,56 53,56 Milano Ugf Private Equity Spa in liquidazione Gestione Fondi Mobiliari 100,00 100,00 Bologna SOCIETA' A DESTINAZIONE SPECIFICA Grecale ABS Srl Cartolarizzazione Crediti Bologna Castoro RMBS Srl Cartolarizzazione Crediti Milano Atlante Finance Srl Cartolarizzazione Crediti Milano Grecale RMBS 2011 Srl Cartolarizzazione Crediti Bologna SOCIETA' VALUTATE CON IL METODO DEL PATRIMONIO NETTO Società - Sede Attività-Capitale sociale % partecipazione Quota (importi in euro) diretta indiretta gruppo COLLEGATE CampusCertosa Srl Gestione Immobili 26,16 26,16 Milano SCS Azioninnova Spa Servizi di consulenza e formazione 40,00 40,00 Bologna (Unipol Merchant) Promorest Srl Società di partecipazioni 48,92 48,92 Villanova di Castenaso (BO) (Unipol Merchant) Nell esercizio 2011 le variazioni intervenute riguardano: - la quota di partecipazione in Unipol Merchant che, a seguito dell acquisto delle quote di minoranza da parte della Capogruppo Unipol Banca avvenuto il 28 febbraio 2011, si incrementa dal 86,18% al 100,00%; - il leggero incremento (dal 53,39% al 53,56%) della quota di partecipazione in Unicard S.p.A a seguito dell aumento di capitale avvenuto nel dicembre 2011; - la riduzione della partecipazione in Campuscertosa srl che è passata dal 49% al 26,16%. 17

18 Si segnala inoltre l inserimento nel gruppo di società a destinazione specifica, di Grecale RMBS 2011, veicolo destinato alla cartolarizzazione su mutui originati da Unipol Banca effettuata nel corso del Informativa quantitativa Denominazione Sede Settore Tipo Rapporto Quota % Disponibilità voti % (2) (1) Trattamento ai Fini di Bilancio Trattamento nelle Segnalazioni Prudenziali Unipol Merchant S.p.A. Bologna Istituto di credito 1 100,00% 100,00% Consolidamento Integrale Consolidamento Integrale Unipol Fondi Ltd Dublino Gestione Fondo comuni 1 100,00% 100,00% Consolidamento Integrale Consolidamento Integrale Unipol Leasing S.p.A. Bologna Leasing 1 100,00% 100,00% Consolidamento Integrale Consolidamento Integrale Unicard S.p.A. Milano Carte di credito 1 53,56% 53,56% Consolidamento Integrale Consolidamento Integrale Nettuno Fiduciaria Srl Bologna Attività fiduciaria 1 100,00% 100,00% Consolidamento Integrale Consolidamento Integrale UGF Private Equity S.p.A. in liquidazione Bologna Gestione Fondi Mobiliari 1 100,00% 100,00% Consolidamento Integrale Consolidamento Integrale Grecale ABS Srl Bologna Cartolarizzazione Crediti 4 0,00% 0,00% Consolidamento Integrale Consolidamento Integrale Castoro RMBS Srl Milano Cartolarizzazione Crediti 4 0,00% 0,00% Consolidamento Integrale Consolidamento Integrale Atlante Finance Srl Milano Cartolarizzazione Crediti 4 0,00% 0,00% Consolidamento Integrale Consolidamento Integrale Grecale RMBS Srl Bologna Cartolarizzazione Crediti 4 0,00% 0,00% Consolidamento Integrale Consolidamento Integrale Legenda (1) Tipo di rapporto: 1 = maggioranza dei diritti di voto nell'assemblea ordinaria 2 = influenza dominante nell'assemblea ordinaria 3 = accordi con altri soci 4 = altre forme di controllo 5 = direzione unitaria ex art 26, comma 1, del "decreto legislativo 87/92" 6 = direzione unitaria ex art 26, comma 2, del "decreto legislativo 87/92" 7 = controllo congiunto (2) Disponibilità dei voti nell'assemblea ordinaria, distinguendo tra effettivi e potenziali 18

