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1 Newsletter on-line n 4_2014 TECNOLOGIECONCIARIE chimica meccanica moda mercati 2014 Dinamica sas - Via San Domenico, Legnano (Mi) - Tel guidaallaconsultazione contenutiperunapelleintelligente normative 2 Pelli Metal Free - Realtà attuale e sviluppo tecnologico tecnologia 11 Pellame antibatterico con il sistema SILVERLINING chimica 13 Il cromo nelle acque di scarico del depuratore di Arzignano reach 17 Biocidi: necessità di agire il prima possibile tecnica 22 Difetti delle pelli grezze - capitolo 3 - parte 2 ITALIAN KNOW-HOW WORLDWIDE EXPERIENCE dossier 28 Calzatura - Produzione e consumo - dati mondiali moda 35 Woman & Man Key Colors SS 2016 La nostra Newsletter consente una riduzione totale del 96% di CO 2 rispetto al normale ciclo produttivo utilizzato per stampa e distribuzione di riviste cartacee; per la realizzazione di ogni numero di TECNOLOGIE CONCIARIE vengono risparmiati: 245 kw/h/el per stampa e confezione lt di carburanti per distribuzione postale kg di carta 16 kg di polietilene 11 kg di colla Dinamica Sas è proprietaria del marchio TECNOLOGIE CONCIARIE Newsletter On-Line, opera digitale tutelata legalmente per la diffusione sulle reti di comunicazione elettronica, ed è perciò vietato copiare e riprodurne integralmente o parzialmente i contenuti, nonché trasmettere o creare collegamenti elettronici senza l esplicito consenso scritto dell Azienda, titolare dei diritti d Autore della realizzazione multimediale dei contenuti. Per non ricevere più la Newsletter clicca qui

2 n 4_ PELLI METAL FREE Realtà attuale e sviluppo tecnologico autori Claudio Bortolati, Marco Frediani Consiglieri UNPAC autore contributi di Marcella Arrigo e Preto Martini (GSC Group SpA) - Paolo Bertelli (KLF Tecnokimica Srl) approfondimento UNPAC (Unione Nazionale Produttori italiani Ausiliari Conciari) oltre a proporsi come interlocutore di riferimento nei rapporti con le altre associazioni di settore (internazionali, nazionali e territoriali), ha, tra gli altri, come obiettivo strategico quello di fare chiarezza sull enorme quantità di nuove regole, capitolati, analisi e quant altro, che negli ultimi anni il mercato, e chiaramente le concerie, riversano sulle aziende chimico-conciarie. Le attività delle aziende chimico-conciarie, in special modo di quelle aderenti l Associazione, che conta 27 fra le maggiori e più significative aziende italiane produttrici di ausiliari e prodotti chimici per la lavorazione delle pelli, non si fermano alla mera vendita del prodotto ma contestualmente comprendono una serie di attività e una collaborazione a 360 gradi con le concerie. Le Aziende UNPAC si sono fatte carico di rendere reale il concetto di collaborazione nella filiera della pelle, sicuri che il consociativismo fra aziende chimiche e una più stretta collaborazione con clienti ed enti istituzionali porti a una crescita positiva a favore di tutti tutto il comparto; abbiamo quindi approfittato di questo convegno, e ringraziamo AICC per lo spazio concessoci, per esporre alcune nostre considerazioni su un tema che a nostro avviso, anche se per il momento e piuttosto di nicchia, diventerà importante nel prossimo futuro: la pelle metal free. La percezione reale del concetto e definizione di Pelle Metal Free e veramente confusa, in quanto, nonostante esista una normativa che, nel bene o nel male, ne definisce i parametri, (la valuteremo più avanti specificatamente), vede praticamente ogni utilizzatore finale di pelli adottare la tendenza ad im-

3 n 4_ porre i suoi limiti, autodeterminati e perciò, in alcuni casi, privi di valenza metodologica, su una vasta scala di metalli. Questa situazione crea un infinità di richieste di capitolati discrepanti tra loro anche su stessi elementi, che diventano difficilmente gestibili, sicuramente poco utili e a nostro avviso più che fare chiarezza creano ulteriore confusione nel mercato, inducendo in errore clienti e fornitori. Con questa nostra iniziativa vorremmo quindi, evidenziando le difficoltà già in essere nell ottemperare le norme esistenti, dare lo spunto per istituire un tavolo tecnico comune che raggruppi tutte le associazioni di categoria, gli stilisti, le firme e, in definitiva, la filiera, per cercare di definire al meglio ciò che dovrebbe essere il concetto di PELLE METAL FREE, sicuri che questo porterà benefici a tutti gli operatori del settore. Nelle pagine a seguire non valuteremo solamente le varie tecnologie per produrre pelli metal free oggi presenti sul mercato, in quanto crediamo che un argomento così importante meriti un Congresso specifico, ma faremo il punto della situazione sulla difficoltà, se non sull impossibilita, di produrre pelli metal free con le regole attualmente in uso, e nello specifico tratteremo due temi correlati e determinanti per l ottenimento del metal free e cioè: A) Influenza dei coloranti da botte e relative problematiche Vedasi successiva RELAZIONE DEL CONTENUTO DEI METALLI TRA PELLAME CRUST COSIDDETTO FREE METAL E LO STESSO PELLAME TINTO B) Norma UNI EN 15987: cuoio senza metallo (metal-free): Pelle animale convertita in cuoio mediante un agente conciante privo di Sali metallici ( Cr, Al, Ti, Zr, Fe ), il cui contenuto totale di ogni metallo conciante è minore o uguale allo 0,1% (massa di ogni metallo/ peso a secco totale del cuoio). Come potete prendere atto la norma si riferisce alla sola concia mentre non fa menzione della pelle finita e questo e molto importante, anzi direi determinante, in quanto tutte le analisi che vedremo via via si confronteranno sempre con questi parametri che, ripeto, sono attinenti al tipo di concia e non all articolo finito. RELAZIONE DEL CONTENUTO DEI METALLI TRA PELLAME CRUST COSIDDETTO FREE METAL E LO STESSO PELLAME TINTO Con questo studio abbiamo voluto verificare l incidenza delle aniline metallo complesse sulla concentrazione dei metalli in una pelle conciata con prodotti free-metal, in maniera da capire se dopo una tintura di botte e/o di rifinizione con queste aniline, il pellame possa essere sempre considerato tale. Il motivo di questa ricerca è dovuto al fatto che le aniline metal-complex rispetto alle metal-free hanno in genere resistenze fisiche ed allo xenotest molto più elevate e quindi sarebbero particolarmente indicate su questa tipologia di pellami.

4 n 4_ La PR punto 4223, ci indica che, perché una pelle possa essere definita free metal, la concentrazione dei singoli metalli concianti legati ad essa (cromo, alluminio, zinco, titanio e ferro), debba essere minore dello 0,1% e cioè inferiore a 1000 mg/ Kg o ppm. I test sono stati effettuati partendo da una pelle in crust su cui era stata fatta una concia free metal a tab 1 Parametro Metodo di analisi Unita di misura base organica. L analisi completa dei metalli all assorbimento atomico ha rilevato le seguenti concentrazioni (tab 1). In base a questi risultati la pelle si può sicuramente definire free-metal. PELLE BIANCA NON TINTA Cromo totale UNI EN ISO : 2011 mg/kg 2.6 Ferro UNI EN ISO : 2011 mg/kg 61 Alluminio UNI EN ISO : 2011 mg/kg 33 Arsenico UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 Boro UNI EN ISO : 2011 mg/kg 1.5 Bario UNI EN ISO : 2011 mg/kg 9.7 Berillio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 Cadmio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 Cobalto UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 Rame UNI EN ISO : 2011 mg/kg 6.1 Manganese UNI EN ISO : 2011 mg/kg 3.1 Molibdeno UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 Nichel UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 Piombo UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 Antimonio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 Selenio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 Stagno UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 Tellurio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 Tallio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 Titanio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 Vanadio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 Zinco UNI EN ISO : 2011 mg/kg 2.8 Zirconio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 tab 2 Il passo successivo è stato scegliere quattro aniline metal-complex ed una metal free ed effettuate altrettante tinture con il 6% sul peso secco del pellame a spessore 1/1.1. I risultati sono stati i seguenti tab 2 e 3. TABELLA RISULTATI ANILINE METAL FREE DI BOTTE Parametro Metodo di analisi Unita di misura VALORI COLORE ACID BROWN 75 Cromo totale UNI EN ISO : 2011 mg/kg 19.7 Ferro UNI EN ISO : 2011 mg/kg 213 Alluminio UNI EN ISO : 2011 mg/kg 290 Arsenico UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 Boro UNI EN ISO : 2011 mg/kg 2.5 Bario UNI EN ISO : 2011 mg/kg 11.1 Berillio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 Cadmio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 Cobalto UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 Rame UNI EN ISO : 2011 mg/kg 31.1 Manganese UNI EN ISO : 2011 mg/kg 3.8 Molibdeno UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 Nichel UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 Piombo UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 Antimonio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 Selenio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 Stagno UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 Tellurio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 Tallio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 Titanio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 Vanadio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 Zinco UNI EN ISO : 2011 mg/kg 3.6 Zirconio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5

5 n 4_ tab 3 TABELLA RISULTATI ANILINE METALLO-COMPLESSE DI BOTTE Parametro Metodo di analisi Unita di misura Valori colore BROWN 282 Valori colore BLACK 194 Valori colore RED Valori colore BLU Media Cromo totale UNI EN ISO : 2011 mg/kg Ferro UNI EN ISO : 2011 mg/kg Alluminio UNI EN ISO : 2011 mg/kg Arsenico UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Boro UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < Bario UNI EN ISO : 2011 mg/kg Berillio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Cadmio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Cobalto UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Rame UNI EN ISO : 2011 mg/kg Manganese UNI EN ISO : 2011 mg/kg Molibdeno UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Nichel UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Piombo UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Antimonio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Selenio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Stagno UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Tellurio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Tallio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Titanio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Vanadio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Zinco UNI EN ISO : 2011 mg/kg Zirconio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 E evidente che la concentrazione del cromo è superiore circa del doppio del valore consentito, e che quindi la pelle non può più essere definita metal-free, mentre utilizzando aniline free-metal le concentrazioni dei singoli metalli rientrano ampiamente in tali valori. In seguito sono stati effettuati i test su pellami tinti con sole aniline di rifinizione, sia metal-free che metal-complex.

