LAVORO DI GRUPPO I LABORATORIO. Individuate ambiti tematici e aree di intervento/comparto del progetto multicentrico

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1 LAVORO DI GRUPPO I LABORATORIO Individuate ambiti tematici e aree di intervento/comparto del progetto multicentrico

2 MANDATI DI LAVORO I LABORATORIO 1. Completare la mappa degli interventi/ opportunità locali a cui agganciare il multicentrico 2. Cominciare ad individuare potenziali partner

3 GRUPPO CUNEO AREE D INTERVENTO/SETTORE Mense ( mangiare bene ) Promozione dell attività motoria (Terapie del cammino) Tavolo sicurezza alimentare provincia di Cuneo Attività già in atto nella Provincia AZIONI nella MENSA informazione/sensibilizzazione RSI acquisti filiera corta (azioni sui capitolati) attenzione ai prezzi (ticket) predisposizione di menù dietetici/salutari e informazione/sensibilizzazione su sana alimentazione, sull apporto calorico dei cibi (etichettatura, bollini di qualità) formazione addetti (addetti mensa e lavoratori) Idee progettuali: intervento educativo /formativo in mensa aziendale ATTORI/PARTNER: INTERNI (Dietista, Psicologo, Medico, Assistente Sanitaria) ESTERNI (Aziende con mensa, Produttori Alimentari, Ditte di Catering/ristorazione, Imprenditori sensibili, decisori pubblici - Direzione Sanitaria -/privati, INAIL,), RUOLI OPERATORI: Promotori-organizzatori, formatori, testimonial

4 GRUPPO CUNEO Altre idee

5 AZIONI GRUPPO TORINO e PROVINCIA AREE D INTERVENTO/ SETTORE Realtà aziendali di medie dimensioni su territorio urbano ed extraurbano Sanità (Piano di attività aziendale di promozione della salute - ASL) Scuola (insegnanti, operatori, ) Servizi (ad es. Banche) Pubblico Impiego Cantieri edili COMBINATE (BINOMIO AF/A) Linee Guida/Raccomandazioni generali Protocolli generali e convenzioni con punti di ristoro Mense aziendali percorsi di formazione per migliorare la qualità dell alimentazione (gestori mense) Informazione/sensibilizzazione su sana alimentazione (rischio lavorativo) ATTENZIONE A: Ricerca delle opportunità, valutazione, esportabilità esperienze ATTORI/PARTNER: Decisori pubblici/privati, Circoscrizioni, Servizi Sociali, Ass. sportive, di categoria e Sindacali, Operatori ASL di diversi servizi (es. SIAN, SPreSAL, MMG, ), Ditte di ristorazione, Università, INAIL, Slow food, RUOLI OPERATORI: Progettista, Sperimentatore Idee progettuali: promuovere stili di vita corretti con i partecipanti al Laboratorio - promuovere sana alimentazione nei lavoratori del settore edile - Gruppi di Cammino (fumatori) - Mense aziendali PROGETTO MULTICENTRICO

6 GRUPPO TORINO e PROVINCIA Altre idee

7 GRUPPO EST PIEMONTE AREE D INTERVENTO/ SETTORE ASL e Pubblica Amministrazione (con mensa) Medie aziende con mensa in regola con le norme settore edile (raggiungere i lavoratori attraverso formazione 626) AZIONI Protocollo unico esportabile Idee progettuali: interventi educativi /ambientali di azioni combinate a partire da un attenta analisi dei bisogni PROGETTO MULTICENTRICO Sana alimentazione: distributore frutta, sensibilizzazione/formazione gestori- addetti mense/bar, visibilità bollino (marchio di qualità), accesso/apertura sportello informazione nutrizionale Attività fisica: uso delle biciclette e delle scale, convenzioni palestre piscine Informare/sensibilizzare i lavoratori su una sana alimentazione (lav. settore edile attraverso la formazione 626, lav. con accesso a mensa) ATTORI/PARTNER: CRAL, Ass. di categoria, MC, Comune, Scuole, Dirigenza, Ass. sportive, Coldiretti, Aziende di distribuzione, Operatori ASL di diversi servizi (es. SIAN, SPreSAL, MMG, ), RUOLI OPERATORI: Promotori, Sperimentatori, attori attivi, reclutatori

