Razze, etnie e nazioni

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1 Razze, etnie e nazioni 1

2 Lo stereotipo Giaccardi, Bagnasco, La Barbagli, comunicazione Cavalli, Corso interculturale, di sociologia, Il Il Mulino, Capitolo 4. I concetti Capitolo XV. della Razze, comunicazione etnie e nazioni interculturale La percezione seleziona gli stimoli e li riconduce a categorie. Tali categorie possono cristallizzarsi in stereotipi (da stereòs, rigido, e tùpos, impronta = matrice, cliché), schemi fissi e impermeabili, forniti dal contesto sociale, che producono nei discorsi figure identiche; Lo stereotipo semplifica e ordina l eccessiva complessità del reale, operando altresì come resistenza al cambiamento; esso funziona come calco cognitivo pre-razionale; Lo stereotipo facilita un interpretazione agevole della complessità del reale e semplifica le relazioni con l altro (strutturando attese, rappresentazioni e giudizi dei comportamenti); Lo stereotipo consente al soggetto di proteggere la propria posizione, proiettandone il sé sull immagine di un mondo in cui persone e processi si situano e operano in modo prevedibile e funzionale alle sue speranze, capacita e opinioni;

3 Giaccardi, Bagnasco, La Barbagli, comunicazione Cavalli, Corso interculturale, di sociologia, Il Il Mulino, Capitolo 4. I concetti Capitolo XV. della Razze, comunicazione etnie e nazioni interculturale In qualità di comportamenti iperritualizzati (Goffmann), gli stereotipi consentono ai termini di un interazione di situarsi opportunamente, mantenendo fluida la comunicazione; Lo stereotipo: Opera una semplificazione, attraverso la selezione di alcuni tratti e omissione Opera una standardizzazone Opera de-individualizzante, ossia un astrazione che non coglie le specificità riguarda in primo luogo i gruppi, e solo secondariamente i singoli individui, considerati solo in quanto membri del gruppo; Lo stereotipo opera categorizzando altri individui, sulla base di caratteristiche altamente visibili attribuendo un insieme di caratteristiche all insieme dei membri della categoria attribuendo quelle caratteristiche a ciascun individuo membro di quella categoria

4 Giaccardi, Bagnasco, La Barbagli, comunicazione Cavalli, Corso interculturale, di sociologia, Il Il Mulino, Capitolo 4. I concetti Capitolo XV. della Razze, comunicazione etnie e nazioni interculturale Esperienze dirette contraddittorie nei riguardi dello stereotipo vengono percepite come eccezioni (subtipizzazione); Esagerazione di identità : lo stereotipo porta ad accentuare le somiglianze intracategoriali e a enfatizzare le differenze e le contrapposizioni tra le categorie. Paradigma del gruppo minimo : lo stereotipo introduce una asimmetria valutativa, favorendo l ingroup e discriminando l outgroup; Lo stereotipo si carica di una valenza valutativa e affettiva; il sé o il gruppo vengono valorizzati dislocandone le caratteristiche negative sull altro; Lo stereotipo può essere considerato uno strumento di trasmissione culturale, che concorre a definire il senso comune di un gruppo.

5 Giaccardi, Bagnasco, La Barbagli, comunicazione Cavalli, Corso interculturale, di sociologia, Il Il Mulino, Capitolo 4. I concetti Capitolo XV. della Razze, comunicazione etnie e nazioni interculturale La necessità dello stereotipo e i suoi effetti sono tendenzialmente indeboliti dalla disponibilità di risorse per l individualizzazione dell altro; Le connessioni fra stereotipi danno origine a reti di rappresentazioni ( schemi mentali ) che diventano parte del sapere sociale diffuso, attivando ipotesi sulla spiegazione degli eventi sociali che influenzano i giudizi del soggetto orientando le aspettative per il futuro e potenzialmente distorcendo la rievocazione del passato; L intensità dell affidamento allo stereotipo da parte del soggetto è legata alla non consapevolezza della tipizzazione, scambiata per autoevidenza della realtà, a condizioni psicologiche individuali di insicurezza, contingenze sociali problematiche o condizioni emotive di particolare intensità; alla necessità del soggetto di gestire un ingente carico cognitivo;