6 n 4_ TABELLA RISULTATI ANILINE METALLO COMPLESSE DI RIFINIZIONE Per quanto concerne le aniline di rifinizione, sono stati applicati 4 gr piede di soluzione diluita 1:5 su pellame crust di spessore 1/1.1, che risulta un 1% sul peso della pelle di colorante. Questi i risultati (tab 4): ITALIAN KNOW-HOW tab 4 Parametro Metodo di analisi Unita di misura Valori colore bruno scuro Valori colore bruno giallo Valori colore blu Media Cromo totale UNI EN ISO : 2011 mg/kg Ferro UNI EN ISO : 2011 mg/kg Alluminio UNI EN ISO : 2011 mg/kg Arsenico UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Boro UNI EN ISO : 2011 mg/kg Bario UNI EN ISO : 2011 mg/kg Berillio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Cadmio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Cobalto UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Rame UNI EN ISO : 2011 mg/kg Manganese UNI EN ISO : 2011 mg/kg Molibdeno UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Nichel UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Piombo UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Antimonio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Selenio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Stagno UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Tellurio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Tallio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Titanio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Vanadio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Zinco UNI EN ISO : 2011 mg/kg Zirconio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 WORLDWIDE EXPERIENCE Chimica Sostenibile al servizio dell Innovazione Conciaria VI ASPETTIAMO AL PAD. 9 LINEAPELLE - MILANO FEBBRAIO

7 n 4_ tab 5 TABELLA RISULTATI ANILINE FREE METAL DI RIFINIZIONE Parametro Metodo di analisi Unita di Valori Valori Valori Media misura colore blu colore giallo colore nero Cromo totale UNI EN ISO : 2011 mg/kg Ferro UNI EN ISO : 2011 mg/kg Alluminio UNI EN ISO : 2011 mg/kg Arsenico UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Boro UNI EN ISO : 2011 mg/kg Bario UNI EN ISO : 2011 mg/kg Berillio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Cadmio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Cobalto UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Rame UNI EN ISO : 2011 mg/kg Manganese UNI EN ISO : 2011 mg/kg Molibdeno UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Nichel UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Piombo UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Antimonio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Selenio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Stagno UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Tellurio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Tallio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Titanio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Vanadio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Zinco UNI EN ISO : 2011 mg/kg Zirconio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Dalle tabelle tuttavia si può rilevare un dato importante: l utilizzo delle aniline metallo-complesse non ci è del tutto precluso. Ipotizzando una tintura in botte e successiva rifinizione con aniline metallo-complesse, si può evincere che, in base alle concentrazioni utilizzate, possiamo sempre ritenere e mantenere il pellame all interno di una classificazione free-metal. Ad esempio prendiamo come metallo sensibile il cromo totale, in quanto ha dato i risultati più elevati, e cioè: Tintura di botte (con il 6% su peso secco), una media di ppm cromo totale. Tintura di rifinizione (con il 1% su peso secco), una media di 65.3 ppm cromo totale. Ipotizziamo di fare la tintura seguente: 1.5% anilina botte metallo-complessa 1% anilina di rifinizione metallo-complessa In questo caso la concentrazione di Cromo totale risulta di 574 ppm circa, al di sotto del valore massimo consentito. Questo dato ci permette quindi di poter pensare di utilizzare questi coloranti di botte almeno a piccole percentuali, sviluppare fondi e colori non troppo scuri. Questa volta (tab 5) i valori sono ben al di sotto di quelli consentiti dalla norma e quindi si può supporre che rifinire una pelle con queste aniline anche con percentuali più elevate non va ad alterarne le caratteristica di free-metal. TABELLA RIASSUNTIVA RISULTATI Dalla seguente tabella riassuntiva (tab 6) si può notare la differenza tra l utilizzo di aniline free-metal e metal-complex in termini di concentrazioni mg/kg dei metalli legati al pellame. RELAZIONE DEL CONTENUTO DI METALLI NEL PELLAME CRUST METAL FREE E LO STESSO RIFINITO CON PIGMENTI INORGANICI Prima di iniziare la valutazione dei dati raccolti, crediamo sia opportuno evidenziare che sono stati collegati gli stessi a delle categorie commerciali del pellame.

8 n 4_ tab 5 TABELLA RIASSUNTIVA RISULTATI Parametro Metodo di analisi Unita di misura PELLE BIANCA NON TINTA Media valori tinture con aniline botte METAL FREE Media Valori aniline botte metal-complex Media valori aniline rifinizione METAL FREE Media valori aniline rifinizione metal-complex Cromo totale UNI EN ISO : 2011 mg/kg Ferro UNI EN ISO : 2011 mg/kg Alluminio UNI EN ISO : 2011 mg/kg Arsenico UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Boro UNI EN ISO : 2011 mg/kg Bario UNI EN ISO : 2011 mg/kg Berillio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Cadmio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Cobalto UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Rame UNI EN ISO : 2011 mg/kg Manganese UNI EN ISO : 2011 mg/kg Molibdeno UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Nichel UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Piombo UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Antimonio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Selenio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Stagno UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Tellurio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Tallio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Titanio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Vanadio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Zinco UNI EN ISO : 2011 mg/kg Zirconio UNI EN ISO : 2011 mg/kg < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Sono stati usati nomi generici ma facilmente intuibili. Il materiale di partenza usato e stata una bovina metal free, spessore 1,3 / 1,4, non tinta, ed è stato utilizzato il metodo di analisi UNI EN ISO :2011; di seguito le quantità di prodotti utilizzate per il trattamento. MISCELA CALZATURA 6 gr/pq 10 gr/pq 15 gr/pq PASTA PIGMENTO 0,48 gr/pq 0,90 gr/pq 1,95 gr/pq

9 n 4_ Come si evince dalla parte precedente di questo studio, e possibile produrre del pellame metal free anilina, sia esso tinto in botte e/o rifinito con coloranti. Nella fase successiva del lavoro che andiamo a presentare vedremo invece come la rifinizione con pigmenti in percentuali variabili possano influenzare il risultato finale. Senza voler fare delle statistiche precise, credo siamo tutti d accordo quando si afferma che la maggior parte del pellame in commercio e costituita da pelli che vengono rifinite con pigmenti inorganici, con vari gradi di copertura. Allo scopo di essere attinenti con la realtà, si è valutato di rifinire pellame metal free applicando diverse grammature di una classica miscela per calzatura /pelletteria. Nella scelta dei pigmenti ci siamo orientati nei quattro colori base di pigmenti dispersi normalmente in commercio: bianco ocra bruno nero Partendo dalla prima colonna relativa al crust, evidenziamo come comunque si trovino quantità importanti dei cinque elementi. Queste derivano essenzialmente da impurezze dei riconcianti ma soprattutto dal grezzo, se questo e stato conservato con del sale proveniente da miniera. Nelle successive colonne sono stati evidenziati in giallo i parametri che eccedono la normativa e, come potete vedere nei tre toni base (che compongono l 90% di tutti i colori), i parametri eccedono anche con grammature minime; solo il nero rientra nella norma. Riguardo la colonna con 6 gr, possiamo affermare che, lavorando con un po di accortezza e con il bilancino, potremmo forse rientrare, ma come ben sapete la maggioranza del pellame rifinito e quello espresso nelle ultime due colonne. Quindi sembrerebbe non esistere soluzione. Per vostra opportuna conoscenza, la prossima slide mostra i limiti in essere della presenza di metalli nei giocattoli da bambini e teniamo a sottolineare che questi sono leccati, succhiati e nella nostra immaginazione dovrebbero avere limiti bassissimi. Ma, al contrario Sorpresa! Alluminio a 5625 Cromo a 37. Titanio, zirconio e ferro non pervenuti. Ogni commento e superfluo. SEMI ANILINA OLEATI CERATI FODERE FIORE COPERTO NAPPE COPERTE STAMPATI FODERE BIANCO Crust 6gr. 10gr. 15gr. Cr 32,00 29,00 25,20 20,20 AI 660,00 665,40 663,00 645,60 Zr 2,10 3,80 7,10 8,20 Fe 106,00 122,00 98,70 97,90 VERNICE COLLEGE CROSTE ARREDO CARROZZERIA Ti 83, , , ,60 OCRA Crust 6gr. 10gr. 15gr. Cr 32,00 29,90 27,50 28,40 AI 660,00 589,20 621,30 640,00 Zr 2,10 3,40 2,40 3,00 Fe 106, , , ,70 Ti 83,00 109,00 90,10 106,70 BRUNO Crust 6gr. 10gr. 15gr. Cr 32,00 25,90 26,70 29,30 AI 660,50 620,30 683,00 664,60 Zr 2,10 3,30 2,70 3,40 Fe 106, , , ,80 Ti 83,00 90,40 74,80 81,00 NERO Crust 6gr. 10gr. 15gr. Cr 32,00 25,70 27,30 28,00 AI 660,50 659, ,00 Zr 2,10 3,40 2,80 2,50 Fe 106,00 106,60 103,30 101,70 Ti 83,00 96,30 97,40 107,40