8 GRUPPO EST PIEMONTE Altre idee

9 RIASSUMENDO SETTORE PREVALENTE ASL a seguire Aziende locali AREE D INTERVENTO Mensa aziendale e Comunità locale AZIONI Combinate AF/A e multicomponenti (interventi di informazione, formazione e ambientali) PARTNER Interni ed esterni all Azienda Sanitaria. Intersettoriali e multidisciplinari RUOLO OPERATORE Promotore, progettista, sperimentatore, testimonial ALCUNI SPUNTI DI RIFLESSIONE OPPORTUNITÀ LOCALI: Tavoli istituzionali, esperienze pregresse, piani di attività aziendale, nascita di mense aziendali, percorsi di formazione Condivisione e analisi della sostenibilità delle diverse proposte ed idee con i membri del proprio gruppo Provare a definire una proposta di progetto multicentrico

10 CRITICITÀ - VERIFICA CONDIZIONI AZIENDALI: COINVOLGIMENTO DIRIGENZA (FINANZIAMENTI AD HOC DI AVVIO) TEMPO/CARICHI DI LAVORO - COINVOLGIMENTO INTERLOCUTORI (PARTI SOCIALI!!!) POSSIBILI INTERFERENZE DI RUOLI - DILEMMA ETICO DISEGUAGLIANZE OPPORTUNITÀ o PSSR o INCENTIVO SCONTO PREMIO INAIL RSI

11 Alimentazione e attività motoria nei luoghi di lavoro L ANALISI DEI BISOGNI: FUNZIONE, CONDUZIONE, STRUMENTI Laboratorio II - 13 dicembre 2007 Luisa Dettoni luisa.dettoni dettoni@dors.it Alessandra Suglia alessandra.suglia@.suglia@dors.it Piano nazionale di prevenzione Progetto Regionale Sorveglianza e Prevenzione dell Obesità

12 Analisi della situazione Diagnosi di comunità Valutazione dei risultati Analisi del problema Definizione e attuazione del programma Definizione degli obiettivi

13 PERCHÉ L ANALISI DELLA SITUAZIONE SITUAZIONE Bisogni latenti, percepiti, espressi Bisogni Progetti, azioni per soddisfare il bisogno Obiettivi Risultati (Berti P., Antonelli S., 2006 modif.)

14 ANALISI DELLA SITUAZIONE/BISOGNI: DEFINIZIONE A COSA SERVE COME SI REALIZZA

15 L ANALISI DELLA SITUAZIONE/BISOGNI PERMETTE DI: farsi un opinione sui bisogni della comunità, coinvolgendo i suoi attori individuare i problemi di salute, di cattiva qualità della vita, i comportamenti a rischio e le situazioni ambientali ma anche le risorse attraverso una raccolta di dati qualitativi (opinioni, percezioni, ecc.) e dati quantitativi (epidemiologici, statistici, sociali)

16 Riceve informazioni E consultata Consiglia Pianifica congiuntamente Le viene delegata l autorità Ha il controllo Costruiscono un piano e lo annunciano convocando la comunità perché sia informata sulle proposte in modo da ottenere la sua adesione Promuovono il progetto sviluppando sanzioni o facilitazioni che ne aumentino l adesione Presentano il piano e invitano a proporre modifiche accettandole solo se assolutamente necessario Presentano un primo piano aperto a modifiche creando le opportunità per produrre raccomandazioni utili. Identificano e presentano un problema alla comunità chiedendo di prendere decisioni che vadano a costruire il corpo del progetto che andrà accettato dalle parti coinvolte Chiedono alla comunità di identificare il problema e di prendere tutte le decisioni chiave riguardanti gli obiettivi e le azioni. Si dispongono ad aiutare la comunità in ogni tappa accompagnandola a raggiungere i suoi obiettivi

17 L ANALISI DELLA SITUAZIONE/BISOGNI È: Un interrogazione sistemica articolata da diversi momenti che conducono ad una conoscenza allargata (Green, 1998)

18 L ANALISI DELLA SITUAZIONE/BISOGNI SI REALIZZA ATTRAVERSO: Rilettura di informazioni già raccolte indicatori EPIDEMIOLOGICI SOCIOLOGICI ANTROPOLOGICI DEMOGRAFICI AMBIENTALI.. Produzione di nuove informazioni tecniche del sondaggio - individuale:. INTERVISTA. QUESTIONARIO - di gruppo:. GRUPPO FOCUS. GRUPPO NOMINALE. DELPHI.

