ANALISI DEL CICLO DI VITA (LCA) DEGLI INTONACI BIOEDILI TERRABASE E TERRAVISTA PRODOTTI DALLA FORNACE BRIONI (MN)

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1 Atta POLITECNICO DI MILANO Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica G. Natta ANALISI DEL CICLO DI VITA (LCA) DEGLI INTONACI BIOEDILI TERRABASE E TERRAVISTA PRODOTTI DALLA FORNACE BRIONI (MN) A cura di: Ing. Sara Resi - Ing. Andrea Zannetti - Prof. Giovanni Dotelli Dicembre 2010

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3 Indice Indice INTRODUZIONE DESCRIZIONE DEI PRODOTTI OGGETTO DI ANALISI METODOLOGIA L ANALISI DEL CICLO DI VITA (LIFE CYCLE ASSESSMENT) DEFINIZIONE DEGLI SCOPI E DEGLI OBIETTIVI ANALISI DI INVENTARIO ANALISI DEGLI IMPATTI Scelta delle categorie di impatto LCA DI TERRABASE E TERRAVISTA OBIETTIVO, UNITÀ FUNZIONALE E CONFINI Obiettivo dell analisi Unità funzionale, flussi di riferimento e confini del sistema Requisiti di qualità dei dati FASE DI INVENTARIO (LCI) La costruzione dell inventario I consumi di energia elettrica e carburante I trasporti Gli imballaggi Il sistema di produzione del TerraBase Il sistema di produzione dei TerraVista ocra e giallo RISULTATI VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI CON IPCC GWP TerraBase (senza trasporti) TerraVista (senza trasporti) Risultati della LCA integrale VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI CON ECO-INDICATOR TerraBase (senza trasporti) TerraVista (senza trasporti) Punteggi finali Risultati della LCA integrale VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI CON ECOLOGICAL FOOTPRINT Risultati della LCA integrale

4 6 CONSIDERAZIONI FINALI APPENDICE

5 1 INTRODUZIONE La scelta dei materiali da costruzione è un passo fondamentale nella progettazione di un edificio e andrebbe giustificata dal punto di vista ambientale al pari degli altri aspetti tecnico ed economico solitamente tenuti in considerazione in fase progettuale, poiché non è detto che un materiale con ottime caratteristiche termoisolanti e/o conveniente dal punto di vista economico, sia allo stesso tempo sostenibile dal punto di vista ecologico. Proporsi di studiare un materiale costruttivo di origine naturale è stato il logico compimento di un passo in tale direzione. Il presente documento è redatto con lo scopo di illustrare approfonditamente i risultati derivanti dalla LCA eseguita dagli Ingg. Andrea Zannetti e Sara Resi nell ambito di un elaborato di Laurea Specialistica in Ingegneria per l Ambiente e il Territorio presso il Politecnico di Milano, in stretta collaborazione con il relatore del lavoro di tesi, il Prof. Giovanni Dotelli (Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica del Politecnico di Milano) e i correlatori: il Prof. Paco Melià (Dipartimento di Elettronica e Informazione Politecnico di Milano), il Prof. Gianluca Ruggieri (Dipartimento Ambiente-Salute-Sicurezza dell Università degli Studi dell'insubria) e l Arch. Sergio Sabbadini. 5

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7 2 DESCRIZIONE DEI PRODOTTI OGGETTO DI ANALISI L intonaco è uno strato di malta indurita preposto a proteggere e decorare le superfici edili. Più recentemente ha assunto anche ulteriori funzioni connesse con l isolamento termico ed acustico, la protezione dal fuoco, la deumidificazione, ecc. A livello di composizione, la malta è un conglomerato costituito da una miscela di legante (cemento, calce, gesso o terra), inerte fine (sabbia) ed eventualmente sostanze additive aggiunte con lo scopo di modificare le caratteristiche dell'intonaco. E assai comune, in alcuni casi, l aggiunta di materiali coibenti, sia naturali che artificiali, per esaltare la funzione isolante dell intonaco; in altri casi possono essere opportune per accelerare l indurimento della malta o incrementarne l azione legante. L intonaco dunque ha funzione estetica e di protezione: in particolare, quando applicato alle murature esterne, ha lo scopo di proteggere dagli agenti atmosferici, mentre applicato agli interni ha finalità estetiche e d uso. Gli ulteriori utilizzi possono essere legati ad esigenze specifiche, quali l isolamento acustico o dal fuoco. Nella composizione degli intonaci analizzati i leganti tradizionali (gesso, calce e/o cemento) sono sostituiti da alcune terre naturali (argille, o terre crude) che, oltre ad influire sulle proprietà igrometriche e di traspirabilità della malta, ne determinano la colorazione, consentendo di evitare l aggiunta di pigmenti di origine sintetica. - Il TerraBase è un intonaco di fondo a base di argilla. E un premiscelato secco da impastare in acqua prima della posa in opera ed è indicato per rivestimenti di superfici verticali ed orizzontali in ambienti interni, nell ambito di interventi di nuova costruzione, di recupero e di ristrutturazione. E generato dalla miscelazione di materie prime di varia provenienza quali l argilla, la sabbia a granulometria variabile e la paglia di riso. Il TerraBase appartiene alla classe dei prodotti naturali ad alta traspirabilità, è un ottimo regolatore di igrometria interna e volano termico 1 e non presenta alcun elemento di rischio per l operatore che lo posa. 1 In grado di assorbire energia quando essa è troppa per restituirla quando tende a mancare, con l'effetto globale di tendere ad uniformare il suo moto attraverso la parete 7