10 n 4_ Gazzetta Ufficiale dell Unione Europa DIRETTIVA 2009/48/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 18 giugno 2009 sulla sicurezza dei giocattoli (Testo rilevante ai fini del SEE) Elemento ESTRATTO RELATIVO AGLI ELEMENTI METALLICI mg/kg. di materiale per giocattoli secco, fragile, in polvere o flessibile mg/kg di materiale per giocattoli liquido o colloso mg/kg di materiale rimovibile dal giocattolo mediante raschiatura alluminio antimonio 45 11,3 560 arsenico 3,8 0,9 47 bario boro cadmio 1,90 0,50 23 cromo (III) 37,5 9,4 460 cromo (VI) 0,02 0,005 0,2 cobalto 10,5 2,6 130 rame 622, piombo 13,5 3,4 160 manganese mercurio 7,50 1,9 94 nickel 75 18,8 930 selenio 37,5 9,4 460 stronzio stagno stagno organico 0,9 0,2 12 zinco e i giocattoli vanno a finire in bocca ai bambini... Per concludere, possiamo affermare che non si comprende il perché il legislatore abbia voluto penalizzare - o meglio rendere praticamente impossibile - la produzione di una pelle metal free e quindi, ribadiamo la necessità di un tavolo di concertazione fra operatori del settore per definire cum grano salis una norma attuabile e realisticamente applicabile. La commissione tecnica di UNPAC si rende disponibile a dare il suo apporto per definire e delineare il vero concetto di sostenibilità dei capitolati relativi alla presenza di metalli nelle pelli.

11 n 4_ Pellame antibatterico con il sistema SILVERLINING autore Conceria Stefania SpA approfondimento Le proprietà antibatteriche dell argento erano conosciute anche nei tempi antichi e numerosi sono tutt oggi i campi in cui tale proprietà è sfruttata; i nostri tecnici hanno studiato, realizzato e brevettato un sistema per la produzione di una fodera naturale, traspirante, contenente argento con effetto antibatterico. Negli stabilimenti della CONCERIA STEFANIA spa sono state eseguite le messe a punto della tecnologia necessaria alla realizzazione del processo denominato SILVERLINING, al fine di garantire costantemente il mantenimento dello standard qualitativo della produzione di pellame antibatterico. La verifica dell attività antibatterica è stata eseguita presso il Laboratorio di Microbiologia del Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze dell Università degli studi di MILANO-BICOCCA, dove con specifici test si è accertata e documentata in modo scientifico l attività antimicrobica del pellame trattato con il sistema SILVERLINING. I test sono stati eseguiti anche su pellame SILVERLINING sottoposti ad abrasione con il macchinario denominato Martindale al fine di simulare l usura, che può derivare dall uso della calzatura, riscontrando che anche dopo sfregamenti, (requisito per fodere per uso calzature sportive), l attività antibatterica viene mantenuta. Con l Università dell Insubria di Como, Dipartimento di Scienze e Alta Tecnologia, sono stati eseguiti vari controlli per valutare il comportamento del trattamento dal punto di vista chimico, confermando che il sistema SILVERLINING è valido ed efficace. Questo sistema, applicabile alle fodere per calzatura, garantisce la traspirabilità del pellame, in quanto il trattamento viene eseguito con prodotti naturali all acqua (tra cui la caseina) che permettono di ottenere una fodera altamente confortevole per l utilizzatore. L argento esercita le sue capacità antibatteriche costantemente e pertanto difende

12 n 4_ l insorgere di cattivi odori dovuti alla naturale sudorazione del piede. La sgradevole sensazione di cattivo odore, che si sviluppa nella calzatura, è dovuta alla azione di alcuni ceppi batterici presenti nelle sostanze organiche del sudore; queste sostanze forniscono ai microorganismi i nutrienti necessari al loro sviluppo. Gli studi condotti dall Università di Milano-Bicocca attestano che l argento contenuto in SILVERLINING svolge una attività antibatterica pari al 100 % (metodi AATCC 100,2004 e ASTM E2149,2001) ed è in grado di inibire la proliferazione dei microorganismi e la conseguente formazione di cattivo odore; le innumerevoli campionature eseguite hanno dimostrato che l effetto è ripetibile e duraturo nel tempo. I metodi utilizzati sono: AATCC 100, Assessment of antibacterial finishes on textile materials ASTM E2149,2001 -Standard method for determining the antimicrobial activity of immobilized antimicrobial agents under dynamic contact conditions. L attività antibatterica è stata valutata analizzando la capacità dei ceppi batterici di Escherichia coli e Staphylococcus aureus di aderire e colonizzare la superfi cie di SILVERLINING in confronto a fodere uguali e non trattate con argento. In entrambi i metodi utilizzati per lo studio delle capaci tà amibatteriche si è proceduto mettendo a contatto i diversi materiali con quantità note di agente batterico contando, progressivamente nel tempo, la carica batterica residua. Si preparano quindi tre terreni di coltura con una carica batterica nota - Una prima parte viene messa a contatto con SILVERLINING - Una seconda viene messa a contatto con una fodera classica - Una terza viene lasciata tale e quale. Dopo tempi di contatto stabiliti dai metodi di prova si esegue la conta dei batteri residui. Nella foto A la torbidità dei tre differenti campioni evidenzia la differente carica batterica: - beuta n. 1 è limpida, la maggior parte dei batteri è stata eliminata dopo il contatto con SILVERLINING - beuta n. 2 è torbida, è alta la carica batterica dopo il contatto con la fodera classica - beuta n. 3, è alta la carica batterica, si tratta del terreno di coltura tale e quale. Nella foto B si osserva la crescita in capsula Petri dei batteri residfui dopo una nuova semina su terreno di coltura: - il campione 1 non presenta crescita batterica, il contatto con SILVERLINING ha eliminato la maggior parte dei batteri. - il campione 2 presenta una notevole carica batterica dopo il contatto con la fodera classica. - il campione 3 presenta una notevole carica batteria, si tratta del terreno di coltura tale e quale. Nelle prove di laboratorio i camiopni sono stati messi a contatto con una carica batterica decisamente superiore a quella presente nel sudore umano e in condizioni ottimali per lo sviluppo. L efficacia antibatterica di SILVERLINING si è dimostrata ottima anche in tali espreme condizioni.

13 n 4_ Il cromo nelle acque di scarico del depuratore di Arzignano autore D. Refosco, M. Zerlottin approfondimento Durante il Convegno AICC svoltosi a Chiampo (VI) lo scorso 7 novembre 2014, la Società Acque del Chiampo SpA ha esposto, per voce di Daniele Refosco, Direttore Area Depurazione, un interessante lavoro che ripercorre e fotografa la realtà del depuratore dell impianto di trattamento delle acque reflue consortili degli scarichi conciari Arzignanesi. Il cromo nelle acque di scarico conciarie depurate e nei relativi corsi d acqua recettori è considerato un inquinante specifico e rientra fra l elenco delle sostanze pericolose, seppur non prioritarie, ma a sostegno dello stato ecologico delle acque superficiali. Pertanto il cromo presente in detti scarichi depurati, seppur totalmente in forma trivalente e in concentrazioni ampliamente entro i limiti di legge, rappresenta un parametro critico in particolare per i corsi d acqua interessati dagli scarichi del distretto vicentino della concia; per questo la riduzione del suo quantitativo è stato inserito nell Accordo di Programma Quadro (APQ) firmato il 5 Dicembre 2005 stipulato fra le società di gestone degli impianti di depurazione della concia del distretto, i rappresentanti dell industria conciaria, il Ministero dell Ambiente, la Regione Veneto, le Province di Vicenza e Verona e altri Enti e associazioni. La presentazione illustra in sintesi le azioni messe in atto, dal 2006 ad oggi, dalla società Acque del Chiampo S.p.A. titolare e gestore dell impianto di depurazione di Arzignano, al fine di poter raggiungere gli obiettivi prefissati nell APQ. In particolare sperimentazioni di sistemi di trattamento depurativo, applicazioni impiantistiche realizzate allo scopo e studi su specifici reflui provenienti dal ciclo di lavorazione conciaria che influenzano il contenuto di

