Monitoraggio degli Ardeidi del Delta del Po e della provincia di Rovigo 7 BIBLIOTECA DEL PARCO EMILIANO VERZA, DANILO TROMBIN DEL DELTA DEL PO

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1 EMILIANO VERZA, DANILO TROMBIN GLI AIRONI DEL DELTA DEL PO BIBLIOTECA DEL PARCO Monitoraggio degli Ardeidi del Delta del Po e della provincia di Rovigo 7

2 EMILIANO VERZA, DANILO TROMBIN GLI AIRONI DEL DELTA DEL PO Nella foto, una Garzetta. (G. Pivatelli) Monitoraggio degli Ardeidi del Delta del Po e della provincia di Rovigo

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4 Pubblicato da: ENTE PARCO REGIONALE VENETO DEL DELTA DEL PO Via G. Marconi, Ariano nel Polesine R ovigo Tel.: Fax: info@parcodeltapo.org Coordinatore del progetto: Alessandro Andreello Si ringrazia per la collaborazione Daniele Tonello Citazione raccomandata: Verza E., Trombin D. (a cura di), Gli Aironi del Delta del Po. Monitoraggio degli Ardeidi del Delta del Po e della provincia di Rovigo. Ente Parco Regionale Veneto del Delta del Po. Ass. Cult. Nat. Sagittaria. In copertina: Sgarza ciuffetto (ph. Gastone Pivatelli) Testi ed elaborazioni: Emiliano Verza e Danilo Trombin, Ass. Culturale Naturalistica Sagittaria Foto: Marco Basso, Andrea Bocchi, Michele Bovo, Michele Campos, Luigi De Carlo, Fabrizio Franchi, Aldo Tonelli, Massimo Piacentino, Fabio Piccolo, Gastone Pivatelli, Luca Sattin, Maurizio Sighele, Emanuele Stival, Emiliano Verza Curatore delle immagini: Gastone Pivatelli Progetto finanziato dalla con DGR 2446/2005 Interventi per la conservazione e la tutela della natura nelle aree protette. Tutti i diritti riservati 2008 ENTE PARCO REGIONALE VENETO DEL DELTA DEL PO 5

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6 INTRODUZIONE, MATERIALI E METODI STATO DELLE CONOSCENZE E DATI STORICI SUGLI ARDEIDI DELLA PROVINCIA DI ROVIGO LE SPECIE DI ARDEIDI DELLA PROVINCIA DI ROVIGO Airone cenerino Airone rosso Airone bianco maggiore Garzetta Garzetta schistacea Sgarza ciuffetto Airone guardabuoi Nitticora Tarabusino Tarabuso SOMMARIO LE GARZAIE DEL DELTA DEL PO E DEL POLESINE Le garzaie, colonie di nidificazione Ubicazione e tipologia delle garzaie della provincia di Rovigo Le garzaie della provincia di Rovigo Canalnovo Villanova Marchesana Ca Zen Taglio di Po Valle Morosina Po di Maistra Lago del Panarin Busa di Tramontana Isola della Batteria Busa Dritta del Po di Pila Lago di Girotto e Pezze Busa di Scirocco Giarette - Po di Tolle Busa del Bastimento Oasi di Ca Mello Bacucco - foci del Po di Gnocca Scolo Ceresolo - S. Martino di Venezze Le garzaia scomparse GLI ASSEMBRAMENTI NOTTURNI AUTUNNO-INVERNALI Roost in ambiente fluviale Roost ubicati presso altre tipologie ambientali FRUIZIONE ECOTURISTICA, STORIA E STORIE, CONSERVAZIONE DEGLI ARDEIDI GLOSSARIO BIBLIOGRAFIA E RINGRAZIAMENTI

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8 PRESENTAZIONE Nell area del Delta del Po il gruppo degli Ardeidi, comunemente noti come Aironi, è particolarmente numeroso sia come numero di specie che come quantità di individui. È cosa comune, infatti, incontrarli percorrendo qualsiasi strada del Delta, e in particolar modo lungo la via delle Valli. Nella nostra area sono presenti tutte le specie europee, alcune visibili tutto l anno, altre solo in periodo estivo e al passo, altre ancora, soprattutto durante la stagione invernale. Dal punto di vista della fruizione turistica, gli Aironi rappresentano una delle categorie ornitiche più apprezzate e ricercate dagli appassionati di birdwatching: forme eleganti, colori evidenti e piumaggio leggiadro, caratterizzanti, più di altre, il paesaggio del Delta. Questa pubblicazione è il frutto di un monitoraggio voluto e finanziato dall Ente Parco Regionale Veneto del Delta del Po, con l intento di acquisire una conoscenza aggiornata della consistenza numerica, scelta dell habitat e andamento della popolazione degli Ardeidi, non solo del Delta del Po, gioiello naturalistico di fama europea, ma anche dell intero territorio provinciale. Lo scritto condensa tutto ciò che di edito ed inedito é noto sull argomento. E un lavoro utile per turisti ed eco-turisti, sempre più alla ricerca di informazioni dettagliate e di qualità, per il mondo della ricerca naturalistica, nonché per chi si trovi ad affrontare impegnative e delicate scelte di carattere gestionale. La pubblicazione si presenta ricca di dati inediti, immagini rare, ottime cartografie. Uno strumento, insomma, attento non solo ai contenuti ma anche alla forma e alla comprensione intuitiva data dalle immagini. Il Direttore dell Ente Parco Emanuela Finesso Il Presidente dell Ente Parco Federico Saccardin Garzetta (M. Sighele). 9

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10 INTRODUZIONE SCIENTIFICA Gli aironi offrono uno degli spettacoli naturali più suggestivi, per chi distoglie lo sguardo dalle aree intensamente abitate d'italia e lo volge ai residui lembi di natura. Li si vede guadare eleganti le acque delle lagune, volare maestosi, e compiere i loro curiosi rituali riproduttivi nelle colonie di nidificazione. Questi aironi, garzette, sgarze, e gli altri uccelli acquatici affini, sono i rappresentanti ideali del delta del Po e della sua natura, sospesa tra acque, cielo e ambienti naturali. La vita di questi uccelli nel delta era quasi sconosciuta fino agli anni '80, e ora fa piacere vedere questo libro così pieno di notizie dettagliate sulla loro presenza e abitudini. Un libro che promette di essere guida per ulteriori conoscenze, poiché ogni scoperta è stimolo per continuare a comprendere meglio. Uomini e animali devono trovare i modi per coesistere, nelle zone dedicate anche alla conservazione naturalistica come i parchi regionali. Nel Parco Regionale Veneto del Delta del Po, gli aironi frequentano anche risaie e lagune, e stanno imparando a non temere le presenze umane, ora più rispettose verso di loro. Il turista naturalistico è interessato e attratto dalla presenza di questi uccelli singolari. E tutti noi possiamo ben sperare, vedendo in questo libro che questi uccelli sono più diffusi che nel recente passato e arricchiscono la natura in cui viviamo. Mauro Fasola Docente di Zoologia, Università di Pavia Airone rosso; adulto al nido con pulli; giugno 2005 (G. Pivatelli). 11