8 - Il TerraVista è un intonaco di finitura speciale premiscelato secco, pronto per essere impastato con acqua, costituito anch esso da materie prime naturali quali l argilla, la sabbia di granulometria fine e da una percentuale inferiore allo 0,1% in volume di addensante di origine chimica, dalla lavorazione della cellulosa (la cui denominazione verrà omessa per volontà espressa dall azienda). La vasta gamma di colori in cui è disponibile (bianco, avorio, giallo, ocra, rosso, cioccolato, camoscio, vinaccia, senape, nocciola e sabbia) è consentita dal colore naturale delle differenti argille utilizzate a cui non viene aggiunto nessun tipo di ossido. L analisi sul TerraVista è stata effettuata sui colori ocra e giallo. Il processo di produzione del TerraBase e dei due TerraVista è costituito essenzialmente da un operazione di miscelazione delle materie prime che costituiscono la matrice dei tre prodotti. Ciò che differenzia i tre processi di produzione sono dunque le materie prime di partenza (illustrate in Tabella 2.1 e Tabella 2.2) e, di conseguenza, i passaggi necessari per la loro estrazione, lavorazione e predisposizione alla miscelazione finale. Ingredienti TerraBase Provenienza (provincia) Sigla Sabbia grossa Mantova S2 Argilla naturale (Terra Tabellano) Mantova T2 Paglia di riso Mantova P1 Tabella 2.1 Materie prime che compongono il TerraBase e loro provenienza (le località sono omesse per rispetto della segretezza dell informazione, richiesta dall azienda; fonte: Fornace Brioni (2010) Ingredienti TerraVista Provenienza (provincia) Sigla Sabbia (granulometria 0,12 0,3 mm) Latina S10 Argilla naturale di colore ocra Vercelli T1 Argilla naturale di colore giallo Germania settentrionale T9 Additivo Shanghai - Cina A1 Tabella 2.2 Materie prime che compongono i TerraVista e loro provenienza; le due argille indicate in tabella sono impiegate per la sola produzione dell uno o dell altro TerraVista, che dunque risultano costituiti da sole tre materie prime; fonte: Fornace Brioni (2010) 8

9 3 METODOLOGIA 3.1 L analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assessment) L analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assessment - LCA) è un procedimento oggettivo di valutazione dei carichi energetici ed ambientali causati da un processo o un attività, effettuato attraverso l identificazione dell energia e dei materiali usati e dei rifiuti rilasciati nell ambiente. La valutazione include l intero ciclo di vita del processo o attività, comprendendo l estrazione e il trattamento delle materie prime, la fabbricazione, il trasporto, la distribuzione, l uso, il riuso, il riciclo e lo smaltimento finale. La definizione specifica riportata nella norma esprime la LCA come una compilazione e valutazione attraverso tutto il ciclo di vita dei flussi in entrata e in uscita, nonché i potenziali impatti ambientali, di un sistema di prodotto 2 (ISO 14040:2006). L interesse nella LCA è cresciuto rapidamente durante gli anni 90, quando sono comparse anche le prime pubblicazioni scientifiche. A quel tempo si guardava alla LCA con grandi aspettative, ma i suoi risultati venivano spesso criticati. Da quel momento in poi c è stato un forte sviluppo e un armonizzazione degli strumenti della LCA che hanno portato al completamento di uno standard internazionale, rappresentato dalle norme ISO 14040:2006 e ISO 14044:2006, integrato con linee guida e manuali; tutto ciò ha incrementato la maturità e la robustezza metodologica della LCA. Le due norme UNI EN ISO 14040:2006 e UNI EN ISO 14044:2006 costituiscono l accorpamento e la revisione tecnica complessiva delle norme sulle LCA antecedenti (UNI EN ISO 14040, UNI EN ISO 14041, UNI EN ISO 14042, UNI EN ISO 14043), e contengono rispettivamente i principi e il quadro di riferimento la prima, i requisiti e le linee guida la seconda. La LCA può esser considerata un evoluzione dell analisi energetica classica, con la quale ha in comune l obiettivo primario del risparmio di risorse energetiche; un obiettivo che nella LCA risulta esteso a tutte le risorse naturali e integrato con quello della diminuzione dell inquinamento. 2 Insieme dei processi unitari e dei relativi flussi di materia ed energia che costituiscono il ciclo di vita di un prodotto 9

10 La struttura della LCA proposta dalla norma ISO 14040:2006 e rappresentata in Figura 3.1 è articolata nelle seguenti quattro fasi: Figura Fasi di una LCA; fonte: ISO 14040: Definizione degli scopi e degli obiettivi (Goal and scope definition): è la fase preliminare in cui vengono definiti le finalità dello studio, l unità funzionale, i confini del sistema studiato, il fabbisogno e l affidabilità dei dati, le assunzioni e i limiti; 2. Analisi di inventario (Life cycle inventory analysis, LCI): è la fase di raccolta dei dati e di quantificazione dei flussi rilevanti di input ed output del sistema di prodotto; 3. Analisi degli impatti (Life cycle impact assessment, LCIA): è la fase di valutazione della significatività dei potenziali impatti ambientali dovuti ai rilasci nell ambiente e ai consumi di risorse calcolati nell inventario; 4. Interpretazione e miglioramento (Life cycle interpretation): è la parte conclusiva di una LCA, ed ha lo scopo di proporre i cambiamenti necessari a ridurre l impatto ambientale dei processi o attività considerati. L approccio metodologico di una LCA è per sua natura un approccio di tipo dinamico e iterativo, il cui presupposto fondamentale è quello della disponibilità dei dati e delle informazioni necessarie allo sviluppo dei calcoli. 10

11 3.2 Definizione degli scopi e degli obiettivi Gli obiettivi e gli scopi dello studio di una LCA devono essere definiti con chiarezza ed essere coerenti con l applicazione prevista. L obiettivo di una LCA deve stabilire quali siano l applicazione prevista, le motivazioni che inducono a realizzare lo studio, il tipo di pubblico a cui è destinato, e se i risultati saranno o meno utilizzati in valutazioni comparative. Le finalità dello studio influenzano l ampiezza del ciclo di vita, le eventuali alternative da considerare, l integrazione con aspetti non ambientali, la qualità e l affidabilità dei dati a disposizione, la scelta dei parametri ambientali con cui riassumere i risultati, l estensione della fase di valutazione e di miglioramento, il livello di dettaglio a cui arrivare. Di seguito si illustrano i punti principali della prima fase di una LCA: a) Definizione del sistema di prodotto: Nell ottica LCA un sistema viene definito come un qualsiasi insieme di dispositivi che realizzano una o più precise operazioni industriali aventi una determinata funzione; esso è delimitato da appropriati confini fisici rispetto al sistema ambiente, e con questo ha rapporti di scambio caratterizzati da una serie di input ed output. Per effettuare un inventario di ciclo di vita di un sistema è necessario innanzitutto definire le singole operazioni che lo compongono; ognuna di queste operazioni unitarie riceve i propri input dalle operazioni unitarie a monte, mentre i suoi output andranno ad alimentare quelle seguenti, secondo l effettivo schema di produzione; b) Unità funzionale e flusso di riferimento: L unità funzionale costituisce il termine di riferimento a cui associare consumi di risorse e impatti ambientali di un sistema di prodotto. Lo scopo principale è di legare i flussi in entrata e in uscita ad una stessa quantità di prodotto, così da consentire la comparabilità dei risultati di una LCA. La scelta di tale unità è arbitraria e dipende dagli scopi e dagli obiettivi della LCA in questione. Poiché i sistemi studiati contengono molte unità di processo, risulta comodo utilizzare unità di processo diverse a seconda del sottosistema considerato, per poi far convergere i valori utilizzando l unità funzionale scelta come rappresentativa dell intero sistema indagato. A fianco dell unità funzionale, la norma ISO introduce il concetto di flusso di riferimento, ovvero la quantità di bene o servizio necessario per ottenere l unità funzionale scelta. Ad esempio, nel caso di un analisi di confronto sui sistemi di asciugatura mani presenti nei luoghi pubblici, l unità funzionale potrà essere costituita, ad esempio, dal numero di mani che possono ritenersi completamente asciugate utilizzando vari sistemi (elettrico, a carta, asciugamano), mentre il flusso di riferimento sarà, nel caso di sistema elettrico, 11