14 n 4_ cromo ancora presente nelle acque depurate. Una particolare attenzione va posta nell utilizzo di agenti complessanti poco biodegradabili nel processo di lavorazione. I risultati conseguiti non sempre costanti e soddisfacenti e l andamento della qualità degli scarichi negli ultimi anni impongono una maggior sensibilizzazione e sforzo da parte di tutti gli operatori della filiera conciaria al fine di continuare il percorso di eco-sostenibilità da molti anni intrapreso. CROMO: INQUADRAMENTO NORMATIVO Normative di riferimento Direttiva 2000/60/CE: qualità delle acque superficiali --> limiti di scarico D.Lgs 152/2006: recepisce normativa Europea, limite di scarico per il cromo 2 mg/l D.Lgs. 219/2010: modifica D.Lgs 152/ > monitoraggio di microinquinanti per stabilire la qualità chimica del fiume tra cui c è il cromo totale Limite imposto per lo scarico nel collettore A.Ri.C.A.: 0,7 mg/l CROMO: PROBLEMA AMBIENTALE Possibilità di accumularsi dello stesso nei sedimenti dei fiumi; inoltre bio-accumulo che potrebbe verificarsi qualora le acque venissero utilizzate a scopo irriguo (come avviene per il Fratta Gorzone); Possibilità che, in certe condizioni (temperatura, ph, umidità, presenza di altre specie chimiche), si possa verificare una ossidazione del cromo trivalente alla forma più pericolosa di esavalente. ACCORDO DI PROGRAMMA QUADRO (APQ2) La sottoscrizione dell Accordo di Programma Quadro (APQ) è avvenuta il 5/12/2005 Obiettivi: risanamento Fratta-Gorzone e equilibrio bilancio idrico Le problematiche riscontrate nell ultimo periodo, correlate alla presenza di alcune sostanze chelanti complessanti presenti nelle acque di scarico, stanno determinando criticità nell efficienza di abbattimento del cromo da parte del depuratore conciario di Arzignano, così come si auspica una riduzione della presenza di solfati e cloruri. Ci si augura, nell interesse di tutta la filiera, che il costituendo tavolo tecnico di concertazione per la condivisione di queste tematiche, che a più voci viene richiesto, veda la costituzione di una TASK FORCE di tecnici, espressione di tutta la filiera, che si faccia carico di analizzare ed individuare criticità e soluzioni per ottenere un risultato positivo ed indicare la strada per una produzione conciaria sostenibile. Passi in questa direzione ne sono già stati fatti, pur se tra incomprensioni e visioni differenti, ma le parole chiave che accomunano queste problematiche, ANALISI - CONDIVISIONE - INTEGRAZIONE, devono essere recepite e vissute come una reale opportunità A SOSTEGNO DELLA CRESCITA DEL SETTORE. Maurizio Maggioni Segretario UNPAC

15 n 4_ Finalità. Riduzione del cromo nelle acque di scarico. Eliminazione Sostanze Pericolose. Riduzione Cloruri e Solfati. Riutilizzo acque reflue. Trattamenti per minimizzare i fanghi. Riduzione delle emissioni CROMO (APQ2) Allegato III Prevede una riduzione del quantitativo di cromo, in termini di massa, allo scarico degli impianti di depurazione nei corpi idrici superficiali, di un 20% entro il 31/12/2006 fino ad un 50% entro il 31/12/2008. RIDUZIONE DEL CROMO NELLE ACQUE DI SCARICO. OTTIMIZZAZIONE DEI PROCESSI DI CONCIA. IMPIANTO DI RECUPERO CROMO. Acque del Chiampo (AdC) IL CROMO NELLE ACQUE DI SCARICO DEL DEPURATORE DI ARZIGNANO Il cromo nell effluente dell impianto è mediamente composto da una frazione solubile (>90 %) e da una frazione insolubile (<10%) contenuta nei SST. La concentrazione del cromo presente allo scarico dell impianto di Arzignano era già molto bassa (0,30 mg/l), la riduzione ulteriore del cromo scaricato risulta particolarmente difficile e onerosa, in quanto perseguibile solo riducendo la frazione di cromo solubile. La quantità di cromo scaricata dall impianto di Arzignano ha avuto un andamento in diminuzione dal (anni di riferimento) fino al 2011 RECUPERO E RIUTILIZZO DEL CROMO NEL CICLO CONCIARIO(APQ2) Azioni intraprese da AdC Verifica della correlazione fra la concentrazione di cromo presente nei reflui depurati e la concentrazione di cromo nei reflui scaricati dalle concerie; Censimento conoscitivo della quantità di cromo utilizzata e recuperata nel distretto; Verifica del grado di abbattimento del cromo nei diversi bagni di concia (influenza del tipo di cromo utilizzato, compreso cromo di recupero); OTTIMIZZAZIONE DEI PROCESSI DI CONCIA(APQ2) Azioni intraprese da AdC Sensibilizzazione e formazione (operatori conciari, produttori/formulatori/fornitori prodotti chimici); Promozione e diffusione delle linee guida per la riduzione di cloruri, solfati e cromo nelle acque di scarico conciarie; Indagine sull impatto depurativo della concia bianca rispetto alla tradizionale concia al cromo; Chi siamo RIDUZIONE DEL CROMO NELLE ACQUE DI Impianto di depurazione SCARICO di Arzignano Società per Azioni a capitale pubblico per la gestione (APQ2) Impianto di depurazione di Arzignano del SERVIZIO IDRICO INTEGRATO (Legge Galli n. 36/94) Portata reflui industriali trattati: m3/d Azioni intraprese da AdC Portata reflui industriali trattati: m3/d Portata reflui civili trattati: m3/d Trattamenti terziari mediante chiariflocculazione; Dipendenti 170 Portata reflui civili trattati: m3/d Superficie coperta: m2 Reti Acquedotto civile 794 km Superficie coperta: m2 Potenza necessaria kw Trattamento di adsorbimento con carboni Reti Acquedotto industriale 14 Km Potenza necessaria Comuni serviti: kw Addetti dedicati all esercizio 60 attivi; Reti Fognatura civile 471 km Addetti dedicati all esercizio 60 POTENZIALITÀ Altissimo POTENZIALITÀ Linea industriale: Trattamento mediante a.e. utilizzo di impianto Reti Fognatura industriale 40 Km Crespadoro Linea industriale: a.e. Linea Civile: a.e. S.Pietro Mussolino MBR (Membrane Biological Reactor); Impianto di Depurazione x a.e. Linea Civile: a.e. Nogarole Vic.no Trattamenti di adsorbimento del cromo mediante utilizzo di biopolimeri; Laboratori Analisi 1 Chiampo Discariche gestite direttamente 9 Arzignano Aziende collegate alla fognatura: Montorso Aziende collegate alla fognatura: Trattamento di biorisanamento mediante Montecchio Magg. 136 l utilizzo di funghi; Brendola % Trattamento tipo conciario chimico del refluo con basificante; Lonigo 94% tipo conciario 6% altro tipo Certificata: ISO 9001:2000, ISO 14001:2004, OHSAS 18001, ISO EN 17025:2000 6% altro tipo Trattamento mediante ossidazione chimica; Cromo nelle acque di scarico Chiampo, Impianto di depurazione di Arzignano Cromo nelle acque di scarico Chiampo, Cromo nelle acque di scarico Chiampo,

16 n 4_ Ricerca chimico-analitica strumentale dei composti complessanti il cromo presente nelle acque di scarico; TRATTAMENTO MEDIANTE OSSIDAZIONE CHIMICA (OZONO) Consiste in un dosaggio di ozono nel refluo industriale dopo il processo di degradazione biologica e flottazione Vantaggi Totale disinfezione dell effluente trattato Decolorazione completa del refluo Diminuzione dei tensioattivi (schiume) Abbattimento di parte del COD biorefrattario Riduzione del cromo scaricato Svantaggi Necessità riduzione completa Cromo esavalente formatosi Elevato dosaggio di ozono Elevati costi di investimento Elevati costi di trattamento Consumo ossigeno Consumo energia elettrica Consumo acqua di raffreddamento La Segreteria Tecnica ritiene che la rimozione di µg/l di cromo comporta costi e una potenza elettrica elevata, ha comunque considerato l eventualità di un applicazione del processo ad ozono, con un dosaggio limitato, finalizzato ad ottenere dei risultati ambientali di notevole rilievo, ed in un ottica più ampia, per la rimozione delle sostanze pericolose. RICERCA CHIMICO-ANALITICA STRUMENTALE Sostanze individuate con certezza sono silossani (specialmente ciclici), tannini, EDTA, DTPA, composti aromatici(non ancora definiti); L EDTA trovato in concentrazione tale da non poter essere considerato unico responsabile di tenere in soluzione il cromo presente; Si sono rilevate concentrazioni crescenti negli anni di EDTA e DTPA; In data 04/02/2014 è stata emessa una comunicazione a tutte le aziende invitandole, anche in collaborazione con i propri fornitori di chemicals, a ridurre l uso e/o sostituire EDTA e DTPA con altri complessanti maggiormente biodegradabili; CROMO ALLO SCARICO: SITUAZIONE ATTUALE Dal 2012 il contenuto di cromo allo scarico dell impianto di depurazione di Arzignano e del collettore finale dei reflui ha iniziato ad aumentare al punto da rendere inefficaci tutti gli sforzi profusi. Nel 2014 allo scarico del collettore il contenuto del cromo è diminuito solo del 4% rispetto agli anni di riferimento ( ), quindi ben lontano dal 50% dell obiettivo concordato con l APQ e inferiore al 20% già raggiunto fin dal Una nuova realtà dalle solide tradizioni. ikem srl Via Roggia Di Mezzo, Montorso Vicentino (Vi) Tel Fax