19 L ANALISI DELLA SITUAZIONE/BISOGNI SI Tre tappe REALIZZA ATTRAVERSO 3 TAPPE: 1 raccolta dati esistenti (tappa documentaria) obiettivo la descrizione della popolazione in esame 2 incontro con testimoni privilegiati o informatori chiave (tappa relazionale) obiettivo l arricchimento qualitativo Bilancio 3 eventuali indagini ad hoc (Pineault, 1999)

20 FACCIAMO UN ESEMPIO: PROMOZIONE DELL ATTIVITÀ FISICA IN AZIENDA ANALISI DELLA SITUAZIONE/ BISOGNI: documentare i livelli di attività fisica svolta sia durante, sia fuori dall orario di lavoro documentare lo stato di salute e altre caratteristiche demografiche (età, genere, ) raccogliere informazioni su gestione attività lavorativa, familiare/relazionale raccogliere informazioni sulle attività motorie preferite documentare le risorse ambientali che facilitano l attività fisica (disponibilità docce, spogliatoi, parcheggio biciclette, ) valutare le risorse economiche necessarie (Alberta Centre For Active Living, 2003)

21 strumenti Quantitativi strumenti Qualitativi

22 Alcuni esempi di strumenti QUANTITATIVI - sondaggi telefonici, postali - moduli-registri di programmi di lavoro - utilizzazione di servizi - analisi di banche dati - indicatori di salute e di comportamenti - indicatori di malattia (tassi) QUALITATIVI - focus group - intervista in profondità - interviste-questionari con domande aperte - diario - tecniche di consenso (Delphi, Nominal group ) - forum o gruppo di discussione

23 QUESTIONARIO Il Questionario è una lista organizzata di domande che possono essere chiuse o aperte e che vengono proposte per iscritto con la stessa modalità, generalmente, ad un gruppo numeroso persone Le domande aperte lasciano l intervistato libero di esprimersi come crede nel rispondere. Si raccolgono informazioni ricche e interessanti ma possono essere a volte ambigue e di difficile interpretazione e classificazione. Le domande chiuse domande chiuse consentono all intervistato di scegliere tra alternative prefissate di risposta. In questo caso le informazioni sono classificate e confrontate con facilità. Un Questionario può servire a conoscere: informazioni opinioni intenzioni azioni compiute

24 QUESTIONARIO ALCUNI CONSIGLI PER LA PREDISPOSIZIONE DI UN QUESTIONARIO Precisare scopo, tema del questionario Individuare le variabili da misurare e per ciascuna gli indicatori, gli aspetti osservabili Nel formulare le domande, per ogni variabile, occorre preparare uno o più quesiti per rilevare, misurare le informazioni. Per ogni aspetto considerato è utile porre almeno 4-5 domande per verificare la stabilità delle risposte Nel definire l ordine delle domande è utile presentarle secondo un ordine logico, alternando i tipi di quesito, per evitare l affaticamento Controllare la chiarezza delle domande, la semplicità di formulazione delle risposte per evitare ambiguità Definire modalità di presentazione e di somministrazione del questionario (diretta, per posta, per telefono, ) Se possibile attuare una somministrazione pilota, di prova del questionario a un gruppo ristretto di soggetti per capire se le domande sono chiare, i tempi di risposta, le risposte più frequenti, Compilare il questionario dovrebbe richiedere mezz ora di lavoro

25 TECNICA DEL GRUPPO NOMINALE (NOMINAL GROUP) Processo strutturato per raggiungere il consenso del gruppo sulla priorità da assegnare ad una lista di problemi/soluzioni prodotta dagli stessi partecipanti. I gruppi devono essere costituiti preferibilmente tra le 5 e le 9 persone. Procedura: 1- produzione di idee Ogni partecipante annota su un foglio le idee che intende proporre (variante: 3 post-it scritti a stampatello ben visibile). 2- raccolta delle idee A turno i partecipanti esprimono la prima idea annotata (ad un secondo giro la seconda e così via fino ad esaurimento); il conduttore scrive le idee una dopo l altra in una lista alla lavagna (variante: si attaccano i post-it). Durante questa fase non è permesso discutere o commentare. 3- chiarificazione e sistematizzazione Vengono chiariti i dubbi e raggruppate con il minimo di discussione le idee analoghe o che sono in qualche modo collegate. Alle idee della lista risultante viene assegnata una lettera 4- votazione Ogni partecipante sceglie le 3-5 idee che considera più importanti ed assegna loro un rango (la prima, la seconda ) annotandole sul proprio foglio. A turno i partecipanti esprimono la prima idea votata (ad un secondo giro la seconda e così via fino ad esaurimento); il conduttore scrive il punteggio ottenuto accanto all idea sulla lista alla lavagna (variante: si scrivono su foglietti e si procede allo spoglio). 5- il gruppo discute sui risultati della votazione Se necessario si può precisare e procedere ad una seconda votazione