6 Giaccardi, Bagnasco, La Barbagli, comunicazione Cavalli, Corso interculturale, di sociologia, Il Il Mulino, Capitolo 4. I concetti Capitolo XV. della Razze, comunicazione etnie e nazioni interculturale i media svolgono un ruolo centrale nella diffusione, naturalizzazione e condivisione di stereotipi. Lo stereotipo predispone selettivamente ad accogliere come evidenze quegli elementi che lo confermano, contribuendo a costruire il dato che si ritiene di registrare. Lo stereotipo può venire interiorizzato da chi ne è vittima, che finisce così per modellare la propria condotta sulla rappresentazione stereotipica; Esaurendo in sé stesso lo stimolo alla conoscenza dell altro, lo stereotipo può costituire un deterrente alla relazione con il soggetto categorizzato.

7 Giaccardi, Bagnasco, La Barbagli, comunicazione Cavalli, Corso interculturale, di sociologia, Il Il Mulino, Capitolo 4. I concetti Capitolo XV. della Razze, comunicazione etnie e nazioni interculturale Stigma: tratto somatico o culturale, altamente visibile, innato o acquisito, oggetto di valutazioni negative diffuse, tali da marcare severamente l identità e l autostima del soggetto; è uno stereotipo radicalizzato, che rimarca i confini del gruppo distanziando ciò che è estraneo Lo stigma è legato al grado di coesione interna al gruppo e funzionale al mantenimento di un rapporto di disparità tra i gruppi; può condurre al razzismo Lo stigma riduce l individuo al solo aspetto stigmatizzato, escludendo lo stigmatizzato, il quale è altresì spinto all autoisolamento da un processo di interiorizzazione La discriminazione (percezione dell altro come non persona ) è un effetto dello stigma

8 Giaccardi, Bagnasco, La Barbagli, comunicazione Cavalli, Corso interculturale, di sociologia, Il Il Mulino, Capitolo 4. I concetti Capitolo XV. della Razze, comunicazione etnie e nazioni interculturale Pregiudizio: processo, fortemente carico di valenze affettive, identitarie ed emotive, di attribuzione ad alcuni individui di caratteristiche negative sulla base della loro appartenenza a particolari gruppi, rappresentati con immagini stereotipate; due sono i possibili orientamenti riguardo al fenomeno: normalità del pregiudizio : Il pregiudizio è una forma di categorizzazione, quindi originato nell ambito operativo di un processo cognitivo non patologico; la pre-comprensione è necessaria e naturale nei processi cognitivi; patologia del pregiudizio : il pregiudizio è considerarsi irrazionale e dannoso sul profilo psicologico e sociale;

9 Giaccardi, Bagnasco, La Barbagli, comunicazione Cavalli, Corso interculturale, di sociologia, Il Il Mulino, Capitolo 4. I concetti Capitolo XV. della Razze, comunicazione etnie e nazioni interculturale Normalità del pregiudizio Il pregiudizio è funzionale alla definizione dell identità sociale del gruppo; è inoltre in grado di orientare i comportamenti e gli atteggiamenti; Mentre, rispetto ai membri dell ingroup, si hanno a disposizione gli elementi di conoscenza diretta per formulare giudizi, rispetto ai membri dell outgroup sono ritenute sufficienti le conoscenze stereotipiche e si tendono ad applicare pregiudizi (protezione del noi, distanziazione del loro ). L integrazione categoriale (definizione del noi ) è un processo influenzato dalla situazione sociale che può dipendere da: criteri transitori (prossimità fisica ) criteri stabili (colore della pelle, gender )