17 n 4_ BIOCIDI: necessità di agire il prima possibile autore Paola Ulivi - Danger & Safety srl approfondimento Il nuovo Regolamento sui prodotti biocidi n. 528/2012 riguarda l immissione sul mercato e l uso di prodotti ad azione biocida. Adottato il 22 maggio 2012, è entrato in vigore il 1 settembre Tale Regolamento sostituisce la precedente Direttiva in materia (Direttiva 98/8/CE). In linea generale il nuovo Regolamento si focalizza su due punti principali: 1. Tutti i prodotti biocidi (qualsiasi sostanza o miscela nella forma in cui è fornita all utilizzatore contenente uno o più principi attivi) che vengono immessi sul mercato necessitano di autorizzazione. 2. Tutti i principi attivi devono essere approvati Lo scopo della nuova norma è quello di armonizzare a livello europeo il percorso di autorizzazione e approvazione, riducendo il numero di test e incoraggiando la condivisione dei dati. Il nuovo Regolamento, al pari della precedente Direttiva, suddivide i prodotti ad azione biocida in 4 categorie (v. Tab. 1) contenenti 22 prodotti tipo (la precedente ne conteneva 23). I prodotti utilizzati per la conservazione delle pelli appartengono alla categoria di prodotto PT9 e questo vuol dire che sarà possibile chiedere l autorizzazione di un prodotto biocida per il settore conciario solo se il principio attivo è stato approvato per la categoria di prodotto PT9.

18 n 4_ Al pari della precedente Direttiva, l approvazione dei principi attivi avverrà a livello comunitario mentre l autorizzazione dei prodotti biocidi avverrà a livello dei singoli Stati Membri con possibilità di mutuo riconoscimento, anche se il tutto sarà coordinato dall ECHA. E inoltre prevista anche un autorizzazione a livello dell Unione Europea (novità rispetto alla norma precedente) che permetterà ad un prodotto biocida di essere immesso sul mercato su tutto il territorio dell Unione, salvo che per particolari tipi di prodotto (PT 14, 15, 17, 20). Tale modalità potrà essere applicata con la seguente tempistica: Dal 1 settembre 2013: Tipologie di prodotto PT 1,3,4,5,18 e 19 Tab 1 Number Product-type Disinfectants These product types exclude cleaning products that are not intended to have a biocidal effect, including washing liquids, powders and similar products. PT 1 Human hygiene PT 2 Disinfectants and algaecides not intended for direct application to humans or animals PT 3 Veterinary hygiene PT 4 Food and feed area PT 5 Number PT 6 PT 7 PT 8 PT 9 PT 10 PT 11 PT 12 PT 13 Number PT 14 PT 15 PT 16 PT 17 PT 18 PT 19 PT 20 Number PT 21 PT 22 Drinking water Product-type Preservatives Unless otherwise stated these product-types include only products to prevent microbial and algal development. Preservatives for products during storage Film preservatives Wood preservatives Fibre, leather, rubber and polymerised materials preservatives Construction material preservatives Preservatives for liquid-cooling and processing systems Slimicides Working or cutting fluid preservatives Product-type Pest control Rodenticides Avicides Molluscicides, vermicides and products to control other invertebrates Piscicides Insecticides, acaricides and products to control other arthropods Repellents and attractants Control of other vertebrates Product-type Other biocidal products Antifouling products Embalming and taxidermist fluids No matter what the field of application is, ChimontGroup is able to provide products and solutions that add value to your leather. Thanks to assiduous research and long years of experience, ChimontGroup developed an innovative tanning and retanning process which allows to regenerate leather, in order to get rid of the superficial imperfections and thus to increase quality and value. Simplicity of use, a lower quantity of products, low environmental impact, better quality leather, greater economic advantages. ChimontGroup: real innovation that creates value.

19 n 4_ Dal 1 gennaio 2017: Tipologie di prodotto PT 2,6 e 13 Dal 1 gennaio 2020: Tipologie di prodotto PT 7,8,9,10,11,12,16 e 22 Allo scopo è stata predisposta una piattaforma IT denominata R4BP-Register for Biocidal Products (simile a REACH-IT), per favorire la presentazione delle domande di approvazione/autorizzazione e lo scambio di informazioni tra i diversi richiedenti, le autorità nazionali e l ECHA. La richiesta di autorizzazione di un prodotto biocida deve avvenire tramite la presentazione di un dossier (allegato III del Regolamento 528) i cui contenuti sono molto articolati e complessi, ed è necessario per altro il possesso dei dati relativi ai principi attivi contenuti, per esempio attraverso Lettera di Accesso. L autorità Nazionale avrà 365 giorni per prendere una decisione in merito. Una volta ottenuta l autorizzazione in uno Stato Membro, sarà possibile richiederla anche in altri, in sequenza o parallelamente (mutuo riconoscimento). Negli schemi sono riportati i passaggi fondamentali dell applicazione del nuovo regolamento. Oltre al fatto che nessun principio attivo potrà essere utilizzato se non approvato per la specifica categoria di prodotto e che nessun prodotto biocida potrà essere immesso sul mercato se non preventivamente autorizzato, vale la pena porre l attenzione su altri due punti che vanno a modificare la filosofia della precedente Direttiva sui biocidi (BPD) e in particolare: a) Obbligo di etichettatura degli articoli: come evidenziato nello schema precedente se un articolo viene trattato con un prodotto biocida senza che l articolo stesso abbia funzione di biocida (cosa che lo colloca nell ambito di definizione di prodotto biocida con tutti gli obblighi correlati (Art. 3 1a)), scatta l obbligo di etichettatura se sono verificate le seguenti condizioni: 1. Il produttore ne esalta le proprietà derivanti dal trattamento (claims) 2. Esiste la possibilità che i/il principi/o attivo possa

20 n 4_ venir in contatto con l uomo e che esista il rischio di rilascio ambientale. In questo caso l articolo dovrà riportare un etichetta contenente le seguenti informazioni: Menzione che dichiari che l articolo trattato contiene biocidi Se confermata, la proprietà biocida dell articolo trattato Il nome di tutti i principi attivi contenuti (compresi gli eventuali nanomateriali) Eventuali pertinenti istruzioni di uso ed eventuali precauzioni da prendere a causa dei prodotti biocidi con i quali l articolo è stato trattato. Su questo argomento il Regolamento CE n. 334/2014, che costituisce il primo emendamento del Regolamento n. 528/2012, ha introdotto alcune importanti novità che vanno a sanare evidenti incongruenze come per esempio il divieto di immissione sul mercato per gli articoli trattati prodotti dopo il 1 settembre 2013, assolutamente ingiustificato. Il nuovo regolamento invece permette l immissione sul mercato di tutti gli articoli purché sia presentata debita richiesta di approvazione del/i principi attivi entro il 1 settembre Se questa richiesta non viene presentata, allora l articolo dovrà essere ritirato dal mercato entro il 1 marzo Nel caso poi che la richiesta di approvazione del principio attivo non venga accettata, l articolo trattato dovrà essere ritirato entro 180 dalla decisione. b) Obblighi per le cosiddette persone interessate (Alternative suppliers): Poiché il Regolamento sui biocidi ha la scopo di far condividere tutti i costi derivanti dagli studi sui principi attivi in modo onesto, per tutti i produttori o importatori di principi attivi che fino ad ora non erano coinvolti nel programma di revisione ai sensi della vecchia direttiva, non contribuendo direttamente all approvazione del principio attivo stesso ma beneficiandone indirettamente, sono chiamati a presentare all ECHA o un dossier o una Lettera di Accesso o, nel caso il periodo di protezione dei dati sia terminato, il riferimento ad un dossier esistente, al fine di essere inseriti in un elenco insieme a coloro che già partecipavano al programma di revisione. A partire dal 1 settembre 2015 un prodotto biocida non potrà essere immesso sul mercato se il suo produttore o importatore non sarà inserito in tale lista. Anche su questo argomento il Regolamento 334/2014 ha apportato alcune modifiche. Viene infatti introdotta anche la figura del fornitore del prodotto inteso come colui che fabbrica o mette a disposizione sul mercato un prodotto biocida. In questo modo anche un formulatore o un rivenditore può garantire la presenza per se e per i principi attivi in questione nella lista istituita presso l Agenzia. Questa opzione assicura di fatto, ai fornitori di prodotti biocidi, il diritto di continuare a vendere le proprie formulazioni anche dopo il 1 settembre 2015 indipendentemente dal percorso che intendono fare i loro fornitori (produttori e importatori di sostanze). (Vedi elenco nell approfondimento) Il costo di tutti questi adempimenti sarà sicuramente notevole considerando il fatto che per ora sono note soltanto le tariffe dovute all Agenzia (di cui si riportano alcuni esempi in Tab. 2) contenute nel Regolamento n. 564/2013/CE, pubblicato sulla GUUE serie L n. 167 del 19/06/2013. A proposito delle tariffe è da mettere in evidenza che anche in questo contesto sono state previste