11 INTRODUZIONE, MATERIALI E METODI Gli Ardeidi, ed in particolare quelli coloniali, esercitano sull uomo una particolare attrazione, dovuta al loro aspetto fisico e alla confidenza che dimostrano nei confronti delle persone. Per tali motivi rappresentano un elemento importante, diremmo d eccellenza, per la fruizione eco-compatibile delle zone umide, quali il Delta del Po. Grazie allo sviluppo in anni recenti del birdwatching avuto la duplice funzione di raccogliere dati aggiornati e di produrre una pubblicazione sia scientifica che sufficientemente divulgativa. Assieme a questi nuovi dati, infatti, si è provveduto ad organizzare e sintetizzare tutte le informazioni pregresse, edite ed inedite, relative al territorio polesano, nell intento di produrre un lavoro monografico ed esaustivo sugli Ardeidi. Garzette in alimentazione; Civrana (VE), novembre 2007 (A. Tonelli) e della visitazione naturalistica in genere, si è deciso di implementare le conoscenze nella nostra area relative a questo gruppo di uccelli, rendendole disponibili per un pubblico sempre più curioso ed interessato. Per il biennio l Ente Parco Regionale Veneto del Delta del Po ha deciso di finanziare una nuova campagna di raccolta dati relativa agli Ardeidi della provincia di Rovigo, e più specificamente dell area del Delta. Tale progetto di monitoraggio ha Va ricordato, infatti, che gli Ardeidi, come la maggior parte degli altri uccelli acquatici, hanno popolamenti molto dinamici per quanto riguarda numero di individui presenti, ubicazione delle colonie e dei roost, utilizzo degli habitat. È pertanto necessario aggiornare periodicamente il quadro delle conoscenze, soprattutto per un area il Delta del Po di straordinaria importanza per gli aironi a livello non solo italiano ma anche europeo. 12

12 Il progetto di monitoraggio si è sviluppato attraverso tre fasi principali di attività sul campo. La più importante è stata il monitoraggio sistematico di tutte le colonie di nidificazione per gli anni 2007 e 2008, con raccolta dati sul numero delle coppie presenti e sulla situazione ambientale di ogni sito. È stato infatti raccolto anche materiale fotografico, nonché dati sul livello di conservazione dei biotopi. Tutti i monitoraggi sono stati effettuati da personale dell Associazione Culturale Naturalistica Sagittaria, specializzato nella raccolta dati sugli uccelli acquatici. Questi censitori, peraltro, sono dotati di un attestato rilasciato in seguito al superamento di uno specifico esame effettuato presso l Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica Rilievi presso la garzaia del Po di Maistra, aprile 2006 (E. Verza). 2. Rilievi presso la garzaia di Canalnovo, dicembre 2007 (E. Verza). Secondariamente si è provveduto ad un attività di inanellamento scientifico di alcuni giovani individui al fine di monitorarne gli spostamenti e l area di dispersione. Da ultimo, durante l autunno-inverno , si è provveduto a monitorare gli assembramenti notturni per quantificare la popolazione svernante Tipo di natante utilizzato per i rilievi (E. Verza). 4. Tipo di velivolo utilizzato per il sorvolo delle garzaie (M. Bovo). Per monitorare le colonie la metodica utilizzata è standardizzata e unanimemente accettata a livello europeo: a debita distanza i siti di presenza vengono osservati, con annotazione di tutte le informazioni ritenute importanti (specie presenti, numero di coppie, stato di avanzamento della nidificazione, presenza di altre specie, eventuali problematiche, ecc ); solitamente ogni gruppo di rilevatori è costituito da un censitore impegnato 13

13 nell osservazione dei nidi, e da una seconda persona che annota i dati e controlla l arrivo in volo degli uccelli. Per non disturbare le nidificazioni, ci si pone solitamente all interno di un veicolo, se possibile, oppure al riparo della vegetazione; anche l abbigliamento utilizzato è solitamente poco appariscente e spesso mimetico. Come ausilio viene utilizzata strumentazione ottica, quali binocoli e cannocchiali. In alcuni casi specifici i censimenti vengono effettuati in maniera diversa, laddove le asperità del territorio lo richiedano: si osservano gli animali da punti sopraelevati, quali argini, torrette e a volta anche dalla sommità degli alberi, e da natanti, quali piccole imbarcazioni e canoe. In particolare la garzaia del Po di Maistra non è raggiungibile se non mediante quest ultimo mezzo, mentre altre colonie (quali quelle dell Isola della Batteria) sono visibili solo con specie hanno periodi di nidificazione differenti: a febbraio e marzo, ad esempio, è agevole censire l Airone cenerino, data la precocità della specie e l assenza di rigoglioso fogliame; ultima ad insediarsi è invece la Sgarza ciuffetto. In molti casi (ad es. a Ca Mello), data l abbondanza di vegetazione, alcune specie vengono censite non ai nidi, quasi impossibili da vedere, ma contando gli adulti che escono o entrano in garzaia. Uno specifico tipo di censimento viene condotto invece in pieno inverno presso talune colonie: l assenza delle foglie permette di contare con precisione il numero dei nidi, dividendoli dove possibile per categorie di grandezza ed ubicazione, e quindi per gruppi di specie; questo dato fornisce maggiori dettagli relativi alla precedente stagione di nidificazione. Per il monitoraggio dei roost serali tecniche e strumentazioni restano le medesime, salvo 5 imbarcazioni. Per due garzaie particolarmente difficoltose da censire (Valle Morosina e Po di Maistra) è stato effettuato un sorvolo aereo a bassa quota il giorno 10 giugno 2008, con raccolta di materiale fotografico successivamente esaminato a tavolino. Questi rilievi vengono effettuati nel periodo compreso tra febbraio e luglio, in concomitanza con la riproduzione degli Ardeidi. Ogni colonia viene monitorata almeno 3 volte durante questi mesi, in quanto le varie alcuni aggiustamenti: il conteggio viene effettuato da poco prima dell imbrunire sino a dopo il tramonto, in quanto le varie specie giungono ad orari differenziati (prima aironi guardabuoi, poi garzette, infine aironi bianchi maggiori). In questo caso la scarsa visibilità garantisce di non essere visti dagli Ardeidi. Per evitare doppi conteggi o sottostime ci cerca di monitorare tutti i siti in un unica serata, ovviamente utilizzando più squadre in contemporanea. 14