10 Giaccardi, Bagnasco, La Barbagli, comunicazione Cavalli, Corso interculturale, di sociologia, Il Il Mulino, Capitolo 4. I concetti Capitolo XV. della Razze, comunicazione etnie e nazioni interculturale Patologia del pregiudizio il pregiudizio è da considerarsi patologico sia dal punto di vista individuale (cfr. Adorno e le connessioni del pregiuzio con l eccessiva rigidità della prima socializzazione) che sociale; in quest ultimo caso esso può generarsi da: meccanismi di frustrazione-aggressività, confronto sociale e il senso di deprivazione relativa situazione sociale (appartenenza di classe e situazione sociopolitica); status: i gruppi di status più elevato tendono a difendersi rimarcando le differenze intergruppi; relazioni tra i gruppi: la differenziazione con l outgroup consente il mantenimento di un identità soddisfacente; la competizione fra i gruppi rafforza il pregiudizio; la condivisione di obiettivi comuni lo indebolisce;

11 Giaccardi, Bagnasco, La Barbagli, comunicazione Cavalli, Corso interculturale, di sociologia, Il Il Mulino, Capitolo 4. I concetti Capitolo XV. della Razze, comunicazione etnie e nazioni interculturale I meccanismi di produzione e riproduzione di stereotipi e pregiudizi possono dipendere da attività cognitiva individuale; linguaggio e dinamiche della comunicazione sociale I pregiudizi, in quanto immagini collettivamente condivise relative a un altra collettività, si collocano nell ambito delle rappresentazioni sociali; I media costituiscono un terreno di elaborazione delle ideologie e dei pregiudizi condivisi all interno del gruppo per difendersi e proteggere i propri interessi, operando in due sensi Costruendo il senso comune Utilizzando la spettacolarizzazione come criterio di selezione e semplificazione;

12 Giaccardi, Bagnasco, La Barbagli, comunicazione Cavalli, Corso interculturale, di sociologia, Il Il Mulino, Capitolo 4. I concetti Capitolo XV. della Razze, comunicazione etnie e nazioni interculturale Il concetto di pregiudizio è soggetto a mutamento in relazione al contesto socioculturale; nella contemporaneità, pur tendenzialmente condannato, il pregiudizio sopravvive in forme implicite e indirette (comunicazione non verbali, prossemica, pregiudizio simbolico); sconfitto sul piano razionale, il pregiudizio perdura su quello emozionale; è possibile ipotizzare un disarmo del pregiudizio attraverso un contrasto alla deindividualizzazione tramite relazioni paritetiche, approfondite e durature con individui di altri gruppi, studio delle relative storia e cultura, sanzioni sociali e istituzionali al comportamento pregiudiziale, opportuni processi politici e appropriate configurazioni economiche;

13 Giaccardi, Bagnasco, La Barbagli, comunicazione Cavalli, Corso interculturale, di sociologia, Il Il Mulino, Capitolo 4. I concetti Capitolo XV. della Razze, comunicazione etnie e nazioni interculturale Etnocentrismo: tendenza, da parte dei membri di un gruppo etnico, a valutare gli altri gruppi o i singoli membri degli altri gruppi, tenendo la propria cultura come criterio di riferimento, e così implicitamente assumendone la superiorità e l universalità; possibili dimensioni: epistemologica: mancata consapevolezza del carattere situato e culturale delle categorie; politica: strumento intenzionalmente assunto di rivendicazione culturale; Come già per il pregiudizio, due sono gli atteggiamenti possibili: accettazione (fenomeno inevitabile, funzionale a difesa e trasmissione di identità e cultura e ad atteggiamenti e comportamenti altruistici all interno del gruppo) o condanna (fenomeno foriero di miopia culturale; irrazionale e potenzialmente violento; funzionale a radicalizzazione delle differenze e relativismo radicale; legato a processi di assolutizzazione del proprio punto di vista);