12 la quantità d aria calda necessaria per ottenere l unità funzionale adottata o, nel caso di sistema a carta, la quantità di carta utilizzata; c) Confini del sistema: Definire i confini del sistema significa determinare le unità di processo che devono essere prese in considerazione dallo studio. Una prima delimitazione dei confini va effettuata con criteri geografici, tecnologici e temporali; inoltre, in alcuni casi, è specifica esigenza di chi commissiona l analisi escludere già a priori lo studio di determinate fasi dell intero processo produttivo. La cancellazione di fasi del ciclo di vita, processi, input o output è consentita nel caso in cui ciò non modifichi in modo significativo le conclusioni globali dello studio; qualunque tipo di omissione dovrebbe essere dichiarata chiaramente, e dovrebbero essere spiegate le ragioni e le implicazioni di tale scelta. Altrettanto chiaramente dovrebbero essere esplicitati i criteri di cut-off (quali ad esempio massa, energia, significatività ambientale) per l iniziale inclusione o meno dei vari input ed output; d) Requisiti di qualità dei dati: Tali requisiti (copertura temporale, spaziale e tecnologica, precisione, completezza, rappresentatività, consistenza, riproducibilità, fonti dei dati, incertezza delle informazioni) specificano in termini generali le caratteristiche dei dati necessarie per lo studio LCA. Descrizioni della qualità dei dati sono importanti per verificare l affidabilità dei risultati dell analisi. 3.3 Analisi di inventario L analisi di inventario è la fase più importante nel processo di LCA (Xing et al., 2008). L obiettivo è quello di fornire tutti i dati oggettivi necessari alla descrizione di ciascun processo del sistema: non sono comprese valutazioni o giudizi circa gli effetti che i diversi input ed output possono provocare. Un inventario di ciclo di vita deve offrire garanzie di affidabilità, e per questo la sua redazione deve essere effettuata seguendo un codice ben definito; codice che viene fornito dalla ISO L accertamento dell affidabilità dei dati raccolti durante l inventario costituisce un importante fase preparatoria. I dati da utilizzare nella fase di inventario dovrebbero, per quanto possibile, essere raccolti direttamente sul campo (primary data); nel caso in cui non sia possibile ottenere i dati in maniera diretta o si preferisca utilizzare informazioni rappresentative settoriali, è necessario servirsi di dati derivati (secondary data) da letteratura o da banche dati appositamente predisposte. Dati tipicamente derivati sono, ad esempio, quelli relativi all industria energetica del Paese in cui si svolge l analisi, quelli sulle 12

13 emissioni prodotte da un autocarro impiegato per il trasporto, e così via. Di seguito si illustrano i punti principali dell analisi di inventario: a) Raccolta dei dati: Per ogni unità di processo compresa nei confini del sistema, i dati possono essere classificati in grandi categorie quali: o input energetici, materie prime, input ausiliari; o prodotti, co-prodotti e rifiuti; o emissioni in aria, scarichi nelle acque e nel suolo; o altri aspetti ambientali. b) Procedure di calcolo per quantificare gli input e gli output rilevanti di un sistema di prodotto, tra le quali: o validazione dei dati raccolti; o collegare i dati alle unità di processo e all unità funzionale; o affinare i confini del sistema. Il calcolo dei flussi energetici dovrebbe considerare i diversi combustibili e le fonti elettriche usate, l efficienza di conversione e distribuzione del flusso energetico, così come gli input e gli output associati alla generazione e all uso dello stesso. c) Allocazione dei flussi e dei rilasci. La maggior parte dei sistemi industriali produce più di un prodotto, oltre ad avere co-prodotti o sottoprodotti. L operazione di allocazione consiste nell associare i carichi energetici e ambientali ai vari prodotti dei singoli processi. Lo stesso problema si presenta ad esempio quando un materiale riciclato entra come materia prima in un nuovo sistema produttivo; la norma infatti prevede l applicazione delle procedure di allocazione anche nei casi di riutilizzo e riciclaggio. La via più comunemente impiegata nell allocazione prevede l utilizzo delle caratteristiche fisiche dei prodotti: massa, volume, energia, o exergia; la scelta di tale parametro richiede la conoscenza dettagliata del funzionamento del sistema e dei vari sottosistemi. Quando non sia possibile stabilire una relazione fisica per procedere all allocazione, input ed output possono essere allocati tra i vari prodotti sulla base di altre relazioni, ad esempio il valore economico; tale scelta ha un grande limite legato alla variabilità del mercato. 13

14 3.4 Analisi degli impatti L analisi degli impatti mira a valutare la significatività dei potenziali impatti ambientali che si generano a seguito dei rilasci nell ambiente e del consumo di risorse associate a un attività produttiva. Un impatto è una qualsiasi modificazione causata da un dato aspetto ambientale, ossia da qualsiasi elemento che può interagire con l ambiente. Per procedere alla valutazione degli impatti del ciclo di vita di un prodotto è necessario prima di tutto avere chiari quali siano gli aspetti ambientali che si vogliono considerare nell analisi. Sono numerosi, infatti, gli aspetti sui quali un processo produttivo può influire e spesso le prestazioni di un processo o servizio possono essere allo stesso tempo innocue (o addirittura positive) in relazione ad alcune categorie d impatto e molto nocive in relazione ad altre. La quantificazione dell impatto di un prodotto, insistente su ciascuna categoria scelta, avviene tramite l utilizzo di un indicatore, vale a dire un parametro od un valore derivato da parametri capace di fornire un'informazione sintetica relativa ad uno specifico fenomeno. Le procedure di scelta, misurazione e valutazione (aggregazione in indici) degli indicatori sono soggette a una forte variabilità a seconda della regione, dell utente decisore, delle condizioni ambientali, etc., soprattutto quando la scala della categoria di impatto non sia globale, ma regionale o locale. La SETAC (Society of Environmental Toxicology And Chemistry) individua, all interno del rapporto del 1999 Working Group on LCIA coordinato da De Haes, in dieci categorie le tipologie di impatto relativo alle attività antropiche più importanti, cioè: - Riscaldamento globale; - Assottigliamento dell ozono stratosferico; - Acidificazione; - Eutrofizzazione; - Smog fotochimico; - Uso del territorio; - Ecotossicità; - Tossicità per l uomo; - Impoverimento di risorse naturali, abiotiche e biotiche. Gli impatti o effetti ambientali si suddividono in base alla scala di azione in effetti globali, regionali o locali (Tabella 3.1). Questo aspetto è dovuto fondamentalmente alle caratteristiche fisiche e chimiche dell'emissione che genera l'effetto, nonché chiaramente alle condizioni ambientali. 14