14 L inanellamento scientifico è stata un altra delle tecniche utilizzata durante il progetto. È un attività regolata da rigide e precise prescrizioni che garantiscono l incolumità e la non sofferenza degli animali che vengono catturati. Viene effettuato solo da personale nominalmente autorizzato dall Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, previo apprendistato di alcuni anni e superamento di tre esami. In particolare, l attività in oggetto consiste nella cattura dei pulli ai nidi, i quali non essendo ancora in grado di volare possono essere agevolmente presi, inanellati ed immediatamente riposti; tutta l operazione ha la durata di pochi minuti per ogni animale, fatto che garantisce un limitato disturbo sia ai soggetti inanellati che alla colonia in generale. L accesso in garzaia avviene solitamente in giugno, quando tutti gli Ardeidi presenti hanno già i piccoli nei nidi; accedere ad un colonia in presenza ancora di uova comporterebbe l abbandono della riproduzione. Ad ogni uccello viene apposto un unico anello di metallo, recante un codice personalizzato; gli anelli sono inamovibili e non procurano al soggetto nessuno stato di sofferenza o impaccio. L anello che ogni uccello porta con se è in grado di fornire moltissime informazioni su longevità, spostamenti, rotte di migrazione, ecc.. L inanellamento è stato effettuato dal dott. Luca Sattin, in possesso del patentino INFS di tipo A. 21 giovani di Garzetta sono stati inanellati al nido nei giorni 11 e 25 giugno 2008 presso la garzaia dell Isola della Batteria. Lo stadio di sviluppo dei giovani, piuttosto avanzato, ha garantito che l accesso alla garzaia non abbia provocato disturbo alle coppie in nidificazione Inanellamento di pulli di Garzetta presso la garzaia della Batteria, giugno 2008 (M. Campos). 15

15 STATO DELLE CONOSCENZE E DATI STORICI SUGLI ARDEIDI DELLA PROVINCIA DI ROVIGO Come per la maggior parte delle specie animali, le conoscenze relative alla situazione degli Ardeidi nei secoli passati ci sono giunte frammentarie e a volte confuse; più spesso, del tutto assenti relativamente a lunghi periodi di tempo. A partire dal XIX secolo, le informazioni relative agli aironi del Delta veneto e del Polesine sono andate progressivamente aumentando, in concomitanza con l inizio d indagini ornitologiche a scala regionale e nazionale. Durante l 800 i naturalisti Naccari (1823) e Ninni (1880) segnalano per la prima volta la presenza di Ardeidi nidificanti nell area. Le prime informazioni organiche risalgono però alla fine dell 800, grazie al lavoro dell ornitologo badiese Camillo Dal Fiume. La sua opera Contributo allo studio dell Avifauna del Polesine, pubblicata nel 1896 negli Atti della Società Veneto - Trentina di Scienze Naturali, fa luce per la prima volta sul panorama ornitologico rodigino, sino ad allora pressoché ignoto. Bisognerà aspettare quasi un secolo prima di avere un aggiornamento attendibile della situazione locale. Nel 1981 Mauro Fasola ed altri ricercatori, con l Università di Pavia, promuovono il primo censimento nazionale delle garzaie. È in quell anno che per la prima volta si ha in provincia di Rovigo un monitoraggio quantitativo della varie specie coloniali. A distanza di una quindicina d anni (1996), un secondo importante aggiornamento è coordinato sempre da Fasola, con raccolta ed organizzazione dei dati delle garzaie per il decennio È solo con il 1997, grazie al sostegno dell Area Attività Produttive della Provincia di Rovigo, che inizia il monitoraggio standardizzato della popolazione svernante in Polesine, tutt ora in corso. Tale monitoraggio, svolto nella parte centrale del mese di gennaio, consiste nel censire tutti gli individui rilevabili sul territorio provinciale. Alla fine degli anni 90, a causa della mancanza di un quadro aggiornato della situazione regionale, l Associazione Faunisti Veneti intraprende il monitoraggio esaustivo delle garzaie per il triennio , sfociato nella pubblicazione curata da Mezzavilla e Scarton (2002), e i cui dati sono confluiti anche nell Atlante polesano dei nidificanti (Fracasso et al., 2003). A cavallo dei due decenni iniziano infine 16

16 campagne di monitoraggio più accurate ed approfondite. Dal 1999 la Provincia di Rovigo affida ai Faunisti Veneti prima, e all Associazione Sagittaria poi, i rilevamenti relativi agli uccelli acquatici di una parte cospicua del Delta, svolti nei vari periodi dell anno. A questo monitoraggio si aggiunge dal 2002 quello promosso dall ente Veneto Agricoltura, arrivando così ad una raccolta serrata di informazioni, come in pochi altri casi a livello nazionale: oltre ettari di zone umide censiti ogni 15 giorni dall autunno alla primavera. L area d indagine riguarda tutte le zone umide comprese tra l Adige ed il Po di Venezia, ad ovest della SS Romea, ed in particolare tutte le valli da pesca, alcuni rami del Po ed importanti lagune. Tale sforzo sul campo produce un ingente massa di dati, in grado di descrivere nel dettaglio molti aspetti della fenologia e dell utilizzo degli habitat da parte degli Ardeidi. A partire dal 2001 il monitoraggio delle garzaie in periodo riproduttivo è però condotto in maniera volontaristica da un gruppo di rilevatori delle succitate associazioni. Grazie all interessamento e al finanziamento dell Ente Parco Regionale Veneto del Delta del Po, si è arrivati finalmente per il 2007 e 2008 ad una nuova campagna di rilevamenti. Si censiscono, così, tutte la garzaie della provincia nonché i roost serali, mettendo in campo uno sforzo di ricerca anche maggiore di quello sin qui prodotto. La pubblicazione annuale dei rapporti ornitologici, iniziata negli anni 90, accompagna tutti questi progetti sin dal loro principio. Il Centro Ornitologico del Veneto Orientale per gli anni , e l Associazione Faunisti Veneti a partire dal 1999, hanno raccolto e pubblicato tutti quei dati di particolare rilievo a livello regionale, come particolari concentrazioni, nuove garzaie, segnalazioni in periodi inusuali, ecc Data l importanza internazionale dell area per gli Ardeidi, si intende proseguire nei monitoraggi anche in futuro, nell intento di renderli un attività consolidata, in grado di produrre serie storiche di dati standardizzati e quindi confrontabili. Tali informazioni sono, infatti, di fondamentale importanza per valutare lo stato di salute delle varie popolazioni, e per predisporre piani di conservazione. Garzette (A. Tonelli). 17