26 TECNICA DEL GRUPPO NOMINALE (NOMINAL GROUP) Vantaggi e svantaggi è facile da condurre è ben accettata dai gruppi consente una produzione elevata di idee in poco tempo è applicabile a gruppi i cui membri non si conoscono non è appropriata per gruppi abituati a verbalizzare la qualità delle idee prodotte può essere approssimativa Questa tecnica può anche rappresentare un punto di partenza per favorire la produzione delle idee da sviluppare successivamente

27 FOCUS GROUP Il Focus è una discussione di gruppo che riunisce dalle 6 alle 10 persone affini per affrontare un tema di specifico interesse per la comunità di cui i partecipanti fanno parte. I partecipanti al gruppo devono essere effettivamente interessati ai temi e collocati su un piano paritario. Procedura: 1- selezionare e formare il gruppo I partecipanti sono individuati sulla base delle loro affinità rispetto all argomento in studio. 2- predisporre il quesito La domanda di ricerca si deve articolare in una scaletta di quesiti. È importante che questi siano posti in modo facilmente comprensibile e di significato univoco e quindi concreti, diretti, lineari. Il numero delle domande dipende dal tema trattato. 3- svolgimento Il focus viene normalmente effettuato da 2 persone: un animatore/conduttore che conduce la discussione e un osservatore che esamina le dinamiche di relazione del gruppo. La sessione di gruppo può avere durata variabile in base all argomento trattato (da non meno di 90 minuti a non oltre 120 minuti). 4- sintesi dei risultati Ogni discussione andrebbe registrata e riorganizzata analizzando i contenuti tematici salvaguardando il più possibile le idee originali dei partecipanti.

28 FOCUS GROUP ALCUNI CONSIGLI PER LA CONDUZIONE Stimolare la discussione attraverso domande che richiedono risposte aperte e discorsive (Cosa ne pensate di, A vostro avviso perché ) Le domande devono essere poste partendo da quelle generali a quelle specifiche, particolari, prevedendo prima le domande più importanti e poi quelle meno importanti Non azzardare domande di cui non si può supporre la risposta Contenere il leader informale che tenta di trascinare il gruppo con la sua prepotenza vocale o con il suo ascendente Non lasciare che l incontro diventi uno sfogatoio, perciò contenere chi fa interventi troppo lunghi e poco inerenti alle finalità perseguite Dar sempre voce ai più timidi per non perdere punti di vista importanti Non mettersi mai in conflitto con i partecipanti anche se di opinione contraria alla propria Non esprimere mai la propria opinione e non dare giudizi, tentare invece di rilanciare sempre la questione al gruppo Chi conduce il focus non si deve preoccupare di risolvere il problema: non è questa la sede. Il focus è fatto perché sia il gruppo dei partecipanti a individuare bisogni e/o a proporre soluzioni

29 ANALISI DELLA SITUAZIONE/BISOGNI: alcuni consigli per condurre e Mappa dei dati disponibili (già raccolti da altri) ed elenco delle informazioni mancanti Stima oggettiva dei tempi e delle risorse economiche, umane, organizzative Partecipazione attiva e ampia dei portatori di interesse Descrizione del punto di vista dei portatori di interesse in merito alla situazione/bisogni Documentazione della conduzione della fase di analisi e dei dati man mano raccolti stimare la realizzazione L intervento ipotizzato si conferma una buona e coerente idea? Le informazioni raccolte sono sufficienti per procedere nella progettazione e nella realizzazione dell intervento? Quali sono le fasi successive dell intervento da progettare e realizzare, alla luce dell esito di questa fase? È necessario apportare cambiamenti alla progettazione e alla realizzazione dell intervento? (The Health Communication Unit, 2007)

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