15 Categoria di impatto Scala Dati LCI rilevanti Indicatore Breve descrizione Biossido di carbonio (CO2) Ossido nitroso (N2O) Riscaldamento globale Globale Metil Bromuro (CH3Br) Metano (CH4) Clorofluorocarburi (CFC) Idroclorofluorocarburi (HCFC) Potenziale di Riscaldamento Globale Converte i dati LCI in equivalenti di CO2 Assottigliamento dell ozono stratosferico Acidificazione Eutrofizzazione Smog fotochimico Globale Regionale Locale Locale Locale Clorofluorocarburi (CFC) Idroclorofluorocarburi (HCFC) Halon Metil Bromuro (CH3Br) Ossidi di zolfo (SOx) Ossidi di azoto (NOx) Acido cloridrico (HCl) Acido fluoridrico (HF) Ammoniaca (NH3) Fosfato (PO4) Ossido di azoto (NO) Biossido di azoto (NO2) Nitrati Ammoniaca (NH3) Idrocarburi diversi dal metano (NMHC) Potenziale di distruzione dell ozono Potenziale di acidificazione Potenziale di eutrofizzazione Uso del territorio Locale Quantità di superficie occupata Superficie Ecotossicità e tossicità per l uomo Impoverimento delle risorse naturali, abiotiche e biotiche Locale Globale Regionale Locale Composti chimici tossici con una concentrazione letale nota sugli organismi naturali e sull uomo Quantità di risorse utilizzate Potenziale di creazione di ossidanti fotochimici LC50 Potenziale di impoverimento Tabella 3.1 Principali categorie di impatto ambientale e loro caratterizzazione Converte i dati LCI in equivalenti di triclorofluorometano (CFC- 11) Converte i dati LCI in equivalenti di ioni idrogeno (H + ) Converte i dati LCI in equivalenti di fosfato (PO3) Converte i dati LCI in equivalenti di C2H6 Converte i dati LCI in equivalenti di superficie utile all assorbimento di CO2 Converte i dati LCI in equivalenti Converte i dati LCI in un rapporto tra quantità di risorsa usata e quantità lasciata Scelta delle categorie di impatto Ogni LCA rappresenta un caso a sé per il quale va valutata la giusta combinazione di categorie di impatto, per ciascuna delle quali si ha un indicatore che la caratterizza quantitativamente. Il successivo passaggio ad una aggregazione di indicatori avviene attraverso un ecoindicatore, costruito per fornire una sintesi ulteriore dell'informazione ambientale, di più rapida ed immediata interpretazione, sulla quale basarsi per prendere eventuali decisioni o provvedimenti. Ciò che differenzia le possibili metodologie di valutazione, e dunque i vari ecoindicatori, sono le procedure di scelta, di aggregazione e di ponderazione dei diversi indicatori che determinano l'indice finale. In Simapro sono disponibili molteplici procedure di aggregazione, tra le quali le tre utilizzate nel presente lavoro per l elaborazione e il confronto dei risultati delle LCA su intonaci ed edificio, ovvero: IPCC 2007 GWP, Eco-indicator99 ed Impronta Ecologica. Il Global Warming Potential (GWP) è la misura di quanto un dato gas serra contribuisce all'effetto serra. Questo indice è basato su una scala relativa che confronta il gas 15

16 considerato con un equivalente massa di CO 2, il cui GWP è per definizione pari a 1. Ogni valore di GWP è calcolato per uno specifico intervallo di tempo. Eco-indicator 99 valuta le emissioni in aria, acqua e suolo in relazione a tre tipi principali di danno ambientale: la salute umana (Human Health), la qualità dell ecosistema (Ecosystem Quality) e l esaurimento delle risorse (Resources). Ogni categoria di danno è a sua volta suddivisa in categorie d impatto. La categoria di danno Human Health comprende le seguenti categorie di impatto: - Danni causati da sostanze cancerogene; - Danni causati da sostanze organiche alle vie respiratorie; - Danni causati da sostanze inorganiche alle vie respiratorie; - Danni causati dai cambiamenti climatici; - Danni causati dalle radiazioni ionizzanti; - Danni causati dall assottigliamento dello strato d ozono. Per la categoria di danno Ecosystem Quality vengono considerati tre tipi di impatto: l uso del suolo (land-use), le emissioni tossiche (ecotoxicity) e quelle che modificano l acidità e i livelli nutritivi (acidification/eutrophication). Infine, per la categoria Resources vengono considerati gli impatti dovuti all estrazione e allo sfruttamento delle risorse minerali e dei combustibili fossili. L Impronta Ecologica è definita come la misura di superficie biologicamente produttiva di mare e di terra richiesta per produrre le risorse consumate e per assorbire parte dei rifiuti generati dal consumo di combustibili fossili di una popolazione (Wackernagel & Rees, 1996). 16