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18 LE SPECIE DI ARDEIDI DELLA PROVINCIA DI ROVIGO 19

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20 Airone cenerino Ardea cinerea (Linnaeus, 1758) DESCRIZIONE L Airone cenerino è un Ardeide di grandi dimensioni, con corporatura agile e slanciata, collo lungo e curvo, tenuto spesso ritratto, zampe lunghe e becco robusto, lungo e affilato. Ha una colorazione che complessivamente sembra grigio chiaro, con una striscia nera nell adulto che parte dall occhio e arriva fino alla nuca, trasformandosi in un ciuffo, che contrasta con la colorazione bianca di testa e collo. Alcune lunghe strisce nere sono inoltre presenti lungo tutto il collo dell Airone cenerino. Una colorazione più scura è presente anche ai lati della zona ventrale fino a sotto l ala. Le penne remiganti e le copritrici primarie, infine, manifestano la stessa colorazione scura descritta. Le zampe, di norma di colore brunogiallastro, tendono ad assumere una colorazione più intensa durante il periodo riproduttivo, come pure il becco. Nei giovani le parti grigie del piumaggio sono molto più abbondanti che negli adulti, a scapito delle parti bianche. In volo mostra una sagoma inconfondibile, con il collo ritratto che forma una netta gobba arrotondata e zampe protese all indietro, nettamente sporgenti dalla sagoma del corpo. Emette richiami rauchi udibili a discreta distanza. DISTRIBUZIONE E STATUS L Airone cenerino è specie a distribuzione paleartica e paleo-tropicale. La popolazione europea è stimata attorno alle coppie nidificanti (Brichetti & Fracasso, 2003), con trend volto all aumento numerico degli individui e all espansione dell areale distributivo. La popolazione europea sverna presso il bacino del Mediterraneo e in Nord Africa. In Italia, l Airone cenerino è specie nidificante regolare, migratrice parziale, svernante regolare e parzialmente sedentaria. La popolazione italiana è concentrata soprattutto presso la Pianura Padana, specie nel settore occidentale, dove è diffusa la coltivazione del riso, e secondariamente presso gli altri settori. La presenza della specie è più scarsa e localizzata nel resto del Paese. Il trend nazionale è positivo e volto all espansione dell areale riproduttivo, con ricolonizzazione del settore orientale della Pianura Padana, a partire dagli anni 80 del secolo scorso. La popolazione italiana, stimata attorno alle coppie nidificanti (Brichetti & Fracasso, 2003), ha infatti un incremento numerico notevole proprio a partire dal 1978, quando si stimavano circa 400 coppie (Brichetti & Fasola, 1986). La concentrazione massima appartiene a Piemonte e Lombardia, dove si stima la nidificazione di coppie (Brichetti & Fracasso, 2003), mentre coppie sono stimate presso le zone umide dell Emilia Romagna (Archivio ASOER, ). Anche in Veneto l Airone cenerino manifesta lo stesso trend rilevato presso il resto del territorio di distribuzione. Dopo essere tornata a nidificare in regione a partire dal 1985 (Mezzavilla & Battistella, 1998), oggi la specie è diffusa in tutte le province con il numero di coppie nidificanti aumentato dalle del 1998 alle del 2000 (Mezzavilla & Scarton, 2002). La maggior parte di queste sono concentrate presso le zone umide costiere della Laguna Veneta e del Delta del Po. HABITAT L Airone cenerino è una delle specie di Ardeidi dalle caratteristiche ecologicamente più plastiche, essendo in grado di frequentare le più disparate tipologie di zone umide, anche soggette ad intensa attività di carattere antropico. Individuo adulto; Polesine occidentale, gennaio 2004 (F. Franchi). 21

21 È facile, infatti, osservarlo presso zone umide sia d acqua dolce, che salmastra, che salata, presso canali di bonifica e di scolo, valli da pesca, ambiti lagunari e litoranei, fiumi, risaie e altri tipi di coltivo, e addirittura zone urbane e sub-urbane. Tali ambienti sono frequentati soprattutto per la ricerca delle risorse trofiche, anche queste costituite dagli alimenti più disparati, tra cui Invertebrati, Crostacei, Pesci, Rettili, Anfibi, piccoli Uccelli e piccoli Mammiferi. Nel Veneto costiero per la nidificazione l Airone cenerino predilige i boschi igrofili maturi ad alto e medio fusto, costituiti principalmente da formazioni a Salix alba e Populus nigra, poste in ambito golenale, ad un altezza compresa tra i 2 ed i 15 metri dal suolo (Verza, 2003). Più raramente, la specie utilizza i canneti, soprattutto quando al loro interno sono presenti cespugli costituiti ad esempio da Sambucus nigra, Amorpha fruticosa e Rubus ulmifolius. PRESENZA IN PROVINCIA DI ROVIGO Migratore regolare, svernante regolare, nidificante regolare, parzialmente sedentario. Assieme alla Garzetta, è sicuramente l Ardeide più comune e noto del Polesine. Può essere infatti osservato presso ogni tipo di zona umida, dagli scanni ai gorghi, nei terreni coltivati, addirittura nella periferia dei centri abitati; ad esempio, è comune vederlo d inverno sui marciapiedi lungo il ramo del Canalbianco che attraversa il centro storico di Adria, o presso la periferia sud di Rovigo. La sua presenza è ben nota anche nell entroterra, con una fase in atto di espansione numerica e spaziale. Dal Fiume alla fine dell Ottocento lo considerava in Polesine stazionario e nidificante in scarso numero. Più frequente nell inverno, facendo quindi presumere una sua minor presenza rispetto ad oggi. Estintosi poi come nidificante, ha ripreso a riprodursi in provincia di Rovigo a partire dal 1995, mostrando una rapidissima espansione nel numero di coppie presenti. 22 Individuo adulto in caccia (F. Franchi).