21 n 4_ delle riduzioni per le PMI (così come definite dalla Raccomandazione 2003/361/Ce). A differenza però di quanto avviene per le registrazioni REACH, in cui tale Status viene autodichiarato dal registrante, in questo caso il richiedente l approvazione del Principio Attivo o l autorizzazione del prodotto biocida deve comprovare subito all Agenzia il suo Status di PMI e riconfermarlo con cadenza biennale. Sicuramente l applicazione di questo Regolamento si presenta abbastanza complesso sia da un punto di vista tecnico che dal punto di vista economico e richiede un azione immediata da parte delle aziende per poter valutare e affrontare consapevolmente i nuovi adempimenti e le future scelte commerciali. Le azioni che anche l ECHA consiglia caldamente sono infatti: 1) Contattare il proprio fornitore per capire chi debba presentare la domanda di inclusione nella lista dell art. 95; 2) Agire il prima possibile per avere il tempo necessario alla preparazione della documentazione e alla eventuale contrattazione per il costo di condivisione dei dati; 3) Presentare il dossier in tempi utili affinché l ECHA abbia il tempo di valutare la domanda prima del 1 settembre 2015 e, nel caso la domanda venga respinta, il richiedente abbia il tempo per presentare ulteriori dati. Tab 2 Approvazione di un Principio attivo (Art. 7 c2) Rinnovo dell approvazione di un principio attivo (Art. 13 c3) Tariffa per la prima tipologia di prodotto per cui è approvato/ (*) Tariffa supplementare per ogni tipo di prodotto supplementare (*) Autorizzazione unionale singolo biocida (Art. 43 c2) (*) Riduzione della tariffa ordinaria per le PMI Identico al prodotto rappresentativo valutato per l approvazione del P.A. (*) Riduzione della tariffa ordinaria per le PMI Micro: 60% Piccole: 40% Medie: 20% Non identico al prodotto rappresentativo valutato per l approvazione del P.A Micro: 30% Piccole: 20% Medie: 10% Domanda di inserimento elenco delle persone interessate (Art. 95) Con Lettera di Accesso a fascicolo valido Con presentazione di un nuovo fascicolo

22 n 4_ Difetti delle pelli grezze - capitolo 3 - parte II autore Umbero Sammarco - Dinamica sas approfondimento In esclusiva per i nostri lettori continuiamo la pubblicazione, a dispense, dei 26 capitoli del libro TECNOLOGIA CONCIARIA di Umberto Sammarco, e, quale approfondimento, i capitoli del libro CHIMICA E TECNOLOGIA DEL CUOIO, di Giovanni Manzo. Generalità I difetti delle pelli grezze si possono attribuire a diverse origini: Difetti dovuti alle caratteristiche naturali delle pelli Difetti dovuti alle malattie contratte dagli animali e ai parassiti Difetti causati da azioni meccaniche sull animale vivo Difetti provocati dopo la morte dell animale prima della conservazione Difetti legati direttamente o indirettamente alla conservazione, al magazzinaggio e alla spedizione La rogna In realtà con questo nome sono raggruppate tre diverse malattie, originate da tre diversi tipi di acari noti rispettivamente come Sarcoptes, Psoroptes e Chorioptes. Essi si localizzano nella pelle e provocano forti deprezzamenti del grezzo e del cuoio finito. La rogna nelle sue varie manifestazioni è una malattia contagiosa e le cause del contagio sono quelle comuni a tutte le malattie infettive. In tutti e tre i tipi di rogna i sintomi sono rappresentati da prurito più o meno violento a seconda del tipo di rogna. Gli effetti che si producono sulla pelle provocano il suo ispessimento, secchezza, un accrescimento ridotto, dimagrimento, una scarsa produzione di lana nel caso degli ovini, tra i quali la malattia è particolarmente diffusa. In particolare la rogna sarcoptica si localizza di preferenza nelle zone non molto pelose. A differenza di quanto avviene nell ipodermosi bovina gli acari femmina depongono le uova ad una certa profondità nella pelle, dove arrivano dopo aver scavato in essa solchi profondi; le larve ripercorrono il cammino inverso. L azione patogena, che produce arrossamenti cutanei, vescicole, pustole, è provocata dagli acari femmine.

23 n 4_ zecca sono visibili sulle pelli dopo concia. Sul fiore si notano buchi limitano la realizzazioni di articoli di elevata fascia qualitativa. I buchi persistono sul cuoio anche dopo smerigliatura. Danno sul fiore causato da rogna sarcoptica La rogna sarcoptica è diffusa nell emisfero settentrionale e produce danni notevoli soprattutto per le razze bovine. La rogna corioptica è causata dall acaro Chorioptes comunis. Si localizza nei bovini, specialmente nelle vacche da latte. Per questa malattia il contagio è più lento ed il prurito è sopportabile. Le pediculosi Sono malattie provocate da pidocchi, che si localizzano di preferenza sul dorso e sui fianchi dei bovini adulti. Il prurito costringe gli animali a grattarsi continuamente e di conseguenza si generano eczemi che deprezzano la qualità delle pelli. Lesioni da zecche Le zecche si nutrono del sangue dell ospite. Sono acari che deteriorano le pelli in modo pesante, determinandone una superficie ruvida e squamosa. Il prurito conseguente alla loro azione costringe l animale a grattarsi e di conseguenza si generano irritazione, pustole, ferite, ulcerazioni. Le punture da Danni del fiore dovuti a lesioni da zecca DIFETTI DOVUTI A CAUSE MECCANICHE SULL ANIMALE VIVO Sono difetti provocati da operazioni condotte senza prestare cura e attenzione per cui potrebbero essere evitati o prevenuti. Questo tipo di problemi arreca un danno ingente all industria del cuoio. Si riportano in questo paragrafo i difetti più importanti e diffusi. Marchio L uso del marchio a fuoco risale a un epoca antica e serve ad identificare la proprietà dell animale. Si possono usare due diversi sistemi, che prevedono l uno l utilizzo di un marchio a timbro, mediante il quale il disegno viene trasferito sulla pelle, l altro invece produce il disegno con un punteruolo incandescente. coloranti - tannini sintetici - ingrassi L.H. KRAUSS s.r.l. Via Provinciale Valdinievole, Galleno - Castelfranco di Sotto (Pi) Tel e Fax krauss2002@libero.it

24 n 4_ Viene impresso generalmente sulla groppa e sulla coscia, in zone cioè di grande valore per l utilizzo delle pelli. La cicatrice formata è molto profonda ed in molti casi attraversa tutto lo spessore della pelle. I marchi di questo tipo sono allargati dalla macchina a scarnare. La rottura del fiore e l apertura delle fibre contribuiscono ad aggravare ulteriormente il danno. Spesso la marcatura viene praticata senza tener conto in alcun modo della qualità della pelle. Alcune volte si trovano sulla stessa pelle molti marchi localizzati sul groppone e sulla testa. Nel caso migliore il marchio è praticato sulla coda dell animale, in genere quando la bestia è giovane ed esso ha la grandezza di una mano. Certi marchi non provocano cicatrici profonde nell intero spessore ma danneggiano solo il fiore. I conciatori che richiedono un materiale senza marchi, trovano talvolta pelli con danni superficiali. Questo genere di marchio è difficile da vedere sulle pelli grezze. Qualche volta vengono usati i marchi chimici, che consistono nell applicazione di sostanze acide o alcaline. Il marchio a fuoco è però molto più diffuso. Tipico marchio praticato negli Stati Uniti I marchi acidi sono stampati sull animale, essi sono molto più piccoli, più regolari e uniformi e il danno procurato alla pelle è nettamente minore rispetto al marchio a fuoco. Il fiore viene distrutto ed appare simile a quello che si ottiene con la smerigliatura. La marcatura a freddo con ghiaccio secco causa cicatrici meno profonde rispetto al metodo del marchio a fuoco e riduce gli scarti di pelle. Si ottengono con questo sistema marchi permanenti e leggibili. I fattori critici di questa tecnica sono l età dell animale al momento della marcatura, il tempo di esposizione, la pressione del ferro e il tipo di razza. Contusioni Sono lesioni o ferite procurate soprattutto nella zona dei fianchi e delle spalle e in misura minore sulla schiena e sulle gambe. Esse possono essere causate da colpi di bastone e di frusta. Una contusione non può essere vista dalla parte del fiore della pelle a causa del pelo, il lato carne appare di un colore rossastro per l eccesso di sangue nell area colpita. Questa zona per la presenza del sangue può subire un processo putrefattivo rapido che si manifesta come una macchia tenue sul cuoio finito. Per questo motivo le pelli da conservare devono essere pulite e salate nel più breve tempo possibile. Danni da strigliatura I danni da strigliatura non possono essere riconosciuti finchè la pelle non è stata depilata. Si tratta di uno dei danni evitabili che causa una forte svalutazione del cuoio finito. Questo problema è provocato da un uso inadeguato della striglia che serve ad asportare dagli animali il sudiciume di cui sono cosparsi. Generalmente il danno non è prodotto solo durante l allevamento ma avviene nel mattatoio dove le carcasse sono lavate prima di essere inviate nelle camere frigorifere. Le lesioni epidermiche e degli strati superficiali del derma si verificano per una strigliatura troppo energica ed eseguita con attrezzi a punte acute. Sono consigliabili striglie che non graffino la pelle e non si deve eseguire l operazione esercitando forti pressioni. Il danno da strigliatura è evidenziato da una serie di rotture parallele sul fiore come mostrato in figura. Il difetto riguarda la parte migliore della pelle. Ne sono danneggiate soprattutto le pelli di vitello. Danni da strigliatura Danni da spinature, lacerazioni e scornature Uno dei difetti più comune e pesante dal punto di vista economico è la presenza di graffi e lacerazioni sulla pelle dell animale. Essi sono causati da oggetti taglienti. Le graffiature possono essere di origine recente oppure cicatrizzate. Quelle recenti appaiono come tagli aperti, mentre quelle di vecchia data si presentano