17 4 LCA DI TERRABASE E TERRAVISTA 4.1 Obiettivo, unità funzionale e confini Obiettivo dell analisi L obiettivo della presente LCA è quello di valutare gli impatti ambientali complessivi generati dalla produzione degli intonaci bioedili TerraBase e TerraVista e di confrontarli poi con quelli generati per la produzione di un intonaco di pari caratteristiche generali costituito a partire da leganti tradizionali quali la calce o il cemento. La LCA sul materiale fornisce una misura accurata dell impatto ambientale rappresentato dalla generazione di una quantità di intonaco espressa in unità di massa. L analisi approfondita dei contributi interni al processo di produzione, intendendosi con contributi la partecipazione all impatto ambientale di tutte le fasi di produzione del sistema racchiuso nei confini della LCA, potrà così permettere l'individuazione di possibili azioni concrete di intervento mirate alla mitigazione degli impatti ambientali ad esso associati Unità funzionale, flussi di riferimento e confini del sistema Dati gli obiettivi appena esposti ed alla luce di quanto introdotto dalla norma ISO relativamente ad unità funzionale e flusso di riferimento, l unità funzionale dell analisi è costituita da 1 kg di materiale al cancello, vale a dire giunto al termine della lavorazione e dell imballaggio in azienda. La scelta è logica conseguenza della funzione primaria del sistema su cui è stata svolta la LCA, vale a dire la produzione del materiale finale. L intera LCA è costituita dalla successione di varie unità di processo, che garantiscono l elasticità necessaria a poter intervenire eventualmente sul valore dell unità funzionale (ad esempio passare dalla produzione di 1 kg di TerraBase alla produzione di 1 t, o di 1000 sacchi, etc.) intervenendo solo sul processo finale di miscelazione e imballaggio (o di intonacatura, nel caso della LCA allargata ). Simapro in tal caso realizza automaticamente la ricalibrazione di tutti i flussi a monte secondo le nuove disposizioni dell utente; questo è possibile perché, in fase di inventario, per ogni unità di processo è scelto un appropriato flusso di riferimento sulla base del quale sono pesati i quantitativi di dati in ingresso ed in uscita all unità di processo. I processi di produzione delle materie prime hanno tutti come 17

18 flusso di riferimento 1 kg di materiale lavorato, dato che gli input della successiva fase di miscelazione in Fornace Brioni prevede l impiego delle materie prime in dosi espresse in massa. Nei confini del sistema sono state considerate le seguenti macrocategorie entranti: - Materie prime necessarie alla produzione degli ingredienti dei due intonaci; - Fabbisogno di acqua ed energia elettrica necessaria alle macchine di produzione; - Consumo di carburante da parte dei macchinari di escavazione e mobilitazione delle argille, sabbie, etc.; - Trasporti dei materiali via camion. L analisi del ciclo di vita dei prodotti TerraBase e TerraVista è stata concepita per valutarne gli impatti ambientali prodotti "dalla culla alla tomba". Tuttavia, data la tipologia di materiale e il committente dell analisi, non è parsa necessaria né significativa l elaborazione di uno scenario di utilizzo (fase operativa del prodotto o di permanenza in parete per n anni) e di fine vita. Il processo di miscelazione ed imballaggio in Fornace Brioni non produce emissioni, data la presenza di un abbattitore di polveri nella fabbrica e l assenza di scarichi liquidi o solidi di entità rilevante. Le emissioni sono solamente relative alle precedenti fasi di lavorazione dei materiali da miscelare, al di fuori della Fornace Brioni, e al loro trasporto alla stessa. In Figura 4.1 sono schematizzati i confini del sistema in cui sono ripartiti gli input e le emissioni principali (rispettivamente caratterizzati dal bordo verde e rosso) dei processi che costituiscono il sistema di prodotti. Natura Materie prime (sabbia, argilla, paglia, etc.) Tecnosfera Energia elettrica Carburante Fornace Brioni Acqua, gas, combustibili fossili Emissioni da estrazione e produzione materiali Materiali costituenti gli intonaci Trasporto degli ingredienti all'azienda Emissioni da trasporto dei materiali Figura Confini di sistema dell'analisi; fonte: Fornace Brioni (2010) 18

19 Nel caso dell allargamento della LCA alla intonacatura di una ipotetica parete i consumi ulteriori sarebbero legati all energia necessaria alla miscelazione con betoniera, alla posa con intonacatrice e al trasporto necessario a portare il materiale dall azienda al sito di costruzione, tutti input già considerati nello schema di Figura Requisiti di qualità dei dati I dati su cui si costruisce una LCA sono raggruppabili in tre tipologie differenti di dato: - Dati primari: provenienti da rilevamenti diretti; - Dati secondari: ricavati da letteratura; - Dati terziari: concepiti attraverso stime e valori medi statistici. Lo studio svolto in Fornace Brioni non ha richiesto la rilevazione diretta di dati primari, poiché tutto ciò che era necessario per la LCA era esaurientemente descritto e quantificato nelle schede tecniche e negli studi precedenti forniti dal proprietario. I dati forniti dalla Fornace Brioni sono stati: - La caratterizzazione degli intonaci e le porzioni in volume dei materiali costituenti gli intonaci 3 ; - Le modalità di trasporto (mezzo, capacità, frequenza, etc.) con le quali questi ultimi arrivano in azienda; - I consumi elettrici e i dati di produttività relativi alla miscelatrice/insaccatrice e all abbattitore delle polveri; - Le tipologie e i regimi di lavoro dei macchinari operanti in azienda (muletti, pala gommata, etc.) per la mobilitazione dei materiali e per la sistemazione del prodotto finito; - Le tipologie di imballaggi applicate al prodotto finito e le aziende da cui questi provengono; Il Sabbione S2 (i codici dei materiali sono elencati in Tabella 2.1 e Tabella 2.2 di pagina 8) è estratto in cava Medole, in provincia di Mantova, e successivamente lavorato al frantoio Gonzaga, che dista 500 m dalla Fornace Brioni; per questo materiale è stato possibile disporre dei dati di consumo di carburante della scavatrice in cava e delle statistiche di produzione e consumo elettrico del frantoio, derivanti da una precedente LCA. Sono da considerarsi dati secondari tutti quei dati mantenuti dalla banca dati Ecoinvent laddove né la documentazione fornita dalla Fornace Brioni, né le eventuali misurazioni dirette potessero fornire dati esaurienti per la descrizione di alcune specifiche fasi di produzione. E il caso delle procedure di produzione dei materiali che la Fornace Brioni 3 Nel presente lavoro non verranno mai forniti esplicitamente, come specificamente richiesto dalla Fornace Brioni 19