19 Tavola 3 Composizione del patrimonio di vigilanza Informativa qualitativa Il patrimonio di vigilanza è costituto dal patrimonio di base e dal patrimonio supplementare al netto degli elementi da dedurre. La quota di patrimonio di vigilanza di terzo livello è pari a zero. Le attuali regole di determinazione del patrimonio tengono conto dell applicazione dei cosiddetti filtri prudenziali, che consistono in correzioni apportate alle voci del patrimonio netto di bilancio, allo scopo di salvaguardare la qualità dello stesso e di ridurne la potenziale volatilità indotta dall applicazione dei principi contabili internazionali. Le diverse componenti del patrimonio di vigilanza sono così sinteticamente determinate: Patrimonio di base: è costituito dagli elementi patrimoniali di qualità primaria. Comprende il capitale versato, i sovrapprezzi di emissione, le riserve di utili e di capitale, al netto delle attività immateriali e dell avviamento, delle riserve negative da valutazione su titoli disponibili per la vendita (filtri prudenziali negativi), nonché delle eventuali perdite d esercizio. Patrimonio supplementare: è costituito da ulteriori elementi computabili secondo criteri e limiti dettati dalla normativa prudenziale emanata dalla Banca d Italia. Include le riserve da valutazione, le passività subordinate e gli strumenti ibridi di patrimonializzazione, al netto degli eventuali elementi negativi. Elementi da dedurre: gli elementi di seguito riportati sono dedotti per il 50% dal patrimonio di base e per il 50% dal patrimonio supplementare (al lordo delle deduzioni in esame): a) interessenze azionarie in banche e società finanziarie superiori al 10% del capitale sociale dell ente partecipato (danno luogo a deduzione per l ammontare complessivo delle partecipazioni); b) interessenze azionarie in banche e società finanziarie pari o inferiori al 10% del capitale sociale dell ente partecipato e strumenti subordinati emessi da tali enti (darebbero luogo a deduzione per la parte del loro ammontare complessivo che dovesse eccedere il 10% del valore del patrimonio di base e supplementare al lordo delle deduzioni). Patrimonio di terzo livello: gli strumenti computabili ai fini del patrimonio di vigilanza di terzo livello, pari a zero al 31 dicembre 2011, sono teoricamente riconducibili alle passività subordinate di secondo livello non computabili nel patrimonio supplementare, in quanto eccedenti il limite del 50% del patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre. La computabilità delle anzidette passività nel patrimonio di terzo livello è determinata nella misura del 71,4% dei requisiti patrimoniali sui rischi di mercato, esclusi i requisiti patrimoniali a fronte del rischio di controparte e del rischio di regolamento relativi al portafoglio di negoziazione ai fini di vigilanza. Dal momento che al 31 dicembre 2011 tutte le passività subordinate di secondo livello potenzialmente computabili vengono di fatto computate nel patrimonio supplementare, non c è alcuna quota di patrimonio di vigilanza di terzo livello. 19

20 Informativa quantitativa Composizione del patrimonio di vigilanza Valori in migliaia di euro Elementi positivi del patrimonio di base Capitale Sovrapprezzo di emissione Riserve - Strumenti non innovativi di capitale - Strumenti innovativi di capitale - Utile del periodo - Filtri prudenziali: incrementi del patrimonio di base - Totale elementi positivi del patrimonio di base Elementi negativi del patrimonio di base Azioni o quote proprie - Avviamento Altre immobilizzazioni immateriali Perdite del periodo Altri elementi negativi - Filtri prudenziali: deduzioni del patrimonio di base Totale elementi negativi del patrimonio di base Patrimonio di base a lordo degli elementi da dedurre Deduzioni del patrimonio di base - Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari pari o superiori al 20% del capitale dell'ente partecipato - Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari superiori al 10% ma inferiori al 20% del capitale dell'ente partecipato 162 Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari pari o inferiori al 10% del capitale dell'ente partecipato - Partecipazioni in società di assicurazione - Eccedenza delle perdite attese rispetto alle rettifiche di valore complessive - Deduzioni derivanti da cartolarizzazioni - Deduzioni relative al rischio di regolamento su transazioni non DVP - Totale elementi da dedurre 162 TOTALE PATRIMONIO DI BASE Elementi positivi del patrimonio supplementare Riserve da valutazione - Titoli disponibili per la vendita: Titoli di Capitale e Quote di O.I.C.R. - Titoli di Debito - Strumenti non innovativi di capitale non computabili nel patrimonio di Base - Strumenti ibridi di patrimonializzazione Passività subordinate di 2 livello Totale elementi positivi del patrimonio supplementare Elementi negativi del patrimonio supplementare Altri elementi negativi 3 Filtri Prudenziali: Deduzioni dal Patrimonio Supplementare: Quota non computabile delle riserve positive su titoli disponibili per la vendita: Titoli di Capitale e Quote di O.I.C.R. - Totale elementi negativi del patrimonio supplementare 3 Patrimonio supplementare a lordo degli elementi da dedurre Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari pari o superiori al 20% del capitale dell'ente partecipato - Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari superiori al 10% ma inferiori al 20% del capitale dell'ente partecipato 162 Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari pari o inferiori al 10% del capitale dell'ente partecipato - Partecipazioni in società di assicurazione - Totale elementi da dedurre 162 TOTALE PATRIMONIO SUPPLEMENTARE ELEMENTI DA DEDURRE DAL PATRIMONIO DI BASE E SUPPLEMENTARE - TOTALE PATRIMONIO DI VIGILANZA TOTALE PATRIMONIO DI TERZO LIVELLO - TOTALE PATRIMONIO DI VIGILANZA E DI TERZO LIVELLO

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