25 n 4_ come cicatrici. Gli oggetti che causano queste graffiature sono filo spinato, piante di cactus, siepi di spine, rovi che normalmente si trovano nei campi dove gli animali pascolano. Il filo spinato e gli altri oggetti prima menzionati producono spinature di diversa profondità e lunghezza come mostrato in figura. di o altri oggetti metallici che possono generare tagli e lacerazioni. Danni da urinatura e stercatura Il basso di fiore nella zona dei fianchi (in inglese tale difetto prende il nome di Belly grain) è un danno tipico che si manifesta sulle pelli di vitello; esso è causato dall urina e dallo sterco, quando permangono a lungo addosso all animale per negligenza dell allevatore. Sulla parte difettata il fiore presenta una struttura opaca, nubuccata e con un tatto ruvido del tutto differente dal fiore liscio delle parti non intaccate 13. Graffi presenti sul fiore di una pelle semiterminata Basso di fiore su pelle di vitello Le aree difettate mostrano un fiore grossolano e grezzo. In alcuni casi il fiore è corroso come mostrato in figura. Le zone implicate in questo problema fissano il colore in modo differente dal resto della pelle. L azione dell urina sulla pelle, riguardo alla formazione di bassi di fiore è sicuramente più severa rispetto a quella dello sterco. Oltre alla svalutazione della pelle, le spinature e le cicatrici concorrono alla riduzione della resistenza del cuoio alla lacerazione delle aree implicate. La sostituzione del filo spinato con recinzione elettrica ad alto voltaggio e bassissima intensità costituisce un possibile miglioramento. Le scornature sono dovute a veri e propri combattimenti tra vacche da latte di pascoli di montagna. Le pelli di provenienza esotica, particolarmente le bovine Australiane, presentano questo difetto in misura più diffusa. Infine si ricordano le lesioni da giogo che ultimamente hanno una minore importanza e i danni che possono essere arrecati dal trasporto durante il quale gli animali possono venire a contatto con chiowww.icapleather.it

26 n 4_ DIFETTI PROVOCATI DOPO LA MORTE DELL ANIMALE, PRIMA DELLA CONSERVAZIONE I difetti riportati in questo paragrafo si originano nella pelle dopo la macellazione dell animale. Operando correttamente molti di essi potrebbero essere eliminati. Tagli, intaccature Il modo più comune per ridurre il valore di una pelle è quello di tagliarla o intaccare il lato carne durante la scuoiatura. Ciò si può verificare con una scuoiatura manuale eseguita con poca cura oppure affidata a mani inesperte. In molte aree del mondo viene ancora praticata la scuoiatura manuale. In tale caso quando le pelli sono molto stercate, esse sono difficili da trattenere e il coltello può scivolare con grande facilità senza che possa essere controllato dall operatore. Anche l uso di un utensile inadeguato può essere la causa della sfregiatura della pelle. I danni di scuoiatura possono essere ridotti impiegando un coltello affilato con la punta arrotondata. Buco provocato da scuoiatura manuale La parte piatta della lama deve essere tenuta a contatto con la parte della pelle già scuoiata. I tagli perforano la pelle in tutta la sezione, dal lato carne al fiore, provocando dei buchi, come è mostrato in figura. Le intaccature invece sono tagli di coltello che non attraversano completamente la pelle pur essendo abbastanza profonde, tali da causare danni sul cuoio finito e sulla crosta che ne viene fortemente svalutata. Un taglio visibile sul lato carne della pelle Il difetto costituito da una serie di intaccature sottili e parallele sul lato carne è noto con il termine di taglio parigino. I tagli e i buchi che si trovano entro 7-8 cm dal bordo possono essere rifilati dal compratore prima di pesare la pelle; un taglio o un intaccatura profonda a 10 o più cm dal bordo determinerà il declassamento della pelle. I difetti di scuoiatura si possono evitare largamente con il sistema meccanico, che viene applicato nei Paesi sviluppati. Effetto di un inadeguato dissanguamento Il sangue lasciato sulla pelle fornisce le condizioni ideali per la crescita batterica. Queste condizioni influenzano negativamente la qualità del cuoio finito. Dopo la morte dell animale il sangue coagula e da luogo a macchie che possono essere notate molto bene sulla pelle dopo concia, come si può vedere sulla figura. Nel corso della depilazione il sangue, per azione del solfuro, forma macchie rosso vivo. Macchie di sangue su pelli wet-blue Danni da scarnatura In Australia e gli Stati Uniti, talvolta le pelli vengono scarnate in grezzo nel macello. L operazione meccanica condotta in questa fase può causare un problema noto con il nome inglese manure ball damage. Esso è provocato da agglomerati di stercatura, che per mescolamento con il fango induriscono: le pelli non scorrono facilmente tra i cilindri della scarnatrice. Gli agglomerati esercitano una pressione contro il fiore determinando la rottura e l abrasione di alcune zone della pelle.

27 n 4_ La scarnatura delle pelli fresche può provocare intaccature dal lato carne qualora, prima dell operazione meccanica, esse sono state riscaldate e disidratate in certe zone della loro superficie. Ciò si verifica quando le pelli sono vicine a tubazioni calde o radiatori oppure sono trasportate ad un impianto di conservazione centralizzato in autocarri chiusi nei mesi caldi estivi. Danni da congelamento Il congelamento delle pelli può essere vantaggioso o pericoloso a seconda di come viene condotto. Il raffreddamento rapido e spinto è stato usato per la conservazione delle pelli fresche e ha dato risultati soddisfacenti senza alcun particolare inconveniente. Il raffreddamento lento causa la formazione di cristalli di ghiaccio che possono provocare la rottura delle fibre, rendendo inoltre il cuoio prodotto soffiato e floscio. Ripetuti congelamenti e scongelamenti sono pericolosi non solo per la formazione di ghiaccio ma anche per la possibilità che avvengano fenomeni putrefattivi. Con il congelamento, la crescita dei batteri viene ritardata; quando però le pelli cominciano a scongelare essi ridiventano attivi. In presenza dell acqua di condensazione si creano le condizioni ideali per la crescita e la proliferazione dei batteri con tutti i problemi tipici dei sistemi di conservazione non adeguati. Difetti dovuti a una rifilatura non adeguata Dopo la detersione è necessario rimuovere il grasso e la carne rimasti attaccati alla pelle. Questi elementi estranei devono essere eliminati per rifilatura prima di procedere alla salatura delle pelli. I residui grassi si oppongono alla regolare penetrazione del sale all interno della pelle così come la carne che dovesse rimanere attaccata alla pelle dopo la scuoiatura. Inoltre i residui di carne si decompongono facilmente e possono causare in quelle zone la putrefazione della pelle. Rottura del fiore causata meccanicamente Per strappare la pelle dalla carcassa di un animale, talvolta si usano martelli a naso smussato. Questo arnese non provoca alcun danno sulle pelli pesanti ma quelle più leggere possono essere danneggiate seriamente. Per lo strappo di pelli di vitello o di pecora è preferibile fare forza con il pugno o con il gomito. L attrezzo a martello usato nella scuoiatura può causare la rottura del fiore. Nel caso dei vitelli, le zone che più delle altre subiscono la rottura del fiore sono comprese tra la groppa e il centro della pelle. In casi più rari questo problema si può avere nell area dei fianchi. Anche nei cuoi da suola si possono notare zone che presentano rottura di fiore. In questo caso, oltre che dalla modalità della scuoiatura, le lesioni possono essere causate da altri fattori, come un rinverdimento e un calcinaio troppo spinti. Anche altre fasi che possono indebolire il fiore sono probabilmente responsabili di questo problema. Quando si verifica la rottura del fiore devono essere prese in considerazione, come possibili cause, anche le operazioni meccaniche più delicate del ciclo di lavorazione. BIBLIOGRAFIA 13) Swiss Commision on Hides and Skins Defects, J. Soc. Leather Trade Chemists, 7, 376, (1923)

28 n 4_ CALZATURA - PRODUZIONE E CONSUMO DATI MONDIALI autore Maurizio Maggioni approfondimento Pubblichiamo un analisi costruita su dati riferiti alla produzione mondiale del settore calzaturiero, e ai relativi consumi, per meglio fotografare l attuale situazione che ha influenzato l ultimo triennio. La produzione mondiale di calzature nel 2013 ha superato per la prima volta la soglia di 22 miliardi di paia e la distribuzione geografica dell industria calzaturiera rimane sostanzialmente invariata rispetto agli anni precedenti. Nell approfondimento sono riportate le tabelle con i dati statistici per una migliore valutazione. Per quanto concerne la produzione, la Cina è leader indiscusso, con i suoi di paia, quasi i 2/3 di vendite nel mondo; la lista dei maggiori 10 produttori mondiali comprende altri cinque paesi asiatici: India, Vietnam, Indonesia, Pakistan e Bangladesh. Nel complesso, in Asia si produce l 87% delle calzature prodotte in tutto il mondo, un peso che rimane praticamente invariato rispetto i tre anni precedenti; nello stesso periodo, la Turchia ha aumentato la sua quota di produzione sullo scacchiere internazionale dal 0,9% nel 2010 all 1,3% del 2013, attestandosi al settimo posto in questa speciale classifica, con un incremento, in termini assoluti, di circa il 45% della sua produzione.

