Filosofia del linguaggio ( ) Unità didattica n. 6 (prof. S. Gensini)

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1 Filosofia del linguaggio ( ) Unità didattica n. 6 (prof. S. Gensini)

2 Proprietà semiotiche dei linguaggi Numerosità dei segni e delle (evt.) regole di combinazione Arbitrarietà materiale (in relazione al sistema percettivo) Arbitrarietà 'verticale' (rapporto significante / significato) Arbitrarietà 'orizzontale' o 'radicale' (arb dei sistemi di classificazione delle fonazioni e dei sensi) Articolatezza/combinatorietà (del significante, del significato o di entrambi doppia articolazione del lv) Sistemicità (interdipendenza funzionale dei segni) Semanticità (determinata o indeterminata) Creatività (regolare, non regolare, di regole) Iconicità (cd. naturale o logica)

3 1. Numerosità dei segni Codici a numerosità chiusa Codici a numerosità aperta Esempi Segnali di allarme Semaforo Segnaletiche Linguaggi animali (?) Esempi Calcoli Linguaggio verbale Lingue segnate dei sordi Linguaggi gestuali

4 2. Articolatezza... Codici con segni non articolati Esempi Semaforo Segnali d'allarme Codici con segni articolati Esempi Morse, Braille (solo s.te) Aritmetica elementare (solo s.to) Lingue verbali (entrambi: doppia articolazione in fonemi e morfemi)

5 e combinatorietà Sintassi come principio di combinazione fra segni: a regole fisse Esempi Linguaggio binario Calcoli Segnaletiche. o a regole variabili Esempi Linguaggio verbale 1. più soluzioni sintattiche per lo stesso senso; 2. flessibilità delle regole di connessione in base al registro 3. mutabilità delle regole

6 A proposito di sintassi... Nei linguaggi formali essa deve essere rigida; non è sensibile al contesto, non è mutabile. Esempio # 3 x + 5 =??? # L'errore è irreparabile perché né cotesto né contesto consentono di restaurare il senso Nel linguaggio ordinario essa è surrogabile 1. Benché piova, esco = Piove e esco lo stesso E' sensibile al registro 2. Andiamo a vedere il film che c'è Tom Cruise E' mutevole storicamente 3. obsolescenza di affinché e sim., allargamento dell'uso di perchè...

7 3. Arbitrarietà materiale Si riferisce al modo in cui la scelta di un codice è selezionata dalle proprietà biofisiche dell'utente; Pertinenza della dimensione evolutiva nella maturazione del sistema percettivo e cognitivo La 'scelta' è tale (e dunque è arbitraria) ma condizionata dalla sua utilizzabilità in funzione del corpo Riga 1 Riga 2 Riga 3 Riga 4 Colonna 1 Colonna 3 Colonna 2

8 Arbitrarietà materiale nella specie umana A sinistra, esempi di LIS; in questa pagina, gesti dei normoudenti italiani.

9 Percezione e linguaggio verbale La selezione naturale ha riconvertito Il nostro apparato respiratorio in apparato (anche) fonatorio; ciò avviene in stretta sinergia con l'evoluzione dell'apparato uditivo La precocissima maturazione dell'udito nel feto (sesto mese) fa sì che il piccolo della specie umana assorba elementi di linguaggio verbale fin dalla fase prenatale.

10 Linguaggio e cervello Aree di Broca e Wernicke, dislocate nell'emisfero sinistro. Altre aree coinvolte nella produzione e ricezione del linguaggio.

11 4. Arbitrarietà verticale del segno Consiste nel carattere non motivato (né naturalmente, né logicamente) della associazione fra significante e significato Fra /7/ e sette volte l'unità non vi è alcuna relazione né naturale né logica Fra /albero/ e albero non vi è alcuna motivazione naturale o logica, ma solo storicoculturale L'arbitrarietà verticale viene compensata dalla 'limitazione dell'arbitrarietà' che introduce un principio di economia semiotica: es. portacenere, copriletto...

12 5. Arbitrarietà orizzontale o radicale Nel significante Nel significato Il sistema linguistico ritaglia arbitrariamente la massa fonica e l'area del senso, proiettando su entrambi le proprie categorie. Le classi (di suoni e sensi) così delimitate si dicono radicalmente arbitrarie.