14 Giaccardi, Bagnasco, La Barbagli, comunicazione Cavalli, Corso interculturale, di sociologia, Il Il Mulino, Capitolo 4. I concetti Capitolo XV. della Razze, comunicazione etnie e nazioni interculturale Relativismo: riconoscimento, nato in ambito antropologico, della necessità di interpretazione di realtà aliene nei soli termini delle medesime; radicale: afferma l incommensurabilità, intraducibilità e incomunicabilità tra le culture: moderato: posizione anti-assolutista che contesta l opportunità da parte dell Occidente di imporre la propria visione al resto del mondo; Entrambe le posizioni sono funzionali al modello del multiculturalismo a mosaico che problematizza anziché facilitare la convivenza fra culture; Possibili strategie per il superamento di etnocentrismo e relativismo: decentramento: accettazione della parzialità del proprio punto di vista e riconoscimento dell arricchimento portato dal confronto con l altro; universalismo dialogico: riconoscimento della valenza plurima, stratificata, non-monolitica, delle culture; consapevolezza di una comune situazione di incertezza e difficoltà a intendersi; sforzo di costruzione di mondi comuni nel tempo e attraverso il dialogo.

15 Giaccardi, Bagnasco, La Barbagli, comunicazione Cavalli, Corso interculturale, di sociologia, Il Il Mulino, Capitolo 4. I concetti Capitolo XV. della Razze, comunicazione etnie e nazioni interculturale Razzismo: operazione di contrassegnazione di un individuo in base ad attributi naturali, associati a caratteristiche intellettuali e morali, rinvenibili in ogni individuo appartenente a quell insieme e, in ragione di ciò, eventuale messa in opera pratiche di inferiorizzazione e di esclusione; origine antropologica: il razzismo come inevitabile processo connaturato con l uomo; origine modernista: il razzismo come prodotto socioculturale della modernità; Razza: gruppo di individui identificato come unità distinta per la presenza di caratteristiche biologiche secondarie; concetto pseudo-scientifico, di origine ideologica, legato all etnocentrismo;

16 Giaccardi, Bagnasco, La Barbagli, comunicazione Cavalli, Corso interculturale, di sociologia, Il Il Mulino, Capitolo 4. I concetti Capitolo XV. della Razze, comunicazione etnie e nazioni interculturale Razzialismo: razzismo-ideologia, di matrice scientista e determinista, basato su cinque assunti; esistenza delle razze e la necessità della non-mescolanza (mixofobia); legame causale fra appartenenza razziale e caratteristiche fisiche e culturali; legame causale fra appartenenza a una razza e comportamento individuale; esistenza di una gerarchia delle culture; legittimità di operazioni di sottomissione verso razze percepite come inferiori nella gerarchia;

17 Giaccardi, Bagnasco, La Barbagli, comunicazione Cavalli, Corso interculturale, di sociologia, Il Il Mulino, Capitolo 4. I concetti Capitolo XV. della Razze, comunicazione etnie e nazioni interculturale Il razzismo presenta una dimensione cognitiva e una pragmatica. La dimensione cognitiva si esprime secondo tre modalità prevalenti: l essenzializzazione l esclusione simbolica la barbarizzazione fra le declinazioni della dimensione pragmatica è possibile osservare: la messa a distanza spaziale la persecuzione lo sterminio

18 Giaccardi, Bagnasco, La Barbagli, comunicazione Cavalli, Corso interculturale, di sociologia, Il Il Mulino, Capitolo 4. I concetti Capitolo XV. della Razze, comunicazione etnie e nazioni interculturale Il razzismo si è evoluto dalla sua declinazione biologica, tradizionale ed esplicita (assolutizzazione delle differenze biologiche) in un razzismo culturale, contemporaneo e implicito (assolutizzazione delle differenze culturali, ossia differenzialismo radicale). Il nuovo razzismo centrato sulla dimensione culturale, è caratterizzato da una forte dimensione simbolica e declina in forme politicamente corrette pulsioni come la mixofobia e la giustificazione degli squilibri sociali; Se nella modernità il razzismo era funzionale allo sfruttamento della manodopera per la neonata società industriale, nella contemporaneità esso è, nella forma di una rivendicazione identitaria, funzionale a un tentativo di rinsaldare sul piano simbolico confini geograficamente permeabili;