22 RIPRODUZIONE Un indagine condotta nel 1998 e 99 (Verza, in Fracasso et al., 2003) ha mostrato la seguente tempistica per quanto riguarda l insediamento delle coppie presso le garzaie: solitamente i nidi vengono occupati tra il 10 ed il 20 febbraio, con deposizioni dai primi di marzo, pulli segnalati in aprile e giovani nei nidi fino a giugno - luglio. Una garzaia (Ceresolo) ha fatto registrare ritardi anche di un mese nell occupazione dei nidi. Indagini successive (anni ) hanno dimostrato come nelle garzaie più stabili e riparate, ad esempio a Canalnovo, l occupazione dei nidi possa avvenire già a partire dal 20 di gennaio, con presenza di pulli già al 23 di marzo. In caso di perdita della covata, sono state osservate coppie in cova anche al 5 di maggio. I nidi vengono posti preferibilmente sui rami alti degli alberi più maturi; in condizioni particolari la specie si adatta a nidificare anche in basso nel canneto. In Polesine la specie si riproduce quasi Questo fenomeno è peraltro tipico della specie. Le tipologie di siti occupati sono le seguenti: boschi igrofili maturi con Salix sp. in ambiente golenale; saliceti giovani in golene del Po, spesso con presenza di fasce di canneto; arbusteti di Amorpha fruticosa, Sambucus nigra e Salix sp. con fasce di canneto in ambiente vallivo; arbusteti circondati da canneto in ambiente perilagunare; canneti di foce (bonelli); siepi agrarie e presso i gorghi. La plasticità della specie le permette di occupare, quindi, tutte le tipologie di garzaie presenti, in linea con quanto osservabile anche per altre zone del Veneto e dell Emilia- Romagna. Durante l ultimo decennio, oltre il 60 % delle coppe si è riprodotto all interno di due colonie, ovvero a Canalnovo ed in Po di Maistra. Di secondaria importanza le colonie del Ceresolo e di Valle Morosina; poco significative le altre. completamente in garzaie plurispecifiche. Dato il suo insediamento recente, è andata ad occupare garzaie già formate, tranne in due casi, ovvero sul Ceresolo e ai Gorghi di Trecenta, dove ha formato colonie ex-novo. Questa distribuzione mostra una preferenza per i siti fluviali più ampi e con vegetazione arborea ben sviluppata. È interessante notare come in passato la nidificazione in Veneto fosse attestata esclusivamente per l ambiente 23

23 di canneto (Ninni, 1880). Dal suo insediamento nel 1995, la specie ha mostrato un trend di forte e progressiva crescita, sia nel numero di siti occupati che di coppie nidificanti. Questo aumento è in linea con quanto osservato nel resto del Veneto. Nidi nella garzaia di Canalnovo, dicembre 2007 (E. Verza). SVERNAMENTO E SPOSTAMENTI Oltre un decennio di monitoraggi standardizzati relativi al mese di gennaio (dati Provincia di Rovigo) mostrano una buona presenza della specie in Polesine, con punte di quasi un migliaio d individui nelle annate più favorevoli. Questa situazione è dovuta alla plasticità e alla capillare diffusione dell Airone cenerino, in 24

24 grado di sfruttare molte nicchie trofiche. Nell area del Delta si concentra durante lo svernamento presso le valli, e secondariamente in rami del Po, lagune e coltivi. Si distribuisce perlopiù con individui isolati, ma in contesti ambientali particolarmente importanti dal punto di vista alimentare è possibile osservarlo in gruppi anche di oltre 50 individui insieme. Per il periodo il Delta veneto ha ospitato il 4,4% della popolazione nazionale svernante (Bon et al., 2005). Gli individui qui svernanti hanno fondamentalmente tre zone d origine: le colonie di nidificazione locali e della costa alto-adriatica, quelle della Pianura Padana interna, e l Europa centro-settentrionale e orientale. N coppie nidificanti Siti di nidificazione nel Polesine orientale. In giallo colonie occupate nel ; in azzurro nuove colonie ; in arancio nuove colonie Dati bibliografici o inediti; dati : progetto di monitoraggio dell Ente Parco. 25

25 Limitatamente al Delta centro-settentrionale, l analisi delle presenze durante l anno per le ultime 4 annate mostra un andamento chiaro e facilmente interpretabile. Con la dispersione post-riproduttiva giungono qui molti individui, in autunno rafforzati nel numero da quelli in sosta migratoria; il numero di soggetti aumenta progressivamente sino a raggiungere l apice in gennaio, con l arrivo dei contingenti svernanti. Si osserva poi un calo dovuto al ritorno degli individui alle colonie di riproduzione. I dati desunti mediante l inanellamento (dati Archivio INFS) mostrano come sulle zone umide costiere alto-adriatiche, e quindi anche sul Delta veneto, transitino le Popolazione svernante, dati censimento di metà gennaio (Provincia di Rovigo). Adulto in volo; maggio 2007 (M. Piacentino). 26

26 popolazioni migratrici dell Europa del nord e orientale, in particolare provenienti da Germania e Polonia. Recentemente (Volponi, in Gellini & Ceccarelli, 2000), è stato osservato come i giovani nati nel Delta emiliano-romagnolo tendano a rimanere nell area o a spostarsi verso meridione fino a sud del Sahara. Si presume quindi che anche la popolazione polesana si comporti in maniera analoga. Non forma dormitori serali sugli alberi, come invece sono soliti fare altri Ardeidi coloniali, anche se è possibile a volte trovare qualche individuo all interno dei roost. Distribuzione nel mese di gennaio, anni (da Bon et al., 2005, Provincia di Rovigo) Ambiente vallivo presso Boccasette (E. Verza) 27

27 FATTORI DI MINACCIA, CONSERVAZIONE E GESTIONE Localmente la specie non presenta particolari problematiche di conservazione, mostrandosi infatti con una popolazione in espansione. Come gli altri Ardeidi, è comunque sensibile al disturbo presso le colonie di nidificazione. Presenza vistosa, è comunemente noto, e si presta bene per attività eco-turistiche e di fotografia naturalistica. Molti soggetti possono essere infatti avvicinati, in quanto assuefatti alla presenza umana. La sua capillare diffusione e il suo inconfondibile aspetto, inoltre, lo rendono facile da incontrare e distinguere anche per i neofiti. Zone particolarmente vocate per osservarlo sono le vie delle valli del Delta, in particolare presso le peschiere di Valle Ca Pisani. La garzaia più spettacolare è, invece, quella di Canalnovo. Fenologia presso la parte centro-settentrionale del Delta veneto (area compresa tra l Adige ed il Po di Venezia), media anni (dati di luglio mancanti) (dati Provincia di Rovigo e Veneto Agricoltura). 28

28 Adulto e giovane al nido; garzaia di Tenuta Civrana (VE), aprile 2007 (A. Tonelli). Individuo con piumaggio giovanile; luglio 2005 (A. Tonelli). 29