20 compra da altre aziende italiane e, in un caso solamente, dalla Germania. In linea teorica, se si avesse voluto disporre dei dati completi per tutti questi processi, sarebbe stata da condurre per ciascun fornitore una ulteriore LCA che avrebbe comportato il contatto con l azienda, le visite e il reperimento dei dati come fatto per la Fornace Brioni, ampliando a dismisura la mole di lavoro per la realizzazione della LCA. Il database Ecoinvent ha consentito di superare l ostacolo fornendo dei processi di produzione standard assimilabili a quelli dei materiali comprati dalla Fornace Brioni e rappresentando a tutti gli effetti una fonte di informazione valida e completa. Gli unici dati terziari inseriti nel lavoro sono stati quelli impiegati per stimare i consumi specifici di macchinari quali pale gommate, muletti elettrici ed intonacatrici, per l impossibilità di ottenere il dato in altro modo. Tipologia di dato Schede tecniche del prodotto finito (TerraBase e TerraVista) Statistiche di consumo Fornace Brioni, cava Medole e frantoio Gonzaga Regimi di lavoro pale gommate, muletti e mulino a martelli Consumi medi pale gommate, muletti e mulino a martelli Trasporti Affidabilità A M B Tabella 4.1 Gradi di affidabilità dei dati della LCA (A=Alta, M=Media e B=Bassa) 4.2 Fase di inventario (LCI) La costruzione dell inventario La fase di inventario ha costituito la parte più dispendiosa, in termini di tempo e di energie, dell intera LCA. Nei prossimi paragrafi è illustrata la struttura del sistema di produzione di TerraBase e TerraVista nei dettagli. A titolo introduttivo va specificato che la procedura di creazione della LCA ha richiesto la compilazione di ciascuno dei processi che costituiscono la catena di produzione del prodotto. Tali processi informatici non corrispondono sempre a quelli fisici, poiché talvolta questi possono essere accorpati in un unica unità informatica, mentre in altri casi il passaggio al modello informatico richiede la disaggregazione del processo produttivo in più parti (come risulterà più chiaro dal confronto tra Figura 4.3 e Figura 4.4 di pagina 26). Nella generazione di un processo in Simapro, è opportuno cercare sempre di integrare i dati primari di cui si è in possesso con quelli secondari disponibili nel database Ecoinvent di Simapro: questo vuol dire individuare preliminarmente se sia presente nel database la 20

21 tipologia di processo (ad esempio processo di estrazione di minerale, oppure di macinazione, o ancora di miscelazione, di trasporto, etc.), analizzarne la descrizione nella scheda documentation per valutare se le condizioni al contorno del processo siano compatibili con quelle del proprio progetto 4 e, qualora queste lo risultino, andare a sostituire nella scheda del prodotto Ecoinvent gli eventuali dati di cui si è in possesso. Questo procedimento consente di mantenere nel processo parametri di difficile determinazione, sfruttando l accuratezza dei dati del database svizzero, come l ammortamento dei macchinari di lavorazione o di trasporto, la costruzione delle strutture, l occupazione del suolo, la ricoltivazione del post-utilizzo del sito di produzione, l onere dei trasporti interni, il consumo di acque di lavaggio, di oli combustibili, di impianti di riscaldamento o illuminazione, etc I consumi di energia elettrica e carburante Sviluppare una LCA comporta la ricostruzione dei processi di produzione a partire dal prodotto finito risalendo a monte passando per i processi di produzione di quest ultimo, per quelli di produzione delle sue materie prime fino ad arrivare ai fabbisogni di beni quali l energia elettrica o i combustibili fossili per i quali valutare l impatto ambientale risulterebbe impensabile. Nel database Ecoinvent sono sviluppati i processi che consentono di inserire nella LCA questi beni senza dover sacrificare la bontà e la precisione del lavoro. Le corrispondenze di questi processi con i beni primari di cui ci si è serviti nella LCA sono riordinati in tabella Tabella 4.2. Consumo Processo Simapro UM Energia elettrica Electricity, medium voltage, at grid/it U kwh Carburante per i macchinari di lavorazione Diesel, burned in building machine/glo U MJ Tabella 4.2 Corrispondenze tra i consumi di energia elettrica e di carburante e i processi in Simapro Per ciò che concerne l energia elettrica, il database Ecoinvent contiene i mix energetici specifici di ogni paese, sia per la scala nazionale che per la produzioni su scala locale. Il mix energetico di ogni paese è combinazione della produzione propria, delle importazioni, e delle perdite di energia lungo la rete di trasmissione. Tutti i mix specifici di ogni paese sono basati sul contesto produttivo del 2004/2005. Per ogni tecnologia sono disponibili quattro differenti dataset, relativi alla sorgente, alla fase di alto, medio e basso voltaggio. Nella redazione dei dati sono stati tenuti in considerazione anche gli oneri realizzativi e gestionali 4 Tipicamente nella scheda documentation sono chiarite quali fasi di lavorazione sono incluse nel processo; ad esempio, per un processo di estrazione si precisa se oltre a questo siano considerati eventuali lavaggi del materiale, trasporti interni, raffinamenti. Nei processi di lavorazione dei materiali si possono trovare descrizioni delle densità di questi ultimi, delle caratteristiche fisiche, etc. 21

22 delle infrastrutture di trasporto, trasformazione e distribuzione dell energia. Per la redazione di una corretta LCA è consigliabile l utilizzo dell adeguato livello di voltaggio a cui fare riferimento, (medio voltaggio per la maggior parte delle industrie, basso voltaggio per le abitazioni, le strutture commerciali ed agricole) e della corretta collocazione geografica; nel presente progetto è stata utilizzata la rete italiana (suffisso IT ) di medio voltaggio. I vettori di energia quali petrolio (benzina, diesel, gpl, etc.), gas naturale o legno, sono compresi nel database Ecoinvent e la loro catena produttiva include il loro trasporto e la loro distribuzione ai consumatori (che possono appartenere al settore industriale, commerciale, agricolo o anche essere utenti privati). Il processo ha come unità il MJ e per la corretta elaborazione dei dati raccolti e le spesso necessarie trasformazioni (la maggior parte dei dati di consumo di carburante dei macchinari si riferiscono a quantità di volume, tipicamente i litri di gasolio consumati nell unità di tempo, o per ciclo di lavoro) sono stati utilizzati i valori di letteratura 5 di 0,84 kg/l e 40,9 MJ/kg rispettivamente per la densità del diesel da autotrazione e per il suo potere calorifico I trasporti Il trasporto di beni e di persone è strettamente necessario a collegare i diversi stadi del ciclo di vita di un prodotto. Nel database Ecoinvent sono inclusi gli inventari relativi al ciclo di vita medio di servizi di trasporto via camion, ferrovie, navi e aerei (basati su fattori medi di carico). Questi processi descrivono il trasporto in tkm. Le condizioni di carico (pieno, vuoto, etc.) dei camion e la distanza percorsa sono dati di grande importanza in un contesto in cui i trasporti influiscono in larga parte sulle prestazioni ambientali di un prodotto, soprattutto quando il prodotto è di origine naturale, come in questo caso. Nella presente LCA sono stati utilizzati un fattore di carico medio e la distanza di sola andata di ogni trasporto, per semplificare la modellizzazione del trasporto che teoricamente avverrebbe su una doppia distanza di andata e ritorno con un viaggio a camion completamente carico e un altro a camion vuoto. Infatti, nella pratica i trasporti sono spesso coordinati in modo tale che un camion non viaggi mai vuoto, per massimizzarne le prestazioni a parità di carburante speso. In tali condizioni l analisi svolta alle condizioni appena esposte risulta abbondantemente cautelativa. I trasporti con i quali ci si è trovati a trattare sono stati riprodotti nel software Simapro come di seguito illustrato in Tabella 4.3. I valori di capacità dei camion sono, per i primi due automezzi, ricavati dalla raccolta dati effettuata in azienda, mentre per il trasporto di collettame si è adottata una capacità di 5 t/camion come da definizione fornita dalla Circolare n. 103/2009 (DM 153/2009) della Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica. 5 Le specifiche nazionali del gasolio per l autotrazione sono armonizzate in Europa Occidentale dalla specifica di riferimento europea EN 590, che è stata recepita in Italia come UNI EN 590, da cui sono tratti i valori indicati 22