19 Giaccardi, Bagnasco, La Barbagli, comunicazione Cavalli, Corso interculturale, di sociologia, Il Il Mulino, Capitolo 4. I concetti Capitolo XV. della Razze, comunicazione etnie e nazioni interculturale I media tendono a costruire un senso di insicurezza collettiva, attribuibile alla presenza degli stranieri, presentati come nemici sociali; doppio controllo dei media: sulla rappresentazione dei cittadini come membri di gruppo minacciato; sullo straniero, le cui potenzialità di espressione sono disattivate; I processi di amplificazione e semplificazione producono: lo scivolamento dell eterofobia in razzismo la costruzione di una percezione sociale selettiva l avvallamento del pregiudizio (clandestini=cattivi, regolari=buoni) la costruzione del binomio musulmano/integralista funzionale a una islamofobia

20 Giaccardi, Bagnasco, La Barbagli, comunicazione Cavalli, Corso interculturale, di sociologia, Il Il Mulino, Capitolo 4. I concetti Capitolo XV. della Razze, comunicazione etnie e nazioni interculturale Orientalismo: metodologia di approccio sistematico all'oriente, costituita dall Occidente a partire dall'insieme di immagini e risorse lessicali disponibili per l'enunciazione di discorsi sui mondi lontani e sconosciuti; può essere latente (impronta teorica costante che anima i discorsi sull'oriente) oppure manifesto (insieme mutevole di ipotesi e cognizioni esplicitamente comunicate) L orientalista, considerando etnocentricamente l Oriente come oggetto ignoto da studiare e dominare, si tipizza come modello corretto e legittimo, oggettivo nelle categorizzazioni valutative La fissità dello stereotipo lo impermeabilizza all esperienza; la realtà viene negata, rendendo la rappresentazione l unica immagine legittima Le soggettività vengono astratte e disumanizzate, con preminenza dell appartenenza etnica sull umanità condivisa con l osservatore; si articolano così strategie di allocronismo

21 Razze, etnie e nazioni 21

22 Per razza si intende un insieme di esseri umani che condividono alcune caratteristiche somatiche Le differenze somatiche sono il prodotto dell adattamento dei gruppi umani all ambiente in cui vivono 22

23 Le differenze tra singoli individui sono più importanti di quelle che si vedono tra gruppi razziali. 23

24 In tal senso il concetto di razza è: dal punto di vista biologico, un concetto irrilevante dal punto di vista sociologico, uno strumento per significare altre differenze di ordine morale, intellettuale e comportamentale, quindi per giustificare forme di disuguaglianze e di dominio 24

25 Le credenze razziste cominciano a circolare verso l inizio del XIX secolo in concomitanza con l espansione coloniale 25

26 Queste dottrine si fondano su una serie di credenze: - che vi sia corrispondenza tra caratteristiche somatiche e tratti mentali e morali, che quindi questi ultimi siano trasmessi per via ereditaria e siano sostanzialmente immodificabili - che l organizzazione sociale rifletta la divisione dell umanità in razze - che vi sia una gerarchia naturale tra le razze - che sia lecito il dominio e lo sfruttamento da parte delle razze che si autodefiniscono superiori sulle razze definite come inferiori 26

27 Le dottrine della razza si fondano su un forte determinismo biologico in base al quale il comportamento di individui, gruppi e intere civiltà risulta determinato dall appartenenza razziale. In realtà i fattori ambientali sono decisivi per determinare l esito di qualsiasi processo biologico. Se prendiamo due fratelli gemelli monozigotici e li alleviamo in circostanze e in culture molto diverse, potremmo scommettere che cresceranno due persone molto diverse. 27

28 Barriere di ordine fisico o sociale possono determinare due processi distinti: - deriva genetica - selezione sessuale 28

29 Deriva genetica Popolazioni che vivono geograficamente isolate e i cui membri si accoppiano esclusivamente tra di loro tendono a diventare anche geneticamente omogenee. Selezione sessuale Fattori di ordine socio-culturale, influenzando la scelta del partner, influenzano anche la distribuzione dei caratteri genetici. 29

