Basi semiotiche 5.: la creatività

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1 Basi semiotiche 5.: la creatività Che cos'è la creatività? Evitare un'accezione estetizzante Un'accezione semiotica è la seguente: 'Creativo' è un linguaggio se ammette la formazione di segni non compresi nel suo repertorio di base 'Non creativo' è un linguaggio che non ammette tale possibilità Esempio di linguaggio non creativo il codice spia il codice semaforo la maggior parte dei linguaggi animali non umani

2 Tipi di creatività: 1. la c. regolare Esempio di linguaggio creativo: il calcolo nell'aritmetica elementare il quale dispone (a) di un repertorio base di unità: 0, 1, 2,...9 (b) di un repertorio finito di segni di combinazione: +, x, :, -,, = (, ). (c ) di una lista chiusa di combinazioni possibili ad es. (3+5)-2 = 6 è ben formato *74- : 3 non è ben formato Considerazioni: il sistema si blocca il messaggio non è comprensibile la sintassi non è restaurabile

3 Un altro esempio è il linguaggio del sistema operativo DOS cfr. comandi come 1. dir c:\ 2. erase d:\ stefano /file.doc 3. copy c:\ *.doc a: il minimo errore in questo linguaggio (ad es. omettere lo spazio fra dir e c nel caso 1.) comporta il blocco del sistema, che segnala il comando come sconosciuto Nei calcoli, come nei linguaggi formalizzati, posso dunque generare virtualm. infiniti segni nuovi, a patto di non violare certe regole di combinazione. Questa è la cosiddetta 'creatività regolare': rule-governed creativity che alcuni studiosi hanno ritenuto tipica del linguaggio umano

4 esempio di applicazione del principio della creatività regolare: perché parole come aletezzazione, lambrotto, purcillesso sono parole italiane (anche se non esistono!) mentre una parola come Geschwindigkeitsbegrenzung invece no? 1. Quali fonemi sono presenti? 2. Quali nessi consonantici? 3. Come finisce la parola? Perchè una frase come Ho il amico visto mio pera la mangiare non è riconoscibile come ben formata?

5 W. von Humboldt, La diversità delle lingue (post. 1836), aveva sostenuto che una caratteristica peculiare del linguaggio umano è la capacità di fare uso infinito di mezzi finiti Noam Chomsky, Le strutture della sintassi (1957) riprende l'indicazione di W. v. H. e la presenta come una caratteristica distintiva del linguaggio umano, eguagliandolo però a un dispositivo di calcolo, dotato della proprietà della ricorsività. Ad. es. Io credo (che tu pensi (che Gianni crede (che domani nevicherà. Il vecchio Humboldt (m. 1835)..... e il giovane (allora) Chomsky (1929-)

6 (tolerance upon the field...) 2. La creatività non regolare Si ha quando la formazione di segni nuovi avviene (anche) in violazione delle regole senza che si abbia blocco del linguaggio cfr. come (e contrario) stanno le cose nei lingg formali: concetto di release Esempi di uso informale, di calco dal dialetto o sgrammaticato 1. Capito mi hai? 2. Tu vuo' compra? 3. Nino se farebbe questo avesse i vantaggi suoi 4. Scendimi la valigia 5... Sono enunciati che possiamo etichettare come regionali, anomali o addirittura sgrammaticati. Ma ed è questo il punto teoricamente decisivo non possiamo dire che non li capiamo. Tullio De Mauro ( ) ha fatto osservare in polemica con Chomsky che le lingue verbali tollerano gli usi non regolarmente creativi, grazie alla loro altissima ridondanza e al loro continuo radicamente nel contesto. Questo implica che il concetto di creatività va rigorosamente differenziato a seconda dei codici semiologici cui lo applichiamo.

7 Un tipico case-study: il che polivalente Prendiamo adesso un caso più sottile: il 'che' in italiano ha due definizioni standard: introduce la proposizione relativa (la casa che...) introduce la dichiarativa (io dico che...) Ma confrontiamo i seguenti esempi, presi dall'uso, a livelli differenti di registro Esempi dal linguaggio verbale: il caso del 'che' 1. L'anno che siamo stati in vacanza sulle Dolomiti 2. Il ristorante che (ci) va spesso mio cognato 3. E un bel pomeriggio fresco che sembra che sta per piovere 4. Questa vita terrena è quasi un prato / che' l serpente tra' fiori e l'erba giace [< Petrarca Canz., 78] 5. Si celebra la nascita di Gesù che gli uomini hanno la gioia del cuore... [< Pensierino natalizio di un bambino palermitano, scuola el., anni 70]

8 Come si vede da questi esempi, l'uso linguistico offre tipologie di sintassi non contemplati dalla grammatica scolastica secondo cui il che servirebbe solo (a) a introdurre una dichiarativa (b) come pronome relativo analizzando gli esempi 1)-4) vediamo che in 1) che ha valore temporale in 2) ha valore locativo in 3) - 5) ha valore consecutivo-causale Dunque l uso ha consacrato forme non normalizzate di combinazione sintattica che però, gradatamente, non percepiamo più come anomale o peggio sgrammaticate.