23 Tipologia di trasporto Capacità Processo Ecoinvent Bilico per il trasporto di materiali sfusi 40 t Transport, lorry >32t, EURO4/RER U Camion a 4 assi per il trasporto di materiali sfusi o imballati 29 t Transport, lorry 16-32t, EURO4/RER U Eurocargo per il trasporto di materiale da collettame (trasporto di merci in colli di vari clienti e destinazioni effettuato con un unico mezzo) 5 t Transport, lorry t, EURO4/RER U Trasporto navale di merci in container - Transport, transoceanic, freight ship/ OCE U Tabella 4.3 Corrispondenze tra i trasporti reali ed i processi in Simapro Nel dover scegliere tra le categorie di automezzo EURO3, 4 o 5, si è deciso di mantenersi su una linea di valutazione intermedia, ipotizzando gli automezzi di categoria EURO Gli imballaggi I prodotti della Fornace Brioni escono imballati in tre tipologie di contenitore: - Big bag (capienza di 1 t di materiale) in polipropilene, il cui peso a vuoto risulta di 2,175 kg. Sono prodotti dalla Franchi Pack di Bibbiano (Reggio Emilia). Figura 4.2a; - Sacchi (capienza di 25 kg) costituiti da una pellicola di polietilene a bassa densità (LDPE) da 35 g racchiusa in tre strati di carta kraft (due esterni ed uno interno) del peso complessivo di 105 g. Sono prodotti dal Sacchettificio il Canguro di Correggio (Modena). Figura 4.2b; - Bidoni (capienza di 25 kg) in polipropilene, il cui peso a vuoto risulta di 1,002 kg. Sono prodotti dalla Casone Srl di Noceto (Parma). Figura 4.2c; Figura 4.2 Fotografica di un big bag (a), di un sacco da 25 kg (b) e di un bidone da 25 kg (c) L imballaggio rappresenta un punto di criticità della LCA, a maggior ragione quando questa sia svolta, come in questo caso, su di un prodotto di origine naturale. Ciò avviene poiché gli imballaggi sono costituiti, nella maggioranza dei casi, da materiali di origine sintetica derivati dal petrolio, la cui produzione richiede stadi di lavorazione nell industria 23

24 chimica che generano un impatto ambientale notevole anche laddove gli spessori degli strati imballanti siano molto ridotti. Non a caso, come verrà meglio illustrato nei risultati, la LCA ha evidenziato le pessime prestazioni ambientali del bidone, al punto da convincere la Fornace Brioni a pianificare il cambio dell imballaggio, programmato per quando le scorte di bidoni saranno esaurite. L imballaggio sostitutivo in cui verrà stoccato il TerraVista sarà un sacchetto di 20 kg, proveniente dallo stesso sacchettificio dei sacchi da 25 kg, la cui composizione sarà di una pellicola di LDPE di 74 g e tre strati di carta kraft il cui peso complessivo sarà di 220 g. Sono stati dunque generati quattro processi indipendenti il cui flusso di riferimento è stato per tutti il pezzo unitario prodotto, così da poter richiamare l imballaggio nei processi successivi della LCA in termini di quantità di big bag o di sacco necessari ad imballare 1 kg di TerraBase o di TerraVista. In Tabella 4.4 si riportano gli input di ogni processo legato alla produzione di ciascun imballaggio, in cui le sigle PP ed LDPE si riferiscono rispettivamente ai materiali plastici polipropilene ed polietilene a bassa densità (Low Density Poliethylene). Input Processo Simapro Calcolo Flussi di riferimento Big bag Sacco (25 kg) Bidone Sacco (20 kg) Estrusione del polietilene (resa del 97,6%) Extrusion, plastic film/rer U 2,175 kg PP big bag 0,976 Polietilene Polypropylene, granulate, at plant/rer U 2,2285 kg PP big bag Estrusione del LDPE LDPE Extrusion, plastic film/rer U Polyethylene, LDPE, granulate, at plant/rer U = 2,2285 kg PP big bag 0,035 kg LDPE sacco = 3, kg LDPE 0,976 sacco 3, kg LDPE sacco Carta Kraft Kraft paper, unbleached, at plant/rer U 0,105 kg carta sacco Stampa a iniezione del kg polipropilene Injection moulding/rer U 1,002 PP bidone kg = 1,00804 PP (resa del 99,4 %) 0,994 bidone kg Polipropilene Polypropylene, granulate, at plant/rer U 1,00804 PP bidone Estrusione del LDPE (resa del 97,6%) LDPE Extrusion, plastic film/rer U Polyethylene, LDPE, granulate, at plant/rer U 0,074 kg LDPE sacco = 7, kg LDPE 0,976 sacco 7, kg LDPE sacco Carta Kraft Kraft paper, unbleached, at plant/rer U 0,22 kg carta sacco Tabella Input dei processi relativi ai vari tipi di imballaggio impiegati in Fornace Brioni Per quel che riguarda il trasporto degli imballaggi dai fornitori alla Fornace Brioni, si è deciso di allocarlo più avanti, nel processo finale di generazione ed imballaggio della TerraBase e del TerraVista. Questa scelta è stata presa affinché i processi degli imballaggi 24