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30 Airone rosso Ardea purpurea (Linnaeus, 1766) DESCRIZIONE L Airone rosso è un Ardeide di grandi dimensioni, dalla silhouette allungata e snella. Ha il collo esile e sinuoso, che termina con un lungo becco sottile ed affilato. L impressione generale che si ha osservandolo da lontano o in volo, è quella di un uccello scuro. Gli adulti, infatti, hanno una colorazione bruno grigia sulle ali, con collo rossiccio striato di nero. Le copritrici del sottoala sono rossicce ed appaiono con evidenza quando si osserva l Airone rosso in volo. Il vertice si presenta nero, con una lunga penna rivolta sul collo. Da vicino è possibile osservar e parti del suo corpo di colore rosso bruciato, beige e violetto. I giovani presentano una colorazione tendenzialmente più chiara ed rossiccia, con striature sul collo chiaro. In volo tiene le ali lunghe in posizione arcuata, con le zampe che sporgono nettamente dalla sagoma del corpo. DISTRIBUZIONE E STATUS L Airone rosso è specie che vanta un ampio areale distributivo, che comprende le zone temperate dell Europa e dell Asia fino a quelle tropicali dell Africa. Rifugge le zone con clima freddo. In Europa è specie migratrice regolare, dispersiva e nidificante. Sverna principalmente presso l Africa sub-sahariana. La popolazione nidificante del continente viene quantificata entro un range compreso tra un minimo di coppie ed un massimo di (Brichetti & Fracasso, 2003). La maggior parte di questa popolazione è concentrata presso le zone umide della Russia, dove si stima la presenza di coppie nidificanti. Numericamente meno importanti sono, invece, le popolazioni presenti in Turchia, Italia, Spagna e Francia. Nel Paleartico occidentale stime recenti quantificano la popolazione in individui (Delany & Scott, 2006). Il trend che si registra a livello europeo manifesta nel complesso un indice negativo, e la specie è considerata in diminuzione numerica, soprattutto a causa della perdita degli habitat. Per l Italia vengono stimate circa coppie (Brichetti & Fracasso, 2003). La popolazione nidificante italiana si concentra soprattutto nelle zone umide ad acqua dolce ubicate lunghe le coste dell Alto Adriatico e nella Pianura Padana occidentale, mentre alcune popolazioni numericamente contenute si trovano in Toscana, Sardegna e Puglia. In Veneto alcuni anni fa si stimava la nidificazione di 815 coppie, concentrate in massima parte presso le valli da pesca della Laguna Veneta (Mezzavilla & Scarton, 2002). Dopo il brusco calo che aveva interessato la specie durante tutto il corso del 900, con la nidificazione di circa 650 coppie in Italia all inizio degli anni 80 (Brichetti & Fasola, 1986), sembra ora che l Airone rosso stia dando segni di ripresa numerica. HABITAT L Airone rosso frequenta soprattutto le zone umide d acqua dolce, con diffusione di tappeti fitti di Cannuccia di palude e altre piante acquatiche elofite. L ambiente di nidificazione è costituito soprattutto da vaste estensioni di canneto, dove la specie si riunisce in colonie o, più raramente, con coppie isolate. È specie che ama nidificare presso l acqua. Spesso utilizza anche canneti con arbusti sparsi, su terreni paludosi ad acque poco profonde, in vicinanza di corsi d acqua. Si alimenta principalmente presso le zone umide dotate di una buona copertura vegetale spondicola, con particolare predilezione per stagni e paludi ad acqua Individuo adulto; agosto 2005 (G. Pivatelli). 31

31 dolce e poco profondi, ambienti vallivi, rami fluviali, canali di bonifica, e soprattutto risaie. Durante la migrazione frequenta anche zone umide costiere, come ad esempio i biotopi del complesso lagunare e vallivo, e i litorali. PRESENZA IN PROVINCIA DI ROVIGO Migratore regolare, nidificante regolare. In passato era probabilmente l Ardeide più comune del Delta veneto, grazie anche alla presenza, soprattutto a cavallo tra 800 e 900, di vaste palude d acqua dolce con estesi canneti. Una prima segnalazione della presenza della specie ci viene dal Naccari (1823), che lo riteneva nidificante nei canneti al Levante, Maistra, Tolle, Gnoca. Ninni nel 1880 lo considerava diffuso e nidificante nel cosiddetto Estuario Veneto, mentre Dal Fiume (1896) lo definiva in Polesine estivo e nidificante in numerose colonie, dette garzaie (volg. sgarzare), nelle valli e lungo i fiumi ove son folti canneti. Ancora nel 1938 la specie dimostrava medesimo status e diffusione. Attualmente è specie ben diffusa in tutta la zona del Delta, e può essere osservata durante la dispersione post-riproduttiva e la migrazione anche nel resto della provincia. Frequenta tipicamente le acque basse e dolci, ricche di vegetazione spondicola. Tra gli ambienti localmente più frequentati vi sono i settori più dolci delle valli, i canneti di foce, le golene del Po, le risaie e i fossi di campagna nelle terre di bonifica. Le bonifiche di Isola della Donzella sono particolarmente frequentate dalla specie, in particolare le sue risaie, così come quelle nella parte sudorientale dell Isola d Ariano. RIPRODUZIONE La specie giunge in Italia settentrionale dai quartieri di svernamento africani solitamente in aprile, e le garzaie vengono immediatamente occupate. Nel Delta veneto la specie si riproduce secondo le seguenti caratteristiche: nidificazione all interno di garzaie plurispecifiche; nidificazione nei pressi di garzaie plurispecifiche; nidificazioni in colonie monospecifiche o a coppie isolate. La scelta degli habitat in cui riprodursi nel Delta veneto è stata la seguente per quanto riguarda l ultimo decennio: all interno di fragmiteti puri di foce (bonelli) (50% delle colonie); all interno di fragmiteti misti a cespugli in ambiente fluviale o vallivo (40% delle colonie); all interno di golene fluviali con fragmiteti, cespuglieti e bosco igrofilo a Salix sp. (10% delle colonie). Per il periodo /3 delle coppie si è riprodotto all interno della garzaia di Valle Morosina, circa 1/3 tra le garzaie di Pezze- Girotto e del Po di Maistra, ed il restante nelle altre. Da questa analisi è evidente come siano ormai scomparse le grandi colonie dei canneti di foce che caratterizzavano la specie fino ad un decennio fa (ad es. 80 coppie nel 1981 nella garzaia del Bacucco), a favore di nidificazioni in ambiente vallivo e fluviale. Tale fenomeno può essere in buona parte dovuto all aumentato disturbo all interno delle lagune, e agli stati di sofferenza di ampie zone di canneto lagunare a causa dell aumento della salinità. Analizzando invece i dati relativi al numero di coppie nidificanti, si osserva come tra il 1981 ed il 1994 ci sia stato un progressivo aumento, con apice di oltre 160 coppie. A partire dalla fine degli anni 90, però, si assiste ad un progressivo calo delle presenze, che ha portato la popolazione attuale a stabilizzarsi intorno alle coppie (anni ). Tra le cause di questo declino si possono individuare i seguenti fattori: aumentato disturbo all interno dei canneti lagunari; sofferenza e regressione di parte dei canneti a causa dell aumentata salinità; 32

32 diminuzione delle superfici coltivate a riso; spostamento di parte delle coppie in altre aree (ad es. veneziano e ferrarese); fattori di carattere generale (ad es. problemi nelle aree di svernamento africane); competizione con l Airone cenerino all interno delle garzaie plurispecifiche (Martignoni, in Brichetti & Fracasso, 2003). Coppie nidificanti, media anni N COPPIE NIDIFICANTI Dati bibliografici o inediti; dati 2008: progetto di monitoraggio dell Ente Parco. 33