9 L errore pollakòs léghetai ( si dice in molti modi ) Constatiamo la distanza rispetto alla situazione dell'errore nei linguaggi formali: non si ha blocco del sistema (la comunicazione passa cmq) l'errore è restaurabile in qualche caso (1) non è (più) percepito come errore in altri casi (3-4) è difficile sostituire il che con un altro nesso sintattico senza perdita d'informazione Dunque la violazione della regola nel linguaggio verbale non solo è riassorbita dalla tolleranza del sistema, ma è potenzialmente innovativa. Ci muoviamo cioè verso un terzo tipo di creatività:

10 3. La creatività di regole Gli esempi 3. e 4. appena fatti tendono a spostare la creatività dalla dimensione del non regolare verso la creazione di regole nuove. I linguaggi formali ammettono regole nuove a patto di bloccare il sistema e di proporre una nuova release. Solo le lingue storico-naturali ammettono la formazione di regole nuove senza che il sistema si arresti. Esempi: Evoluzione del vocalismo es. lat. AU > it. O aurum > oro lat. HOMO > it. UOMO lat. ROSAS > it. ROSe Evoluzione del consonantismo es. dictum> detto ct > tt es. plenu(m) > PIENO pl>pj

11 Evoluzione morfologica io aveva > io avevo egli > lui (sogg.) dicere habeo ( ho da dire ) > dirò imperciocché (per il fatto che)... non esiste più affinché... sta decadendo a favore di 'perché' modificazione del sistema dei tempi verbali es. l'italiano esprime il passato al modo indicativo con: Tempi del passato nel modo indicativo passato prossimo passato remoto imperfetto trapassato prossimo trapassato remoto 1. crisi del passato remoto (si concentra in alcune regioni) 2. tendenziale sparizione del trapassato remoto Il sistema si ristruttura distribuendo le funzioni tra i tempi che resistono nell'uso (ad es. il pass. pross. assorbe le funzioni del pass. remoto)

12 Tempi di ristrutturazione del sistema: dal più veloce al meno veloce lessico XXXXXXXXXXXXXXXXXX sintassi XXXXX morfologia XXX sistema fonematico X Il cuore della lingua Sistema fonematico Sistema morfolofigic o Sistema sintattico Sistema culturale

13 Il cerchio interno è il più stabile; la stabilità lentamente diminuisce andando verso l esterno, sino a farsi precaria nello strato marginale, che concerne il lessico: questo è il trait-d union più evidente col sistema culturale. Caratteristica strutturale delle lingue: possono rinnovarsi, modificare aspetti essenziali del loro funzionamento senza smettere di essere utilizzate ess. la scomparsa del sistema delle declinazioni nel passaggio dal latino all italiano testimonianza: la celebre Appendix Probi (III sec,), con le sue singolari raccomandazioni del maestro agli alunni: auris non oricla (< auricula) da cui orecchia, oreille, oreja, ureche oculus non oclus da cui occhio, oeil, ojo, ecc. Nel foglio di guardia di un codice contenente opere del grammatico Valerio Probo, un anonimo maestro d epoca elenca gli errori più consueti dei suoi alunni. Le sue reprimende sono una testimonianza preziosa di come nell uso la fonologia del latino classico venisse erosa da volgarismi che erano la premessa delle forme romanze a venire.

14 Per avere un assaggio di come attraverso un processo durato secoli la creatività di regole ha governato il passaggio dal latino (parlato) all italiano, leggiamo assieme il famoso placito cassinese, la prima testimonianza di uso scritto formale del volgare italiano (anno 960) Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki kontene, trenta anni le possette parte Scti benedicti Ko < quod Kelle < (ec)cum illae Ki < (ec)cum hic Fini < fines -ct- nesso conservato solo graficamente Un altro esempio, della fine del X secolo, è l iscrizione della Basilica di San Clemente, a Roma

15 Ecco l intera scritta, coi suoi evidenti volgarismi Nota bene: 1. FALITE < FAC + ILLI + TE 2. DERETO < DE RETRO 3. CO LO PALO < CŬ(M) (IL)LO PALO 4. FILI DE LE PUTE < COSTRUZIONE TRAMITE LA PRePOSIZIONE ANZICHÉ LA FLESSIONE 5. FILI veniva certam già pronunciato figli (e più tardi fii) 6. CAR V ONCELLE < V < B 7. DURITIAM (per DURITIā)

16 Un tema supplementare: la possibilità di transitare dalla creatività non regolare alla creatività di regole è specie-specifica? Certamente essa si riscontra anche (a) nella gestualità dei normoudenti e (b) nelle lingue segnate dei sordomuti vale a dire negli altri due linguaggi storico-naturali che ci sono noti Non abbiamo finora evidenze di ciò nei linguaggi di specie animali differenti dalla umana. Casi da discutere - l' inganno nel comportamento di polipi e serpenti; l'uso dei segnali di allarme per mentire nei cercopitechi Domanda: fin dove questo comportamento risponde a uno schema innato? Un caso completamente differente è quello degli scimpanzé e dei bonobo cui sono stati insegnati pezzi di linguaggio umano. Qui ci collochiamo in una dimensione nuova: lo spostamento nei confini bio-cognitivi di una specie differente. Ad es. attrezzare l'udito a decodificare segnali di una specie diversa educare gli arti a muoversi aldilà dei comportamenti appresi all'interno della propria specie.

17 Un riflessione provocatoria: immaginiamo di fare lo stesso con gli umani: imparare l'ecolocazione dei pipistrelli? Imparare la danza delle api? Imparare la 'firma vocale' dei pinguini?

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