29 n 4_ Il Brasile resta di gran lunga il più grande produttore non-asiatico con una quota del 4%; Messico e Italia, con di paia, completano il gruppo. La distribuzione geografica dei consumi mostra un forte dinamismo; nel corso degli ultimi quattro anni, l Asia ha aumentato la sua quota del totale mondiale dal 49% al 51%, in gran parte a spese dell Europa, la cui quota è scesa dal 20% al 17%, ma anche il Nord America ha perso terreno, mentre l Africa rafforzato la sua posizione. A livello interno, la Cina incrementa il consumo di calzature, in termini di volume, e ha consistentemente consolidato la sua posizione nel corso degli anni; Stati Uniti e India a seguire in seconda e terza posizione. Giappone e Indonesia sono gli altri due Paesi asiatici tra i top 10 consumatori di calzature, in quarta posizione il Brasile è l unico rappresentante del Sud America in questo gruppo; quattro Paesi europei a completare l elenco, rispettivamente Gran Bretagna, Russia, Germania e Francia. Nel 2013, l Asia ha di nuovo leggermente aumentato il suo inarrestabile incremento nelle esportazioni di calzature, raggiungendo l 86%, più di sei volte la quota di tutti gli altri continenti in aggregato. l Europa, con l 11%, è al secondo posto, staccata nettamente. Nessun altro continente esporta più dell 1% del totale mondiale. La Cina, con di paia guida la classifica degli esportatori mondiali, Vietnam, Hong Kong, Italia ( ) e Belgio mantengono le seguenti quattro posizioni. Nel 2013, la Germania ( ) si è scambiata di posto con l Indonesia, salendo al sesto posto. India e Turchia accedono Chemicals for leather CORICHEM srl Via Lago di Garda, SAREGO (VI) - Italy Tel Fax info@corichem.it

30 n 4_ all elenco per la prima volta, e ora sono l ottavo e il nono Paese tra i più grandi esportatori. A differenza degli anni precedenti, Spagna e Thailandia non pervenute; nessun Paese al di fuori di Asia ed Europa appare nella top 10 di esportatori di calzature. Seguendo i modelli di consumo, la geografia delle importazioni sta cambiando rapidamente. Risalendo ai dati del 2009, la quota europea sul totale mondiale è scesa dal 39% al 36%, e la quota del Nord America da oltre il 26% a meno del 24%. D altro canto, Asia e Africa hanno entrambi aumentato rispettivamente la loro quota di 2 e 3 punti percentuali. DINAMICHE DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE Nel 2013, il commercio internazionale della calzatura ha raggiunto nuovi livelli record; le esportazioni hanno raggiunto 14.4 miliardi di paia e quasi 120 miliardi di dollari, rispettivamente in crescita del 7% e del 12% rispetto all anno precedente. La crescita negli ultimi dieci anni ha raggiunto il 71% in termini di volume e il 143% in termini di valore. La differenza tra i tassi di crescita per volume e per valore implica un aumento del prezzo medio d esportazione per paio, passando da 5,82 dollari nel 2003 a 8,27 dollari nel 2013, registrando un incremento del 42%. L aumento non è stato costante; il valore ha raggiunto 7,34 dollari nel 2008, per cadere a 6,66 dollari due anni dopo prima di assestarsi all attuale livello. I Paesi europei e gli Stati Uniti sono ancora i maggiori mercati di importazione di calzature; Gli Stati Uniti guidano la top 10 della lista importatori con paia, più avanti di qualsiasi altro Paese, e nel 2013 ha di nuovo importato calzature per più del 20% del totale mondiale. Il Giappone si conferma il più grande importatore in Asia e il secondo nel mondo; Hong Kong è l altro paese asiatico in questa lista, la quale comprende anche 7 paesi europei, con l Italia ( paia) al nono posto. Negli ultimi dieci anni, l Asia ha continuato a consolidare la propria posizione dominante in fatto di esportazioni: in termini di volume, la sua quota è aumentata di 6 punti percentuali arrivando all attuale livello del 86%; in termini di valore, l aumento è stato

31 n 4_ ancora maggiore, 12 punti percentuali in aumento dal 49% al 61%. Valutando la direzione opposta, L Europa ha visto la sua quota di volume in caduta dal 13% all 11% e la quota di valore ridursi dal 44% al 35%. Anche il Sud America è stato anche gravemente colpito dal consolidamento della posizione asiatica; la sua quota di esportazioni mondiali è scesa dal 2,5% in termini di volume, e dal 3,5% in termini di valore, dieci anni fa, ad un povero 1% attuale. L Oceania ha visto la sua quota ridotta ad una presenza ai minimi storici sulla scena mondiale; le tendenze in merito a Nord America e Africa sono meno chiare in quanto non si riesce ad avere dati ufficiali su queste basi. I modelli geografici delle importazioni dell ultimo decennio indicano uno spostamento sostanziale; fino al 2008, l Europa ha costantemente consolidato la sua quota totale, sia in termini di volume che di valore. Tuttavia, nel seconda metà del decennio, deboli condizioni economiche hanno spinto una tendenza al ribasso che si è fermata solo nel 2013; d altro canto, negli ultimi quattro anni, l Asia ha guadagnando quote importanti di mercato. Il Nord America mostra un più stabile tendenza al ribasso, infatti la sua quota nel corso degli ultimi dieci anni ha registrato una caduta di 9 punti percentuali in termini di volume e di 6 punti percentuali in termini di valore. Gli altri continenti hanno visto una crescita di importanza come mercati target per le importazioni. Alla fine del decennio l Africa aveva registrato la crescita maggiore raggiungendo il 3% in termini di valore e di 11% in termini di volume. Questa sostanziale differenza è il risultato del bassissimo prezzo medio delle importazioni africane. In dieci anni il Sud L America ha più che raddoppiato la sua quota di importazioni e l Oceania ha consolidate le sue posizioni. Si evidenzia come i Continenti differiscano notevolmente in termini di prezzi medi per il loro commercio

32 n 4_ internazionale e le loro dinamiche. Negli ultimi dieci anni, L Europa ha sempre registrato il valore unitario più alto per le esportazioni, passando da 19 dollari nel 2003 a 26 dollari nel La maggior parte di questa crescita è stata registrata nella prima metà del decennio; i prezzi europei hanno segnato una stagnazione dal All altra estremità della scala, l Asia mostra un valore all esportazione più basso nel mondo: nonostante un 60% di incremento nel corso del decennio, è ancora al di sotto 6 dollari il paio. I prezzi in Africa, Nord America e Oceania hanno registrato dinamiche in costante aumento; sull altro versante, in Sud America, il prezzo è aumentato del 69% tra il 2008 e il 2010, ma in seguito è diminuito del 31% da allora e, a 9 US dollari, è ora il secondo più basso del mondo. I prezzi medi di importazione sono più omogenei. Negli ultimi dieci anni, L Europa ha sempre pagato il più alto prezzo medio all importazione del mondo, e questo è aumentato dai 10,40 dollari del 2003 ai 13,14 dollari nel Nord America, Oceania, Sud America e Asia seguono, in questo ordine, con prezzi che vanno, nel 2013, da 7,89 dollari in Asia a 10,86 US dollari in Nord America; l Africa è sola in quanto il suo prezzo medio all importazione è anche cresciuto, ma è ancora al di sotto 3 dollari al paio. FLUSSI CONTINENTALI Un aspetto più significativo dei dati internazionali nel commercio delle calzature è la propensione verso l esterno diverso dai diversi continenti. Nel periodo , mentre per il 75% dei Paesi asiatici le esportazioni sono per i paesi non asiatici, l 86% delle esportazioni europee sono state veicolate in un altro Paese europeo. Nord e Sud America e Oceania mostrano una situazione di maggior equilibrio in questo senso, considerando che l Africa è ancora più orientata verso l export in Asia. Il commercio intra-europeo, infatti, si rivela essere la più grande componente del commercio internazionale di calzature, e rappresenta quasi un terzo delle esportazioni mondiali. Le esportazioni asiatiche verso l Europa e il Nord America rappresentano il 19% del totale del commercio mondiale. Il commercio tra Paesi asiatici si attesta al 14%, in modo molto significativo. Nessun altro flusso intercontinentale rappresenta più del 3% del totale mondiale. LA PELLE RAPPRESENTA MENO DELLA META DEL VALORE DI CALZATURE ESPORTATE Nel 2013, gomma, plastica e tessuti tecnici utilizzati per la produzione di calzature hanno continuato a consolidare la propria posizione come i materiali più richiesti: il 77% di tutte le paia esportate sono

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