33 SVERNAMENTOE SPOSTAMENTI Lo svernamento in provincia di Rovigo è fatto del tutto occasionale, ed attribuibile probabilmente ad individui debilitati o comunque non pronti per la migrazione. Lo stesso dicasi per il resto del Veneto, per il quale ci sono 5 segnalazioni per i mesi di dicembre, gennaio e febbraio dal 1996 (provincie di Venezia e Verona) (AsFaVe) (Mezzavilla et al., 1999). Le seguenti segnalazioni mostrano per il Delta veneto alcune date tardive di presenza autunnale, ed alcune precoci per quanto riguarda quella primaverile: 15 individui il 2 ottobre 2004 presso Porto Tolle (D. Trombin, in AsFaVe, 2005); 1 individuo il 29 ottobre 2007 in Valle Ca Pisani (EBN Italia); 1 individuo il 13 novembre 2007 in Po di Maistra (E. Di Gangi, D. Trombin, AsFaVe, in stampa); 1 individuo il 19 marzo 2008 in Valle Ca Pisani (M. Passarella, EBN Italia); 1 individuo il 22 marzo 2008 presso Ca Venier (F. Piccolo, F. Trave). La provincia di Rovigo è ovviamente interessata dal passaggio di molti individui in migrazione, che utilizzano le zone umide locali per sostare ed alimentarsi. Per quanto riguarda la costa alto adriatica, i giovani si disperdono dalle colonie, a partire da luglio ed agosto, in tutte le zone della pianura Padana, spostandosi poi verso l Africa (Brichetti et al., 1992). Solitamente restano in Africa equatoriale sino al raggiungimento della maturità sessuale, con successivo ritorno in Europa. Il grafico di fenologia per la parte centrosettentrionale del Delta mostra come maggio e giugno siano i periodi di maggior presenza della specie. Un analogo grafico di fenologia per la parte meridionale mostrerebbe, presumibilmente, una forte presenza anche per il periodo tardo estivo. È presumibile infatti che dalle colonie del Delta settentrionale gli individui si portino dopo al riproduzione presso le risaie poste attorno alla Sacca di Scardovari. Al fine di conoscere meglio le aree di svernamento e le rotte migratorie della Fenologia presso la parte centro-settentrionale del Delta veneto (area compresa tra l Adige ed il Po di Venezia), media anni (dati di luglio mancanti) (dati Provincia di Rovigo e Veneto Agricoltura). 34

34 specie, fin dagli anni 30 del Novecento sono state effettuate campagne di inanellamento dei pulli ai nidi. Tra il 1935 e il 1948 vennero effettuati inanellamenti ai nidi posti in Valle Bonelli (Porto Tolle), zona umida oggi non più esistente; 2 di quei soggetti vennero ritrovati in Africa (Tunisia e Sierra Leone), uno in Francia ed uno nei Balcani (Bendini & Spina, 1990). In anni più recenti si è provveduto ad inanellare all interno dei canneti di foce (R. Rusticali, ined.). Il 6 settembre 1998 è stato osservato a S. Giulia, nel Delta, il primo ibrido italiano di questa specie con l Airone cenerino (Passarella, Altieri & Verza, 1999). L individuo presentava una colorazione generale color marrone-grigiastro-paglierino, e caratteristiche intermedie tra i due tipi di aironi. Tali ibridi non sono molto frequenti in Europa. Adulto in volo (G. De Carlo). 35

35 FATTORI DI MINACCIA, CONSERVAZIONE E GESTIONE Il calo di coppie nidificanti registrato nell ultimo decennio va tenuto nella massima considerazione, in quanto segnale di possibili problemi ambientali più ampi, ad esempio alle fasce di vegetazione e all idrodinamica del Delta. La gestione conservativa delle valli garantisce il mantenimento di buone aree di alimentazione per la specie, che però soffre per la diminuzione delle risaie e per l inquinamento delle rete idrica scolante. Cibo, infatti, molto importante per l Airone rosso sono gli Anfibi, in calo anche per i suddetti motivi. La gestione dei canneti perilagunari e di foce è un altro fattore fondamentale per la conservazione della specie. Lavori di regimazione idraulica, subsidenza, cambiamento della portata del Po stanno causando cambiamenti nella struttura e nella superficie dei fragmiteti, con conseguenti ricadute negative sulla specie. Sono da privilegiare, quindi, interventi idraulici atti a favorire l apporto d acqua dolce all interno di sacche e lagune. La specie è ottima per le pratiche di ecoturismo legate al birdwatching. La si può agevolmente osservare nei terreni di bonifica posti lungo la Sacca di Scardovari, in quelli presso Pila e nell Isola di Polesine Camerini. Tipico ambiente di riproduzione, fragmiteti alle foci del Po (E. Verza). 36

36 Nido con uova; canneti del Panarin, 2007 (E. Verza). Airone rosso e Falco di palude; foce del Simeto, fine marzo 2007 (M. Piacentino). 37

37

38 Airone bianco maggiore Ardea alba (Linnaeus, 1758) DESCRIZIONE L Airone bianco maggiore è un Ardeide di grandi dimensioni, sempre di un colore bianco candido, e dalla corporatura snella e slanciata. Presenta un lungo collo tipicamente conformato ad S, con angoli evidenti nella parte centrale. Il becco appare, di norma, molto lungo e somigliante ad un pugnale, generalmente di colore giallo, che diventa nero durante il periodo riproduttivo. Le zampe, anch esse molto lunghe, sono solitamente scure, con la tibia che può essere di un colore giallastro. Quest ultima assume una colorazione da giallo intenso fino a rossastra durante il periodo riproduttivo. In primavera, l Airone bianco maggiore produce abbondanti penne ornamentali che partono dalla parte inferiore del collo e dalle scapole. Tali aigrette diventano molto lunghe, fino a superare la lunghezza del corpo dell animale. In volo presenta il collo raccolto, con postura alquanto ingobbita, e zampe che sporgono nettamente dalla sagoma del corpo. Il battito d ala è lento e regolare, con colpi profondi. Presso l area interessata dalla presente ricerca si segnalano anche alcune osservazioni di individui recanti caratteristiche assimilabili a quelle della sottospecie modesta (AsFaVe, 2005), che presenta una colorazione rosso vivo sulle zampe, becco completamente nero e redini verdastre, diffusa soprattutto presso l Asia meridionale, l Australia e la Nuova Zelanda. Alcuni autori considerano Ardea modesta come una specie a se stante, divisa da Ardea alba. Adulto in abito non riproduttivo; Polesine occidentale, gennaio 2006 (G. Pivatelli). DISTRIBUZIONE E STATUS L Airone bianco maggiore è una specie a distribuzione cosmopolita, di cui si riconoscono tre sottospecie. La popolazione nidificante europea è stimata tra le e le coppie, di cui concentrate presso le zone umide temperate della Russia (Brichetti & Fracasso, 2003). Il trend che si registra per la specie presso il continente europeo è volto all ampliamento dell areale distributivo, e all incremento numerico degli individui. In Europa è specie parzialmente migratrice, svernante, nidificante e dispersiva. I principali siti di svernamento sono ubicati lungo le coste del Mar Mediterraneo e in Medio Oriente. In Italia l Airone bianco maggiore è svernante, nidificante e parzialmente sedentario. Il trend, pur essendo riferito a una colonizzazione del territorio nazionale ancora in atto, sembra manifestare un verso volto all incremento. La nidificazione, infatti, è fenomeno abbastanza recente, in quanto è stata accertata per la prima volta in Emilia- Romagna nel 1990 (Passarella, 1995), anche se è nota una presunta nidificazione risalente al 1978 presso la Laguna Veneta (Bon et al., 2000). Da questa prima coppia, ne sono state successivamente registrate nel 2000, distribuite su otto siti. La maggior parte della popolazione italiana è concentrata presso le zone umide costiere alto-adriatiche di Veneto e Emilia-Romagna. Proprio presso quest ultima sono localizzate 3 importanti colonie, la cui principale è a Valle Mandriole Punte Alberete, nelle quali nidificano oltre 70 coppie (Costa et al., 2007). In Italia lo svernamento viene stimato per individui, con concentrazioni più importanti presso la fascia costiera altoadriatica (Brichetti & Fracasso, 2003). Non sono ritenuti certi, invece, i dati di nidificazione presso la Laguna Veneta precedenti il 1950 (Bavero, 1951). 39