13 Ricordare il famoso schema dell'arbitrarietà nel Corso di linguistica generale (1916) di F. De Saussure Le due serie di linee ondulate rappresentano i due piani (del suono e del senso) sui quali il sistema linguistico proietta le proprie classificazioni. Gli spazi così delimitati corrispondono alle unità di significante e di significato pertinenti nel sistema linguistico considerato. I fonemi Sono le unità distintive di 2 articolazione: i morfemi sono le unità distintive di 1 articolazione.

14 6. Semanticità Determinatezza del senso. I significati sono classi chiuse, i sensi si organizzano al loro interno in base a regole fisse che non ammettono interpretazione. Es.: #7,6 x 2,3 = 17,25# vale in riferimento a ogni possibile universo perché il sensi hanno carattere 'vuoto', meramente quantitativo. Indeterminatezza del senso. Le regole per l'ascrizione di un senso a un dato significato sono relativamente elastiche; esse sono sensibili a variabili co-testuali e contestuali. Es. #Bella giornata, vero?# può, in base al contesto, valere il contrario del suo significato letterale e usuale.

15 7. Creatività (tre specie di - ) Un codice non creativo è un codice con non ammette la formazione di segni nuovi rispetto al suo inventario di base. Un codice creativo ammette la formazione di segni nuovi rispetto al suo inventario di base, con restrizioni specifiche a seconda del codice

16 7.1 Creatività regolare Il codice è creativo, ammette la formazione di segni nuovi, ma nel rigido rispetto dell'inventario di base e delle regole di combinazione stipulate. Il concetto di 'frase ben formata' e il suo contrario sono prive di eccezioni Esempio 1 (nel DOS) copy c:\miofile.doc a:\ Ma copyc:\miofile.doc a:\ Il sistema restituisce un messaggio di errore e non procede se non si corregge l'errore di sintassi (mancanza di spazio fra copy e c:\)

17 7.2 Creatività non regolare Il classico esempio del 'che' polivalente 1. L'anno che siamo andati in Turchia (valore temporale) 2. Aspetta che te lo spiego (valore consecutivo-finale) 3. Il ristorante che ci andiamo sempre (valore locativo con pronome contestualizzante) 4. Natale: Si celebre la nascita di Gesù, che gli uomini hanno la gioia del cuore (da un tema autentico: il che ha valore sia temporale sia consecutivo-causale) N.B. Sono tutti usi non regolari del 'che', ma: non interrompono la comunicazione; sono 'restaurabili'; alcuni usi sono già percepiti come 'normali'; un caso ha valore potenzialmente innovativo.

18 Un esempio d'epoca: l'appendix Probi E' una lista di 227 parole latine che un maestro di scuola (forse del III-IV secolo) sentiva mal pronunciate dai suoi alunni e che pertanto cercava di correggere. I volgarismi segnano linee di tendenza del latino parlato che si discostano vistosamente dalla forma classica.

19 7.3 Creatività di regole L'uso non regolare, attecchito nell'uso, può stabilizzarsi e generalizzarsi, determinando la formazione di una nuova regola. Ciò è normale nelle lingue, ma impossibile nei linguaggi formalizzati. Es. la scomparsa delle declinazioni nel passaggio dal latino 'volgare' agli idiomi romanzi; La ristrutturazione del sistema fonologico, con la perdita del valore quantitativo della sillaba; L'obsolescenza (fino quasi alla scomparsa) di taluni tempi verbali e la loro sostituzione ad opera di altri tempi (ad es. la tendenziale sostituzione del passato prossimo al passato remoto)

20 8. Sistemicità In un sistema semiotico le unità pertinenti formano sistema. Sono, cioè, interdipendenti, nel senso che il valore di ciascuna si definisce per rapporto e differenza con/rispetto a tutte le altre. Il 'valore' è il perno del funzionamento di qualsiasi sistema semiotico

21 Esempi della dinamica del valore Rete dei tratti distintivi che governano i rapporti fra i fonemi. Ricorda il concetto di 'coppia minima': /pane/ ~ /tane/ /bere/ ~ /beve/ /bòtta/ ~ /kòtta/ Rete delle marche semantiche che governano i rapporti fra i lessemi. Ricorda il concetto di campo lessicale: Sedia, poltrona, sedile, sgabello, divano, chaise longue, seggiolino Si dividono l'area di senso che ha che fare con lo 'stare a sedere' in una cultura occidentale moderna...

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