30 Definiamo razziste quella dottrine, atteggiamenti e pratiche che discriminano, sulla base dell appartenenza razziale, l accesso all esercizio di diritti e a determinate opportunità e posizioni sociali. 30

31 Parliamo di discriminazione razziale quando in una società ai membri di una popolazione identificata per le sue caratteristiche, reali o presunte, di razza, viene negato l accesso all esercizio di una serie di diritti. 31

32 Taguieff distingue tra: - auto-razzizzazione - etero-razzizzazione 32

33 Auto-razzizzazione - il concetto di razza è applicato al proprio gruppo, per affermarne la superiorità e garantirne la purezza - coloro che non appartengono alla razza vengono percepiti come un pericolo alla sicurezza, integrità e purezza del gruppo stesso - nei loro confronti viene scatenata una reazione di rigetto che, nei casi limite, arriva fino al genocidio 33

34 Etero-razzizzazione - la razza è intesa come sinonimo di civiltà inferiore e arretrata - le razze considerate inferiori diventano oggetto di sfruttamento e di segregazione e, in alcuni casi, di tentativi di assimilazione alla cultura dominante 34

35 Il concetto di etnia rimanda a differenze di ordine culturale, che si trasmettono di generazione in generazione, attraverso i meccanismi della trasmissione culturale. Gli elementi che contraddistinguono un gruppo etnico sono: - nome - mito - tradizioni - cultura - territorio - solidarietà 35

36 Si parla di etnia o gruppo etnico quando: 1) i membri di un gruppo designano se stessi, e sono designati da altri, mediante un nome 2) si è prodotto il mito di una comune origine o discendenza; 3) si è creata una comunità che condivide certe memorie comuni (tradizioni) e vi è chi si preoccupa di trasmetterle alle generazioni future 4) vi è una cultura condivisa (fatta di linguaggio, credenze religiose, costumi, forme di alimentazione, espressioni artistiche e letterarie, ecc.) che presenta caratteri distintivi rispetto alle popolazioni geograficamente vicine 5) vi è un territorio (o, in certi casi, soltanto un luogo simbolico) che i membri del gruppo considerano proprio per diritto storico anche quando vivono dispersi o separati 6) si sviluppa un sentimento di solidarietà particolaristico tra i membri del gruppo, che non si estende ai membri di altri gruppi 36

37 Gli elementi che costituiscono un etnia si modificano nel tempo per effetto di fattori sia endogeni sia esogeni, che possono rafforzarne o indebolirne la coesione. Fattori endogeni riguardano la presenza/assenza di: - un élite letterata, atta alla conservazione e trasmissione delle tradizioni - di conflitti interni di natura religiosa, politica o sociale, che minano la solidarietà Fattori esogeni sono, ad esempio: - il contatto con culture etniche - lo stato di guerra con etnie vicine 37

38 I concetti di etnia, nazionalità e nazione sono spesso oggetto di confusione. Le ragioni di questa confusione dipendono dal fatto che gli stessi termini vengono usati con significati diversi. Si possono distinguere due significati sostanzialmente diversi, a seconda del rapporto che si instaura tra etnia, nazione e comunità politica (stato nazione). 38

39 1) Il concetto di nazione designa una collettività (un popolo) che si richiama a una discendenza comune, ai vincoli creati dalla lingua, dai costumi e dalle tradizioni comuni e che, in virtù di tale comunanza, rivendica a sé il diritto di organizzarsi, su un dato territorio, in forma di stato sovrano. In questo caso, la nazione si fonda sull etnia ed entrambe, etnia e nazione, precedono la formazione dello stato nazione. 39

40 2) Il concetto di nazione designa una collettività di cittadini che hanno comuni diritti e doveri nell ambito di uno stato territoriale. In questo caso, lo stato precede la formazione della nazione e questa può essere composta anche da etnie differenti. 40

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