39 HABITAT L Airone bianco maggiore frequenta zone umide di molteplice tipologia, sia a carattere costiero che propriamente interne. Durante la migrazione e lo svernamento, appare più frequentemente lungo la costa, dove si alimenta presso le valli da pesca e le lagune, ma anche le zone coltivate, le aree prative, i fiumi, i corsi d acqua minori e le zone arate. Negli ultimi anni si assiste alla tendenza a frequentare anche ambienti posti verso l entroterra. In periodo riproduttivo, l Airone bianco maggiore diventa maggiormente selettivo, prediligendo gli habitat umidi ad acqua dolce o moderatamente salmastra. La nidificazione avviene preferibilmente presso zone con presenza di fitte formazioni a Cannuccia di palude e cespugli sparsi, ma può nidificare anche presso boschi igrofili più maturi, con formazioni a Salix sp. PRESENZA IN PROVINCIA DI ROVIGO Migratore regolare, svernante regolare, estivante, nidificante irregolare. Oggi comune, era specie scarsa o addirittura rara in passato. Dal Fiume alla fine dell ottocento la considerava Scarsa nell inverno. È presumibile che frequentasse il Polesine anche in altri periodi dell anno, e non solo nell area del Delta, come testimoniato dalla cattura nel marzo 1889 di un individuo adulto presso le zone umide di Salvaterra, a Badia (Dal Fiume). Molto scarso e in diminuzione durante il novecento, l Airone bianco maggiore torna ad aumentare lungo la costa alto-adriatica, Delta veneto compreso, a partire dagli anni 80. Attualmente è specie comune nell area del Delta, ed in progressiva espansione nell entroterra polesano. Frequenta soprattutto valli e lagune, ma in inverno è facile osservarlo presso le zone agricole. RIPRODUZIONE Le prime nidificazioni della specie in provincia di Rovigo risalgono agli anni 1997 e 1998 (Mezzavilla & Scarton, 2002). Successivamente, non è più stato possibile constatarne con certezza la riproduzione, anche se si presume che una o due coppie abbiano continuato a nidificare. È con il 2008, nel corso dei monitoraggi finanziati dall Ente Parco, che si è potuto verificare nuovamente con certezza la riproduzione della specie in Polesine, ipotizzando anche la sua presenza presso una nuova garzaia. In maggio, infatti, sono stati osservati ripetutamente adulti in abito riproduttivo in attività all interno della garzaia del Po di Maistra, mentre due individui con becco nero sono stati osservati nei pressi di Ca Mello il 10 giugno. Per tutto il periodo riproduttivo, gli adulti della garzaia del Po di Maistra sono stati osservati in attività alimentare presso le valli di Porto Viro. Contrariamente alla garzaia di Canalnovo, costituita da bosco igrofilo maturo di Salix sp., quella del Po di Maistra appare ambientalmente e geograficamente più idonea per la specie. La nidificazione della specie nel Delta veneto appare di grande rilievo, essendo infatti quest area una delle pochissime in cui essa si riproduca nel nostro paese Canalnovo 0-1 1? 1? 1?? n.c. Po di Maistra 1-5? 1? n.c. n.c 2-4 Ca' Mello 0-1 Valle Morosina?? Numero di coppie nidificanti in provincia di Rovigo (n.c. = garzaia non censita). 40

40 Adulto in abito riproduttivo; Neusiedler See (Austria), maggio 2007 (A. Tonelli). L Airone bianco maggiore è anche estivante nell area del Delta veneto almeno dal 1999, anno d inizio dei censimenti primaverili-estivi promossi dalla Provincia di Rovigo. Individui immaturi vengono, infatti, regolarmente osservati durante tutto il periodo primaverile-estivo, in particolare all interno delle valli da pesca. In tabella sono mostrati i dati relativi al Delta centrosettentrionale (a nord del Po di Venezia), per il periodo che comprende la riproduzione e parte dei movimenti migratori. aprile maggio Giugno agosto nc 164 nc nc 74 nc nc nc Individui censiti presso il Delta centro-settentrionale (n.c. = dati non disponibili). (dati Provincia di Rovigo). SVERNAMENTO E SPOSTAMENTI Il Delta veneto è per la specie una zona di grande importanza per quanto riguarda lo svernamento. Durante il periodo questa zona ha ospitato il 9% della popolazione invernale italiana, tanto da essere considerata zona umida d importanza internazionale per la specie (Delany & Scott, 2002). Anche per il periodo il Delta veneto ha ospitato almeno l 1% della popolazione europea, secondo i nuovi parametri recentemente aggiornati (Delany & Scott, 2006). I dati standardizzati raccolti a partire dal 1997 (Provincia di Rovigo) mostrano un andamento abbastanza altalenante, ma volto sicuramente ad un incremento. La maggior o minor presenza invernale è da collegarsi sicuramente con le condizioni climatiche. Si noti infatti come l apice di presenze (oltre individui) sia stato registrato nel gennaio 2002, particolarmente rigido. L Airone bianco maggiore si concentra in particolare all interno delle valli da pesca, tra cui spiccano le valli Ca Pisani, Sacchetta, 41

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