25 permanessero nel database di Simapro a disposizione di chiunque volesse riproporre in un altra LCA degli imballaggi analoghi a quelli adottati nel presente lavoro Il sistema di produzione del TerraBase Il sistema di produzione del TerraBase si articola secondo il diagramma di flusso riportato in Figura 4.3, in cui i campi tratteggiati indicano la localizzazione geografica dei passaggi di lavorazione rappresentati da ogni blocco del diagramma. Date le caratteristiche del software, la ricostruzione in Simapro del sistema non coincide in realtà perfettamente con la struttura di Figura 4.3, poiché alcuni processi reali sono stati accorpati in un unico processo informatico, come visibile nella successiva Figura 4.4 in cui è rappresentato l algoritmo dei processi, in parte creati ad hoc per il sistema in questione ed in parte assunti dal database Ecoinvent. Ciascuno dei processi costituenti la sequenza di produzione del TerraBase è di seguito esaurientemente illustrato affinché risultino chiare le modalità con le quali è stato inserito nella LCA. 6 Il trasporto è relativo ad una situazione molto specifica che è quella della destinazione finale alla Fornace Brioni; è improbabile che un futuro lavoro sarà nuovamente incentrato su una produzione in quel sito. In tal modo l utente in futuro potrà riproporre questo tipo di imballaggio a prescindere dal trasporto specifico ed inserirlo nel proprio sistema di processi 25

26 Figura Schema di processo complessivo della produzione del TerraBase; fonte: Fornace Brioni (2010)

27 Sabbione S2, cava Sabbione S2, frantoio Sabbione S2 Terra Tabellano, cava Terra Tabellano T2 Straw, from straw areas, at field/kg/ch Baling/CH U Paglia di riso P1 Loading bales/ CH U TerraBase Polypropylene, granulate, at plant/rer U Extrusion, plastic film/rer U Big bag Polyethylene, LDPE, granulate, at plant/rer U Kraft paper, unbleached, at plant/rer U Sacco da 25 kg Extrusion, plastic film/rer U Figura Struttura dei processi della LCA del TerraBase in Simapro Sabbione S2, cava La cava di ghiaia grossa è situata a 60 km dalla Fornace Brioni. Si tratta di uno scavo in terra sovrastante una falda, la cui superficie ammonta a circa 1000 ha e il cui volume utile complessivo è di m 3. Uno studio precedente al presente ha consentito di disporre delle seguenti informazioni: - Sul sito è operante uno scavatore che consuma 100 l/d di gasolio; - Dati sperimentali dedotti dall impiego del macchinario suggeriscono il valore operativo di consumo del carburante in relazione al volume di ghiaia scavata di 0,25 l/m 3 ; A partire dal processo Ecoinvent Sand, at mine/ch U relativo ad un sito standard per l estrazione di materiale sabbioso, è stato modificato il valore del consumo relativo alla scavatrice (alla voce Diesel, burned in building machine/glo U ) come suggerito dalle informazioni precedentemente elencate e considerati peso medio del carburante e potere calorifico pari a 0,84 kg diesel /l e 40,9 MJ/kg diesel : 27

28 l 0,25 m 3 0,84 kg diesel 40,9 l Consumo= kg ghiaia m 3 MJ kg diesel = 4243,38 J kg ghiaia Come premesso a pagina 18, il flusso di riferimento è rappresentato dal kg di ghiaia estratto, che successivamente verrà trasportato al frantoio Gonzaga. Si è deciso di allocare il trasporto più avanti, nel processo Sabbione S2 (che si trova a valle in Figura 4.4), affinché Sabbione S2, cava permanga nel database di Simapro a disposizione di chiunque volesse riproporre un sistema di estrazione uguale a quello qui adottato, analogamente a quanto già detto per gli imballaggi. In Figura 4.5 è possibile vedere come il valore vada ad inserirsi in un elenco di input la cui fonte è il database Ecoinvent, in riferimento ad un impianto di estrazione di sabbia standard. La scelta di affidarsi alle determinazioni di Ecoinvent è obbligata, data l impossibilità di reperire tutti i dati necessari ed elaborarli per ottenere parametri così sofisticati come quelli visibili in Figura 4.5. Come già detto, la principale funzionalità dei dettagliatissimi database di Simapro è proprio quella di ovviare a questo genere di problema. Figura Schermata di setup del processo Sabbione S2, cava; fonte: Simapro 28

29 Sabbione S2, frantoio Il Frantoio di Gonzaga si colloca a poca distanza dalla Fornace Brioni a soli 500 metri - nella stessa strada Ronchi di Gonzaga. Nel frantoio avviene la frantumazione della ghiaia, in arrivo dalla cava attraverso bilici 7 della capienza di 40 t, e la selezione della sabbia della granulometria richiesta nelle successive fasi. Il processo Ecoinvent Limestone, crushed, for mill/ch U ben si presta a modellizzare questo passaggio della lavorazione, trattandosi di un processo di macinazione in mulino del calcare. Tenuto poi conto dei seguenti punti: - L alimentazione della ghiaia al frantoio è operata tramite una pala gommata 8 Komatsu WA470 che carica nel mulino circa 650 m 3 /d (tenuto conto della densità media di 2 t/m 3 della ghiaia depositata nel piazzale dai bilici, equivale ad un carico giornaliero del frantoio di 1300 t che, suddivise per le 8 ore lavorative giornaliere, equivalgono a 162,5 t orarie); - Data la capacità della benna (organo per il sollevamento e carico/scarico di materiali sciolti o per lo scavo e spostamenti di terreni) del mezzo di 4 m 3, ogni giorno la pala gommata compie circa 160 cicli di carico, vale a dire circa 20 all ora. A questo regime di lavoro, dati sperimentali forniti dall azienda produttrice e riscontrati nei pareri di alcuni operatori suggeriscono un consumo medio orario di 23,5 l/h di gasolio; - Per quel che riguarda il frantoio, il consumo elettrico annuo ammonta a kwh per una produzione di t/a; - Del prodotto in uscita dal frantoio, solo il 35% costituisce la sabbia S2 di granulometria adeguata e densità 1,4 t/m 3 da inviare alla Fornace Brioni. Flusso di riferimento: 1 kg di sabbia grossa Input Processo Simapro Calcolo Sabbione proveniente dalla cava Energia elettrica consumata dal mulino Gasolio pala gommata Komatsu Sabbione S2, cava Electricity, medium voltage, at grid/it U Diesel, burned in building machine/glo U 0,35 kg -1 g = 2,857 kg g kg s kg s kwh anno 2, kg s anno -3 kwh = 1, kg s 23,5 l h 2,857 kg g 0,84 kg d 40,9 MJ kg s l kg d -3 MJ = 1, kg s kg g h Tabella Input del processo "Sabbione S2, frantoio" modificati rispetto al processo standard Ecoinvent Limestone, crushed, for mill/ch U 7 Autotreno formato da una motrice con telaio e motore e da un rimorchio collegato ad essa tramite un perno 8 Macchina per la movimentazione di materiale sciolto 29

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